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Informazioni
“Un giorno è un anno è una vita. Rainer Werner Fassbinder. La biografia” di Jürgen Trimborn ti porta dentro la vita incredibile e tormentata di Rainer Werner Fassbinder, uno dei registi più importanti del cinema tedesco. Cresciuto nella Germania post-bellica, segnato da un’infanzia difficile e dalla mancanza di stabilità, trova nel cinema e nel teatro il suo rifugio e la sua strada. Non segue percorsi tradizionali, ma si lancia nel teatro a Monaco con l’Action-Theater, che trasforma nel suo leggendario antiteater. Qui sperimenta, impara a dirigere attori e crea un collettivo che diventa la sua famiglia e la base per i suoi primi film. Il suo cinema, inizialmente a basso budget e stilisticamente audace, si confronta subito con temi forti: l’oppressione, l’intolleranza, le relazioni umane complesse. Passa poi dal Nuovo cinema tedesco a un uso personale del melodramma, ispirato da Douglas Sirk, per parlare a un pubblico più vasto, esplorando la società tedesca, dalla Germania post-bellica al miracolo economico, con opere come la Trilogia della Rft (Il matrimonio di Maria Braun, Lola, Veronika Voss) o progetti monumentali come Berlin Alexanderplatz. La sua vita privata intensa, fatta di amori difficili e dipendenze, si intreccia indissolubilmente con le sue opere, che riflettono le sue crisi interiori e la sua visione critica del mondo. Nonostante le controversie in patria, raggiunge un enorme successo internazionale con i suoi film e le sue opere teatrali. Questa biografia di Jürgen Trimborn racconta la sua furia creativa, i suoi abissi personali e la sua corsa contro il tempo, fino alla fine improvvisa, lasciando un’eredità immensa nel cinema e nel teatro.Riassunto Breve
Rainer Werner Fassbinder cresce in un ambiente instabile dopo la guerra, segnato dal divorzio dei genitori e da un senso di isolamento. Il cinema diventa un rifugio e lo spinge a voler fare il regista. Senza un percorso scolastico tradizionale, si avvicina al cinema attraverso la recitazione e trova nell’Action-Theater di Monaco un luogo dove sviluppare le sue capacità. Prende presto il controllo del gruppo, trasformandolo nell’antiteater, un laboratorio dove sperimenta la regia e gestisce le complesse relazioni personali che influenzeranno il suo lavoro. Questa esperienza teatrale gli fornisce le basi e il gruppo di attori per passare al cinema. Il cinema tedesco del dopoguerra è in crisi, e il Nuovo cinema tedesco fatica a trovare pubblico. Fassbinder emerge come regista indipendente, usando il suo gruppo teatrale per realizzare film a basso costo come *L’amore è più freddo della morte*. Le limitazioni economiche diventano scelte stilistiche, creando un linguaggio visivo nuovo, inizialmente difficile da capire. I suoi primi film esplorano temi sociali e relazionali come l’intolleranza e l’incomunicabilità, spesso influenzati dalle dinamiche interne del suo collettivo, che è una sorta di famiglia per lui. Nonostante le difficoltà, è molto produttivo e riesce a farsi notare, superando l’isolamento di altri registi. Impara il mestiere sul campo, migliorando film dopo film. Cerca poi di raggiungere un pubblico più ampio, ispirandosi al melodramma di Douglas Sirk. Questa fase coincide con la fine del collettivo teatrale e con problemi finanziari per le sue case di produzione. Esplora la televisione, realizzando film e serie che affrontano temi sociali e causano dibattiti, come *Otto ore non sono un giorno*. La sua vita privata, con le sue relazioni e l’uso di droghe, si riflette nelle sue opere, che parlano di emarginazione e sfruttamento. In Germania riceve molte critiche, anche accuse di antisemitismo per la pièce *I rifiuti, la città e la morte*, che bloccano alcuni progetti. Nonostante questo, ottiene grande successo internazionale, soprattutto negli Stati Uniti. Questa differenza tra successo fuori e ostilità in patria segna il periodo. I film diventano più personali e distanti, mostrando le sue crisi interiori. Continua a lavorare intensamente, realizzando progetti ambiziosi e ottenendo successo commerciale con la “Trilogia della Rft” (*Il matrimonio di Maria Braun*, *Lola*, *Veronika Voss*), che analizza la Germania del dopoguerra e il miracolo economico. Realizza anche opere più intime come *Un anno con 13 lune* e il grande progetto televisivo *Berlin Alexanderplatz*. L’intensa attività si accompagna a un crescente isolamento e all’uso di droghe, che peggiorano la sua salute e le sue relazioni. Nonostante il peggioramento, il ritmo di lavoro non diminuisce, culminando nel film *Querelle*. Progetta nuovi film, ma appare molto stanco e provato. Muore il 10 giugno 1982 per un’overdose accidentale di cocaina. La sua morte improvvisa e la sua carriera intensa si legano ai temi di solitudine, amore e contrasto tra sogni e realtà presenti fin dalle sue prime poesie. La sua attività teatrale continua anche dopo l’antiteater, scrivendo testi originali, dirigendo opere di altri autori e adattando classici. Le sue opere teatrali e cinematografiche vengono rappresentate in molti paesi, dimostrando la diffusione internazionale del suo lavoro.Riassunto Lungo
1. La scena come trampolino per lo schermo
La nascita di Rainer Werner Fassbinder nel 1945 avviene in un’epoca di grande instabilità dopo la guerra. La sua infanzia è segnata dalla distanza emotiva dei genitori, dal loro divorzio e da un ambiente familiare precario, che lo costringe a cambiare spesso casa e a convivere con persone estranee. Questa mancanza di un punto di riferimento affettivo stabile contribuisce a fargli provare un senso di isolamento e insicurezza fin da bambino. Il cinema diventa presto un rifugio importante e una passione così forte da portarlo a decidere molto presto di voler diventare regista. Non avendo un percorso di studi tradizionale, come il diploma e l’accesso alle scuole di cinema, Fassbinder cerca altre strade per avvicinarsi al mondo del cinema.L’Esperienza Teatrale
Per realizzare il suo desiderio di fare cinema, Fassbinder si dedica alla recitazione. L’incontro con l’Action-Theater a Monaco nel 1967 è un momento decisivo per la sua carriera. Sebbene all’inizio il gruppo abbia una struttura collettiva, Fassbinder riesce rapidamente a prenderne il controllo. Questo avviene grazie al suo talento naturale e alla sua personalità molto forte, che gli permettono di imporsi come leader del gruppo teatrale in breve tempo.Il Teatro come Laboratorio per il Cinema
L’esperienza in teatro si trasforma in un intenso periodo di apprendimento e sperimentazione. Fassbinder impara a dirigere gli attori, a gestire le dinamiche di un gruppo di lavoro e a sviluppare un suo stile visivo personale, spesso usando tecniche che richiamano il linguaggio cinematografico nelle sue messe in scena. Le relazioni tra le persone all’interno del gruppo, a volte complicate e piene di conflitti, influenzano profondamente il suo modo di lavorare e le storie che racconta. Superando le opposizioni interne e le difficoltà pratiche, Fassbinder trasforma l’Action-Theater nell’antiteater, rafforzando la sua posizione di guida. Questa fase dedicata al teatro, che all’inizio poteva sembrare una deviazione, gli fornisce in realtà le competenze fondamentali e crea il gruppo di attori e collaboratori che saranno essenziali per raggiungere il suo obiettivo principale: fare cinema.Ma come ha fatto Fassbinder, esattamente, a “prendere il controllo” di un gruppo teatrale collettivo solo con “talento” e “personalità”?
Il capitolo descrive il rapido passaggio di Fassbinder da membro a leader dell’Action-Theater, attribuendolo al suo talento e alla sua forte personalità. Questa spiegazione, sebbene plausibile, è fin troppo generica e non chiarisce le dinamiche concrete di potere che portano un individuo a imporsi su un collettivo. La transizione da una struttura “collettiva” al controllo di una singola persona implica necessariamente processi di negoziazione, confronto, e forse anche conflitto, che il capitolo menziona solo di sfuggita (“superando le opposizioni interne”). Per comprendere appieno questo cruciale passaggio, sarebbe utile approfondire gli studi sulle dinamiche di gruppo e sulla leadership, in particolare in contesti artistici e d’avanguardia. L’analisi di testi sulla sociologia dei gruppi o sulla psicologia delle organizzazioni potrebbe fornire strumenti per interpretare meglio come la volontà individuale si affermi all’interno di una struttura collettiva, al di là della mera “personalità forte”.2. Nascita di uno stile tra crisi e collettivo
Il cinema tedesco del dopoguerra vive una fase di grande difficoltà, dominato da produzioni puramente commerciali e incapace di rinnovarsi. Il movimento del Nuovo cinema tedesco, nato per contrastare questa situazione con opere d’autore più impegnate, non riesce a raggiungere il grande pubblico e rimane isolato. Questa stagnazione crea un vuoto nel panorama cinematografico del paese, un terreno fertile per chi cercava nuove strade espressive. In questo contesto di crisi, emerge la figura di Rainer Werner Fassbinder, destinato a lasciare un segno profondo.I Primi Passi e il Metodo Antiteater
Rainer Werner Fassbinder inizia la sua carriera come regista indipendente, realizzando film con budget molto ridotti, come L’amore è più freddo della morte del 1969. Per le sue produzioni, utilizza spesso la sua compagnia teatrale, l’antiteater, che diventa la sua troupe e il suo cast principale. Questo approccio gli permette di sviluppare un metodo di lavoro unico, basato in parte sull’improvvisazione, ma guidato dalla sua visione chiara del film, anche quando non disponeva di un copione dettagliato. Le limitazioni finanziarie e tecniche, anziché essere ostacoli, vengono trasformate in scelte stilistiche precise. Inquadrature fisse e dialoghi minimali diventano elementi distintivi del suo linguaggio visivo, che, sebbene inizialmente difficile per critica e pubblico, segna una rottura con il cinema tradizionale. Impara il mestiere direttamente sul set, affinando tecnica e stile film dopo film.Temi, Relazioni e l’Influenza del Collettivo
I primi film di Fassbinder, tra cui Katzelmacher del 1969 e Götter der Pest del 1970, esplorano in profondità temi sociali e le dinamiche complesse delle relazioni umane. Affrontano l’oppressione tipica della piccola borghesia, l’intolleranza verso il diverso, la freddezza dei sentimenti e la difficoltà di comunicare veramente tra le persone. Le dinamiche intense e spesso conflittuali che caratterizzano il suo collettivo, l’antiteater, una sorta di famiglia sostitutiva per molti dei partecipanti, influenzano in modo significativo le sue opere. Queste tensioni interne al gruppo si riflettono sullo schermo, dando vita a storie cariche di emotività e drammaticità. Un esempio lampante è Le lacrime amare di Petra von Kant del 1972, un dramma intenso sull’amore e il possesso, ispirato direttamente a una relazione personale vissuta all’interno del collettivo.Produttività e Presenza Scenica
Rainer Werner Fassbinder si distingue fin da subito per una straordinaria produttività, realizzando un numero notevole di film in pochi anni e affinando costantemente il suo stile. Possiede anche una notevole capacità di gestire l’attenzione dei media, creando e coltivando un’immagine pubblica forte e riconoscibile che lo rende una figura centrale nel dibattito culturale tedesco. Questa presenza costante e la sua prolificità gli permettono di superare l’isolamento che spesso caratterizzava gli altri registi del Nuovo cinema tedesco. La combinazione della sua velocità nel girare, la sua visione artistica unica e la sua abilità nel gestire la propria immagine pubblica contribuiscono a consolidare rapidamente la sua posizione. In questo modo, Fassbinder non solo sviluppa un linguaggio cinematografico personale, ma si afferma anche come una voce potente e riconosciuta nel cinema della sua epoca.Ma il “Nuovo cinema tedesco” fu davvero un blocco monolitico di registi isolati, o questa narrazione semplifica eccessivamente un panorama più complesso?
Il capitolo, pur delineando efficacemente il contesto in cui emerge Fassbinder, presenta il “Nuovo cinema tedesco” come un movimento quasi uniformemente incapace di raggiungere il pubblico e isolato. Questa visione rischia di appiattire la realtà di un gruppo eterogeneo di registi con percorsi e fortune differenti. Per comprendere meglio il contesto, sarebbe utile approfondire la storia del Nuovo cinema tedesco nel suo complesso, studiando le opere e la ricezione di altri autori significativi del periodo, e analizzando le specifiche dinamiche del mercato cinematografico e del dibattito culturale in Germania in quegli anni.3. Tra Popolare e Personale
Il Cambiamento Artistico e le Difficoltà
Rainer Werner Fassbinder decide di cambiare direzione nel suo lavoro artistico. Abbandona il cinema d’avanguardia per esplorare generi più accessibili, in particolare il melodramma. Questa scelta è ispirata dai film di Douglas Sirk e ha lo scopo di raggiungere un pubblico più vasto rispetto a quello del cinema sperimentale. Questo periodo coincide con la fine del collettivo teatrale Antiteater, un gruppo importante per la sua formazione artistica. La rottura avviene a causa di tensioni interne e perché Fassbinder si concentra sempre più sul cinema. Le sue successive compagnie di produzione, chiamate prima Antiteater-X-Film e poi Tango Film, incontrano notevoli problemi economici. Queste difficoltà finanziarie sono dovute principalmente a una gestione poco organizzata delle risorse.L’Esplorazione della Televisione
Fassbinder vede nella televisione un mezzo potente per comunicare con un pubblico molto ampio. Per questo, si dedica attivamente alla realizzazione di progetti televisivi. Crea adattamenti di opere teatrali e produce film pensati apposta per la televisione. Questi lavori affrontano spesso temi sociali importanti e attuali. Le sue scelte artistiche e tematiche a volte generano dibattiti accesi e persino scandali. Tra questi, si ricordano opere come Selvaggina di passo. La serie Otto ore non sono un giorno, che trattava temi legati al mondo del lavoro, viene interrotta a causa di pressioni esterne. Nonostante le controversie, sperimenta anche con generi nuovi per lui, realizzando un’innovativa opera di fantascienza intitolata Il mondo sul filo.Vita Personale e Temi dei Film
La vita privata di Fassbinder influenza profondamente il suo lavoro. Le sue esperienze personali, inclusi i rapporti omosessuali e l’uso crescente di droghe, si riflettono nelle storie che racconta. Molti dei suoi film esplorano temi difficili e complessi. Affronta l’emarginazione sociale, lo sfruttamento delle persone e le dinamiche complicate che si creano nelle relazioni umane. Esempi significativi di questa esplorazione sono film come La paura mangia l’anima, che parla di un amore ostacolato dai pregiudizi, e Il diritto del più forte, che analizza le dinamiche di potere e sottomissione. I suoi film successivi tendono a diventare ancora più intimi e personali, mostrando un cambiamento nello stile e riflettendo le sue crisi interiori. In questo periodo, tenta anche di scrivere un romanzo che avrebbe dovuto essere autobiografico, ma questo progetto rimane incompiuto.Critiche in Patria e Successo Internazionale
In Germania, Fassbinder deve affrontare critiche molto severe e numerose controversie. Particolarmente contestati sono i suoi ritratti della sinistra e le accuse di antisemitismo che emergono in relazione alla sua pièce teatrale I rifiuti, la città e la morte. Queste polemiche arrivano a bloccare la realizzazione di alcuni suoi progetti cinematografici e teatrali. Nonostante le difficoltà e l’ostilità che incontra nel suo paese, ottiene un notevole riconoscimento a livello internazionale. Negli Stati Uniti, in particolare, viene considerato un regista di eccezionale talento. Questa situazione, caratterizzata da grande successo all’estero e forti resistenze in patria, segna in modo profondo questo periodo della sua carriera e della sua vita.Definire “accidentale” la morte di Fassbinder non rischia di semplificare eccessivamente un epilogo legato a doppio filo alla sua esistenza estrema e alla disperazione che lo attanagliava?
Il capitolo, pur descrivendo la morte come un “incidente”, solleva interrogativi sulla reale natura di tale evento. La menzione della disperazione, dell’esaurimento e dello stile di vita logorante suggerisce che la fine di Fassbinder non sia stata semplicemente un evento casuale, ma forse l’inevitabile culmine di un percorso autodistruttivo. Per comprendere meglio questa complessità, è utile approfondire le biografie di Fassbinder che analizzano il suo rapporto con le droghe e il suo stato psicologico negli ultimi anni. Approfondire studi sulla dipendenza e sulla psicologia degli artisti può offrire strumenti per interpretare il legame tra creatività, esistenza estrema e autodistruzione, andando oltre la semplice etichetta di “incidente”.6. Le molte vite teatrali di RWF
L’attività teatrale di RWF era molto ricca e comprendeva diversi aspetti. Scriveva opere originali, dirigeva testi di altri autori e curava adattamenti. Le sue creazioni per il palcoscenico hanno lasciato un segno importante. Molte delle sue pièce, come Tropfen auf heiße Steine, Katzelmacher, Preparadise Sorry Now e Bremer Freiheit, sono state rappresentate in vari teatri in Germania. Spesso era lui stesso a dirigerle, o si affidava a collaboratori stretti come Peer Raben.La regia di testi altrui
RWF non si limitava a mettere in scena i suoi testi. Ha diretto anche opere di autori classici e moderni, mostrando un grande interesse per diversi generi e stili. Tra gli autori che ha portato sul palcoscenico ci sono Büchner, Ibsen, Čechov e Handke. Questa varietà dimostra la sua profonda conoscenza e passione per il teatro in generale, al di là della sua produzione personale. Le sue regie erano spesso intense e personali, riflettendo il suo stile distintivo.Adattamenti dalle sue opere
Le sue storie hanno preso vita anche in altre forme. Alcuni dei suoi film più noti, come Angst essen Seele auf (La paura mangia l’anima) e Die Ehe der Maria Braun (Il matrimonio di Maria Braun), sono stati adattati per il teatro. Anche le sue opere teatrali sono diventate opere liriche, come nel caso di Bremer Freiheit (Libertà a Brema) e The Bitter Tears of Petra von Kant (Le lacrime amare di Petra von Kant). Esistono inoltre radiodrammi basati sui suoi testi o realizzati come adattamenti. Questo dimostra la versatilità e la forza narrativa delle sue creazioni, capaci di adattarsi a diversi mezzi espressivi.Diffusione internazionale e casi specifici
L’interesse per il teatro di RWF ha superato i confini della Germania. Molti suoi lavori sono stati allestiti in diversi paesi d’Europa e del mondo. L’Italia è un esempio significativo di questa diffusione. Tra il 1979 e il 2007, diverse sue pièce sono state rappresentate per la prima volta in varie città e teatri italiani, tra cui Le lacrime amare di Petra von Kant, Libertà a Brema e I rifiuti, la città e la morte. La pièce Der Müll, die Stadt und der Tod (I rifiuti, la città e la morte) ha avuto una storia produttiva particolare in Germania, con poche rappresentazioni per molti anni, mentre è stata messa in scena a livello internazionale a partire dal 1987, trovando maggiore accoglienza fuori dalla sua patria. Questa accoglienza globale testimonia l’impatto duraturo del suo lavoro teatrale.Ma perché il capitolo non spiega perché un’opera così controversa ha avuto destini tanto diversi in patria e all’estero?
Il capitolo menziona giustamente la particolare storia produttiva di Der Müll, die Stadt und der Tod, notando come abbia trovato maggiore accoglienza internazionale rispetto alla Germania. Tuttavia, omettere le ragioni profonde di questa divergenza lascia una lacuna significativa. Per comprendere appieno il fenomeno, sarebbe fondamentale approfondire il contesto storico-culturale della Germania nel periodo della sua creazione e ricezione, esaminando le specifiche controversie che l’opera ha suscitato e confrontandole con il clima culturale dei paesi dove invece è stata accolta. Un’indagine sulla critica teatrale tedesca dell’epoca e sugli studi dedicati a RWF e al suo rapporto con la società tedesca potrebbe fornire le chiavi di lettura necessarie.Abbiamo riassunto il possibile
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