1. Il Linguaggio dei Capelli nel Medioevo
Il colore dei capelli nel Medioevo non era solo un tratto fisico, ma un segno che indicava differenze tra le persone e a volte persino il loro destino. Il castano era considerato il colore normale, mentre le variazioni da questa tonalità segnalavano figure fuori dall’ordinario. I capelli rossi, ad esempio, potevano suggerire un carattere forte e impulsivo o una condotta morale discutibile; tuttavia, lo stesso colore caratterizzava anche eroi o personaggi biblici importanti come Esaù e Davide. Nell’arte, il rosso aveva spesso un significato meno negativo e serviva semplicemente a distinguere un personaggio dagli altri. I capelli neri, rari in Europa, erano associati a popolazioni straniere o considerate inferiori, anche se un nero molto lucido poteva essere apprezzato. Per conformarsi all’ideale di bellezza europeo, figure religiose e storiche che avrebbero dovuto avere capelli scuri venivano spesso rappresentate con tonalità più chiare, evitando il nero che poteva simboleggiare l’oscurità o il diavolo. I capelli biondi rappresentavano l’ideale di bellezza, specialmente per le donne, richiamando l’oro e la luce, ed erano tipici di eroi e personaggi visti positivamente.I Capelli Bianchi
I capelli bianchi indicavano l’età avanzata. Negli uomini, la canizie era un simbolo di saggezza e autorevolezza, come si vedeva nei patriarchi, nei profeti e nei sovrani. Dio Padre stesso veniva raffigurato con i capelli bianchi per sottolineare la sua eternità e la sua dignità. Nelle donne, invece, i capelli bianchi erano meno legati all’idea di saggezza e potevano significare la perdita della bellezza o essere associati a figure negative.I Capelli delle Donne
Per le donne, la lunghezza dei capelli era un segno importante di bellezza e di posizione sociale. Capelli molto lunghi distinguevano donne nobili o creature fantastiche come le sirene. Anche il modo in cui i capelli venivano portati, velati o scoperti, comunicava lo stato sociale e la moralità di una donna. Le donne sposate coprivano il capo con un velo in segno di modestia e sottomissione, mentre le donne non sposate potevano portare i capelli sciolti. I capelli sciolti potevano simboleggiare la purezza della verginità, specialmente per le sante, ma potevano anche rappresentare la sensualità peccaminosa, come nel caso di Eva o delle sirene. Maria Maddalena è spesso raffigurata con capelli lunghi e sciolti, un’immagine che unisce il suo passato di peccatrice alla sua successiva penitenza e devozione. Le eremite, infine, venivano talvolta raffigurate “vestite” solo dai loro lunghissimi capelli, che le proteggevano e mostravano la loro rinuncia al mondo terreno.Su quali basi documentali si fondano queste interpretazioni dei significati dei capelli nel Medioevo, un periodo così vasto e diversificato?
Il capitolo presenta una serie di associazioni simboliche legate ai capelli nel Medioevo, ma non specifica quali fonti (testi letterari, documenti legali, opere d’arte, trattati teologici) supportino tali affermazioni, né se queste interpretazioni fossero uniformi attraverso i secoli e le diverse aree geografiche dell’Europa medievale. Per comprendere appieno la validità e le sfumature di queste interpretazioni, sarebbe fondamentale esplorare le metodologie della storia culturale e dell’iconografia medievale. Approfondire gli studi di autori come Michel Pastoureau o Jacques Le Goff può offrire gli strumenti critici necessari per analizzare come i simboli venivano costruiti, percepiti e modificati nel contesto storico e sociale del tempo, e per valutare la rappresentatività delle fonti utilizzate.2. La Chioma tra Cura e Simbolo
Prendersi cura dei capelli è un’azione che si ripete ogni giorno, spesso raffigurata nelle scene di vita di quel tempo. Lavare, pettinare o liberare i capelli dai pidocchi significava interrompere le altre attività. Poteva essere un momento intimo o preparare a eventi importanti. Figure storiche come Semiramide e Rodoguna, per mostrare coraggio, sospendono proprio l’acconciatura per dedicarsi a imprese di guerra.Prendersi cura degli altri e l’igiene
Aiutare chi non poteva prendersi cura dei propri capelli, specialmente i poveri, era considerato un’opera di bene. Anche sante come Elisabetta d’Ungheria e Radegonda praticavano questa forma di carità. I pidocchi erano un problema diffuso, affrontato anche con pettini fatti d’avorio, a volte molto decorati.La perdita dei capelli e i rimedi
Perdere i capelli, soprattutto diventare calvi, era visto come qualcosa di negativo, a volte persino come una punizione voluta da Dio. C’erano diversi rimedi naturali per cercare di far ricrescere i capelli o fermarne la caduta. Si usavano erbe, grassi animali o ceneri. Per nascondere la calvizie o i capelli bianchi si ricorreva a tinture e a capelli finti, a volte ottenuti da donne morte o persino fatti di seta. Queste pratiche erano però criticate dai moralisti, che le consideravano pura vanità e un tentativo di cambiare l’aspetto che Dio aveva dato.Le acconciature delle donne
Le pettinature delle donne mostravano lo stato sociale e seguivano le mode del tempo. All’inizio erano semplici, con i capelli raccolti o intrecciati e decorati con nastri, fiori o gioielli. Nel Tardo Medioevo, però, divennero molto più elaborate, difficili da realizzare e voluminose. Per sostenerle servivano supporti artificiali e capelli finti. Queste mode costose e lussuose erano molto criticate per l’eccessiva vanità e le grandi spese che comportavano, tanto che vennero create leggi apposta per limitarle. La vanità legata ai capelli era spesso associata al peccato della lussuria, come si vede in molte opere d’arte e scritti religiosi che mettono a confronto la bellezza esteriore con quella dell’anima.Il significato dei capelli per gli uomini
I capelli degli uomini avevano un forte valore simbolico. Erano legati all’idea di forza e coraggio, specialmente nell’Alto Medioevo e tra i popoli chiamati “barbari”. La lunghezza e lo stile dei capelli potevano indicare a quale gruppo sociale, da quale luogo o a quale fazione politica si apparteneva. Anche per gli uomini, la calvizie poteva essere vista come qualcosa di vergognoso. Gli uomini di chiesa tenevano i capelli corti, in contrasto con le mode del mondo laico che invece mostravano lunghezze diverse e acconciature complicate. Anche queste mode maschili erano a volte criticate perché considerate segno di effeminatezza e vanità.Ma davvero la chioma è solo un simbolo universale di status e peccato, o il capitolo non coglie le infinite sfumature storiche e culturali?
Il capitolo offre una panoramica interessante, ma la trattazione del simbolismo e delle pratiche legate ai capelli rischia di apparire a tratti generalista. Non si approfondisce sufficientemente come tali significati variassero in base alla regione, al ceto sociale, o ai specifici momenti storici all’interno del vasto periodo considerato. La complessa interazione tra norme sociali, precetti religiosi e pratiche quotidiane meriterebbe un’analisi più dettagliata per comprendere appieno il ruolo della chioma. Per esplorare queste complessità, sarebbe utile approfondire la storia sociale e culturale del Medioevo, magari leggendo autori come Jacques Le Goff o Michel Pastoureau, che offrono strumenti per analizzare il simbolismo e la vita quotidiana in quel periodo.3. La Chioma come Segno nel Medioevo
La rappresentazione dei capelli nell’arte e nella letteratura medievale non è fissa, ma cambia per mostrare stati fisici, emozioni, condizioni sociali e spirituali. Fino alla fine del Duecento, le chiome appaiono spesso immobili, senza subire l’effetto del movimento o dell’ambiente. Più avanti, l’arte inizia a mostrarle reagire al vento, alla corsa o alla posizione del corpo. Si vedono crocifissi dove i capelli scendono in modo naturale o figure in movimento con chiome che si agitano. Questa vivacità visiva esprime l’energia e l’urgenza dell’azione rappresentata.I capelli mostrano anche gli effetti di elementi fisici come l’acqua o il sangue. Nelle scene di battesimo, da asciutti diventano bagnati e gocciolanti. Le ferite sulla testa, come quelle causate dalla corona di spine o dalla lapidazione, all’inizio sono mostrate con sangue superficiale. Poi, le raffigurazioni diventano più realistiche, con il sangue che impregna i capelli e scorre in rivoli, aumentando l’intensità drammatica.La paura e il degrado
La paura si manifesta con capelli che si rizzano o diventano ispidi. Questo aspetto è tipico delle figure spaventate, dei diavoli e delle persone possedute. I diavoli sono spesso descritti con chiome arruffate, sporche o spinose, un simbolo della loro natura malvagia e corrotta.La trascuratezza o la bruttezza dei capelli indica un degrado morale o una condizione di miseria. I dannati all’inferno hanno chiome sporche e disordinate, in forte contrasto con quelle curate dei beati. Le persone povere, i prigionieri o chi vive in condizioni difficili sono rappresentati con capelli incolti, diversamente dalle acconciature elaborate dei ricchi.Ascetismo e rinuncia
Alcuni, come eremiti o figure che scelgono una vita di rinuncia, mostrano capelli trascurati come segno del loro rifiuto del mondo. Le loro lunghe chiome incolte li distinguono, simboleggiando la loro vita isolata e la saggezza che hanno raggiunto. Questa immagine a volte si mescola a quella dell’uomo selvatico, una figura che vive ai margini della società con un aspetto animalesco e capelli lunghissimi.Il gesto del dolore
Un gesto potente di dolore, specialmente per le donne, è sciogliere o strapparsi i capelli. Questa pratica antica, visibile nelle scene di lutto e nei riti funebri, esprime una disperazione profonda e incontenibile per una perdita o una grande sofferenza. Le madri che piangono i figli o le donne in lutto sono spesso raffigurate con chiome sciolte e scomposte, un vero e proprio “urlo visivo” del loro dolore. Anche gli uomini e persino gli angeli possono compiere questo gesto in momenti di estrema angoscia o per sottolineare l’importanza di un evento tragico.La chioma dopo la morte
Infine, lo stato dei capelli dopo la morte ha un significato spirituale. Mentre i corpi comuni si decompongono, i capelli dei santi possono rimanere intatti o continuare a crescere. Questo è visto come una prova della loro santità. Alla resurrezione finale, i corpi riacquistano la loro forma completa, inclusi i capelli, che riflettono il loro stato di salvezza o dannazione eterna.Il capitolo, concentrandosi sull’uso fisico dei capelli come strumento di controllo e violenza, rende davvero giustizia alla “ricchezza simbolica” della chioma nella cultura medievale?
Il capitolo offre una prospettiva interessante sull’uso pratico e violento dei capelli, ma la sua enfasi rischia di trascurare altre, forse più diffuse, valenze simboliche legate allo status sociale, all’identità religiosa, al genere o alla bellezza, che pure erano centrali nel Medioevo. Per ottenere un quadro più completo, sarebbe utile integrare l’analisi con studi sulla storia del corpo, sulla simbologia medievale e sulla storia sociale, magari consultando opere di storici che si sono occupati di questi aspetti della vita quotidiana e della rappresentazione sociale nel periodo, come Georges Duby o Jacques Le Goff, o studi specifici sull’abbigliamento e l’aspetto fisico.6. Capelli: Simboli e Storie attraverso i Secoli
I capelli sono un ornamento importante e un segno che definisce chi siamo, sia come individui che come parte di un gruppo. Permettono di esprimere emozioni e vengono usati in azioni pratiche e cerimonie. Offrono anche immagini potenti per capire situazioni e concetti complessi.La chioma può rappresentare una grande quantità, come nel desiderio di Petrarca di vivere moltissimi anni, tanti quanti i suoi capelli. Allo stesso tempo, indicano fragilità estrema, paragonati a un ponte sottile in un testo antico o al rischio di chi è appeso per un solo capello. La loro delicatezza si manifesta chiaramente a contatto con il fuoco, dove bruciano all’istante, a meno che non intervenga un aiuto divino o un miracolo.Simboli di Abbondanza e Mancanza
Una chioma folta è da sempre simbolo di prosperità, forza e vitalità. Ricorda la vegetazione rigogliosa nutrita dalla terra, come descritto da Ildegarda di Bingen, o gli alberi nati dai capelli del gigante primordiale Ymir nella mitologia nordica. Al contrario, perdere i capelli o essere calvi può simboleggiare desolazione, perdita di forza o declino.Identità e Ribellione attraverso i Secoli
Molti dei significati attribuiti ai capelli nel Medioevo sono ancora attuali oggi. La scelta di acconciature non convenzionali continua a esprimere una differenza personale o sociale e può ancora generare scandalo, come è successo in passato per i capelli lunghi dei “capelloni” o, più recentemente, per i rasta o le creste punk. Artisti e personaggi pubblici spesso usano i loro capelli per rivendicare il diritto alla diversità e all’espressione individuale.Nel Novecento, molte donne hanno cambiato radicalmente il loro stile, tagliando i capelli lunghi o ricorrendo alla permanente, gesti visti come segno di modernità e indipendenza. Nonostante ciò, i capelli lunghi e sciolti sono rimasti un forte simbolo di giovinezza, libertà e un legame con la natura, specialmente per movimenti come quello delle figlie dei fiori. Parallelamente, le donne più adulte hanno iniziato a sentirsi libere di non coprire più i capelli quando si trovavano fuori casa.I Capelli nell’Arte e nella Memoria
I capelli femminili sono diventati una figura ricorrente nella poesia e nelle canzoni, descritti per la loro lunghezza, come nelle liriche di Bob Dylan, o per il loro colore e aspetto distintivo, come nelle canzoni di Francesco Guccini o Cochi e Renato che celebrano il biondo. Artisti contemporanei hanno esplorato il potenziale espressivo dei capelli nelle loro opere. Marina Abramović li ha usati per creare legami fisici con altri artisti o li ha pettinati con violenza per criticare le aspettative sulla bellezza nell’arte e nella società, specialmente per le donne. Mona Hatoum li ha trasformati in ricami delicati o li ha impiegati per legare oggetti, simboleggiando legami che resistono nonostante la migrazione e la distanza. Mandana Moghaddam ha mostrato la forza intrinseca dei capelli femminili usandoli per sostenere un peso di cemento, un gesto potente di resistenza.Nel Medioevo, i capelli tagliati venivano conservati come reliquie, a volte considerate sacre, a volte semplicemente come ricordo di una persona. La loro capacità di conservare la memoria di chi li ha portati è tristemente evidente oggi ad Auschwitz, dove sono conservati i capelli degli internati come testimonianza storica. Anche composizioni artistiche recenti utilizzano capelli veri per creare una memoria tangibile e commovente.Doni e Usi Pratici
Le donne medievali usavano donare ciocche dei propri capelli all’amato come pegno d’amore o ricorrevano a parrucche realizzate con i capelli di persone defunte. Oggi, un gesto simile ma con un significato diverso vede le donne donare i loro capelli per la creazione di parrucche destinate a chi li ha persi a causa di malattie, unendo un gesto di generosità e amore verso il prossimo a una forma di riciclo.Strumento di Controllo e Violenza
Purtroppo, i capelli possono anche diventare uno strumento di controllo e violenza. Vengono usati per afferrare, trascinare o bloccare persone in scene che rappresentano lotte, martiri o punizioni, evidenziando come un elemento così personale possa essere trasformato in uno strumento di oppressione.Ma questo elenco di simboli e storie sui capelli ci spiega davvero perché la nostra cultura vi attribuisca un significato così profondo e mutevole?
Il capitolo offre una ricca carrellata di esempi storici e culturali legati ai capelli, ma la semplice giustapposizione di simboli (dall’abbondanza alla fragilità, dalla ribellione alla memoria) rischia di rimanere in superficie, limitandosi a un catalogo anziché a un’analisi. Per comprendere come e perché i capelli diventino veicoli di identità, potere e significato in contesti sociali specifici, sarebbe utile approfondire le dinamiche socio-culturali che plasmano queste percezioni. Discipline come la sociologia del corpo, l’antropologia culturale o la storia del costume possono fornire gli strumenti analitici necessari. Autori come Michel Foucault, che ha studiato il corpo come luogo di potere e controllo, o Pierre Bourdieu, con i suoi concetti di habitus e distinzione sociale, potrebbero offrire prospettive utili per andare oltre la mera descrizione dei simboli e indagarne le radici e le funzioni sociali.Abbiamo riassunto il possibile
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