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Informazioni
“Water grabbing Le guerre nascoste per l’acqua nel XXI secolo” di Iannelli Emanuele non è solo un libro sull’acqua, ma un viaggio tosto nelle “guerre nascoste” che si combattono per questa risorsa fondamentale. Parte dall’idea che l’acqua, sempre più scarsa per colpa nostra (aumento demografico, consumo esagerato, cambiamento climatico), è diventata un affare enorme e una leva di potere. Si parla del “water grabbing”, cioè come i potenti si prendono l’acqua, inquinandola, privatizzandola o usandola per controllare gli altri, lasciando a secco comunità e intere nazioni. Il libro ti porta in giro per il mondo, dal ritiro dei ghiacciai per il cambiamento climatico che causa siccità e alluvioni estreme, a come la scarsità idrica alimenta conflitti e spinge la gente a migrare, toccando posti come il Bangladesh o la Siria. Vediamo come l’acqua è legata a doppio filo all’energia e all’agricoltura, settori che ne divorano tantissima, creando tensioni pazzesche per fiumi condivisi tipo il Nilo o il Mekong. Ma non è solo un quadro nero: c’è anche la lotta per difendere l’acqua come diritto umano e bene comune, specialmente per le donne che ne pagano il prezzo più alto, e la resistenza contro la privatizzazione, con esempi come il referendum in Italia che ha detto forte e chiaro che l’acqua è di tutti. È un libro che ti fa capire quanto sia cruciale la gestione pubblica dell’acqua e perché dobbiamo smetterla di sprecarla, guardando a un futuro dove l’acqua sia davvero un bene comune per tutti.Riassunto Breve
L’acqua, essenziale per la vita, scarseggia sempre più per l’aumento delle persone, l’inquinamento che rovina il ciclo naturale e i consumi alti, specialmente nei paesi ricchi. Questo porta al “water grabbing”, dove i potenti prendono l’acqua, danneggiando chi vive lì o intere nazioni. Succede in tanti modi: inquinando le sorgenti con l’industria, vendendo le fonti ai privati o controllandole con l’esercito. L’acqua è diventata importante per l’economia, con grandi aziende che la vendono e investitori che ci guadagnano. Questo spinge a fare pubblicità aggressiva e a usare leggi per togliere l’acqua alla gente. Anche i governi usano l’acqua per avere potere sul territorio, creando tensioni tra paesi che condividono fiumi o laghi. Anche se l’acqua potabile è un diritto umano, proteggerla è difficile e il water grabbing è un grosso problema oggi. Il clima che cambia peggiora le cose, modificando i cicli dell’acqua. I ghiacciai si sciolgono velocemente, come si vede al Glacier National Park, e questo toglie riserve d’acqua dolce e distrugge gli ambienti di montagna. A valle, la mancanza di neve e lo scioglimento anticipato causano siccità che colpiscono l’agricoltura, come in Montana. Eventi estremi come siccità lunghe e alluvioni improvvise capitano più spesso e sono più forti in tutto il mondo. Il livello del mare sale per lo scioglimento dei ghiacci polari, minacciando città sulla costa come Miami, Venezia e il Bangladesh, dove l’inquinamento e le alluvioni creano situazioni difficili. Anche produrre energia usa molta acqua, dalle centrali a carbone o nucleari all’estrazione di gas e petrolio. Questo crea un legame stretto: più energia serve, più acqua si usa, e se l’acqua manca, non si produce energia, causando blackout come in Brasile, India e California. Anche le energie pulite come i biocarburanti e le dighe idroelettriche hanno bisogno di acqua e possono cambiare l’ambiente e la vita delle persone. Cambiare come usiamo l’energia e gestire meglio l’acqua è urgente per affrontare questi problemi che influenzano cibo, stabilità e spostamenti di massa. La lotta per l’acqua mette a rischio il cibo e la pace. La storia del lago Turkana mostra come grandi progetti agricoli e dighe cambiano l’acqua e creano scontri. L’agricoltura usa il 70% dell’acqua mondiale ed è molto esposta ai cambiamenti climatici e allo sfruttamento delle falde. Il water grabbing è come rubare il cibo, prendendo terre per coltivare piante che usano tanta acqua, come la canna da zucchero in Swaziland o la jatropha in Senegal, togliendo acqua a chi vive lì e coltiva per mangiare. Anche buttare via il cibo e comprare troppo nei paesi ricchi aumenta la richiesta di acqua “nascosta” e mette pressione sulle risorse globali. La mancanza d’acqua non solo danneggia l’agricoltura ma causa anche guerre, come in Siria, dove la siccità ha peggiorato i problemi sociali e politici. L’acqua diventa un’arma, con infrastrutture idriche usate per scopi militari. Tra paesi, gestire l’acqua dei fiumi che attraversano i confini crea tensioni, come per il Brahmaputra tra India e Cina o il Nilo e il Mekong, dove progetti fatti da un solo paese possono creare problemi a tutti. Anche se l’ONU dice che l’acqua è un diritto umano, farlo rispettare è difficile. Collaborare tra paesi per gestire l’acqua condivisa è fondamentale, ma spesso è bloccato dagli interessi dei singoli paesi e dalla mancanza di trasparenza. La competizione per l’acqua spinge anche le persone a spostarsi, con milioni che lasciano le loro case per siccità, alluvioni o conflitti legati all’acqua, creando nuove emergenze. Avere accesso all’acqua e ai bagni è importante per la dignità, soprattutto per le donne. In molte comunità, le donne e le ragazze devono andare lontano a prendere l’acqua, perdendo tempo per studiare o lavorare. Non avere bagni sicuri le espone a pericoli e problemi di salute. Il diritto all’igiene è riconosciuto come importante per la salute delle donne, ma ci sono ancora grandi differenze nel mondo nell’accesso a questi servizi. Allo stesso tempo, c’è una lotta per far gestire l’acqua dallo stato o dai comuni. Quando l’acqua è stata privatizzata, spesso i prezzi sono saliti e i servizi sono peggiorati, colpendo i più poveri. Il caso di Giacarta mostra che la gente può opporsi alla privatizzazione e riportare l’acqua sotto controllo pubblico. Molte città nel mondo stanno tornando a gestire l’acqua pubblicamente per migliorare i servizi, abbassare i costi e garantire che tutti abbiano accesso. Ma le grandi aziende private si oppongono, usando accordi internazionali per contestare le decisioni dei governi locali, rendendo difficile tornare alla gestione pubblica dell’acqua come bene di tutti. La sfida è garantire l’acqua a tutti in modo duraturo, riconoscendo che ha un valore sociale e ambientale, e gestirla in modo trasparente e con la partecipazione dei cittadini. L’acqua è un bene comune fondamentale, che va oltre l’idea di proprietà privata o pubblica. In Italia, dopo il disastro di Fukushima, un referendum ha mostrato che 26 milioni di italiani vogliono che l’acqua rimanga pubblica e non sia gestita per fare profitto. Nonostante questo voto chiaro, ci sono stati tentativi di non rispettarlo. Governi e grandi aziende hanno provato a reintrodurre sistemi che favoriscono la privatizzazione nascosta e il guadagno sul capitale investito, mettendo a rischio la gestione pubblica voluta dai cittadini. La Corte Costituzionale ha dovuto intervenire più volte per confermare il risultato del referendum, ma la situazione è ancora complicata. La gestione dell’acqua in Italia ha grossi problemi. Le tubature sono vecchie e si perde molta acqua. Le grandi aziende, anche se fanno molti soldi, investono poco per riparare e migliorare le reti, preferendo dare i guadagni agli azionisti. Questo modo di gestire l’acqua per fare profitto non va d’accordo con la necessità di dare a tutti l’acqua in modo giusto e sostenibile, perché l’acqua è essenziale per la vita e la società. Per risolvere questi problemi, serve cambiare completamente. Serve un grande piano di investimenti pubblici per sistemare le reti e gestire l’acqua in modo efficiente e per il bene di tutti. Si propone di usare soldi pubblici e di mettere tariffe che coprano solo i costi di gestione, senza fare profitto. Inoltre, si suggerisce di passare a un’economia che sprechi meno acqua e la usi in modo più intelligente. Riconoscere legalmente l’acqua come diritto umano e bene comune per tutti è un passo fondamentale per assicurare che in futuro l’acqua sia gestita nell’interesse di tutti, anche di chi verrà dopo di noi.Riassunto Lungo
1. L’Era del Water Grabbing
Che cos’è il Water Grabbing?
L’acqua, essenziale per la vita e per la società, sta diventando una risorsa sempre più scarsa a causa di diversi problemi globali. Questa situazione porta al fenomeno del “water grabbing”, che significa l’appropriazione delle risorse idriche da parte di soggetti potenti, danneggiando le comunità locali e intere nazioni. Questo fenomeno si manifesta in vari modi, come la contaminazione delle falde acquifere a causa di attività estrattive, la privatizzazione delle fonti d’acqua e il controllo militare per ostacolare lo sviluppo di altri paesi.Le cause della scarsità idrica
La crescente scarsità di acqua è causata principalmente dall’aumento della popolazione mondiale, dall’accumulo di anidride carbonica che altera il ciclo naturale dell’acqua e dall’aumento dei consumi, soprattutto nei paesi industrializzati. Nei paesi occidentali, l’impronta idrica pro capite è molto alta, e le nostre scelte alimentari e di consumo contribuiscono in modo significativo allo squilibrio idrico a livello mondiale.L’acqua come risorsa strategica e sfida globale
L’acqua sta diventando sempre più importante a livello strategico, trasformandosi in una merce con un mercato in continua crescita. In questo mercato, i protagonisti principali sono le grandi aziende di bevande, le società che gestiscono i servizi idrici e gli investitori finanziari. L’interesse economico per l’acqua genera un marketing aggressivo e operazioni legali che sottraggono risorse idriche fondamentali alle comunità. Allo stesso tempo, la politica considera le infrastrutture idriche come strumenti di potere e controllo del territorio, aumentando le tensioni tra nazioni per la gestione delle risorse idriche che attraversano più confini. Anche se il diritto all’acqua potabile è riconosciuto come un diritto umano fondamentale, la sua protezione non è ancora sufficiente. Per questo motivo, il water grabbing si presenta come una delle sfide più importanti del XXI secolo.Se la scarsità idrica è causata principalmente dall’aumento dei consumi nei paesi industrializzati, come mai il capitolo non analizza le cause profonde di tali modelli di consumo, limitandosi a descrivere il ‘water grabbing’ come un fenomeno quasi inevitabile?
Il capitolo identifica correttamente l’aumento dei consumi nei paesi industrializzati come una causa primaria della scarsità idrica, ma manca un’analisi critica delle strutture economiche e sociali che alimentano questi consumi. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le dinamiche del capitalismo globale e le teorie della dipendenza economica, studiando autori come Samir Amin o Immanuel Wallerstein, che analizzano le relazioni tra centro e periferia nel sistema-mondo e come queste influenzino lo sfruttamento delle risorse. Inoltre, una prospettiva sociologica sul consumismo, con autori come Zygmunt Bauman, potrebbe illuminare i meccanismi culturali e sociali che spingono verso modelli di consumo insostenibili.2. Il Diluvio e la Siccità: Geografie dell’Acqua in un Clima Che Cambia
Il cambiamento del clima si vede soprattutto nei cambiamenti delle risorse di acqua del pianeta, modificando dei cicli naturali che durano da millenni. Un segnale chiaro di questi cambiamenti è lo scioglimento dei ghiacciai, come si può vedere nel Glacier National Park. L’aumento delle temperature fa triplicare i giorni di caldo molto forte e allunga l’estate. Questo causa una veloce riduzione dei ghiacciai. Questo problema non solo fa perdere al pianeta delle riserve di acqua dolce, ma mette anche in pericolo la vita di animali e piante di montagna, che perdono il loro ambiente naturale.Le conseguenze a valle e gli eventi meteo estremi
Le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai si sentono anche nelle zone più in basso, con la siccità che colpisce le zone agricole, come il Montana. Qui, la poca neve in inverno e lo scioglimento anticipato della neve rovinano le risorse di acqua per l’agricoltura. Inoltre, eventi estremi come periodi di siccità molto lunghi e alluvioni improvvise stanno diventando sempre più comuni e forti. Questi eventi colpiscono diverse zone del mondo, dal Sud America all’Europa, fino all’Africa e al Medio Oriente.L’innalzamento del livello dei mari
Un altro effetto del cambiamento climatico è l’innalzamento del livello del mare, causato dallo scioglimento dei ghiacci ai poli. Questo mette in pericolo le zone costiere dove vivono molte persone, come Miami, Venezia e il Bangladesh. Il Bangladesh è un esempio molto grave di come il cambiamento climatico può peggiorare problemi già esistenti. L’inquinamento dell’acqua sotterranea e l’aumento delle alluvioni creano una situazione molto pericolosa per le persone che vivono lì.Il legame tra energia e acqua
Anche il settore dell’energia è molto legato al problema dell’acqua. L’acqua è fondamentale per produrre energia, sia nelle centrali che usano il calore o il nucleare, sia per estrarre combustibili fossili come le sabbie bituminose e lo shale gas. Questo legame tra energia e acqua crea un problema senza fine: il bisogno sempre maggiore di energia peggiora la mancanza di acqua, e la poca acqua può bloccare la produzione di energia. Questo è successo in Brasile, India e California, dove la siccità ha causato dei blackout. Anche le energie rinnovabili, come i biocarburanti e l’energia idroelettrica, hanno dei problemi con l’uso dell’acqua. Per esempio, le dighe possono danneggiare molto l’ambiente e le comunità locali.Conclusioni
Quindi, il cambiamento delle risorse di acqua del pianeta è uno dei problemi più gravi causati dal cambiamento climatico. Questo problema ha effetti negativi sulla disponibilità di cibo, sulla stabilità politica e sulle migrazioni di molte persone. Per risolvere questi problemi, è necessario agire subito e insieme a livello mondiale. Bisogna cambiare completamente il modo in cui consumiamo energia e gestire le risorse di acqua in modo più attento.Ma è davvero il cambiamento climatico l’unico colpevole della crisi idrica globale, o stiamo ignorando altri fattori cruciali?
Il capitolo sembra presentare una visione eccessivamente semplificata del problema idrico, attribuendo ogni criticità al cambiamento climatico. È fondamentale considerare se questa narrazione non trascuri altre variabili determinanti, come le politiche di gestione delle risorse idriche locali, le dinamiche demografiche in rapida evoluzione e i modelli di consumo insostenibili. Per una comprensione più completa, sarebbe utile approfondire studi di economia ambientale e geopolitica delle risorse idriche, magari partendo dalle analisi di autori come Jared Diamond, per valutare il ruolo delle decisioni umane e delle strutture sociali nella crisi idrica, oltre al pur innegabile impatto del clima.3. Acqua Contesa: Agricoltura, Conflitti e Migrazioni
La crescente competizione per l’acqua
La disponibilità di acqua sta diventando un problema sempre più serio a livello mondiale. Questa competizione per l’acqua mette a rischio la produzione di cibo e la stabilità delle società. La storia del lago Turkana, ad esempio, mostra come progetti agricoli intensivi e la costruzione di dighe possano sconvolgere l’equilibrio delle risorse idriche. Queste alterazioni portano a conflitti tra le comunità che si contendono le sempre più scarse risorse disponibili. L’agricoltura è il settore che consuma più acqua nel mondo, utilizzando il 70% delle risorse idriche globali. Questo settore è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici e all’eccessivo sfruttamento delle acque sotterranee, problemi che peggiorano ulteriormente la scarsità idrica.Water grabbing: accaparramento dell’acqua e sicurezza alimentare
Il concetto di “water grabbing” descrive una situazione in cui la sicurezza alimentare viene compromessa a causa dell’accaparramento delle risorse idriche. Questo fenomeno si verifica quando grandi aziende o gruppi di potere si appropriano di terreni per coltivazioni intensive che richiedono molta acqua, come la canna da zucchero in Swaziland o la jatropha in Senegal. Queste attività sottraggono acqua alle comunità locali e all’agricoltura di sussistenza, che è fondamentale per il sostentamento delle popolazioni. Anche lo spreco di cibo e il consumo eccessivo di risorse nei paesi industrializzati contribuiscono al problema. Questi comportamenti aumentano la domanda di acqua virtuale, cioè l’acqua necessaria per produrre beni e servizi, e peggiorano la pressione sulle risorse idriche a livello globale.L’acqua come causa di conflitti e arma strategica
La mancanza di acqua non danneggia solo l’agricoltura, ma può anche scatenare conflitti violenti. Un esempio è la guerra civile in Siria, dove la siccità ha peggiorato tensioni sociali e politiche già esistenti, contribuendo allo scoppio del conflitto. Inoltre, l’acqua può essere utilizzata come arma strategica. Le infrastrutture idriche, come dighe e canali, possono diventare obiettivi militari e strumenti di pressione. A livello internazionale, la gestione delle acque che attraversano più paesi è spesso motivo di contrasti. Esempi sono il fiume Brahmaputra, conteso tra India e Cina, o i bacini del Nilo e del Mekong, dove progetti infrastrutturali realizzati da un singolo paese possono creare problemi di stabilità in tutta la regione.La difficile applicazione del diritto umano all’acqua e le migrazioni forzate
Le Nazioni Unite hanno riconosciuto l’accesso all’acqua potabile come un diritto umano fondamentale. Nonostante questo riconoscimento, però, l’applicazione di questo diritto nella pratica è complicata e non sempre vincolante per gli stati. La collaborazione tra nazioni nella gestione delle risorse idriche condivise sarebbe essenziale, ma spesso è ostacolata da interessi nazionali e dalla mancanza di trasparenza nei processi decisionali. La competizione per l’acqua è anche una delle cause delle migrazioni forzate. Milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case a causa di siccità prolungate, inondazioni o conflitti legati al controllo delle risorse idriche. Questi spostamenti di popolazione creano nuove emergenze umanitarie e problemi politici a livello internazionale.Se il ritorno all’acqua pubblica è presentato come una soluzione così virtuosa, quali specifiche condizioni politiche, economiche e sociali devono essere presenti per garantirne il successo duraturo e evitare le inefficienze che spesso affliggono la gestione pubblica?
Il capitolo, pur sostenendo con forza i benefici della gestione pubblica dell’acqua, non approfondisce le sfide e le complessità che possono emergere in questo modello. Sembra mancare un’analisi critica delle condizioni necessarie affinché la gestione pubblica sia effettivamente efficiente, trasparente e capace di resistere alle pressioni politiche e alle inefficienze burocratiche. Per rispondere a questa domanda, è utile approfondire le discipline dell’economia pubblica e della scienza politica, studiando autori che hanno analizzato i modelli di governance dei servizi pubblici e le condizioni per una gestione efficace delle risorse comuni. Approfondire il lavoro di Elinor Ostrom sulla gestione dei beni comuni potrebbe fornire spunti preziosi.5. Acqua Comune, Futuro Comune
L’acqua è un bene comune fondamentale, più importante della distinzione tra proprietà privata e pubblica. Questa idea è diventata molto forte in Italia, soprattutto dopo il disastro di Fukushima. Questo evento ha spinto molti cittadini a votare a un referendum storico.Il referendum sull’acqua pubblica
Ventisei milioni di italiani hanno votato per affermare che l’acqua è un bene pubblico. Con questo voto, hanno detto no alla privatizzazione dell’acqua e all’idea di fare profitto con i servizi idrici. Nonostante questo voto chiaro, ci sono stati tentativi di non rispettare la volontà popolare.Tentativi di privatizzazione e resistenza
I governi che si sono succeduti e le grandi aziende di multi-servizi hanno provato a reintrodurre dei sistemi che favoriscono la privatizzazione nascosta e il guadagno dal capitale investito. Questi tentativi hanno danneggiato la gestione pubblica e trasparente dell’acqua, che era quello che i cittadini volevano. La Corte Costituzionale è dovuta intervenire più volte per ricordare che il referendum è vincolante, ma la situazione è ancora difficile e cambia continuamente.Problemi nella gestione attuale
Oggi, la gestione dell’acqua in Italia ha molti problemi. Le reti per distribuire l’acqua sono vecchie e non funzionano bene, causando molta acqua sprecata. Anche se le grandi aziende di multi-servizi guadagnano molto, investono poco per migliorare e riparare le reti. Preferiscono dare i guadagni agli azionisti. Questo modo di gestire l’acqua pensando al profitto va contro la necessità di dare a tutti la possibilità di avere acqua, che è essenziale per la vita e per la società.Proposte per un futuro sostenibile
Per risolvere questi problemi, è necessario cambiare modo di pensare. Serve un grande piano di investimenti pubblici per sistemare le reti dell’acqua e gestirla in modo efficiente e pensando al bene comune. Si propone di usare soldi pubblici per finanziare questo piano e di far pagare l’acqua in modo da coprire i costi di gestione, senza fare profitto. Inoltre, è importante passare a un’economia circolare, che riduca gli sprechi di acqua e ci insegni a usarla meglio e con attenzione all’ambiente. Riconoscere per legge che l’acqua è un diritto umano e un bene comune per tutti è fondamentale per garantire un futuro in cui l’acqua sia gestita pensando a tutti, anche alle persone che verranno dopo di noi.Se la gestione pubblica dell’acqua è la soluzione ideale, come mai, nonostante il referendum e gli interventi della Corte Costituzionale, i problemi persistono e le reti idriche rimangono inefficienti?
Il capitolo sembra presupporre che la gestione pubblica sia intrinsecamente più virtuosa di quella privata, ma non affronta in modo approfondito le sfide specifiche della gestione pubblica nel contesto italiano. Nonostante la chiara volontà popolare espressa nel referendum, il capitolo stesso ammette la persistenza di problemi. Per comprendere meglio le dinamiche complesse della gestione dei servizi pubblici, sarebbe utile approfondire studi di economia e amministrazione pubblica, con particolare attenzione alle teorie della burocrazia e alle dinamiche di public choice. Autori come Mancur Olson, con la sua analisi delle logiche dell’azione collettiva, potrebbero offrire spunti utili per analizzare le difficoltà intrinseche alla gestione pubblica, anche quando animata dalle migliori intenzioni.Abbiamo riassunto il possibile
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