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Contenuti del libro
Informazioni
“Seppellite il mio cuore a Wounded Knee” di Dee Brown non è la solita storia del West americano. Questo libro ti porta dentro la lotta disperata degli indiani d’America tra il 1860 e il 1890, raccontata finalmente dalle loro voci. Dimentica i miti dei coloni bianchi; qui scopri la devastazione della loro cultura e delle loro terre. Attraverso testimonianze e fonti storiche, Brown ricostruisce le guerre indiane, la resistenza di tribù come i Sioux, Cheyenne, Nez Percés e Ute, e le promesse spezzate dal governo americano. Vedrai la determinazione di capi come Toro Seduto, Capitan Jack e Pentola Nera che hanno cercato di difendere il loro popolo e le loro terre ancestrali. È una storia di trattati violati, spostamenti forzati nelle riserve indiane e scontri brutali come il massacro di Sand Creek e la tragedia di Wounded Knee. È un racconto potente sulla lotta per la sopravvivenza e la perdita di un mondo intero.Riassunto Breve
Tra il 1860 e il 1890, l’espansione dei coloni bianchi porta alla distruzione della cultura e delle terre degli indiani d’America. In questo periodo, i racconti sul West americano sono dominati dalle voci dei colonizzatori, mentre quelle degli indiani sono spesso ignorate. I nativi sono visti come un ostacolo alla civilizzazione. Nonostante ciò, alcune testimonianze indiane sopravvivono tramite la tradizione orale e documenti. Queste fonti rivelano la lotta e la resistenza delle tribù contro l’invasione. Le guerre tra indiani e esercito statunitense sono sanguinose. Capi come Nuvola Rossa e Capitan Jack cercano di difendere i loro territori. Le trattative con il governo americano sono spesso ingannevoli. Gli indiani firmano trattati che promettono riserve, ma questi accordi vengono violati. Le tribù sono costrette a spostarsi in riserve povere, perdendo il legame con le loro terre. La resistenza culmina in episodi come la guerra dei Modoc, guidata da Capitan Jack, che si oppone all’occupazione. Nonostante le promesse di pace, gli indiani subiscono violenze. L’assassinio di Canby da parte di Capitan Jack durante un incontro porta a nuova violenza. I Modoc vengono sconfitti e deportati. La storia indiana è segnata dalla lotta per la sopravvivenza contro una colonizzazione brutale che distrugge culture e tradizioni. I Kiowa, dopo un trattato nel 1867, affrontano l’imposizione delle autorità bianche. Non capiscono perché devono abbandonare le tradizioni. Quando i soldati arrivano, i capi Satanta e Lupo Solitario cercano di negoziare, ma vengono catturati. L’esercito costruisce Fort Sill per controllare Kiowa e Comanche. Gli indiani sono costretti a rinunciare alla caccia per l’agricoltura, cosa che non accettano. La fame si diffonde. Alcuni guerrieri compiono scorrerie per il cibo. La danza del sole spinge molti a tornare alla vita di prima, cacciando e attaccando i coloni. Gli scontri continuano fino all’arresto di Satanta e Grande Albero. I giovani Kiowa fuggono. Parallelamente, i Nez Percés, che avevano accolto i bianchi, vengono traditi dall’avidità per la terra. Il governo decide di rimuoverli dalle loro terre sacre. Le richieste indiane non sono ascoltate. La resistenza porta alla guerra aperta. Toro Seduto guida il suo popolo contro l’esercito, vincendo al Little Bighorn. Ma la vittoria è temporanea; le forze americane reprimono la ribellione e costringono gli indiani nelle riserve. Le storie di Kiowa e Nez Percés mostrano come la lotta per la sopravvivenza culturale e territoriale sia ostacolata dall’avidità coloniale. Entrambi i gruppi affrontano oppressione, perdita di terre e frammentazione delle comunità. Gli Ute, indiani delle Montagne Rocciose, vedono il loro territorio invaso. Inizialmente alcuni collaborano con gli americani, ma capiscono le vere intenzioni. Un trattato nel 1863 assegna una riserva, ma la pressione per cedere più terre aumenta. Nel 1868, tramite inganni, gli Ute cedono gran parte del territorio per beni promessi ma non consegnati. Con l’agente Nathan Meeker nel 1878, le tensioni crescono. Meeker forza gli Ute all’agricoltura, ignorando le loro tradizioni. Le sue decisioni portano a conflitti. Gli Ute si oppongono alle sue politiche. Le tensioni culminano quando Meeker chiede aiuto militare. I soldati subiscono perdite, il maggiore Thornburgh viene ucciso. La resistenza Ute si intensifica con l’alleanza tra Colorow e Giuseppe, che cercano la pace mentre il governo minaccia la loro esistenza. Nonostante gli sforzi per evitare la guerra, le azioni aggressive del governo e false accuse portano al caos. Il risultato è l’indebolimento degli Ute e la militarizzazione della risposta governativa. Gli eventi mostrano come la lotta per terra e identità culturale sia centrale. La narrazione esplora la difficile condizione degli indiani, come Ute e Santee Sioux, di fronte alla pressione dei coloni e alle politiche governative. Gli Ute, spinti a lasciare le loro terre, affrontano sterminio o deportazione. L’agente Douglas protegge i coloni con la forza, promettendo terre in cambio della rimozione degli indiani. Dopo eventi violenti, l’impatto sulle comunità indigene è devastante. Capi come Ouray e Geronimo cercano la pace ma affrontano crescente oppressione. Emerge il conflitto tra la volontà di pace indiana e l’avidità bianca per la terra. Gli indiani si uniscono nella resistenza. Toro Seduto diventa simbolo della lotta per dignità e identità. La Danza degli Spettri rappresenta un tentativo di unire le tribù per un futuro migliore. Ma gli sforzi sono ostacolati da misure repressive, arresti e violenze. La resistenza dei Santee Sioux culmina nel 1862 con una rivolta disperata contro l’oppressione, portando a guerra aperta. Questo atto è motivato da fame e privazione dei diritti. Si sottolinea il contrasto tra il desiderio di sopravvivenza indiano e l’avanzata del colonialismo bianco. Le conseguenze sono esili forzati e distruzione delle culture. Le storie dei capi mostrano la loro umanità e determinazione nel difendere l’eredità culturale. Si riflette sull’impatto duraturo delle politiche coloniali, evidenziando resilienza e dolore per la perdita di terre e identità. L’argomento centrale riguarda le tensioni tra popoli indigeni e governo USA, che culminano in conflitti. Dopo l’assassinio di Toro Seduto, i Sioux sono disperati. La speranza di un ritorno dei morti è alimentata dalla Danza degli Spettri. Ma arrivano le forze militari per reprimere la resistenza. I Sioux, privati della leadership, fuggono. I soldati disarmano i guerrieri. Cresce paura e confusione tra gli indiani, divisi tra chi vuole combattere e chi cerca pace. Il dramma culmina nel massacro di Wounded Knee, dove i soldati sparano su un gruppo disarmato, causando molte vittime. Parallelamente, Cheyenne e Arapaho cercano la pace nonostante le provocazioni. Capi come Pentola Nera cercano di evitare il conflitto, ma gli attacchi militari aumentano. Le promesse governative sono infrante. I rapporti amichevoli diventano ostilità. Si evidenzia l’inevitabilità del conflitto armato a causa della violenza sistematica dell’esercito e della mancanza di rispetto per gli accordi. Si riflette sulla tragica sorte dei popoli nativi, costretti a subire ingiustizie e perdite enormi mentre difendono terre e cultura. Il conflitto tra forze militari americane e tribù indiane, come Cheyenne e Sioux, segue attacchi violenti come il massacro di Sand Creek. Le tensioni aumentano quando i soldati, guidati dal colonnello Chivington, attaccano un accampamento pacifico che si era fidato di promesse di sicurezza. Le proteste di alcuni ufficiali sono ignorate. La violenza provoca la morte di donne e bambini. Le reazioni indiane mostrano crescente sfiducia nelle promesse dei bianchi. I sopravvissuti cercano vendetta e si uniscono per combattere. Si evidenziano le atrocità dei soldati, inclusi scotennamenti, che alimentano il desiderio di vendetta. La resistenza indiana si organizza sotto capi come Nuvola Rossa e Naso Aquilino, che guidano attacchi contro i forti americani. L’alleanza tra Cheyenne e Sioux si rafforza mentre difendono il territorio. Si illustra la strategia indiana di imboscate e attacchi a sorpresa. L’atteggiamento dell’esercito cambia dopo il Massacro di Fetterman, una sconfitta umiliante. L’inefficacia delle campagne militari porta il governo a cercare trattative di pace, ma gli indiani rimangono diffidenti. La guerra è anche un conflitto culturale, dove gli indiani lottano per preservare terra e identità contro l’espansione coloniale. Le speranze di pace sono fragili mentre entrambe le parti pianificano strategie. Si riflette sul potere della resistenza indiana e sulla determinazione a non cedere. L’arrivo dei soldati nel campo indiano provoca reazione. Naso Aquilino decide di affrontare l’ufficiale Hancock, ma è avvertito della superiorità nemica. Si presenta con i guerrieri e alza bandiera bianca per un accordo. Hancock chiede se vogliono pace o guerra. Naso Aquilino risponde di non voler combattere. Nonostante la calma, Hancock ordina il recupero di donne e bambini fuggiti. I capi indiani tentano di riportarli, senza successo. Hancock distrugge il villaggio abbandonato, aumentando l’ira delle tribù che attaccano stazioni e interrompono comunicazioni. La situazione peggiora con una commissione di pace. I capi Cheyenne sono riluttanti a partecipare. Naso Aquilino rifiuta di andare se c’è Sherman. Grazie a emissari, accetta di osservare da lontano. Il consiglio inizia con pochi Cheyenne. Alcuni capi firmano un trattato che limita la caccia e accetta la ferrovia, ma altri rifiutano finché i Cheyenne non firmano. Quando i Cheyenne si presentano, mostrano forza ma accettano il trattato sotto pressione. Molti membri non seguono le disposizioni e si spostano a nord. L’inverno porta carestia e insoddisfazione. Le promesse governative non sono mantenute. Giovani ribelli razziano insediamenti bianchi per cibo. Si esplorano le conseguenze della morte di Naso Aquilino in uno scontro. La sua perdita disorienta i Cheyenne. La storia si sposta su Pentola Nera che cerca di proteggere il suo popolo ma viene ucciso in un attacco a sorpresa da Custer. La violenza si amplifica. Gli Apache sotto Kociss iniziano guerriglie contro l’esercito in risposta alle ingiustizie. Si evidenzia la complessità delle relazioni tra tribù e governo USA, mostrando come le promesse siano state tradite e la resistenza indigena alimentata da violenza e oppressione sistematica.Riassunto Lungo
1. La distruzione della civiltà pellerossa e la lotta per la sopravvivenza
Tra il 1860 e il 1890, l’espansione dei coloni bianchi causò la devastazione della cultura e delle terre degli indiani d’America. Questo trentennio vide la nascita di miti legati al West americano, raccontati principalmente da colonizzatori, commercianti e soldati, mentre le voci indiane rimasero in gran parte silenziose. I nativi americani erano considerati ostacoli alla civilizzazione e spesso non avevano modo di esprimere la loro verità. Dee Brown ha raccolto queste fonti per dare voce ai pellerossa, raccontando le loro esperienze di guerra e resistenza contro l’invasione bianca.Le testimonianze storiche
Nonostante la soppressione delle voci indiane, alcune testimonianze storiche sono sopravvissute. La tradizione orale, i verbali ufficiali e interviste sporadiche hanno permesso di conservare una parte della verità storica.Le guerre indiane
Le guerre tra le tribù indiane e l’esercito statunitense furono sanguinose. Capi come Nuvola Rossa e Capitan Jack si distinsero per il loro coraggio e la loro determinazione nel difendere i propri territori e la propria gente.I trattati ingannevoli
Le trattative con il governo americano si rivelarono spesso ingannevoli. Gli indiani firmavano trattati promettendo riserve in cambio della pace, ma questi accordi venivano frequentemente violati. Le tribù venivano costrette a spostarsi in riserve impoverite, perdendo così il contatto con le loro terre ancestrali e le loro tradizioni.La resistenza dei Modoc
La resistenza degli indiani culminò in episodi come la guerra dei Modoc. Guidata da Capitan Jack, questa tribù si oppose strenuamente all’occupazione del suo territorio. Nonostante le promesse di pace fatte dai bianchi, gli indiani continuarono a subire violenze e discriminazioni. La situazione culminò con l’assassinio di Canby da parte di Capitan Jack durante un incontro di pace, un atto che portò a una nuova ondata di violenza. I Modoc furono infine sconfitti dall’esercito statunitense e molti dei loro membri furono deportati. La storia degli indiani d’America è segnata dalla lotta per la sopravvivenza e dalla resistenza contro una colonizzazione brutale che ha portato alla quasi totale distruzione delle loro culture e tradizioni.Se le testimonianze dei nativi americani erano così scarse e frammentarie, come è possibile affermare con certezza che i trattati fossero sistematicamente ingannevoli e che la resistenza indiana fosse una risposta legittima alla colonizzazione brutale?
Il capitolo presenta la narrazione della distruzione della civiltà pellerossa e della loro lotta per la sopravvivenza, basandosi in parte su testimonianze orali e documenti frammentari. Tuttavia, sorge il dubbio sull’affidabilità e completezza di queste fonti, soprattutto considerando la disparità di potere tra colonizzatori e colonizzati. Per approfondire la questione, sarebbe utile consultare discipline come l’antropologia culturale e la storia orale, che si occupano di analizzare criticamente le fonti non tradizionali. Inoltre, un’analisi più approfondita delle dinamiche di potere coloniali, attraverso autori come Edward Said, potrebbe fornire un contesto più ricco per comprendere le interazioni tra nativi americani e governo statunitense.2. La resistenza dei Kiowa e dei Nez Percés
Nel 1867, i Kiowa firmarono un trattato che garantiva loro un territorio per vivere e cacciare. Tuttavia, le autorità bianche imposero loro di abbandonare le tradizioni e consegnare le armi. Quando i soldati, guidati da Custer, arrivarono nel loro accampamento, i capi Satanta e Lupo Solitario cercarono di negoziare, ma la situazione degenerò rapidamente. Satanta riuscì a inviare un messaggero per avvisare il suo popolo di fuggire verso ovest, mentre lui e Lupo Solitario furono catturati.La repressione e la resistenza
L’esercito costruì Fort Sill per controllare meglio i Kiowa e i Comanche. Gli indiani furono costretti a rinunciare alla caccia al bisonte e a dedicarsi all’agricoltura, una transizione che non accettarono volentieri. La fame si diffuse quando le razioni governative scarseggiarono. Alcuni guerrieri iniziarono a compiere scorrerie per recuperare cibo. La danza del sole divenne un momento di riflessione per i guerrieri insoddisfatti della vita nella riserva. Molti decisero di tornare a vivere come prima, cacciando bisonti e attaccando i coloni bianchi. Gli scontri con l’esercito continuarono fino all’arresto di Satanta e Grande Albero, condannati all’ergastolo. I giovani Kiowa fuggirono verso le Staked Plains per unirsi ai Comanche Kwahadi.La lotta dei Nez Percés
I Nez Percés avevano accolto i bianchi nei loro territori, ma furono traditi dalla crescente avidità per la terra. Dopo anni di pace, il governo americano decise di rimuoverli dalle loro terre sacre dei Black Hills per permettere l’insediamento bianco. Le loro richieste di mantenere il territorio non furono ascoltate. Quando cominciarono a resistere, il conflitto esplose in guerra aperta. Toro Seduto guidò il suo popolo contro le Giacche Blu in una serie di battaglie che culminarono nella sconfitta dell’esercito americano al Little Bighorn. Tuttavia, la vittoria fu solo temporanea; le forze americane si riorganizzarono rapidamente per reprimere la ribellione e costringere gli indiani a ritirarsi nelle riserve.La perdita delle terre ancestrali
La lotta dei Kiowa e dei Nez Percés per la sopravvivenza culturale e territoriale fu ostacolata dall’avidità coloniale. Entrambi i gruppi affrontarono una crescente oppressione che portò alla perdita delle loro terre ancestrali e alla frammentazione delle loro comunità tradizionali.Se i Nez Percés avevano accolto i bianchi nei loro territori e Toro Seduto guidò il suo popolo contro le Giacche Blu, chi erano i Nez Percés e chi era Toro Seduto, e perché il capitolo li menziona entrambi nello stesso paragrafo, senza apparente connessione logica?
Il capitolo menziona i Nez Percés e Toro Seduto nello stesso paragrafo, creando confusione sul loro ruolo e sulla loro relazione. I Nez Percés erano una tribù che viveva nel nord-ovest degli Stati Uniti, mentre Toro Seduto era un capo Sioux Lakota, una tribù delle Grandi Pianure. Il capitolo non spiega perché queste due tribù, geograficamente e culturalmente distanti, siano menzionate insieme, né chiarisce il ruolo di Toro Seduto nella storia dei Nez Percés. Per comprendere meglio la storia di queste tribù e le loro interazioni con i coloni bianchi, è utile approfondire la storia delle Guerre Indiane e la politica di espansione degli Stati Uniti nel XIX secolo. Si consiglia di consultare opere di storici come Robert M. Utley, Dee Brown, e Angie Debo, che hanno ampiamente trattato questi temi. Inoltre, per una prospettiva indigena, si possono leggere le memorie e le testimonianze di capi e guerrieri nativi americani, come quelle di Alce Nero o Geronimo.3. La resistenza degli Ute e il conflitto con il governo
Gli Ute, popolo nativo delle Montagne Rocciose, videro il loro territorio invaso dai coloni bianchi. Inizialmente, alcuni guerrieri Ute collaborarono con gli americani contro altre tribù, come i Navajo e gli Apache, ma con il tempo compresero le reali intenzioni degli invasori. Nel 1863, un trattato assegnò agli Ute una riserva a ovest dello spartiacque continentale, ma la pressione per cedere ulteriori terre aumentò progressivamente. Nel 1868, a seguito di una serie di inganni burocratici, gli Ute furono costretti a cedere gran parte del loro territorio in cambio di beni promessi, che non furono mai consegnati.L’arrivo di Nathan Meeker e l’aumento delle tensioni
Nel 1878, con l’arrivo di Nathan Meeker come nuovo agente indiano, le tensioni aumentarono. Meeker, con l’intento di civilizzare gli Ute, cercò di obbligarli ad adottare uno stile di vita agricolo, ignorando completamente le loro tradizioni e il loro stile di vita basato sulla caccia e sulla mobilità. Le sue azioni, percepite come un affronto alla cultura Ute, portarono a un crescente malcontento.Il conflitto e la battaglia di Milk Creek
Gli Ute si opposero con forza alle politiche di Meeker e la situazione precipitò rapidamente. Le tensioni culminarono in un violento scontro quando i soldati, guidati dal maggiore Thornburgh, furono inviati per reprimere la presunta ribellione. La situazione degenerò quando Meeker, sentendosi minacciato, richiese l’intervento dell’esercito. Durante il conflitto, noto come la battaglia di Milk Creek, i soldati subirono perdite significative e lo stesso maggiore Thornburgh perse la vita.La resistenza Ute e il ruolo dei capi Colorow e Giuseppe
La resistenza degli Ute si intensificò ulteriormente con l’alleanza tra i capi Colorow e Giuseppe. Entrambi, pur desiderando la pace, si trovarono a dover fronteggiare la crescente minaccia del governo americano alla loro esistenza e alla loro cultura. Nonostante i loro sforzi per evitare la guerra, le azioni aggressive del governo e le false accuse diffuse dai politici, che dipingevano gli Ute come selvaggi e pericolosi, non fecero altro che alimentare il conflitto. La lotta per la terra e per la difesa dell’identità culturale fu un elemento centrale nella storia degli Ute e delle altre tribù native americane. La resistenza Ute si indebolì progressivamente, mentre la risposta governativa nei confronti delle tribù native diventava sempre più militarizzata.Se da un lato il capitolo descrive in modo toccante la brutalità del massacro di Sand Creek e la successiva spirale di violenza, dall’altro, non si sofferma a sufficienza sulle motivazioni e sulle strategie politiche che hanno portato il governo americano a cercare trattative di pace dopo la sconfitta di Fetterman: non è forse una contraddizione, che un governo così determinato a sottomettere le tribù indiane cambi strategia dopo una singola sconfitta?
Il capitolo, pur delineando efficacemente la tenace resistenza delle tribù indiane, tralascia di analizzare in modo approfondito le complesse dinamiche politiche interne al governo americano che hanno portato a un cambio di strategia dopo il massacro di Fetterman. Per comprendere appieno questo apparente paradosso, sarebbe utile approfondire le discipline della politologia e della storia delle istituzioni americane, con un focus particolare sul dibattito interno all’epoca riguardo alla “questione indiana”. In particolare, si potrebbe approfondire l’opera di autori come Dee Brown, per comprendere meglio le diverse correnti di pensiero e le pressioni politiche che hanno influenzato le decisioni del governo americano in quel periodo storico.7. La guerra e la pace tra indiani e soldati
L’arrivo dei soldati nel campo indiano provoca una reazione immediata. Naso Aquilino, capo guerriero, decide di affrontare Hancock, l’ufficiale nemico, ma è avvertito dai suoi compagni della superiorità numerica e dell’armamento dei soldati. Nonostante ciò, Naso Aquilino si presenta con i suoi guerrieri e alza una bandiera bianca per cercare un accordo pacifico. Durante il confronto, Hancock chiede se gli indiani vogliono pace o guerra e Naso Aquilino risponde che non desidera combattere. Nonostante la calma iniziale, Hancock ordina il recupero delle donne e dei bambini fuggiti. I capi indiani tentano di riportarli indietro, ma senza successo. In seguito, Hancock distrugge il villaggio indiano abbandonato, accrescendo l’ira delle tribù che reagiscono attaccando stazioni di diligenza e interruppendo le comunicazioni.I negoziati di pace e le tensioni crescenti
Viene organizzata una commissione per la pace tra diverse tribù indiane. I capi Cheyenne mostrano inizialmente riluttanza a partecipare ai negoziati e Naso Aquilino rifiuta di andare a Medicine Lodge se vi è Sherman presente. Tuttavia, grazie all’intercessione di emissari come Edmond Guerrier, Naso Aquilino accetta di osservare i colloqui da lontano. Il consiglio inizia con pochi Cheyenne presenti e tensioni crescenti tra le tribù. Alcuni capi firmano un trattato che limita la caccia al bisonte e accetta la costruzione della ferrovia, ma altri rifiutano di firmare fino a quando i Cheyenne non lo faranno. Quando finalmente i Cheyenne si presentano al consiglio, dimostrano forza e determinazione ma alla fine accettano il trattato sotto pressione. Nonostante ciò, molti membri della tribù non intendono seguire le disposizioni del trattato e continuano a muoversi verso nord.Carestia, ribellioni e la morte di Naso Aquilino
L’inverno porta carestia e insoddisfazione tra i Cheyenne e gli Arapaho che vivono oltre l’Arkansas. Le promesse governative non vengono mantenute e alcuni giovani ribelli iniziano a razziare insediamenti bianchi in cerca di cibo. La morte di Naso Aquilino durante uno scontro con gli esploratori bianchi segna un punto critico per i Cheyenne, che si sentono disorientati dopo aver perso un leader carismatico.La fine di Pentola Nera e l’inizio delle guerriglie Apache
Pentola Nera tenta di proteggere il suo popolo da nuove aggressioni militari, ma viene ucciso in un attacco a sorpresa dai soldati guidati da Custer. L’eco della violenza continua ad amplificarsi mentre gli Apache sotto Kociss iniziano le loro guerriglie contro l’esercito americano in risposta alle ingiustizie subite. Le promesse fatte sono state frequentemente tradite e la resistenza indigena è stata alimentata dalla violenza e dall’oppressione sistematica.Se l’obiettivo dichiarato di Hancock era di negoziare la pace, perché ha deliberatamente provocato i Cheyenne distruggendo il loro villaggio, scatenando una spirale di violenza e rappresaglie?
Il capitolo descrive una serie di eventi che portano a un’escalation di violenza tra i nativi americani e i soldati. Tuttavia, le azioni di Hancock appaiono contraddittorie rispetto all’obiettivo dichiarato di negoziare la pace. La distruzione del villaggio Cheyenne, un atto palesemente aggressivo, ha innescato una catena di reazioni violente, mettendo in discussione la sincerità delle intenzioni pacifiche di Hancock e la logica delle sue azioni. Per approfondire questa tematica, si potrebbe esplorare la psicologia della leadership in situazioni di conflitto, analizzando come le dinamiche di potere e i pregiudizi possano influenzare le decisioni. Utile sarebbe anche un’analisi delle strategie di negoziazione e di risoluzione dei conflitti, magari con un focus sulla “teoria dei giochi” per comprendere meglio le scelte strategiche dei vari attori coinvolti. Autori come Robert Axelrod o Thomas Schelling potrebbero fornire spunti interessanti in questo ambito. Inoltre, per comprendere meglio il contesto storico e culturale, si potrebbe approfondire la storia delle relazioni tra nativi americani e governo degli Stati Uniti nel XIX secolo, con particolare attenzione alle politiche di espansione verso ovest e al concetto di “Destino Manifesto”. Autori come Dee Brown o Howard Zinn offrono prospettive critiche su questo periodo storico.Abbiamo riassunto il possibile
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