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Contenuti del libro
Informazioni
“Un intoppo ai limiti della galassia” di Etgar Keret non è un romanzo classico, ma una raccolta di racconti che ti sbattono in faccia la vita, quella vera e quella un po’ assurda, mescolate insieme. Ti ritrovi con personaggi che cercano di dare un senso a tutto: un tizio che si fa sparare da un cannone per soldi e per vedere il figlio, gente che affronta la perdita e il trauma in modi impensabili, come usare un cubo di metallo schiacciato per parlare del passato, o un angelo in Paradiso che si annoia e vuole sentire la paura umana. Keret ti porta in posti strani, dal circo a istituti per bambini con progeria, da appartamenti pieni di ricordi pesanti a realtà completamente mediate dalla tecnologia, esplorando la solitudine, la ricerca di connessione umana, le relazioni familiari complicate e l’identità che a volte scopri essere costruita. È un viaggio tra il quotidiano e l’assurdo, dove la ricerca della felicità è spesso un casino e le soluzioni ai problemi sono tutt’altro che normali, facendoti riflettere sull’esperienza umana in tutte le sue sfaccettature, anche le più strane.Riassunto Breve
Si osservano individui che, dopo perdite o in situazioni di isolamento, cercano disperatamente una connessione o un senso, come un uomo che, lasciata la famiglia, pulisce gabbie in un circo e accetta di essere sparato da un cannone, volando sulla città e vedendo il figlio prima di cadere in acqua, o che tenta di dissuadere un uomo dal saltare da un tetto, confrontandosi con il proprio dolore per la morte della moglie, ma non riuscendo a impedire la caduta. Queste ricerche di legami si scontrano spesso con il peso del passato e dei traumi, rappresentato da oggetti come un cubo di metallo schiacciato, resto di un incidente d’auto che ha causato la morte della madre di un uomo, un oggetto che diventa punto focale per le interazioni sociali e per raccontare storie dolorose, influenzando le relazioni, come quella con una collega che termina con violenza dopo un incidente legato al cubo e ai suoi figli. Parallelamente, si esplora come le esperienze umane e le relazioni siano sempre più mediate da sistemi esterni; un uomo con amnesia vive una realtà costruita da proiezioni murali e interazioni con una figura virtuale, Natasha, controllata da un servizio, mentre l’empatia e la carità vengono filtrate da applicazioni come GooDeed, dove donatori ricchi cercano gratitudine diretta dai senzatetto, trasformando l’atto di ‘fare del bene’ in un’interazione strutturata e a volte insoddisfacente. Altre situazioni mostrano la complessità dei legami familiari, come un uomo adulto che si prende cura della madre anziana e critica, o sorelle che credono il padre scomparso si sia trasformato in un coniglio, trovando conforto in un altro bambino con una situazione simile. La comunicazione è difficile, come in uno scambio di email tra due uomini che rivela incomprensioni e aggressività, portando un agente alieno sotto copertura a decidere di abbandonare la razza umana, ritenuta pericolosa. I personaggi cercano evasione o consolazione in piaceri semplici, giochi, o speranze irrealistiche, o in azioni estreme per aiutare i propri cari, come un soldato che sacrifica i suoi beni o una coppia che, per nutrire il cane Erez con gravi allergie, arriva a cacciare piccioni, un’attività che inaspettatamente rafforza il loro legame nonostante l’isolamento sociale causato dall’aggressività del cane. La ricerca della felicità autentica si rivela elusiva; un angelo in Paradiso prova nostalgia per le sensazioni umane, trovando la felicità angelica debole e decidendo di scendere sulla terra, mentre una coppia visita un museo sulla Shoah ma rivela una profonda disconnessione e una frattura insanabile. Un uomo ricchissimo cerca la felicità comprando i compleanni altrui, una gioia temporanea che si conclude con la sua morte e la vendita dei diritti del suo funerale. L’identità stessa può essere costruita o imposta, come nel caso di bambini con progeria in un istituto svizzero, dove uno scopre di essere un clone con una personalità artificiale. Un uomo che cerca sollievo nella marijuana trova una breve connessione con un avvocato, ma questa finisce quando lei deve fuggire per protezione testimoni, lasciandolo nuovamente solo. Infine, si osserva l’esistenza che da un’unità primordiale evolve fino alla forma umana, vissuta a lungo come un’entità plurale, ‘noi’, attraverso esperienze condivise come la crescita di un figlio. Dopo che il figlio lascia la casa, subentra solitudine, e un esercizio di recitazione che altera la percezione agisce come punto di rottura, trasformando l’identità in singolare, ‘io’, precipitando un violento litigio domestico che porta alla separazione fisica e alla piena consapevolezza di essere rimasti completamente soli.Riassunto Lungo
1. Voli, Cadute e Tentativi di Connessione
Un uomo si ritrova a pulire gabbie in un circo dopo che la sua famiglia lo ha lasciato. Accetta di sostituire l’uomo cannone per guadagnare denaro, un atto disperato forse dettato dalla sua situazione. Viene sparato in aria, vola sopra la città, e dall’alto riesce a vedere per un istante il figlio e il gatto prima di cadere in acqua. Tornato al circo, riceve meno soldi del previsto per l’impresa, ma nonostante la delusione, chiede di essere sparato di nuovo, spinto forse dalla ricerca di un qualche tipo di evasione o brivido.Incontri con la Perdita e la Ricerca di Connessione
Mentre si trova con il figlio, l’uomo nota una figura su un tetto che sembra sul punto di gettarsi nel vuoto e, mosso da un impulso, cerca di dissuadere quella persona. Parla della propria esperienza di dolore e perdita, inclusa la tragica morte della moglie in un incidente passato, nel tentativo di stabilire un legame umano in un momento critico. Sale sull’edificio per cercare di raggiungere l’uomo e impedirgli di compiere il gesto estremo, ma purtroppo questi si getta prima che lui possa arrivare in tempo. In un momento di profonda tristezza e impotenza, incontra una donna che ha vissuto una perdita altrettanto devastante, avendo perso un figlio, e insieme a lei e al suo bambino, condividono un istante di umanità prendendo un gelato, un piccolo segno di connessione in un mondo di dolore.L’Inseguimento di un Legame e le Sue Strane Conseguenze
L’uomo desidera ardentemente avvicinare una cameriera di nome Shikmah, cercando un legame che allevi la sua solitudine e dia un nuovo scopo alla sua vita. Per tentare di conquistare la sua attenzione, decide di procurarsi della marijuana, sperando forse che questo possa facilitare un contatto o creare un’occasione. Un amico lo mette in contatto con un avvocato che si offre di dargli l’erba in cambio di una particolare ‘performance’: una dimostrazione emotiva molto convincente in tribunale durante un processo civile legato a un incidente mortale. L’uomo e l’amico si presentano all’udienza, dove l’amico, con un gesto inaspettato, provoca una rissa insultando pesantemente l’imputato, creando il caos richiesto dall’avvocato. Durante lo scontro che ne segue, l’uomo viene colpito, subendo una ferita fisica come prezzo per ottenere ciò che cercava. Il giorno dopo, parlando con la cameriera Shikmah, l’uomo minimizza la ferita subita, cercando di apparire forte o indifferente nonostante l’accaduto. La invita al cinema, ma nonostante il tentativo di normalità, il ricordo della violenza e della bizzarra situazione vissuta in tribunale continua a persistere nella sua mente, un’ombra sul suo tentativo di connessione e sulla sua ricerca di normalità.Come può una rissa in tribunale per della marijuana facilitare un legame umano, e quali sono le logiche che guidano tali decisioni?
Il capitolo presenta una sequenza di eventi che, pur descrivendo la disperazione del protagonista, solleva seri interrogativi sulla coerenza delle sue azioni. L’idea che procurarsi marijuana tramite una bizzarra “performance” in tribunale, culminata in una rissa e un infortunio, possa servire a stabilire un legame con una cameriera appare illogica e priva di una chiara giustificazione narrativa. Il capitolo non esplora a sufficienza le motivazioni profonde o la razionalità (per quanto distorta) dietro una scelta così autodistruttiva e inefficace ai fini dichiarati. Per comprendere meglio le dinamiche che portano a comportamenti così irrazionali in cerca di connessione, potrebbe essere utile approfondire la psicologia del comportamento umano in condizioni di stress e isolamento, e leggere autori che analizzano le scelte estreme dettate dalla disperazione.2. Il Peso del Ricordo Schiacciato
Un uomo chiede a un amico scrittore di aiutarlo a scrivere per attrarre donne a scopo sessuale. L’amico risponde che la scrittura serve a condividere sentimenti profondi, non a manipolare le persone. L’uomo insiste, mostrando una grande disperazione per la sua solitudine, anche se gli altri lo considerano una persona affidabile nelle situazioni difficili. È chiaro che l’uomo non riesce ad ascoltare e pensa solo al proprio problema.Il Cubo e le Ferite del Passato
Nel soggiorno dell’amico scrittore c’è un oggetto strano: un cubo di metallo schiacciato, ciò che resta di una Mustang del 1968. Questo oggetto attira subito l’attenzione di chiunque entri in casa e diventa un punto di partenza per le conversazioni. L’amico usa il cubo per parlare di cose molto personali e dolorose legate al suo passato. Racconta del padre, della madre morta in un incidente stradale causato dal padre ubriaco, e del fratello finito in prigione. L’oggetto rappresenta il peso dei ricordi passati e viene usato per gestire i rapporti con gli altri, cercando di ottenere comprensione o vicinanza emotiva.La Relazione con Janet
Una relazione nasce con Janet, una collega che è madre di due gemelli. Dopo aver avuto un rapporto sessuale, l’amico cerca di avvicinarsi a lei usando la storia del cubo, ma racconta solo una parte dei fatti legati al padre. L’interazione con Janet e i suoi figli porta a un tentativo di costruire un legame che assomigli a una famiglia. I gemelli sono incuriositi dal cubo e provano a farlo “rivivere” versandoci sopra dell’acqua.L’Incidente e la Separazione
Versare acqua sul cubo provoca un allagamento nel soggiorno e distrugge alcuni oggetti. Questo incidente sfocia in una lite violenta tra Janet e l’amico. La conseguenza è la fine della loro relazione.Riflessioni e Intenzioni Future
L’amico riflette su quello che è successo e sul proprio passato. Pensa di cercare di fare pace con Janet. Ha intenzione di raccontarle la storia completa della Mustang e del padre, ma decide di non rivelare un dettaglio importante sulla morte del padre. Mostra anche l’intenzione preoccupante di ripetere l’azione distruttiva dell’allagamento con il cubo, questa volta coinvolgendo di proposito i bambini.Solitudine e Mondi Separati
Intanto, si osserva la vita notturna di una famiglia e di un pesce rosso, ognuno chiuso nei propri pensieri. Le loro preoccupazioni (come i debiti o i sogni che si ripetono) e le azioni nascoste (come il pesce rosso che guarda la TV) mostrano una condizione di isolamento. Nonostante siano fisicamente vicini, vivono in mondi interiori separati.Se l’amico scrittore rifiuta la scrittura usata per manipolare, come giustifica l’uso strumentale del proprio trauma per ‘gestire i rapporti’, un approccio che culmina in distruzione e nell’intenzione di ripetere schemi dannosi?
Il capitolo mette in luce una contraddizione notevole tra i principi dichiarati dall’amico scrittore e il suo comportamento effettivo. Presentare il proprio trauma come un “cubo” da usare per “gestire i rapporti” solleva interrogativi sulla natura della condivisione autentica rispetto all’uso strumentale del dolore personale. Questo approccio, che nel capitolo porta a esiti distruttivi e all’intenzione preoccupante di ripetere gli stessi errori, suggerisce la presenza di dinamiche psicologiche complesse e irrisolte. Per esplorare queste tematiche in modo più approfondito, sarebbe utile considerare le prospettive offerte dalla psicologia clinica, in particolare riguardo ai meccanismi di difesa, ai traumi e ai modelli relazionali disfunzionali. Autori come J. Bowlby (per l’attaccamento) o A. Beck (per le distorsioni cognitive) potrebbero fornire chiavi di lettura per comprendere come il passato influenzi i comportamenti presenti e futuri, e perché, nonostante le riflessioni, si possa essere inclini a ripetere schemi dannosi.3. Connessioni mediate e realtà costruite
Un uomo con amnesia vive in una stanza quasi vuota. Le pareti mostrano immagini proiettate di finestre e una porta, dando l’impressione di uno spazio più grande e di una vista sull’esterno. Un servizio di supporto gestisce questo ambiente artificiale e gli invia aggiornamenti costanti. Con il tempo, l’applicazione si arricchisce con la proiezione di una figura umana, Natasha, che diventa interattiva, prima solo visivamente e poi anche fisicamente. Tra l’uomo e Natasha nasce una relazione, con momenti di intimità e anche di conflitto, ma questa figura è controllata dal servizio esterno e può essere spenta dall’utente o dal sistema. L’esperienza dell’uomo è quindi completamente filtrata e la sua realtà è creata dalla tecnologia.L’empatia mediata da un’app
In un altro scenario, l’interazione tra persone e la capacità di provare empatia sono gestite da un’applicazione chiamata GooDeed. Questa app permette a chi ha denaro di trovare persone senzatetto per donare loro direttamente, cercando quel contatto e quella gratitudine personale che le donazioni tradizionali non offrono. L’idea nasce dal desiderio di provare una vera sensazione di aver fatto del bene, ma anche questo scambio è guidato dalla tecnologia e, a volte, non porta ai donatori la soddisfazione emotiva che speravano. L’app viene poi comprata da una grande azienda che vuole usarla per iniziative di beneficenza locali, trasformando così l’atto del “fare del bene” in una sorta di prodotto o progetto commerciale.Memoria, trauma ed evasione
Infine, il modo in cui si gestisce la memoria e il trauma di un gruppo si scontra con il desiderio di una persona di trovare un modo per distrarsi. Un uomo vorrebbe portare la madre, che è sopravvissuta alla Shoah, in un’Escape Room a tema spaziale proprio nel Giorno della Memoria. Il gestore del locale rifiuta, spiegando che ci sono regole da seguire e che quel giorno è dedicato alla riflessione sul passato. L’uomo pensa che questo rifiuto non capisca il bisogno della madre di trovare un po’ di sollievo dai ricordi dolorosi, mostrando quanto sia difficile trovare un equilibrio tra le regole sociali per ricordare eventi importanti e il bisogno personale di affrontare o, a volte, cercare di sfuggire al dolore del trauma.Qual è il nesso logico o tematico che giustifica l’accostamento di una narrazione sui cloni di Hitler con la storia di un impiegato depresso che fuma marijuana?
Il capitolo presenta due linee narrative apparentemente slegate, creando una forte discontinuità che può disorientare il lettore. La transizione brusca da un istituto svizzero popolato da bambini con progeria e cloni di figure storiche a un doposcuola e un avvocato in fuga per riciclaggio di denaro non trova una giustificazione immediata nel riassunto fornito. Per comprendere come narrazioni così disparate possano coesistere in un’unica opera, sarebbe utile approfondire le teorie sulla struttura narrativa complessa e sulla giustapposizione di temi. Autori come Italo Calvino o David Mitchell esplorano spesso forme narrative non lineari o che collegano storie apparentemente distanti. Inoltre, una riflessione sulla filosofia dell’identità e sulla ricerca di significato nella vita, temi che sembrano toccati in entrambe le sezioni, potrebbe gettare luce sul possibile filo conduttore, magari leggendo autori come Albert Camus o Jean-Paul Sartre per quanto riguarda l’esistenzialismo, o esplorando testi sulla bioetica e l’identità personale nell’era della clonazione.8. La fine del noi
L’esistenza prende il via come un’unità, evolvendo da forme iniziali come la cellula e l’ameba, passando per stadi come il pesce e la lucertola, fino ad arrivare alla forma umana che cammina dritta e usa la parola. Questa lunga storia è vissuta come un’entità che è sia singola che plurale, un “noi”. La vita continua attraverso esperienze condivise: la ricerca di un lavoro che dia soddisfazione, il dolore per la morte dei genitori e il difficile percorso del perdono, la nascita e la crescita di un figlio fino al momento in cui lascia la casa. Dopo che il figlio se ne va, si fa strada un senso di freddo e solitudine.Il cambiamento e le sue conseguenze
Un corso di recitazione introduce esercizi che modificano la percezione di sé. Un esercizio in particolare, lo “scambio di partner”, agisce come un punto di rottura immediato, trasformando l’identità da plurale a singolare, facendola diventare un “io”. Questo cambiamento improvviso sfocia in un violento litigio in casa, il peggiore mai avuto, che porta alla distruzione di oggetti e alla decisione di separarsi fisicamente. Gli effetti personali vengono raccolti e portati via. Un amico suggerisce che la rabbia passerà, ma la sensazione è quella di una rottura che non si può riparare. L’amico nota che si continua a usare il plurale. È in quel momento che si manifesta la piena consapevolezza di essere rimasti completamente soli.Davvero un singolo esercizio di recitazione può distruggere un “noi” e creare un “io” solitario, ignorando la complessità dei legami umani?
Il capitolo presenta una transizione dall’identità plurale a quella singolare come un evento quasi istantaneo, scatenato da un esercizio specifico. Questa visione, pur potente narrativamente, rischia di semplificare eccessivamente la formazione e la dissoluzione dell’identità e delle relazioni interpersonali. La psicologia e la sociologia offrono prospettive più sfumate sulla costruzione del sé, che è costantemente influenzata da molteplici fattori interni ed esterni, e sulla dinamica complessa delle relazioni, che raramente si spezzano per un singolo, isolato evento. Per approfondire la comprensione di questi processi, potrebbe essere utile esplorare gli studi sulla psicologia dell’identità, le teorie delle relazioni e dell’attaccamento, e le analisi sociologiche sul cambiamento sociale e personale. Autori come Fromm o Buber hanno esplorato a fondo la relazione tra l’individuo e l’altro, offrendo spunti che vanno oltre la dicotomia “io” vs “noi” presentata nel capitolo.Abbiamo riassunto il possibile
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