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Contenuti del libro
Informazioni
“Ricorda il colore della notte” di Mattia Bagnoli è un romanzo che ti catapulta nel vivo della Seconda Guerra Mondiale, precisamente nello Stretto di Gibilterra, dove la neutrale Algeciras diventa il palcoscenico di una guerra segreta fatta di spionaggio Seconda Guerra Mondiale e audaci operazioni navali. Al centro della narrazione c’è Svevo Giacco-Aliprandi, un console italiano con un ruolo cruciale nelle missioni clandestine della Decima Mas, e Arthur Goodwin, l’ufficiale dell’intelligence britannica che cerca disperatamente di svelare il mistero dietro gli attacchi alle navi inglesi, sospettando l’uso di mezzi speciali come i siluri a lenta corsa o una base segreta come la nave Olterra. Le loro vite si intrecciano con quella di Yvonne Lavallard, una fotografa francese che nasconde segreti e si muove tra i due schieramenti, aggiungendo un elemento di doppio gioco e relazioni personali complesse in questo scenario di guerra e sabotaggio navale. È una storia avvincente che esplora gli ideali, le scelte difficili e le identità nascoste in un periodo cruciale, con un prologo nel 1984 che getta una luce inaspettata sul passato.Riassunto Breve
Durante la Seconda Guerra Mondiale, si sviluppa un conflitto segreto tra l’Italia e la Gran Bretagna nella zona dello Stretto di Gibilterra. L’Italia, operando dalla neutrale Spagna, in particolare dalla città di Algeciras, cerca di colpire le navi britanniche ancorate nella baia di Gibilterra. Il console italiano Svevo Giacco-Aliprandi è a capo di queste operazioni segrete. Inizialmente, vengono tentati attacchi con barchini esplosivi e bombardamenti aerei, ma con scarso successo e causando anche vittime civili in Spagna.L’intelligence britannica a Gibilterra, guidata dall’ufficiale Arthur Goodwin, indaga su questi attacchi insoliti. Il ritrovamento di un corpo con un tatuaggio parziale e l’analisi delle modalità degli affondamenti portano Goodwin a ipotizzare l’uso di uomini rana o mezzi subacquei partiti da Algeciras, un’idea che incontra scetticismo tra i suoi superiori. Nonostante le difficoltà, Goodwin continua a cercare prove.La svolta per gli italiani arriva con l’idea di usare la nave mercantile *Olterra*, abbandonata nella baia di Algeciras, come base segreta. La nave viene modificata per permettere l’uscita subacquea di siluri a lenta corsa, i “maiali”, con cui gli incursori italiani possono avvicinarsi indisturbati alle navi nemiche. Questa base diventa operativa e permette di lanciare attacchi efficaci.Nella rete di spionaggio e controspionaggio si inserisce la figura di Yvonne Lavallard, una fotografa francese che entra in contatto sia con Svevo che con Goodwin. Yvonne scatta foto degli attacchi e le consegna a Goodwin, che la aiuta a pubblicarle. Tra Yvonne e Svevo nasce una relazione complessa, segnata dalla diffidenza iniziale di lei verso il fascismo a causa di esperienze personali traumatiche e dagli ideali contrastanti dei due. Svevo, pur difendendo i suoi ideali, è consapevole della violenza del conflitto.La relazione tra Svevo e Yvonne diventa un punto debole. I tedeschi, alleati degli italiani ma con i quali ci sono tensioni e mancanza di fiducia (Svevo rifiuta di condividere segreti militari o di avvelenare l’acqua di Gibilterra), vengono a conoscenza della relazione e cercano di usarla come leva. Anche gli inglesi, tramite un agente che sorveglia Yvonne e il vice-console italiano Rodolfo Lamberti (indebitato e disposto a scambiare informazioni), ottengono dettagli sulle operazioni italiane e sul ruolo di Svevo.La situazione precipita quando Yvonne viene catturata dagli italiani e portata sull’Olterra. Qui, Svevo la affronta, mostrandole le foto con Goodwin. Yvonne confessa di aver lavorato per Goodwin ma di essersi innamorata di Svevo. Intanto, sull’Olterra, si prepara un attacco con i “maiali”. Un incidente ferisce il capo missione, e Svevo decide di guidare l’attacco con un altro agente. L’attacco viene lanciato ma scoperto dagli inglesi, che reagiscono con violenza. Alcuni incursori vengono catturati, altri muoiono. Svevo riesce a fuggire e tornare sull’Olterra.Anni dopo, in un incontro nel 1984, Svevo e Goodwin si confrontano. Goodwin ammette l’ingegnosità dell’Olterra come base e rivela di aver avuto una talpa nell’ufficio di Svevo, senza identificarla. La verità su Yvonne viene infine svelata: non era una semplice fotografa, ma una spia sovietica che si era infiltrata nei servizi segreti britannici tramite la sua relazione con Goodwin, tradendo poi agenti e fuggendo a Mosca. La sua vera identità e il suo ruolo di doppio (o triplo) agente erano rimasti segreti per decenni.Riassunto Lungo
1. L’eco dell’attacco
Nel maggio 1941, la baia di Gibilterra fu scossa da una violenta esplosione che causò l’affondamento di diverse navi britanniche. L’attacco, improvviso e inatteso, sollevò immediati interrogativi su come fosse stato possibile superare le difese del porto. A Gibilterra, l’ufficiale britannico Arthur Goodwin, membro del Secret Intelligence Service (SIS), fu incaricato di indagare sull’accaduto. L’indagine partì subito, complicata dal ritrovamento sulla spiaggia di un corpo non identificato, segnato da un tatuaggio parziale che poteva forse fornire un indizio. Le autorità britanniche si trovarono di fronte a un enigma apparentemente irrisolvibile.L’indagine e i dubbi
In una riunione con i vertici militari, la discussione si concentrò sull’inspiegabile successo dell’attacco, dato che i sistemi di difesa non avevano rilevato né incursioni sottomarine né altre minacce evidenti. L’ufficiale Goodwin avanzò l’ipotesi che l’operazione potesse essere stata compiuta da uomini rana partiti dalla vicina Algeciras, una teoria che fu accolta con notevole scetticismo dai presenti, considerando la distanza e le forti correnti marine. Nonostante i dubbi, il colonnello Scargyll affidò a Goodwin il compito cruciale di verificare l’efficacia e la sicurezza delle difese portuali e delle navi ancorate. Goodwin, già immerso nelle indagini, iniziò a elaborare un piano preciso su come affrontare questa complessa e urgente verifica.La prospettiva italiana
Contemporaneamente a questi eventi, nella vicina Algeciras, il console italiano Svevo Giacco-Aliprandi si trovava a partecipare a una festa serale. Anche da lì, l’eco della potente esplosione nella baia di Gibilterra fu chiaramente percepito, segno inequivocabile che qualcosa di grave era accaduto. Durante la stessa serata, Svevo ebbe modo di incontrare una donna di nome Yvonne Lavallard, un incontro che si rivelerà significativo. Più tardi, un ufficiale del servizio informazioni della marina italiana confermò discretamente il successo dell’operazione, rivelando però che un uomo coinvolto nell’azione risultava disperso. Questo dettaglio aggiungeva un elemento umano e drammatico all’esito dell’attacco.Un incontro nel futuro
Quarantatré anni dopo questi eventi, nel 1984, un uomo anziano giunge a Stamford, in Inghilterra. La sua destinazione è una tranquilla villetta, dove attende di incontrare la persona che vi abita. L’attesa si conclude con un confronto tra lui e un altro uomo anziano, un ex comandante della Royal Navy. Questo incontro, che avviene a così tanti anni di distanza dall’attacco di Gibilterra, suggerisce un legame profondo tra i due uomini e gli eventi del maggio 1941, forse per fare luce su aspetti rimasti oscuri o per confrontarsi con il passato.Ma se l’attacco è avvenuto, perché i britannici erano così scettici sulla possibilità che fosse opera di uomini rana partiti da Algeciras?
Il capitolo evidenzia come l’ipotesi di un attacco condotto da uomini rana partiti dalla vicina Algeciras sia stata accolta con “notevole scetticismo” dai vertici militari britannici, a causa della “distanza e le forti correnti marine”. Eppure, la sezione dedicata alla “prospettiva italiana” conferma il successo dell’operazione, suggerendo che, in un modo o nell’altro, l’impresa sia stata compiuta. Questa apparente contraddizione lascia un vuoto esplicativo: il capitolo chiarisce come l’operazione italiana abbia superato gli ostacoli che rendevano l’ipotesi così improbabile agli occhi britannici? Per colmare questa lacuna e capire la reale fattibilità di un simile attacco nel 1941, sarebbe fondamentale approfondire la storia delle operazioni speciali navali durante la Seconda Guerra Mondiale. Studiare le capacità tecniche e operative delle forze speciali dell’epoca, come la Decima MAS italiana, e le specifiche condizioni ambientali della baia di Gibilterra può fornire il contesto necessario. Consultare autori che hanno documentato queste specifiche vicende belliche può offrire gli elementi per valutare se lo scetticismo britannico fosse giustificato o se, al contrario, sottovalutasse le audaci innovazioni tattiche dell’avversario.2. Spie, fotografi e scontri nello Stretto
Algeciras, vicino a Gibilterra, è un punto cruciale per lo spionaggio internazionale. Il consolato italiano, situato in una villa, serve da base operativa. Svevo Giacco-Aliprandi, console e responsabile delle operazioni segrete italiane contro gli inglesi, deve gestire la scarsa coordinazione tra i vari servizi di intelligence italiani. Un attacco navale della Decima Mas vicino a Gibilterra ha successo, ma il successivo ritrovamento del corpo di un incursore su una spiaggia da parte degli inglesi crea complicazioni e frustrazione per Svevo. Lui lamenta la mancanza di informazioni rapide e la necessità di avere più risorse. Intanto, si prepara un attacco aereo su Gibilterra, e Svevo partecipa alla pianificazione insieme ai rappresentanti dell’aeronautica.L’incontro con Yvonne e le conseguenze
Svevo incontra Yvonne, una fotografa che ha scattato immagini dell’attacco navale. Si sente attratto da lei e decide di andarla a trovare a casa sua a La Linea. L’incontro è carico di tensione; Yvonne sospetta che Svevo sia una spia. Quando Svevo cerca di baciarla, Yvonne reagisce schiaffeggiandolo e insultandolo, chiamandolo fascista. Svevo risponde colpendola a sua volta. Yvonne prende una pistola e gli intima di andarsene subito. Nonostante questo alterco violento, Yvonne prova attrazione per Svevo. Più tardi, si reca in una taverna a La Linea per scattare foto. Il locale è frequentato da marinai inglesi. Mentre è intenta nel suo lavoro, viene prima molestata e poi aggredita fisicamente da un gruppo di questi marinai.È davvero plausibile che, dopo un alterco violento che include schiaffi, insulti e una pistola puntata, l’attrazione persista o addirittura si rafforzi?
Il capitolo, pur introducendo elementi di tensione e conflitto, presenta una dinamica tra i personaggi di Svevo e Yvonne che solleva interrogativi sulla sua coerenza psicologica. La transizione da uno scontro fisico e verbale così aspro a una persistente attrazione reciproca, come descritto nel riassunto, appare repentina e priva di un’adeguata contestualizzazione o giustificazione interna. Per comprendere meglio le complessità delle relazioni umane, specialmente in contesti di forte stress e conflitto, sarebbe utile approfondire studi di psicologia, in particolare quelli relativi alle dinamiche interpersonali, alla gestione del trauma e alle manifestazioni dell’attrazione in circostanze estreme.3. Foto e Segreti a Gibilterra
L’incontro e le fotografie
Durante un bombardamento aereo su Gibilterra, il comandante britannico Arthur Goodwin incontra la fotografa francese Yvonne Lavallard a La Linea. Goodwin la porta con sé a Gibilterra, dove Yvonne insiste per fotografare l’attacco in corso. Dopo l’incursione, Goodwin scopre che Yvonne ha effettivamente scattato diverse foto dell’evento. Per aiutarla a pubblicare il suo lavoro e ottenere un compenso per le immagini, Goodwin chiede e ottiene l’autorizzazione dal colonnello Scargyll. L’accordo prevede di sviluppare e censurare le foto direttamente a Gibilterra prima di inviarle a Londra per la pubblicazione. Scargyll dà il suo consenso dopo aver verificato attentamente le credenziali di Yvonne. Yvonne e Goodwin lavorano quindi insieme in un laboratorio fotografico per preparare le immagini. In seguito, Goodwin riaccompagna Yvonne a casa e le lascia intendere chiaramente che potrebbe aver bisogno del suo aiuto in futuro per altre questioni.Le valutazioni degli agenti italiani
Nel frattempo, nella città di Algeciras, gli agenti italiani Svevo e Perseo valutano con attenzione l’esito del recente bombardamento. Dalle loro informazioni, confermano che l’attacco aereo non ha causato danni significativi né agli obiettivi militari né alle navi presenti a Gibilterra. Svevo prende la decisione di inviare un rapporto dettagliato sul fallimento dell’operazione direttamente a Roma. Allo stesso tempo, cerca attivamente di scoprire se le forze britanniche siano a conoscenza dei metodi specifici utilizzati dagli italiani per il sabotaggio navale. Per ottenere informazioni riservate di alto livello dalla parte britannica, Svevo organizza un incontro con Jorge Gonzales Rey, che è il capo della polizia segreta spagnola. La loro discussione si concentra principalmente sul costo necessario per ottenere dettagli sensibili e cruciali dai vertici militari e di intelligence di Gibilterra.Davvero la difesa di un porto strategico in tempo di guerra può dipendere dalla presenza di scimmie, basandosi su una semplice credenza popolare?
Il capitolo presenta un quadro di operazioni militari e di spionaggio, ma inserisce un elemento che stride con la logica strategica: la presunta necessità militare di ripopolare una colonia di macachi, giustificata unicamente da una “credenza popolare”. Viene descritta come una missione “fondamentale”, il che solleva seri interrogativi sulla razionalità delle decisioni prese in un contesto di conflitto. Per comprendere meglio se si tratti di una licenza narrativa o di un aspetto basato su fatti storici, e quale peso reale potessero avere simili considerazioni nel pensiero militare dell’epoca, sarebbe utile approfondire la storia di Gibilterra, la sua importanza strategica durante i conflitti mondiali e la storia della colonia di macachi. Si potrebbe cercare materiale storico o saggi di autori che trattano la storia militare o la storia sociale di Gibilterra.13. Il Segreto di Yvonne
Nel porto di Gibilterra, incursori italiani lanciano un attacco subacqueo usando siluri a lenta corsa, soprannominati “maiali”. Il loro scopo è affondare le navi da guerra britanniche presenti. Gli assaltatori iniziano la missione calandosi in acqua da una nave di supporto, l’Olterra, che si trova ormeggiata ad Algeciras. Hanno con sé cariche esplosive da attaccare sotto gli scafi delle imbarcazioni nemiche. L’azione è pianificata nei dettagli per colpire le navi di notte.La reazione inglese e la fuga
Gli inglesi scoprono l’attacco in corso. Il comandante Goodwin reagisce subito, mobilitando motovedette, accendendo fari e lanciando bombe di profondità. Questa difesa è molto forte e provoca perdite tra gli incursori italiani. Due di loro vengono catturati, tra cui il sottotenente Muggiano. Tuttavia, uno degli assaltatori, di nome Svevo, riesce a sopravvivere. Dopo l’attacco e un tentativo di togliersi la vita non riuscito, Svevo fugge dal porto. Usa il suo maiale, anche se danneggiato, e trova le reti di protezione abbassate, riuscendo a passare. Infine, raggiunge a nuoto la nave Olterra, da cui erano partiti.Una scoperta inattesa sull’Olterra
Mentre Svevo torna sull’Olterra, il presidente dell’autorità portuale di Algeciras, Gutierrez, fa una scoperta sorprendente a bordo. Trova una donna, Yvonne, chiusa dentro una cabina. Yvonne dice di essere una fotoreporter e un’amica del console italiano. Spiega di essersi trovata chiusa lì per sbaglio. Più tardi, si scopre che Yvonne ha una relazione con il comandante inglese Goodwin. Lui la raggiunge a un posto di blocco a Gibilterra, confermando il loro legame.Il vero volto di Yvonne
La verità su Yvonne è molto diversa da quello che aveva raccontato. Non era affatto una semplice fotoreporter. Usava l’identità di una donna francese che era morta. In realtà, Yvonne era una spia al servizio dei sovietici. Era riuscita a infiltrarsi nei servizi segreti britannici proprio grazie alla sua relazione con il comandante Goodwin. Ha tradito diversi agenti e l’organizzazione stessa, per poi fuggire a Mosca. La sua vera identità e il ruolo che ha giocato sono rimasti nascosti per moltissimi anni. Solo la scoperta di un portasigarette appartenuto a Yvonne, con incisa la frase “Mon pauvre fasciste”, conferma quanto fosse una figura ingannevole e pericolosa.Incontro a distanza di anni
Molti anni dopo gli eventi, Svevo incontra il comandante Goodwin. Durante il loro colloquio, Goodwin conferma che i prigionieri italiani catturati furono trattati con rispetto. Ammette anche che gli inglesi non avevano mai sospettato che l’Olterra fosse usata come base segreta per le operazioni, riconoscendo quanto fosse stata un’idea intelligente. Goodwin fa un’altra rivelazione importante: aveva una spia, una “talpa”, che lavorava nell’ufficio di Svevo, ma sceglie di non dire chi fosse. Nell’incontro si parla anche di Pedro Ramirez, un agente italiano che morì suicida mentre si trovava in prigione.Ma come può una spia sovietica, per giunta amante del comandante inglese, trovarsi chiusa in una cabina sulla nave di supporto degli incursori italiani, proprio nel mezzo dell’attacco?
Il capitolo presenta una situazione che, per quanto affascinante, solleva notevoli perplessità logiche. La presenza di Yvonne sull’Olterra, la sua identità di spia sovietica e la sua relazione con il comandante inglese Goodwin creano un intreccio che necessita di un contesto molto più solido per risultare credibile. Per comprendere le dinamiche che potevano portare a scenari così complessi e apparentemente contraddittori nel mondo dello spionaggio, è fondamentale approfondire la storia dei servizi segreti durante la Seconda Guerra Mondiale, con particolare attenzione alle operazioni clandestine e ai giochi di potere tra le diverse nazioni. Lo studio delle tecniche di infiltrazione e del controspionaggio, magari attraverso le opere di storici specializzati come C. Andrew, può aiutare a colmare queste lacune e a valutare la plausibilità di tali eventi.Abbiamo riassunto il possibile
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