Letteratura

Stella Maris

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1. L’Ospite Inatteso

Alicia, matematica di talento, si presenta volontariamente alla clinica psichiatrica Stella Maris, dove incontra il dottor Cohen. Il motivo del suo ricovero è la presenza costante di “personaggi” nella sua stanza, figure che lei percepisce come reali e distinte dalle allucinazioni dei sogni. Fin da bambina, Alicia ha dimostrato un’inclinazione precoce per la matematica, studiando persino con il celebre Grothendieck, che in seguito abbandonò la disciplina. Nonostante i risultati eccezionali nei test d’intelligenza, Alicia li considera strumenti inadeguati, convinta che la vera intelligenza risieda nei numeri, non nelle parole. Tra i “personaggi” che la accompagnano, spicca “The Kid”, un’entità che Alicia descrive come concreta e tangibile. La sua storia personale è segnata da eventi dolorosi: la fuga dall’Italia per evitare la decisione di interrompere il supporto vitale al fratello in coma, la morte della madre, un padre assente e il legame con la nonna. Alicia considera la malattia mentale come una conseguenza dell’eccesso di informazioni in un mondo che preferisce l’ignoranza. I suoi “famigli” sono recentemente scomparsi, ma non è chiaro se questo rappresenti per lei un sollievo o un’ulteriore fonte di angoscia.

2. L’Enigma della Realtà

La moglie del dottore, descritta come una bella italiana amante di Bach e della cucina italiana, è in realtà ebrea. I due hanno divorziato per tre anni, per poi risposarsi, a causa del comportamento del dottore, che ammette di essere stato un “idiota”. La paziente, fin da bambina, desidera decifrare il mondo che la circonda, percepito come un enigma da risolvere. Cresciuta a Los Alamos, ricorda le notti insonni in una casa sempre piena di ospiti e conversazioni misteriose, che alimentano il suo desiderio di comprensione. La paura è una costante nella sua infanzia. La musica, con i suoi colori e sapori percepiti attraverso la sinestesia, la attrae prima ancora della matematica, considerata un linguaggio inviolabile e trascendente. La lettura di Berkeley al liceo le rivela la natura interna del mondo visivo, aprendo un inatteso orizzonte filosofico. Si sente sola di fronte all’immensità di questa scoperta, iniziando a interrogarsi sulla vera natura della realtà. Immagina un universo primordiale, oscuro e silenzioso, che esiste prima della coscienza e che solo con l’avvento della vita senziente prende forma e colore. Questa visione la porta a considerare il solipsismo.Senza terminare il liceo, ottiene una borsa di studio per l’Università di Chicago. Qui incontra il Kid, un amico singolare, l’unico che ha. Il Kid, alto solo un metro, ha un aspetto bizzarro, con pinne e un modo di parlare spesso incomprensibile, ma a volte rivela intuizioni sorprendenti. Viene descritto come una presenza costante, quasi reale, ma la paziente specifica che non è un’entità maligna, anzi, lo considera benigno rispetto ad altre presenze sconosciute. L’assunzione di farmaci interrompe le apparizioni di figure immaginarie, suggerendo un legame tra la sua percezione e una realtà alterata. La realtà stessa, ipotizza, potrebbe essere un’intuizione collettiva.La meccanica quantistica, con la sua natura paradossale, suggerisce l’intervento della coscienza umana nella realtà sperimentale. Si interroga sull’assoluto inconoscibile e sull’impossibilità di estrarre qualcosa da esso senza trasformarlo in un fenomeno. Rivela di essere lesbica e di aver flirtato con il dottore, forse spinta dalla solitudine. Parla del fratello morente in Italia, rifiutando l’idea di “staccare la spina”. La malattia mentale e la psichiatria sono viste con occhio critico e pessimista, preferendo l’approccio umano alla fredda applicazione di teorie.Dopo aver ereditato una somma considerevole, acquista un prezioso violino Amati all’asta per oltre duecentomila dollari. Lo porta a casa in autobus, custodendo i contanti in una scatola da scarpe. La vista e il profumo dello strumento la commuovono profondamente. Mentre cerca di suonare Bach, le lacrime sgorgano, sopraffatta dalla bellezza e dal mistero dell’esistenza.

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6. Desiderio Inconfessabile

La paziente attraversa il paese in solitudine, immergendosi nella lettura e incontrando occasionalmente una figura chiamata “il Kid”. Fin dall’infanzia, prova un amore profondo per suo fratello Bobby. A quattordici anni, rivela a Bobby, che ne ha ventuno, il desiderio di unirsi a lui in matrimonio, certa dell’eccezionalità del loro legame. Bobby, però, rifiuta la proposta. Successivamente, la paziente sogna un momento di intimità con Bobby e, condividendo il sogno con lui, suscita una reazione sfavorevole. Emerge un senso di rimpianto e sfinimento nella paziente.

7. Piano S-3

Una paziente esprime dubbi sulle interpretazioni che il terapeuta fa delle sue confidenze, suggerendo che alcune rivelazioni potrebbero servire a nascondere aspetti più profondi. Ricorda il suo periodo in Germania, dove si dedicava con passione allo studio del tedesco, e un corteggiatore tedesco, una figura evocata per suscitare la gelosia di un uomo del suo passato, Bobby. Parla della matematica come una disciplina che un tempo amava, ma che ora sente lontana, come una persona cara perduta. Il linguaggio è paragonato a un’entità che invade la mente, e si parla del legame tra percezione sensoriale, linguaggio e disturbi come l’autismo e la sinestesia. La paziente esprime un pensiero critico sulle teorie di Freud e Jung, mostrando una preferenza per spiegazioni basate sull’evoluzione biologica. Si confrontano diverse visioni della matematica, quella astratta di Gödel e una più concreta, legata all’esperienza. La paziente rivela pensieri di morte e un senso di colpa profondo. Il “Piano S-3” è il suo progetto: un viaggio in solitaria tra le montagne della Romania, con l’intento di togliersi la vita. Nonostante l’angoscia, mostra un’intelligenza vivace, capace di mettere in difficoltà il terapeuta. La seduta termina con un gesto inatteso: la paziente chiede al terapeuta di stringerle la mano, un contatto che sembra anticipare la fine.

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Dalle ceneri ritorneremo
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