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Contenuti del libro
Informazioni
“Senza confini” di Francesca Buoninconti ti porta in un viaggio incredibile attraverso il mondo delle migrazioni animali. Non è solo un libro sugli uccelli migratori, anche se scopri un sacco sulle loro rotte, strategie e come si orientano usando stelle o il campo magnetico terrestre. Ti fa vedere che la migrazione animale è un fenomeno pazzesco che coinvolge un sacco di creature diverse: insetti che volano per migliaia di chilometri come le farfalle monarca o le libellule, pipistrelli che si spostano per trovare rifugi o cibo, e poi giù negli oceani. Qui incontri le tartarughe marine che usano una mappa magnetica per tornare dove sono nate, le balene con i loro canti complessi e le loro rotte immense, e pesci come salmoni e anguille che fanno viaggi incredibili tra acqua dolce e salata (sono i pesci diadromi!). Il libro ti porta anche sulla terraferma, a seguire la Grande Migrazione nel Serengeti con gnu e zebre, o i caribù nell’Artico, o i pinguini in Antartide. Ma non è solo avventura: ti fa capire quanto queste rotte migratorie siano vitali e quanto siano minacciate, soprattutto dal cambiamento climatico e dall’impatto umano. È un libro che ti fa apprezzare la resilienza della natura e ti fa pensare a quanto sia importante proteggere questi percorsi di vita.Riassunto Breve
Gli animali, da uccelli a insetti, pipistrelli, tartarughe marine, cetacei, pesci e mammiferi terrestri, compiono spostamenti stagionali su lunghe distanze, chiamati migrazioni, per trovare cibo, acqua e luoghi adatti per riprodursi o svernare. Queste migrazioni sono spesso legate ai cicli stagionali e ai cambiamenti ambientali. Negli uccelli, ad esempio, la migrazione primaverile verso nord è più veloce per arrivare prima nei luoghi di nidificazione, e maschi, femmine e giovani possono migrare in tempi diversi. L’inizio del viaggio è scatenato da segnali come la durata del giorno e gli ormoni. Per affrontare il viaggio, gli animali accumulano energie, spesso sotto forma di grasso, e sviluppano strategie di movimento specifiche, come volare di notte per i piccoli uccelli o sfruttare le correnti d’aria per quelli più grandi. Superare ostacoli naturali come deserti o mari richiede voli lunghi o soste strategiche. L’orientamento durante la migrazione si basa su una combinazione di istinto e apprendimento; gli animali usano bussole naturali come il sole, le stelle, il campo magnetico terrestre, l’olfatto o punti di riferimento visivi. Le tartarughe marine, ad esempio, usano il campo magnetico come una mappa e memorizzano la “firma” magnetica della spiaggia dove sono nate per tornarci a deporre le uova. I salmoni risalgono i fiumi verso il luogo di nascita guidati dall’olfatto e dal campo magnetico, mentre le anguille europee nascono nel Mar dei Sargassi e le loro larve attraversano l’Atlantico trasportate dalle correnti per poi risalire i fiumi europei. La Grande Migrazione in Africa vede milioni di gnu, zebre e gazzelle seguire le piogge e l’erba fresca in un percorso circolare, affrontando pericoli come l’attraversamento di fiumi. I caribù percorrono migliaia di chilometri nella tundra artica, e ungulati come antilocapre e cervi mulo seguono la crescita della vegetazione in primavera. Anche animali più piccoli come i rospi migrano per pochi chilometri verso gli stagni riproduttivi. Queste migrazioni sono fondamentali per la sopravvivenza delle specie, ma affrontano crescenti minacce. La perdita e la frammentazione degli habitat, le barriere create dall’uomo come strade e recinzioni, la pesca eccessiva e l’inquinamento luminoso e acustico interferiscono con le rotte e aumentano i pericoli. Un problema sempre più grave è il cambiamento climatico, che altera i segnali stagionali su cui si basano le migrazioni. Primavere anticipate portano gli animali ad arrivare prima nei luoghi di riproduzione, ma questo non sempre coincide con la massima disponibilità di cibo, creando uno squilibrio che riduce il successo riproduttivo. Inverni più miti e piovosi possono rendere difficile per animali come le renne trovare cibo sotto il ghiaccio, e l’aumento delle temperature nei nidi delle tartarughe marine può alterare il rapporto tra maschi e femmine. Il riscaldamento degli oceani spinge le specie marine a spostarsi verso acque più fredde. Per mitigare l’impatto delle infrastrutture umane, si costruiscono strutture come sottopassaggi e cavalcavia per permettere agli animali di attraversare strade in sicurezza. Nonostante le sfide, la capacità di migrare e seguire le rotte sembra essere un sapere che si trasmette tra generazioni in molte specie.Riassunto Lungo
1. Migrazione Alata: Rotte, Strategie e Segreti del Viaggio
Gli uccelli compiono ogni anno lunghi viaggi stagionali, spostandosi tra i luoghi dove si riproducono e quelli dove trascorrono l’inverno. La migrazione primaverile, quella verso nord, di solito è più veloce del viaggio autunnale verso sud. Questo perché arrivare prima nei luoghi di nidificazione offre agli uccelli maggiori possibilità di successo nella riproduzione. Non tutti gli individui si muovono nello stesso momento: maschi, femmine, giovani e adulti possono partire in tempi diversi, un fenomeno chiamato migrazione differenziale. Spesso i maschi adulti sono i primi ad arrivare in primavera.Tipi e Cause della Migrazione
Le migrazioni si differenziano per la distanza coperta: alcune sono a lungo raggio, coprendo migliaia di chilometri come nel caso degli uccelli che attraversano il deserto del Sahara. Altre sono a corto raggio, con spostamenti meno estesi. Non tutti gli uccelli di una specie migrano; in alcuni casi, solo una parte della popolazione si sposta (migrazione parziale). L’impulso a migrare, chiamato Zugunruhe, non è casuale. È innescato da segnali dall’ambiente e da cambiamenti ormonali, strettamente legati alle ore di luce del giorno.Preparazione e Strategie di Volo
Per affrontare viaggi così impegnativi, gli uccelli si preparano accumulando grandi riserve di grasso, un processo chiamato iperfagia. Inoltre, rafforzano i muscoli necessari per il volo. Le strategie di viaggio variano a seconda della specie. Molti piccoli uccelli, come i passeriformi, preferiscono volare di notte per sfuggire ai predatori e usare meno energia grazie all’aria più fresca. Uccelli più grandi, invece, sfruttano le correnti d’aria calda che si formano di giorno. Superare ostacoli naturali enormi come deserti, catene montuose o grandi tratti di mare richiede strategie specifiche, spesso voli senza sosta o l’uso di piccole isole come tappe per riposare e recuperare le forze.Orientamento e Navigazione
Per trovare la strada, gli uccelli si affidano a una combinazione di istinto, una sorta di programma genetico di base, e all’esperienza accumulata nei viaggi precedenti. Usano “bussole” naturali incredibili: la posizione del sole di giorno, le stelle di notte e persino il campo magnetico terrestre li aiutano a mantenere la direzione giusta. I giovani uccelli, al loro primo viaggio, seguono principalmente l’orientamento innato. Gli adulti, invece, sono navigatori esperti: non solo sanno dove andare, ma se vengono spostati dal percorso, riescono a capire dove si trovano e a correggere la rotta per raggiungere la loro destinazione.Studiare la Migrazione e i suoi Ostacoli
Capire i segreti di questi viaggi è possibile grazie a diverse tecniche di studio. L’inanellamento, ad esempio, consiste nell’applicare piccoli anelli identificativi alle zampe degli uccelli; ha permesso di scoprire le rotte seguite e quanto a lungo vivono alcuni individui. Strumenti tecnologici come i radar e i dispositivi GPS più moderni forniscono dati dettagliati sui percorsi esatti, le altitudini di volo e aiutano persino a prevedere i grandi spostamenti di massa. Purtroppo, le attività umane creano nuovi pericoli. L’inquinamento luminoso delle città, ad esempio, può disorientare gravemente gli uccelli che migrano di notte, facendoli perdere la rotta o causando collisioni.Possiamo davvero parlare di “segreti svelati” quando il capitolo sorvola sulla complessità e sul dibattito scientifico che ancora circonda i meccanismi di orientamento degli uccelli, in particolare l’uso del campo magnetico terrestre?
Il capitolo elenca correttamente gli strumenti di navigazione degli uccelli, ma presenta l’uso del campo magnetico terrestre come un dato acquisito, senza accennare alle profonde incertezze e al dibattito scientifico ancora in corso sul come esattamente gli uccelli percepiscano e utilizzino questa “bussola” magnetica. Approfondire la neurobiologia della navigazione e la biofisica dei meccanismi sensoriali, magari leggendo lavori di autori come Wolfgang Wiltschko o Thorsten Ritz, è fondamentale per comprendere la reale complessità di questo affascinante “segreto”.2. Rotta senza confini
La migrazione non riguarda solo gli uccelli. Molti altri animali, come insetti e pipistrelli, compiono viaggi lunghissimi per sopravvivere e riprodursi. Diversi insetti, ad esempio, percorrono migliaia di chilometri. La libellula frecciaerrante viaggia tra Asia e Africa per 14-18.000 chilometri, seguendo i monsoni per trovare l’acqua necessaria alla riproduzione. Questo viaggio è completato da più generazioni di libellule. Anche farfalle come la monarca si spostano per 6000 chilometri tra Nord America e Messico, un percorso che richiede 3-4 generazioni. Le locuste formano sciami che si muovono per migliaia di chilometri, distruggendo la vegetazione che incontrano. Gli insetti si orientano usando il sole, il campo magnetico terrestre, punti di riferimento e seguendo le piante di cui si nutrono. La falena Bogong australiana usa il campo magnetico terrestre per tornare nelle stesse grotte ogni anno.La migrazione dei pipistrelli
Anche i pipistrelli migrano, spesso per trovare luoghi adatti all’ibernazione o aree ricche di cibo. Alcune specie europee si spostano per oltre mille chilometri. Il pipistrello dalla coda libera messicano forma colonie immense e migra tra Stati Uniti e Messico, orientandosi anche grazie all’odore dei rifugi. I pipistrelli dal naso lungo seguono la fioritura stagionale di cactus e agavi. Per orientarsi su lunghe distanze, non usano l’ecolocalizzazione, ma si affidano a un senso magnetico, alla luce polarizzata visibile all’alba e al tramonto, e a punti di riferimento geografici.Le sfide del viaggio
Durante queste migrazioni, sia insetti che pipistrelli affrontano diverse minacce. Impianti eolici e l’inquinamento luminoso rappresentano pericoli concreti. Le pale eoliche possono colpire gli animali in volo, mentre le luci artificiali possono disorientarli o attirarli verso zone pericolose. La decisione di iniziare il viaggio è spesso influenzata da fattori esterni. Le condizioni meteorologiche, come la direzione del vento, giocano un ruolo cruciale nel determinare il momento della partenza e la riuscita dello spostamento.Se la migrazione di alcuni insetti dura più generazioni, come fa la ‘rotta senza confini’ a non perdersi per strada?
Il capitolo menziona migrazioni che si completano attraverso il ciclo vitale di più individui, come nel caso della libellula frecciaerrante e della farfalla monarca. Questo solleva un interrogativo fondamentale: come viene trasmessa l’informazione sulla rotta migratoria alle generazioni successive che non hanno mai compiuto l’intero viaggio? Il testo non affronta questo aspetto cruciale. Per comprendere i possibili meccanismi alla base di questo fenomeno, è utile approfondire discipline come l’ecologia comportamentale e la neurobiologia, studiando il lavoro di ricercatori che si occupano di navigazione animale, come Martin Wikelski.3. Rotte ancestrali e sensi nascosti degli oceani
Tartarughe marine e grandi cetacei misticeti compiono lunghe migrazioni attraverso gli oceani. Questi viaggi sono essenziali per trovare i luoghi migliori dove nutrirsi, spesso in acque fredde e ricche di cibo, e per riprodursi o dare alla luce i piccoli in zone più calde e sicure. Le tartarughe scelgono spiagge protette, mentre le balene preferiscono baie riparate.L’orientamento e i viaggi delle tartarughe marine
Le tartarughe marine hanno un senso magnetico straordinario che le aiuta a orientarsi. Riescono a percepire l’intensità e l’inclinazione del campo magnetico terrestre, usandolo come una vera e propria mappa per navigare negli oceani. Specie come la Caretta caretta e la tartaruga verde mostrano un legame fortissimo con la spiaggia dove sono nate. Memorizzano la “firma” magnetica di quel luogo e, anche dopo molti anni e migliaia di chilometri, riescono a ritornarci per deporre le uova. Le piccole tartarughe appena uscite dall’uovo si dirigono istintivamente verso il mare, guidate dalla luce che si riflette sull’acqua. La scelta del sito di nidificazione è cruciale anche per un altro motivo: la temperatura della sabbia. Questa determina il sesso dei nascituri. Temperature intorno ai 29°C favoriscono un buon equilibrio tra maschi e femmine, mentre temperature più alte portano alla nascita prevalentemente di femmine. Questo fenomeno è purtroppo influenzato dal riscaldamento globale.Le rotte e la comunicazione dei grandi cetacei
Anche i grandi cetacei, come le balene franche, le balene grigie, le megattere e le balenottere azzurre, intraprendono viaggi migratori imponenti. Si spostano tra le aree polari, ricche di cibo, e le zone tropicali o subtropicali, dove si riproducono. Coprono distanze che possono superare le migliaia di chilometri. Le megattere sono particolarmente note per i loro canti complessi e affascinanti. Questi canti non sono solo un richiamo per il corteggiamento, ma servono anche per comunicare tra loro e coordinarsi durante la caccia, come nella tecnica del “bubble feeding”, dove creano reti di bolle per intrappolare i pesci. Ogni popolazione di megattere ha un proprio “dialetto” musicale che cambia e si evolve nel tempo.Le sfide delle lunghe migrazioni
Queste migrazioni, sebbene vitali per la sopravvivenza e il ciclo biologico di queste specie, non sono prive di difficoltà. Durante i loro lunghi viaggi, tartarughe e cetacei devono affrontare numerosi pericoli. Tra questi ci sono i predatori naturali che popolano gli oceani, ma anche e soprattutto gli impatti negativi delle attività umane.Ma come fanno questi animali a trovare la strada per migliaia di chilometri se il capitolo accenna a malapena all’orientamento?
Il capitolo, pur descrivendo le distanze percorse da alcuni animali, non approfondisce adeguatamente i meccanismi di orientamento e navigazione che permettono loro di compiere viaggi così lunghi e precisi. Questo lascia un vuoto nella comprensione di come queste imprese siano biologicamente possibili. Per colmare questa lacuna, sarebbe utile esplorare la disciplina dell’etologia e, in particolare, gli studi sulla navigazione animale. Autori come F. Papi o M. E. Bitterman hanno contribuito significativamente alla comprensione di questi complessi comportamenti.7. Migrazioni in pericolo nell’era del clima che cambia
Le migrazioni animali, che coinvolgono diverse specie come granchi, uccelli e mammiferi marini, sono minacciate da vari fattori. La distruzione degli ambienti naturali riduce gli spazi vitali e le aree di sosta lungo i percorsi. L’arrivo di specie non native, come le formiche pazze gialle che causano un forte calo dei granchi rossi sull’isola di Natale, crea nuove competizioni e predazioni. Inoltre, l’interruzione dei percorsi migratori tradizionali mette a rischio questi spostamenti essenziali per la sopravvivenza delle specie.Il clima che cambia e il ritmo delle stagioni
Le migrazioni dipendono da segnali naturali precisi, come la durata del giorno, l’alternarsi delle stagioni e la temperatura. L’alterazione di questi segnali a causa del cambiamento climatico ha effetti diretti e profondi. L’aumento delle temperature, ad esempio, porta a primavere anticipate, spingendo i migratori ad arrivare prima nei luoghi di riproduzione. Questo anticipo è stato osservato in diverse specie, tra cui uccelli, pipistrelli e anfibi. Tuttavia, arrivare prima non sempre coincide con la massima disponibilità di cibo, come l’apice della fioritura o la schiusa degli insetti di cui si nutrono. Questo crea una mancanza di sincronia tra il ciclo vitale dei migratori e quello delle loro risorse alimentari, compromettendo il successo riproduttivo. Alcune specie cercano di adattarsi migrando più velocemente, ma questo può richiedere un dispendio energetico elevato e tempi di recupero che annullano il vantaggio dell’arrivo anticipato. In autunno, il clima più mite può ritardare la partenza di alcune specie, come le balene grigie che restano più a lungo nelle aree artiche a causa del ritardo nella formazione del ghiaccio marino, da cui dipendono per la migrazione e l’alimentazione.Altre conseguenze e nuove migrazioni
Il riscaldamento globale causa anche altre difficoltà che impattano direttamente sulle specie migratrici. Le renne, ad esempio, faticano a raggiungere i licheni, la loro principale fonte di cibo invernale, a causa degli inverni più miti e piovosi che formano strati di ghiaccio sulla neve, rendendo il pascolo inaccessibile. L’aumento delle temperature nei nidi delle tartarughe marine, dove il sesso dei nascituri dipende dalla temperatura di incubazione, favorisce la nascita di un numero sproporzionato di femmine, alterando l’equilibrio di genere e la capacità riproduttiva della popolazione. Negli oceani, il riscaldamento e l’acidificazione portano le specie marine a spostarsi verso acque più fredde per trovare condizioni più adatte alla loro sopravvivenza, modificando le rotte migratorie tradizionali. La perdita di ghiaccio in Antartide costringe i pinguini a spostare le loro colonie, cercando nuovi luoghi per riprodursi e nutrirsi, spesso con grande difficoltà. Questi cambiamenti mettono seriamente a rischio la sopravvivenza di molte specie migratrici, minacciando la biodiversità globale. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico sta spingendo specie che prima non migravano affatto a spostarsi per trovare condizioni ambientali adatte alla loro esistenza.Davvero il cambiamento climatico porta solo pericoli per le migrazioni, o il capitolo ignora le complesse strategie di adattamento e le nuove dinamiche ecologiche?
Il capitolo dipinge un quadro allarmante, concentrandosi sulle vulnerabilità delle specie migratrici di fronte ai cambiamenti climatici. Tuttavia, la complessità delle risposte ecologiche va oltre la semplice minaccia: le specie possono mostrare plasticità comportamentale, adattamento evolutivo o la capacità di colonizzare nuovi ambienti. Il capitolo menziona brevemente le “nuove migrazioni”, ma non esplora a fondo se e come queste possano rappresentare forme di adattamento o l’emergere di nuove dinamiche ecologiche. Per comprendere appieno il fenomeno, è utile approfondire gli studi sull’ecologia del movimento, la biologia della conservazione e l’ecologia evolutiva, consultando autori che si occupano di resilienza degli ecosistemi e risposte adattative al cambiamento globale.Abbiamo riassunto il possibile
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