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Contenuti del libro
Informazioni
“Storia di Tönle” di Mario Stern ti porta subito sull’Altipiano, in quelle contrade di montagna vicino al confine dove la vita è dura e il contrabbando è l’unico modo per tirare avanti. Conosci Tönle Bintarn, un pastore e contrabbandiere che, per un incidente, si ritrova costretto all’esilio. La sua storia è un viaggio continuo, tra migrazione stagionale per lavoro in giro per l’Impero Asburgico e ritorni clandestini a casa, sempre con il rischio di essere scoperto. È una vita di confine, fatta di sacrifici, legami familiari forti e una comunità che lo protegge. Ma il mondo cambia: arrivano nuove idee, la politica si fa sentire, e soprattutto, si prepara la Prima Guerra Mondiale. Il libro ti fa vivere l’impatto devastante della guerra sulla vita di Tönle e della sua gente, dalla costruzione delle fortificazioni al rombo dei cannoni che distruggono tutto. Segui Tönle mentre si rifiuta di lasciare la sua terra, viene catturato e internato nel campo di Katzenau, vivendo sulla sua pelle l’esperienza dei profughi e degli sfollati. È una storia potente sulla resilienza, sulla distruzione portata dalla guerra e sul legame indissolubile tra un uomo e la sua terra, anche quando quella terra non esiste più.Riassunto Breve
La vita vicino al confine si basa sul commercio transfrontaliero, spesso illegale, trasportando merci tra l’Italia e i territori austriaci, un’attività rischiosa per la sorveglianza delle guardie. Un uomo, fermato durante un rientro con un carico, colpisce una guardia per sfuggire all’arresto, costringendolo a fuggire e nascondersi. Viene processato in contumacia e condannato a quattro anni di prigione. Costretto all’esilio, viaggia e lavora all’estero come venditore ambulante di stampe, poi in vari settori, inclusi lavori forestali e agricoli, e in Ungheria presso un allevamento di cavalli. Dopo circa nove mesi, ritorna a casa di nascosto, scoprendo la nascita di una figlia. Porta denaro guadagnato e una varietà di patate resistente. Vive nascosto, protetto dalla famiglia e dagli abitanti, che lo avvisano dei controlli. Partecipa alla vita familiare e comunitaria serale. Con la primavera, deve lasciare nuovamente la casa per cercare lavoro, non potendo riprendere legalmente il commercio. Trova impiego in Ungheria. Ritorna a casa per Natale, portando le patate. La sua vita è segnata dal ciclo forzato di partenza e ritorno, dettato dalle necessità economiche e dalle conseguenze dell’incidente. La migrazione stagionale per lavoro è una pratica diffusa verso paesi asburgici o le Americhe. Questo schema è seguito da individui che tornano a casa per l’inverno. Nonostante sia un latitante, riesce a mantenereRiassunto Lungo
1. Esilio, mestieri e ritorni
La vita nelle contrade di montagna vicino al confine è strettamente legata al commercio tra nazioni, che spesso avviene in modo non ufficiale per guadagnarsi da vivere. Si trasportano merci come scarpe, vestiti, zucchero, acquavite e tabacco tra l’Italia e i territori austriaci, un’attività che comporta rischi significativi. Questa pratica è resa pericolosa dalla presenza costante delle guardie di Finanza, che controllano i passaggi di confine.L’incidente e l’esilio forzato
Durante uno di questi rientri con un carico, Tönle Bintarn viene fermato da una guardia. Per evitare di essere arrestato, reagisce colpendola con un bastone. Questo gesto lo costringe a fuggire immediatamente dalla sua casa per nascondersi nel bosco. In seguito, viene processato anche senza essere presente e condannato a quattro anni di prigione, rendendo impossibile per lui tornare a vivere liberamente nella sua contrada.La vita e i lavori durante l’esilio
Costretto a vivere lontano da casa, Tönle viaggia e cerca lavoro all’estero. Inizialmente, si mantiene vendendo stampe ambulante, un mestiere che lo porta in diverse aree dell’Impero Asburgico, dalla Baviera fino alla Galizia. Questo tipo di commercio richiede una buona conoscenza delle usanze e dei gusti delle popolazioni locali. Successivamente, si adatta a vari impieghi, lavorando nei boschi, nei campi agricoli e persino in Ungheria, dove trova posto in un allevamento di cavalli destinati all’esercito.I ritorni segreti e il legame con la comunità
Dopo circa nove mesi di assenza, Tönle decide di tornare a casa di nascosto. Al suo rientro, scopre di essere diventato padre di una bambina. Porta con sé i soldi guadagnati all’estero e una particolare varietà di patate che si rivela molto resistente e produttiva, offrendo un aiuto concreto alla sua famiglia e alla comunità. Vive nascosto, protetto dai suoi parenti e dagli altri abitanti della contrada, che lo avvisano prontamente in caso di controlli da parte delle guardie. Nonostante il rischio costante di essere scoperto, riesce a partecipare in segreto alla vita familiare e agli incontri serali della comunità. Con l’arrivo della primavera, la necessità economica lo spinge a partire di nuovo per cercare lavoro, dato che non può riprendere legalmente la sua vecchia attività commerciale. Trova nuovamente impiego in Ungheria. Ritorna a casa per Natale, portando ancora una volta le patate, che ormai sono diventate un simbolo del suo contributo alla sopravvivenza locale. La sua esistenza si trasforma in un ciclo continuo e obbligato di partenze e ritorni, dettato sia dalle difficoltà economiche sia dalle conseguenze del suo scontro con la legge al confine.Davvero la solidarietà comunitaria può superare la legge dello Stato, e a quale prezzo?
Il capitolo descrive come la comunità protegga Tönle nonostante il suo status di fuggitivo e il suo scontro con le guardie di Finanza. Questo aspetto solleva interrogativi cruciali sul rapporto tra le norme locali e l’autorità statale. Perché una comunità rischierebbe tanto per uno dei suoi membri? Quali sono le ragioni profonde di questa solidarietà che sembra scavalcare la legge? Per comprendere meglio questa dinamica, si potrebbe approfondire la sociologia delle comunità, l’antropologia delle aree di confine e delle economie informali, e la storia della formazione dello stato e dell’applicazione della legge in contesti periferici. Autori come James C. Scott o Eric Hobsbawm offrono spunti interessanti su temi di resistenza e legami sociali di fronte al potere statale.2. Vite di confine tra migrazione e cambiamento
La migrazione stagionale per trovare lavoro è molto comune in questa zona. Molti si spostano verso paesi come quelli asburgici o le Americhe, attratti da paghe più alte, anche se le condizioni di vita e di lavoro sono spesso difficili, specialmente nelle miniere. Uomini come Tönle seguono questo percorso, tornando a casa solo per l’inverno, un periodo chiamato “bìntarn”. Nonostante sia ricercato dalla legge per una condanna, Tönle riesce comunque a restare in contatto con la sua famiglia e a vedere i suoi figli crescere, anche se la loro nascita viene registrata mentre lui è lontano. La sua condizione di latitante gli impedisce però di vivere appieno la vita della comunità e di partecipare alle feste.Cambiamenti nella comunità
La vita della comunità sta cambiando profondamente, sia dal punto di vista economico che sociale. Le vecchie attività artigianali, come filare e tessere in casa, stanno scomparendo, sostituite dalla produzione di scatole di legno. Allo stesso tempo, si diffondono nuove idee, come quelle legate al socialismo, e nascono gruppi di lavoratori e cooperative. Anche la politica locale si evolve, con la formazione di partiti, chiamati “progressisti” e “moderati”. Questi gruppi spesso rappresentano gli interessi di famiglie specifiche e creano tensioni e litigi. Un argomento di dibattito frequente è la divisione dei beni che appartengono a tutta la comunità, un processo che alcuni cercano di sfruttare a proprio vantaggio.Il confine e nuovi incontri
Lungo la linea di confine, intanto, vengono costruite delle fortificazioni militari. Questo dà lavoro a molte persone, ma aumenta anche le preoccupazioni e le tensioni nella zona. Nel 1904, arriva un’importante notizia: un’amnistia che permette a Tönle di tornare a muoversi liberamente senza più essere un latitante. Non essendo più giovane per affrontare le lunghe migrazioni, Tönle si dedica alla pastorizia. A volte, pur sconfinando nei boschi comunali, viene tollerato dalle guardie forestali. In questo periodo, incontra spesso il dottor Paul, uno studioso austriaco molto interessato alla lingua parlata nella zona e alla geografia del territorio. Più avanti, però, inizia a circolare una voce preoccupante: si dice che il dottor Paul non fosse solo uno studioso, ma un ufficiale austriaco incaricato di raccogliere informazioni segrete sulle fortificazioni e sul territorio circostante.Ma quale amnistia, e per quale crimine, ha permesso a un latitante di rientrare nella legalità come se nulla fosse?
Il capitolo, pur descrivendo la condizione di latitante di Tönle e il suo successivo “rientro” grazie a un’amnistia, lascia nell’ombra dettagli fondamentali. Non viene spiegato quale fosse il reato che lo rendeva un ricercato, né quale tipo di provvedimento fosse questa amnistia che, apparentemente, ha cancellato anni di fuga. Per colmare questa lacuna e comprendere appieno la vicenda, è indispensabile indagare il contesto storico-legale dell’epoca: quali crimini portavano alla latitanza in quella zona e in quel periodo, e come funzionavano realmente le amnistie. Approfondire la storia del diritto e la storia sociale del tardo Ottocento e primo Novecento, magari con un focus sulla specifica area geografica, permetterebbe di dare un senso più compiuto a questa svolta narrativa.3. Montagne, Pecore e Cannoni
La notizia dell’assassinio avvenuto a Sarajevo impiega tempo ad arrivare tra le montagne. Un carbonaio informa il pastore Tönle più di un mese dopo l’evento. Nonostante non abbia studiato, Tönle capisce bene cosa sta succedendo nella politica europea. Prevede che ci saranno diverse dichiarazioni di guerra: tra Austria-Ungheria e Serbia, poi Russia, Germania e Francia. Nota anche che l’Italia è alleata con Austria e Germania.Il pastore pensa al tempo in cui ha fatto il servizio militare sotto diversi governi. Arriva alla conclusione che per la gente povera non cambia nulla: i padroni possono essere diversi, ma la condizione resta la stessa. C’è sempre il lavoro duro, il servizio militare e, in caso di guerra, la morte.L’arrivo dei militari in montagna
Intanto, la presenza militare nella zona di montagna aumenta. Vengono allestiti accampamenti e si svolgono esercitazioni. Questo porta più soldi e cambiamenti nella vita sociale del paese, cosa che l’arciprete del luogo non vede di buon occhio. Tönle, che vive isolato con le sue pecore, osserva questi cambiamenti da lontano. Un giorno, una pattuglia militare gli ordina di spostare il gregge da un pascolo. Devono fare esercitazioni di tiro proprio lì. Gli dicono di portare le pecore in un bosco dove di solito non si può pascolare, per poter sparare sui pascoli che usa sempre. Questo ordine sembra illogico e fa capire che i tempi sono difficili. Un soldato, che viene dalla Sardegna ed è anche lui un pastore, confida a Tönle il suo disagio per la vita militare.La guerra si avvicina
Più avanti, alcuni cacciatori della zona confermano che la guerra è scoppiata in tutta Europa. Molti uomini vengono richiamati nell’esercito. I giornali parlano di liberare le città di Trento e Trieste, ma Tönle è scettico su queste parole. La fiera annuale di San Matteo, nel 1914, è piena di discorsi sulla guerra. Tönle riesce a vendere la lana a un prezzo molto alto. Questo lo interpreta come un brutto segno, che il denaro sta perdendo il suo valore.Dolore personale e cambiamenti sociali
Tornato a casa dalla fiera, trova la moglie molto malata. Le sta accanto e assiste alla sua morte. Questo evento personale si inserisce nel periodo di grandi cambiamenti portati dalla guerra. Nonostante tutto, la vita quotidiana continua. Si fanno i lavori stagionali nei campi. Anche gli emigranti che tornano a casa si mettono a lavorare, preparando nuove terre da coltivare.L’Italia entra in guerra
Nella primavera del 1915, un nipote di Tönle gli riporta quello che ha sentito dalla maestra. Dice che presto l’Italia entrerà in guerra per liberare i territori che considera suoi, come scrivono i giornali e dicono i discorsi di chi vuole la guerra. Il 24 maggio 1915, Tönle sente i rumori dei cannoni che sparano dai forti vicini. La guerra è arrivata anche lì. In paese, la gente ha aspettato i primi spari durante la notte. Hanno reagito con silenzio e paura, non con gioia. La mattina dopo, il paese è stranamente tranquillo. Tönle prova tristezza e rabbia. Pensa alla crudeltà dei governi e al fatto che la guerra costringe i poveri a uccidersi tra loro.È lecito presentare come un fatto la fucilazione di soldati italiani da parte dei propri commilitoni senza fornire alcun contesto o prova?
Il capitolo introduce un’affermazione molto grave e delicata, riportando la presunta fucilazione di soldati italiani da parte dei propri commilitoni. Questa asserzione, presentata senza contesto né verifica, solleva questioni cruciali sulla disciplina militare e sulla realtà del fronte. Per approfondire e comprendere la complessità di tali eventi, è indispensabile consultare studi di storia militare specifici sulla Prima Guerra Mondiale e sul fronte italiano. È utile esaminare le fonti storiche e le testimonianze dell’epoca per valutare la veridicità di simili affermazioni e il loro possibile contesto (ad esempio, episodi di diserzione, ammutinamento o semplice propaganda bellica). Approfondire la storia militare italiana e le sue dinamiche interne è essenziale per contestualizzare adeguatamente quanto accennato nel capitolo. Un autore da considerare per approfondire l’esperienza del fronte è Emilio Lussu.6. Il ritorno nella terra distrutta
Scendendo dal treno, un uomo cerca tabacco in un posto di ristoro militare. Qui incontra un soldato sardo che conosceva da tempo. Condividono tabacco, vino e cibo, un momento di pausa nel caos della guerra. L’uomo non ha risposto all’appello della Croce Rossa e per le autorità risulta disperso. I suoi figli al fronte sono stati avvisati, e uno di loro ha ricevuto un permesso speciale per cercarlo.Verso Casa
Lui, invece, sale su un treno militare diretto verso l’Altipiano, viaggiando stipato in un carro bestiame. Scende in pianura e si dirige verso le montagne, seguendo un vecchio sentiero conosciuto. Trascorre la notte all’aperto, incontrando soldati inglesi lungo il cammino.La Scoperta e la Battaglia
Avvicinandosi alle montagne, il rumore dei cannoni diventa sempre più forte, segno della vicinanza del fronte. Evita i gruppi di militari, ma finisce per incontrare un reggimento e un capitano. Da loro apprende la notizia che temeva: il suo paese è stato ripreso dagli austriaci. Gli viene consigliato vivamente di tornare indietro, ma la sua determinazione è più forte e continua a salire. Viene fermato da altri ufficiali e condotto a un osservatorio militare in alta quota. È qui che, attraverso un periscopio, vede la sua casa. Non è più una casa, ma un cumulo di macerie, parte integrante della linea del fronte. Mentre osserva impotente, l’artiglieria italiana inizia a bombardare pesantemente la zona, e i colpi cadono anche sulla sua casa distrutta. Subito dopo, inizia una grande battaglia. Il cannoneggiamento è intenso, assordante. L’uomo vede il suo paese non più come un luogo di vita, ma ridotto a un informe cumulo di pietre, fango e detriti, mescolato a neve, sassi, reticolati e, tragicamente, cadaveri.La Fuga e la Ricerca della Pace
Lascia l’osservatorio, incapace di sopportare quella visione. Inizia a scendere dai monti, non più come un reduce o un soldato, ma come uno dei tanti profughi, cercando riparo nel bosco. Passa un’altra notte nascosto tra gli alberi, mentre in lontananza la battaglia continua senza sosta. Decide che l’unica speranza è raggiungere la pianura, dove spera di trovare i profughi dispersi e, forse, i suoi familiari. Scende verso un’area più bassa, dove iniziano a comparire gli ulivi. Si siede sotto uno di questi alberi secolari e, per la prima volta dopo tanto orrore, sente una profonda sensazione di pace avvolgerlo. Il mattino seguente, un giovane tenente lo trova ancora seduto lì, immobile, sotto l’ulivo. L’uomo è morto.È davvero la pace la risposta alla visione dell’orrore, o la morte sotto l’ulivo è la tragica conclusione di un’anima spezzata?
Il capitolo descrive un uomo che, dopo aver assistito alla distruzione totale della sua casa e del suo mondo, e aver vissuto l’orrore della battaglia, trova una “profonda sensazione di pace” prima di morire. Questa giustapposizione tra l’estremo trauma e la quiete finale solleva interrogativi sulla natura della pace stessa e sulla condizione umana di fronte all’indicibile. Per comprendere meglio questo passaggio, potrebbe essere utile esplorare la psicologia del trauma di guerra e le risposte estreme dell’individuo. Approfondire autori che hanno scritto sulla condizione umana in circostanze estreme, come Primo Levi o Viktor Frankl, o studi sulla psicologia del lutto e della perdita, potrebbe fornire un contesto più ricco per interpretare la morte del protagonista.Abbiamo riassunto il possibile
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