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Contenuti del libro
Informazioni
“Santa pazienza. La storia delle donne italiane dal dopoguerra ad oggi” di Marta Boneschi ci porta in un viaggio affascinante attraverso l’Italia, esplorando come è cambiata la vita delle donne dal secondo dopoguerra fino quasi ai giorni nostri. All’inizio, la condizione femminile in Italia era segnata da ruoli tradizionali rigidi: la donna era vista principalmente in funzione della famiglia, con il matrimonio come destino quasi obbligato e una sessualità circondata da tabù. Ma con il miracolo economico e i movimenti sociali, in particolare il femminismo italiano, inizia una lenta ma inesorabile trasformazione. Il libro racconta la lotta per i diritti delle donne italiane, dalla conquista della parità legale nel matrimonio e nel lavoro, all’accesso all’istruzione e alla possibilità di scegliere sul proprio corpo, con le battaglie per il divorzio e la legge 194 sull’aborto. Nonostante le conquiste, emerge la sfida della “doppia presenza”, il difficile equilibrio tra lavoro fuori casa e responsabilità familiari, e la persistenza di discriminazioni e violenza di genere. È la storia di come le donne sono passate dall’essere considerate subordinate a rivendicare il diritto di essere pienamente persone, un percorso fatto di “santa pazienza” ma anche di coraggio e determinazione, che ha ridisegnato la società italiana.Riassunto Breve
Nell’Italia del dopoguerra, la vita delle donne è segnata da forti limitazioni. La nascita di una femmina è vista meno bene di quella di un maschio, destinato a portare avanti il nome e il patrimonio. Le ragazze ricevono un’educazione orientata alla casa, all’obbedienza e alla modestia, preparandole a servire gli uomini della famiglia. La sessualità è un tabù, la verginità prematrimoniale è un valore assoluto da difendere, e le ragazze madri sono emarginate. Il matrimonio è considerato l’unico destino possibile e quasi obbligatorio, un patto sbilanciato dove il marito comanda e la moglie obbedisce, occupandosi della casa e dei figli. La legge e la società rafforzano questa subordinazione. Il corpo femminile è visto come oggetto, strumento di riproduzione o risorsa per un buon matrimonio. Il lavoro fuori casa è raro, mal pagato e considerato secondario.Con il “miracolo economico” e i movimenti sociali degli anni Sessanta e Settanta, come il Sessantotto e il femminismo, le cose iniziano a cambiare. Aumenta la scolarizzazione femminile, le ragazze hanno più libertà . Cambia la percezione della sessualità , con una maggiore accettazione dei rapporti prematrimoniali e l’introduzione della pillola anticoncezionale che dà alle donne un controllo sulla riproduzione. Il matrimonio inizia a essere visto come una scelta basata sull’amore e sulla parità . Le donne studiano e lavorano di più, cercando indipendenza. Le battaglie per i diritti portano a riforme legali importanti, come la legge sul divorzio nel 1970, la riforma del diritto di famiglia nel 1975 che supera l’autorità maritale, il riconoscimento dello stupro come reato contro la persona e la legge sull’aborto nel 1978. Le donne rivendicano il possesso del proprio corpo e la conoscenza su sessualità e salute.Nonostante queste conquiste, la transizione è difficile e la parità effettiva non è pienamente raggiunta. Le donne si trovano ad affrontare la “doppia fatica”, dovendo conciliare il lavoro fuori casa con la cura dei figli e della casa, con scarso aiuto dai mariti e servizi sociali insufficienti. Il lavoro domestico non è riconosciuto. Nel mondo del lavoro, le donne subiscono ancora discriminazioni salariali e fanno fatica a raggiungere posizioni direttive. La presenza femminile in politica rimane minoritaria. La mentalità tradizionale che associa potere e capacità a caratteristiche maschili persiste. La società e le sue strutture sono ancora spesso “a misura d’uomo”. La violenza maschile continua a manifestarsi in varie forme. La lotta per la parità è un processo continuo che richiede un cambiamento culturale profondo e non è solo un problema delle donne, ma un obiettivo di civiltà per tutti.Riassunto Lungo
1. Dalla Costola alla LibertÃ
Nell’Italia del dopoguerra, la nascita di una bambina era vista in modo diverso rispetto a quella di un maschio. Un figlio maschio era considerato l’erede, destinato a lavorare e a portare avanti il nome e i beni della famiglia. Le figlie, invece, erano spesso percepite come un peso. Serviva una dote per il matrimonio e dovevano essere protette per mantenere la loro purezza, vista come indispensabile per trovare un buon marito. L’educazione tradizionale per le ragazze si concentrava sui lavori di casa, sull’obbedienza e sulla modestia. Venivano preparate per servire prima il padre e i fratelli, e poi il marito e i figli. Anche i giochi e i vestiti riflettevano questa distinzione: i maschi avevano attività che favorivano la creatività e l’autonomia, mentre le femmine erano indirizzate verso compiti di aiuto e sottomissione.Il peso del silenzio sulla sessualitÃ
La sessualità femminile era un argomento pieno di tabù e non veniva affrontato apertamente. Le ragazze non ricevevano un’educazione sessuale adeguata. La verginità prima del matrimonio era un valore fondamentale da difendere a ogni costo. Perdere la verginità era considerato un danno grave. Le ragazze madri e i loro figli venivano messi ai margini della società . Anche la legge e la Chiesa contribuivano a questa visione, condannando la perdita della verginità e vietando l’uso di metodi contraccettivi.I grandi cambiamenti e l’avvio verso l’autonomia
Il periodo del “miracolo economico” tra gli anni Cinquanta e Sessanta, insieme ai movimenti sociali che seguirono, in particolare il Sessantotto e il femminismo, iniziarono a cambiare profondamente queste tradizioni. Sempre più ragazze ebbero la possibilità di studiare, aumentando la scolarizzazione femminile. Ottennero anche maggiore libertà di muoversi e di frequentare i ragazzi. La percezione della sessualità cominciò a cambiare, con una crescente accettazione dei rapporti prima del matrimonio e una maggiore apertura nel parlare di sesso. Un momento cruciale fu l’arrivo della pillola anticoncezionale negli anni Sessanta. Questo diede alle donne la possibilità di controllare la riproduzione e di avere maggiore libertà nella loro vita privata. Nonostante le resistenze legali e culturali, l’uso della contraccezione si diffuse. Anche la figura della ragazza madre divenne più visibile e accettata nella società , in parte grazie a persone note che affrontarono pubblicamente questa condizione. Questi cambiamenti segnarono il passaggio da un futuro per le donne già scritto e limitato a una maggiore indipendenza e uguaglianza. Raggiungere la piena parità , però, richiese ancora tempo.La “libertà ” femminile è davvero nata dalla costola del boom economico e della pillola, o il capitolo non coglie l’intera complessità di questa emancipazione?
Questo capitolo descrive efficacemente il contesto tradizionale e i fattori di cambiamento come il miracolo economico, i movimenti sociali e l’introduzione della pillola. Tuttavia, il percorso verso l’autonomia e la parità delle donne è stato un processo molto più sfaccettato, che ha coinvolto battaglie legali, riforme del diritto di famiglia, l’ingresso massiccio nel mondo del lavoro e profondi mutamenti culturali e psicologici non sempre lineari. Per approfondire queste dinamiche, sarebbe utile esplorare la storia del femminismo italiano, le trasformazioni legislative e le analisi sociologiche sui ruoli di genere. Autori come Carla Lonzi o Lea Melandri offrono prospettive cruciali su queste tematiche.2. Il legame che cambia: da dovere a scelta
Dopo la guerra in Italia, fino agli anni Sessanta, il matrimonio era considerato l’obiettivo principale, quasi obbligatorio, per ogni donna. Non sposarsi era visto molto male, quasi un segno di fallimento nella vita sociale e personale. Questa unione era basata su un accordo molto sbilanciato: l’uomo aveva il compito di mantenere la famiglia e di prendere le decisioni, mentre la donna doveva obbedire e occuparsi interamente della casa, dei figli e della loro educazione. Questa idea di matrimonio e la posizione di sottomissione della donna erano fortemente radicate nella società e sostenute anche dalle leggi dell’epoca, che limitavano la sua autonomia.La nascita del matrimonio basato sull’amore
Con il passare del tempo, grazie a una maggiore ricchezza diffusa e all’arrivo di nuove idee dall’Europa, l’idea stessa di matrimonio cominciò a trasformarsi profondamente. Non era più solo un dovere sociale o familiare, ma diventava una scelta personale, basata sui sentimenti e sull’idea di essere partner alla pari all’interno della coppia. Le donne iniziavano a studiare di più e ad accedere al mondo del lavoro, guadagnando così una propria indipendenza, sia economica che sociale, che cambiava il loro ruolo. Questo nuovo modo di vedere il matrimonio, fondato sull’amore e sulla parità , poteva risultare in alcuni casi più delicato o complesso, ma riconosceva finalmente alle donne una dignità e dei diritti che prima erano impensabili.Le difficoltà del cambiamento e le vecchie leggi
Questo passaggio verso un matrimonio diverso non fu facile. Spesso, la vita di coppia reale era molto diversa dalle aspettative basate sull’amore, con mariti che rimanevano autoritari e una vera intimità difficile da trovare. Inoltre, le leggi faticavano ad adeguarsi, mantenendo a lungo la vecchia mentalità . Ad esempio, l’adulterio di una donna era considerato più grave di quello di un uomo. La legge dava ancora all’uomo molto potere sulla moglie, potendo persino impedirle di lavorare o controllarla. Prima che arrivasse il divorzio, l’unica via d’uscita da un matrimonio infelice era la separazione legale, una condizione molto difficile e malvista dalla società , specialmente per le donne.La lotta per il divorzio e la nuova libertÃ
Ottenere il divorzio fu una lotta lunga e difficile. Ci furono molte opposizioni, in particolare dalla Chiesa e da alcuni partiti politici. Nonostante queste resistenze, il desiderio di cambiamento, portato avanti anche da molte donne, portò all’approvazione della legge sul divorzio nel 1970. Questa legge fu poi confermata da un voto popolare nel 1974. Il divorzio divenne uno strumento fondamentale, usato sempre più dalle donne per potersi liberare da matrimoni difficili e ricominciare la propria vita. Questo segnò un passo decisivo verso una maggiore libertà e uguaglianza per le donne anche all’interno della famiglia.Ma davvero il matrimonio è passato da “dovere” a “scelta” solo per l’arrivo dell’amore e di idee dall’Europa?
Il capitolo, pur descrivendo il passaggio da un modello di matrimonio all’altro, sembra attribuire la trasformazione a fattori un po’ generici come l’arrivo dell'”amore” e di “nuove idee dall’Europa”. Questa spiegazione rischia di semplificare eccessivamente un cambiamento epocale. Per comprendere appieno come e perché il legame matrimoniale si sia radicalmente modificato, è fondamentale approfondire le specifiche dinamiche sociali, politiche e culturali che hanno agito in Italia in quel periodo. In particolare, è cruciale esplorare il ruolo dei movimenti femministi, delle lotte per i diritti civili e delle specifiche battaglie legislative che hanno portato a riforme fondamentali come l’introduzione del divorzio e la riforma del diritto di famiglia. Approfondire la sociologia della famiglia e la storia sociale italiana del secondo dopoguerra, magari leggendo autori come Chiara Saraceno, può offrire una visione più articolata e meno riduttiva delle forze che hanno plasmato il legame coniugale in Italia.3. La doppia fatica delle donne
Dal dopoguerra alla fine del secolo, il modo in cui le donne vivono la maternità cambia profondamente. Non è più vista solo come un obbligo sociale o religioso, ma diventa sempre più una scelta personale. Questo cambiamento è influenzato dalla diffusione dei metodi contraccettivi, dal movimento femminista e dalle trasformazioni della società . Di conseguenza, il numero di figli per donna diminuisce significativamente. Se in passato non avere figli era considerato una mancanza, con il tempo la decisione di non averne o di posticiparla viene accettata. Anche la gravidanza e il parto cambiano: da eventi naturali gestiti spesso in casa con l’aiuto di levatrici, diventano processi sempre più seguiti in ospedale e con l’intervento medico. Anche se i progressi medici riducono i rischi e il dolore, la maternità vissuta come scelta non porta necessariamente a una maggiore felicità , ma rende il compito di crescere i figli più complesso.Il peso del lavoro domestico nella famiglia nucleare
Le donne si trovano a gestire la cura dei figli e della casa in un tipo di famiglia che cambia: da patriarcale diventa nucleare. Questo significa spesso avere meno supporto dai familiari allargati. Allo stesso tempo, i mariti partecipano poco alle responsabilità domestiche e i servizi sociali di aiuto alla famiglia sono insufficienti. Anche se gli elettrodomestici rendono alcune faccende più veloci, il lavoro domestico nel suo complesso non diminuisce in termini di responsabilità e tempo richiesto. Questo vale soprattutto per le donne che lavorano anche fuori casa, perché devono gestire entrambi i fronti.La “doppia presenza” e le sue conseguenze
Questa situazione crea quella che viene definita una “doppia presenza”: le donne sono impegnate sia nel lavoro retribuito fuori casa sia nella gestione completa della casa e della famiglia. Questo doppio impegno genera molta stanchezza, ansia e la sensazione di non riuscire a fare tutto bene. Le aspettative sociali e personali sono alte su entrambi i fronti, portando a un carico mentale e fisico costante. Sentirsi sempre sotto pressione e non avere abbastanza tempo o energie per tutto è una conseguenza diretta di questa condizione. La mancanza di una reale condivisione dei compiti rende il peso della “doppia presenza” particolarmente gravoso.Lavoro non riconosciuto e ruoli tradizionali
Il lavoro fatto in casa, come pulire, cucinare e prendersi cura dei figli, non viene riconosciuto né a livello economico né sociale come un vero lavoro produttivo. Nonostante si possa stimare il suo valore in denaro, non è considerato tale dalla società o dalle leggi. La figura della casalinga, pur essendo esaltata dalla pubblicità e da un’idea di femminilità legata alla casa, è vista allo stesso tempo come il pilastro della famiglia e come una persona che “non lavora”. Gli uomini, spesso per abitudine o pigrizia, partecipano poco ai compiti di casa e alla cura dei figli, mantenendo un ruolo più esterno alla gestione quotidiana familiare.Aspettative sociali e ruolo nel consumo
Nonostante le donne abbiano ottenuto più libertà e uguaglianza formale, rimangono fortemente condizionate dall’aspettativa di dover adempiere alla loro “funzione familiare essenziale”. Questa idea è profondamente radicata nella società e si riflette anche nelle leggi. Il consumismo contribuisce a rafforzare questa immagine, presentando la donna come la principale responsabile degli acquisti per la casa e la famiglia. In questo modo, l’identità femminile viene legata anche al ruolo di consumatrice e di chi gestisce le spese e i beni della famiglia.Ma in che modo concreto la società , e persino gli spazi fisici, sono ancora costruiti “a misura d’uomo”?
Il capitolo afferma che la società e gli spazi che ci circondano sono spesso pensati “a misura d’uomo”, rendendo la vita quotidiana più difficile per le donne, ma non fornisce esempi specifici di questa presunta “misura”. Questa mancanza di dettaglio lascia un vuoto nell’argomentazione, poiché non è chiaro in quali aspetti pratici e tangibili tale impostazione si manifesti. Per approfondire questo punto e comprendere le implicazioni concrete di un design e di una pianificazione orientati prevalentemente su un modello maschile, sarebbe utile esplorare discipline come l’urbanistica, la sociologia urbana e gli studi di genere applicati al design. Autrici come Caroline Criado Perez o Leslie Kern hanno analizzato in dettaglio come infrastrutture, servizi e persino oggetti di uso quotidiano riflettano pregiudizi di genere impliciti.8. Immagini di vite femminili
Le donne prendono parte a eventi storici e sociali in molti modi diversi. Durante i conflitti, alcune combattono come partigiane o offrono il loro aiuto come ausiliarie. Altre lavorano nelle fabbriche nei periodi di guerra, contribuendo allo sforzo produttivo. Anche la vita studentesca è rappresentata, con ragazze che frequentano la scuola indossando uniformi specifiche. Nel mondo del lavoro, le donne ricoprono varie posizioni e indossano divise professionali in settori come il trasporto aereo, mostrando la loro presenza in ambiti diversi.La Sfera Privata
La vita privata include momenti importanti come i matrimoni e la maternità . Le immagini mostrano donne in attesa di un figlio e famiglie numerose, sottolineando l’importanza della famiglia nella società . Anche le attività domestiche sono rappresentate, spesso attraverso immagini di donne che utilizzano elettrodomestici, riflettendo i cambiamenti nella gestione della casa. Queste rappresentazioni offrono uno sguardo sugli aspetti più intimi e quotidiani dell’esistenza femminile. Mostrano come la vita in casa e la cura della famiglia siano parte integrante delle loro esperienze.Vita Pubblica e Lavoro
Le donne emergono come figure pubbliche in campi come il giornalismo, la televisione e la politica, raggiungendo posizioni di rilievo. Ricoprono ruoli diversi nel mondo del lavoro, dimostrando la loro crescente partecipazione alla vita economica e sociale. Eventi culturali e sociali, come i concorsi di bellezza, fanno parte del panorama pubblico in cui le donne sono protagoniste. La pubblicità , inoltre, riflette le rappresentazioni femminili nel tempo, a volte includendo immagini di tipo sessista. Queste diverse presenze nella sfera pubblica mostrano l’evoluzione del ruolo delle donne nella società .Lotte per i Diritti
Le lotte per i diritti sociali sono ben visibili. Ci sono manifestazioni a favore del divorzio e per l’accesso all’aborto, che evidenziano le battaglie per l’autonomia e il controllo sul proprio corpo. Figure legali sono associate a processi importanti, come quelli per stupro, o a leggi significative che hanno impattato la vita delle donne, mostrando l’importanza della dimensione legale. Vengono anche documentate storie di resistenza personale, come il rifiuto di un matrimonio combinato, che sottolineano il coraggio individuale di fronte alle pressioni sociali. Queste rappresentazioni mostrano l’impegno delle donne nel rivendicare i propri diritti e nel sfidare le convenzioni. Affrontano anche realtà difficili, come testimoniato dai fatti di cronaca nera che riguardano la violenza di genere.Elencare le diverse ‘immagini’ di vite femminili basta a cogliere la complessità e le contraddizioni dell’evoluzione del loro ruolo nella società ?
Il capitolo offre una panoramica delle diverse presenze femminili, ma la semplice descrizione delle ‘immagini’ in vari contesti – dalla casa al lavoro, dalla protesta alla vita pubblica – rischia di non cogliere le profonde interconnessioni e le tensioni che definiscono l’evoluzione del ruolo femminile nella società . La transizione tra ruoli tradizionali e nuove opportunità , le sfide nel conciliare sfera privata e pubblica, e le forze sociali, economiche e politiche che hanno modellato questi cambiamenti sono aspetti cruciali che richiedono un’analisi più approfondita. Per esplorare queste dinamiche, è utile rivolgersi alla storia sociale, agli studi di genere e alla sociologia. Autori come Anna Bravo o Chiara Saraceno offrono strumenti concettuali e ricerche storiche e sociologiche che possono aiutare a comprendere meglio le complessità e le contraddizioni che il capitolo sembra solo sfiorare.Abbiamo riassunto il possibile
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