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Contenuti del libro
Informazioni
“Rivoluzione per la rivoluzione” di Carlo Cafiero non è solo un libro, è una chiamata alle armi per chiunque non sopporti più l’ingiustizia. Cafiero ci sbatte in faccia che i veri nemici del progresso non sono i tiranni, ma quelli che si dicono liberali o moderati, che parlano di giustizia e libertà ma poi dicono che “i tempi non sono maturi”. Per lui, i tempi sono sempre maturi quando c’è oppressione e sofferenza. Il punto centrale è che la radice di tutto il male è la proprietà privata, e l’unica via d’uscita è una rivoluzione radicale che porti all’anarchismo e al comunismo insieme. Non sono idee separate, ma due facce della stessa medaglia: libertà ed eguaglianza. Cafiero spiega che l’anarchia senza comunismo porta disuguaglianza, e il comunismo senza anarchia porta dispotismo. L’obiettivo è una società dove la ricchezza è di tutti e gestita direttamente dal popolo, senza stati o autorità. E come ci si arriva? Non con le elezioni o le riforme legali, che Cafiero critica duramente, citando l’esempio di Andrea Costa come un traditore di questi ideali. La strada è l’azione diretta, l’insurrezione, la distruzione dell’ordine attuale. La rivoluzione è vista quasi come una legge naturale, un processo inevitabile per il progresso umano, che deve superare l’ostacolo delle istituzioni attuali con la forza. L’organizzazione rivoluzionaria dev’essere decentralizzata, fatta di piccoli gruppi autonomi, perché l’ordine sparso è più efficace contro lo stato centralizzato. È un testo che non fa sconti, che spinge all’azione immediata per costruire un futuro di vera libertà ed eguaglianza per l’umanità oppressa, un manifesto del comunismo anarchico e della lotta di classe nel movimento operaio.Riassunto Breve
La rivoluzione è una legge naturale, un processo continuo di trasformazione che riguarda anche l’umanità. L’ingiustizia attuale, diffusa e basata sull’oppressione e lo sfruttamento dei lavoratori, rende i tempi maturi per agire. I falsi liberali e i moderati che ritardano il cambiamento sono visti come nemici del progresso. La causa principale dell’oppressione è la proprietà individuale, e l’emancipazione dei lavoratori richiede l’abolizione dei privilegi di classe e l’uguaglianza di diritti e doveri. La liberazione dei lavoratori deve essere opera loro stessi, unendo i lavoratori di tutto il mondo. La rivoluzione necessaria è una trasformazione radicale, diversa da quelle borghesi che hanno solo sostituito un sistema di dominio con un altro. Quando la rivoluzione è libera, porta equilibrio e felicità, permettendo agli esseri umani di agire in modo ragionevole e comprendere che la felicità individuale dipende da quella collettiva. La lotta diventa tra l’umanità e la natura, per il beneficio comune.L’ideale è il comunismo anarchico, che unisce libertà ed eguaglianza. Anarchia significa assenza di autorità e Stato, garantendo la libertà individuale e associativa. Comunismo significa la presa di possesso della ricchezza da parte dell’umanità e il suo godimento da parte di tutti, secondo il principio “da ciascuno secondo le sue facoltà, a ciascuno secondo i suoi bisogni”, senza intermediari o governi. Mantenere la proprietà individuale dei prodotti reintroduce l’ineguaglianza e la necessità di leggi e autorità. Il comunismo è realizzabile grazie all’abbondanza della produzione futura, favorita dalla cooperazione, dall’uso delle macchine e dall’eliminazione della produzione inutile. Anche in caso di scarsità, la distribuzione deve avvenire secondo i bisogni. Non si può essere anarchici senza essere comunisti, poiché qualsiasi limitazione o attribuzione individuale dei prodotti porta all’autoritarismo.Per raggiungere il comunismo anarchico, ogni mezzo coerente con questo scopo è valido. Non si promuovono tappe intermedie o programmi pratici; si punta sempre all’obiettivo finale. Il primo passo è la distruzione dell’ordine presente. È necessario essere uniti nell’azione e pronti ad agire in caso di rivolta. La sorveglianza richiede prudenza nelle comunicazioni. Le idee rivoluzionarie nascono dall’azione degli oppressi, non solo dai pensatori. L’azione necessaria è la rivolta permanente, usando ogni mezzo. Attendere condizioni ideali impedisce l’azione; è l’azione rivoluzionaria che sviluppa le forze. L’agire umano è mosso dall’egoismo, che genera lotta e sociabilità. Il progresso umano è l’ampliamento della sociabilità e la semplificazione della lotta. Le rivoluzioni sono il motore del progresso, guidate dalle classi oppresse. Le rivoluzioni passate, sebbene sfruttate da nuove classi dominanti, hanno comunque preparato il terreno per sviluppi futuri. I tentativi di fermare la rivoluzione la comprimono, portando a esplosioni più violente che ne servono l’avanzamento. L’obiettivo finale è una rivoluzione che abolisca le classi, realizzando una sociabilità universale dove l’egoismo trova soddisfazione nel benessere collettivo.L’azione rivoluzionaria immediata richiede mezzi violenti. L’organizzazione efficace per questa violenza è l’ordine sparso, con numerosi gruppi piccoli e indipendenti, che si contrappone allo Stato centralizzato e all’ordine compatto. Questo sistema decentrato offre maggiore forza, rapidità, iniziativa individuale e resistenza ai tradimenti. Ogni gruppo agisce autonomamente, contribuendo all’obiettivo comune di distruggere oppressori e sfruttatori. Posizioni che deviano da questo percorso rivoluzionario, come l’abbracciare riforme legali e parlamentari, sono viste come un tradimento della fede rivoluzionaria e un inganno verso il popolo sofferente. L’ideale sociale è il comunismo nell’anarchia, dove tutti lavorano per il benessere comune e individuale, permettendo alle leggi naturali di agire liberamente. Le istituzioni e le condizioni sociali attuali sono un ostacolo che deve essere superato con la forza, tramite l’insurrezione, per evitare il ritorno alla barbarie. Tutto ciò che aiuta l’insurrezione è positivo; tutto ciò che la allontana è negativo. La lotta principale è per gli interessi dell’insurrezione.Riassunto Lungo
1. La Rivoluzione: Legge Naturale e Necessità Umana
La rivoluzione, nel suo senso più ampio, è una trasformazione e un cambiamento continuo. Questo processo è una legge fondamentale della natura, dove ogni cosa si trasforma senza sosta. Poiché l’umanità è parte integrante della natura, la rivoluzione è una legge necessaria anche per gli esseri umani. La trasformazione radicale invocata dai lavoratori è diversa dalla rivoluzione borghese, che si è limitata a sostituire un sistema di oppressione, come il feudalesimo, con un altro, basato sul lavoro salariato. La borghesia, una volta raggiunto il potere, cerca di bloccare questo naturale processo rivoluzionario per mantenere l’ordine e la proprietà, ma così facendo non fa altro che preparare il terreno per conflitti violenti.Perché la rivoluzione è necessaria
La fonte principale di ogni oppressione e sfruttamento è la proprietà privata. Per liberare i lavoratori e l’intera umanità, è indispensabile porre fine a tutti i privilegi di classe e stabilire l’uguaglianza di diritti e doveri per tutti. La causa dei lavoratori non conosce confini nazionali; la loro liberazione deve essere un’opera compiuta da loro stessi. Per questo motivo, i lavoratori di tutto il mondo si uniscono. I veri nemici del progresso non sono i tiranni dichiarati, ma piuttosto i falsi liberali e i moderati. Costoro accettano le idee di giustizia e libertà solo in teoria, liquidandole come utopie irrealizzabili. Usano spesso la frase “i tempi non sono maturi” per giustificare il ritardo nel cambiamento, una risposta che offende sia l’umanità che il concetto stesso di giustizia. I tempi sono sempre maturi per eliminare un’ingiustizia non appena essa esiste. I tempi sono maturi quando l’ingiustizia domina, il male trionfa e la sofferenza umana è così diffusa da unire i lavoratori di ogni paese. È necessario agire immediatamente per riscattare l’umanità oppressa.Il ruolo dei lavoratori e il futuro
Quando la rivoluzione è libera di seguire il suo corso naturale, rimuovendo gli ostacoli materiali che la frenano, porta a un equilibrio, alla pace e alla felicità diffusa. Gli esseri umani, potendo svilupparsi liberamente, agiscono in modo ragionevole e comprendono che la loro libertà e felicità individuale dipendono strettamente dalla libertà e felicità di tutta l’umanità. In questo scenario, la lotta non è più tra individuo e individuo, ma si trasforma in una lotta comune dell’intera umanità contro la natura, finalizzata al beneficio di tutti. Il rimedio profondo al male esistente è la rivoluzione stessa, intesa come un processo continuo di trasformazione. L’operaio, che ha creato con il suo lavoro tutto ciò che esiste, possiede anche il potere di distruggere ciò che è ingiusto e di ricostruire un mondo nuovo e migliore.Data la complessità intrinseca della natura umana e i molteplici esiti storici delle rivoluzioni, su quali basi si può affermare con certezza che la “rivoluzione libera” porterà inevitabilmente a un esito di “equilibrio, pace e felicità diffusa”?
Il capitolo presenta un’interpretazione della rivoluzione come un processo naturale e necessario, culminante in un esito universalmente positivo una volta rimossi gli ostacoli. Tuttavia, questa visione idealizzata non affronta adeguatamente le sfide pratiche, i conflitti interni, e le potenziali derive autoritarie o violente che hanno caratterizzato molte trasformazioni radicali nella storia umana. Affermare una conclusione così certa e utopica richiede una maggiore contestualizzazione e un confronto con la realtà storica. Per approfondire queste tematiche e comprendere meglio la complessità dei processi rivoluzionari e dei loro esiti, è utile studiare la storia delle rivoluzioni, la sociologia dei movimenti sociali e la filosofia politica, leggendo autori che hanno analizzato criticamente sia le cause che le conseguenze delle grandi trasformazioni sociali, come Hannah Arendt o Eric Hobsbawm.2. Libertà e Eguaglianza: L’Unione di Anarchia e Comunismo
Anarchia e comunismo sono due concetti fondamentali e inseparabili per una vera rivoluzione, rappresentando rispettivamente la libertà e l’eguaglianza. Non sono idee in conflitto, ma piuttosto i due aspetti indispensabili di un unico cambiamento profondo. È importante capire che l’eguaglianza da sola, senza la libertà, può facilmente trasformarsi in una forma di dispotismo. Questo accade, ad esempio, in comunità dove l’autorità è centralizzata o in progetti che prevedono un forte controllo statale, come l’idea di uno “Stato popolare”. Solo la vera libertà, l’anarchia, può garantire un’eguaglianza autentica e duratura.Libertà e Uguaglianza: Due Facce della Stessa Rivoluzione
L’anarchia si oppone a ogni forma di autorità e a ogni Stato, sia nel presente che nella società futura. Il suo scopo è assicurare la libertà più completa per ogni persona e per ogni gruppo. Il comunismo, invece, riguarda la gestione della ricchezza. Significa che l’umanità prende possesso di tutto ciò che produce e lo mette a disposizione di tutti, seguendo il principio che ognuno contribuisce secondo le proprie capacità e riceve secondo i propri bisogni. In questo sistema, non servono intermediari, rappresentanti o nuovi governi per distribuire la ricchezza; le persone stesse la gestiscono e la utilizzano direttamente.Perché la Proprietà Individuale Non Funziona
Mantenere la proprietà privata sui beni prodotti, anche dopo aver reso comuni gli strumenti di lavoro e le materie prime, porta inevitabilmente al ritorno delle disuguaglianze. Reintroduce concetti come il denaro e l’eredità. Questo sistema crea distinzioni artificiali tra lavori considerati “nobili” e quelli “ignobili” e rende quasi impossibile valutare in modo equo il contributo di ciascuno nel lavoro collettivo. Di conseguenza, si rende di nuovo necessario un sistema di leggi e punizioni per gestire i conflitti e le differenze, aprendo la porta al ritorno dell’autorità. L’idea di separare i beni destinati all’uso personale dai beni usati per la produzione collettiva non ha una base logica solida.La Fattibilità del Comunismo
Il comunismo è un sistema realizzabile perché nella società futura la produzione di beni sarà molto abbondante. Questo aumento sarà possibile grazie alla collaborazione armoniosa tra le persone, che sostituirà la competizione dannosa. Inoltre, l’uso su larga scala delle macchine, che oggi sono spesso sottoutilizzate perché non generano profitto sufficiente o sono temute dai lavoratori, diventerà pienamente efficace. Ci sarà anche un enorme risparmio di risorse ed energie eliminando tutte quelle produzioni inutili o dannose, come quelle militari o di lusso. Anche se in certi momenti ci fosse scarsità, la distribuzione dei beni avverrebbe in base ai bisogni di ciascuno, non in base a quanto si ritiene che una persona “meriti”, proprio come avviene naturalmente all’interno di una famiglia.Non si può essere veramente anarchici senza essere anche comunisti. Ogni tentativo di limitare o assegnare i prodotti del lavoro a singoli individui introduce subito i semi dell’autoritarismo, perché richiede l’introduzione di leggi, di giudici per farle rispettare e di una forza per applicarle. Il comunismo, al contrario, realizza la vera eguaglianza ed è un concetto che le persone comuni comprendono facilmente. Anarchia e comunismo sono, quindi, i due elementi essenziali e inscindibili per portare a compimento la rivoluzione.Se l’abolizione della proprietà e dello Stato garantisce l’armonia e l’abbondanza, perché la storia umana è costellata di tentativi falliti di organizzazione sociale senza autorità centrale o proprietà definita?
Il capitolo presenta una visione idealizzata del futuro, basata sulla certezza che l’eliminazione della proprietà privata e dello Stato porti inevitabilmente all’abbondanza, alla cooperazione e all’assenza di conflitti, gestiti “come in una famiglia”. Tuttavia, non affronta adeguatamente le sfide pratiche e storiche legate all’organizzazione di società complesse senza strutture di autorità formali o meccanismi di distribuzione dei beni che vadano oltre l’analogia familiare. Per approfondire queste criticità e comprendere le alternative, sarebbe utile esaminare studi di antropologia politica sulle società senza stato, le analisi economiche sulla gestione delle risorse in assenza di mercati o pianificazione centralizzata, e le diverse correnti del pensiero anarchico e socialista che hanno dibattuto a lungo su questi temi. Autori come James C. Scott o Pierre-Joseph Proudhon offrono prospettive diverse che possono arricchire la comprensione e mettere in discussione le premesse di “inevitabilità” e “naturalezza” presentate nel capitolo.3. La distruzione come primo passo
L’ideale riconosciuto e perseguito è il comunismo anarchico. Questa visione radicale guida ogni passo e decisione. L’agitazione per ottenere il suffragio universale non è considerata un obiettivo speciale di per sé; è vista piuttosto e unicamente come un’occasione utile per fare propaganda o per creare disordine e destabilizzare l’ordine borghese esistente. Di conseguenza, le candidature socialiste o operaie, sia per il parlamento nazionale che per i comuni locali, vengono respinte senza esitazione. Queste iniziative politiche tradizionali sono considerate dannose per il vero scopo del partito rivoluzionario.La Strategia: Demolire e Distruggere
Per raggiungere il fine ultimo del comunismo anarchico, si ritiene che ogni mezzo coerente con questo scopo sia pienamente valido e giustificato. La via da seguire non prevede in alcun modo di promuovere tappe intermedie o di elaborare programmi pratici graduali. Al contrario, l’approccio consiste nel predicare costantemente e puntare sempre e solo all’obiettivo finale e radicale. Il primo, fondamentale passo su questa strada rivoluzionaria è la distruzione completa dell’ordine presente. Il motto che guida l’azione è chiaro e perentorio: bisogna demolire e distruggere senza sosta fino a quando non si sarà raggiunto il fine desiderato. Questa distruzione è vista come la necessaria premessa per la creazione di una nuova società.Unità e Prontezza all’Azione
È di fondamentale importanza che ci sia una forte unità e coesione tra tutti coloro che sostengono attivamente questa linea d’azione rivoluzionaria. Se, ad esempio, i repubblicani dovessero decidere di prendere le armi, i sostenitori del comunismo anarchico sono pronti a unirsi a loro immediatamente, agendo semplicemente come soldati comuni per combattere le truppe del governo costituito. In caso di imprevisti o di eventi inattesi, è essenziale essere sempre pronti a passare all’azione senza esitazione. Se dovesse scoppiare una rivolta in una singola città, l’azione deve essere intrapresa subito e senza perdere tempo anche in tutte le altre città, per creare un movimento coordinato e diffuso. L’unità e la prontezza sono considerate chiavi per il successo.Sicurezza e Riservatezza Necessarie
È diventato necessario smettere di fidarsi come si faceva in passato, a causa della forte e costante sorveglianza esercitata dalle autorità. Per questo motivo, non si devono assolutamente scrivere certe informazioni sensibili su carta, poiché le lettere vengono regolarmente aperte e controllate. Allo stesso modo, le comunicazioni che contengono informazioni delicate o riservate non devono mai essere inviate tramite altre persone, per evitare il rischio di intercettazioni. Mantenere un alto livello di sicurezza e riservatezza è cruciale per proteggere l’organizzazione e i suoi membri dalla repressione governativa in un contesto di sorveglianza intensificata.Davvero la storia dimostra in modo così inequivocabile la superiorità dell’ordine sparso per la rivoluzione violenta?
Il capitolo afferma con sicurezza che la storia dimostra la superiorità dell’ordine sparso, ma le prove addotte sono rapide e superficiali. La storia delle rivoluzioni e dei movimenti di resistenza è complessa e presenta una varietà di modelli organizzativi, con successi e fallimenti legati a molteplici fattori, non solo alla struttura interna. Per comprendere meglio la validità di tale affermazione, sarebbe utile approfondire lo studio della storia dei movimenti rivoluzionari, analizzando criticamente i diversi approcci organizzativi e le loro conseguenze concrete. Si potrebbero considerare autori che hanno studiato la strategia e la tattica nella lotta politica e sociale, o che hanno esaminato le dinamiche interne ed esterne dei gruppi radicali.6. La Forza Contro l’Ostacolo Sociale
L’umanità tende verso un ideale sociale che si configura come comunismo nell’anarchia. Questo significa un’organizzazione basata sulla collaborazione, dove ogni individuo contribuisce al benessere collettivo e al proprio. Per raggiungere questo stato ideale, sarebbe sufficiente lasciare che le leggi naturali che guidano l’uomo e la società agiscano liberamente, permettendo così un’armonizzazione spontanea tra i bisogni e gli interessi di tutti. Tuttavia, le istituzioni e le attuali condizioni sociali rappresentano un ostacolo significativo a questo percorso naturale. Questo blocco non può essere superato senza ricorrere alla violenza. Se l’ostacolo non viene abbattuto con la forza necessaria, non solo si impedisce ogni possibilità di progresso futuro, ma si rischia anche di distruggere la civiltà già esistente, facendo regredire l’umanità a uno stato di barbarie.La Necessità dell’Insurrezione
Per questo motivo, la priorità assoluta diventa quella di aprire con la forza la strada necessaria al progresso umano. Questo obiettivo si raggiunge attraverso la distruzione completa, per mezzo dell’insurrezione, delle istituzioni e delle condizioni che attualmente impediscono il cammino. Secondo questo principio guida, tutto ciò che contribuisce ad avvicinare l’insurrezione e a renderla possibile è considerato positivo. Al contrario, tutto ciò che la allontana, anche se apparentemente rappresenta un passo avanti, è giudicato negativo. L’azione si basa su questa valutazione: si osserva lo sviluppo sociale e si appoggiano coloro che lavorano per un futuro migliore dell’umanità, ma la lotta principale rimane sempre orientata verso gli interessi immediati e la riuscita dell’insurrezione stessa.Il capitolo sostiene che solo la violenza può superare l’ostacolo sociale, ma quali alternative non violente vengono considerate e perché vengono scartate?
Il capitolo presenta l’insurrezione violenta come l’unica via possibile per il progresso umano, senza esplorare o confutare esplicitamente altri percorsi di cambiamento sociale, come la riforma graduale, l’educazione o la resistenza non violenta. Questa esclusione rende l’argomentazione parziale e dogmatica. Per approfondire il dibattito sui mezzi del cambiamento sociale, è utile studiare la storia dei movimenti sociali e le diverse filosofie politiche. Si possono confrontare autori come Malatesta, che dibatté a lungo sulle strategie anarchiche e sul rapporto tra organizzazione e insurrezione, con teorici del riformismo o della nonviolenza.Abbiamo riassunto il possibile
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