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Tokyo tutto l’anno. Viaggio sentimentale nella grande metropoli

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Tokyo si manifesta come una città di dualità estreme. Il cambiamento superficiale e rapido coesiste con tradizioni profonde e durature. Questa tensione si rivela nella stratificazione della città, nei suoi paesaggi urbani e nei riti che scandiscono il tempo. L’esplorazione di Tokyo si compie attraverso le stagioni dell’anno, osservando come ogni periodo porti con sé specifiche usanze e come i differenti quartieri incarnino aspetti di questa complessità. Dai santuari millenari ai centri della moda giovanile, dalle architetture storiche alle nuove costruzioni, ogni luogo e ogni momento dell’anno aggiungono uno strato alla comprensione di questa metropoli in perenne equilibrio tra nuovo e antico.

1. Tokyo: Strati di Tempo e Spazio

Tokyo cambia aspetto velocemente, come un bambino che cresce, ma mantiene legami profondi con le sue tradizioni. Questa città è un mix continuo di influenze orientali e occidentali, un luogo dove il nuovo e l’antico convivono, creando una realtà complessa e stratificata. L’aspetto superficiale, fatto di mode e negozi, appare e scompare con grande rapidità, riflettendo un cambiamento costante. Eppure, riti antichi e usanze sociali resistono nel tempo, offrendo un senso di stabilità. Questa dualità rende la città un organismo vivente in continua trasformazione, ma saldamente ancorato al suo passato.

Il Capodanno: Rituali Antichi e Folle Moderne

Il periodo del Capodanno mostra bene questo contrasto tra cambiamento e tradizione. Molte persone visitano i santuari per la prima preghiera dell’anno, chiamata hatsumōde. Questa usanza, relativamente recente, attira grandi folle nei santuari principali, diventando un evento di massa. Altri preferiscono recarsi ai santuari di quartiere, che sono più legati alla vita quotidiana e familiare delle persone. Nella notte di Capodanno si suonano 108 rintocchi di campana, un gesto simbolico per liberarsi dalle passioni terrene. Le case e i negozi si decorano con pino (kadomatsu) e paglia (shimekazari), gesti che richiamano il passato e servono ad accogliere gli spiriti e ad allontanare il male.

Harajuku: Dove Oriente e Occidente si Incontrano

Quartieri come Harajuku mostrano bene questa unione di nuovo e antico, di Oriente e Occidente. La via della moda giovanile Takeshita-dōri, con il suo rapido succedersi di stili e tendenze, ne è un esempio lampante di cambiamento veloce. A pochi passi, però, si trova il santuario Meiji-jingū, un’oasi di pace dedicata all’imperatore Meiji e all’imperatrice Shoken. Accanto al santuario c’è il parco Yoyogi, una vasta foresta artificiale che richiama la natura e la spiritualità shintoista nel cuore della metropoli moderna. Questo contrasto nello stesso luogo evidenzia la natura stratificata e complessa della città, dove lo spirito tradizionale convive con l’energia del nuovo.



Come può un’usanza definita “relativamente recente” e descritta come un “evento di massa” rappresentare la “tradizione profonda” e l'”ancoraggio al passato” di Tokyo?
Il capitolo utilizza il hatsumōde come esempio della persistenza della tradizione, pur riconoscendo che si tratta di un’usanza recente e di massa. Questo solleva un interrogativo fondamentale sulla natura della tradizione stessa: è un elemento statico o si trasforma radicalmente nel tempo e con la partecipazione di massa? Per comprendere meglio questa dinamica, è utile esplorare i campi della sociologia urbana e dell’antropologia dei rituali. Studiosi come David Harvey o Ian Reader offrono strumenti concettuali per analizzare come le pratiche sociali e religiose si adattino e cambino nel contesto della modernità e della crescita urbana.


2. Tokyo: Strati di tempo e rituali stagionali

Tokyo è una città dove il tempo si deposita in strati visibili, dalla sua storia antica ai ritmi moderni, e dove i rituali stagionali scandiscono la vita quotidiana. I mesi di febbraio e marzo, in particolare, segnano un passaggio importante dall’inverno alla primavera, portando con sé tradizioni e cambiamenti nel paesaggio urbano e naturale.

Febbraio: Tra freddo e primi segni di primavera

Febbraio è conosciuto come Kisaragi e i suoi nomi antichi riflettono sia il freddo che richiede di indossare più vestiti, sia il graduale risveglio dell’energia vitale della primavera. Altri nomi evocano l’apparizione dei primi fiori e lo sciogliersi della neve. Nel periodo Edo, antiche credenze legate alla presenza di divinità potevano limitare gli spostamenti, rendendo a volte necessario scegliere percorsi indiretti. All’inizio dell’anno, il Kakizome è un rituale diffuso: si scrivono auguri e obiettivi per l’anno nuovo su fogli di carta che vengono poi appesi in casa come buon auspicio.

Setsubun: Cacciare i demoni e accogliere la fortuna

Febbraio è anche il mese del Setsubun, un momento che segna ufficialmente il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile secondo l’antico calendario lunare. La pratica più nota è il Mame-maki, che consiste nel lanciare fagioli di soia tostati per scacciare i demoni (oni) e la sfortuna, invocando al contempo la buona sorte. Spesso un adulto si maschera da oni per rendere il rituale più vivido, specialmente per i bambini. È tradizione mangiare un numero di fagioli pari alla propria età per augurarsi buona salute. Un altro rituale legato al Setsubun è mangiare l’ehō-maki, un rotolo di sushi lungo e non tagliato, in silenzio e rivolti verso una direzione considerata fortunata per l’anno in corso.

Marzo: La crescita rigogliosa e nuovi inizi

Marzo è chiamato Yayoi, un nome che richiama la crescita rigogliosa della vegetazione che si risveglia dopo l’inverno. È un mese di transizione e cambiamento, segnato da cerimonie di diploma che concludono percorsi di studio e dall’inizio di nuove fasi di vita. Molti studenti, ad esempio, si trasferiscono per iniziare a vivere da soli, dando il via a un nuovo capitolo. L’arrivo dell’uguisu, un piccolo uccello dal canto melodioso e caratteristico, è considerato un annuncio tradizionale dell’arrivo della primavera. In questo periodo, con l’aumento dei pollini di cedro nell’aria, si nota un incremento nell’uso delle mascherine protettive tra la popolazione.

La Festa delle Bambine e i fiori di primavera

Il 3 marzo si celebra l’Hina-matsuri, la Festa delle Bambine. Questa ricorrenza celebra la crescita sana e il benessere delle bambine. Nelle case e nei luoghi pubblici si espongono set di bambole rituali (hina-ningyō) che rappresentano la corte imperiale e si preparano cibi simbolici. Verso la fine di febbraio e per tutto il mese di marzo, il paesaggio si trasforma con la fioritura dei pruni, che precede e annuncia la più celebre e attesa fioritura dei ciliegi.

Tokyo: Una città costruita su strati di storia

La storia di Tokyo, anticamente conosciuta come Edo, è una narrazione di trasformazione da una cittadina di mare a una delle più grandi megalopoli del mondo. Questa crescita è stata possibile grazie a vasti lavori di bonifica del territorio e allo sviluppo di una complessa e capillare rete di trasporti che collega ogni angolo della città e oltre. La Stazione di Tokyo, inaugurata nel 1914, rappresenta un nodo centrale di questa rete. La sua architettura imponente riflette diverse epoche e stili, ed è un luogo di transito per un elevatissimo numero di persone ogni giorno.

Luoghi iconici: Dalla Stazione al Palazzo Imperiale

L’area di Marunouchi, situata vicino alla Stazione di Tokyo, è caratterizzata da un mix di edifici storici ben conservati e nuove costruzioni, mostrando una stratificazione di altezze e stili architettonici. Il Palazzo Imperiale sorge sul sito dell’antico Castello di Edo. È circondato da un fossato con caratteristiche uniche, che testimoniano la maestria ingegneristica e il vasto lavoro di modifica del territorio realizzato nei secoli passati per creare la fortezza e, successivamente, la moderna capitale.

Shinjuku: Due volti di una metropoli dinamica

Il quartiere di Shinjuku, il cui nome storico risale al XVII secolo e significa “Nuovi alloggiamenti” in riferimento a un sistema di stazioni di posta (Sankin Kōtai), presenta oggi una netta divisione tra le sue aree. Shinjuku Ovest è l’immagine della modernità ordinata, dominata da imponenti grattacieli come la futuristica Torre Cocoon. Shinjuku Est, al contrario, è un’area densa e caotica, vibrante di energia. Qui si trovano zone famose come Kabuki-chō, un tempo legate anche alla prostituzione e ora fulcro della vita notturna e dell’intrattenimento, e Golden-gai, un labirinto di stretti vicoli con piccoli bar che conservano un’atmosfera nostalgica. Un altro angolo suggestivo è Omoide-yokochō, noto come “Memory Lane”, anch’esso caratterizzato da piccoli locali tradizionali. All’uscita ovest della stazione di Shinjuku si trova l’Occhio di Shinjuku, un’installazione artistica iconica. Infine, il Municipio di Tokyo (Tochō) è un imponente edificio governativo situato a Shinjuku Ovest, noto per i suoi osservatori panoramici gratuiti e per un’architettura che fonde elementi estetici giapponesi e occidentali.

Ma questi ‘strati di tempo’ e i rituali stagionali descritti nel capitolo si fondono davvero nella vita quotidiana di Tokyo, o restano elementi separati?
Il capitolo, pur presentando in modo efficace sia i ritmi stagionali scanditi dai rituali che le stratificazioni storiche e urbanistiche di Tokyo, non approfondisce sufficientemente come questi due aspetti si influenzino reciprocamente o si manifestino concretamente nell’esperienza quotidiana dei suoi abitanti. Per esplorare questa complessa interazione, sarebbe utile rivolgersi a studi di antropologia urbana o sociologia delle città, cercando autori che abbiano analizzato il rapporto tra tradizioni culturali e modernità nelle grandi metropoli giapponesi.


3. La Primavera di Tokyo tra Fiori e Tradizioni

Aprile a Tokyo è dominato dalla fioritura dei ciliegi, i famosi `sakura`. Questo evento, chiamato `hanami`, è fondamentale nella cultura giapponese e simboleggia la bellezza effimera e la caducità della vita, poiché i fiori durano pochissimo. La loro brevità li rende particolarmente significativi. Esistono numerose varietà di ciliegi, che in passato erano legati agli dèi delle risaie, un legame che sottolinea l’importanza della natura e dei cicli agricoli nella tradizione giapponese.

Altri Eventi di Aprile

Oltre ai ciliegi, aprile segna altre date significative nel calendario tradizionale giapponese. Intorno al 5 aprile si celebra `Seimei`, un momento dedicato alla purezza e all’osservazione della natura, che invita alla contemplazione del paesaggio primaverile. L’8 aprile ricorre la nascita del Buddha, festeggiata con l’`Hanamatsuri`, il “festival dei fiori”, che prevede rituali speciali come quelli che si tengono al tempio Sensō-ji. Infine, il 13 aprile è il giorno del `Jūsan-mairi`, una visita al tempio che i tredicenni compiono per invocare saggezza e buona sorte per il loro futuro.

Maggio: Il Mese del Riso e del Tè

Con l’arrivo di maggio, chiamato `Satsuki`, il clima cambia, portando un caldo più umido che annuncia l’estate imminente. Questo mese è tradizionalmente legato al trapianto del riso, un’attività agricola cruciale che segna un passaggio importante nel ciclo produttivo. Intorno al 2 maggio si celebra l’`Hachijūhachi-ya`, che significa “ottantotto notti” dopo l’inizio della primavera, un momento chiave per la raccolta del tè. Il tè è una bevanda che riveste un ruolo centrale nella cultura e nelle relazioni sociali in Giappone, e questa data ne celebra l’importanza stagionale.

La Golden Week e il Giorno dei Bambini

Tra la fine di aprile e l’inizio di maggio si concentra un periodo di festa noto come Golden Week, che unisce diverse ricorrenze nazionali in pochi giorni. Una delle date più sentite e visivamente riconoscibili è il 5 maggio, il Giorno dei Bambini (`Kodomo no hi`). In questa occasione, si usano le carpe a vento, i `koi-nobori`, che vengono issate all’esterno delle case. Queste colorate carpe sventolano simboleggiando la forza, la perseveranza e la prosperità per i bambini e per l’intera famiglia, riflettendo l’augurio di una crescita sana e forte.

Asakusa e il Sanja Matsuri

A metà maggio, il quartiere storico di Asakusa si anima con il Sanja Matsuri, un festival vivace e popolare che celebra la cultura locale e onora i fondatori del tempio Sensō-ji. Asakusa è un’area che incarna la resilienza di Tokyo e mescola in modo affascinante sacro e profano. Questa fusione è evidente nella sua iconica porta Kaminari-mon, con il suo grande lampione rosso, e nella via commerciale Nakamise-dori, che conduce al tempio e offre un’esperienza vibrante di bancarelle e tradizioni. Il festival stesso è un’esplosione di energia che attira visitatori da ogni dove.

La Tokyo Tower

Un simbolo della modernizzazione e della rinascita di Tokyo dopo la guerra è la Tokyo Tower, completata nel 1958. Questa imponente struttura, alta 333 metri, fu ispirata alla Torre Eiffel e divenne rapidamente un’icona della città in crescita. Dalla sua piattaforma panoramica, offre una vista mozzafiato sulla vasta metropoli. La sua illuminazione cambia colore in base alle stagioni o alle occasioni speciali, rendendola un punto di riferimento visibile e dinamico nel panorama urbano notturno. La sua costruzione fu un segno tangibile della nuova energia del Giappone del dopoguerra.

Contrasti e Luoghi Insoliti

Tokyo, pur essendo una metropoli densamente popolata e frenetica, offre sorprendenti contrasti e spazi inattesi che rivelano diverse sfaccettature della vita urbana e culturale. Luoghi come il Meguro Gajoen mostrano un’opulenza storica e dettagli artistici unici, quasi nascosti nel tessuto urbano moderno, con sale decorate e un lussuoso bagno decorato in oro che testimoniano un passato sfarzoso. Un’altra prospettiva originale sulla città e sull’interdipendenza tra diverse forme di vita si trova nel Museo dei Parassiti a Meguro, un luogo insolito che invita a riflettere sull’invisibile e sulla complessità del mondo naturale e umano.

Il ‘Mal di Maggio’

Maggio è anche noto per un fenomeno culturale chiamato `gogatsu-byō`, traducibile come ‘mal di maggio’. Questa espressione descrive una sensazione di stanchezza, apatia o leggera depressione che colpisce molte persone, spesso legata allo stress accumulato dopo l’inizio dell’anno lavorativo e scolastico a aprile. Storicamente, maggio era considerato un mese potenzialmente difficile, associato a malanni e energie negative, e per questo si svolgevano rituali specifici per allontanare le sfortune e proteggersi. Questa percezione riflette forse l’intensità del passaggio stagionale e le pressioni sociali che si manifestano in questo periodo.

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Ma quale sarebbe, in definitiva, il filo logico che lega divinità shinto, stazioni ferroviarie, librerie antiche e la tragedia anonima dei suicidi?
Il capitolo presenta una serie di osservazioni affascinanti su Tokyo, spaziando dalle tradizioni stagionali all’infrastruttura urbana, dai quartieri iconici ai fenomeni sociali estremi. Tuttavia, questa ricchezza di dettagli rischia di rimanere un mero elenco di elementi coesistenti se non viene esplicitato un quadro analitico che ne spieghi le interconnessioni, le tensioni o le reciproche influenze. Manca un’argomentazione che dia senso a questa giustapposizione di “strati” diversi, mostrando come la rete ferroviaria si leghi al folklore urbano, o perché la vitalità delle feste conviva con la “tristezza anonima” dei suicidi. Per superare questa frammentazione e costruire una comprensione più profonda della complessità urbana, sarebbe opportuno integrare prospettive dalla sociologia urbana, dall’antropologia della città o dagli studi culturali, discipline che offrono strumenti per analizzare come i diversi aspetti della vita urbana si intreccino e si definiscano a vicenda.


7. Dicembre: Riti di Chiusura e Nuovi Inizi

Dicembre, conosciuto come Shiwasu, segna un momento di passaggio cruciale, essendo la fine dell’anno nel calendario di oggi e l’inizio in quello antico. È un mese caratterizzato dal freddo intenso, chiamato kukan, e dall’attesa della primavera, detta harumachi-zuki. L’atmosfera è carica di attesa e riflessione, mentre si prepara il terreno per il nuovo ciclo. Questo periodo unisce l’anno che finisce con quello che sta per arrivare, ed è tradizionalmente dedicato a mettere ordine e a fare regali.

Prepararsi al Nuovo Anno

Una pratica importante è l’ō-sōji, le grandi pulizie, che anticamente iniziavano il 13 dicembre per preparare la casa ad accogliere il nuovo anno. Questo gesto non è solo pratico, ma ha un profondo significato simbolico, servendo a purificare l’ambiente e a lasciare alle spalle le impurità dell’anno vecchio. Questa usanza si è diffusa nel tempo e oggi include la pulizia profonda non solo delle case private, ma anche di santuari e templi, coinvolgendo l’intera comunità. Definire chiaramente l’inizio e la fine dell’anno attraverso questi riti aiuta a dare ordine e struttura al tempo che scorre, creando un senso di rinnovamento. È un modo per chiudere un ciclo e prepararsi mentalmente e fisicamente per quello che verrà.La tradizione dei doni di fine anno, chiamati o-seibo, serve a mostrare gratitudine verso le persone importanti. Questa usanza si è trasformata nel tempo, passando dalle visite di persona all’invio dei regali per posta, rendendo più semplice mantenere i legami a distanza. Allo stesso modo, le cartoline augurali, le nengajō, un tempo scritte all’inizio dell’anno, oggi si spediscono a dicembre per farle arrivare il 1° gennaio. Queste cartoline contengono frasi fatte e immagini simboliche, e sono uno strumento importante per mantenere vivi i rapporti sociali e percepire il passare del tempo in modo tangibile.Dicembre include anche la celebrazione del Natale. In Giappone, questa festa è vissuta in modo diverso rispetto alla tradizione occidentale, assumendo un carattere più romantico e commerciale che religioso. Le strade si illuminano di decorazioni e le coppie festeggiano con cene speciali. Ha forti legami con la stagione invernale e contribuisce all’atmosfera festiva del mese, pur non essendo una ricorrenza tradizionale giapponese. La sua presenza nel calendario di dicembre si inserisce nel clima generale di preparazione e attesa che caratterizza il periodo.

Tokyo: Tra Passato e Presente

Tokyo offre luoghi che mostrano bene il contrasto tra tradizione e modernità che caratterizza il Giappone. Nihon-bashi, il “Ponte del Giappone”, era in passato il punto di partenza delle strade di Edo e il riferimento per misurare le distanze in tutto il paese. La sua bellezza storica è stata alterata da una strada sopraelevata costruita per le Olimpiadi del 1964, un esempio del compromesso urbano tra sviluppo e conservazione. Tuttavia, esistono progetti per ripristinarne l’aspetto originale, simboleggiando l’incontro e la convivenza tra la cultura giapponese, detta wa, e quella occidentale, chiamata yō.Anche i grandi magazzini, come Mitsukoshi, nato nel 1904 da un negozio che esisteva fin dal 1673, e Takashimaya, rappresentano un aspetto importante della vita urbana e del consumo. Sono legati storicamente allo sviluppo delle ferrovie, che hanno facilitato l’accesso ai centri commerciali. Offrono un’esperienza di acquisto molto curata e lussuosa, con dettagli come ascensori azionati a mano e personale dedicato, rivolgendosi principalmente a una clientela benestante in cerca di prodotti di alta qualità.Cat Street, che si trova tra i quartieri vivaci di Harajuku e Shibuya, è un esempio di come Tokyo cambi continuamente e si reinventi. È stata costruita sopra un fiume che ora scorre sotto terra ed è famosa per i suoi negozi alla moda e l’atmosfera giovane e dinamica. Tornare in posti in continua evoluzione come questo permette di creare nuovi ricordi che si stratificano su quelli passati, mostrando la natura inarrestabile del cambiamento e la capacità della città di generare sempre nuove esperienze.

La Notte di Capodanno

La notte di Capodanno, chiamata Ōmisoka, è un momento molto importante e carico di riti. Si preparano cibi speciali per questa occasione, ognuno con un significato simbolico. Tra questi c’è l’o-sechi-ryōri, una serie di piatti colorati e ricchi di auguri per l’anno nuovo, e il toshikoshi-soba, noodles che si mangiano per augurare lunga vita e ricchezza. È usanza rimanere svegli, yo-fukashi, per dare il benvenuto alle divinità dell’anno nuovo e assicurarsi un buon inizio. Molte persone visitano i santuari per la prima preghiera dell’anno, un rito chiamato hatsumōde, accompagnato dai 108 rintocchi della campana, il joya no kane. Questi rintocchi simboleggiano l’eliminazione delle 108 passioni e desideri umani, segnando così il passaggio purificato all’anno che inizia.

Davvero la descrizione di specifici luoghi di Tokyo aggiunge qualcosa di essenziale alla comprensione dei riti di Dicembre, o distrae dal tema principale?
Il capitolo dedica spazio a luoghi come Nihon-bashi o Cat Street, presentandoli come esempi del contrasto tra tradizione e modernità a Tokyo. Tuttavia, il legame tra queste descrizioni urbane e il tema centrale dei riti di chiusura e inizio anno, che caratterizzano il mese di Dicembre, non è esplicitato in modo convincente. Questa sezione rischia di apparire slegata dal resto del testo, che si concentra sulle pratiche stagionali e sul loro significato simbolico. Per comprendere meglio come lo spazio urbano moderno interagisca con le tradizioni stagionali, sarebbe utile approfondire studi di sociologia urbana o geografia culturale, magari leggendo autori che analizzano il rapporto tra città, cultura e ritualità in contesti contemporanei.


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