Letteratura

Povera gente

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1. Intrecci di Lettere e Memorie

Makar Devuškin e Varvara Alekseevna si scrivono lettere. Lui le esprime il suo affetto e la sua premura, le manda regali e le racconta della sua nuova casa, piccola e in un luogo dove vivono tante persone. Lei è grata per questi gesti, ma si sente un po’ in colpa perché pensa che lui stia spendendo troppo per lei. Varvara, nelle sue lettere, lascia intendere di essere triste per il suo passato e preoccupata per il futuro, accennando a persone che le hanno fatto del male. Per questo, decide di far leggere a Makar un quaderno dove ha scritto i suoi ricordi. Inizia con la sua infanzia felice in campagna, finita quando si è dovuta trasferire a Pietroburgo perché suo padre aveva perso il lavoro. La vita in città è subito difficile, con problemi di soldi e la morte del padre. Varvara, rimasta sola con la madre che non sta bene, viene ospitata da Anna Fëdorovna, una parente lontana dal carattere non facile. In casa di Anna, Varvara incontra Pokrovskij, un giovane studente che fa da insegnante. All’inizio i due non vanno molto d’accordo, ma quando la madre di Varvara si ammala, si avvicinano. Un giorno, per un piccolo incidente con i libri di Pokrovskij, nasce una grande amicizia. Varvara passa le notti accanto alla madre e parla con Pokrovskij, scoprendo un mondo di libri e di idee nuove. Si apre così una nuova fase della sua vita, piena di sentimenti mai provati prima.

2. Un Dono Inatteso

Varvara Alekseevna vuole regalare a Pokrovskij, per il suo compleanno, l’edizione completa delle opere di Puškin. Pur avendo pochi soldi, decide di usare tutti i suoi risparmi, rinunciando a un vestito nuovo. Scopre che al Gostinyj Dvor può trovare libri a prezzo ridotto e riesce ad acquistare l’opera per trenta rubli. Incontra il vecchio Pokrovskij, padre del suo amico, anche lui desideroso di regalare libri al figlio, ma con pochi soldi a disposizione. Varvara propone di unire le forze: lei offre i suoi trenta rubli e il vecchio aggiunge quel poco che ha, comprando insieme l’opera di Puškin. Il vecchio Pokrovskij ha un desiderio: far sembrare il regalo un suo gesto esclusivo, per dimostrare al figlio di essere cambiato e di aver abbandonato il vizio del bere. Varvara accetta, rinunciando ad apparire come co-donatrice. Il giorno del compleanno, il vecchio Pokrovskij consegna i libri al figlio, parlando in modo commovente del suo desiderio di migliorarsi. La felicità di quel momento, però, dura poco. Pokrovskij si ammala gravemente e muore dopo pochi mesi. Varvara, assistendolo, scopre lati sconosciuti della sua vita. La sua morte segna l’inizio di un periodo molto doloroso. Successivamente, Varvara e Makar Devuškin iniziano a scriversi lettere. Varvara ringrazia Makar per una passeggiata e gli confida le sue tristezze. Makar si descrive come una persona semplice e sensibile, racconta le ingiustizie subite al lavoro e offre a Varvara il suo aiuto, anche economico, a volte spendendo più di quanto possa permettersi. Varvara, preoccupata, pensa di accettare un lavoro come governante per non pesare su di lui. Nelle loro lettere, parlano anche di letteratura, in particolare del libro “Il Cappotto”, che provoca reazioni diverse in Makar. Il loro rapporto, fatto di affetto e preoccupazione, rivela un legame profondo, sullo sfondo di una vita semplice e piena di difficoltà. [/membership]

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3. Le Catene della Povertà

Makar Devuškin, confuso e turbato da una recente ubriacatura e da una lettera di Varvara Alekseevna, le esprime il suo amore, pur sentendosi inadeguato. La sua agitazione nasce dalla miseria e dallo scandalo che circonda la loro relazione, con la costante persecuzione della padrona di casa. La situazione peggiora quando Makar scopre di un pretendente che ha offeso Varvara. Mosso dalla rabbia e dal desiderio di proteggerla, si ubriaca e affronta l’ufficiale, subendo però un’umiliazione. Nonostante la vergogna, cerca di minimizzare l’accaduto, consolandosi al pensiero che solo Varvara ne sia a conoscenza. Varvara, preoccupata, lo invita a pranzo e gli offre conforto. Makar, oppresso dal senso di colpa per il peso che la sua condizione grava su Varvara, riflette sulla condizione dei poveri, sulla loro fragilità e sulla mancanza di dignità che la società impone loro. La vergogna per i suoi abiti logori e la paura del giudizio, soprattutto dei superiori, lo tormentano. Makar sospetta che Ratazjaev diffonda pettegolezzi su di lui e Varvara, temendo di diventare oggetto di derisione. Varvara, nonostante le difficoltà, lo rassicura e lo invita a non disperare. Spinto dal bisogno, Makar cerca invano prestiti, subendo ulteriori umiliazioni. Anche Varvara è vittima di un’avance sgradita da parte di un uomo anziano, parente dell’ufficiale che aveva già causato problemi. La loro situazione economica peggiora, e Makar si dispera per non poter aiutare Varvara e per la propria miseria. Varvara, malata e sola, ricorda con nostalgia l’infanzia felice in campagna, in netto contrasto con la tristezza del presente. Makar, passeggiando per la città, osserva il contrasto tra povertà e ricchezza, riflettendo sull’ingiustizia e sulla propria insignificanza. L’incontro con un mendicante e un bambino che chiede l’elemosina accrescono la sua compassione, ma anche il suo senso di impotenza. Tornato a casa, dona le ultime venti copeche a Gorškov, un inquilino ancora più povero, coinvolto in un’angosciante vicenda giudiziaria. Una notizia terribile sconvolge ulteriormente Makar, gettandolo nella disperazione.

4. L’Addio di Varin’ka

Un errore in un documento importante getta Makar Devuškin, umile impiegato, nel terrore di una convocazione dal suo superiore. La paura lascia il posto a una gratitudine inattesa quando il superiore, invece di punirlo, gli offre un aiuto economico e una stretta di mano. Makar, sopraffatto da un gesto così inaspettato, sente il bisogno di condividere la sua gioia con Varvara. La felicità, però, si rivela un’illusione. Varvara annuncia la sua decisione di sposare il signor Bykov, un uomo ricco che rappresenta una via di fuga dalla povertà. Nonostante l’assenza di amore, Varvara vede nel matrimonio la sola possibilità di riscatto da una vita di stenti e umiliazioni. La notizia è una pugnalata al cuore per Makar. L’idea di perdere Varvara, l’unico raggio di luce nella sua grigia esistenza, lo fa sprofondare in un abisso di angoscia. Varvara, presa dai preparativi, chiede a Makar di aiutarla con commissioni e acquisti, ignara del dolore che ogni richiesta infligge all’uomo. Ogni oggetto, ogni preparativo, diventa un simbolo della separazione imminente. La disperazione di Makar cresce con l’avvicinarsi del giorno del matrimonio. In un’ultima, straziante lettera, Makar riversa tutto il suo amore e la sua disperazione, implorando Varvara di non lasciarlo. Ma la risposta di Varvara è un addio. La sua partenza, ormai prossima, lascia Makar solo, in balia di una disperazione senza fine.

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