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Contenuti del libro
Informazioni
“Serena e Venus Williams, nel nome del padre” di Giorgia Mecca ci porta dentro la storia pazzesca di come Richard Williams ha avuto un piano, nato tra le difficoltà di Compton, per portare le figlie Venus e Serena ai vertici del tennis professionistico. Non è solo una storia di sport, ma di lotta contro il razzismo nel tennis, di sacrifici enormi e della rivalità unica tra sorelle che si amano ma devono competere. Il libro esplora i luoghi chiave, da Compton ai campi prestigiosi come l’Australian Open o Indian Wells, dove hanno affrontato pregiudizi e momenti durissimi, come la perdita della sorella Yetunde Price. Vediamo la battaglia di Venus per la parità montepremi e il percorso incredibile di Serena, tra successi e fragilità. È un racconto potente sull’eredità Williams, su come hanno rivoluzionato il tennis e su quanto sia costato raggiungere la cima, fino a quelle lacrime a Melbourne che forse segnano la fine di un’epoca.Riassunto Breve
Richard Williams elabora un piano per trasformare le figlie Venus e Serena in campionesse di tennis, spinto dalle sue esperienze di razzismo e povertà. Il progetto prevede il trasferimento a Compton per forgiare un carattere combattivo. L’allenamento si svolge su campi pubblici, in un ambiente difficile dove Richard deve gestire le interazioni con le gang locali. Nonostante la conoscenza limitata del tennis, Richard guida le figlie con un piano scritto, basato su impegno, coraggio e fede. Inizialmente, Venus emerge come la più promettente, eccellendo nei tornei giovanili. Serena cresce all’ombra della sorella, provando invidia e frustrazione che diventano una forte motivazione. La famiglia si sposta in Florida per un allenamento più strutturato, ma Richard mantiene la supervisione, concentrandosi sull’educazione e sull’allenamento di entrambe.Il loro primo incontro professionistico avviene agli Australian Open nel 1998. Questa partita segna un momento importante del piano del padre e mostra la complessa relazione tra le sorelle, dove la competizione si unisce al legame familiare. Per Serena, è l’occasione per emergere dall’ombra di Venus. Le sorelle affrontano sfide nel tennis professionistico, sia interne che esterne. La loro prima finale WTA a Key Biscayne nel 1999 evidenzia un’intensa rivalità, dove l’amore fraterno si scontra con la necessità di vincere. Il successo di Serena, come la vittoria agli US Open del 1999, genera dolore in Venus.La loro presenza in tornei prestigiosi come Wimbledon nel 2000 mette in risalto il contrasto con l’ambiente tradizionalmente bianco del tennis. Nonostante la loro potenza, il colore della pelle le rende visibili e oggetto di disagio per alcuni spettatori. Si inseriscono nella storia di giocatori afroamericani ma con uno stile più diretto. Le partite tra loro sono emotivamente difficili. L’episodio di Indian Wells nel 2001, con il ritiro di Venus e la reazione ostile e razzista del pubblico verso la famiglia, dimostra il pregiudizio che devono affrontare. Questo porta a un lungo boicottaggio del torneo. Nonostante le difficoltà, continuano a giocare. Il loro ritorno a Indian Wells anni dopo rappresenta un passo verso il superamento di questi conflitti.Compton, il quartiere da cui provengono, non riconosce né celebra i loro successi, in contrasto con la narrazione di marketing. Le sorelle raggiungono i vertici del tennis mondiale, affrontandosi in diverse finali Slam. Questa dominanza genera polemiche e accuse di partite combinate, alimentate da tensioni razziali e dalla percezione che il loro stile potente non rispetti le tradizioni dello sport. Nonostante le critiche, diventano le prime sorelle afroamericane a occupare le prime due posizioni del ranking. Il successo sportivo porta a enormi contratti di sponsorizzazione, rendendole milionarie. Diventano testimonial dell’America che supera gli ostacoli, ma questa immagine commerciale non elimina le discriminazioni. Affrontano periodi difficili, come i problemi fisici e mentali di Serena intorno al 2005-2006. La rivalità con giocatrici come Maria Sharapova evidenzia le tensioni nel circuito. La loro resilienza le riporta al successo.La vita nel tennis professionistico è descritta come ossessiva e isolante, una routine che ruba la giovinezza. Questo porta a un desiderio di cercare alternative. L’omicidio della sorella Yetunde nel 2003 segna profondamente le loro vite, rendendo il tennis secondario e influenzando il loro approccio al gioco. Affrontano sessismo e critiche legate al loro fisico potente e stile aggressivo, venendo etichettate come “maschiacci”. Rispondono attraverso la moda e l’atteggiamento in campo. Venus si impegna attivamente per l’uguaglianza di genere nello sport, lottando per la parità di montepremi a Wimbledon, ottenendola nel 2007. La relazione tra le sorelle è caratterizzata da una rivalità intensa nel singolare ma da una forte unione nel doppio.Richard Williams osserva gli allenamenti di Venus, riconoscendo la sua perfezione. Venus funge da modello per Serena, accettando spesso un ruolo secondario. La profezia del padre su Serena segna la carriera di Venus, che raggiunge il numero uno per breve tempo prima di essere superata. Questa rivalità interna è fonte di sofferenza per Venus. Nonostante l’ombra di Serena, Venus costruisce una carriera significativa con sette titoli Slam e si distingue come attivista per l’equal pay. Serena affronta intense pressioni e problemi di salute. Dopo una sconfitta nel 2012, si allena con Patrick Mouratoglou e torna al vertice, ma le sue partite sono segnate da tensione e difficoltà nel gestire la pressione, culminate nell’incidente agli Us Open del 2018. La madre, Oracene, vive da vicino la rivalità e le sofferenze delle figlie. Le sorelle Williams, nere in un mondo di bianchi, potenti in uno sport elegante, hanno rivoluzionato il tennis, ispirando una nuova generazione di atlete diverse e cambiando la percezione dello sport.L’edizione 2021 degli Australian Open si conclude con un momento emotivo. Venus, la giocatrice più anziana del circuito, partecipa per la ventunesima volta. Nonostante un infortunio alla caviglia, continua a giocare per rispetto, perdendo l’incontro. Pochi giorni dopo, Serena, in buona forma e con un abbigliamento che omaggia Florence Griffith, raggiunge le semifinali ma viene sconfitta da Naomi Osaka. Dopo la partita, Serena ringrazia il pubblico, un gesto insolito, e in conferenza stampa, visibilmente commossa, afferma di non farcela più prima di lasciare la sala in lacrime. Questi eventi si verificano ventitré anni dopo il patto stretto dalle sorelle a Melbourne nel 1998, quando si promisero di diventare la numero uno e la numero due del mondo. Le lacrime a Melbourne nel 2021 indicano la possibile conclusione di questo percorso.Riassunto Lungo
1. Il Piano di Compton
Richard Williams elabora un progetto preciso per trasformare le sue figlie, Venus e Serena, in campionesse di tennis di fama mondiale. Questa visione nasce dalle difficili esperienze personali di Richard, segnate dal razzismo e dalle ristrettezze economiche vissute prima a Shreveport e poi a Compton. Il suo desiderio più profondo è assicurare alle figlie il rispetto e il successo che a lui sono stati negati nel corso della vita. Per raggiungere questo obiettivo ambizioso, decide di trasferire la famiglia a Compton, un ambiente che ritiene possa forgiare nelle ragazze una mentalità forte e combattiva, necessaria per affrontare le sfide future. L’allenamento che imposta è estremamente rigoroso e si svolge quotidianamente sui campi da tennis pubblici della zona. Questo contesto presenta spesso dei rischi, richiedendo a Richard di confrontarsi direttamente con le gang locali per garantire la sicurezza delle figlie. Nonostante la sua conoscenza tecnica del tennis sia limitata, Richard guida Venus e Serena seguendo un piano dettagliato che ha scritto personalmente. Questo piano si basa su principi fondamentali come l’impegno costante, il coraggio di affrontare le difficoltà e una fede incrollabile nelle proprie capacità.La crescita e il rapporto tra Venus e Serena
Inizialmente, l’attenzione e le aspettative sono concentrate su Venus, che si dimostra subito una grande promessa nel tennis giovanile, eccellendo nei tornei a cui partecipa. Serena, invece, cresce in un certo senso all’ombra della sorella maggiore, un’esperienza che le provoca sentimenti complessi. Prova invidia per i successi di Venus e un senso di inadegadezza, legati sia ai risultati sportivi sia alla percezione del proprio aspetto fisico. Questa condizione di “seconda” alimenta in lei una notevole frustrazione interiore, che tuttavia non la ferma. Al contrario, questa frustrazione si trasforma in una potente motivazione, spingendola a lavorare ancora più duramente per dimostrare il proprio valore e superare i propri limiti.Il passaggio al professionismo e la prima sfida
Per garantire alle figlie un allenamento più strutturato e professionale, la famiglia decide in seguito di trasferirsi in Florida. Anche in questa nuova fase, Richard mantiene un ruolo centrale nella supervisione della preparazione di entrambe le ragazze. Continua a porre una forte enfasi non solo sull’allenamento sportivo, ma anche sulla loro educazione generale, considerandola fondamentale per il loro sviluppo completo. Il percorso verso il professionismo culmina nel 1998, quando Venus e Serena si incontrano per la prima volta in una partita ufficiale agli Australian Open. Questo confronto diretto sul campo da gioco è un momento significativo che mette in luce la complessa relazione tra le sorelle, dove la competizione sportiva si intreccia indissolubilmente con il profondo legame familiare che le unisce. Per Serena, in particolare, questa partita rappresenta un’occasione cruciale per uscire definitivamente dall’ombra della sorella e affermare con forza il proprio talento e la propria identità nel mondo del tennis. La frustrazione accumulata negli anni precedenti diventa uno stimolo decisivo per i successi che otterrà in futuro.È davvero l’esposizione a un ambiente pericoloso la strategia migliore per forgiare la “mentalità forte e combattiva” necessaria al successo?
Il capitolo descrive il trasferimento a Compton come una scelta deliberata di Richard per temprare il carattere delle figlie attraverso le difficoltà e i rischi dell’ambiente. Tuttavia, non viene esplorato se esistano metodi meno rischiosi o potenzialmente più efficaci per sviluppare la resilienza mentale e la determinazione, né vengono approfonditi i potenziali effetti negativi o i traumi che un contesto simile può generare su giovani atlete. Per comprendere meglio la relazione tra ambiente, avversità e sviluppo psicologico, sarebbe utile approfondire gli studi sulla psicologia della resilienza e sulla psicologia dello sport, magari leggendo autori come Carol Dweck o Angela Duckworth.2. Sorelle, Rivali e il Campo Bianco
Le sorelle Venus e Serena Williams entrano nel mondo del tennis professionistico affrontando sfide complesse, che nascono sia dalla competizione tra loro sia dalle barriere che trovano all’esterno. La loro prima finale in un importante torneo WTA a Key Biscayne nel 1999 mostra subito quanto fosse intensa la loro rivalità. In quella partita, l’amore che le legava come sorelle si scontrò con la forte necessità di vincere che è tipica dello sport professionistico. La gara fu descritta quasi come una “corrida”, un’immagine che sottolinea la tensione e la durezza della sfida che si svolgeva sul campo da gioco.La competizione in famiglia
Il successo di Serena, come la sua vittoria agli US Open del 1999, ebbe un impatto emotivo su Venus. Sentirsi superata dalla sorella minore a cui lei stessa aveva insegnato a giocare creava un dolore profondo. Questo episodio mette in luce il difficile conflitto che poteva nascere tra il forte legame familiare e l’ambizione personale, un conflitto che si manifestava in modo particolarmente evidente in uno sport così competitivo come il tennis. Le partite in cui si trovavano l’una contro l’altra, come la semifinale di Wimbledon del 2000, erano particolarmente difficili dal punto di vista emotivo per entrambe, rivelando la sofferenza di dover competere direttamente.Sfide in un mondo tradizionale
La presenza di Venus e Serena in tornei prestigiosi come Wimbledon metteva in risalto il contrasto con l’ambiente del tennis, che per tradizione era considerato un “campo bianco”. Nonostante la loro grande potenza nel gioco e le loro incredibili abilità tecniche, il colore della loro pelle le rendeva molto visibili e, per alcuni spettatori, anche motivo di disagio. Si inserivano in una storia di grandi giocatori afroamericani che le avevano precedute, come Althea Gibson e Arthur Ashe, ma portavano sul campo uno stile e un atteggiamento più diretti e decisi rispetto al passato.L’incidente di Indian Wells
Un episodio che dimostrò in modo aperto il pregiudizio che le sorelle dovevano affrontare avvenne al torneo di Indian Wells nel 2001. Il ritiro di Venus, dovuto a un infortunio, scatenò una reazione di ostilità e razzismo da parte del pubblico presente. Insulti e cori razzisti furono rivolti non solo a Venus, ma anche al loro padre e a Serena, che scese in campo per la finale. Questo evento fu così doloroso che portò le sorelle a decidere di boicottare il torneo per molti anni come forma di protesta.Oltre le difficoltà
Nonostante tutte le difficoltà incontrate, il peso delle aspettative e i pregiudizi subiti, le sorelle Williams hanno continuato a giocare ai massimi livelli. Il loro ritorno al torneo di Indian Wells anni dopo l’incidente segnò un passo importante nel superamento di quei conflitti. Scelsero di concentrarsi sul tennis come sport, cercando di andare oltre le complesse questioni razziali e sociali che spesso venivano proiettate sulla loro figura e sulla loro presenza nel mondo del tennis. Il loro percorso nel tennis professionistico mostra chiaramente come questo sport sia diventato per loro non solo un campo di battaglia atletico, ma anche un terreno di confronto per sfide sociali e personali.Come si può comprendere appieno il “campo bianco” e le sfide affrontate dalle sorelle Williams senza analizzare le radici storiche e sistemiche della tradizione e dell’esclusione razziale nel tennis?
Il capitolo introduce il concetto di “campo bianco” come simbolo della tradizione del tennis e accenna alle sfide razziali, ma la trattazione manca di un contesto storico e sociologico approfondito. Non esplorare le origini di questa tradizione e le specifiche modalità con cui il pregiudizio si è manifestato nel tempo, al di là di episodi eclatanti come Indian Wells, lascia l’argomentazione con una lacuna significativa. Per ottenere una comprensione più completa, sarebbe necessario approfondire la storia sociale dello sport, con particolare attenzione al tennis, e considerare le analisi di autori che hanno studiato le dinamiche di razza e potere nelle istituzioni sportive.3. Dalle strade di Compton ai milioni degli sponsor
Compton è un quartiere segnato da povertà e violenza. Qui, la presenza delle sorelle Williams e i loro successi nel mondo del tennis non sono riconosciuti né celebrati dalla comunità locale. Questa realtà contrasta fortemente con l’immagine di riscatto che il marketing costruirà attorno a loro. Le sorelle Williams, nonostante le origini difficili, riescono a emergere in uno sport dominato da ambienti diversi. La loro storia inizia in un contesto lontano dai campi da tennis tradizionali.Ascesa e le prime sfide nel tennis
Le sorelle Williams raggiungono rapidamente i vertici del tennis mondiale. Si affrontano in diverse finali dei tornei più importanti, mostrando una dominanza inedita. Questa forza porta con sé polemiche e accuse, a volte alimentate da tensioni razziali. C’è chi percepisce il loro stile di gioco, potente e fisico, come una rottura con le tradizioni dello sport. Nonostante le critiche e il razzismo che a volte si manifestano da parte del pubblico e di altre giocatrici, Serena e Venus diventano le prime sorelle afroamericane a occupare le prime due posizioni del ranking mondiale. La loro presenza cambia il volto del tennis professionistico.Il successo commerciale e la sua narrazione
Il grande successo sportivo si trasforma presto in enormi opportunità commerciali. Le sorelle firmano contratti di sponsorizzazione milionari con marchi globali come Reebok e Nike. Vengono presentate come un simbolo dell’America capace di superare ogni ostacolo. La loro storia viene utilizzata per aprire e sviluppare nuovi mercati, specialmente quello afroamericano. Tuttavia, questa immagine creata per il commercio non cancella le difficoltà e le discriminazioni che continuano a subire nella vita reale e nel circuito sportivo. La narrazione di marketing convive con la persistenza dei pregiudizi.Periodi difficili e la forza di reagire
Anche nel pieno della loro carriera, le sorelle affrontano momenti molto difficili. Serena, in particolare, vive un periodo critico intorno al 2005-2006, con problemi fisici e mentali che la portano a scivolare in classifica. Riceve anche critiche sul suo fisico, un esempio ulteriore delle pressioni subite. La rivalità con altre giocatrici, come Maria Sharapova, mette in luce l’animosità presente nel circuito. Nonostante queste sfide e i momenti di crisi, la loro incredibile resilienza e determinazione le riportano ai massimi livelli. Dimostrano che la rabbia, l’orgoglio e la forza interiore possono superare anche gli ostacoli più grandi. La loro capacità di reagire definisce in larga parte la loro eredità.Ma è davvero la “profezia paterna” l’unico motore della percezione di sé di un’atleta di livello mondiale?
Il capitolo pone un’enfasi notevole sull’impatto della previsione di Richard Williams sulla carriera e sulla percezione di sé di Venus, suggerendo una causalità quasi diretta tra la profezia e il suo sentirsi in secondo piano. Tuttavia, la realtà psicologica e competitiva di atlete d’élite è estremamente complessa e influenzata da molteplici fattori, non solo dalle aspettative familiari. Per approfondire, sarebbe utile esplorare testi che trattano di psicologia dello sport, dinamiche familiari complesse e l’impatto della pressione mediatica sugli atleti, magari leggendo autori che si occupano di questi temi.6. Il cerchio di Melbourne
Il torneo degli Australian Open del 2021 ha segnato un momento particolarmente intenso per le sorelle Williams, un evento che sembra aver chiuso un lungo e straordinario percorso iniziato ventitré anni prima proprio in quella città.L’ultima sfida di Venus a Melbourne
Venus Williams, la giocatrice con più anni di carriera nel circuito, ha partecipato per la ventunesima volta a questo evento. Nonostante un grande impegno, si presentava con una vistosa fasciatura al ginocchio e una condizione fisica diversa rispetto al suo esordio nel lontano 1998. Riuscì comunque a superare il primo turno e accedere al secondo. Qui, durante la partita contro Sara Errani, ha subito un infortunio alla caviglia sinistra. Il dolore era molto forte, e le era stato suggerito di ritirarsi, ma ha scelto di continuare a giocare per rispetto verso il pubblico e l’avversaria. Ha perso l’incontro con un punteggio severo, 6-1 6-0.Il percorso emotivo di Serena e la chiusura di un cerchio
Pochi giorni dopo è stata la volta di sua sorella, Serena Williams. Si presentava in buona forma e con un abbigliamento che rendeva omaggio alla famosa velocista Florence Griffith, un dettaglio notato positivamente, soprattutto considerando le precedenti polemiche su un suo completo al Roland Garros nel 2018. Serena era ancora determinata a conquistare il suo ventiquattresimo titolo Slam. Ha giocato un ottimo torneo, raggiungendo le semifinali dopo aver battuto Simona Halep con un convincente 6-3 6-3. In semifinale, però, è stata sconfitta da Naomi Osaka con il punteggio di 6-3 6-4. Dopo la partita, ha compiuto un gesto inatteso per chi ha appena perso: si è fermata a lungo a ringraziare il pubblico presente, un momento che molti hanno interpretato come un possibile segnale di addio al tennis giocato. Durante la successiva conferenza stampa, alla domanda diretta su un eventuale ritiro, ha risposto in modo vago, per poi cedere all’emozione. Visibilmente commossa, ha dichiarato di non riuscire più a continuare e ha lasciato la sala in lacrime. Queste lacrime versate a Melbourne, proprio ventitré anni dopo che lei e Venus si erano promesse in quella stessa città di diventare la numero uno e la numero due del mondo, sembrano segnare la conclusione di quel lungo e straordinario viaggio sportivo.Davvero un pianto e una risposta vaga bastano a decretare la fine di una carriera ventennale?
Il capitolo presenta il momento emotivo e la risposta non chiara di Serena Williams come la “chiusura” di un percorso straordinario, legandola simbolicamente all’inizio della loro avventura sportiva a Melbourne. Tuttavia, nel mondo dello sport d’élite, le emozioni dopo una sconfitta importante sono intense e le dichiarazioni sul futuro spesso complesse o rimandate, non necessariamente definitive. Interpretare un singolo episodio, per quanto toccante e narrativamente potente, come la fine certa e definitiva di una carriera leggendaria senza un annuncio esplicito e formale richiede una certa cautela interpretativa. Per approfondire la natura del ritiro degli atleti professionisti, la psicologia che lo accompagna e come questi momenti vengono costruiti e percepiti attraverso la narrazione mediatica, si potrebbe esplorare la psicologia dello sport e l’analisi dei media sportivi, leggendo autori che studiano la transizione degli atleti fuori dalla carriera agonistica o la costruzione del racconto mediatico nello sport.Abbiamo riassunto il possibile
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