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Contenuti del libro
Informazioni
“Se sbagli non fa niente. Il segreto delle carezze emotive che aiutano i nostri figli ad apprendere” di Daniela Lucangeli è un libro che ti apre gli occhi su quanto le emozioni siano fondamentali nel modo in cui i bambini imparano e crescono. Non si tratta solo di nozioni, ma di capire come la paura possa bloccare tutto e come invece il coraggio, la curiosità e la soddisfazione siano la vera benzina per l’apprendimento. L’autrice ci porta a riflettere sul ruolo cruciale che genitori ed educatori hanno nel creare un ambiente (a casa, a scuola, tra amici) dove i bambini si sentano sicuri di esplorare, sbagliare e riprovare, costruendo così la loro resilienza. Ci mostra come le “carezze emotive”, fatte di incoraggiamento e supporto, siano più efficaci di qualsiasi rimprovero per nutrire la motivazione intrinseca e l’autoefficacia. E ci ricorda che siamo fatti per cooperare, che imparare insieme, come nell’esperienza di Barbiana, è un motore potentissimo di crescita, molto più di una competizione esasperata. È un invito a guardare all’educazione positiva, a valorizzare il processo e l’impegno, perché capire come gestire l’errore è il primo passo per imparare davvero.Riassunto Breve
L’apprendimento umano è profondamente influenzato dalle emozioni e dalle interazioni sociali. La paura, un’emozione primaria, può bloccare i processi cognitivi e ostacolare l’apprendimento, creando memorie negative. Il coraggio non significa non avere paura, ma agire nonostante essa, ed è una capacità che si sviluppa attraverso l’incoraggiamento, che attiva emozioni positive e aiuta ad affrontare le situazioni temute. Accanto al coraggio, la curiosità è una spinta innata verso la scoperta e la conoscenza, fondamentale per attivare l’intelligenza e guidare l’esplorazione. La curiosità porta a uno stato di “flusso”, un’immersione gratificante nell’attività, che si verifica affrontando sfide adatte alle proprie capacità, nella “Zona di Sviluppo Prossimale”. L’apprendimento passivo e l’eccessivo “ingozzamento cognitivo” soffocano la curiosità e generano noia, che è un segnale di disconnessione dall’attività. La soddisfazione è un altro elemento cruciale, agendo come carburante per l’apprendimento. È strettamente legata alla motivazione intrinseca, al piacere di imparare per sé stessi, e si rafforza quando si è protagonisti attivi nel processo educativo. La percezione di autoefficacia, la fiducia nelle proprie capacità, e uno stile attributivo positivo, che vede l’impegno come causa di successo, aumentano la soddisfazione. Al contrario, l’insoddisfazione e l’attribuzione dei fallimenti a mancanza di capacità possono portare all’impotenza appresa, la convinzione di non poter migliorare. La resilienza è la capacità di superare le avversità e gli errori, non è innata ma si costruisce in ambienti di supporto, con relazioni positive e imparando a vedere l’errore non come una colpa, ma come un indizio utile per l’apprendimento. Affrontare la frustrazione e dare senso ai fallimenti sviluppa questa capacità. Infine, l’essere umano ha una predisposizione innata alla cooperazione, che è essenziale per la crescita cognitiva, sociale ed emotiva, specialmente nei gruppi di pari. La cooperazione, basata su obiettivi comuni e supporto reciproco, crea un ambiente mutualistico dove il contributo di ognuno è valorizzato. Gesti di incoraggiamento e legami positivi tra persone alimentano questo processo. Un clima scolastico che privilegia la cooperazione rispetto a una competizione eccessiva favorisce il benessere e l’apprendimento collettivo, costruendo comunità accoglienti dove ogni studente si sente valorizzato e partecipe.Riassunto Lungo
1. La Lezione del Coraggio: Antidoto alla Paura
Che cos’è la paura e come influisce sull’apprendimento
La paura è una delle prime emozioni che proviamo. Lascia un segno forte nella memoria e può bloccare l’apprendimento, causando sofferenza a lungo termine. Usare la paura per educare è pericoloso perché crea un problema nel cervello, rendendo difficile imparare. Forse non tutti lo sanno, ma il coraggio non significa non avere paura. Coraggio è essere capaci di agire anche quando si ha paura. Il coraggio si vede in come reagiamo alla paura: ci permette di affrontare le cose che ci spaventano invece di scappare.Come si manifesta la paura
La paura è un modo naturale per difenderci, utile per capire ed evitare i pericoli. Però, possiamo anche imparare ad avere paura in diversi modi: vivendo esperienze dirette, guardando gli altri o sentendo parlare di cose spaventose. La paura può essere trasmessa anche attraverso i geni. Quando abbiamo paura, il nostro corpo si prepara a scappare, attaccare o bloccarsi. Questo causa reazioni fisiche e mentali che possono rendere difficile imparare e crescere. Ad esempio, la paura di andare male a scuola o di fallire può creare un problema: l’ansia di fallire porta a fallire davvero.Come superare la paura con il coraggio
Per vincere la paura, è molto importante dare coraggio. Si fa questo incoraggiando, perché l’incoraggiamento crea emozioni positive che aiutano a combattere la paura. Ci sono diversi modi efficaci per incoraggiare: toccare con affetto, guardare in modo rassicurante, sorridere, parlare con un tono di voce dolce e abbracciare. Non bisogna mai lasciare un bambino da solo quando ha paura. Invece, bisogna accompagnarlo piano piano ad affrontare ciò che lo spaventa, standogli sempre vicino e sostenendolo. Incoraggiare con le parole e con i gesti è molto meglio che sgridare. Aiuta a trasformare la paura in un’occasione per diventare più forti e capaci di affrontare le difficoltà con coraggio.Ma il capitolo non rischia di semplificare eccessivamente la complessità della paura, riducendola a un mero ostacolo da superare con il “coraggio”?
Il capitolo sembra presentare il coraggio come una soluzione univoca e immediata alla paura, quasi fosse una semplice questione di volontà. Tuttavia, la paura è un’emozione complessa, radicata in meccanismi biologici e psicologici profondi, e influenzata da fattori ambientali e individuali. Per comprendere appieno come affrontare la paura, sarebbe utile esplorare discipline come la psicologia emotiva e le neuroscienze affettive. Approfondimenti sugli studi di autori come Paul Ekman o Joseph LeDoux potrebbero offrire una visione più articolata e scientificamente fondata sulla natura e sulla gestione della paura.2. La Forza Attrattiva della Curiosità
La curiosità è una spinta naturale verso la scoperta e la conoscenza. Fin dalla nascita, questa forza interiore ci guida a esplorare il mondo. La curiosità è fondamentale per lo sviluppo del connettoma, cioè la rete di connessioni nel cervello che rende ogni persona unica. L’intelligenza si attiva proprio grazie alla curiosità, funzionando come un flusso di comprensione che si muove in tre fasi. Prima, si ricevono nuove informazioni. Poi, queste informazioni vengono elaborate in modo creativo e personale. Infine, le nuove idee vengono comunicate al mondo esterno.L’esperienza ottimale di apprendimento: il flusso
Per imparare nel modo migliore, è utile raggiungere uno stato mentale chiamato “flusso”. In questa condizione ci si immerge completamente in quello che si sta facendo, provando una grande soddisfazione. Il flusso si attiva quando ci si impegna in attività con “sfide ottimali”. Queste sfide sono difficili al punto giusto, adatte alle capacità di ognuno. Si trovano nella “Zona di Sviluppo Prossimale”, un concetto importante per capire come i bambini imparano. Questo modo di insegnare è molto diverso dal “ingozzamento cognitivo”. L’ingozzamento cognitivo è quando si riempiono gli studenti di nozioni in modo passivo, senza stimolare la loro curiosità. Questo metodo non funziona e rende l’apprendimento noioso.Combattere la noia per stimolare la curiosità
La noia è un segnale importante: indica che non c’è un buon collegamento tra la persona e l’attività che sta svolgendo. Quando ci si annoia, l’apprendimento si blocca e il benessere diminuisce. Per evitare la noia e risvegliare la curiosità, servono gli “strumenti giusti”. Questi strumenti possono essere attività significative, ambienti che stimolano la mente, e la libertà di scoprire e provare cose nuove. La musica può essere un aiuto prezioso. La musica facilita lo stato di flusso e accende la creatività. Coltivare la curiosità significa allenare la capacità di immaginare e costruire il futuro attivamente, riconoscendo il valore speciale di ogni persona.Ma siamo sicuri che la “Zona di Sviluppo Prossimale” sia una ricetta universale per l’apprendimento, o rischiamo di ignorare altrettanto importanti fattori individuali e contestuali?
Il capitolo presenta la “Zona di Sviluppo Prossimale” come un concetto chiave per l’apprendimento ottimale, derivato dalla psicologia dello sviluppo. Tuttavia, è fondamentale considerare se questo modello, pur valido, possa essere applicato in modo uniforme a tutti gli individui e in ogni contesto educativo. Approfondimenti in pedagogia speciale e psicologia dell’educazione potrebbero rivelare sfumature e limitazioni di questo approccio, sottolineando l’importanza di metodologie didattiche personalizzate e sensibili alle diverse esigenze degli studenti. Approfondire autori come Lev Vygotsky, pur essendo centrale per la ZSP, non esaurisce la complessità del tema dell’apprendimento.3. Il Carburante dell’Apprendimento: La Soddisfazione
La soddisfazione è un’emozione positiva fondamentale per il benessere dei bambini ed è essenziale per l’apprendimento. Si può paragonare la soddisfazione alla benzina per un’auto: anche se si hanno grandi capacità, senza motivazione non si va lontano. La gioia, pur essendo un’emozione di breve durata, ci spinge a cercare di ottenere sempre di più ed è strettamente collegata alla soddisfazione. Esistono due tipi di motivazione: quella estrinseca, che nasce da premi esterni, e quella intrinseca, che deriva dal piacere personale. La motivazione intrinseca e la soddisfazione sono molto importanti per imparare in modo efficace.Il ruolo attivo nell’apprendimento
Perché si provi soddisfazione, è fondamentale essere attivi durante l’apprendimento. Se si apprende in modo passivo, non ci si appropria veramente di quello che si impara e non ci si sente partecipi. Per aumentare la soddisfazione, è utile permettere ai bambini di scegliere cosa vogliono imparare e di essere protagonisti del loro percorso educativo.L’importanza della fiducia in sé stessi
Anche credere nelle proprie capacità, ovvero avere autoefficacia, è molto importante. I bambini che hanno fiducia in sé stessi tendono ad avere più successo e a essere più contenti di imparare. Questa fiducia nasce dalle esperienze passate, dall’osservazione di persone simili a noi che hanno successo e dall’incoraggiamento che riceviamo dagli altri.Come interpretiamo successi e fallimenti
Il modo in cui spieghiamo a noi stessi i successi e i fallimenti influenza la soddisfazione. Se pensiamo che i successi siano dovuti al nostro impegno, la soddisfazione e la fiducia in noi stessi aumentano. Al contrario, se attribuiamo i fallimenti alla mancanza di capacità, possiamo sentirci impotenti e pensare di non poter migliorare, anche se ci impegniamo. Questa sensazione si chiama impotenza appresa.Le conseguenze dell’insoddisfazione
Se proviamo insoddisfazione ed emozioni negative, si possono creare delle “memorie di allarme” che rendono difficile l’apprendimento. L’impotenza appresa, che nasce da esperienze negative ripetute, può portare anche ad abbandonare la scuola.Come favorire la soddisfazione
Per fare in modo che i bambini siano soddisfatti e per evitare che si sentano impotenti, è essenziale che gli educatori e i genitori diano più importanza al percorso di apprendimento che al risultato finale. Per aiutare i bambini a essere soddisfatti, bisogna spronarli a essere autonomi, lodare il loro impegno invece di concentrarsi solo sulle capacità innate e sostenere la loro fiducia in sé stessi. Se riconosciamo l’importanza della gioia e delle emozioni positive, l’apprendimento diventa un’esperienza piacevole ed efficace.Ma è davvero sufficiente un ambiente positivo e affettuoso per forgiare la resilienza nei bambini, come suggerisce il capitolo?
Il capitolo sembra presupporre che la resilienza sia una competenza universale e uniformemente distribuita, trascurando le profonde disuguaglianze sociali ed economiche che influenzano in modo determinante lo sviluppo infantile. Per una comprensione più critica e completa, sarebbe utile esplorare le opere di autori che si occupano di sociologia dell’infanzia e disuguaglianze sociali, per contestualizzare meglio il ruolo dell’ambiente nello sviluppo della resilienza.5. Nati per Cooperare, Crescere Insieme
Cooperazione e competizione
La cooperazione è fondamentale per lo sviluppo e l’apprendimento, soprattutto a scuola. Gli esseri umani hanno una predisposizione naturale a cooperare, che si manifesta fin da piccoli con gesti di aiuto e condivisione. Questa tendenza si sviluppa nei gruppi di amici, che sono molto importanti per la crescita cognitiva, sociale ed emotiva. In questi gruppi, collaborare è essenziale.Le basi della cooperazione
La cooperazione si basa sulla presenza di più persone, su un obiettivo comune e sulla volontà di partecipare insieme. In un ambiente cooperativo, il contributo di ognuno è importante per raggiungere il successo di tutti. Gesti semplici come toccarsi, guardarsi, sorridere, usare un tono di voce incoraggiante e abbracciarsi sono molto importanti per l’apprendimento e lo sviluppo. Questi gesti, chiamati interruttori emozionali, attivano le aree del cervello legate al benessere e alla motivazione.L’esperienza di Barbiana e l’apprendimento cooperativo
La scuola di Barbiana di Don Milani è un esempio di educazione basata sulla cooperazione. In questa scuola, si imparava insieme e si faceva attenzione ai bisogni di tutti. L’apprendimento cooperativo, ispirato a Barbiana, è un modo efficace di insegnare. In questo metodo, gli studenti imparano attivamente insieme, aiutandosi l’un l’altro. Questi studenti sono diversi tra loro, si sostengono a vicenda, sono capaci di relazionarsi bene e di capire come stanno andando.Competizione e cooperazione nel contesto educativo
La competizione esiste e può essere positiva, come nel gioco. Però, a scuola, se è eccessiva, può diventare dannosa. Un ambiente scolastico troppo competitivo può far diminuire la voglia di studiare e la costanza nell’impegno. Il gioco, però, ci insegna che la competizione può esistere insieme alla cooperazione, perché chi partecipa a un gioco collabora per rispettare le regole del gioco stesso.L’importanza della cooperazione a scuola
Perciò, è importante dare più spazio alla cooperazione nell’educazione. Bisogna creare scuole accoglienti dove ogni studente si senta importante e partecipe. È fondamentale aiutare gli studenti a creare legami positivi tra loro, proporre attività di gruppo e ridurre la competizione. In questo modo, l’ambiente scolastico promuove il benessere e la crescita di tutti. La musica, che è cooperativa per sua natura, è un altro strumento utile per sviluppare queste capacità.Se la cooperazione è così naturale e innata, perché il capitolo sembra suggerire che debba essere “insegnata” o “promossa” attivamente nelle scuole?
Il capitolo afferma che la cooperazione è una predisposizione naturale, ma poi sottolinea la necessità di “dare più spazio alla cooperazione nell’educazione” e “ridurre la competizione”. Questa apparente contraddizione suggerisce una mancanza di chiarezza sul ruolo dell’ambiente e dell’educazione nello sviluppo della cooperazione. Per comprendere meglio questa dinamica, sarebbe utile approfondire studi di psicologia sociale e dello sviluppo, in particolare le teorie sull’apprendimento sociale di autori come Bandura, che esplorano come i comportamenti cooperativi e competitivi siano influenzati dal contesto e dall’apprendimento osservativo, e non siano semplicemente il risultato di una predisposizione innata.Abbiamo riassunto il possibile
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