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Contenuti del libro
Informazioni
“Rapsodia viennese” di Anacleto Verrecchia è un viaggio pazzesco dentro Vienna, ma non quella da cartolina. È un libro che ti porta lungo il Danubio, partendo da descrizioni antiche di Enea Silvio Piccolomini fino ai giorni nostri, mescolando storia e vite umane. Non è solo una guida, è un ritratto di una città e dei suoi “spiriti”, gente famosa come Mozart, Beethoven, Sissi, Freud, Kafka, ma visti da vicino, con le loro debolezze, le loro passioni, le loro storie assurde o tragiche. C’è la malinconia viennese che si sente nell’aria, tra la gente, ma anche nella natura, negli scoiattoli o nelle cornacchie. Si parla di arte, musica, filosofia, ma anche di scandali, suicidi, tombe dimenticate, come quella del traduttore buddista Karl Eugen Neumann o di Schopenhauer. È un mix di alto e basso, di mito e realtà, di imperatori Asburgo e gente comune, di passato romano a Carnuntum e chiese moderne. Un affresco della vita viennese, con le sue contraddizioni, la sua bellezza e la sua ombra, che ti fa capire che dietro i grandi nomi e i luoghi famosi c’è sempre la complessità dell’animo umano.Riassunto Breve
Vienna e i suoi dintorni sono un luogo dove storia, cultura e natura si intrecciano, spesso rivelando aspetti complessi e malinconici. La città, descritta nel XV secolo come ricca ma con problemi sociali e giustizia venale, presenta oggi una certa atmosfera di tristezza, una popolazione anziana e una diffidenza sociale, con una forte enfasi sui titoli e il pettegolezzo. Il Danubio scorre come un elemento costante, testimone di eventi storici e portatore di detriti. Molte figure celebri legate a Vienna, come musicisti, scrittori e filosofi, vengono mostrate nei loro aspetti umani, spesso lontani dall’immagine pubblica. Si osservano debolezze, tormenti interiori, difficoltà personali e relazioni complicate. Ad esempio, la sordità di Beethoven e il suo testamento di Heiligenstadt, le difficoltà economiche di Schubert e Bruckner, la vita infelice di Sissi e la tragedia di Mayerling, le relazioni complesse di Schnitzler, l’alcolismo di Roth, l’assassinio di Schlick legato a gelosia, e le vite tormentate di Trakl e Wittgenstein. Anche figure come Freud e Musil mostrano lati privati che contrastano con la loro fama. La natura offre momenti di grazia con scoiattoli confidenti nei parchi e uccelli come cornacchie e gabbiani che dimostrano intelligenza e capacità di adattamento in città. Luoghi specifici come l’antica città romana di Carnuntum, il Kahlenberg che ispira ma è legato anche al tormento, il Heldenberg con la sua visione mercantile dell’eroismo, l’Hotel Sacher e la pasticceria Demel come simboli sociali e di tradizione rigida, il santuario cattolico di Mariazell e la pagoda buddista mostrano la diversità e i contrasti della regione. La diffusione della sapienza orientale è legata a figure come il traduttore Karl Eugen Neumann, spesso dimenticato. Simboli storici come la lapide e il monumento di Stalin rimangono visibili. Aspetti oscuri della città includono l’alta frequenza dei suicidi, una nevrosi diffusa legata forse alla repressione, la mancanza di contatto sociale e un formalismo esasperato. Il Cimitero dei Senza Nome lungo il Danubio incarna questa tristezza. La vita è vista come assurda e tragica, con l’arte che rappresenta una necessità duratura. Il mondo e l’uomo sembrano non cambiare fondamentalmente, nonostante i tentativi di riforma o rivoluzione.Riassunto Lungo
1. Vienna: Ritratti di una Città e dei Suoi Spiriti
Vienna si presenta come il cuore di una storia che si snoda tra episodi e figure che ne hanno segnato il volto. Il fiume Danubio scorre costante attraverso il racconto, legando i diversi aspetti della vita cittadina. Si incontrano persone come poeti, musicisti, pensatori e sovrani, osservati nella loro dimensione più umana, con le loro fragilità e le loro passioni. La narrazione abbraccia un lungo arco di tempo, partendo dalla prima descrizione di Vienna che ci è giunta, quella di Enea Silvio Piccolomini, fino ad arrivare all’epoca più vicina a noi. Figure come Maria Teresa, Mozart e Beethoven sono solo alcuni dei protagonisti che animano queste pagine. Anche la natura e gli animali, come le cicogne e gli scoiattoli, trovano spazio, mostrando un lato inatteso della vita viennese.Vienna nel XV Secolo: Lo Sguardo di Enea Silvio Piccolomini
Enea Silvio Piccolomini, un grande studioso del Quattrocento che divenne poi papa, ci offre un ritratto dettagliato della Vienna del suo tempo. Descrive una città ricca e piena di gente, adagiata sulle rive del Danubio. Ci si interroga sull’origine del nome stesso di Vienna, un mistero che aggiunge fascino alla sua storia. La città appare protetta da solide mura, ma si estende anche in vasti quartieri esterni. Le abitazioni sono ampie e costruite con cura, molte decorate con colori vivaci, e dispongono di stanze riscaldate, le accoglienti Stuben, perfette per i rigidi inverni. Le piazze sono pavimentate con pietre robuste, resistenti all’usura del tempo e del passaggio.Vita Religiosa e Accademica
La vita religiosa è fervente, caratterizzata da chiese imponenti e da un clero che gode di una certa agiatezza. Si fa cenno anche alla sorte delle prostitute che sceglievano di cambiare vita, un dettaglio che illumina aspetti sociali meno noti. L’università attrae studenti da terre lontane, ma Piccolomini non risparmia critiche, trovando che dia troppa importanza alla dialettica a scapito di altre discipline considerate più utili. Gli studenti stessi vengono descritti come inclini ai divertimenti e spesso coinvolti in liti, dipingendo un quadro vivace e a tratti turbolento della vita universitaria.Quotidiano e Società Viennese
Vienna è una città dove si consumano grandi quantità di cibo e, soprattutto, di vino, elemento centrale della socialità. Questo porta a frequenti contrasti e tensioni tra le diverse classi sociali che popolano la città. La giustizia, purtroppo, non sempre è imparziale e tende a favorire i nobili e chi detiene il potere. Esistono luoghi caratteristici come le cantine sotterranee e le taverne, note come Heurigen, dove si beve il vino nuovo e avvengono incontri di ogni genere, inclusi quelli non sempre leciti. La popolazione è un mosaico di etnie e provenienze diverse, rendendo Vienna una città cosmopolita già nel Quattrocento.Il Kahlenberg: Natura, Musica e Tormento
Le dolci colline del Kahlenberg, che si ergono nei pressi di Vienna, sono un luogo intriso di storia e fonte di ispirazione. Fu qui che Ludwig van Beethoven trovò l’ispirazione per comporre parte della sua Sesta Sinfonia, passeggiando tra la natura nonostante la crescente sordità che lo affliggeva. Il Kahlenberg è visto come un luogo che invita al pensiero profondo e alla contemplazione. Ai piedi di queste colline si trova Heiligenstadt, un’area legata indissolubilmente alla figura di Beethoven. Qui egli soggiornò cercando sollievo per la sua malattia e scrisse il celebre Testamento di Heiligenstadt, un documento commovente che esprime tutta la sua disperazione di fronte alla perdita dell’udito.Figure Culturali e Contrasti Umani
Molti altri personaggi che hanno lasciato un segno nella cultura frequentarono o vissero in questa zona, tra cui scrittori come Grillparzer, musicisti come Schubert, e pensatori come Freud, Einstein, Schrödinger e Popper. Nonostante la bellezza serena del paesaggio, il luogo è legato anche a storie di profondo disagio interiore. La disperazione di Beethoven trova eco in altre vicende, come il tragico suicidio del filosofo Otto Weininger, avvenuto proprio a Heiligenstadt. Il Kahlenberg e i suoi dintorni rappresentano così un punto d’incontro tra la storia, la natura rigogliosa e le vite di figure che hanno plasmato il pensiero e l’arte, riflettendo la complessa dualità dell’animo umano e della stessa città di Vienna.Davvero la semplice giustapposizione di aneddoti e personaggi, pur affascinanti, basta a definire l”anima’ di una città complessa come Vienna?
Il capitolo offre una ricca galleria di figure ed episodi, ma la sua argomentazione appare frammentata. Non è del tutto chiaro quale sia il filo conduttore o la tesi centrale che lega tra loro secoli di storia, personaggi disparati e aspetti così diversi della vita viennese, dalla giustizia alle taverne, dalla musica alla disperazione. Per comprendere appieno come tutti questi elementi contribuiscano a plasmare l’identità di Vienna e dei suoi “spiriti”, sarebbe utile approfondire la storia culturale e sociale della città, cercando autori che offrano interpretazioni organiche del suo sviluppo, come ad esempio Carl Schorske per il periodo cruciale della Fin de Siècle.2. La Malinconia Viennese tra Natura e Umanità
L’atmosfera di Vienna
Vienna mostra un quadro di contrasti. La città, un tempo capitale imperiale, ha una popolazione che invecchia. Molti sono anziani, mentre i giovani sono meno visibili rispetto ad altre città. Questa situazione si riflette in una certa diffidenza sociale; le persone tendono a restare in casa e osservare i vicini. Il pettegolezzo è una pratica comune, specialmente tra le donne, con incontri dedicati. Anche nelle relazioni intime si nota una certa distanza, come nel pagare conti separati al ristorante. Le donne anziane, pur attive e attente all’ordine pubblico, mostrano una malinconia di fondo. In questo quadro di riservatezza umana, un elemento di grazia si trova nella natura, in particolare negli scoiattoli dei parchi imperiali. Questi animali sono molto confidenti con le persone, agili e intelligenti nel trovare cibo e costruire nidi. La loro presenza e il rapporto con i viennesi suggeriscono un amore per gli animali.La figura di Nikolaus Lenau
La figura del poeta Lenau incarna la malinconia profonda associata a questa cultura. La sua vita fu segnata da difficoltà e irrequietezza. Trovò conforto nella natura, ma fu deluso dal materialismo dell’America. Una relazione amorosa tormentata contribuì al suo declino. La sua fine tragica nella pazzia, trascorsa in istituti vicino a Vienna, simboleggia il dolore esistenziale. La sua tomba è circondata dal canto degli usignoli, un contrasto tra la sua sofferenza e la bellezza naturale.È sufficiente osservare l’età media della popolazione e alcune abitudini sociali per definire la “malinconia viennese”, e un poeta ottocentesco ne è davvero l’emblema?
Il capitolo sembra trarre conclusioni generali sulla “malinconia viennese” basandosi su osservazioni specifiche come l’invecchiamento demografico e alcune abitudini sociali. Tuttavia, stabilire un legame causale o rappresentativo tra questi elementi e un sentimento complesso come la malinconia richiede un’analisi più approfondita. Inoltre, l’uso della figura di Nikolaus Lenau, un poeta con una storia personale e storica specifica, come simbolo di questa presunta malinconia contemporanea, necessita di maggiore contestualizzazione e giustificazione. Per esplorare meglio queste connessioni, sarebbe utile approfondire la sociologia urbana, la storia culturale e la critica letteraria, magari consultando autori che trattano di identità urbana, demografia e storia delle emozioni o che offrono analisi critiche della biografia e dell’opera di figure come Lenau.3. Echi di Pietra e Note Disperse
La città romana di Carnuntum
Carnuntum era un sito romano importante vicino a Vienna, una grande città che ospitava sia militari che civili. Qui avevano sede le legioni XV Apollinaris e XIV Gemina Victrix. Le pietre tombali raccontano la vita dei soldati: molti all’inizio venivano dall’Italia, vivevano in media circa quarant’anni e servivano per venti. Con il tempo, arrivarono sempre più soldati da altre zone dell’impero, soprattutto dall’Oriente. Questo cambiò anche il modo di scrivere sulle tombe, che divenne meno semplice e più espressivo del dolore. Tra i soldati era molto diffuso il culto di Mitra, che veniva dalla Persia. Carnuntum era un luogo dove si incontravano persone da tutto il mondo, non solo i soldati ma anche i civili. Era anche un punto cruciale per i commerci, attraversata dalla famosa via dell’ambra. Molti edifici sono andati perduti nel tempo, ma il museo locale custodisce oggetti importanti, come la statua di una Menade che balla e le impronte lasciate dalle scarpe dei soldati.I miti su Mozart
Intorno alla figura di Mozart circolano molte storie non vere. Per esempio, non era povero come si pensa, ma viveva piuttosto bene, anche se amava giocare d’azzardo. Le sue lettere personali rivelano un linguaggio a volte volgare. La storia che sia stato avvelenato da Salieri è solo un’invenzione, i fatti dicono che morì per una malattia. Nemmeno la sua sepoltura fu quella di una persona senza mezzi; ebbe una bara sua, anche se le regole di quel tempo favorivano l’uso di fosse comuni e il riutilizzo delle bare. I suoi resti, come quelli di altri musicisti come Vivaldi, non sono stati ritrovati. Oggi, spesso, la sua figura viene celebrata in modo superficiale e legato al commercio.La vita nell’Impero Asburgico
Durante il regno di Maria Teresa, le condizioni di vita nell’impero erano difficili. Il filosofo David Hume descrisse Vienna piena di nobili, servitori e religiosi. Nelle province, come la Stiria, trovò persone dall’aspetto “selvaggio, deforme e orribile” e molti problemi di salute diffusi. I tentativi di migliorare i costumi, per esempio chiudendo i bordelli, non ebbero il risultato sperato, anzi. I contadini in Boemia, legati alla terra, vivevano in condizioni durissime, con case povere, poca igiene e subendo violenze dai signori. Anche la gestione dello stato era lenta e complicata. Il figlio di Maria Teresa, Giuseppe II, aveva idee nuove influenzate dall’illuminismo e per questo era spesso in disaccordo con la madre, più legata alle tradizioni. Le sue riforme, messe in pratica dopo la morte di Maria Teresa, trovarono molta opposizione perché la società non era pronta. Un fatto terribile che accadde fu la scoperta di casi di cannibalismo in alcune zone dell’Ungheria dell’est, che portò a delle condanne a morte. Anche Giuseppe II sapeva bene quali fossero i problemi sociali, come si vede da una sua frase in cui definiva Vienna un grande bordello.Ma siamo certi che l’anima di un’intera nazione possa essere ridotta a una diagnosi psicologica?
Il capitolo, pur offrendo spunti interessanti sulla percezione di Vienna e dei suoi abitanti, si avventura su un terreno scivoloso quando tenta di attribuire una “nevrosi” o un'”anima oscura” collettiva a un intero popolo, legandola in modo quasi deterministico a fenomeni complessi come il suicidio o eventi storici. Ridurre la complessità umana e sociale di una città o di una nazione a un unico tratto psicologico rischia di scadere nello stereotipo e ignora la miriade di fattori individuali, sociali, economici e storici che influenzano il comportamento umano. Per esplorare con maggiore rigore queste tematiche, sarebbe utile approfondire gli studi di sociologi che analizzano le dinamiche collettive, di storici che contestualizzano i fenomeni nel loro tempo e di psicologi che distinguono tra patologia individuale e caratteristiche culturali, magari leggendo autori che si occupano di identità nazionale e psicologia dei popoli con un approccio critico.17. Il Fiume e la Storia Oscura dell’Uomo
L’aspetto dei paesi cambia profondamente a seconda dei regimi politici al potere. Sotto i regimi comunisti, le città spesso apparivano desolate e prive di vitalità, con negozi scarni e campi poco curati. Questa differenza era dovuta in gran parte alla mancanza di motivazione nel lavorare per lo Stato, un approccio molto diverso dal lavorare per il proprio beneficio. Nonostante i danni subiti durante la guerra e la rivoluzione del 1956, Budapest mantiene una robusta struttura architettonica, specialmente lungo le rive del Danubio. La città dimostra un profondo rispetto per le sue origini romane, onorando la fondazione di Aquincum. La scelta di conservare gli antichi bagni romani, scoperti durante lavori moderni, evidenzia un apprezzamento per la cultura e la storia, in netto contrasto con la tendenza, osservata altrove, a distruggere il patrimonio per mero profitto.Il Corso del Danubio e le Tracce della Storia
Il Danubio intraprende il suo lungo viaggio dalla modesta sorgente nella Selva Nera fino al Mar Nero. Questo percorso, che idealmente dovrebbe condurre verso la luce, si conclude invece nell’oscurità. Lungo il suo corso, il fiume è stato silenzioso testimone di una storia umana spesso intrisa di tragedia. Eventi violenti e saghe di vendetta, come quelle narrate nel Nibelungenlied, sono intimamente legate a luoghi che sorgono sulle sue rive, come Pöchlarn ed Esztergom. L’espansione romana superò i confini naturali del fiume, come attestano numerose iscrizioni e importanti resti archeologici. I romani costruirono opere di ingegneria sorprendenti, come la strada e il ponte realizzati alle Porte di Ferro, imprese che ancora oggi sarebbero difficili da replicare.Vienna, una Capitale dal Fascino Maliconico
Vienna, pur essendo una capitale che ha conosciuto tempi di maggiore splendore, conserva un fascino sottile e malinconico. La città sembra riflettere la caducità e la transitorietà delle cose terrene. La sua ricca cultura musicale del passato contrasta in modo stridente con l’atmosfera attuale, dominata dal rumore e da un interesse quasi esclusivo per il denaro. Nonostante la diffusione della psicologia, la vera espressione di libertà sembra risiedere, in un’immagine suggestiva, nella figura del gatto che vaga indisturbato per le strade. Questa osservazione mette in luce una certa disillusione nei confronti delle complessità umane rispetto alla semplicità e indipendenza della natura.Il Fiume come Specchio dell’Umanità
Il Danubio continua a trascinare con sé non solo detriti fisici, ma anche le illusioni e i fallimenti umani, inclusi i resti del passato comunista. Molti paesi dell’Est, un tempo sotto regimi comunisti, si identificano oggi come “danubiani”, trovando nella geografia del fiume un punto di riferimento più stabile e duraturo rispetto alle ideologie politiche. Il fiume, nella sua grandezza, appare indifferente alla sofferenza umana, come testimonia la presenza di luoghi carichi di dolore come il Cimitero dei senza nome. Sulle sue rive meditarono figure sagge come l’imperatore Marco Aurelio, che cercava l’imperturbabilità e la serenità interiore di fronte ai dolori e alle avversità del mondo. Tuttavia, la storia millenaria del fiume è costellata di conflitti, guerre e massacri, smentendo l’idea ottimistica che gli uomini siano naturalmente inclini a vivere in armonia reciproca. La sete insaziabile di ricchezza e potere spinge gli uomini alla distruzione, un tema ricorrente sia nelle antiche saghe come il Nibelungenlied, sia nei disastri ambientali più recenti, come l’avvelenamento del fiume con il cianuro. Il Danubio, torbido e carico di limo, porta questa sozzura e questa storia di violenza e distruzione verso il Mar Nero, suo destino finale.Davvero la storia del Danubio basta a liquidare l’idea di una potenziale armonia umana, o si tratta di una visione parziale?
Il capitolo utilizza la storia lungo il fiume per sostenere una tesi forte sulla natura umana, basandosi principalmente su eventi tragici. Questa visione rischia di essere parziale. Per approfondire la complessità della natura umana e delle interazioni storiche, sarebbe utile confrontarsi con diverse correnti filosofiche, ad esempio leggendo autori come Thomas Hobbes o Jean-Jacques Rousseau, che offrono visioni contrastanti. Inoltre, un’analisi storica più ampia, che consideri anche periodi di relativa pace o cooperazione e che si avvalga degli strumenti della storia sociale o economica, come suggerito da storici del calibro di Fernand Braudel, potrebbe fornire un quadro più equilibrato rispetto alla sola narrazione di conflitti e distruzione.Abbiamo riassunto il possibile
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