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Contenuti del libro
Informazioni
“Sumphilosophein. La vita nell’Accademia di Platone. Ediz. illustrata” di Enrico Berti ti porta dentro l’Accademia di Platone ad Atene, un centro di pensiero unico nel suo genere, situato in un ginnasio fuori dalle mura. Qui, Platone e i suoi allievi, tra cui figure come Aristotele, Speusippo e Senocrate, vivevano un’intensa vita accademica, non limitandosi alla filosofia pura. Si dedicavano a studi scientifici avanzati, dalla matematica greca all’astronomia greca, cercando di “salvare le apparenze” celesti e classificare il mondo. Il dibattito filosofico era costante e acceso, mettendo in discussione anche le dottrine centrali come la teoria delle Idee e i principi platonici, con posizioni diverse sul piacere e sul bene. L’Accademia non era isolata dalla realtà; aveva un forte impegno politico, cercando di formare leader e interagendo con il potere, influenzando la politica greca antica. Questo libro ti fa scoprire il “Sumphilosophein”, il filosofare insieme, che animava questo luogo straordinario, mostrando la complessità e l’influenza duratura del pensiero antico.Riassunto Breve
Ad Atene, fuori dalle mura, in un luogo dedicato all’eroe Ecademo, nasce l’Accademia di Platone, un centro di insegnamento filosofico aperto a giovani e pensatori affermati, caratterizzato da libertà di pensiero e dibattito. Platone, dopo viaggi formativi, fonda questo luogo di incontro intellettuale. All’interno si studiano diverse discipline. Un metodo tipico è la definizione tramite divisione, applicato anche alla classificazione di piante e animali, come mostra un aneddoto sulla zucca. La matematica ha un ruolo centrale; si pongono problemi complessi e figure come Eudosso di Cnido rinnovano teorie e contribuiscono alla geometria. Si affrontano anche matematiche applicate come ottica e meccanica. Un problema fondamentale posto da Platone riguarda l’astronomia: trovare movimenti uniformi per spiegare i fenomeni celesti, ovvero “salvare le apparenze”. Questo porta alla prima teoria scientifica greca, il modello dell’universo a due sfere con la Terra immobile al centro. Platone descrive l’universo come una sfera animata mossa da un’anima del mondo, con astri che generano movimenti complessi. Eudosso è il primo a proporre ipotesi per spiegare i moti celesti con sfere omocentriche, un sistema rielaborato da Callippo e Aristotele, che introduce sfere retrograde per neutralizzare i movimenti. Nonostante ciò, emergono critiche per le variazioni di luminosità e dimensione dei pianeti. Eraclide Pontico propone la rotazione della Terra sul proprio asse e suggerisce che Venere e Mercurio orbitino attorno al Sole. Nelle opere platoniche si affronta la questione dei movimenti celesti per argomentare l’esistenza divina, con riferimenti a teorie come quelle di Eudosso e Aristotele, e si considera l’ipotesi della rotazione terrestre. Parallelamente, la dottrina delle Idee è un pilastro del pensiero platonico: le Idee sono realtà universali ed eterne, modelli per il mondo sensibile, essenziali per conoscenza ed etica. Platone stesso, però, evidenzia le difficoltà di questa dottrina, come il problema della partecipazione e del “terzo uomo”. Nell’Accademia si sviluppa un dibattito acceso sulle Idee. Gli “amici delle Idee” le difendono come realtà immobili separate. Aristotele critica queste argomentazioni, suggerendo che gli universali siano immanenti alle cose. Eudosso tenta una “mescolanza” tra Idee e sensibile, ma Aristotele la rifiuta. Speusippo, successore di Platone, abbandona le Idee, ponendo i numeri matematici come realtà primarie. Senocrate, successore di Speusippo, cerca una conciliazione identificando Idee e numeri matematici, una posizione criticata da Aristotele per non distinguere tra numeri ideali e matematici. Nonostante le critiche, la riflessione sulle Idee porta Aristotele a individuare la causa formale, sostituendo le Idee separate con le forme immanenti. Nel pensiero platonico si identifica un principio supremo, l’Idea del Bene, origine di ogni cosa, paragonata al sole. Successivamente si introducono i principi di Limite e Illimitato. Testimonianze antiche parlano di un corso di Platone “Sul Bene” dove si identifica il Bene con l’Uno, principio matematico e metafisico, con un metodo di riduzione ai principi primi, l’Uno e la Diade indefinita. Speusippo sviluppa una propria dottrina dei principi, divergendo da Platone, con piani ontologici distinti e il Bene separato dal principio primo. Senocrate tenta di recuperare i principi platonici, divinizzando l’Uno e la Diade. Aristotele critica i predecessori per non aver riconosciuto la necessità di un terzo principio e introduce materia, forma e privazione, oltre alle quattro cause. Postula l’esistenza di motori immobili, causa efficiente prima, identificabili con divinità, per spiegare i movimenti celesti. Nell’Accademia si discute anche sul piacere e il bene. Eudosso identifica il piacere con il sommo bene, argomentando dalla tendenza universale verso di esso. Speusippo contesta radicalmente, negando che il piacere sia un bene e definendolo un processo. Platone cerca una via intermedia, riconoscendo alcuni piaceri come beni ma rifiutando che sia il sommo bene, suggerendo una vita mista di piacere e saggezza e classificando il piacere nell'”infinito”. Aristotele interviene, sostenendo che il piacere è sempre un bene, legato all’attività, ma non il bene supremo, e lo considera un complemento della felicità. Parallelamente alle riflessioni filosofiche, emerge l’impegno politico. Platone, deluso dalla politica ateniese, tenta di influenzare Siracusa, ma fallisce. Arriva a concepire le leggi come guida. Isocrate, retore rivale, promuove un ideale panellenico e una formazione politica basata sulla retorica, criticando la filosofia astratta. Aristotele critica la retorica di Isocrate, ma la insegna nell’Accademia, considerandola strumento politico. La rivalità tra Accademia e scuola di Isocrate si manifesta anche nell’influenza su Cipro. L’Accademia, sotto Speusippo e Senocrate, stabilisce legami con la corte macedone, cercando di influenzare Filippo II e Alessandro Magno, testimoniando il prestigio politico e l’aspirazione a formare classi dirigenti attraverso la filosofia.Riassunto Lungo
1. Alle Origini del Pensiero Accademico
L’Accademia di Platone, un centro di insegnamento filosofico, nasce ad Atene. Questo luogo di apprendimento viene fondato in un ginnasio situato fuori dalle mura della città, in un’area verde e tranquilla dedicata all’eroe Ecademo. La nascita dell’Accademia è strettamente legata al ritorno di Platone ad Atene, dopo una serie di viaggi significativi. Durante questi viaggi, Platone entra in contatto con diverse scuole di pensiero e figure di spicco, esperienze che contribuiscono in modo determinante alla maturazione della sua filosofia e delle sue idee politiche. L’Accademia si afferma rapidamente come un vivace punto di riferimento per la cultura dell’epoca, diventando un luogo di incontro e di confronto aperto sia a giovani desiderosi di conoscenza, sia a pensatori già affermati e riconosciuti.Libertà di pensiero e figure di spicco
Una delle caratteristiche più importanti dell’Accademia platonica è l’atmosfera di libertà intellettuale che la anima. In questo contesto stimolante, la scuola accoglie pensatori e discepoli con una varietà di idee, anche molto diverse da quelle del fondatore. Un esempio significativo di questa apertura è rappresentato da Speusippo, nipote di Platone e suo successore alla guida dell’Accademia. Nonostante non condividesse pienamente la dottrina delle Idee, Speusippo viene scelto da Platone come suo successore, dimostrando una notevole tolleranza verso le diverse interpretazioni del pensiero filosofico. Anche Senocrate, che succede a Speusippo, prosegue su questa linea, cercando attivamente un dialogo e una conciliazione tra diverse correnti filosofiche. Infine, Aristotele, forse il più celebre tra gli allievi di Platone, pur sviluppando un pensiero originale e critico nei confronti di alcuni aspetti della filosofia platonica, conserva sempre un profondo rispetto e ammirazione per il suo maestro, riconoscendone l’importanza fondamentale.Un modello di scuola filosofica
L’Accademia non rappresenta solamente un luogo fisico ad Atene, ma si configura anche come un vero e proprio percorso di crescita intellettuale e spirituale. Diverse storie e aneddoti, come quelli che riguardano figure come Assiotea, una donna che si traveste da uomo per poter studiare filosofia, e il contadino di Corinto, che abbandona la sua vita rurale per dedicarsi alla ricerca filosofica, testimoniano la forte capacità di attrazione esercitata dalla filosofia platonica. Questi esempi concreti mostrano come l’Accademia riesca a ispirare persone provenienti da contesti sociali e culturali molto diversi, spingendole a dedicare la propria esistenza alla ricerca della conoscenza e della verità. L’Accademia di Platone diventa quindi un modello influente per le scuole filosofiche successive, un luogo in cui la discussione aperta, il confronto dialettico e la libertà di pensiero vengono considerati valori essenziali per la crescita intellettuale e per l’avanzamento della conoscenza. In questo modo, l’Accademia anticipa l’importanza cruciale del pensiero critico e della libertà intellettuale per lo sviluppo della filosofia e del pensiero occidentale.Ma l’Accademia platonica era davvero un’isola di libertà intellettuale incontaminata, o risentiva delle dinamiche sociali e politiche ateniesi, magari escludendo voci dissenzienti o marginalizzate?
Il capitolo presenta l’Accademia come un modello idilliaco di libertà di pensiero, quasi isolato dal contesto storico e sociale in cui sorge. Tuttavia, è lecito interrogarsi se questa libertà fosse realmente illimitata e inclusiva. Per comprendere meglio i vincoli e le reali aperture dell’Accademia, sarebbe utile approfondire la storia sociale e politica dell’Atene del IV secolo a.C., studiando le dinamiche di potere, le forme di esclusione sociale e le limitazioni alla libertà di espressione esistenti all’epoca. Autori come Luciano Canfora, esperto del mondo antico, potrebbero offrire spunti utili per contestualizzare criticamente il ruolo e la natura dell’Accademia platonica.2. Il Cosmo e la Classificazione: L’Accademia di Platone
L’Accademia di Platone si dedicava a molte attività intellettuali.Classificazione e Logica
Un esempio di queste attività è descritto in un frammento comico. Questo frammento racconta di Accademici intenti a classificare piante e animali, prendendo come esempio la zucca. Anche se l’episodio è comico e scherzoso, mostra un metodo tipico dell’Accademia: definire gli oggetti attraverso la divisione. Questo metodo si ritrova anche nei dialoghi di Platone. Durante le discussioni, ci si chiedeva se la zucca fosse un vegetale rotondo, una verdura o un albero. Questo modo di ragionare dimostra un approccio logico e concettuale alla classificazione.La Centralità della Matematica
La matematica era molto importante nell’Accademia. Platone stesso proponeva problemi matematici difficili per stimolare la ricerca. Eudosso di Cnido fu una figura di spicco. Rinnovò la teoria delle proporzioni e diede un contributo importante alla geometria con l’analisi e il diorismo. L’Accademia si interessava anche alle applicazioni pratiche della matematica, come l’ottica e la meccanica. Questo interesse era in linea con il programma educativo descritto da Platone nella Repubblica. Questo programma prevedeva dieci anni di studio della matematica prima di dedicarsi alla filosofia.L’Astronomia e il Modello dell’Universo
Platone pose un problema fondamentale per l’astronomia. Chiese di trovare movimenti uniformi e regolari per spiegare i fenomeni celesti, cioè di “salvare le apparenze”. Questa domanda diede inizio alle prime teorie astronomiche greche. La prima teoria scientifica in astronomia fu il modello dell’universo a due sfere. In questo modello, la Terra sferica e immobile è al centro, mentre una sfera celeste rotante la circonda. Platone descriveva l’universo come una sfera viva, mossa da un’anima del mondo, con un movimento circolare perfetto. Per misurare il tempo, introdusse il Sole, la Luna e i pianeti. Ognuno di questi corpi celesti aveva la propria orbita, creando movimenti complessi e apparentemente irregolari. Questi movimenti, chiamati poeticamente “danze”, erano studiati matematicamente per capire l’ordine nascosto che li governava.La Formazione Politica e l’Impegno Civile
L’Accademia non era solo un centro di studi scientifici. Aveva anche lo scopo di formare persone per la politica. Plutarco racconta che alcuni allievi di Platone divennero legislatori e strateghi, influenzando la politica di diverse città. Al contrario, Erodico di Seleucia criticò l’Accademia, accusando alcuni allievi di comportamenti da tiranni. Nonostante queste diverse opinioni, è chiaro che gli Accademici si impegnavano in politica. Questo impegno era coerente con l’obiettivo di Platone di formare governanti saggi. Le attività di classificazione logica, matematica e astronomia facevano parte di un progetto educativo più ampio. Questo progetto mirava a preparare individui capaci di guidare la città.Se l’Accademia poneva così tanta enfasi sulla matematica e la logica, come si concilia la descrizione dell’universo di Platone come una “sfera vivente” animata da un’anima del mondo con un approccio scientifico e razionale?
Il capitolo descrive l’Accademia come un centro di studi logici e matematici, ma poi introduce la visione di Platone di un universo animato. Questa visione cosmologica sembra discostarsi da un approccio puramente razionale e scientifico. Per comprendere meglio questa apparente incongruenza, sarebbe utile approfondire i dialoghi di Platone come il Timeo e la Repubblica, dove Platone espone le sue idee cosmologiche. Inoltre, si potrebbe esplorare la letteratura critica su Platone per capire come gli studiosi interpretano il rapporto tra la sua metafisica e il suo interesse per la scienza.3. L’Universo di Sfere: Eudosso, Aristotele ed Eraclide alla Ricerca dell’Ordine Celeste
Il contributo di Eudosso
Eudosso di Cnido fu il primo pensatore greco a cercare una spiegazione per i movimenti degli astri celesti. Cercava una risposta al problemaKeyWord:posto da Platone sulla natura dei movimenti celesti. Eudosso propose una soluzione basata suKeyWord:sfere omocentriche. Questa ideaKeyWord:ebbe molta importanza per diversi secoli, anche perché fuKeyWord:ripresa e sviluppata da Aristotele. EudossoKeyWord:pensava che il movimento di ogni corpo celeste, compresi il Sole e la Luna,KeyWord:fosse il risultato della combinazione dei movimenti di più sfere concentriche. Per spiegare il moto del Sole e della Luna,KeyWord:immaginò tre sfere, mentre per i pianeti neKeyWord:ipotizzò quattro. La sfera più esternaKeyWord:era quella delle stelle fisse,KeyWord:comune a tutti gli astri.I perfezionamenti di Callippo e Aristotele
Callippo, allievo di Eudosso,KeyWord:migliorò il sistema del maestro,KeyWord:aumentando il numero di sfere per spiegare meglio i fenomeni celesti osservati. CallippoKeyWord:aggiunse altre sfere per il Sole, la Luna e i pianeti,KeyWord:arrivando a un totale di 33 sfere. AristoteleKeyWord:accettò l’idea di Eudosso e Callippo, maKeyWord:introdusse ulteriori modifiche, in particolare le sfere retrograde. Queste sfere aggiuntiveKeyWord:servivano a bloccare la trasmissione del movimento tra le sfere. In questo modo,KeyWord:il movimento di ogni pianetaKeyWord:dipendeva solo dal suo specifico sistema di sfere. AristoteleKeyWord:aumentò il numero totale di sfere a 55 o 47, a cuiKeyWord:aggiunse la sfera delle stelle fisse.Le critiche al sistema e l’ipotesi di Eraclide
Nonostante il sistema delle sfere omocentricheKeyWord:fosse molto elaborato, prestoKeyWord:furono sollevate delle critiche. Si notòKeyWord:che i cambiamenti nella luminosità e nella dimensione apparente dei pianetiKeyWord:erano difficili da spiegare con un modello di sfere concentriche. In questo contesto, Eraclide PonticoKeyWord:propose un’idea diversa e molto importante: la rotazione della TerraKeyWord:sul proprio asse. Questa ideaKeyWord:era già presenteKeyWord:nella scuola pitagorica eKeyWord:rappresentò un grande cambiamento di prospettiva. Apriva nuove strade per capire i movimenti celesti eKeyWord:anticipava, in parte, i modelli successivi. EraclideKeyWord:suggerì ancheKeyWord:che Venere e MercurioKeyWord:girassero attorno al Sole. In questo modo,KeyWord:immaginò un sistema misto cheKeyWord:anticipava le future teorie eliocentriche.Ma è davvero così netta la contrapposizione tra la retorica di Isocrate e la filosofia di Platone, come suggerito dal capitolo?
Il capitolo presenta una distinzione forse troppo semplicistica tra l’approccio di Isocrate, basato sulla retorica pratica, e quello di Platone, incentrato su una filosofia più astratta. Per comprendere appieno le sfumature di questa complessa relazione, sarebbe utile approfondire il contesto storico e intellettuale in cui questi pensatori si sono mossi. Un’analisi più dettagliata delle opere di Platone e Isocrate, così come lo studio della storia della retorica e della filosofia antica, potrebbe rivelare intersezioni e sovrapposizioni che il capitolo sembra trascurare.11. L’Accademia alla Corte: Filosofia, Retorica e Potere
Aristotele contro la retorica di Isocrate
Aristotele faceva parte dell’Accademia di Platone e criticava molto il modo di fare retorica di Isocrate. Nel dialogo chiamato “Grillo”, Aristotele dice chiaramente che la retorica di Isocrate non è una vera arte, ma più che altro un modo per adulare le persone. Nonostante questa critica, Aristotele decide di insegnare retorica all’interno dell’Accademia, mettendosi in competizione diretta con Isocrate. Questa scelta dimostra che Aristotele vedeva la retorica come uno strumento utile e necessario per la politica, che lui considerava un aspetto fondamentale della filosofia.La competizione tra Accademia e scuola di Isocrate
La competizione tra l’Accademia e la scuola di Isocrate si fa sempre più forte, soprattutto per quanto riguarda l’influenza sull’isola di Cipro. Aristotele scrive il “Protreptico” pensando al re di Cipro, Temisone, per rispondere alle critiche di Isocrate sull’utilità pratica della filosofia. Aristotele afferma che la filosofia è importante di per sé, ma è anche fondamentale per guidare le azioni politiche e formare governanti saggi. La filosofia dà la conoscenza teorica che serve per prendere decisioni politiche giuste per il bene di tutti i cittadini.L’Accademia e la corte macedone
Successivamente, l’Accademia, guidata da Speusippo e Senocrate, inizia a collaborare con la corte macedone. Speusippo cerca di influenzare il re Filippo II, mentre Senocrate, pur mantenendo la sua indipendenza, riceve onori e consigli da Alessandro Magno. Questi rapporti dimostrano che l’Accademia aveva un grande prestigio politico e voleva formare la classe dirigente attraverso la filosofia. Aristotele continua a credere in questo anche dopo essere uscito dall’Accademia, confermando l’importanza che dava alla filosofia per formare leader politici.È davvero coerente criticare la retorica di Isocrate come mera adulazione e poi insegnare retorica all’interno dell’Accademia?
Questo capitolo presenta un quadro in cui Aristotele critica aspramente la retorica di Isocrate, definendola non una vera arte ma semplice adulazione, per poi decidere di insegnare retorica nella stessa Accademia. Questa scelta solleva interrogativi sulla coerenza dell’approccio aristotelico. Per comprendere appieno questa dinamica, sarebbe utile approfondire le opere di Aristotele sulla retorica e la sua filosofia politica, cercando di chiarire se la retorica insegnata nell’Accademia fosse concepita in modo radicalmente diverso da quella criticata in Isocrate, o se si trattasse di una strategia pragmatica per influenzare la politica attraverso strumenti retorici, pur mantenendo una distinzione teorica. Approfondire il pensiero di autori come Aristotele stesso e studiosi di retorica antica potrebbe fornire una risposta più articolata.Abbiamo riassunto il possibile
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