Contenuti del libro
Informazioni
“Sul bere” di Charles Bukowski ti sbatte in faccia la realtà senza filtri, raccontando la vita di uno scrittore, lui stesso, che non può fare a meno dell’alcol. Non è una storia di feste o divertimento, ma di come il bere sia l’unico modo per affrontare una vita fatta di povertà , malattie e rapporti umani spesso falsi o violenti. È un viaggio nei bar malfamati, negli ospedali pubblici e persino nelle celle di prigione, i luoghi dove si consuma questa esistenza ai margini. Il libro esplora il legame strano e indissolubile tra il Bukowski alcolismo e la sua scrittura, mostrando come l’alcol sia sia una fuga che, a suo modo, uno strumento per la creazione, specialmente per la poesia. Non c’è redenzione facile qui, solo la cruda descrizione di una dipendenza che è parte integrante del personaggio e della sua arte. Se cerchi un’immersione nella vita da bar Bukowski e nel suo modo unico di vedere il mondo, questo libro ti prende per mano (o forse ti trascina) in quel fiume folle di cui parla. È un ritratto onesto e brutale di uno scrittore bevitore che ha fatto della sua condizione la sua materia prima.Riassunto Breve
L’esistenza è segnata da povertà , malattia e decadimento fisico. Le interazioni sociali, nei bar o in contesti formali, mostrano ipocrisia. L’alcol non porta gioia ma è indispensabile per affrontare la realtà , una forma di auto-annientamento temporaneo per poter continuare. Bere da soli è preferito. Si verificano gravi emorragie legate all’alcol, con ricoveri in ospedali pubblici difficili. La vita quotidiana include frequentare bar malfamati e scontri, ma anche confrontarsi con aspettative sociali. La ricerca di significato appare vana. La condizione umana è cinica, basata su rapporti malati e sopravvivenza guidata da paura e stupidità . L’unica certezza è la necessità di bere per affrontare l’assurdità e il dolore. Bere inizia giovane e affronta forte condanna sociale. L’alcol offre pace temporanea e aiuta la scrittura; la birra è preferita al whiskey per lucidità . Bere è alternativa a compagnia e suicidio, una “vita parallela”. L’uso pesante causa deterioramento fisico e malattia, portando a tentativi di smettere. Apparizioni pubbliche, come letture di poesie, avvengono spesso ubriachi, influenzando performance e reazioni, degenerando in caos e incontri bizzarri. Nonostante danni e stigma, l’alcol è costante, legato a vita personale e pubblica. Ci sono preferenze per tipi di birra, notando effetti fisici come aumento peso e calo desiderio sessuale. Bere è complesso, con benefici percepiti per creatività e costi personali alti. La vita si concentra nei bar, luoghi di bevute e incontri. Ci sono risse, interazioni con avventori e marginali. Si fanno lavori occasionali per soldi o bevute, come pulire veneziane, lavoro duro che causa ferite. I guadagni sono minimi, spesi subito, spesso offrendo da bere, creando debiti. Relazioni, specie con donne, sono instabili e violente. Momenti di visibilità pubblica, come reading o documentari, portano attenzione temporanea ma non cambiano la condizione. Bere eccessivo porta ad arresti per ubriachezza e carcere. Le celle sono sovraffollate, l’igiene scarsa. Le autorità sono indifferenti. Tra detenuti si crea solidarietà . Si riflette sulla percezione sociale degli alcolizzati come emarginati. Uscire dal carcere dà momentanea libertà e percezione di bellezza esterna. Interazioni sono spesso legate all’alcol e inaffidabili. La violenza fisica è vista come inutile. Nonostante brevi tregue, il ciclo di bere, problemi e solitudine caratterizza la vita. Bere è legato alla scrittura, specie poesia. L’alcol riduce timidezza e insicurezze, aumenta ego, spinge a rischi, apre strade. La prosa è più difficile da scrivere ubriachi; la poesia si adatta meglio. Dopo dieci anni senza scrivere, dedicati a bere e donne, un’esperienza quasi fatale per l’alcol porta a un cambio. Uscire dall’ospedale dà calma inattesa e ritorno alla scrittura, poesia, bevendo molta birra e scrivendo di getto. L’alcol è costante. Serve a dimenticare, celebrare, o far succedere qualcosa. È suicidio temporaneo per rinascere. Situazioni caotiche legate al bere accadono: traffico per liquori, conflitti familiari violenti, drammi relazionali con distruzione e inseguimenti. Letture pubbliche sono con alcol e interazione turbolenta. Nonostante immagine da “duro” e bevitore, si seguono regimi alimentari con vitamine, erbe, poca carne/zuccheri per salute. Bere è fuga, come altre attività , riempie vuoti, evita realtà sobria, scelta su come impiegare tempo in attesa morte. Un uomo incontra donna alle corse, vanno in motel, bevono whiskey, hanno rapporto. Lei se ne va mentre lui è in doccia, prendendo vestiti, chiavi, portafoglio. Lascia whiskey e “COGLIONE!” sullo specchio. Lui resta nudo, bevendo. Si passa tempo nei bar, ma si preferisce bere soli a casa: tapparelle abbassate, pensando a niente, fumando, leggendo. Evita complicazioni dei bar. Un’esperienza formativa da bambino, bevendo vino da botti, è magica, un aiuto per futuro. Ubriachezza porta a situazioni strane: svegliarsi in letti sconosciuti, prigione, feriti, derubati. Si guida contromano, si incontrano poliziotti, si fracassano mobili. L’alcol è fondamentale per scrittura. Rimuove tensioni, rende parole audaci. Tutto scritto avviene ubriachi o bevendo. Non è alcol a distruggere scrittori, ma autocompiacimento ed ego. Con successo, abitudini cambiano: da birra/vino scadente a buon vino/scotch, bevuti soli. Riduce postumi, permette scrivere di più. Incidenti legati al bere includono perdersi/essere banditi da locali, risse violente con mobili rotti e ferite. L’alcol, specie vino, è fondamentale per esistenza e creatività . Bere permette distacco da realtà e identità , offre percezione di vite multiple o immortalità . Facilita scrittura, unica occupazione desiderabile. Abbandonare lavoro usurante a cinquant’anni per dolori porta a dipendere da scrittura. L’alcol diventa strumento per affrontare difficoltà e produrre. Incidenti come liti in hotel con polizia o minacce armate si vivono in stato alterato che attenua paura. Scrittura, spesso ubriachi, fornisce mezzi economici. Essere pagati per scrivere è essere pagati per bere. Vino preferito per scrittura, permette sessioni più lunghe. Alcol non è distruttivo ma anti-distruttivo, permette continuare nonostante avversità . Si osserva bevitore esperto con decenni di esperienza. Distinzione tra chi beve seriamente e chi si dichiara redento senza dipendenza profonda; questi ultimi non sono veri alcolizzati. Vita quotidiana include consumo costante da mattino, spesso in bar, a volte gratis. Porta a conseguenze fisiche: aumento peso, problemi digestivi. Bere legato a scrittura. Alcol non essenziale per qualità ma aiuta processo creativo, facilita lunghe sessioni. Alcol stimola creatività , droghe la spengono. Bere aiuta affrontare insoddisfazione verso vita e persone, offre prospettiva. Smettere è difficile, anche per salute come tubercolosi. Nonostante astinenza forzata, si torna a bere. Alcol è rischio ma preferibile a vita noiosa o priva di originalità , a volte aiuto sociale. Veri alcolizzati seri tra scrittori sono rari. Doposbronza severi includono risvegli confusi in luoghi sconosciuti, con ferite o perdite. Si è consapevoli di azioni negative senza ricordarne dettagli. Reazioni altri, come partner, sono negative; chi beve perdona sé stesso per bisogno di continuare. Mantenere abitudine per decenni richiede resistenza. Compagni di bevute muoiono, si affrontano ricoveri con avvertimenti. Nonostante moniti, si continua, superando soglia fatale. Con età , tolleranza aumenta, doposbronza peggiorano, recuperi più lunghi. Nonostante conseguenze, non c’è insoddisfazione per scelta, descritta come feroce, incantevole, follia ingannevole. Attrazione per alcol è bisogno costante. Alcol necessario per sopportare lavori difficili e rendere relazioni tollerabili, altera percezione, attenua negativi. Droghe dannose, annullano coraggio, risate, lucidità , creatività , portano a inattività . Alcol causa crolli ma permette riprendersi e continuare. Esempio: Mike, veterano, riceve soldi per lavoro non fatto per bere, finisce in ospedale per alcol, aiutato ma riprende subito a bere e muore. Illustra esito fatale. Questo stile di vita, legato ad alcol, è contrapposto a esistenza sobria, accademica, percepita priva di vitalità . Si osserva contrasto tra immagine pubblica e condizione attuale. Nonostante immagine da “duro”, salute migliora: perdita peso, vitamine, erbe, acqua minerale, vino bianco tedesco notturno. Nuova condizione fisica si scontra con immagine precedente di chi affrontava morte incosciente. Azioni mostrano vulnerabilità e conseguenze. Incontro alle corse porta a relazione extraconiugale che finisce con furto di vestiti, portafoglio, chiavi in motel, lasciato solo con whiskey e messaggio offensivo. Comportamenti pubblici problematici: a incontro lavoro, bere eccessivo porta a disorientamento, aggressività verbale, minaccia con coltello. Incidente, nonostante tentativo di insabbiamento, porta a divieto permanente. Eventi mostrano che, nonostante tentativi di mantenere immagine o stile, azioni impulsive e debolezze portano a perdita controllo e conseguenze tangibili. Vita caratterizzata da consumo costante, alternando bevute pesanti a birra e vino. Causa aumento peso, corpo deforme, pancia pendente, viso gonfio, occhi rossi, pelle segnata. Vestiti normali non vanno più bene. Conseguenze fisiche: problemi intestinali mattutini con odori, vomito frequente, alleviato con birra e succo pomodoro. Episodio: dopo aver bevuto vino, si cammina scalzi su vetri rotti, ferendosi. Si urla di essere genio a donna che insulta. Discussione continua con scambi insulti. Al telefono, si urla a centralinista hotel di essere genio, definendo altri ospiti ubriaconi. Donna prende telefono, urla di essere anche lei genio e unica puttana a saperlo, riattacca. Per evitare problemi, porta hotel bloccata con catena e divano. Luci spente, si aspetta seduti con sigarette e vino, consapevoli vicinanza centro detenzione ubriachi. Arrivano polizia, bussano forte, chiedono aprire, prima minacce, poi calmi, offrono da bere. Non si apre. Si sentono agenti sussurrare fuori, non si è sicuri se se ne sono andati. Si resta al buio a bere, osservando insegne neon fuori: “JESUS SAVES” e pubblicità benzina con uccello. A volte per strada, si viene notati e descritti come “selvaggio e strano”, paragonati a “uomo di Neanderthal che ha rotto la catena”. Questa descrizione è apprezzata come riconoscimento.Riassunto Lungo
1. La Necessità del Bicchiere
La vita si presenta segnata da povertà , malattia e un progressivo decadimento del corpo. I rapporti tra le persone, sia negli ambienti più difficili che in occasioni sociali come i matrimoni, mostrano solo falsità e apparenza. In questo scenario, l’alcol non porta ispirazione o allegria; è piuttosto uno strumento essenziale per sopportare la realtà quotidiana. Funziona come una temporanea cancellazione di sé, l’unico modo per andare avanti, e bere da soli è la scelta preferita.Le conseguenze e la visione del mondo
Bere porta a gravi problemi di salute, come emorragie che costringono a ricoveri in ospedali pubblici, luoghi difficili dove spesso manca l’attenzione necessaria. La routine di ogni giorno include la frequentazione di bar poco raccomandabili e litigi, ma anche momenti in cui bisogna confrontarsi con le attese della società , partecipando ad esempio a cerimonie. Cercare un senso o una via d’uscita da questa situazione sembra inutile. Si guarda alla condizione umana con disprezzo, vedendo solo legami malati e una lotta per sopravvivere mossa da paura e stupidità . L’unica cosa certa è che bisogna continuare a boire per affrontare il non senso e la sofferenza dell’esistenza.È davvero l’alcol l’unica risposta possibile al non senso dell’esistenza e alla sofferenza umana?
Il capitolo presenta l’alcol come l’unica via d’uscita o l’unico strumento per sopportare la realtà , ignorando o liquidando altre possibili risposte umane alla sofferenza e al non senso. Per comprendere meglio la complessità delle risposte umane alla condizione esistenziale, sarebbe utile esplorare diverse correnti filosofiche che affrontano il tema del significato e della sofferenza, come l’esistenzialismo (si pensi a Camus o Sartre) o la logoterapia (come proposta da Frankl). Anche un approfondimento delle discipline psicologiche e sociologiche può offrire una visione più ampia sui meccanismi di coping e sul ruolo del contesto sociale nell’affrontare le difficoltà della vita.2. La Vita Parallela dell’Alcol
Bere comincia in giovane età e fin da subito incontra una forte condanna sociale. Questo comportamento è visto come qualcosa di peggio di un semplice crimine, capace di portare grande discredito. Nonostante ciò, l’alcol offre una sensazione temporanea di pace. Diventa anche uno strumento utile, specialmente per la scrittura. Tra le varie bevande, la birra è preferita al whiskey perché permette di mantenere la lucidità per un tempo maggiore.
Una Fuga e Uno Strumento
L’atto di bere rappresenta un’alternativa alla compagnia delle persone e persino al pensiero del suicidio. Si crea così una sorta di “vita parallela”, un mondo a parte in cui rifugiarsi. Questa abitudine, tuttavia, se protratta nel tempo e in modo eccessivo, porta a un progressivo peggioramento delle condizioni fisiche e all’insorgere di malattie. Non è raro che, dopo decenni di consumo, si tenti di smettere.
Vita Pubblica e Caos
Le apparizioni in pubblico, come le letture di poesie, avvengono spesso in stato di ebbrezza. Questo influenza profondamente la performance e la reazione del pubblico presente. Tali situazioni possono facilmente sfuggire di mano, trasformandosi in eventi caotici e difficilmente prevedibili. Possono verificarsi incidenti inaspettati e incontri decisamente bizzarri.
Dettagli e ComplessitÃ
Nonostante i danni al corpo e lo stigma sociale che ne deriva, l’alcol rimane una presenza costante. È strettamente legato sia alla vita personale che alle interazioni con gli altri. Vengono sviluppate preferenze precise riguardo ai tipi di birra e persino alle loro confezioni. Si notano anche effetti fisici evidenti, come l’aumento di peso e una diminuzione del desiderio sessuale. Bere si configura quindi come un comportamento complesso, percepito a volte come utile per la creatività , ma con un costo personale molto alto.
Ma davvero l’alcol è un “strumento utile” per la creatività , o il capitolo confonde la dipendenza con l’ispirazione?
Il capitolo accenna all’alcol come “utile” per la scrittura e a una “vita parallela”, ma questa visione rischia di perpetuare un mito pericoloso. La percezione di utilità , specie in ambito creativo, è spesso un sintomo della dipendenza stessa, una razionalizzazione per mantenere l’abitudine. Non si approfondisce a sufficienza il meccanismo psicologico che porta a cercare rifugio nell’alcol né si analizza criticamente il presunto legame con la creatività , che studi scientifici tendono a smentire nel lungo termine. Per una comprensione più completa, sarebbe fondamentale esplorare la psicologia della dipendenza (si pensi agli studi di Gabor Maté) e la neurobiologia degli effetti dell’alcol sul cervello, distinguendo l’effetto disinibitorio iniziale dalla progressiva compromissione delle funzioni cognitive e creative.3. La vita in bar e celle
Spesso, l’esistenza si svolge nei bar, luoghi dove si beve molto e si incontrano persone diverse. Qui si assiste a risse, si interagisce con avventori abituali e figure marginali. A volte, si trovano lavori occasionali in cambio di denaro o bevute, come pulire le veneziane di un locale, un compito che richiede fatica e causa ferite. I guadagni sono minimi e vengono spesi rapidamente, spesso per offrire da bere agli altri, portando a debiti con il barista.Relazioni e visibilitÃ
Le relazioni personali, in particolare quelle con le donne, sono instabili e possono sfociare in violenza fisica. Accanto a questa realtà quotidiana, si presentano momenti di visibilità pubblica, come reading di poesia o riprese per un documentario. Questi eventi portano una temporanea attenzione, ma non cambiano la condizione di fondo.Prigione: Conseguenza e realtÃ
La conseguenza del bere eccessivo è spesso l’arresto per ubriachezza e il soggiorno in prigione. Le celle sono sovraffollate e le condizioni igieniche scarse. Le autorità mostrano indifferenza verso i detenuti, anche in caso di ferite gravi. Tra gli uomini reclusi si crea una forma di solidarietà , condividendo sigarette o aiutando chi sta peggio. Si riflette sulla percezione sociale degli alcolizzati e sulla loro condizione di emarginati. L’uscita dal carcere offre una momentanea sensazione di libertà e bellezza nel mondo esterno.Incontri e riflessioni
Le interazioni con gli altri sono spesso legate al consumo di alcol e possono rivelarsi inaffidabili, come nel caso di un uomo che non mantiene una promessa di lavoro a causa del bere e muore poco dopo. La violenza fisica, sebbene presente in passato, viene vista come inutile e logorante. Nonostante i brevi periodi di riconoscimento o tregua, il ciclo di bere, problemi e solitudine caratterizza la vita.Ma da dove vengono queste ‘fragilità ’ che il capitolo descrive, e perché portano a tale perdita di controllo?
Il capitolo si limita a descrivere una serie di eventi negativi e a etichettarli come conseguenze di “vulnerabilità ” o “fragilità ”, ma non offre alcuna spiegazione sulla loro origine o sul meccanismo che le lega a comportamenti così autodistruttivi. Per comprendere veramente il legame tra uno stato interiore e le azioni esterne, sarebbe utile approfondire discipline come la psicologia, in particolare gli studi sul comportamento umano e sulle dinamiche della personalità . Autori che hanno dedicato la loro opera all’analisi delle radici profonde delle fragilità psicologiche e delle azioni disfunzionali possono offrire spunti cruciali per colmare questa lacuna esplicativa.10. Vita da Genio e Neanderthal
La vita scorre con un consumo costante di alcol, alternando bevute abbondanti di birra e vino. Questo porta a un notevole aumento di peso, il corpo si deforma, la pancia pende, il viso appare gonfio, gli occhi sono arrossati e la pelle segnata. I vestiti normali non vestono più, e anche le taglie grandi risultano troppo piccole. Le mattine sono spesso difficili a causa di problemi intestinali con odori persistenti e frequenti episodi di vomito, che si cerca di alleviare bevendo una miscela di birra e succo di pomodoro.Un Episodio in Hotel
Dopo aver bevuto vino per molto tempo, ci si ritrova a camminare scalzi tra vetri rotti, procurandosi delle ferite. Si urla di essere un genio a una donna presente, che risponde con insulti. La discussione prosegue con uno scambio acceso di offese. Quando il telefono squilla, si grida al centralinista dell’hotel di essere un genio, definendo gli altri ospiti degli ubriaconi. La donna afferra il telefono e urla a sua volta di essere un genio e l’unica prostituta a saperlo, per poi riattaccare bruscamente.L’Attesa della Polizia
Per evitare problemi, si blocca la porta della stanza d’hotel usando la catena e un divano. Si spengono le luci e si aspetta seduti sul letto con sigarette e vino, sapendo che il centro di detenzione per ubriachi è vicino. Arrivano gli agenti di polizia, bussano con forza e chiedono di aprire, prima con minacce e poi con toni più calmi, offrendo persino da bere. Non si apre. Si sentono gli agenti sussurrare fuori dalla porta, e non si è sicuri che se ne siano andati. Si rimane al buio a bere, osservando le insegne al neon fuori dalla finestra, una che recita “JESUS SAVES” e un’altra che pubblicizza benzina con l’immagine di un uccello che sbatte le ali.La Percezione Esterna
A volte, passando per strada, si attira l’attenzione e si viene descritti come “selvaggio e strano”, paragonati a un “uomo di Neanderthal che ha rotto la catena”. Questa descrizione viene accolta con piacere, come una forma di riconoscimento.Se il capitolo descrive una spirale di autodistruzione e comportamenti irrazionali, su quale base logica si fonda l’insistente auto-proclamazione di essere un “genio”?
Il capitolo mette in scena un personaggio la cui vita è segnata da un degrado fisico e comportamentale evidente, culminando in episodi di violenza e paranoia. L’affermazione di essere un “genio”, ripetuta in contesti di manifesta irrazionalità e discontrollo, appare come una palese contraddizione che il capitolo non esplora a fondo. Per comprendere meglio questa dicotomia tra stato di fatto e percezione di sé, sarebbe opportuno approfondire gli studi sulla psicologia delle dipendenze e sui meccanismi di difesa psichica. Autori che hanno indagato la complessità della mente umana in condizioni estreme, o la relazione tra creatività e autodistruzione, potrebbero fornire spunti utili.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
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