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Informazioni
“Saggi sull’ateismo. Seconda edizione riveduta e corretta con l’aggiunta di Husserl e l’ateismo e di Nietzsche e l’ateismo analisi dei Frammenti” di Alfredo Bonanno non è il solito libro che ti dice solo che Dio non c’è. Ti sbatte in faccia un nuovo ateismo, freddo, analitico, che non si limita a negare la trascendenza ma vuole costruire una realtà concreta, basata sulla scienza e sulla logica, liberando l’uomo dalle illusioni e dall’antropomorfismo. Il libro scava a fondo nella critica della religione, specialmente del cattolicesimo, smascherando le istituzioni religiose come strumenti di potere e oppressione, alleate con lo Stato. È una chiamata alla liberazione umana, legata a doppio filo con l’anarchia e la rivoluzione. Attraverso l’analisi di filosofi come Husserl, Nietzsche, Kant, Hegel, Bakunin e Camus, esplora la coscienza, il tempo, la finalità e la differenza tra fare e azione, puntando a una qualità dell’esistenza che va oltre la semplice conoscenza. È un percorso radicale che sfida l’autorità, il mito e ci invita a restare fedeli alla terra, usando la parola e la rammemorazione per una ribellione costante contro ogni forma di controllo. Ti fa pensare un sacco su cosa significa essere veramente liberi.Riassunto Breve
Un nuovo ateismo si basa su un rifiuto freddo e analitico della trascendenza, fondato sulla concreta strutturazione della realtà. L’uomo è legato a questa realtà finita, e ciò che va oltre la ricerca logica è considerato intraducibile. L’antropomorfismo, la tendenza a rendere la realtà a misura d’uomo, come nel teismo che crea un Dio umano, è una distorsione che allontana dalla realtà. Abbandonare l’idea di Dio e della trascendenza porta alla libertà e permette una costruzione atea della vita, dove i valori si ridimensionano alla finitudine umana e il futuro si basa su previsioni scientifiche. Questa posizione non è passiva, ma implica azione continua e una certezza dinamica che fonda la capacità di agire sul mondo. L’educazione all’ateismo è fondamentale per contrastare le illusioni metafisiche che nascono dal bisogno di un “perché” superiore e dal rifiuto della “dura realtà”. Il nuovo ateismo combatte l’antropomorfismo e il potere dall’alto, sia politico che religioso, configurandosi come riflessione umana sui rapporti tra gli uomini. Il problema della religione porta a una soluzione negativa, smascherando le sue mistificazioni basate su fede, mistero e rivelazione, e costruendo un futuro libero da sovrastrutture metafisiche. L’ateismo non è una fede, ma può diventare una dottrina scientifica basata su evidenze e sul fallimento della metafisica. Non si tratta di rifiutare Dio, ma di affermare la sua assenza dalla realtà e combattere il “Dio” creato dall’uomo, una costruzione che esercita potere negativo e distorcente. La tendenza a cercare Dio deriva da un antico processo mentale basato sulla causa-effetto, mantenuto e rafforzato da figure religiose spesso alleate con il potere per tutelare tradizioni e dominio. L’ateismo moderno non si nasconde, si lega al pensiero scientifico attuale che non accetta concetti trascendenti e si concentra sulla negazione di esistenze non mondane. La lotta contro la religione si concentra sulle sue istituzioni e concretizzazioni, rivelando il loro legame con le istituzioni statali e l’oppressione. Figure come Bakunin vedono l’ateismo come centrale per la rivoluzione sociale e la libertà umana, considerando la religione il principio di autorità da eliminare. La filosofia, come la fenomenologia, esplora la coscienza, l’esperienza e i limiti del sapere, mostrando come la realtà sia costituita nella coscienza ma anche come esista un “assolutamente altro” accessibile tramite l’azione e una diversa comprensione, non tramite la conoscenza tradizionale o la teleologia, che è vista come un’idea umana proiettata su una natura che opera per meccanismo e caso. La conoscenza convenzionale si concentra sulla quantità e sul controllo, mentre l’azione e la rammemorazione permettono di accedere a una “qualità” della realtà che sfugge al linguaggio e alla misurazione. Questa ricerca di qualità è una fuga dal mondo amministrato e dalle illusioni moderne, un’avventura che richiede di superare il bisogno di certezze e affrontare l’incertezza, rimanendo fedeli alla terra e rifiutando speranze trascendenti. La parola stessa, limitata dalla sua struttura semantica, deve essere aperta per esprimere questa esperienza profonda e il legame con il destino.Riassunto Lungo
1. La Costruzione Atea della Realtà
Un nuovo modo di essere atei si distingue nettamente dal passato. Non si tratta più di un rifiuto forte e basato sulle parole contro la religione, un contrasto emotivo e senza prove scientifiche. Oggi, serve dire no all’idea di qualcosa che va oltre la realtà (la trascendenza) in modo calmo e basato sull’analisi. Questo approccio si fonda sulla costruzione concreta della realtà in cui viviamo. L’uomo è strettamente legato a questa realtà, che gli mette dei limiti ma gli dà anche un senso, e non permette di capire o spiegare quello che va oltre il pensiero logico.Il problema di rendere la realtà “umana”
Anche idee che rifiutano la trascendenza, come l’Idealismo e l’Irrazionalismo, finiscono per accettare compromessi o non considerare la storia. Un errore comune è l’antropomorfismo, cioè la tendenza a rendere la realtà simile a noi, a misura d’uomo. Questo accade nel credere in Dio, che viene reso umano, ma anche nel vecchio ateismo basato sulla scienza, che metteva al posto di Dio un’idea perfetta di uomo. Questa tendenza, presente sia nella religione che in altre parti della cultura, è un modo sbagliato di vedere le cose e ci allontana dalla realtà vera. Impedisce di vedere la realtà per quello che è, senza filtri o aspettative umane.La libertà che nasce dall’abbandono della trascendenza
Lasciare l’idea di Dio e di qualcosa che va oltre la realtà porta a una grande libertà, che si manifesta nel mondo e per il mondo stesso. Questa è la base per costruire una vita senza l’idea di Dio o visioni religiose. In questa prospettiva, i valori non sono più assoluti ma diventano quelli dell’uomo, con i suoi limiti e le sue possibilità. La vita diventa pienamente e unicamente umana, e il futuro non si basa su promesse divine, ma su quello che la scienza può prevedere e costruire. Vivere in questo modo significa dare valore all’esistenza umana in sé.Costruire la vita nella realtà
Questo modo di vivere e costruire non è stare fermi, ma agire sempre. La sicurezza e la comprensione non sono fisse, ma cambiano e si rafforzano attraverso l’esperienza. Questa certezza dinamica è la base che permette di agire nel mondo e di capirlo. Costruire il rapporto col mondo senza l’idea di Dio si fa provando le cose nella realtà, verificando continuamente. Si usa il “no” all’idea di qualcosa che va oltre come punto di partenza per capire il senso della vita e i compiti che abbiamo. L’azione concreta nel mondo rafforza questa comprensione.L’importanza dell’educazione
È molto importante imparare a pensare in modo ateo fin da giovani. Questo serve a combattere le idee sbagliate e le illusioni che vanno oltre la realtà. Queste illusioni nascono dal bisogno umano, profondo, di trovare un senso più alto o un “perché” a tutto, e dal non voler accettare la realtà così com’è, con le sue difficoltà. La religione, l’idea di nazione, il credere che tutto sia già deciso (determinismo) e il vecchio ateismo hanno tutti questa base di idee sbagliate. Imparare l’ateismo deve iniziare presto, osservando la vita in modo calmo e basato sui fatti, per far crescere persone che sanno usare la propria testa e pensare in modo indipendente.Questo nuovo ateismo combatte l’idea di rendere la realtà simile all’uomo e si oppone al potere che viene imposto “dall’alto”, sia nella politica che nella religione. È un modo in cui gli uomini pensano ai loro rapporti e al mondo, basato sulla realtà umana e libero da obiettivi inventati o idee di superiorità.Se il capitolo afferma che abbandonare la trascendenza porta alla libertà e a valori “solo umani”, su cosa si fondano questi valori per non cadere nel puro arbitrio o nel dominio del più forte?
Il capitolo afferma che l’abbandono della trascendenza libera l’uomo e permette di costruire valori “solo umani”. Tuttavia, non chiarisce su quale base questi valori vengano costruiti e giustificati in assenza di un riferimento esterno all’uomo stesso. Questo solleva il problema di come evitare che tali valori diventino puramente soggettivi, arbitrari, o semplicemente l’expressione del potere dominante, minando l’idea stessa di un senso condiviso o di un’etica universale basata sulla “realtà umana”. Per esplorare questa complessa questione, è utile confrontarsi con le discipline dell’etica e della filosofia morale. Autori come Friedrich Nietzsche hanno analizzato le conseguenze del tramonto dei valori trascendenti, mentre Immanuel Kant ha cercato di fondare l’etica sulla ragione pura, offrendo una prospettiva diversa su come stabilire principi morali validi indipendentemente da un fondamento divino. Approfondire questi pensatori può aiutare a comprendere le sfide nel costruire un sistema di valori robusto in un quadro puramente immanente.2. Le Vie al Rifiuto Religioso e la Scienza dell’Ateismo
Rifiutare la religione porta a una visione diversa del mondo. Ci sono due modi principali per dire no alla religione e alle sue idee. Uno è il percorso classico, quello dell’Illuminismo, che lotta contro la religione perché la considera un ostacolo al progresso del pensiero e della scienza. L’altro è il percorso rivoluzionario, legato alle idee socialiste come l’anarchismo e il marxismo. Questo secondo percorso mette in luce come la religione si unisca spesso al potere politico per tenere sottomesse le persone più deboli e povere. Anche se partono da punti diversi, entrambe queste strade portano a dire che la religione non è più necessaria. Vogliono mostrare gli inganni della religione e costruire un futuro libero da idee basate solo sulla fede o su concetti astratti non dimostrabili. Sia il percorso illuminista che quello rivoluzionario si basano su ciò che si può osservare e sperimentare nella realtà, rifiutando la fede, il mistero o le rivelazioni come fonti di conoscenza vera.Il rapporto tra scienza e religione oggi
Oggi, la religione non attacca più apertamente la scienza. Anzi, a volte sembra accettare o addirittura lodare un “ateismo metodologico” per chi fa ricerca scientifica. Questo significa che si può fare scienza come se Dio non esistesse, ma poi la ricerca di Dio verrebbe lasciata solo alla fede o a concetti astratti non dimostrabili (la metafisica). Questa posizione non regge, perché l’ateismo scientifico è nato dal modo stesso in cui la scienza indaga la realtà, non perché la religione lo ha permesso. Inoltre, i concetti astratti non dimostrabili non sono una ricerca basata sulla ragione, quindi il problema di Dio non può essere affrontato in modo razionale.Ateismo e agnosticismo a confronto
È importante capire che l’ateismo non è solo un’altra forma di fede. Può invece diventare una vera e propria dottrina scientifica, basata su prove concrete e sul fatto che i concetti astratti non dimostrabili non portano a risultati validi. L’atteggiamento di chi è agnostico, che dice di non sapere se Dio esista e quindi tollera le idee basate sulla fede, in realtà ostacola la ricerca della verità. Permette all’influenza della fede di nascondersi e di continuare a condizionare il pensiero, anche nella ricerca.Il compito degli atei
Chi è ateo ha una responsabilità chiara. Deve lavorare per sviluppare l’ateismo come una dottrina basata sulla scienza, raccogliendo i contributi da ogni campo della ricerca. Allo stesso tempo, deve continuare la lotta nella società e nella politica contro le istituzioni religiose. L’obiettivo finale è creare una “realtà senza Dio”. Questo concetto è profondamente rivoluzionario e diverso dai cambiamenti culturali avvenuti in passato.Ma definire l’ateismo una “dottrina scientifica”, basata sul rifiuto di “concetti astratti non dimostrabili”, non rischia forse di confondere il metodo scientifico con una specifica posizione filosofica, ignorando secoli di dibattito sulla ragione, la metafisica e i limiti della conoscenza empirica?
Il capitolo presenta l’ateismo come una potenziale “dottrina scientifica” derivata dal metodo stesso della scienza, contrapponendola all’agnosticismo e al rifiuto dei “concetti astratti non dimostrabili”. Questa impostazione, pur chiara, sembra non affrontare a sufficienza la complessa relazione tra metodo scientifico (che si basa sull’indagine empirica del mondo naturale) e posizioni filosofiche sull’esistenza o meno del trascendente. La scienza, per sua natura, non può né dimostrare né confutare l’esistenza di ciò che si pone al di fuori del suo ambito di indagine. Ridurre la questione a un semplice rifiuto di ciò che non è empiricamente dimostrabile ignora le diverse accezioni di “ragione” e le tradizioni filosofiche che hanno esplorato la metafisica e i limiti della conoscenza umana. Per approfondire queste tematiche e comprendere meglio le distinzioni necessarie, è utile esplorare la filosofia della scienza, l’epistemologia e la metafisica. Autori come Immanuel Kant, David Hume e Karl Popper offrono prospettive fondamentali sui limiti della conoscenza, il ruolo dell’esperienza e la natura stessa del metodo scientifico, che possono aiutare a contestualizzare e affinare l’argomentazione presentata nel capitolo.3. L’assenza di Dio e la sua creazione umana
La posizione ateista non consiste nel rifiutare Dio, perché rifiutare qualcosa implica che esista. L’ateismo afferma invece che Dio è assente dalla realtà, dalla vita di ogni giorno, dalla ricerca scientifica e filosofica.Perché l’uomo cerca Dio
L’uomo tende a cercare Dio e a costruire pensieri su di esso per via di un antico modo di pensare basato sul legame tra causa ed effetto. Questo legame, che la scienza di oggi considera un’illusione per molti fenomeni, affascinava l’uomo primitivo.L’origine della religione e il potere
Da questa tendenza nasce il pensiero religioso. Questo pensiero è stato mantenuto e reso più forte nel tempo da figure come stregoni e sacerdoti. Spesso si sono alleati con chi deteneva il potere per proteggere le tradizioni e il loro dominio.Spiegazione, non prova
Quando l’uomo riflette su Dio, cerca di “spiegare”, non di trovare una prova della sua esistenza. Questa spiegazione procede per tentativi e si scontra con la rigidità delle tradizioni, difese da chi ha potere religioso e politico. La religione, gestita da sacerdoti legati allo Stato, vuole che il problema di Dio sia visto come fondamentale e condanna ogni critica.Ateismo e teismo oggi
Oggi ateismo e teismo non sono più due posizioni opposte che partono dallo stesso punto. In passato, entrambi si basavano su una certezza legata all’idea che tutto fosse determinato dalla scienza. Ma con la fine di questa idea e con la filosofia che ha lasciato da parte certi concetti astratti (la metafisica), il teismo ha perso questo appoggio. L’ateismo moderno è una posizione autonoma. Non cerca di dimostrare che Dio non esiste, ma riconosce e combatte il “Dio” che è stato creato dall’uomo.Il “Dio” creato dall’uomo
Questo Dio umano non è un Essere Supremo, ma una costruzione che ha un effetto negativo e distorce la realtà. L’ateismo deve studiare come l’uomo crea questo Dio a sua immagine e somiglianza e come questo condiziona il pensiero. L’indagine atea mostra che la religione è un insieme di riti vuoti, ridimensiona la scienza al linguaggio della probabilità e la filosofia allo studio della conoscenza (l’epistemologia), liberandole da costruzioni astratte. Lavorare per la libertà dell’uomo significa opporsi a queste divinità create dall’uomo e riportare l’attenzione sulla realtà concreta della natura.Se il “vero sé” non si manifesta nelle azioni quotidiane e l'”io” è un’illusione da negare, su cosa si fonda concretamente la “ribellione” e il “darsi del tutto”?
Il capitolo presenta concetti affascinanti ma estremamente astratti, come l’idea di un “indicibile” al di là del linguaggio e la negazione dell'”io” come costruzione artificiale. Tuttavia, nel proporre la “ribellione” e il “darsi del tutto” come vie d’accesso a un’autenticità non legata al “fare” quotidiano, non chiarisce sufficientemente quale sia il substrato concreto o esperienziale di queste azioni/stati, se non sono riconducibili a un soggetto definito (“io”) o a manifestazioni nel mondo tangibile (“azioni quotidiane”). Questa mancanza di ancoraggio rende difficile comprendere come tali concetti possano tradursi in un’esperienza o una pratica effettiva al di fuori di una pura dimensione speculativa. Per esplorare le implicazioni di queste idee e confrontarle con altre prospettive sulla soggettività e l’azione, potrebbe essere utile approfondire autori che hanno criticato il concetto tradizionale di “io” o che hanno esplorato le dinamiche del potere e della resistenza, come Nietzsche o Foucault.29. La Terra, la Parola e l’Oltrepassamento
È fondamentale restare fedeli alla terra e non dare credito a chi promette speranze che non appartengono a questo mondo. Queste persone sono considerate avvelenatori e disprezzatori della vita stessa. Un tempo il sacrilegio più grave era contro Dio, ma ora che l’idea di Dio è tramontata, il peggior sacrilegio è contro la terra. È terribile attribuire più valore a ciò che è nascosto e imperscrutabile piuttosto che al significato profondo della terra. Coloro che disprezzano la terra e la considerano un luogo di sofferenza per potersi elevare altrove, in realtà disprezzano se stessi.L’oltrepassamento, la conoscenza e l’azione
L’oltrepassamento si presenta come lo strumento adatto per affrontare questo compito. La conoscenza non deve rimanere inerte e semplicemente accumulata, ma deve essere messa in gioco e rischiare attraverso l’azione concreta. Questo tipo di rischio porta a trasformazioni positive nella conoscenza e a un rapporto nuovo con la parola. È attraverso l’oltrepassamento che si impara ad aprire la parola con la conoscenza, un atto che apre al destino. Ogni sfumatura della parola rivela il destino. La saggezza si manifesta quando la parola si unisce al destino, superando la semplice conoscenza per penetrare livelli di comprensione più profondi. Questa unione di saggezza e parola permette un coinvolgimento autentico con la realtà, un percorso che spesso conduce alla solitudine.Posizione e sopravvivenza
L’azione diventa possibile solo se la conoscenza non ostacola il processo di oltrepassamento. La posizione da assumere di fronte alla parola deve essere priva di distinzioni che semplificano o risolvono le complessità. Allontanarsi dalla qualità intrinseca delle cose è un male, ma a volte questa distanza è necessaria per garantire la sopravvivenza. Questo allontanamento si manifesta spesso come una concretezza costruttiva, un agire pratico. Tuttavia, avvicinarsi troppo alle cose è anch’esso dannoso, perché porta a una grande disillusione, anche se l’intenzione iniziale era quella di costruire. Il movimento verso l’azione e la comprensione inizia prima che degeneri in queste estreme posizioni di distanza o eccessiva vicinanza.È davvero così automatico considerare “avvelenatori” e “disprezzatori della vita” coloro che cercano speranze oltre la terra, o questa è una semplificazione eccessiva?
Il capitolo adotta una posizione molto netta nel definire coloro che cercano speranze al di fuori della terra. Tuttavia, questa categorizzazione così rigida potrebbe non tenere conto della complessità delle diverse forme di speranza e del loro ruolo nella vita umana e nelle diverse visioni del mondo. Per approfondire questo aspetto e comprendere meglio le sfumature, sarebbe utile esplorare diverse correnti di pensiero filosofico che affrontano i temi del significato, della trascendenza e dei fondamenti dei valori. Discipline come la filosofia morale e la filosofia della religione offrono strumenti critici. Autori come Nietzsche, Camus o Kierkegaard, pur da prospettive diverse, hanno affrontato in profondità il rapporto tra l’uomo, la speranza e l’assenza (o la presenza) di un fondamento trascendente.Abbiamo riassunto il possibile
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