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Informazioni
“Semiotica del testo giornalistico” di Anna Violi non è il solito libro che ti spiega come si scrivono le notizie, ma ti porta dietro le quinte per capire come un giornale costruisce il senso di quello che leggi ogni giorno. È un viaggio affascinante nell’analisi del giornale, che ti fa vedere che la struttura del giornale, dal formato all’impaginazione, dai titoli alle immagini, non è casuale, ma è tutta pensata per comunicare qualcosa. Il libro esplora l’identità testata giornalistica, quella “voce” unica che ogni giornale ha, e come questa voce, l’enunciatore, parla a noi lettori, che il libro chiama il Lettore Modello, stabilendo una specie di accordo, il contratto di lettura. Scopri che anche la narrazione giornalistica segue schemi precisi, trasformando i fatti in storie con personaggi e prospettive. E non è finita qui: il libro ti mostra come il giornale costruisce il “sapere”, l’effetto di verità, e quanto sia fondamentale la dimensione affettiva, le emozioni, nel modo in cui le notizie ci arrivano e ci toccano. In pratica, è una guida per diventare un lettore più consapevole, capace di leggere non solo le parole, ma anche tutto quello che c’è intorno e dentro la pagina del giornale, capendo il vero linguaggio giornalistico.Riassunto Breve
La forma fisica di un giornale, come il formato standard o tabloid, l’impaginazione che usa linee e spazi, la scelta dei caratteri e l’organizzazione delle colonne, non è solo estetica ma crea un effetto preciso e influenza come si legge. Questa struttura visiva, insieme ai titoli che anticipano o enfatizzano le notizie e alle sezioni che raggruppano i contenuti, definisce l’identità del giornale, distinguendolo dagli altri. Il giornale si presenta come una voce unica, un enunciatore, che organizza il sapere e guida l’interpretazione del lettore, l’enunciatario. Questa voce può essere più presente e orientare di più (strategia soggettivante) o cercare una maggiore neutralità (strategia oggettivante). Il giornale costruisce anche un’idea del suo lettore ideale, il Lettore Modello, ipotizzando le sue conoscenze e i suoi interessi. Tra il giornale e questo lettore si stabilisce un patto di fiducia, un contratto di lettura, basato su conoscenze e aspettative condivise. Le notizie stesse sono costruite come storie, seguendo uno schema narrativo che prevede fasi come la manipolazione, la competenza, la performanza e la sanzione. Il modo in cui si scelgono i personaggi, i luoghi, i tempi e i temi di queste storie non è neutro, ma crea effetti di senso diversi e determina la prospettiva da cui si guardano gli eventi. Il sapere che il giornale trasmette non è una semplice verità oggettiva, ma un effetto creato con strategie precise, come l’eliminazione della voce diretta di chi parla o l’uso di citazioni per sembrare più autorevole. Questo “far sapere” si basa sempre su credenze e cerca di indurre credenze nel lettore, partendo da un punto di vista specifico, quello dell’osservatore che seleziona i fatti. Oltre al sapere, è fondamentale la dimensione affettiva: il giornale parla con passione di passioni. Le emozioni sono analizzabili per intensità e tensione, spesso legate alle capacità o incapacità dei soggetti descritti (come il “non poter fare” di un governo). Anche le immagini e la presenza fisica del reporter contribuiscono a trasmettere emozioni e a fondare la credibilità. Il giornale non solo riporta fatti con una coloritura emotiva, ma ha una sua attitudine passionale e agisce come un “regolatore passionale”, suggerendo al lettore come sentirsi di fronte alle notizie e stabilendo un vero e proprio contratto passionale.Riassunto Lungo
1. La forma del giornale e il senso nascosto
La struttura di un giornale si basa su due livelli fondamentali: il piano dell’espressione e il piano del contenuto. Il piano dell’espressione riguarda tutto ciò che si vede fisicamente, come il formato, l’impaginazione e le immagini. Il piano del contenuto, invece, si riferisce al significato, alle notizie e ai messaggi veicolati. Questi due livelli sono sempre strettamente legati tra loro, ma analizzarli separatamente aiuta a comprendere meglio come un giornale funziona e comunica. Capire la distinzione è il primo passo per leggere un giornale in modo più consapevole.La forma fisica del giornale
Il formato del giornale è una delle prime cose che notiamo e influenza molto la percezione che ne abbiamo. In Italia, i formati più comuni sono lo standard e il tabloid. Il formato standard è più grande e solitamente trasmette un’idea di ordine e serietà, con le notizie disposte in modo regolare su più colonne. Il formato tabloid è più piccolo, più maneggevole, e spesso suggerisce una lettura più rapida e dinamica, a volte associata a giornali che esprimono posizioni più marcate o che puntano sull’impatto visivo. La scelta del formato non è casuale, ma contribuisce a definire l’identità della testata.Organizzazione visiva e impaginazione
L’organizzazione visiva della pagina, chiamata anche organizzazione plastica, usa elementi come linee, colori e spazi bianchi per creare l’estetica generale del giornale. Questa estetica può essere classica ed equilibrata oppure più moderna e frammentata, a seconda dello stile che la testata vuole adottare. Gli schemi di impaginazione variano: si va dal modello a libro, che è più tradizionale e verticale, al modello a stella, che usa riquadri e inserti per mettere in risalto alcune notizie, fino al modello a schermo, che sfrutta la doppia pagina in orizzontale, un po’ come si vede in televisione o sul web. Anche il numero di colonne usate in una pagina ha il suo peso, perché influenza quanto la pagina appare densa di testo o più ariosa e ordinata.L’importanza dei caratteri e dei titoli
La scelta dei caratteri tipografici, o lettering, è un altro elemento fondamentale che contribuisce all’identità visiva del giornale. Caratteri diversi possono rendere il testo più o meno facile da leggere e trasmettere sensazioni differenti, dal formale all’informale, dal classico al moderno. I titoli hanno un ruolo cruciale: non servono solo a indicare l’argomento dell’articolo, ma possono anticiparne il contenuto, enfatizzare un aspetto particolare o riassumerne il succo. Sono strumenti strategici per catturare l’attenzione del lettore e per stabilire quali notizie sono considerate più importanti quel giorno. I titoli possono anche creare legami con altre notizie o con quanto detto da altri media, influenzando così la percezione generale degli eventi.Le sezioni e l’organizzazione delle notizie
Le diverse sezioni in cui è diviso un giornale (cronaca, politica, economia, cultura, sport, ecc.) non sono solo un modo per classificare le notizie. Rappresentano una scelta precisa della testata su come interpretare e presentare la realtà. L’ordine e la presenza di certe sezioni rispetto ad altre riflettono la visione del mondo del giornale e le sue priorità. Oggi si tende a usare sezioni più flessibili e basate su temi specifici, che mostrano una realtà sempre più complessa e dove i confini tra i diversi ambiti sono meno netti.Creare significato con la disposizione
La topicalizzazione è un’operazione che consiste nel raggruppare sulla stessa pagina notizie diverse che, pur parlando di fatti differenti, vengono presentate insieme perché legate da un tema comune. Questo raggruppamento non è casuale, ma aggiunge un livello di interpretazione e di argomentazione, suggerendo al lettore un legame tra quei fatti. La posizione che una notizia o un’immagine occupano sulla pagina, la loro dimensione e il modo in cui sono affiancate creano ulteriori relazioni di senso, guidando il lettore nella comprensione e nella valutazione delle informazioni.La prima pagina: il biglietto da visita
La prima pagina è la vetrina del giornale, quella che per prima si presenta al lettore. Mostra la testata, che è il nome e il logo del giornale, e presenta le notizie considerate più importanti del giorno. Esistono diversi modelli di prima pagina: alcuni sono più “scritti”, con titoli e articoli che iniziano direttamente lì, dando un’idea di ordine e profondità. Altri sono più simili a un “manifesto”, con molti titoli di richiamo e immagini grandi, pensati per incuriosire e spingere il lettore a sfogliare il giornale. La prima pagina è un concentrato delle scelte editoriali e visive della testata.Immagini, grafici e vignette
L’apparato iconografico, cioè l’insieme di infografiche, fotografie e vignette, è sempre più centrale nella comunicazione del giornale. Le infografiche servono a visualizzare dati e informazioni in modo rapido, e possono essere più semplici o complesse a seconda del target del giornale. Le fotografie non sono una semplice riproduzione della realtà; creano un forte effetto di autenticità e possono avere diverse funzioni: possono essere simboliche, documentare un fatto, suscitare emozioni o offrire un’interpretazione. Le vignette umoristiche, infine, a seconda di dove sono collocate e quanto sono frequenti, possono essere un semplice elemento decorativo o avere una forte capacità critica e polemica, riflettendo l’identità e la posizione del giornale su certi temi.Ma l’analisi della sola “forma” non rischia di ignorare il vero protagonista: il lettore?
Il capitolo descrive con precisione come la struttura e gli elementi visivi di un giornale siano pensati per veicolare significati e influenzare la percezione. Tuttavia, concentrandosi sull’intenzione comunicativa della testata, il capitolo trascura in parte il complesso processo di decodifica da parte del lettore. La ricezione di un messaggio mediatico non è mai passiva; è influenzata dal background culturale, dalle esperienze e dalle aspettative individuali. Per comprendere appieno la comunicazione giornalistica, è fondamentale considerare non solo come il messaggio viene costruito (encoding), ma anche come viene interpretato (decoding). Approfondire le teorie della ricezione e gli studi sul pubblico può offrire una prospettiva più completa. Autori come Stuart Hall o studiosi nell’ambito della sociologia dei processi culturali e comunicativi possono fornire gli strumenti per esplorare questa dimensione cruciale.2. L’identità del giornale e il patto con chi legge
Ogni giornale si presenta come una voce unica e riconoscibile, distinguendosi nel panorama delle altre testate. Questa identità si costruisce su due livelli principali: il contenuto delle notizie che vengono presentate e l’atto stesso della comunicazione. L’atto comunicativo riguarda i soggetti che sono presenti nel testo: il giornale che comunica e il lettore a cui si rivolge.Il giornale come “marca”
L’identità del giornale funziona un po’ come una “marca”, che lo distingue dalle altre testate. Questo avviene attraverso scelte precise come la grafica, il formato e il modo in cui vengono organizzati i contenuti. La disposizione delle notizie e i temi scelti guidano il lettore nell’interpretazione e mostrano chiaramente la presenza del giornale come una voce che organizza le informazioni. Anche il semplice accostamento di notizie diverse tra loro può creare collegamenti di significato, suggerendo giudizi o interpretazioni senza dirli apertamente.Le diverse voci nel giornale
Dentro un giornale non c’è una sola voce, ma operano diverse figure che comunicano. Queste sono chiamate voci delegate e includono il direttore, i giornalisti che firmano gli articoli, gli esperti o le persone intervistate. Il direttore ha un ruolo centrale tra queste voci, ma la testata nel suo complesso può presentare un insieme di voci diverse, che a volte sono d’accordo tra loro e a volte esprimono opinioni differenti. Il modo in cui il giornale si rivolge al lettore può essere più personale, con una forte presenza della voce del giornale che guida l’interpretazione, oppure più distaccato, cercando di presentare i fatti in modo più neutro, anche dando spazio a opinioni contrastanti.L’immagine del lettore ideale
Un giornale costruisce anche un’idea del lettore a cui si rivolge, una sorta di lettore ideale. Questa idea si basa su un’ipotesi riguardo a ciò che il lettore sa, ai suoi interessi e al suo modo di pensare. Il testo del giornale presuppone che il lettore abbia certe conoscenze e allo stesso tempo contribuisce a formare queste competenze nel lettore stesso. Comprendere un testo richiede la collaborazione attiva del lettore, che completa le informazioni mancanti e capisce i significati impliciti, anche attraverso meccanismi linguistici che suggeriscono qualcosa senza dirlo esplicitamente.Il patto di fiducia con il lettore
Tra il giornale e il suo lettore ideale si crea un vero e proprio accordo, un patto di fiducia che lega il pubblico alla sua testata preferita. Questo accordo si vede in diverse parti del giornale, come gli articoli di commento, le rubriche fisse o le lettere inviate dai lettori. Esistono diversi tipi di accordi, da quelli che puntano soprattutto a informare in modo neutrale a quelli più orientati a discutere o a “insegnare” qualcosa. Questo patto riflette lo stile comunicativo principale del giornale. Oggi c’è una tendenza a dare più importanza ai commenti e alle voci individuali, e questo si unisce all’identità complessiva della testata attraverso modi specifici di comunicare.Ma come può reggere questo “patto di fiducia” con un “lettore ideale” in un’epoca in cui il pubblico è frammentato e disorientato dal caos digitale?
Il capitolo descrive un modello di relazione tra giornale e lettore che appare legato a un contesto mediatico ormai superato. Non affronta in modo adeguato l’impatto radicale della rivoluzione digitale, che ha polverizzato il concetto di “pubblico” unitario e messo in crisi l’autorità tradizionale delle testate. Per esplorare le reali sfide all’identità del giornale e alla natura del “patto” nell’era di internet, è indispensabile approfondire gli studi sui media digitali, la sociologia della comunicazione e le analisi critiche sul giornalismo contemporaneo. Autori come Manuel Castells o le riflessioni sulla “società liquida” di Zygmunt Bauman offrono prospettive fondamentali per capire questa trasformazione.3. La trama delle notizie
Il contenuto di un giornale si organizza seguendo una struttura narrativa. Ogni testata costruisce una propria storia riconoscibile, ma presenta anche molte storie diverse nelle singole notizie. La dimensione narrativa è fondamentale per qualsiasi discorso, non solo per i racconti espliciti. Il senso delle informazioni si organizza secondo uno schema che riflette lo sviluppo di un’azione.Come si costruisce una storia: lo Schema Narrativo
Questo schema, chiamato Schema Narrativo Canonico, ha quattro fasi principali che si susseguono. La prima fase è la manipolazione, dove un soggetto viene spinto o accetta di compiere un compito da chi gli affida l’incarico. Segue la fase della competenza, in cui il soggetto acquisisce le capacità necessarie per agire, che possono essere il desiderio di fare qualcosa, l’obbligo, la possibilità concreta o la conoscenza. La terza fase è la performanza, il momento in cui il soggetto agisce per raggiungere l’obiettivo, spesso incontrando chi lo aiuta o chi si oppone. Infine, c’è la sanzione, la fase in cui l’azione compiuta viene valutata o giudicata.Dalla struttura all’aspetto concreto del testo
La struttura narrativa più profonda prende forma nel testo attraverso diverse procedure che la rendono visibile. L’attorializzazione trasforma le funzioni astratte della narrazione in personaggi reali, con un loro ruolo e un loro aspetto riconoscibile. La spazializzazione definisce i luoghi in cui avvengono gli eventi, che possono essere descritti in dettaglio o avere significati nascosti. La temporalizzazione fissa gli eventi nel tempo, influenzando quanto la notizia sembra vicina o lontana e il suo ritmo. La tematizzazione sceglie quali valori e argomenti mettere in primo piano, dando risalto ad alcuni aspetti piuttosto che ad altri. La figurativizzazione, infine, rende gli elementi del racconto percepibili, dando loro un aspetto concreto.Prospettive e verità nella narrazione delle notizie
Ogni storia implica un punto di vista e spesso presenta un conflitto tra un soggetto e un anti-soggetto. Cambiare il punto di vista cambia completamente la storia, anche se i fatti rimangono gli stessi. Confrontare articoli diversi che raccontano lo stesso evento mostra come le procedure narrative creino effetti di senso differenti e influenzino la percezione di ciò che è vero. Anche la posizione di chi racconta la storia, se è dentro i fatti o li osserva dall’esterno, crea un’illusione di realtà diversa. Un narratore interno fa sentire il lettore più presente sulla scena, mentre un narratore esterno offre una visione più interpretativa degli eventi.Valori e temi ricorrenti
Le storie non si limitano a raccontare fatti, ma trasmettono anche valori e temi importanti. Questi temi sono spesso collegati tra loro e danno coerenza al testo, creando quelle che vengono chiamate isotopie. La scelta di quali temi evidenziare, ad esempio se concentrarsi sull’aspetto umano di un evento o su quello politico, non è mai una scelta neutrale e rivela la prospettiva del giornale.Classificare le notizie in base alla narrazione
Le notizie possono essere classificate osservando quale fase dello schema narrativo viene messa maggiormente in risalto. Ci sono notizie complete, che coprono tutte le fasi; notizie preparatorie, che si concentrano sull’avvio dell’azione; notizie performative, che descrivono l’azione in corso; e notizie sanzionatorie, che riguardano il giudizio o le conseguenze dell’azione. Il modo in cui un giornale focalizza l’attenzione su una fase piuttosto che su un’altra riflette la sua prospettiva. Nel giornalismo di oggi c’è una tendenza crescente a presentare le informazioni in forma di storia, dando spazio a racconti personali e a generi come il reportage.Ma se il “sapere” è solo una maschera per le “credenze” e l’oggettività un mero effetto tecnico, cosa resta della ricerca della verità o della responsabilità di chi comunica?
Il capitolo descrive con lucidità le tecniche con cui la comunicazione, specie nel giornalismo, costruisce l’illusione di oggettività e si fonda su credenze implicite. Ma se il “sapere” è ridotto a una maschera per le “credenze” e l’imparzialità a un mero effetto tecnico, non si rischia di minare alla base la stessa possibilità di una ricerca onesta della verità? Questo approccio, pur illuminando i meccanismi retorici, lascia in ombra il versante etico e la responsabilità di chi comunica. Per confrontarsi con queste sfide, è utile esplorare la filosofia del linguaggio, l’etica della comunicazione e le teorie della conoscenza. Figure come Michel Foucault, che analizza il legame tra potere e sapere, o Jürgen Habermas, che indaga le condizioni di una comunicazione razionale, possono offrire strumenti critici per andare oltre la mera descrizione delle tecniche e affrontare il nodo della verità e della responsabilità.5. Il Cuore delle Notizie: Passione e Giornalismo
Nel mondo delle notizie, le emozioni contano moltissimo. Non sono un extra o un semplice abbellimento, ma una parte fondamentale di come capiamo le cose. Quando leggiamo un giornale, capiamo quello che succede su diversi livelli contemporaneamente: quello pratico (cosa fanno le persone), quello della conoscenza (cosa sappiamo) e quello delle emozioni (cosa proviamo). Proprio per questo, il giornale è uno strumento potentissimo per parlare di emozioni, perché lo fa con emozione. C’è un modo di sentire di base che colora il nostro rapporto col mondo, fatto di attrazione (quando qualcosa ci piace o ci interessa) e repulsione (quando qualcosa non ci piace o ci spaventa).Analizzare e Creare Emozioni
Le emozioni nei testi giornalistici non sono statiche, ma cambiano e si sviluppano. Possiamo guardare quanto sono intense, quanta tensione creano, come si legano al tempo (passato, presente, futuro) e come si svolgono (l’inizio, lo sviluppo, la fine di un evento). Spesso, le notizie si concentrano sull’inizio di un evento o di un processo. Questo serve proprio a creare attesa e a tenere alta la tensione nel lettore. Anche le capacità e le possibilità dei soggetti nel testo (quello che ‘devono’, ‘vogliono’, ‘possono’ o ‘sanno’ fare) sono strettamente collegate a come ci sentiamo leggendo. Per esempio, se si dice che un governo ‘non può fare’ qualcosa, questo può far nascere sfiducia nel lettore. Giornali diversi possono raccontare la stessa notizia cambiando queste capacità e possibilità, creando così effetti emotivi molto diversi.Il Corpo e la Credibilità
Il corpo e la presenza fisica sono importanti nel modo in cui le notizie ci arrivano. Pensiamo alle fotografie, che ci mostrano la realtà con un impatto diretto. Ma pensiamo anche alla figura del giornalista che va sul posto per raccontare. La sua presenza fisica e quello che vede, sente o percepisce con i sensi danno credibilità al racconto. L’esperienza personale del reporter non solo conferma i fatti, ma trasmette anche le emozioni legate a quella situazione, facendoci sentire più vicini a quello che è successo.L’Atteggiamento del Giornale e il Lettore
Un giornale non si limita a raccontare i fatti aggiungendo un po’ di emozione. Il giornale stesso ha un suo modo di ‘sentire’ le cose, una sua attitudine emotiva. Questa può essere di grande partecipazione (coinvolgimento) o di distacco (neutralità). Scegliere questa attitudine è una decisione importante per il giornale. In questo modo, il giornale costruisce un lettore ideale, qualcuno che non solo capisce i fatti, ma condivide anche l’atteggiamento emotivo proposto. Questo ‘accordo sulle emozioni’ è fondamentale quanto l’accordo sulla verità dei fatti. I giornali, in un certo senso, funzionano come ‘regolatori delle emozioni’, suggerendo al lettore come dovrebbe sentirsi di fronte a una notizia.Ma se i giornali ‘regolano le emozioni’, non si rischia di cadere nella manipolazione piuttosto che nell’informazione?
Il capitolo presenta i giornali come potenti “regolatori delle emozioni”, suggerendo che mirino a un “accordo sulle emozioni” con il lettore ideale. Questa prospettiva, sebbene descriva un potenziale effetto della comunicazione giornalistica, solleva interrogativi fondamentali sull’etica del giornalismo e sul confine tra informazione e persuasione o, peggio, manipolazione. Non viene esplorato a sufficienza il rischio che tale “regolazione” diventi una forma di controllo emotivo o di omologazione del sentire pubblico, minando la capacità critica e l’autonomia emotiva del lettore. Per approfondire queste tematiche, sarebbe utile esplorare la disciplina dell’etica del giornalismo, le teorie sugli effetti dei media sul pubblico e autori che hanno trattato il rapporto tra potere, informazione e controllo sociale.Abbiamo riassunto il possibile
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