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Contenuti del libro
Informazioni
“Quasi una preghiera” di Adriana Zarri è un libro che ti prende per mano e ti porta a riscoprire la preghiera autentica, quella che va oltre le formule e diventa un dialogo intimo, una relazione profonda con Dio. Non è un manuale di teologia complicato, ma una riflessione che si intreccia con i cicli naturali e le stagioni della vita. Attraverso la bellezza del creato, dal fruscio del vento alla fioritura primaverile, l’autrice ci mostra come Dio si riveli nelle piccole cose di ogni giorno. È un invito a fermarsi, a usare i sensi per ascoltare il mondo e trovare in esso segni di speranza e rinascita, anche nei momenti più difficili o aridi. Il libro esplora temi come l’autenticità contro il consumismo, il significato del tempo, la morte non come fine ma come passaggio, e l’importanza del perdono e della custodia della natura. Basato sugli scritti di Adriana Zarri, molti dei quali pubblicati sul “Messaggero di sant’Antonio”, questo volume è un percorso poetico e spirituale che ti insegna a vedere il sacro nell’ordinario e a vivere ogni istante come un’opportunità di incontro con il divino, riscoprendo la fede e la gioia nella semplicità.Riassunto Breve
La preghiera è vista come una relazione profonda e personale con Dio, non solo come la ripetizione di formule o la richiesta di favori. È un dialogo intimo, un ascolto, una contemplazione, che si manifesta in varie forme, dalla lode al lamento. Dio si rivela nella quotidianità e nella natura, dal vento alla nebbia, e la creazione intera narra la sua gloria. Quando le parole mancano, il silenzio e l’ascolto dei sensi preparano il cuore all’incontro divino, che è un abbandono fiducioso, un vagare insieme senza meta. Il Natale contemporaneo rischia di perdere il suo significato spirituale, riducendosi a una celebrazione consumistica e superficiale, lontana dal messaggio di povertà e giustizia. Anche gli auguri di Buon Anno possono diventare vuote formule se privi di sentimento autentico. La vita stessa, in una società che appiattisce l’individuo, rischia di perdere la sua autenticità e vitalità. Il tempo, pur scandito da ricorrenze artificiali come l’anno solare, scorre in un ciclo perenne, riflesso nelle stagioni terrestri che simboleggiano le età della vita, la morte e la rinascita. Ogni giorno è un nuovo inizio, un’opportunità inedita, e la vita è continua creazione e novità. L’inverno, pur richiamando la morte, è un tempo di attesa e preparazione per la primavera, simboleggiando le prove della vita che precedono la consolazione e la resurrezione. Febbraio e marzo sono mesi di transizione, che invitano alla pazienza, alla purificazione interiore e alla riflessione spirituale in preparazione alla Pasqua. La natura offre costanti esempi di ciclicità, con le gemme che attendono la primavera e i boschi invernali che custodiscono vita latente, simboleggiando la speranza nella resurrezione e la continuità inestinguibile della vita. La primavera, con il suo risveglio, si lega alla resurrezione cristiana, vista non come fine ma come passaggio. La fede nella resurrezione di Cristo trascende il simbolismo stagionale, offrendo una vittoria definitiva della vita sulla morte. Anche nei momenti di dubbio, la natura offre segni di speranza. L’alba simboleggia un nuovo inizio, un cammino verso la dimora divina da affrontare con impegno e distacco. Si loda la bellezza dei colori del mondo, riconoscendo in essi la magnificenza della creazione. Si invoca onestà, verità e la forza di rimanere autentici, resistendo alle lusinghe del potere e privilegiando l’integrità. La vita si manifesta attraverso cicli di morte e rinascita, un percorso verso una nuova aurora. Aprile, mese di transizione tra penitenza e gioia, riflette il percorso ascetico e il significato della Pasqua, invitando a perdere per ritrovare e a riscoprire l’anima come dono. La gioia pasquale, come la primavera, si guadagna attraverso la preparazione. La preghiera si radica nel tempo e nello spazio, nutrendosi delle esperienze concrete. La Quaresima è tempo di distacco non solo dal cibo, ma da ogni attaccamento, preparando a un godimento più pieno dei beni della vita. Il digiuno aiuta a usare i beni senza esserne dominati. Il desiderio di una vita futura si esprime spesso con immagini terrene, riconoscendo che le piccole cose contengono l’infinito. L’uovo pasquale è un potente simbolo di vita e resurrezione. Si riflette sulla disparità storica tra uomo e donna, invocando parità e riconoscendo l’importanza di una cultura femminile per un mondo più umano. La contemplazione della natura è essenziale e affine alla preghiera. Si estende la preghiera a tutte le creature, riconoscendo il loro valore intrinseco. La preghiera è legata alle stagioni e ai sentimenti umani, un dialogo intimo influenzato dai ritmi della natura. Il Regno di Dio inizia nella vita quotidiana, intrecciandosi con i bisogni concreti. L’immagine di Dio è quella di un essere partecipe e appassionato. Il ciclo del grano simboleggia il percorso della vita e della fede, con il pane che rappresenta la forza vitale e la grazia divina. Giugno e luglio intrecciano sacro e profano, celebrazioni religiose e lavori agricoli. L’estate invita a riscoprire il mondo attraverso i sensi, apprezzando la ricchezza della creazione e trovando in essa un alfabeto di significati. Riscoprire i sensi significa reimparare a vivere pienamente. La vera sosta estiva è tempo di preghiera e meditazione. Anche in un cuore arido o in un contesto urbano, si possono trovare segni di vita e speranza. Si riflette sulla violenza nel mondo, radicata nell’abuso di potere e nell’avidità, sottolineando la necessità di educazione alla non-violenza e al perdono. La pace richiede di superare le logiche di vincitori e vinti e di perseguire il bene comune con gratuità. La misericordia divina e la bellezza del creato offrono consolazione. Durante la preghiera, anche i pensieri distanti possono diventare occasioni di dialogo con Dio, se approfonditi. L’autunno non è una fine, ma una conclusione e un preludio al rinnovamento, un tempo di riposo, introspezione e attesa paziente. È la stagione della fede, della raccolta dei frutti e della semina per il futuro. Dire “grazie” è un atto di umiltà e riconoscimento dei doni divini. L’autunno evoca la morte come compimento, un sonno che precede la resurrezione. Un sogno primordiale di un mondo incontaminato rivela il desiderio di presenza umana e l’invito a custodire la terra, luogo dell’incarnazione divina. La preghiera è ardua nell’aridità spirituale, ma l’amore di Dio persiste, bussando al cuore. È necessario fare silenzio interiore per accogliere la voce divina. Il profumo del mosto annuncia la fine della vendemmia e l’imminente spillatura del vino nuovo, simbolo eucaristico. La scelta di pane e vino si radica nella cultura, ma l’inculturazione può portare all’uso di elementi locali. Novembre introduce all’Avvento e alla commemorazione dei defunti, visti come semi in attesa della resurrezione. La celebrazione di Tutti i Santi abbraccia la moltitudine anonima di persone virtuose. Inumare un corpo è un atto di affidamento alla terra, madre accogliente e promessa di rinascita. Si condanna la guerra e si promuove la pace. La Terra è una patria donata da Dio, un giardino da custodire e amare, in attesa della resurrezione in un mondo rinnovato.Riassunto Lungo
1. La preghiera oltre le formule
La preghiera è spesso vista solo come ripetizione di formule o richiesta di favori. Questa idea sbagliata non considera il vero significato della preghiera. Pregare davvero significa avere un rapporto profondo e personale con Dio. Le formule possono essere utili come apparenza esteriore, ma la preghiera vera è silenzio dentro di sé, ascolto, parlare in modo intimo con Dio. Non si tratta solo di chiedere, ma di cercare la presenza di Dio, parlando con lui e ascoltando quello che ci dice, sia attraverso la Bibbia, sia dentro di noi.Diverse forme di preghiera
La Bibbia stessa ci mostra esempi di preghiera che non sono solo richieste. Ci sono preghiere di lode, in cui si esalta la potenza di Dio, e si invita tutto il creato a unirsi in questa lode. La preghiera può prendere molte forme: un dialogo interiore, pensieri che nascono dal cuore, riflessioni. Pregare è come parlare con Dio, raccontandogli osservazioni, domande, lamenti, affidandosi a lui e lasciandosi andare, anche quando i pensieri sembrano confusi.Dio si manifesta nelle piccole cose
Dio si mostra in molti modi, non solo con eventi straordinari o grandiosi, ma anche nelle cose di tutti i giorni e in quelle piccole. Possiamo sentire la sua presenza sia nel vento forte che nella brezza leggera, nel lampo improvviso come nel verso di una rana. Tutto ciò che ci circonda, dal cielo stellato alla terra, racconta la grandezza di Dio. Anche il silenzio e la nebbia, che nascondono e attutiscono i suoni, sono modi in cui Dio si manifesta, rivelando il suo mistero.Ascoltare nel silenzio
Quando non troviamo le parole e sentiamo Dio lontano, non dobbiamo sforzarci. Invece, è meglio fermarsi in silenzio e imparare ad ascoltare con tutti i sensi: il suono del vento, i rumori del mondo, i colori, gli odori. Questi piccoli segnali preparano il nostro cuore ad accogliere Dio. La preghiera vera non è un discorso logico e ordinato, ma un affidarsi con fiducia, un dialogo libero e a volte senza senso, come l’amore. Proprio in questo ascolto e abbandono si apre la possibilità di incontrare veramente Dio, un cammino insieme senza una meta precisa, dove l’incontro stesso è il vero obiettivo.Se la preghiera vera è un dialogo interiore e un affidarsi “senza senso come l’amore”, come possiamo distinguere questa esperienza da una mera proiezione psicologica o da un auto-inganno?
Il capitolo descrive la preghiera come un’esperienza profondamente personale e sensoriale, ma non affronta il problema di come validare o interpretare tali esperienze soggettive. Per comprendere meglio i meccanismi psicologici e filosofici che possono influenzare l’esperienza religiosa, potrebbe essere utile approfondire autori come William James, che ha esplorato la psicologia della religione, o filosofi come Ludwig Wittgenstein, che ha analizzato il linguaggio e il significato delle esperienze religiose. Approfondire la psicologia della religione e la filosofia del linguaggio potrebbe fornire strumenti utili per discernere tra un’autentica esperienza spirituale e una semplice proiezione dei propri desideri.2. L’Erosione dell’Autenticità
Il Natale svuotato di significato
Il Natale di oggi rischia di diventare solo una rappresentazione superficiale di emozioni, concentrandosi su elementi esteriori come la neve e i regali, invece di ricordare la nascita di Gesù. Questa visione consumistica e da cartolina sposta l’attenzione dal vero significato spirituale del Natale verso pratiche materiali. Si preferisce comprare oggetti inutili e regali costosi per mostrare un’immagine di sé o per ottenere favori. Questo modo di fare corrotto e che corrompe è in netto contrasto con il messaggio di povertà e giustizia sociale legato a Gesù, evidenziando una grande differenza tra i valori cristiani e come si festeggia oggi il Natale.La vita moderna e la perdita di autenticità
La vita delle persone può essere paragonata a quella breve e controllata di un pollo allevato per essere mangiato, simbolo di una perdita di potenzialità e di autenticità. La società di oggi, con le sue regole e aspettative, mortifica l’individuo, riducendolo a un ruolo passivo di consumatore e privandolo della sua energia vitale e della capacità di reagire. Questo destino, simile a quello di un cappone senza virilità, rappresenta una rassegnazione tipica della borghesia e una perdita di senso profondo dell’esistenza.Auguri svuotati di valore
Anche gli auguri di “Buon Anno”, ripetuti senza pensarci, rischiano di diventare frasi vuote, senza un vero sentimento di solidarietà e affetto. L’uso eccessivo e superficiale delle parole ne consuma il vero significato e la partecipazione emotiva, rendendo piatta l’esperienza umana e allontanandola dalla passione e dalla meraviglia originarie. Per questo, è importante ritrovare la novità e l’entusiasmo in ogni azione e parola, opponendosi a questa banalizzazione e riscoprendo la passione, l’entusiasmo e la capacità di fare auguri sinceri. Solo così si può dare di nuovo significato a ogni giorno e a ogni festa, vivendo pienamente ogni momento con emozione e partecipazione.Se il concetto di “autenticità” è storicamente e culturalmente variabile, come possiamo affermare con certezza che si stia erodendo, e non semplicemente trasformando?
Il capitolo descrive una presunta “erosione dell’autenticità” senza però definire chiaramente cosa si intenda per autenticità e senza considerare la possibilità che il concetto stesso di autenticità sia fluido e soggetto a cambiamenti storici e culturali. Per comprendere meglio la complessità di questo tema, sarebbe utile approfondire studi filosofici e sociologici sull’identità e l’autenticità, come quelli di Charles Taylor, che esplorano la costruzione sociale del sé e i diversi significati attribuiti all’autenticità nel corso della storia.3. Il Ciclo Perpetuo: Novità, Morte e Rinascita
L’Anno Solare e il Tempo Ciclico
L’inizio dell’anno solare è più che altro una convenzione amministrativa e sociale. Non ha lo stesso significato profondo che hanno, per esempio, l’anno liturgico o quello scolastico. Il tempo, in realtà, non ha un vero inizio o una vera fine. Possiamo immaginarlo come un cerchio continuo, un flusso senza sosta di cicli cosmici. Anche se dividiamo il tempo in anni, mesi o giorni, riflettere sul suo scorrere e sul mistero della creazione è sempre importante. L’universo stesso, con la sua armonia perfetta e il movimento degli astri, ci mostra un disegno eterno.Le Stagioni: Metafore della Vita
Il ciclo del cielo si riflette sulla Terra nel ritmo delle stagioni. Queste stagioni possono essere viste come immagini delle fasi della vita umana. La primavera rappresenta la giovinezza, l’estate la maturità, l’autunno la vecchiaia e l’inverno la morte. Ma l’inverno, anche se ci ricorda la fine, è anche un periodo di preparazione nascosta, un momento in cui la vita si prepara a rinascere in primavera. Allo stesso modo, la morte per l’uomo non è la fine di tutto, ma un passaggio verso una nuova vita, una resurrezione.Ogni Giorno, un Nuovo Inizio
Ogni giorno che inizia è come una pagina bianca, un’occasione nuova. La vita non è fatta di ripetizioni, ma di continua creazione e novità. Anche quando facciamo le stesse cose ogni giorno, ogni gesto è unico e irripetibile. Dobbiamo imparare a meravigliarci delle cose semplici di ogni giorno, scoprendo la novità che si nasconde in ogni momento. La festa del nuovo anno, anche se a volte sembra solo una scusa per consumare, può ricordarci che la vita è sempre nuova e piena di speranza, come il ciclo delle stagioni che non finisce mai, e che ci porta verso un futuro di resurrezione e di luce eterna. L’inverno, che sembra portare solo morte, in realtà custodisce la promessa di una vita che rinasce, annunciando una primavera che non avrà mai fine.Se la resurrezione è presentata come un atto di fede, come suggerisce la tradizione cristiana menzionata nel capitolo, è razionale dedurre che la sepoltura nella terra sia un atto di fiducia in una resurrezione futura, o non si tratta piuttosto di una speranza escatologica non logicamente derivabile dall’atto di seppellire?
Il capitolo sembra presupporre una connessione causale diretta tra l’atto di seppellire e la resurrezione, quasi che la seconda sia una conseguenza naturale della prima. Tuttavia, se la resurrezione è intesa in senso religioso e spirituale, come sembra suggerire il riferimento alla tradizione cristiana, è necessario chiarire se tale connessione sia basata su una fede specifica, e quindi non universale, oppure se pretenda di avere una validità logica o empirica. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le discipline teologiche e filosofiche che trattano il rapporto tra fede, ragione e speranza escatologica, studiando autori che hanno affrontato il tema della resurrezione in diverse prospettive religiose e culturali.20. Il Ciclo della Natura, il Ritmo dell’Anima
Le carte di Adriana Zarri
Questo libro si basa sugli scritti di Adriana Zarri, offrendo una visione coerente che esplora la natura e le diverse fasi della vita umana. Nei suoi testi ricorrono spesso elementi naturali come piante e fiori, le festività sia religiose che pagane, i mesi dell’anno, gli animali, i colori e i proverbi popolari.Provenienza degli scritti
I testi raccolti in questo volume sono organizzati per argomento e includono sia opere inedite sia contributi già pubblicati in diverse riviste e giornali, tra cui anche bollettini parrocchiali e quotidiani. Una parte significativa di questi scritti nasce dalla collaborazione di Zarri con la rivista “Messaggero di sant’Antonio” tra il 1986 e il 1995. In questi anni, con lo pseudonimo di Myriam, curò le rubriche “Preghiera e vita” e successivamente “Diverso pregare”.Pubblicazione del volume
La pubblicazione di questa raccolta è stata possibile grazie all’impegno del “Messaggero di sant’Antonio” e dell’Associazione amici di Adriana Zarri. L’obiettivo principale di questa iniziativa è di far conoscere al pubblico la particolare voce poetica di Adriana Zarri.Ma in che modo esattamente questo ‘ciclo della natura’ si traduce in un ‘ritmo dell’anima’?
Il capitolo descrive l’opera di Adriana Zarri evidenziando la presenza di elementi naturali e cicli temporali, suggerendo un legame tra questi e una dimensione interiore definita come ‘ritmo dell’anima’. Tuttavia, non viene esplicitato il meccanismo attraverso il quale questa connessione si realizza. Per comprendere meglio come la natura possa influenzare o rispecchiare la vita interiore, si potrebbero approfondire studi di psicologia ambientale e autori che hanno esplorato il rapporto tra psiche e natura, come ad esempio James Hillman.Abbiamo riassunto il possibile
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