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Contenuti del libro
Informazioni
“Queen. Opera omnia. Le storie dietro le canzoni” di Roberto Ponti ti porta in un viaggio incredibile attraverso la storia dei Queen, svelando le storie canzoni Queen e la genesi di ogni album Queen. Si parte dagli esordi a Londra, con Brian May e la sua Red Special, l’incontro con Roger Taylor, l’arrivo di Freddie Bulsara (che diventerà il leggendario Freddie Mercury) e infine John Deacon, formando la band che cambierà la musica. Il libro esplora l’evoluzione della loro discografia Queen, dalle sperimentazioni iniziali di Queen II e Sheer Heart Attack, passando per il capolavoro A Night at the Opera e la rivoluzionaria Bohemian Rhapsody, fino ai grandi inni da stadio di News of the World. Rivivi i trionfi sui palchi di tutto il mondo, come l’iconico Live Aid a Wembley, e scopri le dinamiche interne che hanno portato a svolte sonore come Hot Space o al ritorno al rock con The Works. Non mancano gli ultimi capitoli, con Innuendo e Made in Heaven, e l’eredità immortale della band, amplificata anche dal successo del film Bohemian Rhapsody. Un racconto appassionante che celebra il genio di Brian May, Roger Taylor, John Deacon e soprattutto l’incomparabile Freddie Mercury, esplorando i concerti Queen e l’impatto duraturo della loro musica.Riassunto Breve
La passione per la musica porta Brian May a fondare gli Smile con Tim Staffell e Roger Taylor, incontrato tramite un annuncio. La chitarra di May, la Red Special, è costruita con materiali di recupero, mostrando ingegno fin dall’inizio. Quando Staffell lascia, Freddie Bulsara, futuro Mercury, si unisce, portando talento scenico e l’idea del nome Queen. La formazione si completa con John Deacon, bassista inventivo che crea il Deacy Amp, fondamentale per il suono della chitarra di May. I primi album, “Queen” e “Queen II”, nascono tra difficoltà e sperimentazione, mescolando hard rock, prog e temi fantastici. “Sheer Heart Attack” introduce brani più brevi e vari, con il successo di “Killer Queen”. Nonostante il successo, problemi contrattuali con la Trident Management portano la band sull’orlo del fallimento. John Reid diventa il nuovo manager e spinge per un album ambizioso, “A Night at the Opera”. Questo disco è un trionfo di sperimentazione, culminato in “Bohemian Rhapsody”, un brano complesso e innovativo che diventa un successo mondiale, anche grazie a un videoclip pionieristico. Il concerto all’Hammersmith Odeon celebra questo periodo. L’evoluzione continua con “A Day at the Races”, che affina il suono, e “News of the World”, influenzato dal punk, che produce gli inni da stadio “We Will Rock You” e “We Are The Champions”. Gli album successivi mostrano ulteriori cambiamenti: “Jazz” è eclettico ma criticato, “Live Killers” è un live album assemblato, e “The Game” introduce i sintetizzatori e sonorità funk/disco, generando successi come “Another One Bites The Dust” ma anche tensioni interne. La colonna sonora di “Flash Gordon” è un progetto atipico guidato da May. “Greatest Hits” diventa l’album più venduto nel Regno Unito, mentre il film-concerto “Queen Rock Montreal” documenta la loro potenza live. “Hot Space” rappresenta la svolta più controversa verso funk e disco, dividendo pubblico e critica, ma “The Works” segna un ritorno al rock con la chitarra di May in primo piano. L’esibizione al Live Aid nel 1985 rilancia la band, portando a “A Kind Of Magic”, legato al film “Highlander”, e al trionfale Magic Tour. Il tour del 1986 è l’ultimo con Mercury, che inizia a mostrare segni di malattia. “The Miracle” segna una ritrovata unità compositiva, mentre “Innuendo”, influenzato dalla malattia di Mercury, è un testamento spirituale con brani potenti come “The Show Must Go On”. Dopo la morte di Mercury, “Made in Heaven” completa le sue ultime registrazioni, e “Queen Rocks” celebra il lato rock con un nuovo tributo, “No-One But You”. Le compilation come “Greatest Hits II”, “Greatest Hits III”, “Absolute Greatest” e “Forever” mantengono viva la loro musica, includendo materiale solista e collaborazioni. Il film “Bohemian Rhapsody” e la sua colonna sonora riaccendono l’interesse globale, raggiungendo nuove generazioni. Nonostante l’assenza di Mercury e il ritiro di Deacon, May e Taylor continuano a esibirsi con collaborazioni, dimostrando che i Queen rimangono un fenomeno culturale la cui musica continua a emozionare.Riassunto Lungo
1. The Genesis of Queen
La nascita della passione musicale di Brian May
La passione per la musica di Brian May nasce grazie a una chitarra che riceve in regalo. Questo strumento lo spinge a fondare due gruppi musicali: prima i 1984 e poi gli Smile, insieme a Tim Staffell. Un elemento distintivo di May è la sua chitarra iconica, la Red Special. Questa chitarra non è un modello commerciale, ma è il risultato dell’ingegno e della necessità di Brian May, che la costruisce con suo padre utilizzando materiali di recupero. Mentre coltiva la sua passione per la musica, Brian May prosegue anche gli studi universitari in fisica. Tuttavia, la musica diventa sempre più importante per lui, tanto da portarlo a cercare un batterista per gli Smile tramite un annuncio all’università.L’arrivo di Roger Taylor e la formazione degli Smile
Roger Taylor, un fan di Mitch Mitchell, risponde all’annuncio di Brian May. Durante la sua audizione, Taylor dimostra di essere un batterista preciso e di talento. Inoltre, colpisce per la sua voce potente e con una grande estensione. Così, gli Smile nascono come un trio musicale potente, conosciuto come “power trio”. In questo periodo, il gruppo ha l’opportunità di suonare come gruppo di apertura per band più famose e pubblicano anche un singolo, che però non ottiene il successo sperato. Tra gli ammiratori degli Smile si distingue Freddie Bulsara, uno studente d’arte con idee ben precise sull’immagine e sulle esibizioni del gruppo.Freddie Bulsara diventa il cantante e nascono i Queen
Quando Tim Staffell decide di lasciare gli Smile, Freddie Bulsara si offre come cantante. Inizialmente, May e Taylor hanno dei dubbi sulle sue capacità vocali. Nonostante ciò, riconoscono in Freddie un talento straordinario e una presenza scenica innata. Bulsara, che presto cambierà il suo nome in Freddie Mercury, convince gli altri membri degli Smile a concentrarsi su canzoni originali e a creare un’immagine unica per la band. Da questa idea nascono i Queen. Il nome viene proposto da Mercury e all’inizio suscita qualche perplessità per le sue possibili interpretazioni. Mercury spiega che ha scelto Queen perché è un nome regale, universale e aperto a diverse interpretazioni. I Queen iniziano così a definire il loro stile musicale, un mix di progressive e glam rock con testi pieni di significato nascosto. Iniziano anche a lavorare alle loro prime canzoni originali. Per completare la formazione e dare il via al progetto Queen manca solo un bassista.È davvero sufficiente attribuire la nascita dei Queen esclusivamente alla visione di Freddie Mercury?
Il capitolo presenta una narrazione lineare e focalizzata sul ruolo di Mercury nella trasformazione degli Smile in Queen, quasi fosse un atto di volontà singolare. Tuttavia, una simile prospettiva rischia di trascurare la complessità delle dinamiche di gruppo e l’influenza di fattori esterni. Per comprendere appieno la genesi di una band iconica come i Queen, sarebbe utile approfondire le teorie sulla creatività collettiva e la sociologia della musica, magari partendo dagli studi di Howard S. Becker.2. L’Alchimia Silenziosa e l’Esordio Maestoso dei Queen
L’arrivo di John Deacon e la sua inventiva
John Deacon, il bassista dei Queen, entra nel gruppo e porta con sé non solo la sua bravura musicale, ma anche un talento per l’elettronica e l’invenzione. Deacon era una persona riservata, molto diversa dagli altri membri della band che erano più estroversi. Nonostante questo, il suo talento si fa notare subito. Infatti, Deacon crea il Deacy Amp, un amplificatore che diventa essenziale per il suono particolare della chitarra di Brian May, che è uno degli elementi più riconoscibili della musica dei Queen. Questo amplificatore, costruito con pezzi recuperati, dimostra l’abilità di Deacon e quanto sia importante il suo contributo al suono della band.La difficile creazione del primo album
Il primo album dei Queen nasce in modo complicato e richiede molto tempo. Le canzoni erano pronte e già registrate, ma dei problemi con il contratto discografico bloccano l’uscita dell’album, causando frustrazione nel gruppo. Le registrazioni si svolgono tra i De Lane Lea Studios e i Trident Studios, di notte e con pochi mezzi a disposizione. Nonostante queste difficoltà, questo periodo aiuta i Queen a migliorare il loro sound e a sperimentare nuove idee. Ci furono anche discussioni con i produttori riguardo al suono della batteria e alla compressione del suono, ma i Queen tennero duro per ottenere il risultato che volevano.La varietà musicale di “Queen”
L’album “Queen” mostra un’ampia varietà di generi musicali e di temi nei testi. Si passa dall’hard rock a canzoni più lente e tristi, da storie fantastiche a riflessioni sulla religione. Canzoni come “Keep Yourself Alive”, “Great King Rat”, “My Fairy King” e “Jesus” fanno capire quanto i Queen fossero bravi a comporre musica originale e diversa dal rock che si ascoltava in quel periodo. Anche se l’album all’inizio non ebbe un grande successo, fu fondamentale per il futuro del gruppo. Già da questo primo lavoro si capisce che i Queen volevano creare qualcosa di speciale e di valore, pensato per un pubblico ristretto e attento alla qualità.Le sessioni BBC di “AT THE BEEB”
Nello stesso periodo in cui lavoravano al primo album, i Queen registrano anche diverse sessioni per la BBC, che poi sono state raccolte nell’album “AT THE BEEB”. Queste registrazioni ci permettono di ascoltare le versioni live delle prime canzoni dei Queen. Si può sentire l’energia e la potenza del gruppo anche in un contesto radiofonico, e si può capire che erano già pronti per diventare grandi artisti da palcoscenico.È davvero corretto affermare che l’album “Queen” fosse pensato per un “pubblico ristretto e attento alla qualità”, o questa è una retrospettiva romantica che ignora le dinamiche dell’industria musicale e le aspirazioni di successo commerciale di una band emergente?
Il capitolo presenta l’album “Queen” come un’opera d’arte concepita per un’élite di ascoltatori raffinati. Tuttavia, questa interpretazione potrebbe mancare di una prospettiva più ampia sul contesto musicale dell’epoca. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire la storia dell’industria discografica degli anni ’70, le tendenze del mercato musicale rock, e le strategie di marketing delle case discografiche. Autori come Simon Frith o Robert Burnett, che hanno studiato la sociologia della musica e l’industria musicale, potrebbero offrire spunti interessanti.3. L’Ascesa Diversificata dei Queen
Queen II: La Dualità Musicale e la Sperimentazione Glam Rock
Queen II si presenta come un lavoro musicale unico, quasi fosse un album doppio racchiuso in un solo disco. La sua caratteristica principale è la divisione netta in due parti distinte, un lato bianco e uno nero. Questa divisione riflette le diverse ispirazioni musicali del gruppo e le personalità contrastanti dei compositori principali, May e Mercury. In questo album, l’ambizione e la voglia di sperimentare dei Queen emergono con forza, spingendosi oltre i confini del glam rock. Si possono già sentire in nuce le sonorità che caratterizzeranno la band negli anni successivi.Sheer Heart Attack: Svolta Stilistica e Brevità
Dopo Queen II, Sheer Heart Attack segna un cambiamento nello stile musicale dei Queen. Realizzato in un periodo difficile a causa dei problemi di salute di Brian May, questo album si distingue per una scelta diversa rispetto al precedente. Le composizioni diventano più brevi e dirette, abbandonando le lunghe suite. La varietà musicale è un altro elemento chiave di Sheer Heart Attack. I Queen spaziano con disinvoltura tra diversi generi, dal rock più puro al pop, con incursioni nel vaudeville e nel music hall, dimostrando la loro versatilità.Il Successo di “Killer Queen” e l’Innovazione Musicale
In questo contesto di cambiamento e sperimentazione, emerge un brano destinato a diventare un classico: “Killer Queen”. Questa canzone rappresenta perfettamente la capacità dei Queen di innovare e sorprendere il pubblico. Pur evolvendo il loro suono, i Queen mantengono una forte identità musicale, riconoscibile e distintiva. “Killer Queen” è un esempio lampante di questa capacità di rinnovarsi senza perdere la propria essenza.Live at the Rainbow ’74: L’Energia Live degli Esordi
Live at the Rainbow ’74 offre uno spaccato della potenza e dell’energia dei Queen agli inizi della loro carriera. Le registrazioni contenute nell’album catturano l’essenza del gruppo sul palco in un momento di grande crescita. Si percepisce la capacità dei Queen di dominare la scena con carisma e di offrire una performance musicale intensa e coinvolgente. Anche se pubblicato molti anni dopo la registrazione originale, questo album dal vivo testimonia la fase iniziale di una band che stava per diventare una leggenda del rock.Ma definire “nuove” delle canzoni che in realtà nuove non sono, non è una mossa un po’ troppo semplicistica per generare vendite facili?
Il capitolo presenta l’album “Forever” come un contenitore di inediti, ma poi specifica che si tratta di brani ripescati dagli archivi o versioni alternative di pezzi già editi. Questa operazione commerciale, spacciata per novità artistica, solleva interrogativi sull’etica discografica e sulla percezione del pubblico. Per comprendere meglio queste dinamiche, sarebbe utile approfondire le strategie di marketing nell’industria musicale e le dinamiche del mercato discografico, magari partendo dagli studi di Simon Frith.13. Il Regno Continua
Il successo di Bohemian Rhapsody e della colonna sonora
Il film “Bohemian Rhapsody” ha rappresentato un punto di svolta cruciale per i Queen. Grazie al film, la band ha non solo consolidato la sua fama, ma ha anche conquistato nuove generazioni di ascoltatori. La colonna sonora del film ha avuto un successo planetario, raggiungendo le vette delle classifiche in tutto il mondo e diventando un vero e proprio fenomeno globale. Questo successo straordinario dimostra quanto la musica dei Queen sia ancora oggi attuale e potente, mantenendo intatto il suo impatto emotivo anche a distanza di molti anni dalla nascita della band.La colonna sonora: un prodotto unico
La colonna sonora di “Bohemian Rhapsody” non si limita a essere una semplice raccolta dei più grandi successi dei Queen. Al contrario, offre agli ascoltatori versioni inedite e rielaborate di brani iconici. Tra queste, spiccano la registrazione integrale della leggendaria performance al Live Aid del 1985 e una reinterpretazione originale della fanfara della 20th Century Fox. Queste scelte musicali rendono la colonna sonora un prodotto unico e imperdibile, capace di entusiasmare sia i fan di lunga data che coloro che si avvicinano per la prima volta alla musica dei Queen.I Queen dopo Freddie Mercury
Dopo la scomparsa di Freddie Mercury, i Queen hanno scelto di proseguire il loro percorso musicale attraverso diverse collaborazioni, indicate con il simbolo “+”. Un momento cruciale in questa nuova fase è stato il concerto tributo a Freddie Mercury del 1992, che ha visto la partecipazione di numerosi artisti di fama internazionale. In seguito, le collaborazioni con Paul Rodgers e Adam Lambert hanno permesso ai Queen di tornare a esibirsi dal vivo e di creare nuova musica, preservando allo stesso tempo la memoria e l’eredità artistica di Mercury.Un’eredità intramontabile
Nonostante l’assenza di Freddie Mercury e il ritiro di John Deacon, i Queen, con Brian May e Roger Taylor, continuano a essere una realtà musicale di grande importanza. La loro musica vive e si diffonde attraverso il film “Bohemian Rhapsody”, il musical “We Will Rock You” e i concerti dal vivo con Adam Lambert. I Queen rappresentano molto più di una semplice band musicale: sono un fenomeno culturale senza tempo, una famiglia musicale la cui eredità è destinata a durare nel futuro. La loro musica rimane immortale, capace di emozionare e conquistare il pubblico di ogni generazione.Ma è davvero tutto oro quel che luccica nel ‘regno’ dei Queen post-Mercury, o stiamo forse idealizzando un’eredità musicale complessa e sfaccettata?
Il capitolo presenta un quadro eccessivamente roseo del successo dei Queen dopo Freddie Mercury, quasi fosse un ‘regno’ incontrastato e universalmente acclamato. Sarebbe utile approfondire le dinamiche interne alla band, le reazioni della critica musicale e del pubblico alle diverse fasi post-Mercury, e l’effettivo impatto culturale delle loro produzioni più recenti. Per una comprensione più critica e meno celebrativa, si suggerisce di esplorare studi di musicologia e sociologia della musica, e biografie critiche dei membri della band.Abbiamo riassunto il possibile
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