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Informazioni
“Quella sporca donnina” di Lia Celi è un libro che ti prende subito perché va a scavare nelle vite di donne che la storia “ufficiale” tende a mettere da parte o a giudicare. Non parla solo di “prostituzione e potere”, ma di come queste “donne marginali”, spesso “cortigiane famose” o figure legate al mondo del piacere, siano state in realtà delle protagoniste incredibili. Dalla Rahab biblica a Frine nell’antica Atene, passando per cortigiane colte come Veronica Franco a Venezia o Ninon de Lenclos a Parigi, fino a donne che hanno usato la loro posizione per sopravvivere o aiutare altri, come Hedwig Porschütz durante il nazismo, il libro ti porta in giro per il mondo e attraverso i secoli. È pieno di “storie di donne coraggiose” che hanno dovuto lottare per la loro “indipendenza femminile”, sfidando le convenzioni morali e sociali del loro tempo. Lia Celi ti mostra come queste “donne che hanno cambiato la storia”, ognuna a modo suo, abbiano lasciato un segno indelebile, dimostrando intelligenza, resilienza e una forza interiore pazzesca, spesso in contesti dove le donne avevano pochissime altre opzioni per affermarsi o semplicemente sopravvivere. È un viaggio affascinante nella “storia sociale” e nelle “biografie di donne” che meritano di essere riscoperte e capite oltre il giudizio superficiale.Riassunto Breve
Donne che esercitano professioni come la prostituzione o l’essere cortigiane, spesso viste ai margini della società e giudicate, riescono in realtà a ottenere potere, influenzare eventi importanti e sfidare le regole del loro tempo. Figure come Rahab a Gerico, una prostituta, aiutano spie nemiche e questo cambia il corso della storia per un popolo intero, garantendo la salvezza per sé e la sua famiglia e finendo persino in un albero genealogico importante. Ad Atene, Frine, un’etera, diventa famosa per la sua bellezza, modella per una statua iconica che influenza l’arte, accumula ricchezze e usa la sua posizione per azioni politiche, difendendosi in tribunale mostrando il suo corpo e venendo assolta.Altre donne, pur legate a lavori criticati, mostrano una forte vita interiore o un grande talento. Margarita, una showgirl di Antiochia, si converte radicalmente, diventa eremita e viene considerata una santa. Nella Cina antica, Su Xiaoxiao è una cortigiana e poetessa apprezzata per intelligenza e arte, che rifiuta di diventare concubina per mantenere la sua libertà e aiuta i poveri, diventando una figura leggendaria.A Venezia nel Cinquecento, Veronica Franco, una cortigiana, usa la sua educazione e intelligenza per frequentare salotti letterari, pubblicare poesie e lettere, ottenendo successo e indipendenza economica, intrattenendo uomini potenti e proponendo aiuto per le ex colleghe. A Parigi nel Seicento, Ninon de Lenclos, con un’educazione insolita, gestisce la sua vita e le sue finanze con astuzia, diventa amica di intellettuali influenti come Molière e apre un salotto frequentato dall’élite, mantenendo la sua indipendenza per tutta la vita.Durante la Rivoluzione Francese, donne come Églé, una prostituta, vengono viste come pericolose dal potere. Églé viene arrestata e, anche di fronte alla morte, mantiene una posizione di sfida contro le accuse politiche. Nell’Inghilterra della Reggenza, la cortigiana Harriette Wilson usa le sue memorie per ricattare ex amanti aristocratici, esponendo l’ipocrisia dell’alta società e guadagnando fama e ricchezza.Donne da contesti difficili usano la prostituzione d’alto bordo per migliorare la loro condizione. Esther Lachmann, da un ghetto di Mosca, diventa l’amante e poi la moglie di uomini ricchi a Parigi, accumulando una fortuna ma affrontando comunque pregiudizi. Eliza Martin, nel West americano, diventa Pearl DeVere, una madam di successo che gestisce un locale di lusso, dimostrando capacità imprenditoriali e ottenendo rispetto nella comunità.Spesso la prostituzione è una scelta dettata dalla necessità economica. Hedwig Porschütz a Berlino usa i guadagni per aiutare ebrei a nascondersi durante il nazismo, rischiando la vita, ma dopo la guerra le viene negato il riconoscimento per via della sua professione. Divine Brown, che si prostituisce per mantenere le figlie, ottiene notorietà da un arresto e usa questa fama per uscire dalla povertà. La società giudica moralmente queste donne, spesso ignorando le loro circostanze e svalutando le loro azioni, anche quelle di grande valore morale.Riassunto Lungo
1. Prostitute che cambiarono la storia
Rahab di GericoRahab, una donna che esercitava la prostituzione a Gerico, emerge come una figura centrale nel racconto biblico della conquista israelita di Canaan. La sua casa, situata sulle mura della città, diventa un rifugio sicuro per due spie inviate da Giosuè. Rahab le accoglie, le nasconde e le aiuta a fuggire, dimostrando coraggio e fiducia nel Dio degli Israeliti. Questo gesto di protezione si rivela determinante per il successo dell’impresa militare di Giosuè. In cambio del suo aiuto, Rahab e tutta la sua famiglia ricevono la promessa di essere risparmiate durante la distruzione di Gerico. Questo evento non solo salva la vita a Rahab e ai suoi cari, ma segna un passaggio cruciale per l’insediamento degli Israeliti nella Terra Promessa. La rilevanza di Rahab si estende anche alla genealogia biblica, poiché viene menzionata come antenata di re Davide e, secondo la tradizione cristiana, appare nella genealogia di Gesù, confermando la sua importanza storica e religiosa.
Frine di AteneNell’ambiente culturale e sociale dell’antica Atene, Frine si distingue come una celebre etera, una figura femminile colta e indipendente, nota soprattutto per la sua straordinaria bellezza. La sua fama è tale da diventare la modella d’elezione per Prassitele, uno dei più grandi scultori del suo tempo, che la immortala nella sua celeberrima statua di Afrodite Cnidia. Quest’opera non solo rappresenta un capolavoro dell’arte classica, ma contribuisce enormemente alla fama di Frine stessa, influenzando l’estetica e l’arte delle epoche successive. Grazie alla sua posizione e alla sua intelligenza, Frine accumula notevoli ricchezze e gode di un’influenza sociale e di una visibilità che erano del tutto insolite per le donne nell’Atene classica. La sua vita è un esempio di libertà e autodeterminazione. Accusata di empietà, Frine affronta un processo in tribunale e, secondo la leggenda, si difende svelando la sua bellezza ai giudici, i quali, colpiti dalla sua perfezione fisica, la assolvono, considerandola quasi un’incarnazione terrena della bellezza divina. Frine non si limita a sfruttare la sua bellezza e posizione per sé, ma utilizza la sua influenza anche per compiere azioni di rilevanza pubblica e politica.
Influenza e RiconoscimentoLe storie di Rahab e Frine, sebbene ambientate in contesti e culture radicalmente differenti, offrono una prospettiva affascinante su come figure femminili spesso relegate ai margini della società possano acquisire potere e influenzare in modo significativo il corso degli eventi storici. Entrambe esercitano professioni che in molte epoche e culture sono state stigmatizzate e disprezzate. Nonostante ciò, dimostrano capacità di agire, intelligenza e resilienza. Rahab, attraverso un atto di coraggio e fede, contribuisce in modo diretto a un evento fondativo per il popolo di Israele. Frine, usando la sua bellezza e la sua intelligenza, non solo ispira l’arte immortale, ma naviga le complesse dinamiche sociali e politiche della sua città, ottenendo rispetto e influenza. Le loro vicende sfidano le convenzioni morali e sociali del loro tempo, e continuano a farlo, mostrando come il valore e l’impatto di una persona non siano definiti dalla sua professione o dalla sua posizione sociale, ma dalle sue azioni e dalla sua capacità di lasciare un segno nel mondo.
Presentare Rahab e Frine come figure che “cambiarono la storia” non rischia di confondere il racconto (biblico o leggendario) con la storia accertata, e di esagerare la loro reale influenza?
Il capitolo propone un’interessante prospettiva sul ruolo di figure femminili marginalizzate. Tuttavia, per valutare l’effettiva portata del loro impatto storico, è fondamentale distinguere tra narrazione (religiosa o leggendaria) e ricostruzione storica basata su fonti critiche. Approfondire la metodologia della critica storica, lo studio delle fonti antiche e la storia sociale del Vicino Oriente antico e della Grecia classica può aiutare a contestualizzare queste figure. Autori come Marc Bloch, Sarah Pomeroy o Mary Beard offrono strumenti e prospettive utili per un’analisi più rigorosa.2. Anime oltre l’Apparenza
Dietro le apparenze e i giudizi sociali, alcune donne rivelano una forza interiore sorprendente e lasciano un segno duraturo, dimostrando come la vita interiore possa trascendere le circostanze esterne. Queste figure, pur partendo da posizioni complesse o criticate, compiono percorsi di trasformazione radicale che ne definiscono l’eredità ben oltre il loro tempo. Le loro storie, sebbene ambientate in epoche e culture diverse, condividono il filo conduttore di un’anima che cerca una realizzazione più profonda, al di là delle aspettative o dei ruoli imposti dalla società. Si incontrano così donne che, pur legate a professioni pubbliche, manifestano una profonda vita interiore e lasciano un segno duraturo nella storia e nella cultura.La storia di Margarita (Pelagia)
Nel V secolo ad Antiochia, Margarita è una celebre showgirl la cui bellezza e stile di vita attirano l’attenzione del vescovo Nonno. Egli vede in lei il potenziale per una bellezza spirituale dedicata a Dio, un’intuizione che si rivelerà profetica. Spinta da un profondo desiderio di cambiamento, Margarita si pente sinceramente dei suoi peccati e riceve il battesimo, assumendo il nome di Pelagia. La sua conversione è così radicale che decide di abbandonare completamente la sua esistenza precedente. Si dirige a Gerusalemme, scegliendo di vivere come eremita sul monte degli Ulivi, adottando un’identità maschile e facendosi conoscere come Pelagio. Solo dopo la sua morte, la scoperta della sua vera identità femminile rivela l’intensità del suo percorso ascetico e della sua dedizione spirituale. Questa storia di trasformazione radicale la rende una figura venerata, riconosciuta come santa e considerata protettrice di attori e prostitute che cercano il pentimento e una nuova vita.La leggenda di Su Xiaoxiao
Nella Cina del V secolo, a Hangzhou, emerge la figura di Su Xiaoxiao, una cortigiana rinomata non solo per la sua bellezza, ma soprattutto per la sua intelligenza vivace e il suo notevole talento artistico. Viveva in una casa affacciata sul pittoresco lago dell’Ovest, luogo che diventerà indissolubilmente legato alla sua memoria. La sua reputazione andava oltre il suo mestiere, guadagnandole rispetto e ammirazione per la sua cultura. Nonostante si legasse sentimentalmente al principe Ruan Yu, Su Xiaoxiao dimostrò una forte indipendenza rifiutando di diventare una concubina, per non sacrificare la sua libertà personale. Dopo la fine della relazione, continuò la sua professione ma dedicò parte delle sue risorse e del suo tempo ad aiutare coloro che erano meno fortunati, mostrando una generosità inaspettata. La sua poesia, in particolare la celebre “Canzone di Xiling”, insieme alla sua storia d’amore e alla sua vita non convenzionale, la trasformarono in una figura leggendaria. È ricordata attraverso i secoli come simbolo di amore puro, indipendenza e talento, celebrata nella letteratura e nella cultura popolare cinese come un’icona di grazia e spirito libero.Un’eredità di forza interiore
Entrambe queste donne, pur provenendo da contesti sociali spesso marginalizzati o soggetti a giudizio, hanno dimostrato una straordinaria forza interiore e una notevole capacità di trasformazione personale. La loro decisione di seguire un cammino autentico le ha elevate al di beyond delle limitazioni e dei pregiudizi del loro tempo, rivelando la profondità della loro anima. Hanno lasciato un’eredità duratura, sia nel campo spirituale attraverso la santità riconosciuta, sia in quello culturale tramite la poesia e la leggenda, dimostrando l’impatto di una vita vissuta con coraggio e integrità. Le loro storie continuano a vivere, mostrando come l’autenticità e la ricerca di un significato più profondo possano portare a un riconoscimento che trascende le apparenze superficiali e i ruoli sociali imposti dalla società.Quanto c’è di storico e quanto di leggenda nelle ‘trasformazioni radicali’ che il capitolo presenta come prova di una ‘forza interiore’ capace di trascendere le circostanze?
Il capitolo, pur evocativo, presenta figure la cui storia è in gran parte filtrata dalla leggenda e dalla narrazione postuma. Attribuire la loro “eredità” unicamente a una forza interiore rischia di ignorare il ruolo cruciale che la costruzione del mito, l’agiografia e la ricezione culturale hanno avuto nel plasmare la loro immagine e il loro impatto nel tempo. Per comprendere meglio questo aspetto, sarebbe utile approfondire gli studi di storiografia e critica delle fonti, gli studi sulle leggende e le narrazioni popolari, l’analisi della agiografia e gli studi di storia sociale e di genere, che esplorano come le vite individuali si intrecciano con le strutture sociali e come le storie vengono create e tramandate.3. L’arte di essere libere e colte
Nel Cinquecento a Venezia, la vita delle cortigiane è regolamentata, con cataloghi che ne indicano prezzi e intermediari. Veronica Franco, una donna veneziana di buona famiglia ma in difficoltà economiche, entra in questa professione a diciannove anni. Inizia con una tariffa modesta, ma la sua bellezza unita a una notevole educazione le permette di distinguersi rapidamente. Veronica Franco non è solo una cortigiana di successo; è anche una poetessa stimata e riconosciuta nel suo tempo. Frequenta i salotti letterari più importanti, pubblica le sue poesie e le sue lettere, e la sua intelligenza e vasta cultura diventano parte integrante del suo fascino e della sua capacità di attrarre uomini potenti.Intrattiene relazioni con figure di spicco, inclusi diplomatici stranieri e persino il futuro re di Francia, Enrico III, durante la sua visita a Venezia. Questa posizione le garantisce non solo ricchezza, ma anche una notevole indipendenza per l’epoca. La sua vita non è priva di difficoltà: affronta la terribile peste, perdendo familiari e beni, e successivamente viene accusata di stregoneria, un’accusa gravissima. Tuttavia, grazie alla sua intelligenza e alle sue conoscenze, riesce a difendersi con successo. Dimostrando una visione pragmatica e disincantata della sua professione, propone anche progetti di solidarietà volti ad aiutare le ex cortigiane in difficoltà.Ninon de Lenclos: L’intellettuale parigina
Un secolo dopo, nel Seicento a Parigi, Ninon de Lenclos percorre una strada per certi versi simile, sebbene in un contesto diverso. Riceve un’educazione insolita e progressista dal padre, che la cresce quasi come un maschio, insegnandole discipline come la scherma, la musica e la filosofia. Dopo l’esilio del padre, Ninon si trova a dover provvedere a sé stessa e sceglie di diventare cortigiana. Gestisce la sua vita e le sue finanze con grande abilità e intelligenza, stabilendo regole precise per le sue relazioni: distingue chiaramente tra i rapporti pagati, le passioni autentiche e gli ammiratori che cercano solo la sua brillante conversazione senza ottenere favori sessuali.Ninon è celebre per la sua intelligenza vivace, il suo spirito arguto e la sua straordinaria capacità di conversazione, che le permette di affascinare chiunque, nonostante ammetta di non avere una memoria eccezionale per i dettagli eruditi. Diventa amica di alcuni tra i più importanti intellettuali del suo tempo, come Molière, influenzando persino alcune delle sue opere teatrali. La sua vita indipendente e poco convenzionale le causa problemi con le autorità religiose, che cercano di limitarla, ma i suoi numerosi e potenti amici intervengono per proteggerla. Anche in età avanzata, Ninon de Lenclos continua a essere una figura centrale nella società parigina, aprendo un salotto frequentato dall’élite dove offre consigli su galanteria e filosofia pratica. Mantiene la sua indipendenza fino alla fine, lasciando un’eredità che include un lascito significativo al giovane Voltaire, riconoscendone il talento.Entrambe le donne dimostrano come, in epoche e città diverse, sia stato possibile per alcune cortigiane superare i limiti imposti dalla loro professione e dalle rigide norme sociali. Utilizzando la loro intelligenza, la loro cultura e le loro notevoli capacità sociali, Veronica Franco e Ninon de Lenclos riescono a ottenere un’indipendenza economica, un’influenza significativa e un riconoscimento nel mondo prevalentemente maschile del loro tempo.Ma quante donne, nate in “ambienti difficili” e con “poche altre opportunità”, hanno trovato nella prostituzione d’alto livello una reale “ascesa e potere”, o è solo l’eccezione a fare la regola?
Il capitolo presenta due casi individuali di donne che hanno avuto successo in un percorso non convenzionale, ma non offre un quadro generale sulla frequenza o sulla riuscita di percorsi simili. Per comprendere meglio se queste storie rappresentino una via effettivamente praticabile per molte donne in contesti di povertà e limitate opportunità, o se siano piuttosto casi eccezionali di grande determinazione e fortuna, sarebbe utile approfondire la storia sociale delle donne, l’economia della prostituzione nelle diverse epoche e la sociologia della devianza. Autori come Judith Walkowitz, Ruth Rosen, o Michel Foucault possono offrire prospettive più ampie.6. Morale e Necessità
La storia di Hedwig Porschütz
Donne come Hedwig Porschütz a Berlino si trovano ad affrontare una miseria economica profonda, che le porta a ricorrere alla prostituzione per poter sopravvivere. Durante il difficile periodo del regime nazista, Hedwig utilizza i soldi guadagnati e le conoscenze che ha stretto per aiutare Otto Weidt a nascondere e sostenere ebrei che erano ricercati. Arriva persino a ospitare quattro donne ebree direttamente nel suo appartamento. Per fare questo, Hedwig rischia continuamente la vita e per le sue attività, considerate di mercato nero ma essenziali per procurare cibo e tessere annonarie ai rifugiati che aiuta, viene arrestata. Dopo la fine della guerra, le autorità tedesche le negano il riconoscimento ufficiale come “eroina silenziosa”. La motivazione addotta per questo rifiuto è la sua professione e la condanna che ha subito. È un contrasto forte, specialmente considerando che un giudice che aveva lavorato sotto il nazismo, invece, mantiene la sua posizione senza subire alcuna conseguenza.La storia di Estella Marie Thompson, nota come Divine Brown
In un contesto e in un luogo molto diversi, troviamo Estella Marie Thompson, conosciuta ai più come Divine Brown. Anche lei si prostituisce, in questo caso a Oakland, per riuscire a mantenere le sue due figlie. La sua vita è segnata dalla povertà e dai pericoli quotidiani legati alla sua condizione. Un evento inaspettato cambia radicalmente la sua esistenza: un incontro casuale con l’attore Hugh Grant a Hollywood porta all’arresto di entrambi e a un’enorme e improvvisa attenzione da parte dei media di tutto il mondo. Questa notorietà inattesa trasforma la vita di Divine. Riesce a guadagnare milioni di dollari partecipando a interviste e apparizioni pubbliche. Grazie a questa svolta, Divine riesce finalmente a uscire dalla povertà in cui viveva e ad assicurare un futuro più sicuro e stabile per le sue figlie.Necessità e giudizio sociale
Queste esperienze personali mettono in luce come la prostituzione sia molto spesso una strada intrapresa per pura necessità economica. La società tende a esprimere un giudizio morale severo nei confronti delle donne che esercitano questa professione. Spesso, si ignorano completamente le difficili circostanze che le spingono a fare questa scelta. Allo stesso tempo, si tende a svalutare le loro azioni, anche quelle che hanno un grande valore morale o che portano a un miglioramento significativo della loro condizione o di quella di altre persone, come nel caso di Hedwig. La professione stessa viene usata per negare la dignità o per impedire il riconoscimento di meriti. Questo atteggiamento rivela un’ipocrisia sociale diffusa: si condannano queste donne per aver usato la loro bellezza o attrattiva per guadagnarsi da vivere, mentre molte altre forme di sfruttamento o compromesso morale, magari meno visibili o socialmente più accettate, vengono tollerate o semplicemente ignorate.Se la necessità è la molla, perché il giudizio sociale colpisce la professione e non le circostanze che la generano?
Il capitolo mette in luce la contraddizione tra la spinta della necessità e la condanna sociale, definendola ipocrita. Tuttavia, la severità del giudizio su questa specifica professione affonda le sue radici in una storia complessa di controllo sociale, morale religiosa e norme culturali legate al corpo, al genere e al lavoro. Non basta definirla ipocrisia; è necessario comprendere come e perché si è formata questa specifica norma sociale. Per approfondire, si possono esplorare discipline come la storia sociale, la sociologia della devianza e la filosofia morale, leggendo autori che hanno analizzato i meccanismi del potere, del genere e della costruzione delle norme sociali.Abbiamo riassunto il possibile
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