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Informazioni
“Ricchi e poveri” di Nunzia Penelope non è solo un libro sulla crisi economica, ma un’immersione cruda nella disuguaglianza ricchezza Italia. Ti fa vedere come una fetta minuscola della popolazione ha patrimoni enormi, mentre la maggioranza fatica ad arrivare a fine mese con stipendi bassi, a volte sotto la soglia di povertà Italia. Non è solo sfortuna, il libro spiega come l’evasione fiscale e la corruzione mangiano via risorse che potrebbero migliorare la vita di tutti. Parla di come il costo vita Italia rende difficile anche solo abitare o mangiare decentemente per molti, mentre altri si permettono lussi assurdi. Vede l’impatto sulla sanità pubblica e istruzione pubblica, che peggiorano, spingendo chi può verso il privato. E non si ferma qui, guarda al potere nascosto della finanza globale, dei paradisi fiscali e di come pochi controllano miliardi, influenzando anche le decisioni politiche. È un quadro dell’Italia divisa, dove le vite parallele dei ricchi e dei poveri diventano sempre più distanti, con conseguenze sociali pesanti, dalla criminalità alla disperazione. Un libro che ti apre gli occhi su come funziona davvero il denaro e il potere nel nostro paese e nel mondo.Riassunto Breve
In Italia, la ricchezza privata è molto alta, ma è concentrata in poche mani. La metà di tutta la ricchezza appartiene solo al 10% della popolazione. Questo si vede anche nei redditi: molti lavoratori guadagnano stipendi bassi, spesso vicini alla soglia di povertà , mentre i manager e i dirigenti hanno compensi altissimi. Le politiche economiche recenti hanno spostato soldi dal lavoro verso le rendite e i profitti, aumentando le tasse sui lavoratori e diminuendo quelle su altri tipi di guadagno.Una parte importante della ricchezza è nascosta nell’economia illegale, come l’evasione fiscale e la corruzione. Si stima che l’evasione superi i 120 miliardi di euro all’anno. Molte persone possiedono beni di lusso pur dichiarando redditi bassi, segno di evasione diffusa. Chi evade toglie risorse allo Stato, e chi paga le tasse si trova a pagare di più per compensare. La corruzione costa decine di miliardi e rende il paese meno attraente per gli investimenti. Questi comportamenti illegali mostrano che per alcuni la ricchezza non viene dal lavoro, ma da favori e imbrogli.La differenza tra ricchi e poveri si vede nella vita di tutti i giorni. Per esempio, nel settore immobiliare, ci sono molte proprietà di lusso usate da pochi, mentre per la maggioranza la casa di proprietà è un peso con mutui lunghi e rate alte. Molti vivono in condizioni abitative difficili. Anche nel cibo si nota il divario: molte famiglie riducono la spesa e comprano alimenti economici, mentre il mercato del cibo di lusso prospera.I servizi pubblici come istruzione e sanità soffrono per i tagli e la mancanza di investimenti. Questo rende difficile l’accesso a un’istruzione di qualità per chi ha meno soldi e peggiora i servizi sanitari, spingendo le persone verso il settore privato, che però costa. Le opportunità migliori spesso vanno a chi può pagare.Anche il modo di viaggiare e fare acquisti mostra la divisione. Una minoranza usa jet privati ed elicotteri per spostarsi, mentre la maggior parte degli italiani non può permettersi una vacanza. I trasporti pubblici hanno problemi e i costi aumentano. Nel commercio, il mercato del lusso cresce, ma allo stesso tempo hanno successo i negozi che vendono a prezzi molto bassi.La crisi economica ha conseguenze sociali profonde. Diminuiscono le nascite perché fare figli costa. Molte coppie restano insieme per motivi economici, e le separazioni portano spesso alla povertà . Aumenta il gioco d’azzardo, che colpisce soprattutto le persone in difficoltà . Alcuni arrivano a “vendersi” per avere soldi. Crescono i furti e le rapine, anche per beni di prima necessità . La disperazione porta a gesti estremi come i suicidi per motivi economici.A livello globale, enormi quantità di denaro sono nascoste nei paradisi fiscali, fuori dal controllo dei governi. Esistono strumenti finanziari complessi e rischiosi, come i derivati, che influenzano le economie nazionali. Il potere economico è concentrato in poche grandi aziende, spesso banche, molto connesse tra loro. Queste entità possono influenzare le decisioni politiche dei governi. Mentre accadono questi fenomeni globali, l’attenzione pubblica è spesso distratta da scandali minori.Riassunto Lungo
1. La ricchezza di pochi e la povertà di molti
La ricchezza privata accumulata in Italia supera gli 8600 miliardi di euro, una somma enorme che è oltre quattro volte maggiore del debito pubblico nazionale. Questa vasta disponibilità economica, però, non è distribuita in modo equo tra la popolazione. Una quota pari alla metà di questa ricchezza totale è concentrata nelle mani di appena il 10% degli italiani, che corrispondono a circa sei milioni di persone. Di conseguenza, il restante 90% della popolazione deve dividersi l’altra metà della ricchezza complessiva. Questa netta divisione evidenzia un profondo squilibrio nella distribuzione delle risorse economiche nel paese.
Come si manifesta la disuguaglianza nei redditi La forte disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza si riflette in modo evidente anche nei livelli di reddito percepiti dai cittadini. Lo stipendio medio netto di chi lavora come dipendente si aggira intorno ai 1286 euro al mese. Questa cifra si trova pericolosamente vicina alla soglia considerata di povertà relativa per una famiglia composta da due persone, che è fissata a 1011 euro. Un numero considerevole di lavoratori, tra cui molti con contratti precari, neoassunti o donne, si trova a guadagnare meno di mille euro mensili. La situazione economica generale, inoltre, è peggiorata negli ultimi anni, portando a un aumento della disoccupazione, particolarmente tra i giovani, e a una progressiva riduzione del potere d’acquisto dei salari, rendendo la vita quotidiana sempre più difficile per molte famiglie.
I guadagni al vertice In netto contrasto con i redditi della maggior parte dei lavoratori, i compensi percepiti dai top manager delle grandi aziende e dai banchieri raggiungono cifre estremamente elevate. Basti pensare che nel 2011, i primi venti manager delle principali società italiane hanno guadagnato complessivamente 90 milioni di euro. Questa somma equivale a quanto guadagnerebbero in un anno quattromila operai messi insieme. La differenza tra lo stipendio di un amministratore delegato e quello di un dipendente medio è in media di ben 400 volte. Anche i dirigenti che ricoprono posizioni di alto livello nella pubblica amministrazione ricevono retribuzioni consistenti, sebbene generalmente inferiori rispetto a quelle offerte dal settore privato.
Le politiche che hanno ampliato il divario Le scelte di politica economica e le riforme del mercato del lavoro attuate nel corso degli ultimi decenni hanno giocato un ruolo significativo nell’accentuare queste disuguaglianze. Queste politiche hanno favorito un trasferimento di ricchezza dai redditi derivanti dal lavoro verso le rendite finanziarie e i profitti delle imprese. Parallelamente, si è osservata una maggiore pressione fiscale sui lavoratori dipendenti, mentre quella sulle rendite finanziarie e sui guadagni delle società è stata ridotta. Questo insieme di fattori ha contribuito a creare una società dove le disuguaglianze sono sempre più marcate. Chi possiede poche risorse economiche tende a perdere una quota proporzionalmente maggiore, mentre chi detiene grandi ricchezze subisce perdite proporzionalmente molto inferiori, ampliando ulteriormente il divario.
Il capitolo afferma che le politiche economiche hanno “favorito un trasferimento di ricchezza”: ma quali politiche, e come hanno fatto esattamente?
Il capitolo identifica correttamente le politiche economiche come un fattore cruciale nell’ampliare il divario di disuguaglianza, ma non scende nel dettaglio di quali specifiche riforme o scelte abbiano prodotto tale effetto, né spiega i meccanismi precisi attraverso cui la ricchezza si sarebbe spostata dal lavoro alle rendite e ai profitti. Per comprendere a fondo questa dinamica e valutare la solidità di tale affermazione, è indispensabile approfondire la storia economica degli ultimi decenni, analizzando le riforme fiscali e del mercato del lavoro che si sono succedute. Discipline come l’economia politica e la storia economica offrono gli strumenti per questa analisi. Autori come Thomas Piketty o Branko Milanović hanno studiato a lungo le tendenze della disuguaglianza e i fattori che le influenzano, fornendo quadri analitici utili per contestualizzare le affermazioni del capitolo.2. L’economia sommersa e il costo nascosto
La gestione del potere politico a volte si trasforma in cleptocrazia, un sistema dove chi governa ruba le risorse alla popolazione. In Italia, la ricchezza non è solo quella visibile nei patrimoni dichiarati, ma include anche una parte nascosta in attività illegali. Queste attività comprendono l’evasione fiscale, la corruzione, l’esportazione illegale di capitali all’estero e il riciclaggio di denaro sporco. Questa vasta area di illegalità economica ha effetti molto negativi sul paese, causando una crescita economica quasi ferma e aumentando le differenze sociali tra le persone.L’evasione fiscale e i patrimoni nascosti
I dati ufficiali sulle dichiarazioni dei redditi mostrano una realtà molto diversa rispetto ai patrimoni posseduti da molti cittadini. Esiste un gran numero di contribuenti che dichiara redditi molto bassi o addirittura nulli, pur possedendo beni di lusso evidenti. Si pensi, ad esempio, a beni come yacht, aerei privati o automobili di grande valore. È sorprendente notare che quasi la metà degli yacht registrati appartiene a persone che, sulla carta, dichiarano di guadagnare meno di ventimila euro all’anno. Questo divario indica l’esistenza di una massiccia evasione fiscale. Le stime indicano che ogni anno vengono sottratti al fisco oltre 120 miliardi di euro. Questa enorme cifra ha un costo diretto per tutti i cittadini onesti: chi evade sottrae risorse che dovrebbero finanziare i servizi pubblici, costringendo di fatto chi paga regolarmente le tasse a sostenere un carico maggiore, stimato in una sovrattassa media di circa tremila euro all’anno per ogni contribuente.L’evasore tipico, secondo le analisi, è spesso un uomo sotto i quarantacinque anni, che lavora come imprenditore o commerciante, con una maggiore concentrazione nelle regioni del Nord Italia. Questa figura tende a nascondere circa la metà dei propri guadagni reali. Tuttavia, l’evasione non è limitata solo a questa categoria; anche professionisti con redditi elevati e persone che vivono di rendita partecipano in larga misura a queste pratiche illegali. L’evasione non riguarda solo piccoli importi non dichiarati, ma spesso coinvolge somme molto consistenti, sottratte attraverso sistemi complessi e sofisticati. Questi metodi includono l’utilizzo di fatture false, la creazione di false scritture contabili per alterare i bilanci e l’esportazione di ingenti capitali all’estero. Questi capitali vengono spesso trasferiti in paesi considerati paradisi fiscali, come la Svizzera, e poi riciclati attraverso società fittizie, le cosiddette società offshore. L’obiettivo di queste operazioni è rendere il denaro anonimo e irrintracciabile da parte delle autorità fiscali italiane.La corruzione: un freno per l’economia
Oltre all’evasione fiscale, un altro grave problema che affligge l’economia è la corruzione. Si stima che il valore economico della corruzione in Italia raggiunga i sessanta miliardi di euro ogni anno. Questa diffusa pratica illegale ha un impatto devastante, rendendo il paese poco affidabile e quindi meno attraente per gli investimenti da parte di imprese straniere. Recenti casi di cronaca hanno messo in luce come alcuni politici abbiano utilizzato fondi pubblici o denaro proveniente da attività illecite per mantenere stili di vita estremamente lussuosi. Questi comportamenti includono spese esorbitanti per viaggi privati, cene in ristoranti di lusso e l’acquisto di beni costosi. È preoccupante constatare che questo tipo di condotta non è limitato a un singolo schieramento politico, ma sembra diffuso in diverse aree. Questa situazione alimenta nella popolazione l’idea che per accumulare ricchezza non siano necessari il duro lavoro, l’innovazione o la creazione di valore, ma piuttosto l’ottenimento di favori personali e il pagamento di tangenti.Il divario tra ricchi e poveri
La differenza tra chi possiede molta ricchezza e chi vive in condizioni di povertà è chiaramente visibile analizzando i dati relativi ai redditi, ai patrimoni e all’accesso a servizi essenziali e opportunità . Esiste una soglia di reddito mensile che, se superata, permette a una persona o a una famiglia di vivere in modo sereno, potendo affrontare le spese quotidiane e qualche imprevisto senza eccessive preoccupazioni. Al contrario, la povertà diventa un problema drammatico e concreto quando il reddito non è sufficiente nemmeno per coprire le necessità fondamentali della vita di tutti i giorni. La ricchezza, oltre a garantire una maggiore sicurezza economica, apre molte porte: facilita l’accesso al credito bancario, permette di scegliere un’istruzione di alta qualità per i propri figli e rende più semplice l’acquisto di proprietà immobiliari. La povertà , invece, limita fortemente queste possibilità , e in queste situazioni difficili, la famiglia diventa spesso l’unica rete di protezione sociale, l’ammortizzatore essenziale per affrontare le difficoltà .Ma quanto sono affidabili queste stime miliardarie, e non è forse il fenomeno più sfuggente di quanto descritto?
Il capitolo presenta cifre imponenti per l’evasione e la corruzione, ma la misurazione di attività illegali è per sua natura complessa e soggetta a metodologie diverse, che possono portare a stime variabili. Inoltre, il capitolo accenna a meccanismi sofisticati e internazionali come le società offshore, suggerendo una complessità che meriterebbe un’analisi più approfondita sul ruolo del sistema finanziario globale nel facilitare l’occultamento di ricchezza. Per comprendere meglio la difficoltà nel quantificare questi fenomeni e le loro ramificazioni globali, è utile esplorare gli studi di economia sommersa e finanza internazionale. Autori come G. Zucman hanno dedicato ricerche significative a questi temi.3. Abitare e Mangiare nell’Italia Divisa
Le Case dei Ricchi e le Difficoltà della Maggioranza
Il patrimonio immobiliare privato in Italia conta oltre 28 milioni di abitazioni. Una parte significativa di questo valore è concentrata nelle mani di una piccola percentuale di proprietari. Esiste un vasto elenco di proprietà di lusso, ville e magioni utilizzate da politici e faccendieri, spesso acquisite o gestite in modo non trasparente. Parallelamente, i ricchi italiani investono all’estero, in città come Lugano, Londra, New York, e gli stranieri acquistano immobili di pregio in Italia. Queste proprietà di lusso sono spesso considerate beni di passaggio o strumenti per facilitare viaggi d’affari, non case di famiglia.Per la maggioranza degli italiani, la casa di proprietà , pur essendo diffusa (75%), è diventata un peso economico. Il valore medio di un appartamento richiede anni di reddito familiare per essere ripagato. I mutui hanno una durata media di oltre 23 anni e la rata media mensile incide pesantemente sul reddito, superando spesso la soglia di sicurezza del 30%. La crisi ha causato un calo del valore degli immobili e delle compravendite, penalizzando chi ha acquistato di recente. La valutazione catastale obsoleta favorisce i proprietari di immobili di lusso a scapito dei proprietari di case modeste. Un numero crescente di italiani, oltre 71 mila, vive in condizioni abitative precarie come baracche o roulotte.
Il Cibo: Tra Risparmio e Lusso
Anche il consumo alimentare mostra un divario. A livello globale, la sottonutrizione è diminuita, ma è aumentata nei paesi sviluppati dall’inizio della crisi. In Italia, molte famiglie hanno ridotto la spesa per il cibo, optando per alimenti più economici e cucinando di più in casa. Si assiste a un calo dei consumi alimentari che non si vedeva dalla guerra.Tuttavia, settori come l’happy hour registrano un aumento, offrendo un pasto a basso costo che attrae anche persone anziane con ridotto potere d’acquisto. Contemporaneamente, il mercato del cibo di alta qualità , rappresentato da negozi come Eataly, prospera, indicando che una parte della popolazione continua a spendere per il cibo di lusso. I politici, in particolare, sono noti per i loro banchetti costosi, spesso legati a dinamiche di potere e affari.
Il capitolo lega indissolubilmente la crisi economica a ogni forma di degrado sociale e criminalità , ma non rischia forse di semplificare eccessivamente fenomeni complessi come la criminalità organizzata o la svalutazione della vita umana, che hanno radici ben più profonde del solo ciclo economico?
Il capitolo presenta un quadro desolante, attribuendo molteplici fenomeni negativi direttamente alla crisi economica. Tuttavia, alcune delle manifestazioni descritte, come la criminalità organizzata o la tendenza a valutare la vita umana in termini economici, sono problematiche strutturali che preesistono alle crisi congiunturali e affondano le loro radici in dinamiche sociali, culturali e di potere complesse. Attribuire tutto alla sola crisi economica rischia di offrire una visione parziale e di non cogliere la multifattorialità di questi fenomeni. Per approfondire, sarebbe utile esplorare la sociologia della devianza, la criminologia e la filosofia morale, magari leggendo autori come Zygmunt Bauman o Michel Foucault, che offrono prospettive più ampie sui meccanismi sociali e sul potere che influenzano la criminalità e il valore attribuito all’individuo nella società contemporanea.7. Il Potere Nascosto del Denaro Globale
Enormi somme di denaro si muovono e si nascondono oltre i confini dei singoli paesi, esercitando un’influenza potente sull’economia mondiale. Si stima che circa 21 mila miliardi di dollari, una cifra paragonabile alla somma delle economie di Stati Uniti e Giappone, siano custoditi in paradisi fiscali da persone estremamente ricche. Spesso non si conosce l’origine di questi fondi né chi siano i veri proprietari. Questo denaro “fantasma” può essere impiegato in modi diversi, arrivando persino a modificare l’andamento delle economie nazionali e a influenzare i governi. Gran parte di questi capitali proviene da paesi in via di sviluppo, frutto di evasione fiscale o attività illegali. Le più grandi banche del mondo giocano un ruolo chiave nel facilitare questi spostamenti.Strumenti e Strutture del Potere Finanziario
Oltre al denaro nascosto, un altro elemento cruciale sono i derivati. Questi sono strumenti finanziari il cui valore nominale raggiunge i 600 mila miliardi di dollari, una somma sette volte superiore alla ricchezza totale del pianeta. Prodotti come i Credit Default Swap (CDS) funzionano essenzialmente come scommesse sulla possibilità che stati o aziende falliscano. Operano su mercati poco regolamentati, e il loro valore cambia di continuo. Hanno un impatto diretto sui mercati dei titoli di stato e possono condizionare pesantemente le decisioni economiche dei governi, spingendoli spesso ad adottare misure di austerità . L’Italia, in particolare, è il paese con il valore più alto di CDS emessi.Il controllo dell’economia mondiale non è diffuso, ma concentrato in un numero ristretto di grandi multinazionali, molte delle quali sono banche. Sono 147 le imprese che si trovano al centro di questa rete, strettamente collegate tra loro. Queste poche entità detengono quote importanti delle maggiori aziende a livello globale. Spesso, sono proprio queste stesse banche e società a essere coinvolte nei movimenti di denaro verso i paradisi fiscali e nel mercato dei derivati. Questo piccolo gruppo centrale, formato da circa 737 azionisti principali, esercita un controllo dominante sull’economia mondiale, sostenendosi a vicenda.
Le operazioni finanziarie avvengono sempre più velocemente grazie a sistemi chiamati High-Frequency Trading (HFT). Si basano su algoritmi complessi e computer estremamente potenti che operano in frazioni di secondo, senza l’intervento umano. Queste negoziazioni rapidissime si svolgono spesso su mercati non regolamentati e anonimi, noti come ‘dark pool’. La velocità estrema permette di spostare enormi quantità di denaro in un istante e può essere causa di crolli improvvisi sui mercati.
L’Influenza sulla Politica e l’Opinione Pubblica
Questa enorme concentrazione di denaro e potere economico finisce per superare l’autorità politica. Le campagne elettorali, come quelle presidenziali negli Stati Uniti, sono fortemente influenzate da donazioni massicce. Strumenti come i Super PAC, ad esempio, permettono a grandi aziende e individui ricchi di versare contributi illimitati. Sono spesso gli interessi finanziari a scegliere quali candidati sostenere e a influenzare la creazione delle leggi. La capacità di ‘comprare’ influenza politica si manifesta anche nei governi europei.Mentre questi fenomeni finanziari globali si sviluppano, l’attenzione dell’opinione pubblica viene spesso deviata. Ci si concentra su scandali politici minori, che sono certamente forme di corruzione, ma non affrontano le cause profonde delle crisi economiche e sociali attuali. Questa distrazione impedisce ai cittadini di comprendere veramente la realtà e le motivazioni dietro le decisioni economiche prese dai governi, decisioni che spesso si basano su specifiche teorie economiche presentate come verità indiscutibili. La mancanza di informazioni chiare e la percezione di una profonda ingiustizia generano una forte tensione sociale. Questo è particolarmente vero per chi vede peggiorare le proprie condizioni di vita, mentre altri mantengono o addirittura aumentano la propria ricchezza.
Quanto è effettivamente “dominante” il controllo di poche entità finanziarie, o il capitolo non rischia di presentare un quadro eccessivamente deterministico?
Il capitolo descrive una concentrazione di potere economico impressionante, ma l’idea di un “controllo dominante” esercitato da un numero ristretto di attori può semplificare eccessivamente la complessa interazione tra mercati, stati, regolamentazioni (per quanto imperfette) e dinamiche competitive. Per approfondire la reale estensione e i limiti di questo potere, è utile esplorare gli studi sulla governance globale, l’economia politica internazionale e la sociologia delle élite finanziarie. Approfondire il pensiero di autori che analizzano le strutture di potere nel capitalismo contemporaneo, ma anche chi studia le dinamiche di resistenza e le alternative possibili, può fornire una visione più articolata rispetto a un dominio assoluto.Abbiamo riassunto il possibile
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