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Informazioni
“Strategia e tattica del pricing” di Thomas Nagle non è il solito libro su come mettere un prezzo a un prodotto. Dimentica i calcoli noiosi basati solo sui costi. Questo libro ti porta nel cuore della strategia di prezzo, spiegando come il prezzo sia uno strumento potentissimo per gestire il mercato e far crescere la redditività aziendale. L’idea centrale è il valore per il cliente: capire cosa i clienti sono disposti a pagare, non solo per i soldi che risparmiano (valore economico), ma anche per come si sentono (valore psicologico). Nagle ti guida attraverso la “cascata del valore”, un processo per creare, comunicare e catturare questo valore attraverso la struttura del prezzo e politiche di prezzo chiare. Affronta temi cruciali come la gestione dei prezzi in mercati competitivi, come misurare la sensibilità al prezzo dei clienti e come l’analisi finanziaria si lega alle decisioni di pricing strategico. Non dimentica nemmeno gli aspetti etici e legali. È una guida pratica e aggiornata, perfetta per chi studia marketing strategico o vuole capire davvero come il prezzo possa diventare un vantaggio competitivo enorme.Riassunto Breve
Il prezzo non è solo un numero per coprire i costi o raggiungere obiettivi di vendita, ma uno strumento strategico per gestire i mercati e aumentare i profitti. Questo approccio implica decisioni attive per influenzare come i clienti percepiscono il valore, guidare le loro scelte di acquisto e modificare la domanda. È fondamentale capire e gestire sia il valore monetario (risparmi/guadagni tangibili) sia quello psicologico (soddisfazione) che spingono i clienti a comprare. Una strategia efficace si basa sulla comprensione profonda del valore offerto, sulla sua comunicazione chiara e sulla creazione di strutture di prezzo che riflettano le diverse valutazioni dei clienti. Questo si fa segmentando i prezzi tramite diverse configurazioni di offerta, metriche di prezzo (come si misura l’unità di vendita) e barriere che permettono di applicare prezzi diversi a gruppi diversi. Le politiche di prezzo sono regole che guidano il comportamento dei clienti e gestiscono le aspettative, definendo sconti o sovrapprezzi in modo coerente per evitare che i clienti si aspettino sconti continui che riducono i margini. La definizione del prezzo effettivo avviene all’interno di un intervallo sostenibile, considerando il valore massimo per il cliente e il prezzo dell’alternativa migliore, e si affina analizzando l’impatto sul profitto (punto di pareggio incrementale) e la sensibilità dei clienti al prezzo. La competizione basata solo sul prezzo è spesso dannosa; è meglio concentrarsi sulla creazione di valore e rispondere strategicamente alle mosse dei concorrenti, evitando guerre di prezzo distruttive. Misurare quanto i clienti sono sensibili al prezzo è cruciale e si fa con varie tecniche, ma il giudizio di chi gestisce è sempre necessario per interpretare i dati. Le decisioni di prezzo devono considerare i costi che cambiano in base alla decisione (costi incrementali ed evitabili) e adattarsi a situazioni specifiche come il ciclo di vita del prodotto, i mercati esteri con valute diverse o periodi di crisi economica. Infine, è essenziale che le strategie di prezzo rispettino sia principi etici, evitando di sfruttare i clienti o realizzare profitti eccessivi su beni essenziali, sia le leggi, in particolare quelle antitrust che vietano accordi tra aziende per fissare i prezzi o discriminazioni ingiustificate tra clienti diversi.Riassunto Lungo
1. L’Arte di Pilotare la Domanda: Dalla Tattica alla Strategia dei Prezzi
La strategia di prezzo non è solo un modo per calcolare i costi o raggiungere obiettivi di vendita, ma è un vero e proprio strumento per gestire i mercati e aumentare i guadagni. Infatti, un approccio strategico al prezzo significa prendere decisioni che influenzano il modo in cui i clienti vedono il valore di un prodotto, le loro scelte di acquisto e la quantità di prodotti che vogliono comprare. Per fare questo, si utilizzano principi di economia comportamentale e si organizza il lavoro sui prezzi seguendo una struttura detta “cascata di valore”.La Gestione Strategica del Prezzo
Per applicare efficacemente una strategia di prezzo, è fondamentale capire e gestire come i clienti percepiscono il valore, sia dal punto di vista economico che psicologico. Conoscere bene la propria offerta di valore permette di differenziare i prezzi in base al valore e al costo, comunicare chiaramente il valore dei prodotti e definire politiche di prezzo coerenti. L’obiettivo è quindi trasformare la gestione del prezzo da un semplice aggiustamento tattico, in cui si ha poco controllo, a una vera e propria strategia di mercato. In questo modo, il prezzo diventa una parte fondamentale della strategia per far crescere i profitti.Novità e Approfondimenti dell’Edizione Aggiornata
Questa nuova edizione del libro include delle novità importanti. Vengono analizzati i big data per capire meglio le tendenze del mercato, si presentano strategie specifiche per affrontare i rischi legati ai cambi di valuta e ai periodi di crisi economica. Inoltre, c’è un capitolo completamente nuovo dedicato a come sviluppare una capacità strategica nella gestione dei prezzi all’interno di un’azienda. Oltre a riprendere i principi fondamentali, il libro offre esempi concreti e aggiornati sulle sfide attuali nel definire i prezzi, sui modelli di guadagno digitali e sui più recenti studi sulle decisioni di acquisto dei consumatori. Questo libro è pensato come una guida pratica sia per chi lavora nel management che per gli studenti interessati al marketing strategico e alle tecniche di determinazione dei prezzi.Ma se il prezzo è una leva strategica così potente, perché molte aziende faticano ancora a implementare strategie di prezzo efficaci, riducendosi spesso a mere tattiche di costo-più-margine?
Il capitolo presenta la gestione strategica del prezzo come una soluzione quasi magica per aumentare i profitti, trascurando le complesse dinamiche organizzative e culturali che spesso impediscono alle aziende di adottare approcci strategici. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le dinamiche interne delle aziende, studiando autori come Simon Sinek, che esplora le ragioni per cui le organizzazioni hanno successo o falliscono nell’implementare strategie complesse, e Clayton M. Christensen, che analizza le “forze distruttive” interne che possono sabotare anche le migliori intenzioni strategiche.2. Strategic Pricing: La Cascata del Valore
In un mercato competitivo come quello di oggi, il successo di un’azienda dipende soprattutto da come decide i prezzi. Non si tratta solo di mettere un prezzo a caso, ma di organizzare diverse azioni per guadagnare il più possibile nel tempo. I modi tradizionali di calcolare i prezzi, basati sui costi, sui clienti o sulla quantità di mercato che si vuole ottenere, non funzionano più bene nell’economia di oggi.Decidere i prezzi in modo strategico significa invece concentrarsi sul valore di ciò che si offre, essere attivi nel farlo e puntare a guadagnare. Per farlo, bisogna capire bene quanto vale per il cliente quello che si vende e farlo capire anche al cliente. Le aziende devono creare dei sistemi di prezzi che tengano conto di come i diversi tipi di clienti vedono il valore, e devono avere delle regole sui prezzi che siano coerenti per evitare che i clienti cerchino di approfittarsene o che i concorrenti reagiscano in modo negativo.Il processo per decidere i prezzi in modo strategico si svolge in sei fasi collegate tra loro, chiamate “cascata del valore”: creare valore, comunicare il valore, definire la struttura dei prezzi, stabilire le regole dei prezzi, fissare i prezzi具体 e gestire la concorrenza sui prezzi. Ogni fase è fondamentale per fare in modo che il valore creato si trasformi in guadagno. Le aziende che hanno successo mettono la strategia dei prezzi dentro la loro strategia di marketing generale, sviluppando modi di organizzarsi, sistemi informativi e incentivi che aiutino a usare un approccio strategico per decidere i prezzi. In definitiva, la capacità di mettere in pratica una strategia dei prezzi efficace è ciò che distingue le aziende che vanno meglio dalle altre.Ma è davvero sempre il “valore” percepito dal cliente a guidare le decisioni di prezzo, o esistono fattori più complessi che il capitolo sorvola?
Il capitolo presenta una visione forse troppo semplificata della strategia dei prezzi, focalizzandosi quasi esclusivamente sul valore percepito. È indubbio che il valore sia importante, ma trascura altri elementi cruciali. Ad esempio, non considera adeguatamente il ruolo delle emozioni, dei bias cognitivi e del contesto sociale nelle decisioni di acquisto. Per una visione più completa, sarebbe utile integrare le analisi con studi di economia comportamentale e psicologia del consumo, approfondendo autori come Kahneman e Tversky, per comprendere come le irrazionalità umane influenzino le scelte di prezzo.3. Il Valore Economico e la Strategia di Prezzo
L’importanza del valore economico nella strategia di prezzo
La strategia di prezzo dipende dal valore economico. I clienti sono disposti a pagare al massimo il valore che attribuiscono a un prodotto. Per definire un prezzo efficace, è quindi fondamentale capire questo valore. Stimare il valore è cruciale come misurare le stelle per navigare senza GPS. Capire quali benefici creano valore per i clienti è essenziale per fare offerte vantaggiose, anche con prezzi bassi.Le due forme del valore economico
Il valore economico si presenta in due modi: come valore monetario e come valore psicologico. Il valore monetario riguarda i soldi che si risparmiano o si guadagnano grazie all’acquisto. Questo aspetto è molto importante nelle vendite tra aziende (B2B). Il valore psicologico, invece, riguarda la soddisfazione personale che si ottiene usando un prodotto. Questo tipo di valore è spesso più importante per i prodotti che compriamo per noi stessi. Il valore economico totale si calcola sommando il prezzo dell’alternativa migliore disponibile per il cliente e il valore della differenza tra la nostra offerta e l’alternativa. Questa differenza può essere sia positiva che negativa.Come stimare e comunicare il valore economico
Per capire il valore economico, bisogna prima trovare l’alternativa migliore per i clienti. Poi, è necessario misurare sia il valore monetario, usando interviste approfondite e calcoli, sia il valore psicologico, spesso attraverso analisi specifiche. Comunicare il valore è molto importante, soprattutto quando non è subito chiaro quanto vale un prodotto. Per comunicare efficacemente, bisogna considerare se il valore è principalmente economico o psicologico e quanto il cliente è interessato al prodotto. Si possono usare strumenti come il modello EVE per il valore economico e messaggi specifici per il valore psicologico.Strategie per sfruttare il valore economico nel prezzo
Per guadagnare sfruttando il valore, si usa una strategia di prezzo che cambia a seconda dei clienti. Si riconosce che clienti diversi danno un valore diverso allo stesso prodotto. Per fare questo, si creano offerte diverse, si usano diverse unità di misura per il prezzo e si mettono delle barriere di prezzo. Le offerte diverse sono pacchetti di prodotti o servizi pensati per diversi tipi di clienti. Le unità di misura del prezzo, come passare dal prezzo per ogni copia del software al prezzo per ogni utente, devono essere adatte al valore percepito dai clienti e ai costi per fornire il servizio. Le barriere di prezzo, come gli sconti per studenti o anziani, permettono di avere prezzi diversi per diversi gruppi di persone. In questo modo, si guadagna di più senza perdere i clienti che sono più attenti al prezzo. La strategia di prezzo migliore si basa sulla comprensione profonda di quanto vale il prodotto per il cliente, su come comunicare chiaramente questo valore e su una struttura di prezzo che tenga conto delle diverse valutazioni del mercato.Ma è davvero sufficiente basare le strategie di prezzo unicamente sul ciclo di vita del prodotto, ignorando le dinamiche competitive e la complessità del mercato?
Il capitolo presenta una visione lineare e forse eccessivamente semplificata delle strategie di prezzo, ancorandole principalmente al ciclo di vita del prodotto. Sebbene questa prospettiva offra un punto di partenza utile, trascura la cruciale interazione con la concorrenza e le fluttuazioni del mercato. Per una comprensione più profonda, sarebbe opportuno esplorare le teorie di autori come Porter, che analizzano le strategie competitive in modo più ampio, considerando il contesto industriale e le forze competitive in gioco.7. Il Prezzo tra Etica e Legge
Le decisioni sui prezzi richiedono una strategia che tenga conto sia della redditività economica, sia della percezione etica e del rispetto delle leggi. Spesso, i consigli degli esperti legali risultano troppo prudenti o poco utili. Allo stesso tempo, i manager che si concentrano solo sui risultati economici a breve termine possono trascurare i limiti etici e legali. Questo comportamento può esporre l’azienda a problemi legali e danni alla sua reputazione. Per questo motivo, è essenziale essere consapevoli di cosa implica una strategia di prezzo dal punto di vista etico e legale.I diversi livelli dell’etica
Quando si parla di etica e prezzi, ci sono diversi livelli da considerare.Livello base: transazioni volontarie
Il livello più semplice riguarda le transazioni che avvengono liberamente, come accade nei mercati dove c’è molta concorrenza.Livello intermedio: informazione corretta
Un livello più esigente riguarda la correttezza delle informazioni. Non è etico sfruttare una situazione in cui chi vende sa molte più cose di chi compra.Livello avanzato: beni essenziali e profitto
Un livello etico ancora più stringente mette dei limiti ai guadagni considerati “eccessivi”, soprattutto quando si vendono beni di prima necessità e chi compra non ha molte alternative. Alcuni principi etici ancora più radicali arrivano a mettere in dubbio se il profitto sia giusto. In questi casi, il profitto sarebbe accettabile solo se porta benefici a chi è meno fortunato.Livello estremo: condivisione delle risorse
Infine, un livello estremo, che non si concilia con le regole del mercato, prevede che tutte le risorse siano condivise in base alle necessità di ciascuno. Questo principio si trova in società molto antiche o in ideologie che mettono al primo posto il gruppo rispetto al singolo individuo. La scelta di quale livello etico seguire è personale e dipende dalle situazioni, ma è fondamentale capire quali conseguenze ha questa scelta sulle persone e sulla società.Le leggi antitrust e la concorrenza
Oltre all’etica, ci sono anche delle leggi da rispettare, in particolare le leggi antitrust. Negli Stati Uniti, queste leggi servono a garantire che ci sia concorrenza tra le aziende che vendono gli stessi prodotti o servizi. Queste leggi cambiano nel tempo e vietano comportamenti che danneggiano la concorrenza. Ad esempio, non si possono fare accordi con altre aziende per fissare insieme i prezzi. Queste pratiche sono considerate illegali.Fissazione orizzontale e verticale dei prezzi
La legge americana fa una distinzione tra due tipi di accordi sui prezzi: quelli orizzontali e quelli verticali. Gli accordi orizzontali sono quelli tra aziende che sono in concorrenza tra loro, e sono quasi sempre considerati illegali. Gli accordi verticali, invece, sono quelli tra un’azienda che fornisce un prodotto e un’azienda che lo rivende. Questi accordi sono valutati in modo più flessibile, soprattutto dopo alcune sentenze che applicano la “regola della ragione”. Questa regola significa che si valuta caso per caso se un accordo ha effetti negativi sulla concorrenza.La Sherman Act e i comportamenti unilaterali
La legge principale contro i comportamenti che limitano il commercio è la Sherman Act. Questa legge non vieta però ad una singola azienda di comportarsi in un certo modo, né vieta che più aziende scelgano lo stesso prezzo senza essersi messe d’accordo (il “parallelismo consapevole”). È vietata invece la collusione, cioè l’accordo nascosto tra aziende. Provare che c’è stata collusione è difficile, ma si può intuire da comportamenti simili tra aziende e da altri elementi, soprattutto se questi comportamenti vanno contro l’interesse di ogni singola azienda, ma diventano vantaggiosi se tutte le aziende agiscono allo stesso modo. Chi viola le leggi antitrust rischia sanzioni penali e civili, e può essere condannato a risarcire i danni, che possono essere anche il triplo di quelli causati.La Robinson-Patman Act e la discriminazione di prezzo
Un’altra legge importante è la Robinson-Patman Act, che riguarda la discriminazione di prezzo e le promozioni. Questa legge è nata per proteggere le piccole imprese dalla concorrenza sleale delle grandi catene di negozi. La legge vieta di fare favoritismi, applicando prezzi diversi a clienti diversi che si trovano nella stessa situazione. Si può fare solo se ci sono delle ragioni legate ai costi o se è necessario abbassare i prezzi per rispondere alla concorrenza. Anche le promozioni devono essere offerte a tutti i clienti allo stesso modo.Flessibilità per le imprese e pratiche monitorate
Nonostante le leggi siano complesse, le aziende hanno un certo margine di manovra. Ad esempio, i vincoli verticali che non riguardano i prezzi, come decidere in quale zona un rivenditore può operare o a quali clienti può vendere, sono spesso visti in modo positivo se aiutano la concorrenza tra marche diverse. Altre pratiche, come vendere sottocosto per eliminare i concorrenti (prezzi predatori) o comunicare i propri prezzi ai concorrenti, sono tenute sotto controllo. Tuttavia, non sempre vengono punite, a meno che non si tratti di veri e propri accordi tra aziende o che abbiano lo scopo di creare un monopolio. In conclusione, quando si decide la strategia dei prezzi, bisogna trovare un equilibrio tra guadagni, etica e rispetto delle leggi, muovendosi in un sistema di regole complicato e in continua evoluzione.Se il capitolo presenta etica e legge come vincoli esterni alla strategia di prezzo, non rischia di suggerire che la massimizzazione del profitto sia l’obiettivo primario, relegando etica e legge a mere “limitazioni” da gestire?
Il capitolo sembra presentare una visione un po’ dicotomica, quasi che l’etica e la legge siano dei “paletti” esterni che limitano la naturale tendenza delle imprese alla massimizzazione del profitto. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire il campo dell’etica degli affari, per capire se un approccio più integrato, dove etica e profitto non sono in conflitto, sia possibile o auspicabile. Autori come Peter Singer o filosofi del diritto potrebbero offrire spunti interessanti.Abbiamo riassunto il possibile
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