1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“Trafalgar. La battaglia navale” di Gastone Breccia ti catapulta nel cuore delle guerre napoleoniche e nella sfida per il controllo dei mari. Il libro racconta la storia di Horatio Nelson, un genio della tattica navale che, nonostante la fragilità fisica, ha rivoluzionato il modo di combattere in mare con il suo audace “Nelson touch”. Dalle prime battaglie come Capo San Vincenzo e il Nilo, fino al culmine al largo di Cadice, dove la flotta combinata francese e spagnola era intrappolata. Seguiamo l’ammiraglio Villeneuve e i suoi tentativi disperati di sfuggire al blocco navale britannico. Il momento clou è ovviamente la Battaglia di Trafalgar stessa, descritta in modo vivido: l’approccio non convenzionale della Royal Navy di Nelson, l’azione decisiva della Victory e della Royal Sovereign, lo scontro ravvicinato e brutale, la ferita mortale di Nelson. Ma non finisce qui: il libro esplora anche il caos post-battaglia, la tempesta, il destino dei comandanti come Villeneuve e Gravina, e l’enorme impatto di questa vittoria che ha assicurato il dominio navale britannico per un secolo, analizzando anche come la storia navale e le tattiche si siano evolute dopo Trafalgar. È un racconto avvincente di coraggio, strategia e le dure realtà della vita in mare in quell’epoca cruciale.Riassunto Breve
Horatio Nelson sviluppa fin da giovane un approccio aggressivo alla guerra navale, superando fragilità fisiche con grande determinazione. La sua carriera nella Royal Navy avanza rapidamente grazie a capacità e audacia. Apprende l’importanza di concentrare le forze per sopraffare il nemico, una tattica che perfeziona. Questa filosofia, chiamata “Nelson touch”, si basa sulla fiducia negli ufficiali e su piani semplici, incoraggiando l’iniziativa in battaglia. Il suo obiettivo è la distruzione totale della flotta avversaria. La strategia britannica prevede il blocco navale delle basi francesi per impedire a Napoleone di invadere l’Inghilterra. Nelson comanda la flotta nel Mediterraneo, sorvegliando la squadra francese a Tolone. L’ingresso della Spagna in guerra aumenta le forze nemiche, ma la flotta combinata franco-spagnola soffre di equipaggi poco addestrati e problemi logistici. Napoleone elabora piani complessi per riunire le sue flotte, ma l’ammiraglio francese Villeneuve fallisce nell’eseguirli, venendo inseguito da Nelson attraverso l’Atlantico e infine bloccato a Cadice. La flotta combinata a Cadice affronta gravi difficoltà. Sapendo di essere sostituito, Villeneuve decide di salpare il 19 ottobre 1805, nonostante le condizioni sfavorevoli. Le fregate britanniche avvistano la flotta in uscita e segnalano la posizione a Nelson. La mattina del 21 ottobre, le flotte si avvicinano al largo di Capo Trafalgar. La flotta britannica si dispone in due colonne per spezzare la linea nemica. La flotta franco-spagnola tenta una manovra di inversione che causa disordine nella formazione. L’attacco britannico si concentra su specifici punti della linea nemica. La colonna guidata da Collingwood attacca la retroguardia e il centro, infliggendo danni con artiglieria superiore. La colonna di Nelson, sulla Victory, attacca il centro, spezzando la linea e devastando la nave ammiraglia francese. Durante il combattimento ravvicinato, Nelson viene ferito mortalmente. L’intervento di altre navi britanniche porta alla resa di molte navi nemiche e alla cattura di Villeneuve. La battaglia si conclude con la netta vittoria britannica, determinata dalla tattica audace, dall’efficienza dell’artiglieria e dalla disciplina degli equipaggi. Dopo la battaglia, il viceammiraglio Collingwood gestisce la flotta danneggiata e le navi catturate durante una forte tempesta. Molte navi catturate affondano. Collingwood mostra umanità verso i feriti spagnoli. La vittoria di Trafalgar consolida il dominio navale britannico per un secolo. La tattica di Nelson diventa un modello, ma l’evoluzione tecnologica, con navi corazzate e artiglieria a lunga gittata, la rende obsoleta in battaglie successive. I destini dei comandanti riflettono l’esito: Nelson diventa un eroe nazionale, mentre Villeneuve muore in circostanze poco chiare. Molti ufficiali britannici hanno carriere di successo. Le perdite umane sono pesanti, soprattutto per la flotta combinata.Riassunto Lungo
1. Strategia e coraggio sui mari
Horatio Nelson, fin da giovane, affronta la vita di mare con una salute fragile, ma dimostra subito una grande determinazione. La sua carriera nella Royal Navy progredisce velocemente, grazie alle sue capacità, alla sua audacia e anche a protezioni iniziali. Fin da giovane, mostra un talento naturale per il comando e una prontezza nell’affrontare le sfide del mare. Impara quanto sia importante agire in modo aggressivo, una lezione che emerge chiaramente in episodi come la battaglia di Quiberon. Questa fase formativa getta le basi per il suo futuro stile di comando e la sua visione strategica.Innovazioni tattiche in battaglia
Nelson mette in pratica le sue idee audaci in battaglie cruciali. A Capo San Vincenzo, prende un’iniziativa non autorizzata ma decisiva: rompe la linea di battaglia nemica. Questa mossa porta alla cattura di due navi e dimostra il suo genio tattico. La sua strategia è quella di concentrare le sue forze per sopraffare una parte dello schieramento avversario, creando un punto di rottura. La battaglia del Nilo conferma questo approccio innovativo. Attacca la flotta francese mentre è all’ancora nella baia di Abukir, sfruttando un errore nel loro posizionamento. Riesce ad attaccare su due lati contemporaneamente, distruggendo quasi tutta la flotta nemica. Anche a Copenaghen, la sua determinazione è evidente. Ignora un ordine di ritirata per portare a termine la battaglia e assicurare la vittoria contro le forti difese danesi. Questi successi dimostrano la sua capacità di pensare fuori dagli schemi e agire con coraggio.La filosofia del “Nelson touch”
La filosofia tattica di Nelson, conosciuta come “Nelson touch”, si basa su principi chiari e audaci. Un elemento fondamentale è la fiducia che ripone nei suoi ufficiali, incoraggiandoli a prendere iniziative. Il piano di battaglia è sempre mantenuto semplice per essere facilmente compreso da tutti. Il Trafalgar Memorandum ne è un esempio perfetto. Delinea un attacco in due colonne per spezzare la linea nemica in punti specifici, concentrando la forza navale britannica esattamente dove serve. L’obiettivo finale non è solo vincere, ma distruggere completamente il nemico. Nelson spinge i suoi capitani a combattere da vicino, anche senza segnali precisi, affidandosi al loro giudizio. La sua leadership è diretta: si trova in prima linea, sulla sua nave ammiraglia, per dare l’esempio all’equipaggio. Questa strategia complessiva mira a garantire il dominio navale della Gran Bretagna sui mari.Ma l’audacia di Nelson, che lo portava a ignorare gli ordini, era sempre vista come genio, o il capitolo trascura i rischi e le critiche che tali azioni potevano comportare?
Il capitolo esalta l’iniziativa non autorizzata di Nelson come prova del suo genio tattico, ma non esplora sufficientemente le potenziali implicazioni negative di azioni che sfidano la catena di comando. Ignorare gli ordini, pur portando a successi, poteva minare la disciplina navale e generare attriti con i superiori. Per ottenere una visione più completa, sarebbe utile approfondire la storia della Royal Navy e delle sue regole di ingaggio nel periodo, e consultare biografie di Nelson che analizzino in modo critico non solo i successi ma anche le controversie legate al suo stile di comando. Autori come N.A.M. Rodger o altri storici della marina britannica possono offrire il contesto necessario.2. La flotta intrappolata a Cadice
La strategia della marina britannica punta a bloccare le basi francesi. L’obiettivo è impedire a Napoleone di prendere il controllo del Canale della Manica, una mossa necessaria per invadere l’Inghilterra. L’ammiraglio Nelson guida la flotta nel Mediterraneo, partendo da Malta. Il suo compito è tenere d’occhio la squadra navale francese che si trova a Tolone. Il blocco non è stretto, viene mantenuto a distanza per invogliare le navi nemiche a uscire in mare aperto. La Spagna entra in guerra alleandosi con la Francia, aumentando così il numero di navi a disposizione di Napoleone. Tuttavia, la flotta unita di Francia e Spagna ha problemi: gli equipaggi non sono molto preparati e ci sono difficoltà nel gestire i rifornimenti. Nonostante questo, Napoleone crea piani complicati per unire le sue flotte e avere più navi nella Manica. L’ammiraglio Villeneuve, che comanda la squadra di Tolone, cerca di seguire questi piani, provando anche a navigare verso le Indie Occidentali.L’inseguimento e il ripiegamento a Cadice
Nelson insegue Villeneuve attraverso l’Oceano Atlantico, ma non riesce a raggiungerlo. Mentre le navi francesi e spagnole tornano verso l’Europa, una squadra britannica le intercetta vicino a Capo Finisterre. Nello scontro che segue, piuttosto confuso, vengono perse due navi spagnole. A causa delle condizioni della sua flotta e di ordini che non erano chiari, Villeneuve decide di non andare a Brest come voleva Napoleone, ma di ritirarsi nel porto di Cadice.La flotta a Cadice e la sortita finale
Una volta a Cadice, la flotta franco-spagnola si trova bloccata. Ci sono seri problemi con i rifornimenti, le riparazioni delle navi e contrasti tra gli equipaggi francesi e spagnoli. Napoleone è molto arrabbiato perché i suoi piani per invadere l’Inghilterra sono falliti. Per questo, ordina a Villeneuve di lasciare Cadice per una nuova missione nel Mediterraneo e decide di mandare un altro ammiraglio al suo posto. Villeneuve, sapendo che presto sarà sostituito e spinto dagli ordini dell’imperatore, decide di salpare da Cadice il 19 ottobre 1805. Lo fa nonostante le obiezioni degli ufficiali spagnoli e le condizioni del vento e della flotta che non sono favorevoli. L’uscita dal porto è lenta e disordinata. Le fregate britanniche che sorvegliano la zona vedono le navi nemiche che escono e comunicano la loro posizione a Nelson, che è al largo. Durante la notte, la flotta unita cerca di mettersi in formazione di battaglia, preparandosi allo scontro imminente.Ma davvero, con una flotta in quelle condizioni e gli inglesi al largo, l’unica opzione per Villeneuve era salpare verso l’inevitabile disastro?
Il capitolo descrive la sortita come dettata dagli ordini di Napoleone e dalla situazione personale di Villeneuve. Tuttavia, la decisione di ingaggiare battaglia in condizioni così sfavorevoli solleva dubbi sulla razionalità strategica o sulla presenza di alternative non considerate. Per comprendere meglio le pressioni su Villeneuve e le dinamiche decisionali in contesti militari estremi, è utile approfondire la storia navale del periodo napoleonico e studiare le biografie dei principali attori, oltre ad esplorare la psicologia della leadership sotto pressione.3. La Mischia Decisiva a Trafalgar
La mattina del 21 ottobre, le flotte britannica e franco-spagnola si trovano al largo di Capo Trafalgar. La flotta britannica, guidata da Nelson, si prepara allo scontro, disponendosi in due colonne. Questa formazione è una modifica rispetto al piano iniziale, studiata per sfruttare il vento leggero e isolare l’avanguardia nemica. I marinai britannici attendono la battaglia con grande entusiasmo.La manovra franco-spagnola
La flotta franco-spagnola, sotto il comando di Villeneuve, tenta di cambiare rotta per rientrare a Cadice. Questa manovra, eseguita con poco vento e da equipaggi non molto esperti, crea molta confusione nella formazione. Si aprono varchi nella linea e le navi si ammassano, rendendo difficile mantenere l’ordine. L’ammiraglio Villeneuve cerca di riorganizzare le sue navi, ma le condizioni del vento e la mancanza di esperienza degli equipaggi rendono l’operazione complicata.L’attacco britannico
L’attacco britannico si svolge esattamente come previsto da Nelson. L’obiettivo è spezzare la linea nemica in due punti per concentrare le forze su sezioni specifiche della flotta avversaria. Le due colonne britanniche si dirigono verso il centro e la retroguardia della formazione franco-spagnola, pronte a ingaggiare il combattimento ravvicinato, dove la superiorità britannica nell’artiglieria e nella disciplina degli equipaggi può fare la differenza.La colonna di Collingwood
La colonna guidata da Collingwood è la prima a raggiungere la linea nemica. Punta verso la retroguardia e il centro dello schieramento franco-spagnolo. La sua nave ammiraglia, la Royal Sovereign, si avvicina sotto il fuoco pesante delle navi nemiche. Una volta a distanza ravvicinata, però, l’artiglieria della Royal Sovereign, più rapida e precisa, infligge danni enormi. Le altre navi della colonna di Collingwood si uniscono rapidamente alla mischia, ingaggiando combattimenti furiosi a distanza ravvicinata e dimostrando grande tenacia e abilità nel tiro.La colonna di Nelson
La colonna guidata da Nelson, a bordo della Victory, attacca il centro della linea nemica, puntando direttamente verso la Bucentaure, la nave ammiraglia di Villeneuve. Anche la Victory subisce un intenso fuoco durante l’avvicinamento. Riuscendo a spezzare la linea nemica, la Victory si posiziona per sferrare una bordata devastante contro la poppa della Bucentaure, causandole danni gravissimi. La nave francese Redoutable cerca di abbordare la Victory, concentrando il fuoco dei moschetti sul ponte superiore. Durante questo scontro, Nelson viene ferito a morte da un tiratore scelto. L’intervento tempestivo di altre navi britanniche, come la Temeraire, è cruciale per sopraffare la Redoutable e la Bucentaure, che alla fine si arrendono. L’ammiraglio Villeneuve viene fatto prigioniero.La reazione dell’avanguardia
L’avanguardia della flotta franco-spagnola, sotto il comando del contrammiraglio Dumanoir, riceve l’ordine di tornare indietro per prestare soccorso al centro impegnato nello scontro. Tuttavia, la manovra di inversione è lenta e solo alcune delle navi riescono a eseguirla con sufficiente rapidità e decisione. L’azione di queste navi arriva troppo tardi e non riesce a influenzare l’esito dello scontro principale, che si sta già concludendo con la vittoria britannica.L’esito della battaglia
La battaglia termina nel tardo pomeriggio con la netta sconfitta della flotta franco-spagnola. Molte navi vengono catturate o si arrendono, mentre quelle che riescono a fuggire si dirigono verso Cadice. Le navi britanniche, sebbene danneggiate, mantengono l’ordine e iniziano le riparazioni in vista di una tempesta in arrivo. La vittoria britannica è il risultato della strategia audace di Nelson, della maggiore efficienza dell’artiglieria e della disciplina superiore degli equipaggi, fattori che si sono contrapposti agli errori di manovra e alla minore preparazione delle forze franco-spagnole.[/membership]La vittoria britannica a Trafalgar fu davvero solo una questione di tattica e disciplina, o il capitolo ignora fattori strutturali e contestuali più profondi?
Il capitolo offre un resoconto dettagliato dello scontro tattico, ma la sua focalizzazione esclusiva sugli eventi del 21 ottobre rischia di presentare l’esito come determinato unicamente dalle decisioni immediate e dalla performance sul campo. Per comprendere appieno perché la flotta britannica fosse in grado di attuare una strategia audace e perché quella franco-spagnola si trovasse in una condizione di “minore preparazione”, è essenziale esplorare il contesto storico, politico ed economico degli anni precedenti. Approfondire la storia navale del periodo napoleonico, le politiche di finanziamento e addestramento delle marine, la logistica e l’evoluzione tecnologica delle navi da guerra può fornire una prospettiva più completa. Autori come N.A.M. Rodger o Andrew Lambert offrono spunti fondamentali in tal senso.4. Dopo la Tempesta, l’Eredità
Dopo la battaglia di Trafalgar, il viceammiraglio Collingwood si trova ad affrontare l’arrivo di una burrasca. La sua flotta è danneggiata e ha molte navi nemiche catturate al seguito. Nonostante l’ordine dato da Nelson prima di morire di ancorare, Collingwood decide di portare le navi verso il mare aperto. Vuole evitare che restino intrappolate vicino a Cadice. Questa scelta, però, causa diversi incidenti e disperde la flotta.La Tempesta e le Navi Perdute
La tempesta dura per diversi giorni. Durante questo tempo, la maggior parte delle navi catturate va persa. Tra queste ci sono la Fougueux, la Redoutable, la Bucentaure e la Santísima Trinidad. Le operazioni per cercare di salvare le navi e gli uomini sono molto difficili e pericolose a causa del maltempo.La Sortita da Cadice e il Destino dei Prigionieri
La flotta franco-spagnola rimasta a Cadice tenta una sortita, guidata da Cosmao-Kerjulien. Riescono a recuperare alcune navi. Questo spinge Collingwood a ordinare che le prede rimaste vengano distrutte per evitare che il nemico le riprenda. Purtroppo, molti feriti che si trovavano a bordo delle navi affondate perdono la vita. Collingwood dimostra umanità verso i feriti spagnoli. Organizza il loro trasferimento a terra e scambia prigionieri con il governatore di Cadice. I prigionieri francesi, invece, non ricevono lo stesso trattamento e restano in cattività.L’Eredità Strategica di Trafalgar
La vittoria di Trafalgar assicura al Regno Unito il dominio dei mari per i cento anni successivi. La tattica usata da Nelson, audace e innovativa, diventa un modello. Consiste nello spezzare la linea di battaglia nemica per concentrare il fuoco su una parte della flotta avversaria. Tuttavia, con il passare del tempo e l’arrivo di nuove tecnologie, come le navi corazzate e i cannoni a lunga gittata, la tattica di Nelson diventa superata.L’Evoluzione della Guerra Navale
Le battaglie navali successive mostrano come la strategia debba adattarsi ai progressi tecnologici. Nella battaglia di Tsushima e poi nello Jutland, si preferiscono manovre a distanza, come il “tagliare la T”. L’epoca delle grandi flotte di corazzate raggiunge il suo culmine nello Jutland, ma il loro ruolo inizia a diminuire. L’ascesa del potere aereo durante la Seconda Guerra Mondiale segna la fine della supremazia navale basata sulle grandi navi di linea tradizionali.I Destini dei Comandanti e il Costo Umano
I destini personali dei comandanti riflettono l’esito della battaglia. Nelson riceve un funerale di stato e diventa un eroe per la nazione. L’ammiraglio francese Villeneuve, sconfitto e umiliato, muore in circostanze non chiare, probabilmente suicida. L’ammiraglio spagnolo Gravina muore a causa delle ferite riportate. Molti ufficiali britannici che hanno combattuto a Trafalgar fanno carriera e diventano figure centrali nella Royal Navy. Le perdite umane nella battaglia sono molto alte, soprattutto per la flotta combinata franco-spagnola.La Vita a Bordo
La vita a bordo delle navi è estremamente dura, con poche possibilità di contatto con le famiglie a terra. Le donne a bordo sono rare e hanno un ruolo marginale. Anche figure note come Emma Hamilton, l’amante di Nelson, affrontano difficoltà dopo la morte dell’ammiraglio, a differenza della moglie di Nelson.Il capitolo afferma che la tattica di Nelson divenne superata con le nuove tecnologie, ma spiega davvero perché? O si limita a elencare sviluppi successivi senza chiarire il nesso causale?
Il capitolo tocca il tema dell’evoluzione della guerra navale, citando l’impatto delle nuove tecnologie e battaglie successive come Tsushima e Jutland. Tuttavia, non approfondisce sufficientemente i meccanismi specifici per cui innovazioni come l’artiglieria a lunga gittata e le corazzate resero meno efficace o più rischiosa la tattica di Nelson di spezzare la linea a distanza ravvicinata. Per comprendere appieno questa transizione strategica, è fondamentale studiare la storia della tecnologia navale e la teoria tattica dell’epoca. Approfondire autori che trattano di strategia navale e storia militare può fornire il contesto necessario.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]