“Stella Maris” di Cormac McCarthy ti porta dentro la mente brillante e tormentata di Alicia Western, una giovane matematica ricoverata volontariamente nella struttura psichiatrica Stella Maris. Alicia non è una paziente qualunque: i suoi studi in topologia e la sua infanzia a Los Alamos, segnata dal Progetto Manhattan e dalla figura del padre fisico, si scontrano con la sua percezione alterata della realtà, popolata da “personaggi” vividi come The Kid. Mentre affronta la malattia mentale e le allucinazioni, Alicia ripercorre la sua vita, il rapporto complesso con il fratello Bobby, l’amore per la matematica e la fisica quantistica, e le riflessioni profonde sulla natura della coscienza e il solipsismo. Tra ricordi dolorosi, come la morte del padre o l’ossessione per il violino Amati, e dialoghi intensi con il suo terapeuta, questo romanzo esplora i confini tra genio e follia, la ricerca di significato in un universo enigmatico e il peso insopportabile del passato familiare. È un viaggio intellettuale ed emotivo nel cuore dell’enigma umano.
Riassunto Breve
Una paziente di nome Alicia si trova nella struttura psichiatrica Stella Maris, dove è entrata volontariamente. È una matematica, esperta di topologia, ma ora lontana dal suo campo. La sua presenza lì è dovuta alla percezione di “personaggi” vividi e reali nella sua stanza, diversi dai sogni. È fuggita dall’Italia perché suo fratello è in coma e i medici vogliono staccare le macchine. Racconta della sua infanzia, del talento precoce per la matematica, degli studi con figure come Grothendieck. Parla dei suoi “personaggi”, in particolare “The Kid”, descritto come un’entità concreta, alta un metro, con pinne, che parla in modo strano ma a volte dice cose importanti. Non lo considera maligno. Alicia è scettica sui test di intelligenza, crede che la vera intelligenza sia nei numeri. La madre è morta, il padre era assente, è cresciuta in parte con la nonna. Pensa che la malattia mentale sia causata da troppa informazione. I suoi “famigli” sono scomparsi di recente.La paziente descrive la moglie del dottore, italiana, ebrea, divorziata e risposata con lui. È cresciuta a Los Alamos, con notti insonni e conversazioni misteriose, volendo decifrare il mondo. La paura è presente nell’infanzia. La musica precede la matematica come interesse; la matematica è vista come un linguaggio inviolabile. È sinestesica, vede colori e sapori nella musica. La lettura di Berkeley la porta a interrogarsi sulla realtà e a sentirsi sola, sviluppando una visione solipsistica. Non finisce il liceo ma ottiene una borsa di studio per l’Università di Chicago. I farmaci interrompono le apparizioni. Discute la meccanica quantistica e l’idea di una realtà come intuizione collettiva. Ha flirtato con il dottore, forse per solitudine. Il fratello è morente in Italia. Ha ereditato denaro e comprato un violino Amati all’asta, portandolo a casa con i contanti in una scatola da scarpe. La vista e l’odore del violino la commuovono profondamente.Il padre era un fisico del Progetto Manhattan, non provava rimorso per la bomba, la vedeva come un evento storico. Alicia è nata a Los Alamos il giorno di Santo Stefano, mentre il padre era a una conferenza di Gödel, che lo influenzò. Ha studiato Gödel a fondo. La matematica è basata sulla fede, con verità che trascendono i numeri. Cita matematici come Cantor, Gauss, Noether, Grothendieck. Vede bellezza nelle equazioni. Il padre era gentile con lei. La madre lavorò a Oak Ridge all’Y-12, senza piena consapevolezza del suo ruolo. La famiglia fu sfrattata dalla fattoria per il Progetto Manhattan. La madre ebbe un esaurimento nervoso e fu ricoverata. La paziente ricorda un sogno ricorrente di donne che perdono tutto. A quattro anni un oculista la definì “pazza”. Ha ricevuto una diagnosi di autismo da adulta. Ricorda il padre che le spiegava la matematica con metafore.Durante una sessione, chiede una rete da ping-pong, negata. Critica gli psicofarmaci come palliativi con effetti collaterali. Parla della limitatezza della felicità umana e della profondità del dolore. Rifiuta di definirsi folle, pur avendo una visione diversa del mondo. Appare la figura di Miss Vivian, legata alla tristezza dei neonati e alla rabbia per l’ingiustizia. La matematica è un processo faticoso ma appagante, guidato dall’inconscio. Critica la psichiatria per mancanza di immaginazione. Il Kid non la istiga al suicidio, ha un ruolo complesso. Riflette sulla natura costruita della realtà e sull’autonomia delle sue chimere. Racconta di un’infatuazione adolescenziale e della delusione. Il padre è morto in Messico cercando cure alternative per il cancro. Ha la capacità di leggere l’ora al contrario. È appassionata di violino e matematica applicata alle armoniche.Arriva in ritardo a una sessione, dorme con le luci accese per paura di un’entità nell’oscurità. È stata sorvegliata per una presunta ossessione di morte. È scettica verso il terapeuta. Evita di parlare del fratello. Il Kid è responsabile di discorsi sconclusionati ma influenti. L’inconscio è un sistema biologico. La sua tesi di matematica, che metteva in discussione i fondamenti, fu rifiutata. Vede la matematica come una magia che si perde e si ritrova. Accenna a origini rumene e a una molestia da parte di uno zio. Descrive un piano dettagliato per suicidarsi nel lago Tahoe, ma non lo ha attuato. Non si sente depressa, ma lucidamente pessimista. Menziona entità oscure come Archatron e Kid, presenze inquietanti. Crede che la matematica, come il Kid, le sia stata mandata per ragioni misteriose.Intraprende un viaggio solitario leggendo, a volte con il Kid. Ha sentimenti amorosi per suo fratello Bobby fin dall’infanzia. A quattordici anni gli confessa il desiderio di sposarlo, ma lui la respinge. Sogna un incontro intimo con lui e glielo racconta, ottenendo una reazione negativa. Esprime rimpianto e stanchezza.Mette in discussione le interpretazioni del terapeuta, suggerendo che rivela alcune cose per nasconderne altre. Ha vissuto in Germania, imparando la lingua meticolosamente. Usa l’episodio di un autista tedesco che la corteggiava per suscitare la gelosia di Bobby. Ha abbandonato la matematica, paragonandola alla perdita di una persona cara, ma ricordando la gioia della risoluzione dei problemi. Vede il linguaggio come un’invasione parassitaria del cervello, legato alla sanità mentale. Menziona sinestesia e autismo. Critica Freud e Jung, preferendo l’evoluzione biologica. Discute Gödel e la sua visione platonica. Confessa fantasie suicide e senso di colpa. Ha un piano inquietante, “Piano S-3”, per un viaggio solitario verso la morte sulle montagne della Romania. Dimostra lucidità e intelligenza, manipolando il discorso. Chiede al terapeuta di tenerle la mano, un gesto che simboleggia l’attesa della fine.
1. L’Ospite Inatteso
Alicia, matematica di talento, si presenta volontariamente alla clinica psichiatrica Stella Maris, dove incontra il dottor Cohen. Il motivo del suo ricovero è la presenza costante di “personaggi” nella sua stanza, figure che lei percepisce come reali e distinte dalle allucinazioni dei sogni. Fin da bambina, Alicia ha dimostrato un’inclinazione precoce per la matematica, studiando persino con il celebre Grothendieck, che in seguito abbandonò la disciplina. Nonostante i risultati eccezionali nei test d’intelligenza, Alicia li considera strumenti inadeguati, convinta che la vera intelligenza risieda nei numeri, non nelle parole. Tra i “personaggi” che la accompagnano, spicca “The Kid”, un’entità che Alicia descrive come concreta e tangibile. La sua storia personale è segnata da eventi dolorosi: la fuga dall’Italia per evitare la decisione di interrompere il supporto vitale al fratello in coma, la morte della madre, un padre assente e il legame con la nonna. Alicia considera la malattia mentale come una conseguenza dell’eccesso di informazioni in un mondo che preferisce l’ignoranza. I suoi “famigli” sono recentemente scomparsi, ma non è chiaro se questo rappresenti per lei un sollievo o un’ulteriore fonte di angoscia.
2. L’Enigma della Realtà
La moglie del dottore, descritta come una bella italiana amante di Bach e della cucina italiana, è in realtà ebrea. I due hanno divorziato per tre anni, per poi risposarsi, a causa del comportamento del dottore, che ammette di essere stato un “idiota”. La paziente, fin da bambina, desidera decifrare il mondo che la circonda, percepito come un enigma da risolvere. Cresciuta a Los Alamos, ricorda le notti insonni in una casa sempre piena di ospiti e conversazioni misteriose, che alimentano il suo desiderio di comprensione. La paura è una costante nella sua infanzia. La musica, con i suoi colori e sapori percepiti attraverso la sinestesia, la attrae prima ancora della matematica, considerata un linguaggio inviolabile e trascendente. La lettura di Berkeley al liceo le rivela la natura interna del mondo visivo, aprendo un inatteso orizzonte filosofico. Si sente sola di fronte all’immensità di questa scoperta, iniziando a interrogarsi sulla vera natura della realtà. Immagina un universo primordiale, oscuro e silenzioso, che esiste prima della coscienza e che solo con l’avvento della vita senziente prende forma e colore. Questa visione la porta a considerare il solipsismo.Senza terminare il liceo, ottiene una borsa di studio per l’Università di Chicago. Qui incontra il Kid, un amico singolare, l’unico che ha. Il Kid, alto solo un metro, ha un aspetto bizzarro, con pinne e un modo di parlare spesso incomprensibile, ma a volte rivela intuizioni sorprendenti. Viene descritto come una presenza costante, quasi reale, ma la paziente specifica che non è un’entità maligna, anzi, lo considera benigno rispetto ad altre presenze sconosciute. L’assunzione di farmaci interrompe le apparizioni di figure immaginarie, suggerendo un legame tra la sua percezione e una realtà alterata. La realtà stessa, ipotizza, potrebbe essere un’intuizione collettiva.La meccanica quantistica, con la sua natura paradossale, suggerisce l’intervento della coscienza umana nella realtà sperimentale. Si interroga sull’assoluto inconoscibile e sull’impossibilità di estrarre qualcosa da esso senza trasformarlo in un fenomeno. Rivela di essere lesbica e di aver flirtato con il dottore, forse spinta dalla solitudine. Parla del fratello morente in Italia, rifiutando l’idea di “staccare la spina”. La malattia mentale e la psichiatria sono viste con occhio critico e pessimista, preferendo l’approccio umano alla fredda applicazione di teorie.Dopo aver ereditato una somma considerevole, acquista un prezioso violino Amati all’asta per oltre duecentomila dollari. Lo porta a casa in autobus, custodendo i contanti in una scatola da scarpe. La vista e il profumo dello strumento la commuovono profondamente. Mentre cerca di suonare Bach, le lacrime sgorgano, sopraffatta dalla bellezza e dal mistero dell’esistenza.
La paziente attraversa il paese in solitudine, immergendosi nella lettura e incontrando occasionalmente una figura chiamata “il Kid”. Fin dall’infanzia, prova un amore profondo per suo fratello Bobby. A quattordici anni, rivela a Bobby, che ne ha ventuno, il desiderio di unirsi a lui in matrimonio, certa dell’eccezionalità del loro legame. Bobby, però, rifiuta la proposta. Successivamente, la paziente sogna un momento di intimità con Bobby e, condividendo il sogno con lui, suscita una reazione sfavorevole. Emerge un senso di rimpianto e sfinimento nella paziente.
7. Piano S-3
Una paziente esprime dubbi sulle interpretazioni che il terapeuta fa delle sue confidenze, suggerendo che alcune rivelazioni potrebbero servire a nascondere aspetti più profondi. Ricorda il suo periodo in Germania, dove si dedicava con passione allo studio del tedesco, e un corteggiatore tedesco, una figura evocata per suscitare la gelosia di un uomo del suo passato, Bobby. Parla della matematica come una disciplina che un tempo amava, ma che ora sente lontana, come una persona cara perduta. Il linguaggio è paragonato a un’entità che invade la mente, e si parla del legame tra percezione sensoriale, linguaggio e disturbi come l’autismo e la sinestesia. La paziente esprime un pensiero critico sulle teorie di Freud e Jung, mostrando una preferenza per spiegazioni basate sull’evoluzione biologica. Si confrontano diverse visioni della matematica, quella astratta di Gödel e una più concreta, legata all’esperienza. La paziente rivela pensieri di morte e un senso di colpa profondo. Il “Piano S-3” è il suo progetto: un viaggio in solitaria tra le montagne della Romania, con l’intento di togliersi la vita. Nonostante l’angoscia, mostra un’intelligenza vivace, capace di mettere in difficoltà il terapeuta. La seduta termina con un gesto inatteso: la paziente chiede al terapeuta di stringerle la mano, un contatto che sembra anticipare la fine.
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