Crescita personale

Stoicismo

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1. Le Radici e il Percorso dello Stoicismo

Lo stoicismo è una scuola di pensiero che offre indicazioni concrete su come affrontare la vita e le sue sfide. Questa filosofia ha le sue origini nell’antica Atene, fondata intorno al 300 a.C. da Zenone di Cizio. Zenone era solito tenere le sue lezioni e discussioni in un luogo pubblico molto noto, la Stoà dipinta, un portico decorato con affreschi. Fu proprio da questo luogo di incontro che il movimento prese il nome di “stoicismo” e i suoi seguaci furono chiamati “stoici”. Inizialmente, si trattava di un gruppo di pensatori e discepoli che si riunivano in modo informale, ma le idee stoiche guadagnarono rapidamente popolarità e seguaci.

La Diffusione a Roma

Dopo la morte di Zenone, la guida della scuola passò ai suoi allievi più importanti, come Cleante e, soprattutto, Crisippo, il quale ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppare e sistematizzare ulteriormente i principi originali dello stoicismo. Con l’espansione della Repubblica Romana e i crescenti contatti culturali con la Grecia, il movimento stoico si diffuse anche a Roma, trovando terreno fertile tra le élite intellettuali e politiche. Figure romane di grande rilievo abbracciarono questa filosofia, tra cui oratori e scrittori come Cicerone e Seneca, il filosofo Epitteto e persino l’imperatore Marco Aurelio. La varietà di queste figure, che include un ex schiavo come Epitteto e il sovrano dell’impero come Marco Aurelio, dimostra quanto i principi stoici fossero considerati rilevanti e applicabili a persone di ogni condizione sociale, offrendo una guida morale e pratica universale.

Declino e Riscoperta nel Tempo

Con il passare dei secoli e l’affermazione progressiva del cristianesimo come religione dominante nell’Impero Romano, a partire dal IV secolo d.C., lo stoicismo come movimento filosofico organizzato iniziò a perdere la sua centralità e visibilità. Tuttavia, molti dei suoi principi etici e morali non scomparvero del tutto, ma influenzarono in modo significativo il pensiero e la teologia della nascente religione cristiana. La filosofia stoica conobbe una vera e propria rinascita e riscoperta solo molti secoli dopo, durante il periodo del Rinascimento. Pensatori e filosofi di spicco di quell’epoca, come il francese Montaigne e il padre della filosofia moderna Cartesio, riscoprirono i testi antichi e applicarono gli ideali stoici ai dibattiti e alle questioni del loro tempo. Da quel momento in poi, e fino ai giorni nostri, la filosofia stoica ha continuato a essere studiata e considerata una visione del mondo e della vita ancora valida e capace di offrire spunti preziosi per la condotta personale e la comprensione dell’esistenza umana.

Affermare che lo stoicismo abbia “influenzato” il cristianesimo e sia stato “riscoperto” nel Rinascimento non rischia di semplificare eccessivamente processi storici e filosofici complessi?
Questo capitolo traccia una linea storica del movimento stoico, ma la sua trattazione dell’influenza sui pensatori cristiani e della successiva “rinascita” appare piuttosto sbrigativa. Non viene spiegato come esattamente i principi stoici si siano innestati o scontrati con la teologia cristiana, né quali aspetti specifici abbiano affascinato i pensatori rinascimentali e moderni come Montaigne e Cartesio, o in che modo la filosofia sia “ancora valida” oggi. Per comprendere meglio queste transizioni e la reale portata dell’eredità stoica, sarebbe utile approfondire la storia della filosofia tardo-antica e medievale, studiando autori come Agostino, e la filosofia del Rinascimento e dell’età moderna, leggendo, oltre a Montaigne e Cartesio, anche autori che hanno analizzato la continuità e la trasformazione delle idee classiche, come Pierre Hadot o A.A. Long.


2. Maestri e Concetti Chiave dello Stoicismo

La filosofia stoica si sviluppa grazie al pensiero di diverse figure importanti che, nel tempo, hanno contribuito a definirne i principi. Socrate, pur essendo precedente, influenza questa corrente con il suo metodo basato sull’uso della ragione e sulla costante ricerca della virtù.

I primi filosofi stoici

Zenone di Cipro è considerato il fondatore della scuola stoica ad Atene. Egli individua nel Logos, inteso come la ragione universale, la fonte di ogni bene e il principio che ordina l’intero universo. Secondo Zenone, è la ragione a guidare l’essere umano verso una vita in armonia con la natura e con se stesso. Arato di Soli arricchisce questa visione con scritti che esplorano il legame profondo tra la divinità e il mondo naturale. Aristo di Chios introduce una sfumatura importante, suggerendo che non tutte le situazioni della vita presentano una chiara distinzione morale, e che la virtù fondamentale risiede in uno stato mentale sano e equilibrato. Sphaerus, allievo diretto di Zenone, mette in luce come la vera saggezza non stia solo nelle azioni, ma soprattutto nelle intenzioni razionali che le motivano.

Sviluppi successivi e sistematizzazione

Cleante, che succede a Zenone alla guida della scuola, affronta il tema del male, sostenendo che esso derivi dalle azioni umane, pur mantenendo una fede nel destino. La sua opera più nota, l'”Inno a Zeus”, è una profonda riflessione sul rapporto tra la volontà divina che governa il cosmo e le azioni degli uomini. Crisippo è una figura centrale per lo stoicismo, noto per aver sistematizzato e chiarito molte delle idee della scuola. Egli si confronta con il complesso paradosso tra l’idea di destino ineluttabile e la responsabilità individuale, argomentando che la presenza del male è in qualche modo necessaria per poter comprendere appieno la natura del bene. Crisippo sviluppa anche concetti cosmologici importanti, come quello della “Conflagrazione”, un ciclo cosmico di distruzione e rinascita. Panezio di Rodi contribuisce a rendere lo stoicismo più accessibile e diffuso, ponendo l’accento sulla ragione come la qualità distintiva dell’essere umano e sull’importanza per ogni individuo di cercare e realizzare il proprio ideale personale di vita virtuosa.

Stoicismo nella vita e nell’impero

Figure come Catone il Giovane e Seneca dimostrano come i principi stoici possano essere vissuti concretamente, anche in contesti di vita pubblica e di fronte a grandi avversità. Essi incarnano l’ideale di autocontrollo, resilienza e accettazione del proprio destino. Epitteto, che visse l’esperienza della schiavitù, insegna con forza l’importanza di distinguere ciò che è sotto il nostro controllo (i nostri pensieri, giudizi e azioni) da ciò che non lo è (gli eventi esterni), invitando a concentrarsi unicamente sul primo aspetto. Marco Aurelio, imperatore romano, offre una testimonianza personale e profonda dei principi stoici nelle sue “Meditazioni”, un’opera che riflette sulla necessità di accettare il flusso del destino e di vivere in accordo con la natura.

Concetti fondamentali dello stoicismo

Al centro della visione stoica si trova il concetto di Logos, inteso come la ragione o coscienza divina che permea e anima l’intero universo. Questo principio razionale è la base dell’ordine cosmico e della moralità. Un tema ampiamente dibattuto dagli stoici è quello del libero arbitrio in relazione al destino. Le diverse posizioni esplorano il ruolo della volontà umana all’interno di un universo governato da leggi razionali e la questione complessa dell’origine del male. La psiche, o anima, è considerata la sede della coscienza e del pensiero razionale. Riguardo al suo destino dopo la morte, esistevano diverse teorie all’interno della scuola, che variavano dalla dissoluzione dell’anima nel Logos universale al mantenimento di una qualche forma di individualità. Questa visione cosmologica include anche l’idea di una gerarchia di coscienza che si manifesta nell’universo, culminando in un essere perfetto che incarna la ragione universale.

Se il Logos ordina tutto e il destino è ineluttabile, come si spiega l’esistenza del male e quale reale spazio rimane per la libertà e la responsabilità individuale?
Il capitolo introduce il complesso rapporto tra Logos, destino e libero arbitrio, riconoscendo la presenza di un “complesso paradosso” e “diverse posizioni” all’interno della scuola stoica. Tuttavia, non approfondisce sufficientemente come i vari pensatori abbiano tentato di risolvere questa apparente contraddizione fondamentale, né chiarisce in che modo il male possa coesistere con un principio razionale universale e come l’azione umana possa avere un significato morale se tutto è predeterminato. Per esplorare queste tematiche cruciali e comprendere le sfumature delle risposte stoiche, è opportuno approfondire la filosofia stoica stessa, concentrandosi in particolare sugli scritti di Crisippo, che cercò di sistematizzare queste idee, e di Epitteto, che pose l’accento sulla distinzione tra ciò che è in nostro potere e ciò che non lo è. Approfondire la metafisica e l’etica stoica è essenziale per cogliere la logica interna del loro sistema.


3. La Via della Virtù e i Principi per Viverla

Per la filosofia stoica, la virtù è l’unico vero bene, l’unica cosa che conta davvero per vivere bene. Tutto il resto, come la ricchezza, la salute o la fama, è considerato “indifferente”, cioè non è né buono né cattivo in sé. Vivere una vita buona significa quindi vivere una vita guidata dalla virtù. La virtù non è qualcosa di innato, ma si impara e si rafforza con la pratica costante e l’autodisciplina. Esistono quattro virtù fondamentali che guidano il saggio: la saggezza, che permette di capire cosa è giusto e cosa non lo è; il coraggio, che insegna ad affrontare le difficoltà e a resistere alle tentazioni; la giustizia, che regola i rapporti con gli altri in modo equo; e la temperanza, che aiuta a mantenere il controllo su desideri e impulsi.

Principi per Vivere Virtuosamente

Un principio essenziale per vivere secondo virtù è usare sempre la ragione per capire come rispondere alle diverse situazioni che si presentano, evitando di agire d’impulso. Bisogna imparare a non lasciarsi condizionare da ciò che non dipende da noi, incluse le opinioni o le azioni degli altri, perché su queste cose non abbiamo controllo. Mantenere una prospettiva ampia sulla vita, ricordando quanto siamo piccoli nell’immensità dell’universo, aiuta a ridimensionare le preoccupazioni personali e a tenere a bada l’ego.

Gestire Desideri ed Emozioni

È fondamentale imparare a controllare i desideri e le passioni, perché sono visti come una fonte inesauribile di insoddisfazione e infelicità. La vita va vissuta pienamente nel momento presente, senza rimanere legati al passato o preoccuparsi eccessivamente del futuro. Le emozioni sono reazioni naturali, ma non devono mai prendere il sopravvento sulla capacità di giudizio razionale. Affrontare le difficoltà e superare la paura della morte, che sono eventi esterni, sono viste come occasioni per crescere e mettere alla prova la propria virtù. Evitare l’avidità e i piaceri smodati è cruciale per non sviluppare attaccamenti che poi generano paura di perdere.

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Ma la psicologia moderna, in particolare la CBT, ha davvero “preso molto” dallo stoicismo, o si tratta di una semplificazione eccessiva?
Il capitolo insiste sul legame tra stoicismo moderno e psicologia, in particolare la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT), affermando che la psicologia “ha preso molto” da questa filosofia. Questa affermazione, per quanto suggestiva, rischia di essere una semplificazione eccessiva. Sebbene esistano innegabili parallelismi tra alcune tecniche cognitive e l’analisi razionale stoica, la CBT è una disciplina clinica basata su decenni di ricerca empirica e protocolli specifici, non una mera applicazione di principi filosofici antichi. Comprendere la reale portata di questo legame richiede di analizzare le origini della CBT e le sue basi scientifiche, confrontandole criticamente con i testi stoici originali. Approfondire il lavoro di pionieri della psicologia cognitiva come Aaron Beck e confrontarlo con gli scritti di autori come Epitteto o Marco Aurelio permetterebbe di valutare la profondità e i limiti di questa presunta “adozione”.


6. Tra Manipolazione Mentale e Controllo Emozionale

Comprendere come funzionano la mente e le emozioni umane può portare a esplorare percorsi molto diversi. Un percorso studia tecniche per interagire con gli altri in modo da coinvolgerli e influenzarli. Si tratta di esplorare metodi che permettono di agire sulla mente altrui, a volte con l’obiettivo di manipolare o persuadere. Queste tecniche rientrano nell’ambito della manipolazione mentale e della psicologia che studia i lati meno evidenti del comportamento umano. L’obiettivo è capire come le persone reagiscono a certe azioni o parole per poterle guidare verso un risultato desiderato. Questo campo di studio guarda verso l’esterno, cercando di modificare o dirigere le risposte degli altri.

La via del controllo interiore

Un percorso completamente diverso si concentra invece su come gestire se stessi. La filosofia dello Stoicismo offre insegnamenti pratici per affrontare le sfide della vita moderna. Aiuta a capire come controllare le proprie reazioni emotive, superare la paura e sviluppare una maggiore saggezza. Questo approccio insegna a trovare la calma interiore e la serenità, indipendentemente dalle circostanze esterne. È un cammino che porta a ottenere un forte controllo su di sé, costruendo un equilibrio personale duraturo. Questi due ambiti, dunque, rappresentano direzioni opposte: uno mira a esercitare influenza sul mondo esterno, l’altro cerca l’armonia e la padronanza dentro di sé.

È davvero così netta la separazione tra il controllo di sé e l’influenzare gli altri, come suggerisce il capitolo?
Il capitolo pone in contrapposizione la via dell’influenzare gli altri e quella del controllo interiore, definendole “direzioni opposte”. Questa distinzione appare eccessivamente rigida e non tiene conto di come la padronanza di sé sia spesso un prerequisito fondamentale per interagire efficacemente con gli altri, sia in contesti di persuasione etica che di leadership. Ignorare questa interconnessione crea una semplificazione che non riflette la complessità delle dinamiche umane. Per un’analisi più completa, sarebbe utile esplorare la psicologia sociale e le teorie della comunicazione, considerando il lavoro di autori che hanno studiato l’influenza sociale e i processi decisionali.


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