“Povera gente” di Fëdor Michajlovi Dostoevskij ti porta subito nella San Pietroburgo dell’Ottocento, una città che è un mix di miseria e ricchezza, dove la vita è dura per chi non ha niente. Al centro di questo romanzo epistolare ci sono Makar Devuškin e Varvara Alekseevna, due anime sole che si scambiano lettere piene di affetto, preoccupazioni e piccoli gesti di sacrificio. Makar, un impiegato modesto, cerca in ogni modo di aiutare Varvara, anche se la sua povertà lo mette spesso in situazioni umilianti. Varvara, dal canto suo, condivide le sue memorie dolorose, dalla felicità perduta in campagna alla difficile vita in città, segnata dalla malattia e dalla perdita. Attraverso le loro lettere, scopri la lotta quotidiana per la dignità, il peso dell’ingiustizia sociale e come l’affetto reciproco diventi l’unica ancora di salvezza. Si parla anche di letteratura, come “Il Cappotto”, e di personaggi secondari importanti come il giovane Pokrovskij e il ricco Bykov, che alla fine offre a Varvara una via d’uscita dalla povertà, anche se a caro prezzo. È una storia toccante sulla condizione umana, sulla solitudine e sul legame profondo che può nascere anche nelle circostanze più difficili.
Riassunto Breve
La corrispondenza tra Makar Devuškin e Varvara Alekseevna rivela un legame profondo, fatto di affetto e preoccupazione reciproca, sullo sfondo di una vita modesta e piena di incertezze. Makar esprime affetto e preoccupazione per Varvara, inviandole doni nonostante la sua modesta condizione economica e descrivendo la sua nuova dimora modesta e rumorosa, situata in una sorta di alloggio comune. Varvara accetta i gesti di Makar con gratitudine, ma si sente in colpa per i sacrifici economici che intuisce lui stia facendo. Varvara rivela una profonda tristezza legata al suo passato e incertezze sul futuro, accennando a persone che le hanno arrecato dolore. Decide di condividere con Makar un quaderno che raccoglie memorie della sua vita. Narra l’infanzia felice in campagna, bruscamente interrotta dal trasferimento a Pietroburgo in seguito alla perdita del lavoro del padre. La nuova vita in città si rivela difficile, segnata da problemi economici e dalla morte del padre. Rimasta sola con la madre malata, Varvara viene accolta in casa di Anna Fëdorovna, una parente distante dal carattere difficile. Nella casa di Anna Fëdorovna, Varvara conosce Pokrovskij, un giovane studente precettore. Inizialmente Varvara e Pokrovskij instaurano un rapporto conflittuale, ma durante la malattia della madre di Varvara, si avvicinano. Un incidente con la libreria di Pokrovskij segna l’inizio di una profonda amicizia. Attraverso le notti passate al capezzale della madre e le conversazioni con Pokrovskij, Varvara scopre un mondo di libri e nuove idee. Varvara desidera fare un regalo speciale a Pokrovskij per il suo compleanno: l’edizione completa delle opere di Puškin. Nonostante le ristrettezze economiche, Varvara decide di rinunciare a un vestito nuovo per realizzare questo dono. Scopre che al Gostinyj Dvor è possibile trovare libri a prezzi ridotti e, dopo una contrattazione, riesce a ottenere l’opera di Puškin per trenta rubli, somma esatta dei suoi risparmi. Inaspettatamente, incontra il vecchio Pokrovskij, padre del suo amico, anch’egli intenzionato a comprare libri per il figlio come regalo di compleanno, ma limitato nelle finanze. Varvara propone al vecchio di unire le forze: lei mette a disposizione i suoi trenta rubli e il vecchio contribuisce con quello che ha, acquistando insieme l’opera completa di Puškin da regalare congiuntamente. Il vecchio Pokrovskij, però, nutre un desiderio segreto: vorrebbe che il regalo apparisse esclusivamente come un suo gesto. Varvara acconsente. Il giorno del compleanno, il vecchio Pokrovskij consegna solennemente i libri al figlio. L’atmosfera è gioiosa, ma questa felicità è destinata a essere breve. Pokrovskij si ammala gravemente e muore pochi mesi dopo. Varvara lo assiste durante la malattia. La morte di Pokrovskij segna l’inizio di un periodo doloroso per Varvara. In seguito, Varvara intrattiene la corrispondenza con Makar. Esprime gratitudine e confida le sue malinconie. Makar, a sua volta, si descrive come un uomo semplice e sensibile, raccontando le ingiustizie subite sul lavoro e offrendo a Varvara il suo sostegno affettuoso e materiale, a volte superando le sue possibilità economiche. Varvara, preoccupata per la generosità di Makar, considera l’idea di accettare un posto di governante. Discutono di letteratura, in particolare dell’opera “Il Cappotto”, che suscita reazioni contrastanti in Makar. Makar esprime il suo amore per Varvara, nonostante si senta inadeguato a causa di una recente ubriacatura e di una lettera di Varvara che lo ha turbato. Makar si trova in una condizione di estrema agitazione e miseria, perseguitato dalla padrona di casa e dallo scandalo che circonda la sua relazione con Varvara. La situazione precipita quando Makar viene a sapere di un pretendente indegno che ha offeso Varvara. In preda alla rabbia, si ubriaca e si reca dall’ufficiale in questione, dove viene umiliato e cacciato. Nonostante la vergogna, Makar cerca di minimizzare l’accaduto. Varvara risponde alle lettere di Makar con preoccupazione, invitandolo a pranzo. Makar, sentendosi in colpa, riflette sulla condizione dei poveri, sulla loro sensibilità e sulla mancanza di dignità che la società riserva loro. Descrive la vergogna che prova per i suoi abiti logori e la paura del giudizio altrui. Makar sospetta che Ratazjaev stia diffondendo pettegolezzi su di lui e Varvara. Varvara, nonostante le proprie difficoltà, cerca di rassicurare Makar. Makar, spinto dal bisogno di denaro, cerca prestiti ma viene rifiutato in modo umiliante. Varvara, a sua volta, è vittima di un’avance sgradita da parte di un uomo anziano, zio dell’ufficiale. La situazione economica di entrambi si fa sempre più critica. Varvara, provata dalla malattia e dalla solitudine, ricorda con nostalgia la sua infanzia felice. Makar, passeggiando per la città, si confronta con la povertà e la ricchezza, riflettendo sull’ingiustizia sociale. Incontra un mendicante e un bambino che chiede l’elemosina, provando compassione ma anche impotenza. Tornato a casa, Makar dona le sue ultime venti copeche a un inquilino ancora più povero di lui, Gorškov. Una notizia terribile sconvolge ulteriormente Makar. Makar vive un episodio umiliante in ufficio a causa di un errore. La convocazione dal superiore genera timore. Inaspettatamente, il superiore dimostra clemenza, offrendo un gesto di supporto economico e stringendogli la mano. Questo atto inatteso suscita in Makar una profonda gratitudine, che lo spinge a condividere la sua gioia con Varvara. La serenità di Makar è effimera. Varvara comunica la sua decisione di sposare il signor Bykov, un uomo benestante che le offre una via d’uscita dalla precarietà. Varvara motiva la sua scelta con la necessità di sfuggire alla povertà e al disonore sociale, pur non nutrendo sentimenti per il futuro marito. La notizia sconvolge profondamente Makar. Incapace di accettare la decisione di Varvara, si sente perduto e solo. La prospettiva di separarsi da Varvara, fulcro della sua esistenza, lo precipita in uno stato di disperazione crescente. Varvara, assorbita dai preparativi nuziali, richiede l’aiuto di Makar per commissioni, inconsapevole del tormento che infligge all’uomo. Con l’avvicinarsi del matrimonio, la disperazione di Makar si acuisce. In una lettera finale indirizzata a Varvara, egli esprime il suo amore e il suo dolore, supplicandola di rinunciare al matrimonio e di non abbandonarlo. La risposta conclusiva di Varvara conferma la sua partenza imminente, sancendo un addio definitivo e lasciando Makar in balia della più profonda desolazione.
1. Intrecci di Lettere e Memorie
Makar Devuškin e Varvara Alekseevna si scrivono lettere. Lui le esprime il suo affetto e la sua premura, le manda regali e le racconta della sua nuova casa, piccola e in un luogo dove vivono tante persone. Lei è grata per questi gesti, ma si sente un po’ in colpa perché pensa che lui stia spendendo troppo per lei. Varvara, nelle sue lettere, lascia intendere di essere triste per il suo passato e preoccupata per il futuro, accennando a persone che le hanno fatto del male. Per questo, decide di far leggere a Makar un quaderno dove ha scritto i suoi ricordi. Inizia con la sua infanzia felice in campagna, finita quando si è dovuta trasferire a Pietroburgo perché suo padre aveva perso il lavoro. La vita in città è subito difficile, con problemi di soldi e la morte del padre. Varvara, rimasta sola con la madre che non sta bene, viene ospitata da Anna Fëdorovna, una parente lontana dal carattere non facile. In casa di Anna, Varvara incontra Pokrovskij, un giovane studente che fa da insegnante. All’inizio i due non vanno molto d’accordo, ma quando la madre di Varvara si ammala, si avvicinano. Un giorno, per un piccolo incidente con i libri di Pokrovskij, nasce una grande amicizia. Varvara passa le notti accanto alla madre e parla con Pokrovskij, scoprendo un mondo di libri e di idee nuove. Si apre così una nuova fase della sua vita, piena di sentimenti mai provati prima.
2. Un Dono Inatteso
Varvara Alekseevna vuole regalare a Pokrovskij, per il suo compleanno, l’edizione completa delle opere di Puškin. Pur avendo pochi soldi, decide di usare tutti i suoi risparmi, rinunciando a un vestito nuovo. Scopre che al Gostinyj Dvor può trovare libri a prezzo ridotto e riesce ad acquistare l’opera per trenta rubli. Incontra il vecchio Pokrovskij, padre del suo amico, anche lui desideroso di regalare libri al figlio, ma con pochi soldi a disposizione. Varvara propone di unire le forze: lei offre i suoi trenta rubli e il vecchio aggiunge quel poco che ha, comprando insieme l’opera di Puškin. Il vecchio Pokrovskij ha un desiderio: far sembrare il regalo un suo gesto esclusivo, per dimostrare al figlio di essere cambiato e di aver abbandonato il vizio del bere. Varvara accetta, rinunciando ad apparire come co-donatrice. Il giorno del compleanno, il vecchio Pokrovskij consegna i libri al figlio, parlando in modo commovente del suo desiderio di migliorarsi. La felicità di quel momento, però, dura poco. Pokrovskij si ammala gravemente e muore dopo pochi mesi. Varvara, assistendolo, scopre lati sconosciuti della sua vita. La sua morte segna l’inizio di un periodo molto doloroso. Successivamente, Varvara e Makar Devuškin iniziano a scriversi lettere. Varvara ringrazia Makar per una passeggiata e gli confida le sue tristezze. Makar si descrive come una persona semplice e sensibile, racconta le ingiustizie subite al lavoro e offre a Varvara il suo aiuto, anche economico, a volte spendendo più di quanto possa permettersi. Varvara, preoccupata, pensa di accettare un lavoro come governante per non pesare su di lui. Nelle loro lettere, parlano anche di letteratura, in particolare del libro “Il Cappotto”, che provoca reazioni diverse in Makar. Il loro rapporto, fatto di affetto e preoccupazione, rivela un legame profondo, sullo sfondo di una vita semplice e piena di difficoltà.
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Makar Devuškin, confuso e turbato da una recente ubriacatura e da una lettera di Varvara Alekseevna, le esprime il suo amore, pur sentendosi inadeguato. La sua agitazione nasce dalla miseria e dallo scandalo che circonda la loro relazione, con la costante persecuzione della padrona di casa. La situazione peggiora quando Makar scopre di un pretendente che ha offeso Varvara. Mosso dalla rabbia e dal desiderio di proteggerla, si ubriaca e affronta l’ufficiale, subendo però un’umiliazione. Nonostante la vergogna, cerca di minimizzare l’accaduto, consolandosi al pensiero che solo Varvara ne sia a conoscenza. Varvara, preoccupata, lo invita a pranzo e gli offre conforto. Makar, oppresso dal senso di colpa per il peso che la sua condizione grava su Varvara, riflette sulla condizione dei poveri, sulla loro fragilità e sulla mancanza di dignità che la società impone loro. La vergogna per i suoi abiti logori e la paura del giudizio, soprattutto dei superiori, lo tormentano. Makar sospetta che Ratazjaev diffonda pettegolezzi su di lui e Varvara, temendo di diventare oggetto di derisione. Varvara, nonostante le difficoltà, lo rassicura e lo invita a non disperare. Spinto dal bisogno, Makar cerca invano prestiti, subendo ulteriori umiliazioni. Anche Varvara è vittima di un’avance sgradita da parte di un uomo anziano, parente dell’ufficiale che aveva già causato problemi. La loro situazione economica peggiora, e Makar si dispera per non poter aiutare Varvara e per la propria miseria. Varvara, malata e sola, ricorda con nostalgia l’infanzia felice in campagna, in netto contrasto con la tristezza del presente. Makar, passeggiando per la città, osserva il contrasto tra povertà e ricchezza, riflettendo sull’ingiustizia e sulla propria insignificanza. L’incontro con un mendicante e un bambino che chiede l’elemosina accrescono la sua compassione, ma anche il suo senso di impotenza. Tornato a casa, dona le ultime venti copeche a Gorškov, un inquilino ancora più povero, coinvolto in un’angosciante vicenda giudiziaria. Una notizia terribile sconvolge ulteriormente Makar, gettandolo nella disperazione.
4. L’Addio di Varin’ka
Un errore in un documento importante getta Makar Devuškin, umile impiegato, nel terrore di una convocazione dal suo superiore. La paura lascia il posto a una gratitudine inattesa quando il superiore, invece di punirlo, gli offre un aiuto economico e una stretta di mano. Makar, sopraffatto da un gesto così inaspettato, sente il bisogno di condividere la sua gioia con Varvara. La felicità, però, si rivela un’illusione. Varvara annuncia la sua decisione di sposare il signor Bykov, un uomo ricco che rappresenta una via di fuga dalla povertà. Nonostante l’assenza di amore, Varvara vede nel matrimonio la sola possibilità di riscatto da una vita di stenti e umiliazioni. La notizia è una pugnalata al cuore per Makar. L’idea di perdere Varvara, l’unico raggio di luce nella sua grigia esistenza, lo fa sprofondare in un abisso di angoscia. Varvara, presa dai preparativi, chiede a Makar di aiutarla con commissioni e acquisti, ignara del dolore che ogni richiesta infligge all’uomo. Ogni oggetto, ogni preparativo, diventa un simbolo della separazione imminente. La disperazione di Makar cresce con l’avvicinarsi del giorno del matrimonio. In un’ultima, straziante lettera, Makar riversa tutto il suo amore e la sua disperazione, implorando Varvara di non lasciarlo. Ma la risposta di Varvara è un addio. La sua partenza, ormai prossima, lascia Makar solo, in balia di una disperazione senza fine.
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