Contenuti del libro
Informazioni
“Un anno nell’antica Roma” di Néstor Marqués è un viaggio incredibile nel cuore della vita romana, visto attraverso la lente del loro calendario. Non è solo una lista di date, ma un modo per capire come il tempo scandiva ogni singolo aspetto della società nell’antica Roma. Il libro ti porta dall’origine mitica del calendario romano, legato a Romolo e Numa Pompilio, fino alla rivoluzione del calendario giuliano introdotto da Giulio Cesare, che con le correzioni di Augusto e Papa Gregorio XIII è alla base del nostro sistema attuale. Scoprirai come i Romani misuravano il tempo con le ore variabili, le veglie notturne, usando orologi solari e ad acqua, e come questo ritmo influenzava la vita quotidiana romana, dagli orari dei pasti alla siesta e alle terme. Ma il vero fulcro sono le festività romane e i riti religiosi che animavano l’anno: dai grandi Ludi Romani con le corse di carri nel Circo Massimo e i combattimenti gladiatori, ai Saturnalia dove le regole sociali venivano stravolte, passando per riti antichi come i Lupercalia o le celebrazioni per i morti come i Parentalia. Conoscerai i dei romani a cui erano dedicate le feste, come Marte, Venere, Giove, Saturno, e vedrai come eventi storici cruciali, dall’assassinio di Cesare all’eruzione del Vesuvio, erano legati a date precise. È un modo affascinante per esplorare la cultura, la religione e la vita di tutti i giorni nell’antica Roma, seguendo il suo battito annuale.Riassunto Breve
Il calendario romano nasce da un sistema lunare di dieci mesi legato alle fasi della luna, che regola le attività sociali e religiose. Una riforma successiva introduce dodici mesi per 355 giorni, creando uno sfasamento con il ciclo solare, corretto in modo irregolare con un mese aggiuntivo, spesso manipolato per politica. Giulio Cesare nel 45 a.C. introduce un calendario solare di 365 giorni e un quarto, con un giorno bisestile ogni quattro anni, fissando la durata dei mesi e stabilendo l’inizio dell’anno al 1° gennaio. I mesi prendono nomi in onore di Cesare e Augusto. Con il tempo, il calendario si adatta all’ascesa del Cristianesimo, sostituendo festività pagane e adottando la settimana di sette giorni. Oltre all’anno, i Romani usano diverse unità di tempo, come il secolo e vari sistemi per contare gli anni, tra cui la datazione consolare e l’era Ab Urbe Condita. I giorni sono classificati in base alle attività permesse o proibite. Le ore, introdotte più tardi, dividono giorno e notte in dodici parti variabili stagionalmente, misurate con orologi solari e ad acqua. La vita quotidiana inizia presto, con attività legali e pubbliche al mattino, una siesta a mezzogiorno, bagni nel pomeriggio e cena la sera. Le ore hanno anche un carattere propizio o dannoso legato alle divinità. Il calendario è scandito da numerose festività e riti che riflettono la vita romana: gennaio è per Giano e gli inizi, con riti di purificazione e feste agricole; febbraio è legato alla purificazione e ai morti, con celebrazioni per gli antenati e riti di fertilità come i Lupercalia; marzo segna l’inizio della stagione militare e la primavera, con feste per Marte e riti di passaggio; aprile è dedicato a Venere e alla rinascita, con feste agricole e la commemorazione della fondazione di Roma; maggio è considerato sfortunato, con riti per placare gli spiriti; giugno celebra divinità come Giunone e Vesta e segna l’inizio del raccolto; luglio, rinominato per Cesare, include giochi per Apollo e commemorazioni militari; agosto, per Augusto, onora varie divinità e ricorda eventi storici come l’eruzione del Vesuvio; settembre è dominato dai Ludi Romani, i giochi più importanti con corse di carri e combattimenti gladiatori; ottobre segna la fine delle campagne militari e la vendemmia; novembre porta il freddo e l’inizio della semina, con i Ludi Plebeii e riti arcaici; dicembre è caratterizzato dai Saturnalia, un periodo di rovesciamento sociale e allegria, e dalla crescente importanza del culto del Sol Invictus, la cui festa il 25 dicembre viene adottata dal Cristianesimo per celebrare la nascita di Cristo. Il calendario giuliano, con una piccola correzione apportata da Papa Gregorio XIII nel 1582, costituisce la base del calendario usato oggi nella maggior parte del mondo.Riassunto Lungo
1. L’evoluzione del tempo romano: dal mito alla misura universale
Il calendario romano inizia con un sistema lunare che la tradizione attribuisce a Romolo. Questo calendario primitivo era composto da dieci mesi e contava 304 giorni. La sua struttura era strettamente legata alle fasi della luna, con date chiave come le Kalendae, che segnavano la luna nuova, le Nonae, corrispondenti al primo quarto, e le Idus, che indicavano la luna piena. Esisteva anche una quarta data, meno nota, che coincideva con l’ultimo quarto lunare. Questo primo calendario non era solo uno strumento per misurare lo scorrere dei giorni, ma regolava profondamente le attività sociali, politiche e religiose della vita romana.Le prime riforme: da lunare a lunisolare
Una riforma successiva, attribuita a Numa Pompilio, trasformò il calendario in un sistema lunisolare. Furono aggiunti due nuovi mesi, Ianuarius e Februarius, portando il totale a dodici mesi e 355 giorni. Con questa modifica, le date delle Kalendae, Nonae e Idus divennero fisse all’interno di ciascun mese, anche se il loro legame originario con le fasi lunari si fece meno stretto. Tuttavia, un anno di 355 giorni creava un inevitabile sfasamento rispetto al ciclo solare e alle stagioni naturali.Sfide e manipolazioni durante la Repubblica
Durante il periodo della Repubblica, i Romani cercarono di correggere lo sfasamento accumulato rispetto al ciclo solare. Per farlo, inserivano periodicamente un mese aggiuntivo, chiamato Interkalaris, che veniva posizionato dopo il 23 febbraio. Questo sistema, però, era spesso soggetto a manipolazioni da parte dei pontefici massimi per prolungare o accorciare la durata delle magistrature o per altri scopi politici. Nonostante un tentativo di maggiore trasparenza da parte di Gneo Flavio, che nel 304 a.C. rese pubblico il calendario, l’irregolarità persisteva, causando notevoli discrepanze tra il calendario civile e l’andamento delle stagioni.La svolta giuliana: un calendario solare
Una riforma epocale fu introdotta da Giulio Cesare nel 45 a.C. Basandosi su conoscenze astronomiche egizie, Cesare stabilì un calendario solare di 365 giorni e un quarto. Per gestire quel quarto di giorno, fu introdotto un giorno bisestile ogni quattro anni. Questo nuovo calendario, noto come calendario giuliano, fissò finalmente la durata dei mesi, eliminando la necessità del mese intercalare. L’inizio dell’anno fu stabilito in modo definitivo al 1° gennaio. In onore di Cesare e successivamente di Ottaviano Augusto, i mesi Quintilis e Sextilis furono rinominati Iulius e Augustus. Augusto stesso intervenne in seguito per correggere un errore nell’applicazione iniziale della regola del bisestile.Cambiamenti nel Basso Impero e altre unità di tempo
Nel Basso Impero, con la crescente influenza del Cristianesimo, il calendario romano continuò a evolversi. Le antiche festività pagane furono gradualmente sostituite da quelle cristiane. Un altro cambiamento significativo fu l’affermarsi della settimana di sette giorni, basata sui nomi dei pianeti, che prese il posto delle Nundinae romane di otto giorni. L’imperatore Costantino ebbe un ruolo cruciale nel decretare il dies Solis, la domenica, come giorno ufficiale di riposo. In questo periodo, iniziarono a diffondersi anche calendari più personalizzati, come i Fasti Philocali o il Laterculus Polemi Silvii. Oltre all’anno, i Romani utilizzavano diverse altre unità per misurare il tempo. Il secolo, o saeculum, aveva una durata che variava, spesso legata alla massima vita umana. Gli anni venivano contati in vari modi: il sistema più comune era la datazione consolare, che indicava l’anno con i nomi dei due consoli in carica. Altri sistemi includevano l’era Ab Urbe Condita, che contava gli anni dalla fondazione di Roma, le ere legate al regno degli imperatori e, più tardi, l’era cristiana. I giorni erano classificati in base alle attività permesse: i dies fasti erano giorni legali e pubblici, i comitiales permettevano lo svolgimento delle assemblee, i nefasti erano giorni religiosi in cui certe azioni erano proibite, e i dies atri erano considerati infausti. Le ore, introdotte in un secondo momento, dividevano sia il giorno che la notte in dodici parti ciascuna. La durata di queste ore variava a seconda della stagione, poiché erano calcolate dall’alba al tramonto e dal tramonto all’alba. Per misurare le ore, i Romani utilizzavano strumenti come orologi solari e clessidre ad acqua.L’eredità del calendario romano: la riforma gregoriana
Nonostante il suo grande successo, il calendario giuliano presentava un piccolo scarto rispetto all’anno solare effettivo, accumulando un ritardo nel corso dei secoli. Per correggere questo scarto, Papa Gregorio XIII promosse una riforma nel 1582, che portò alla creazione del calendario gregoriano. Questa riforma modificò leggermente la regola del bisestile e rese necessario saltare dieci giorni per riallineare il calendario con le stagioni. Il calendario gregoriano, che è quello utilizzato nella maggior parte del mondo oggi, è una diretta evoluzione del sistema temporale stabilito dai Romani con la riforma giuliana.Davvero la settimana di sette giorni si è affermata nel mondo romano solo per ‘crescente influenza del Cristianesimo’, come se non avesse radici ben più antiche e complesse?
Il capitolo accenna all’affermarsi della settimana di sette giorni nel Basso Impero, legandola all’influenza cristiana e al decreto di Costantino. Tuttavia, la settimana di sette giorni ha origini che precedono di molto il Cristianesimo e la sua adozione nel mondo romano fu un processo graduale e influenzato da diverse culture, non solo quella cristiana. Limitarsi a questa spiegazione rischia di semplificare eccessivamente una trasformazione culturale e sociale complessa. Per comprendere appieno questa transizione, è utile esplorare la storia delle unità di tempo in diverse civiltà antiche, in particolare quella babilonese ed ebraica, e studiare l’interazione culturale nel mondo ellenistico e romano. Autori che si sono occupati della storia del calendario e della misurazione del tempo, come E.J. Bickerman o S. Stern, possono offrire prospettive più ampie.2. Ritmi e Riti del Calendario Romano
Il Tempo Quotidiano
Il sistema orario romano divideva il giorno in ventiquattro ore, un conteggio che iniziava dalla mezzanotte per segnare il cambio di data. È interessante notare come altre culture antiche adottassero punti di partenza diversi per il giorno, come l’alba o il tramonto. Le ore diurne e notturne non avevano una durata fissa come le nostre, ma variavano a seconda della stagione, venendo numerate rispettivamente dall’alba e dal tramonto. La notte, in particolare, era suddivisa in quattro veglie, un sistema usato soprattutto in ambito militare per organizzare i turni. La capacità di misurare il tempo con maggiore precisione, distinguendo quarti e minuti, sarebbe arrivata molto più tardi, solo nel Medioevo e poi nell’Età moderna.La vita di ogni giorno cominciava molto presto, solitamente intorno alla prima ora del mattino, per sfruttare al massimo la luce naturale disponibile. Le attività di tipo legale e quelle pubbliche prendevano il via già nelle prime ore della giornata. I negozi, invece, aprivano un po’ più tardi, con l’eccezione di quelli che vendevano vino. Il momento del pranzo cadeva generalmente tra la quarta e la quinta ora. A mezzogiorno, che corrispondeva alla sesta ora, molte persone si concedevano una pausa per la siesta, chiamata meridiatio. Il pomeriggio era spesso dedicato alla frequentazione delle terme, con orari che potevano essere separati per uomini e donne. La cena aveva luogo a partire dalla nona ora e durava fino al tramonto, o si prolungava ulteriormente in caso di banchetti e occasioni speciali. Per evitare la congestione nelle strade durante il giorno, il transito dei carri all’interno della città avveniva prevalentemente nelle ore notturne. Ogni ora, inoltre, si riteneva avesse un proprio “carattere”, influenzato dal dio a essa associato, che poteva essere considerato benefico, dannoso o neutrale, e questo orientava la scelta dei momenti più propizi per intraprendere le diverse azioni.
Il Calendario Annuale
Il calendario romano, fondamentale per scandire la vita religiosa, civile e agricola, prende il via con il mese di gennaio. Questo periodo è dedicato al dio Giano, divinità bifronte che guarda al passato e al futuro, protettore degli inizi e dei passaggi. Gennaio segna tradizionalmente un momento di riposo per i lavori agricoli, ma è anche cruciale per la vita politica, con l’insediamento dei nuovi consoli. Diverse festività e ricorrenze importanti animano questo mese, segnando momenti di purificazione, celebrazione e memoria, e definendo i ritmi dell’anno che inizia.Gennaio: Inizi e Festività
Il mese di gennaio è un periodo di transizione e di nuovi inizi, caratterizzato da diverse celebrazioni che riflettono la sua natura. Oltre al riposo agricolo e all’insediamento dei consoli, si svolgono vari riti e commemorazioni:- Compitalia: Onorano i Lari, spiriti protettori degli incroci stradali e dei vicinati. Queste feste includono riti di purificazione e spettacoli pubblici, rafforzando i legami comunitari.
- Agonalia: Sono feste molto antiche che prevedono sacrifici solenni in onore di Giano, il dio a cui il mese è dedicato, celebrando il principio dell’anno.
- Carmentalia: Festeggiano la dea Carmenta, associata alla profezia, alla nascita e alla protezione delle madri e dei bambini.
- 14 gennaio: Questa data era considerata un giorno infausto, stabilito da un decreto del Senato, in cui era meglio evitare di intraprendere attività importanti.
- 16 gennaio: Segna un momento storico fondamentale: l’attribuzione del titolo di Augustus a Ottaviano, un evento che consolidò in modo decisivo il suo potere e diede inizio all’era imperiale.
- 17 gennaio: Vengono istituiti i Ludi Palatini, giochi e celebrazioni in onore del numen (la potenza divina) di Augusto, rafforzando il culto imperiale.
- Sementivae: Queste feste si svolgono in due momenti, per proteggere sia la semina autunnale che quella primaverile. Sono dedicate a Cerere, dea del grano e dell’agricoltura, e a Tellus, la Terra madre.
- 30 gennaio: Si celebra la dedica dell’Ara Pacis Augustae, l’Altare della Pace Augustea, un monumento simbolo della pace e della prosperità portate dal principato di Augusto.
Febbraio: Purificazione e Ricordo
Dopo gennaio, il calendario prosegue con febbraio, un mese profondamente legato ai temi della purificazione e del ricordo dei defunti. Il suo stesso nome deriva da februa, gli strumenti usati nei riti purificatori. Febbraio è un periodo in cui la comunità si concentra su cerimonie volte a ristabilire l’ordine rituale e onorare gli antenati. Diverse celebrazioni caratterizzano queste settimane, riflettendo la duplice attenzione alla purificazione e ai legami familiari e comunitari. Questi riti preparano la comunità all’arrivo della primavera e alla ripresa delle attività.- 5 febbraio: Augusto riceve il titolo onorifico di Pater Patriae, “Padre della Patria”, un riconoscimento del suo ruolo e della sua autorità.
- Amburbium: È un antico rito di purificazione che coinvolge l’intera città, un percorso rituale intorno ai confini urbani per proteggere e purificare la comunità.
- Parentalia e Feralia (13-21 febbraio): Sono una serie di giorni dedicati al culto degli antenati. Le famiglie portano offerte private alle tombe, e durante questo periodo le attività pubbliche, i matrimoni e le cerimonie religiose ufficiali vengono sospesi in segno di rispetto per i morti.
- Caristia (22 febbraio): Subito dopo i riti per i defunti, questa festa celebra i legami familiari tra i vivi, un momento per riunirsi e rafforzare i vincoli di parentela.
- Terminalia (23 febbraio): Onorano il dio Termine, protettore dei confini e delle pietre miliari. Questa data segna anche il punto del calendario in cui, negli anni bisestili, veniva aggiunto il giorno extra.
- Regifugium (24 febbraio): Commemora la cacciata di Tarquinio il Superbo, l’ultimo re di Roma, e l’instaurazione della Repubblica, un evento fondamentale nella storia romana.
- Equirria (27 febbraio): Sono corse di cavalli dedicate a Marte, dio della guerra. Queste gare servivano come preparazione simbolica e rituale per le campagne militari che riprendevano con l’arrivo della primavera.
- Lupercalia (15 febbraio): Una festa antica e complessa, legata alla purificazione, alla fertilità e al mondo pastorale. Veniva celebrata dai luperci, sacerdoti che compivano riti nel Lupercale (una grotta sacra) e una corsa rituale intorno al Palatino, toccando le persone con strisce di pelle di capra per favorire la fertilità.
Ma siamo sicuri che un semplice elenco di date e feste basti a cogliere la vera essenza dei ‘ritmi e riti’ che scandivano la vita di una società complessa come quella romana?
Il capitolo fornisce un utile elenco di momenti chiave del calendario, ma non scava a fondo nel significato e nell’impatto di queste celebrazioni sulla vita quotidiana delle diverse classi sociali, né esplora le dinamiche politiche e religiose che le sottendevano. La presentazione è descrittiva, ma manca un’analisi critica che metta in luce le funzioni sociali dei riti, le loro possibili evoluzioni nel tempo o le incertezze interpretative che ancora oggi animano il dibattito storiografico. Per andare oltre la mera cronologia e comprendere la complessità del calendario romano come strumento sociale e politico, sarebbe necessario approfondire la storia sociale, la storia delle religioni e la filologia classica, consultando autori che hanno dedicato i loro studi alla vita quotidiana, ai culti e alle istituzioni romane, come ad esempio Mary Beard o John Scheid.3. Feste, Dei e Riti nei Mesi Centrali di Roma
Il calendario romano scandisce l’anno attraverso festività e rituali che toccano aspetti religiosi, agricoli, militari e sociali. Questo sistema di celebrazioni riflette la complessa visione del mondo romano e il legame profondo tra la vita quotidiana e le pratiche sacre.Marzo: L’inizio della Primavera e della Stagione Militare
Marzo apre la primavera e dà il via alla stagione militare. Si onora Marte con celebrazioni specifiche e si svolgono i riti dei sacerdoti Salii, purificando le armi per prepararsi ai conflitti. In questo mese si celebra anche il Matronalia, una festa dedicata alle donne che ricorda l’episodio del ratto delle Sabine. I giovani uomini romani affrontano un importante rito di passaggio ai Liberalia, segnando l’ingresso nell’età adulta con il cambio della toga. Le Idi di Marzo rimangono nella memoria storica per l’assassinio di Giulio Cesare, un evento cruciale.Aprile: Rinascita e Culti Agrari
Aprile è un mese dedicato a Venere e alla rinascita della natura. Diverse festività agricole come Fordicidia, Cerialia e Robigalia si tengono per invocare protezione e fertilità per i raccolti. I Megalesia celebrano Magna Mater, mostrando come Roma integrasse culti provenienti da altre culture. I Parilia, il 21 aprile, commemorano la fondazione della città con riti pastorali e di purificazione essenziali. Il mese si conclude con i Vinalia, che segnano il momento dell’assaggio del nuovo vino prodotto.Maggio: Spiriti, Commercio e Purificazioni
Maggio è spesso visto come un mese legato alla sfortuna, specialmente a causa dei Lemuria. Questi riti sono celebrati per placare gli spiriti inquieti dei defunti e mantenere l’armonia con il mondo sotterraneo. Nonostante questa percezione, il mese include anche festività positive come i Mercuralia, dedicati ai commercianti, e riti in onore di Bona Dea. Le pratiche di purificazione continuano con le cerimonie degli Argei e i Tubilustrium, che riguardano strumenti e armi. Infine, gli Ambarvalia sono riti agrari essenziali per purificare le campagne e assicurare la fertilità dei campi.Ma quanto sono solidi gli studi che interpretano il significato di riti arcaici come l’Equus October?
Il capitolo accenna a riti antichi come il Tigillum Sororium e l’Equus October, ma non approfondisce le complesse e spesso dibattute interpretazioni che gli studiosi ne hanno dato. Comprendere il significato di queste pratiche richiede un’immersione nella storia religiosa romana e nell’antropologia storica. Per esplorare le diverse prospettive e le incertezze che circondano questi riti, può essere utile consultare gli studi di autori come Mary Beard o John Scheid, che affrontano la religione romana con un approccio critico e attento alle fonti.6. Il Mese dei Contrasti e della Nascita
Dicembre segna la fine dell’anno nel calendario romano, un periodo in cui il lavoro agricolo rallenta. Questo mese di minore attività nei campi si contrappone alla vivacità delle celebrazioni che animano la città. Le festività di dicembre riflettono un mix di tradizioni antiche e nuove credenze, offrendo uno sguardo sulle pratiche sociali e religiose che caratterizzavano la vita romana. È un mese ricco di contrasti, tra la quiete della natura e il fervore delle celebrazioni urbane, che culminano in riti di grande importanza per la comunità.I Saturnalia: Un Mondo Rovesciato
Tra le feste più significative di dicembre ci sono i Saturnalia, dedicati a Saturno, divinità legata all’antica età dell’oro. Originariamente celebrati il 17 dicembre, in epoca imperiale si estesero fino al giorno 23. I Saturnalia erano un periodo di stravolgimento delle normali regole sociali. Gli schiavi godevano di libertà temporanea, potevano sedersi a tavola con i loro padroni e, in alcuni casi, venivano addirittura serviti da questi ultimi. Era un momento di allegria diffusa, con banchetti, scherzi e la possibilità di giocare d’azzardo in pubblico, culminando nello scambio di piccoli doni chiamati sigillaria.Altre Celebrazioni di Dicembre
Oltre ai Saturnalia, il mese di dicembre era costellato da una serie di altre celebrazioni, ognuna con il suo significato e le sue tradizioni specifiche. Queste feste riflettevano diverse preoccupazioni e credenze della società romana, dalla fertilità della terra alla protezione delle acque e alle origini mitiche della città. Onoravano una varietà di divinità e concetti fondamentali per la vita quotidiana e la storia romana, mostrando la complessità del loro sistema religioso.- il culto privato di Bona Dea per la fertilità, riservato alle donne;
- i Faunalia rurali per proteggere i campi;
- la festa di Tiberino, personificazione del Tevere, fiume vitale ma anche pericoloso per Roma;
- gli Agonalia dedicati a Indiges/Sole/Enea;
- il Septimontium che celebra l’unione originaria di sette colli;
- il Lectisternium per Tellus e Cerere legato alla fertilità agricola;
- e i Consualia per Conso, protettore di pozzi e silos.
Il Significato del 25 Dicembre
Un’altra data che acquista grande rilevanza nel mese di dicembre è il giorno 25. Nel 274 d.C., l’imperatore Aureliano ufficializzò il culto del Deus Sol Invictus, il Dio Sole Invitto, fissando la sua festa in questa data. Il Sole era già una divinità importante nel pantheon romano, presente anche in culti misterici diffusi come il Mitraismo. La scelta del 25 dicembre non era casuale: cadeva poco dopo il solstizio d’inverno, il momento in cui le giornate iniziano a riallungarsi, simboleggiando la rinascita della luce e della vita.La Nascita di Cristo e la Diffusione del Cristianesimo
Il Cristianesimo, una religione di salvezza in rapida crescita, adottò strategicamente il 25 dicembre come data per celebrare la nascita di Cristo. Questa scelta permetteva di equiparare Cristo al Sole, presentandolo come il vero “Sole di giustizia”, una figura che portava luce e speranza al mondo. La diffusione del Cristianesimo fu favorita da diversi fattori. La sua capacità di accogliere tutti, incluse le donne, e la semplicità dei suoi riti di iniziazione, come il battesimo, lo resero attraente per molte persone. Inoltre, il Cristianesimo dimostrò una notevole capacità di adattarsi ai diversi contesti culturali e sociali che incontrava, superando gradualmente i culti pagani tradizionali.Il capitolo non riduce forse una questione storica complessa a una mera “strategia”?
Il capitolo, nel collegare la data del 25 dicembre cristiano alla festa del Sol Invictus, tocca un punto dibattuto, ma presenta la questione in modo forse troppo lineare. L’origine esatta della data del Natale è infatti oggetto di discussione tra gli studiosi, con diverse ipotesi che vanno oltre la semplice adozione “strategica” legata al culto solare romano. Per approfondire, sarebbe utile esplorare la storia del cristianesimo primitivo e le sue interazioni con il mondo romano, consultando lavori di storici specializzati nell’epoca tardoantica e nelle origini delle festività cristiane.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]