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Contenuti del libro
Informazioni
“Una sconosciuta moralità. Quando Verlaine sparò a Rimbaud” di Giuseppe Marcenaro ti porta dritto nel cuore di uno degli episodi più famosi e scandalosi della letteratura: lo sparo che Paul Verlaine, poeta già affermato ma tormentato, esplose contro il giovanissimo e geniale Arthur Rimbaud a Bruxelles il 10 luglio 1873. Questo libro non si ferma solo a quel colpo di pistola, ma esplora a fondo la relazione intensa e distruttiva tra questi due “poeti maledetti”, seguendoli tra Parigi, Londra e il Belgio, tra fughe, liti furibonde e momenti di passione. Vedrai come il clamore del processo Verlaine a Bruxelles non solo segnò il destino dei due, portando Verlaine in prigione dove scrisse parte della sua opera e spingendo Rimbaud a completare capolavori come “Une saison en enfer” e “Illuminations”, ma proiettò una luce inattesa su chiunque incrociasse le loro vite, dal giudice ai fotografi, fino al figlio di Verlaine, George, che erediterà un cognome pesante. È una biografia Verlaine Rimbaud che scava nei dettagli, nelle lettere, nelle testimonianze, per capire cosa si nascondeva dietro la facciata dello scandalo e come un singolo evento abbia plasmato per sempre la storia della poesia.Riassunto Breve
Il 10 luglio 1873 a Bruxelles, all’Hôtel à la Ville de Courtrai, Paul Verlaine spara e ferisce al polso Arthur Rimbaud. Questo evento porta i due poeti, fino a quel momento poco conosciuti, all’attenzione della giustizia belga e del pubblico. Figure come il proprietario dell’hotel, i poliziotti e i giudici coinvolti nell’indagine ottengono una notorietà postuma solo grazie a questo fatto. La relazione tra Verlaine e Rimbaud, iniziata con l’arrivo di Rimbaud a Parigi su invito di Verlaine, aveva già causato scandalo negli ambienti letterari per la sua intensità e le voci sulla loro intimità. Verlaine aveva lasciato la moglie Mathilde nel luglio 1872 per stare con Rimbaud, viaggiando tra Belgio e Londra. La fuga, le lettere scoperte da Mathilde e l’abbandono alla stazione di Quiévrain portano Mathilde ad avviare una causa di separazione, usando le lettere come prova. Verlaine e Rimbaud vivono periodi di povertà e litigi, nonostante brevi riconciliazioni. Nel luglio 1873, Verlaine si trova a Bruxelles, angosciato per la situazione legale e la separazione. Compra una pistola con intenzioni suicide. Rimbaud lo raggiunge su invito, ma dopo pochi giorni decide di partire. Verlaine, ubriaco, spara a Rimbaud. Nonostante il ferimento, Rimbaud inizialmente non denuncia, ma lo fa in seguito temendo per la sua vita mentre si recano alla stazione. L’indagine si concentra non solo sullo sparo, ma anche sulla natura della relazione tra i poeti e sul passato di Verlaine, descritto da Parigi come negligente, legato alla Comune e con una “passione turpe” per Rimbaud. Il giudice istruttore richiede un esame medico su Verlaine per cercare segni di “abitudine pederastica”. Nonostante la testimonianza di Rimbaud attribuisca l’incidente all’ubriachezza di Verlaine, la corte belga, influenzata dai sospetti sulla loro relazione e dalle idee politiche di Verlaine, emette una sentenza severa: due anni di reclusione. Verlaine sconta la pena dedicandosi alla scrittura. Rimbaud, intanto, completa *Une saison en enfer*, la cui edizione rimane dimenticata per anni. Dopo il carcere, Verlaine incontra Rimbaud per l’ultima volta a Stoccarda, dove Rimbaud gli affida il manoscritto di *Illuminations*. Rimbaud si allontana dalla poesia, viaggiando e dedicandosi al commercio in Africa. Verlaine, nonostante le sue difficoltà, contribuisce in modo cruciale alla riscoperta della poesia di Rimbaud pubblicando i suoi versi. L’episodio dello sparo rimane centrale nella loro storia, proiettando una luce duratura su chiunque, anche figure minori o oggetti, sia stato collegato a loro, definendo in gran parte la loro fama postuma e quella di chi li ha incrociati, inclusa la difficile eredità del figlio di Verlaine, George, segnato dall’alcolismo e morto per delirium tremens.Riassunto Lungo
1. L’eco dello sparo e la fama riflessa
Il 10 luglio 1873, due colpi di pistola risuonano all’Hôtel à la Ville de Courtrai di Bruxelles. Paul Verlaine, all’epoca ventinovenne, ferisce al polso il più giovane Arthur Rimbaud, che ha diciannove anni. Questo episodio drammatico attira l’attenzione della giustizia belga sui due poeti, che fino a quel momento erano poco conosciuti al di fuori di una ristretta cerchia letteraria. Diverse figure coinvolte solo marginalmente in questo fatto, come il proprietario dell’hotel, Ivon Verplaets, o i funzionari di polizia e giudiziari che seguono l’indagine, Joseph Delhalle e Théodore t’Serstevens, ottengono una notorietà postuma unicamente per essere stati parte di questa vicenda.La relazione e lo scandalo a Parigi
Prima dell’evento di Bruxelles, l’arrivo di Rimbaud a Parigi, invitato da Verlaine, aveva già creato scompiglio negli ambienti letterari della capitale francese. Rimbaud, nonostante la sua giovane età, dimostra un talento straordinario, ma i suoi modi sono rudi e spesso provocatori. La sua presenza affascina alcuni e irrita molti, specialmente tra i poeti parnassiani e nel gruppo più anticonformista degli Zutistes. La relazione intensa e turbolenta tra Rimbaud e Verlaine diventa rapidamente oggetto di pettegolezzi e scandalo. Queste voci alimentano dicerie sulla loro intimità e portano ad accuse di pederastia, spesso diffuse da chi non tollera la loro originalità o cerca di nascondere le proprie inclinazioni.La fama che si riflette
La notorietà di Rimbaud e Verlaine, amplificata dal clamore del processo di Bruxelles e dallo scandalo preesistente, proietta una luce inaspettata su chiunque entri in contatto con loro o con le loro opere. Fotografi come Carjat, autore di ritratti iconici di Rimbaud, o pittori come Fantin-Latour, che li include in un suo famoso dipinto, vedono le loro creazioni legate indissolubilmente alla storia dei due poeti. Anche oggetti che appartengono alla loro sfera, come l’Album Zutique, una raccolta di versi e disegni del loro gruppo, o le lettere che si scambiano con amici e conoscenti, acquisiscono un valore storico e letterario enorme. Persino figure che arrivano più tardi nella vita di Rimbaud, come il cognato Paterne Berrichon, o persone incontrate in luoghi lontani, come il corrispondente dall’Africa Adolphe Mariette, trovano spazio nella narrazione storica. La loro importanza deriva quasi esclusivamente dall’aver incrociato, in modo diretto o indiretto, le vite eccezionali e scandalose di Rimbaud e Verlaine.Ma davvero l’importanza storica di tutti questi personaggi si riduce unicamente all’aver incrociato Rimbaud e Verlaine?
Il capitolo, nel sottolineare la “fama riflessa”, avanza l’ipotesi che figure marginali o successive nella vita dei poeti debbano la loro notorietà quasi esclusivamente a questo legame. Questa affermazione, per quanto suggestiva, rischia di semplificare eccessivamente la complessità storica. Per valutare la validità di tale tesi, sarebbe necessario approfondire le biografie di alcuni di questi personaggi “riflessi” e il contesto culturale e professionale in cui operavano, esplorando discipline come la storia dell’arte, la storia della fotografia o la storia sociale del periodo.2. Fuga, Lettere e Liti
La fuga da Parigi e l’incidente ad Arras
Il 7 luglio 1872 Paul Verlaine lascia la casa di Parigi con l’intenzione di non tornare. Incontra Arthur Rimbaud e insieme decidono di partire. Trascorrono la giornata a Parigi, bevono e discutono della fuga. La sera stessa prendono un treno. Arrivano ad Arras l’8 luglio. In un caffè, i loro discorsi provocatori attirano l’attenzione e vengono portati in questura. Il procuratore li rimanda a Parigi con il primo treno.La reazione di Mathilde e la scoperta delle lettere
Intanto a Parigi, la moglie di Verlaine, Mathilde, è disperata per la sua scomparsa. Il padre cerca Verlaine e scopre la sua frequentazione con Rimbaud. Verlaine invia una lettera da Bruxelles chiedendo i suoi effetti personali. Mathilde trova lettere di Rimbaud nei cassetti del marito, che confermano la natura della loro relazione. Il padre di Mathilde confisca le lettere, che diventeranno prove nella causa di separazione. Mathilde in seguito brucerà queste lettere.Tentativi di riconciliazione falliti
Mathilde e sua madre vanno a Bruxelles per convincere Verlaine a tornare. Verlaine ammette il suo rapporto con Rimbaud, descrivendolo come un “amore tigresco” e mostrando cicatrici. Accetta di tornare a Parigi con Mathilde, ma alla stazione di confine, Quiévrain, scende dal treno e risale con Rimbaud, abbandonando la moglie e inviandole un biglietto offensivo. Tornata a Parigi, Mathilde avvia la procedura di separazione, usando il biglietto e le lettere come prove. Verlaine, tornato a Bruxelles con Rimbaud, reagisce con incredulità alle richieste legali.La vita a Londra e i primi conflitti
Verlaine e Rimbaud viaggiano in Belgio e poi si spostano a Londra, cercando rifugio tra gli esuli francesi. Trovano alloggio in stanze ammobiliate e esplorano la città. La loro relazione è segnata da povertà, isolamento e litigi frequenti, alimentati anche dalle maldicenze che arrivano da Parigi.L’intervento delle madri e la prima separazione
Le madri di Verlaine e Rimbaud si incontrano a Parigi per difendere i figli, ma l’incontro con Mathilde e sua madre è breve e teso. La madre di Rimbaud gli impone di tornare a casa. Rimbaud lascia Londra per Charleville in dicembre. Verlaine cade in depressione a Londra. Sua madre lo raggiunge per assisterlo. Verlaine supplica Rimbaud di tornare.Il ritorno a Londra e nuove tensioni
Rimbaud torna a Londra in gennaio 1873. Vivono un breve periodo di serenità, studiando e frequentando la British Library. I conflitti riprendono, anche a causa delle pressioni esterne su Verlaine per tornare dalla moglie. Verlaine lascia Londra per il Belgio, rompendo nuovamente con Rimbaud. Rimbaud torna a casa. Nonostante la rottura, si scrivono e si incontrano segretamente a Bouillon. Decidono di tornare a Londra in maggio 1873. Si stabiliscono in un nuovo alloggio. Continuano a esplorare la città e a studiare l’inglese, ma le difficoltà economiche e le preoccupazioni per la situazione legale di Verlaine a Parigi causano nuove tensioni e litigi. Il 3 luglio, dopo l’ennesimo scontro, Verlaine parte per Bruxelles.“Amore tigresco” e liti continue: il capitolo descrive una passione o una patologia?
Il capitolo, pur narrando con efficacia la cronaca degli spostamenti e dei conflitti, lascia aperta la questione fondamentale sulla natura profonda del legame tra i due poeti. Definirlo semplicemente “amore” o “passione” potrebbe essere riduttivo di fronte a una dinamica così instabile e autodistruttiva, segnata da violenza (le cicatrici menzionate) e abbandoni ripetuti. Per comprendere meglio questa complessità, al di là degli eventi narrati, sarebbe utile esplorare le interpretazioni psicologiche delle relazioni intense e conflittuali, e confrontarsi con le diverse letture critiche e biografiche che hanno tentato di decifrare il rapporto tra Verlaine e Rimbaud. Autori come Enid Starkie o Graham Robb offrono prospettive biografiche fondamentali, mentre la critica letteraria ha ampiamente dibattuto l’influenza reciproca e la natura di questo legame.3. Il Giudice e il Destino dei Poeti
Verlaine arriva a Bruxelles. È fuggito da Londra e cerca una pace interiore che non riesce a trovare. Si sente angosciato. Qui incontra Rimbaud, che viene definito il suo “doppio rovesciato”. La loro relazione li porta a un incidente: uno sparo. Questo evento inaspettato li mette in contatto con persone comuni di Bruxelles. Queste persone sono destinate a essere ricordate nella storia solo per essere state legate a questo episodio, come nel caso del giudice istruttore Théodore t’Serstevens.L’indagine del giudice
Il giudice t’Serstevens indaga sull’episodio dello sparo. Tuttavia, la sua attenzione va oltre il semplice ferimento. Si concentra sulla natura della relazione tra i due poeti. Approfondisce anche il passato di Verlaine. Chiede un esame medico su Verlaine per cercare segni di quella che all’epoca veniva chiamata “abitudine pederastica”. Raccoglie informazioni da Parigi che descrivono Verlaine in modo negativo. Viene dipinto come negligente nel lavoro, vicino a figure legate alla Comune, e con una “passione turpe” per Rimbaud. Viene anche sottolineato che ha abbandonato moglie e figlio.Il processo e la condanna
Il processo che segue non si limita a valutare l’atto del ferimento. La corte belga è di orientamento conservatore. Valuta la personalità di Verlaine, le sue dichiarazioni che appaiono incoerenti e la sua reputazione generale. Rimbaud testimonia e descrive l’evento come causato dall’ubriachezza di Verlaine. Nonostante ciò, il giudice t’Serstevens e la corte sembrano fortemente influenzati dai sospetti sulla loro relazione e dalle idee politiche di Verlaine. La sentenza è molto severa. Verlaine viene condannato a due anni di reclusione e a una multa. È la pena massima prevista dalla legge per quel tipo di reato.Verlaine in prigione e il destino di Rimbaud
Verlaine sconta la sua condanna in diverse prigioni. Durante questo periodo, si dedica alla lettura e alla scrittura. Questo tempo in carcere lo porta anche a ritrovare la fede religiosa. Nello stesso periodo, Rimbaud completa la sua opera Une saison en enfer (Una stagione all’inferno) mentre si trova a Roche. Si reca poi a Bruxelles con l’intenzione di far stampare il libro. Tuttavia, non salda il conto con la tipografia. Le copie stampate rimangono dimenticate nel magazzino per trent’anni. Solo nel 1902, un appassionato di libri, Léon Losseau, le scopre e le acquista. Questo ritrovamento rende l’edizione originale del libro una vera rarità per i collezionisti.Se, come afferma il capitolo, Verlaine non ricordava nulla a causa dell’ubriachezza, come si spiega la sua apparente conferma delle testimonianze che lo incriminavano durante l’udienza?
Il capitolo descrive un processo in cui l’imputato dichiara di non ricordare l’evento cruciale a causa dell’alcol, salvo poi annuire e confermare le versioni dei fatti fornite dai testimoni, inclusa quella della vittima. Questa discrepanza logica solleva interrogativi sulla sincerità della sua amnesia, sul suo stato mentale effettivo durante il processo, o sulla dinamica psicologica complessa tra i soggetti coinvolti. Per cercare di dare una risposta, sarebbe utile approfondire lo studio della psicologia forense, la storia del diritto processuale dell’epoca, e le biografie dei protagonisti, consultando autori come Enid Starkie o Graham Robb.10. L’eredità difficile di George Verlaine
La vita di George Verlaine inizia a Parigi il 30 novembre 1871; è figlio del celebre poeta Paul Verlaine e di Mathilde Mauté. Nonostante la notorietà del padre, non si conoscono dettagli sulla sua infanzia né sulla sua educazione. Quel che è certo è che per molti anni George non ebbe alcun contatto con Paul Verlaine, un’assenza dettata e imposta dalla madre. Verso la fine del 1895, quando George ha ventitré anni, scrive al padre dal Belgio, dove lavora come apprendista orologiaio. In quella lettera, esprime al padre la sua affinità e un forte desiderio di fargli visita, ma gli manca il denaro necessario per il viaggio. Paul Verlaine, ricevuta la richiesta, invia i soldi, ma George, per ragioni non specificate, non raggiungerà mai il padre.La Morte del Padre e l’Assenza
Paul Verlaine muore l’8 gennaio 1896, un evento che segna profondamente la vita di George, anche se non in modo convenzionale. George, infatti, non partecipa al funerale del padre, un’assenza che ha generato diverse interpretazioni. Una versione suggerisce che fosse assente perché in stato di ubriachezza al momento della cerimonia funebre. Un’altra versione, presentata da George stesso in una lettera indirizzata a “Le Figaro” e pubblicata il 26 gennaio 1896, offre una spiegazione differente. In quella lettera, George afferma che la sua assenza è dovuta a crisi di sonno letargico, l’ultima delle quali sarebbe coincisa proprio con il giorno della morte del padre. George, per difendersi dalle accuse o dai sospetti, attribuisce queste crisi all’influenza ipnotica di un individuo che avrebbe incontrato in Algeria e nega categoricamente di essere uno squilibrato mentale.Gli Anni Difficili
Dopo la morte del padre, George Verlaine affronta un periodo difficile, svolgendo diversi lavori per mantenersi. Un conoscente di famiglia, Lepellettier, mosso da pietà per la sua situazione, gli procura un impiego come bigliettaio del metrò, un lavoro modesto che gli garantisce un minimo di sussistenza. Purtroppo, George sviluppa gravi problemi di alcolismo che segneranno profondamente la sua esistenza e le sue capacità di condurre una vita stabile. Questa dipendenza lo accompagna per anni, aggravando le sue condizioni. Muore infine nel 1926, proprio a causa del delirium tremens, una grave e fatale conseguenza dell’alcolismo cronico.Un Documento Ufficiale
Un documento ufficiale datato 5 gennaio 1897, rilasciato dal commissario di polizia di Parigi, offre uno spaccato della sua vita in quel periodo e conferma la sua presenza in città. Il certificato attesta che George Verlaine, all’epoca impiegato-segretario di 29 anni, risiede nel quartiere Saint Germain des Prés da circa due mesi prima della data del documento. Il certificato specifica anche che il suo comportamento in quel lasso di tempo è stato giudicato buono, un dettaglio che contrasta con i suoi noti problemi di alcolismo. Questo certificato fu richiesto da George stesso con un motivo preciso: gli serviva per poter impegnare un orologio d’oro al Monte di Pietà, probabilmente per far fronte a necessità economiche urgenti. Il documento è stato poi archiviato e ritrovato nel fascicolo processuale del padre a Bruxelles, testimoniando un momento della difficile esistenza di George.L’Impegno per l’Eredità Letteraria
Nonostante le difficoltà personali e i problemi di dipendenza, George Verlaine mostra un forte legame con la figura paterna e un interesse per la sua eredità, come emerge chiaramente da una sua lettera a “Le Figaro”. In quella missiva, pubblicata poco dopo la morte di Paul Verlaine, George esprime apertamente il suo orgoglio per il padre e per l’importanza della sua opera letteraria, riconoscendone il valore. Dichiara inoltre la chiara intenzione di vegliare personalmente sulla pubblicazione dei libri paterni, assicurandosi che vengano gestiti con rispetto e cura. Per salvaguardare i suoi diritti sull’eredità letteraria del padre, decide di incaricare un avvocato a Bruxelles, dimostrando una volontà concreta di tutelare questo patrimonio. Afferma infine di voler onorare e seguire il testamento spirituale che, a suo dire, il padre aveva lasciato nell’opera intitolata “Amour”, un’indicazione del suo desiderio di comprendere e continuare l’eredità morale e artistica paterna.È credibile l’attribuzione delle ‘crisi di sonno letargico’ a un’influenza ipnotica, o si tratta di una giustificazione postuma per l’assenza al funerale?
Il capitolo presenta versioni contrastanti sull’assenza di George Verlaine al funerale del padre, inclusa una spiegazione che invoca un’influenza ipnotica. Questa giustificazione, apparentemente bizzarra e priva di contesto, solleva seri dubbi sulla sua veridicità e sulla sua funzione narrativa o auto-assolutoria. Per valutare criticamente queste affermazioni e comprendere il contesto storico e psicologico dell’epoca, sarebbe utile approfondire le metodologie della ricerca biografica e la psicologia di fine Ottocento, oltre a consultare biografie di Paul Verlaine che analizzino in dettaglio la figura del figlio e le circostanze della sua vita.Abbiamo riassunto il possibile
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