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Informazioni
“Retorica inglese classica di Farnsworth” di Ward Farnsworth è un libro che ti fa vedere la scrittura e il parlato in modo diverso. Parla della retorica classica, quella roba che usavano già gli antichi greci e romani, ma si concentra su come i grandi autori e oratori inglesi l’hanno usata tra il 1600 e il 1950. Non è solo teoria noiosa, ma ti mostra un sacco di figure retoriche pratiche – tipo quelle basate sulla ripetizione, sulla struttura delle frasi, o quelle più “drammatiche” che giocano con quello che dici o non dici – e perché funzionano per rendere un testo o un discorso più efficace e persuasivo. Farnsworth ti guida attraverso esempi fighi presi da gente come Lincoln, Churchill o Dickens, facendoti capire che imparare queste tecniche non è roba vecchia, ma uno strumento potente per comunicare meglio oggi. È un modo per riscoprire una tradizione che si sta un po’ perdendo, imparando dai maestri del passato per migliorare il proprio stile.Riassunto Breve
L’uso di schemi nel linguaggio, noti come figure retoriche, è una pratica che migliora la comunicazione. Queste figure, studiate fin dall’antichità in Grecia e Roma, sono deviazioni dal significato letterale e usano tecniche come la ripetizione o l’ordine insolito delle parole per creare effetti estetici e persuasivi. La retorica, intesa come l’uso del linguaggio per persuadere, è una disciplina che oggi si usa meno, ma le figure retoriche sono un modo pratico per iniziare a studiarla. Anche se si può scrivere bene senza di esse, i grandi oratori e scrittori del passato le hanno usate molto per rendere le loro parole memorabili. Un uso sbagliato oggi può sembrare finto, ma l’uso efficace richiede misura e naturalezza. Imparare queste figure significa studiare come le hanno usate autori e politici importanti del passato, specialmente nella prosa inglese tra il 1600 e il 1950.Tra le figure importanti c’è la ripetizione, che rende un messaggio più forte. Ci sono vari tipi: ripetere subito una parola per dare forza (epizeusi), ripetere frasi intere (epimone), ripetere una parola con altri termini in mezzo (conduplicatio, diacope). Ripetere parole all’inizio di frasi successive (anafora) crea ritmo, mentre ripeterle alla fine (epistrofe) crea un effetto che si scopre piano piano. Combinare le due (simploche) crea parallelismi. Riprendere alla fine di una frase l’inizio della successiva (anadiplosi) lega le idee. Usare diverse forme della stessa parola (poliptoto) sottolinea legami o variazioni. Queste ripetizioni non solo rafforzano il messaggio, ma danno ritmo e musicalità al discorso.Altre figure riguardano la struttura delle frasi. Usare frasi di lunghezza e struttura simili (isocolon) crea ritmo e parallelismo. Invertire l’ordine delle parole o idee (chiasmo) crea un effetto a specchio che rende le frasi memorabili. Cambiare l’ordine normale delle parole (anastrofe) mette in risalto certi elementi. Ripetere le congiunzioni (polisindeto) può rallentare o accelerare il ritmo ed enfatizzare ogni elemento. Omettere le congiunzioni (asindeto) crea velocità e forza. Omettere parole che si capiscono dal contesto (ellissi) rende il discorso più dinamico e conciso.Ci sono anche figure che creano effetti drammatici. Menzionare qualcosa dicendo che non se ne vuole parlare (preterizione) attira l’attenzione. Interrompere all’improvviso il discorso (aposiopesi) crea suspense ed esprime emozioni forti. Correggersi subito dopo aver detto qualcosa (metanoia) mette in risalto il punto corretto. Affermare qualcosa negando il suo contrario (litote) esprime modestia o enfasi in modo indiretto. Fare domande a cui non si aspetta risposta (domande retoriche) coinvolge chi ascolta e suggerisce verità condivise. Fare una domanda e rispondere subito (ipofora) o anticipare obiezioni (prolessi) strutturano il discorso come un dialogo, guidando il pensiero dell’ascoltatore. Usare queste figure rende il discorso più dinamico e convincente.Riassunto Lungo
1. L’Arte della Retorica Classica Inglese
L’importanza delle figure retoriche
Quando parliamo o scriviamo, spesso usiamo degli schemi senza pensarci. Questi schemi, che si chiamano figure retoriche, possono essere studiati per migliorare la nostra comunicazione. Già nell’antica Grecia e Roma si riconosceva il valore di queste tecniche, che cambiano il modo letterale di dire le cose. Ripetere parole, usare un ordine inatteso, fare domande retoriche: sono tutti modi per creare effetti nel discorso. Questi effetti seguono principi come la sorpresa, l’attesa e il modo in cui le aspettative vengono gestite all’interno di frasi e paragrafi.La retorica come strumento di persuasione
La retorica è l’arte di usare il linguaggio per convincere gli altri. Oggi, questa disciplina è meno studiata di un tempo. Le figure retoriche sono un buon punto di partenza per avvicinarsi alla retorica, perché sono facili da capire e utili da usare subito. Anche se si può scrivere bene senza conoscerle, i grandi scrittori e oratori le hanno sempre usate. Grazie a queste tecniche, le loro parole sono rimaste impresse nella memoria. Infatti, uno stile che dura nel tempo spesso dipende dall’uso efficace di queste figure.Come usare bene le figure retoriche
A volte, nel linguaggio di oggi, soprattutto in politica, le figure retoriche possono sembrare forzate o banali. Questo succede quando i contenuti sono poveri o quando se ne abusa. Per usarle bene, bisogna essere moderati, spontanei e inserirle in modo naturale nel discorso. Per imparare a usarle, è utile studiare esempi di grandi maestri della retorica inglese, come Lincoln, Churchill e Dickens. Leggere i loro testi aiuta a capire come usare queste tecniche in modo efficace e quasiAutomatico.Focus del libro
Questo libro si concentra sulle figure retoriche più utili nella scrittura inglese dal 1600 al 1950. L’obiettivo è riscoprire una tradizione classica che oggi conosciamo meno. Si vuole imparare dagli scrittori e politici del passato, che avevano una grande familiarità con la retorica. Il libro spiega le figure retoriche più importanti, tranne la metafora e la similitudine perché sono molto complesse. Si concentra soprattutto su esempi in inglese, anche se riconosce le origini classiche di queste tecniche, per dareImportanza all’applicazione pratica nella lingua inglese.È sensato escludere proprio metafora e similitudine, figure retoriche così basilari, da un capitolo introduttivo dedicato alla retorica classica inglese?
Sembra singolare che un capitolo che si propone di introdurre alla retorica classica inglese tralasci proprio le figure retoriche più comuni e fondative. Se l’obiettivo è fornire strumenti utili e pratici, perché escludere quelle figure che sono non solo pervasive nel linguaggio comune, ma anche fondamentali per la costruzione del pensiero e dell’argomentazione efficace? Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile esplorare testi che trattano la retorica in maniera più ampia e sistematica, come quelli di Aristotele, considerato il padre della retorica, o di autori moderni che hanno studiato la metafora da un punto di vista cognitivo e linguistico, come Lakoff.2. L’Eco Stilistico: Amplificare il Discorso con la Ripetizione
La ripetizione come strumento retorico
La ripetizione è un modo importante per rendere un messaggio più forte. Usare le stesse parole o frasi più volte non è solo un accumulo di parole vuote, ma un modo efficace per dare più forza a quello che si dice. Esistono diverse forme di ripetizione, ognuna con un suo modo specifico di funzionare.Forme di ripetizione
Ci sono vari tipi di ripetizione, che si distinguono per come e dove le parole vengono ripetute all’interno del discorso.- Ripetizione semplice: Come l’epizeusi, ripete subito una parola per renderla più incisiva e creare un effetto drammatico.
- Epimone: Simile all’epizeusi, ma ripete intere frasi invece di singole parole. Serve ad amplificare un’idea principale.
- Conduplicatio: Ripete una parola non immediatamente, ma inserendo altre parole tra le ripetizioni. Questo crea un effetto persistente sull’argomento chiave.
- Diacope: È una variante della conduplicatio, ma con elementi di separazione molto brevi tra le parole ripetute.
Ripetizioni all’inizio, alla fine e nel mezzo
Altri tipi di ripetizione giocano con la posizione delle parole all’interno delle frasi per creare effetti diversi.- Anafora: Ripete parole all’inizio di frasi o parti di frase che vengono una dopo l’altra. Crea un ritmo forte, tipico dei discorsi, e serve a dare importanza a una serie di azioni o idee.
- Epistrofe: È l’opposto dell’anafora. Ripete parole alla fine di sezioni di testo. L’effetto è più nascosto e si accumula man mano che si legge.
- Simploche: Mette insieme anafora ed epistrofe, ripetendo parole sia all’inizio che alla fine. Serve a creare parallelismi e contrasti che colpiscono di più.
Altre forme di ripetizione più complesse
Ci sono anche forme di ripetizione che usano le parole in modo più elaborato.- Anadiplosi: Crea un collegamento a catena. L’ultima parola di una frase viene ripetuta all’inizio della frase successiva. È utile per mostrare collegamenti di causa e effetto o per costruire un ragionamento passo dopo passo.
- Poliptoto: Usa diverse forme della stessa parola, cambiando desinenze o genere. Ripete la radice di una parola, ma con forme diverse, per sottolineare relazioni reciproche, azioni e chi le compie, o cambiamenti nel tempo.
L’effetto della ripetizione sul discorso
Questi modi di ripetere le parole non servono solo a dare forza al messaggio, ma anche a dare un ritmo e una musicalità al discorso. Questo rende il discorso più facile da ricordare e più coinvolgente dal punto di vista emotivo. Cambiare tipo di ripetizione o smettere di usarla in certi punti può rendere il discorso ancora più efficace, creando sorpresa e movimento nella comunicazione.Ma applicare pedissequamente queste tecniche di ripetizione garantisce davvero un discorso efficace, o il capitolo trascura il ruolo cruciale del contesto e del pubblico nel determinare il successo della ripetizione?
Il capitolo offre una panoramica utile delle tecniche di ripetizione, ma rischia di presentarle come strumenti universalmente validi. È fondamentale considerare che l’efficacia della ripetizione dipende fortemente dal contesto specifico, dal pubblico a cui ci si rivolge e dall’obiettivo comunicativo. Per approfondire questa prospettiva, sarebbe utile esplorare testi di retorica che trattano l’analisi del pubblico e del contesto, come quelli di Aristotele o dei teorici contemporanei della comunicazione. Comprendere i principi della comunicazione persuasiva va oltre la mera applicazione di tecniche stilistiche.3. L’Arte della Struttura nel Linguaggio
Figure Retoriche Strutturali: Organizzare le Frasi per Persuadere
Le figure retoriche strutturali sono tecniche che si concentrano su come organizziamo le frasi. L’obiettivo principale di queste figure è rendere il discorso più persuasivo, giocando con la struttura delle frasi stesse.Isocolon: Ritmo ed Equilibrio nelle Frasi
L’isocolon è una figura retorica che usa frasi o parti di frase di lunghezza e struttura simili. Immagina di costruire frasi che si assomigliano molto nella forma. Questo crea un ritmo piacevole e un senso di parallelismo. L’isocolon è utile quando vuoi dare enfasi a idee che sono collegate tra loro. Se usato con moderazione, rende il discorso elegante e con stile. Però, se ne usi troppo, il discorso può sembrare forzato e poco naturale.Chiasmo: Inversione per Rafforzare le Idee
Il chiasmo è un’altra figura retorica che crea un effetto particolare invertendo l’ordine delle parole o delle idee. Pensa a uno schema ABBA, dove A e B rappresentano elementi del discorso. Il chiasmo crea una sorta di eco, un gioco di specchi tra le parole. Questo effetto rafforza l’idea di reciprocità o inversione, rendendo le frasi più facili da ricordare e più persuasive. Inoltre, il chiasmo suggerisce che c’è una logica completa e ben costruita dietro quello che stai dicendo.Anastrofe: Cambiare l’Ordine per Dare Risalto
L’anastrofe, chiamata anche inversione, cambia l’ordine normale delle parole in una frase. Invece di seguire l’ordine стандартный, sposta elementi come il complemento oggetto o una descrizione in posizioni inaspettate. Questo serve per dare più importanza a queste parole spostate. L’anastrofe crea enfasi, dà un ritmo diverso alla frase e a volte crea anche un po’ di suspense. In questo modo, il linguaggio diventa più diretto e incisivo.Polisindeto e Asindeto: Giocare con le Congiunzioni
Il polisindeto e l’asindeto sono due figure retoriche opposte che riguardano l’uso delle congiunzioni, quelle piccole parole come “e”, “o”, “ma” che collegano parole e frasi. Il polisindeto ripete spesso le congiunzioni, soprattutto la “e”, per unire parole o frasi. Questo può avere diversi effetti: può rallentare o accelerare il ritmo del discorso, può mettere in evidenza ogni elemento di una lista, può suggerire che qualcosa è completo in ogni sua parte, oppure può dare un senso di narrazione che avanza rapidamente. L’asindeto, al contrario, elimina le congiunzioni. Questo crea un effetto di immediatezza, di velocità e di forza. È utile quando vuoi creare elenchi brevi e che colpiscano subito l’attenzione.Ellissi: Lasciare Sottinteso per Coinvolgere
L’ellissi è una figura retorica che consiste nel non dire alcune parole che sono però facili da capire dal contesto. È come lasciare dei vuoti nel discorso, ma vuoti che l’ascoltatore o il lettore può riempire facilmente. L’ellissi rende il discorso più dinamico, elegante e conciso. Creando un effetto di sorpresa, l’ellissi mette in risalto proprio le parole che invece sono state dette. Usando queste tecniche sulla struttura delle frasi, si può rendere il messaggio molto più efficace.[/membership]Ma siamo certi che la persuasione si riduca solo a una questione di “organizzazione delle frasi”, o stiamo ignorando la complessità della comunicazione umana?
Il capitolo presenta le figure retoriche strutturali come strumenti per persuadere, ma sembra mancare una riflessione più ampia sul contesto in cui queste figure vengono utilizzate. La persuasione non è una formula magica che si attiva semplicemente applicando determinate strutture alle frasi. Per comprendere appieno come funziona la persuasione, e se queste figure retoriche siano realmente efficaci, sarebbe necessario approfondire discipline come la sociolinguistica e la pragmatica, studiando autori come Austin e Searle, per capire come il contesto e l’intenzione comunicativa influenzino la ricezione di un messaggio.4. L’Arte di Non Dire per Dire
Le figure retoriche drammatiche
Le figure retoriche drammatiche sono strumenti efficaci per influenzare chi ascolta, andando oltre il significato semplice delle parole. Un esempio è la preterizione. Questa figura retorica consiste nel parlare di un argomento dicendo di non volerlo fare. Sembra strano, ma questo trucco attira l’attenzione. Suggerisce che si vuole essere discreti, ma in realtà si rivelano informazioni importanti. La preterizione stimola l’immaginazione di chi ascolta e rende il messaggio più efficace.L’aposiopesi
Un’altra figura retorica è l’aposiopesi. Si tratta di interrompere il discorso all’improvviso. Questa interruzione crea attesa e drammaticità. Il silenzio che segue può esprimere emozioni forti oppure suggerire significati che non vengono detti apertamente. Chi ascolta deve quindi completare il pensiero da solo. L’aposiopesi imita il modo in cui parliamo normalmente, mostrando un pensiero che si sviluppa mentre parliamo.La metanoia
La metanoia, chiamata anche auto-correzione, serve a dare più importanza a un’idea che viene modificata. Si attira l’attenzione proprio grazie a questo cambio di direzione inaspettato. Con la metanoia, si può cambiare in parte quello che si è appena detto, ma l’idea iniziale resta comunque impressa nella mente di chi ascolta. La metanoia può convincere in modo graduale, facendo vedere che si sta pensando con attenzione e scrupolo a quello che si dice.La litote
La litote usa la negazione di un concetto opposto per affermare qualcosa in modo indiretto. Spesso si usa una doppia negazione. Questa figura retorica può esprimere modestia, dare enfasi a un concetto, essere precisi o discreti. La litote permette di comunicare un messaggio in modo sottile e calibrato.Le domande retoriche
Le domande retoriche, chiamate anche erotema, coinvolgono chi ascolta senza bisogno di risposte. Con le domande retoriche si può esprimere incredulità, sfidare gli altri a non essere d’accordo, oppure suggerire un’idea che tutti condividono. In questo modo, si sposta l’onere della prova e si crea un senso di unione con l’uditorio.Ipofora e prolessi
Infine, ci sono l’ipofora e la prolessi. L’ipofora consiste nel fare una domanda e rispondere subito dopo. La prolessi, invece, anticipa le possibili obiezioni. Entrambe queste tecniche rendono il discorso simile a un dialogo. Creano attesa, danno una ragione chiara per l’affermazione che segue, e danno l’impressione di affrontare apertamente i dubbi che potrebbero sorgere. In questo modo, guidano il ragionamento di chi ascolta attraverso un percorso logico ben definito. Usare insieme queste figure retoriche rende il discorso più dinamico, persuasivo e con un grande impatto emotivo.Ma se queste figure retoriche sono presentate come semplici “trucchi”, non si rischia di banalizzarne la complessità e il reale impatto sulla comunicazione, riducendo l’arte oratoria a mera manipolazione?
Il capitolo sembra concentrarsi sull’efficacia persuasiva di queste figure, quasi fossero strumenti isolati per “manipolare” l’ascoltatore. Tuttavia, la retorica è una disciplina ben più complessa, che affonda le sue radici nella filosofia e nell’etica della comunicazione. Per una comprensione più approfondita, sarebbe utile esplorare le opere di Aristotele sulla retorica, e magari testi più moderni che trattano l’etica della comunicazione persuasiva.Abbiamo riassunto il possibile
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