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Informazioni
“Ritorno sulla questione ebraica” di Élisabeth Roudinesco ti porta subito nel cuore di un dibattito fondamentale: l’universalismo contro il radicamento, che è poi la vera questione ebraica. Partendo dall’eredità della Rivoluzione francese e dall’idea di cittadinanza universale che ha dato agli Ebrei in Francia un nuovo posto nella società, il libro esplora come l’antisemitismo non sia solo odio, ma una passione che nega proprio questo slancio universale, legandosi a idee di razza e territorio. Si vede come l’antisemitismo moderno sia nato in Francia e Germania nel XIX secolo, diverso dall’antigiudaismo passato, e come abbia influenzato persino il sionismo. Roudinesco non evita temi difficili, come il negazionismo e le sue strane alleanze attuali. C’è spazio anche per la psicoanalisi di Freud, vista come un’espressione di un’ebraicità laica e universale. Il libro ti fa riflettere su cosa significhi essere ebreo oggi, specialmente in Israele, e sull’importanza dell’esilio ebraico, di non essere legati solo a un territorio. È un testo super critico che ti spinge a pensare oltre le definizioni semplici sull’identità ebraica.Riassunto Breve
La Rivoluzione francese e l’Illuminismo portano l’idea di una cittadinanza per tutti, che guarda alle persone come individui, al di là di dove sono nate o in cosa credono. In Francia, gli Ebrei vengono riconosciuti come cittadini singoli e possono vivere la loro identità senza mostrarla per forza in pubblico. Questo modo di vedere le cose è diverso dall’intolleranza che si trova altrove. L’antisemitismo non è solo un’idea, ma una specie di fissazione che esiste anche senza un Ebreo vero e proprio, arrivando a inventarlo se serve. È un modo di fare che non si basa sui fatti e usa discorsi senza senso per mettere in cattiva luce l’altro. Questa stessa struttura si vede anche in altri tipi di razzismo e odio verso gli stranieri. La questione ebraica è legata a quello che ha lasciato la Rivoluzione francese, cioè la promessa di liberare le persone dai legami naturali o tradizionali attraverso l’idea di cittadino universale. L’antisemitismo, invece, è alla base di idee che vanno contro questa spinta rivoluzionaria, promuovendo visioni basate su concetti come razza, sangue e territorio. L’antisemitismo moderno nasce in Francia e Germania nell’Ottocento, è diverso dall’odio contro gli Ebrei del Medioevo e ha avuto un ruolo nella nascita del sionismo. Oggi, la domanda su cosa significhi essere Ebreo si ripresenta, soprattutto in Israele, di fronte alla scelta tra essere uno stato basato sull’identità di un gruppo etnico o mantenere l’idea di un popolo ebraico universale, che resiste e non riduce la persona alle sue origini o al suo territorio. Alcuni intellettuali francesi hanno contribuito a diffondere idee antisemite e razziste, e anche il negazionismo, che ha cercato di sembrare credibile nel mondo accademico e pubblico, trovando spazio anche nei paesi arabi e diventando un punto d’incontro tra la destra occidentale e i gruppi islamici estremisti contro l’eredità dell’Illuminismo. La psicoanalisi, per Freud, rappresenta un modo di essere Ebrei laico e universale, staccato dalle origini, un’idea di umanità che il nazismo ha condannato proprio perché universale. La psicoanalisi vede la struttura della mente inconscia come qualcosa che vale per tutti ma che è dentro ogni singola persona, mostrando il soggetto come uno straniero a sé stesso, senza legami con un territorio o una comunità. Il testo mantiene uno sguardo critico, guardando alle contraddizioni e alle diverse sfumature. Dà spazio anche a chi cerca l’antisemitismo in modo esagerato, cosa che va contro lo spirito critico e l’idea di esilio e di essere sempre in movimento che è un aspetto importante dell’ebraismo, un modo di esistere che va oltre l’essere legati a un posto o a un’identità territoriale. Questo mette in discussione le basi di una politica che dice di ispirarsi alla promessa di libertà della Rivoluzione francese.Riassunto Lungo
1. L’universalismo contro il radicamento: la questione ebraica
L’eredità dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese ha stabilito un’idea di cittadinanza universale. Questa idea riconosce le persone come individui, al di là della loro appartenenza a una nazione o a una religione specifica. In Francia, questo principio ha portato al riconoscimento degli Ebrei come singoli cittadini. Hanno potuto vivere la propria identità senza doverla mostrare o affermare nello spazio pubblico, un modello diverso dall’intolleranza che si trovava in altre parti del mondo. Questo concetto di cittadinanza universale e liberazione da vincoli tradizionali è un lascito fondamentale della Rivoluzione francese.La natura dell’antisemitismo
A questa visione si contrappongono teorie che negano lo slancio rivoluzionario, basandosi invece su concetti come razza, sangue e territorio. L’antisemitismo, in questo contesto, non è una semplice opinione. È una passione profonda che sembra esistere indipendentemente dalla presenza effettiva di persone ebree, quasi inventandole se necessario. Si manifesta come un modo di pensare e agire che precede i fatti, usando discorsi che spesso mancano di logica per screditare chi è percepito come “diverso”. Questa struttura mentale e discorsiva si ritrova purtroppo anche in altre forme di razzismo e xenofobia. L’antisemitismo moderno, nato in Francia e Germania nel XIX secolo, si distingue dall’antigiudaismo di epoca medievale e ha avuto un impatto significativo, influenzando persino la nascita del sionismo.La diffusione delle idee antisemite
Intellettuali francesi hanno avuto un ruolo nella diffusione di teorie antisemite e razziste. Hanno contribuito anche alla nascita del negazionismo, il tentativo di negare la Shoah. Questa corrente ha cercato di ottenere riconoscimento nel mondo accademico e nell’opinione pubblica, trovando purtroppo terreno fertile anche in alcune parti del mondo arabo. È diventata un punto di incontro inatteso tra certi ambienti della destra occidentale e movimenti radicali islamici, uniti dall’opposizione all’eredità illuminista.L’identità ebraica tra universalismo e radicamento
Oggi, la domanda su cosa significhi essere ebreo si ripropone con forza, specialmente in Israele. Ci si confronta con la scelta tra costruire uno stato basato principalmente sull’identità etnica e mantenere invece l’universalità che ha caratterizzato il popolo ebraico per secoli. Questa universalità si manifesta nella capacità di resistere e di non ridurre l’identità umana alle sue radici o al suo territorio di origine. La psicoanalisi, secondo l’interpretazione di Freud, rappresenta un’idea di ebraicità laica e universale, quasi distaccata dalle radici tradizionali. È un umanismo che fu condannato dal nazismo proprio per il suo carattere universale. La psicoanalisi vede la struttura dell’inconscio come qualcosa di universale, presente in ogni essere umano, ma allo stesso tempo profondamente radicata nell’individuo. Presenta l’individuo come in qualche modo “straniero” a sé stesso, senza un necessario radicamento territoriale o comunitario. L’ebraismo, in questa prospettiva, incarna la condizione di esilio ed erranza. È un modo di esistere che va oltre il radicamento e l’identità strettamente legata a un territorio. Questo aspetto interroga profondamente i fondamenti di una politica che si richiama alla promessa di liberazione e universalità della Rivoluzione francese.Ma l’universalismo ebraico si riduce davvero all’erranza e al distacco dalle radici, come suggerisce il capitolo attraverso la lente della psicoanalisi freudiana?
Il capitolo presenta una visione dell’universalismo ebraico quasi esclusivamente legata all’idea di esilio e distacco dal radicamento territoriale o comunitario, contrapponendola nettamente a un modello di stato basato sull’identità etnica. Questa dicotomia, pur evidenziando una tensione reale, rischia di semplificare eccessivamente un dibattito millenario e le molteplici espressioni dell’identità ebraica, che spesso intrecciano universalismo con un forte senso di popolo, tradizione e legame (anche non esclusivo) con la terra. Per comprendere meglio questa complessità, sarebbe utile esplorare diverse correnti del pensiero ebraico moderno e contemporaneo, che hanno cercato sintesi tra universalismo e particolarismo. Approfondire la filosofia ebraica, il dibattito sul sionismo nelle sue varie forme (non solo quelle nazionaliste) e la sociologia delle comunità ebraiche attuali può fornire un quadro più articolato. Autori come Martin Buber, Gershom Scholem o pensatori che affrontano il rapporto tra diaspora e sovranità offrono prospettive essenziali.Abbiamo riassunto il possibile
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