Contenuti del libro
Informazioni
“Più reale del reale. Artificial influencer ovvero il marketing che mangia il mondo” di Giovanni Vannini è un viaggio super attuale che ti fa capire quanto l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione stiano rivoluzionando tutto, a una velocità incredibile. Non parla di personaggi classici o luoghi specifici, ma esplora come il mondo intero, dal digitale alle megacittà, stia diventando un palcoscenico dove il confine tra reale e artificiale si sfuma sempre più, creando una specie di “iperrealtà”. Il libro si concentra sul ruolo potentissimo del marketing digitale e degli “artificial influencer”, spiegando come le big tech usino i nostri dati per influenzare non solo cosa compriamo, ma anche le nostre idee e comportamenti, portando a nuove forme di controllo sociale e disuguaglianze digitali. È un libro che ti spinge a riflettere sull’etica AI e sul nostro futuro umano in questa era dominata dai dati e dagli algoritmi.Riassunto Breve
L’evoluzione umana accelera rapidamente, soprattutto con l’intelligenza artificiale, una forza non biologica che cambia tutto. Alcuni vedono l’umanità come un vecchio programma che sta per ottenere poteri enormi con la tecnologia, forse superando la morte e creando nuova vita. Questa idea, legata al vedere l’universo come un flusso di dati, suggerisce una fusione tra persone e sistemi digitali. Questo potere finisce nelle mani di pochi, creando grandi disuguaglianze e una massa di persone che non servono più. Oggi l’uomo modifica la Terra come una forza naturale, usando materiali nuovi e puntando a controllare il pianeta, anche colonizzando altri mondi. L’intelligenza artificiale è un nuovo superpotere. La tecnologia, spinta dalla finanza, influenza i grandi cambiamenti globali: la globalizzazione accelera tutto, anche i problemi come le pandemie; le città diventano enormi con tanti problemi, a cui la tecnologia offre soluzioni di controllo; le disuguaglianze aumentano, con ricchezza concentrata e nuove divisioni basate su genetica o accesso al digitale. L’aumento della popolazione e l’invecchiamento creano sfide, mentre la salute diventa un mercato basato sui dati raccolti dalle grandi aziende tech. Il clima cambia, le risorse scarseggiano, la biodiversità si perde; la tecnologia propone soluzioni, ma il controllo privato delle risorse essenziali crea problemi di accesso. L’ingegneria genetica permette di cambiare la vita, forse creando un catalogo di caratteristiche umane da comprare. La digitalizzazione trasforma ogni cosa in dati, creando un mondo digitale controllato da algoritmi e grandi aziende. Questa accelerazione crea una spaccatura: una vita quasi perfetta per pochi grazie alla tecnologia, e un mondo con poche risorse e più disuguaglianze per molti. Finanza, scienza e tecnologia corrono veloci, mentre diritto, educazione e politica restano indietro. Questo richiede di ripensare l’etica e cosa significa vivere bene, di fronte alla mercificazione e al controllo crescente. Usare i dispositivi digitali trasforma le persone in fonti di dati per le grandi aziende tech, generando profitto. Il marketing usa questi dati per prevedere e influenzare i comportamenti, anche quelli più personali. Le tecnologie digitali creano una realtà mediata che prende il posto di quella fisica, facendo perdere importanza a spazio, tempo e cultura legata al luogo. Le nuove generazioni vivono in questa realtà digitale e fanno fatica con la cultura tradizionale. Il marketing usa psicologia e neuroscienze per agire sull’inconscio e sulla ragione, cambiando anche il significato di concetti sociali. Grandi aziende come Facebook e Google diventano nuove infrastrutture globali, raccogliendo enormi quantità di dati per conoscere attitudini, emozioni e reazioni delle persone. Usano queste informazioni per prevedere e guidare le scelte individuali, puntando a diventare un’estensione della mente umana. La realtà diventa qualcosa che si può costruire. La pubblicità è personalizzata e si basa sulla conoscenza profonda delle persone. Tecniche di persuasione potenziate dalla tecnologia influenzano il comportamento di ognuno. Emerge un “mondo specchio” dove le rappresentazioni digitali e gli ambienti artificiali sono centrali. Realtà virtuale e aumentata creano esperienze immersive, anche “vite digitali” dopo la morte. La possibilità di leggere e scrivere segnali nel cervello apre alla possibilità di influenzare direttamente pensieri e decisioni. In Cina, un sistema di credito sociale usa algoritmi e dati per valutare i cittadini in base al loro comportamento, controllando l’accesso a diritti e privilegi. Sia le aziende tech occidentali che gli Stati usano il “codice” per definire e governare la realtà e la vita delle persone. L’intelligenza artificiale è un nuovo regno nel mondo, accanto a minerale, vegetale e animale. Simula capacità umane come imparare e decidere, grazie ai progressi in memoria, processori, connettività e dispositivi. I dati, ovunque, vengono elaborati dall’AI per trovare schemi e migliorarsi. L’AI è creata con obiettivi, spesso legati al profitto o al potere, e può avere i pregiudizi di chi la sviluppa. Il marketing usa l’AI per capire e influenzare le persone. I dispositivi digitali sono strumenti di osservazione. L’influenza artificiale si vede negli algoritmi che personalizzano contenuti e raccomandazioni, e in figure artificiali come modelli virtuali e robot umanoidi, creati per coinvolgere emotivamente e promuovere cose. Anche i videogiochi contribuiscono, applicando meccanismi di gioco alla vita quotidiana, integrando pubblicità e usando ricompense per guidare le azioni. La robotica dà all’AI un corpo fisico. Robot sempre più avanzati simulano emozioni e interazioni umane. L’AI impara a costruire e migliorare il proprio corpo, puntando all’autosufficienza. La differenza tra umano e artificiale si riduce. Chi controlla l’AI ha un potere di influenza enorme, capace di plasmare la realtà e le decisioni. La natura è molto efficiente nell’usare l’informazione, come nel DNA. L’intelligenza artificiale si ispira alla natura ma è diversa: usa codice binario, non muore come il software. Oggi, robot e androidi con corpo fisico sono già nella vita di tutti i giorni, gestendo servizi, assistendo persone, raccogliendo dati per aiutare e per scopi commerciali. L’AI ha forme diverse, visibili e invisibili, ed è fatta per piacere e interagire emotivamente. Può leggere emozioni e dati fisiologici. La tecnologia va verso l’integrazione con il corpo, con robot flessibili e la possibilità di creare esseri artificiali indistinguibili dagli umani. Si pensa a un futuro con popolazioni ibride o artificiali. La tecnologia permette anche di ricreare persone care perdute usando dati per creare avatar o repliche fisiche. Questo vale per gli affetti, ma anche per funzioni pratiche o desideri (repliche di celebrità). I dati personali raccolti dalle grandi aziende tech diventano la base per replicare le personalità umane. L’intelligenza artificiale ottiene un potere enorme, capace di creare, trasformare e controllare la realtà, forse superando l’umanità. A differenza del potere nucleare, l’AI potrebbe decidere da sola. Questo potere è concentrato in poche mani private che usano dati umani e naturali per addestrare l’AI. L’ibridazione tra umano e artificiale sembra un percorso inevitabile. L’etologia mostra come gli animali smettano di reagire a stimoli falsi. L’intelligenza artificiale sfrutta questa caratteristica umana per creare dipendenza, riducendo la reazione a stimoli segnale. Gli agenti AI, analizzando le persone, usano questa tecnica per renderle dipendenti. Le grandi società tech usano l’AI in modo poco visibile. Esiste un gruppo di esperti che studia come evitare rischi esistenziali dall’AI. Intanto, la finanza cerca profitti e potere crescenti, raccogliendo menti brillanti per sviluppare l’AI. Questo potere interessa anche la politica, che lo usa per influenzare gli elettori e trasformare il controllo dei consumi in controllo delle democrazie. Il capitalismo finanziario, basato sulla moltiplicazione del denaro, ha creato gli artificial influencer e la mercificazione di ogni cosa. Crea dipendenza dalle nuove infrastrutture digitali, trasformando tutto in guadagno. Le grandi aziende tech estraggono profitti e potere dai dati di miliardi di persone. Per il marketing, l’allontanamento dell’uomo dalla sua natura biologica è un’opportunità di guadagno. Molti problemi della civiltà, come sovrappopolazione, distruzione ambientale, accelerazione, bisogno di soddisfazione immediata, peggioramento genetico, perdita di tradizioni e indottrinamento mediatico, vengono sfruttati per profitto. L’artificiale vince sulla natura umana. Nell’era di internet, le persone diventano dati e i dati hanno potere. Manipolare i dati sostituisce capire cosa significano. Finanza, scienza e tecnologia hanno preso il posto di diritto, educazione e politica nel dare un senso alle cose, offrendo risposte veloci. Gli algoritmi guidano mercati e politica, mentre il digitale offre soddisfazione istantanea, riducendo la capacità di pensare. Si vive in una iperrealtà dove è difficile distinguere il vero dall’artificiale. Questa realtà esiste per chi la vive “onlife”. L’AI generale, basata su matematica, supera l’uomo in molti campi ma non capisce le cause profonde del senso, compito di filosofia e politica. Il periodo fino al 2050 è fondamentale per il futuro. C’è un dibattito tra i creatori di AI su cosa farne. All’inizio c’era meraviglia, non paura. Ma la consapevolezza che l’AI ha influenzato le democrazie ha allargato il dibattito sui rischi, anche esistenziali e di controllo. Storici, politici, studiosi, scienziati e ingegneri studiano l’AI e i suoi effetti. Questo ha riportato interesse per il futuro umano e per l’etica. Si riconosce uno spazio per l’etica e la natura umana non ancora mercificata dagli artificial influencer. Mentre l’AI si sviluppa, centri di ricerca, istituzioni e studiosi analizzano le conseguenze dell’uso degli artificial influencer. Sono nati centri per il futuro umano e organizzazioni internazionali si occupano del tema. Lo studio critico dei social media, visti come sofisticati artificial influencer che mercificano la coscienza, cresce. Capire i social media significa affrontare domande fondamentali sull’essere umano. Lavori importanti denunciano come le grandi aziende tech rubino l’attenzione umana. Principi guida per uno sviluppo etico dell’AI sono stati creati a livello globale. C’è impegno per un’AI che sia utile. Il mondo affronta il potere dell’intelligenza artificiale. Educazione, ricerca e diritto collaborano con scienza, tecnologia e finanza etica per costruire il futuro umano. Questo richiede di svegliarsi e decidere chi si è e come andare avanti. Le domande fondamentali sull’esistenza tornano. La risposta non è fissa né data dall’AI, ma cambia sempre. L’era attuale richiede una “renAIssance”, una consapevolezza del cambiamento totale e una decisione su come affrontarlo.Riassunto Lungo
1. L’era dell’artificiale e i suoi effetti
L’evoluzione umana ha conosciuto un’accelerazione straordinaria negli ultimi tempi, soprattutto con l’arrivo dell’agricoltura e poi della rivoluzione industriale. Oggi, l’intelligenza artificiale sta portando un cambiamento ancora più veloce e profondo. Questa nuova forma di intelligenza, essendo non biologica, mette in discussione le nostre vecchie definizioni di vita.Trasformazione Umana e Nuove Disuguaglianze
Alcuni pensano che l’umanità, vista quasi come un “algoritmo superato”, stia per ottenere capacità quasi divine grazie alla tecnologia. Si immagina di superare la morte e di creare nuove forme di vita. Questa prospettiva è legata al “dataismo”, l’idea che l’universo sia un enorme flusso di dati, e suggerisce che umani e sistemi digitali si fonderanno. Un tale potere rischia però di concentrarsi nelle mani di pochissimi, creando una vasta “classe inutile” e aumentando enormemente le differenze tra le persone. Le disuguaglianze globali sono già in crescita, con una grande parte della ricchezza nelle mani dell’1% più ricco. Fattori come il genere e l’origine etnica influenzano ancora molto le opportunità. Tecnologie come l’ingegneria genetica e la digitalizzazione potrebbero creare nuove divisioni, offrendo miglioramenti fisici o mentali solo a chi può pagarli.L’Impatto Umano sul Pianeta e le Tendenze Globali
Viviamo oggi nell’Antropocene, un’epoca in cui l’attività umana è diventata una vera e propria forza geologica, capace di modificare la Terra con materiali come plastica e cemento. Questo controllo umano sul pianeta, reso possibile dalla scienza e dalla tecnologia, alimenta anche l’idea di poter colonizzare altri mondi. L’intelligenza artificiale emerge in questo scenario come un nuovo “superpotere”, un concetto che sembra contraddittorio ma che riflette il tentativo umano di controllare gli elementi fondamentali dell’universo. La tecnologia, spesso guidata da interessi economici, influenza profondamente le grandi tendenze globali. La globalizzazione, spinta dalla tecnologia, facilita lo scambio di idee, denaro e persone in tutto il mondo, ma accelera anche la diffusione di problemi come le pandemie. L’aumento della popolazione nelle città porta alla nascita di metropoli gigantesche con gravi problemi di traffico, inquinamento e disuguaglianze interne. La tecnologia propone soluzioni per gestire e controllare queste sfide, come si vede ad esempio a Singapore.Sfide Demografiche e la Salute come Mercato
L’aumento della popolazione mondiale, l’allungamento della vita e l’invecchiamento generale della popolazione rappresentano sfide importanti per la società e l’economia, specialmente nei paesi più sviluppati. La scienza e il mondo della finanza investono molto nella ricerca contro le malattie e per prolungare la vita. Questo trasforma la salute in un vero e proprio mercato, sempre più basato sull’enorme quantità di dati personali raccolti dalle grandi aziende tecnologiche.Crisi Ambientale e Sostenibilità
Il cambiamento climatico e la necessità di uno sviluppo sostenibile sono temi centrali. L’umanità sta consumando le risorse naturali molto più velocemente di quanto il pianeta riesca a rinnovarle. Questo causa il riscaldamento globale, l’innalzamento del livello dei mari, la mancanza di acqua e la perdita di molte specie viventi. Anche in questo campo, la tecnologia offre possibili soluzioni. Tuttavia, il fatto che il controllo delle risorse essenziali sia sempre più in mani private solleva importanti domande sull’etica e sull’accesso universale a beni fondamentali come l’acqua.Modellare la Vita e la Realtà Digitale
L’ingegneria genetica permette di intervenire direttamente sul DNA, aprendo la possibilità di creare organismi geneticamente modificati e forse, un giorno, di avere una sorta di “catalogo” di caratteristiche umane da poter scegliere e acquistare. Allo stesso tempo, la digitalizzazione sta trasformando ogni aspetto della nostra realtà in dati. Questo crea un nuovo “mappamondo digitale”, un universo di informazioni controllato da algoritmi complessi e dalle grandi aziende tecnologiche che li gestiscono.Il Divario Crescente e le Questioni Etiche
Questa rapida e disomogenea accelerazione tecnologica sta creando una profonda divisione. Da un lato, per un numero ristretto di persone, si profila la possibilità di una vita quasi perfetta grazie alla tecnologia. Dall’altro, la maggior parte del mondo affronta una crescente scarsità di risorse e un aumento delle disuguaglianze. Mentre la finanza, la scienza e la tecnologia corrono velocemente, il diritto, l’istruzione e la politica sembrano faticare a tenere il passo. Questa situazione ci impone di riflettere urgentemente sull’etica e sul significato stesso di una “vita buona”, in un’epoca in cui tutto sembra diventare merce e il controllo sulla nostra esistenza aumenta costantemente.Ma è davvero sensato parlare di “algoritmo superato” e “capacità quasi divine” senza prima chiarire cosa significhi essere umano e quale sia il valore intrinseco della vita?
Il capitolo descrive scenari futuri di trasformazione radicale e nuove disuguaglianze, basandosi su concetti come l’umanità vista come un “algoritmo superato” o l’acquisizione di “capacità quasi divine” tramite la tecnologia. Tuttavia, queste affermazioni sembrano dare per scontate definizioni fondamentali di ciò che costituisce l’essere umano e il valore della sua esistenza al di là della pura efficienza o potenza tecnologica. Per affrontare in modo critico queste visioni, è indispensabile approfondire discipline come la filosofia morale, l’antropologia filosofica e la sociologia. Autori come Hannah Arendt o Zygmunt Bauman possono fornire strumenti concettuali per riflettere sulla condizione umana, sul significato del lavoro e sui rischi della mercificazione e dell’esclusione sociale nell’era contemporanea.2. Il Codice che Plasma la Realtà
L’uso dei dispositivi digitali trasforma le persone in fonti continue di dati, generando profitto per le grandi aziende tecnologiche ogni volta che qualcuno guarda lo smartphone o interagisce con le loro piattaforme e giochi. Al contrario, osservare semplicemente l’ambiente fisico circostante non produce reddito in quel momento. Queste tecnologie digitali creano una realtà mediata che tende a sostituire il contesto fisico, portando a una liquefazione dello spazio e del tempo e al collasso della cultura legata al contesto tradizionale, rendendo difficile per le generazioni più giovani interpretare la cultura tradizionale. Il marketing sfrutta in modo intensivo i dati raccolti per anticipare, indurre e influenzare i comportamenti delle persone, anche quelli più personali come le scelte d’acquisto quotidiane. Utilizzando tecniche basate sulla psicologia e sulle neuroscienze, il marketing digitale agisce sia su meccanismi inconsci che razionali, arrivando persino a ridefinire concetti sociali fondamentali, come quello di “amico”.I Protagonisti del Mondo Digitale
Tra i principali attori di questo scenario, Facebook si presenta come una nuova infrastruttura sociale globale, proponendosi come erede delle forme di aggregazione umane come tribù, città e nazioni. Dichiara l’intento di costruire comunità solidali e affrontare sfide globali, ma ha dimostrato la sua capacità di influenzare gli utenti attraverso esperimenti, come quelli sul “contagio emotivo”, e ha avuto un ruolo in episodi di manipolazione delle elezioni democratiche, come i casi legati a Cambridge Analytica o Brexit. L’obiettivo primario dichiarato è il profitto, ma la sua azione si estende all’influenza sulla sfera del cittadino e sulle regole della convivenza sociale. Anche Google, parte del gruppo Alphabet, domina il mercato della raccolta pubblicitaria online. Raccoglie una quantità immensa di dati attraverso i suoi numerosi servizi, che vanno dalle semplici ricerche online a Gmail, Maps, Android e YouTube. Questi dati permettono di conoscere in profondità le attitudini, le emozioni e persino le reazioni biologiche delle persone. Google utilizza queste informazioni per prevedere e dirigere le scelte individuali, con l’ambizione di diventare una sorta di estensione della mente umana.Costruire la Realtà e il “Mirror World”
In questo contesto, la realtà stessa diventa qualcosa di “fabbricabile”. La pubblicità, che ora è programmata e altamente personalizzata, si basa su una conoscenza dettagliata e profonda dei singoli individui. Le tecniche di persuasione, che hanno radici nelle relazioni pubbliche e nella psicologia, vengono potenziate enormemente dalla tecnologia digitale per influenzare il comportamento di ogni singola persona in modo mirato. Emerge il concetto di “mirror world”, un mondo specchio dove le rappresentazioni digitali e gli ambienti artificiali assumono una centralità crescente. Tecnologie come la realtà virtuale e la realtà aumentata permettono di creare esperienze immersive e persino di immaginare “vite digitali” che continuano dopo la morte fisica. La capacità tecnologica di leggere e scrivere segnali neurali apre scenari futuri in cui potrebbe essere possibile influenzare direttamente pensieri e decisioni.Il Codice come Strumento di Controllo
Oltre alle aziende tecnologiche, anche gli Stati utilizzano il codice per esercitare controllo. Un esempio significativo è il sistema di credito sociale in Cina, che impiega algoritmi e big data per valutare e classificare i cittadini in base a ogni aspetto del loro comportamento, sia online che offline. Il punteggio ottenuto da ogni individuo determina l’accesso a diritti, servizi e privilegi. Questo sistema crea una forma di controllo totale e automatizzato, che non solo valuta ma plasma attivamente i comportamenti delle persone per promuovere l’obbedienza e isolare chi non si conforma, ottenendo punteggi bassi. Sia le grandi aziende tecnologiche occidentali che gli Stati che adottano questi sistemi avanzati di sorveglianza e valutazione utilizzano il “codice” come strumento fondamentale per definire, governare e dirigere la realtà e la vita quotidiana delle persone.Se il “codice” plasma la realtà e le aziende tecnologiche la “fabbricano”, dove finisce la nostra capacità di agire e interpretare il mondo al di fuori dei loro algoritmi?
Il capitolo descrive con forza come le tecnologie digitali e i loro detentori (grandi aziende e Stati) esercitino un potere pervasivo, arrivando a “fabbricare” la realtà e influenzare comportamenti e persino concetti sociali. Questa prospettiva, pur evidenziando aspetti cruciali del presente, rischia di presentare un quadro eccessivamente deterministico, in cui l’individuo appare quasi privo di autonomia di fronte alla potenza del codice e dei dati. Per comprendere meglio questa complessa dinamica e valutare se esista ancora uno spazio significativo per l’azione e l’interpretazione individuale o collettiva al di fuori dei sistemi descritti, è utile esplorare discipline come la filosofia della tecnologia, che analizza il rapporto tra l’uomo e i suoi strumenti, o la sociologia critica, che indaga le strutture di potere nella società. Autori come Marshall McLuhan hanno offerto spunti fondamentali sul modo in cui i media stessi modificano la percezione e la società, mentre pensatori come Michel Foucault hanno analizzato come il potere si eserciti attraverso la costruzione di discorsi e sistemi di controllo che definiscono ciò che è “reale” o “normale”.3. L’Intelligenza Artificiale e il Nuovo Reale
L’intelligenza artificiale si sta affermando come un elemento fondamentale nel mondo di oggi, ponendosi accanto ai regni già conosciuti come quello minerale, vegetale e animale. Questa tecnologia possiede la capacità di imitare funzioni cognitive umane, come l’apprendimento, il ragionamento e la capacità di prendere decisioni autonome. Il suo rapido sviluppo è reso possibile dai continui progressi tecnologici, in particolare nel campo della memoria dei computer, nella potenza dei processori e nella velocità di connessione offerta da reti come il 5G. Questi elementi costituiscono le basi fondamentali del mondo digitale, spesso riassunte in acronimi come AI (Intelligenza Artificiale), Blockchain, Cloud Computing e Data Science.I Dati alla Base dell’Intelligenza Artificiale
I dati sono onnipresenti nella società moderna e vengono raccolti costantemente, anche attraverso l’uso quotidiano di dispositivi come gli smartphone. L’intelligenza artificiale elabora questa enorme quantità di informazioni per identificare schemi complessi e migliorare le proprie prestazioni in modo autonomo. È importante considerare che l’AI viene creata e addestrata con obiettivi specifici in mente, che possono essere legati al profitto economico o al desiderio di potere. Di conseguenza, le decisioni e i risultati prodotti dall’AI possono involontariamente riflettere e amplificare i pregiudizi o le visioni del mondo degli sviluppatori che l’hanno creata.L’Intelligenza Artificiale e l’Influenza sul Comportamento
Nel settore del marketing, l’intelligenza artificiale viene impiegata per analizzare e comprendere a fondo il comportamento delle persone, con l’obiettivo di influenzarlo. I dispositivi digitali che usiamo quotidianamente funzionano come sofisticati strumenti di osservazione, raccogliendo dati sulle nostre abitudini e preferenze. Questa influenza si manifesta in diversi modi: gli algoritmi personalizzano i contenuti che vediamo online e suggeriscono prodotti o servizi in base ai nostri interessi. Inoltre, emergono figure artificiali come modelli virtuali, ad esempio Lil Miquela o Shudu Gram, e robot umanoidi come Sophia, che sono progettati per interagire con le persone. Questi agenti artificiali sono creati per generare un forte coinvolgimento emotivo nel pubblico, con lo scopo ultimo di promuovere prodotti, idee o stili di vita.Gamification e Robotica: Estensioni dell’AI
Anche il mondo dei videogiochi contribuisce a questa crescente influenza, applicando i principi della gamification, ovvero l’uso di meccanismi tipici dei giochi, ad ambiti esterni al gioco stesso, inclusa la vita di tutti i giorni. Gli utenti si ritrovano immersi in ambienti digitali dove i brand inseriscono messaggi pubblicitari in modo integrato, quasi invisibile, sfruttando meccanismi di ricompensa per incentivare determinate azioni o comportamenti. Parallelamente, la robotica permette all’intelligenza artificiale di acquisire una forma fisica, dando vita a robot umanoidi sempre più avanzati. Questi robot sono in grado di simulare emozioni e interazioni che appaiono sempre più simili a quelle umane. L’AI sta imparando non solo a utilizzare ma anche a costruire e perfezionare il proprio corpo artificiale, puntando a una sempre maggiore autosufficienza. Con l’avanzare di queste tecnologie, il confine tra ciò che è umano e ciò che è artificiale diventa sempre più sfumato, e chi detiene il controllo sull’intelligenza artificiale acquisisce un potere di influenza considerevole, capace di modellare la percezione della realtà e condizionare le decisioni individuali su vasta scala.Cosa significa veramente che l’AI possa “creare, cambiare e controllare la realtà”, e su quali evidenze si fonda questa affermazione così potente?
Il capitolo presenta l’intelligenza artificiale come una forza capace di “creare, cambiare e controllare la realtà”, un’affermazione di portata enorme che tuttavia non viene adeguatamente definita o supportata da specifici esempi o argomentazioni nel testo. Questa mancanza lascia il lettore senza gli strumenti per comprendere la base di una simile asserzione, che appare più speculativa che fondata su capacità attuali o chiaramente prevedibili dell’AI. Per esplorare la validità e i limiti di tali affermazioni, è fondamentale approfondire sia le reali capacità tecnologiche dell’AI contemporanea sia le discussioni filosofiche sul concetto stesso di “realtà” e sul rapporto tra tecnologia e percezione. Discipline come la filosofia della tecnologia, l’etica dell’intelligenza artificiale e un’analisi critica delle attuali frontiere della computer science sono essenziali. Autori come Luciano Floridi offrono spunti preziosi per navigare queste complesse intersezioni.5. L’Era dell’Artificiale e la Scelta Umana
L’etologia dimostra come i ragni, di fronte a vibrazioni finte sulla loro ragnatela, smettano progressivamente di reagire. Questo meccanismo di desensitizzazione è una risposta innata che si osserva anche negli esseri umani. L’intelligenza artificiale sfrutta proprio questa caratteristica per creare assuefazione, generando esperienze che riducono la nostra capacità di reagire agli stimoli reali. Gli agenti di intelligenza artificiale, grazie alla loro capacità di analizzare a fondo il comportamento umano, utilizzano questa tecnica per indurre una vera e propria dipendenza nelle persone.L’uso nascosto dell’intelligenza artificiale
Le grandi aziende tecnologiche impiegano l’intelligenza artificiale in modi spesso poco evidenti al grande pubblico. Mentre esiste un ampio movimento globale che riunisce esperti di diverse discipline per studiare come l’umanità possa evitare i rischi esistenziali legati all’intelligenza artificiale, parallelamente, il mondo della finanza investe enormi risorse per sviluppare l’AI al fine di ottenere profitti e potere sempre maggiori. Questa crescente influenza interessa anche la sfera politica, che la sfrutta per condizionare gli elettori e trasformare il controllo sui consumi in un controllo diretto sulle democrazie.Capitalismo finanziario e mercificazione della vita
Il capitalismo finanziario, orientato alla moltiplicazione incessante del denaro, ha dato vita a fenomeni come gli “artificial influencer” e ha portato alla mercificazione di ogni aspetto della vita umana. Questo sistema agisce creando dipendenza dalle nuove infrastrutture economiche e sociali digitali, trasformando ogni interazione e ogni informazione personale in fonte di ricavo. Le grandi società tecnologiche estraggono profitti e consolidano il loro potere sfruttando i dati personali di miliardi di individui in tutto il mondo.L’intelligenza artificiale e la “disumanizzazione”
Dal punto di vista del marketing, l’allontanamento dell’uomo dalla sua natura biologica, un processo descritto da Konrad Lorenz come “processi di disumanizzazione”, rappresenta una vasta opportunità di guadagno. Molti degli aspetti che Lorenz considerava i “peccati capitali” della civiltà, come la sovrappopolazione, la devastazione dell’ambiente, l’accelerazione frenetica della vita sociale, il bisogno impellente di soddisfazione immediata, il deterioramento genetico, la progressiva scomparsa delle tradizioni e l’indottrinamento costante attraverso i media, vengono attivamente sfruttati per generare profitto. In questa nuova era, l’artificiale tende a prevalere sulla natura umana più autentica.L’era dei dati e l’iperrealtà
Nell’era di internet, gli individui vengono ridotti a meri insiemi di dati, e sono proprio questi dati ad acquisire un potere enorme. La manipolazione dei dati prende il posto della comprensione profonda dei loro significati e delle loro implicazioni. Finanza, scienza e tecnologia hanno progressivamente sostituito il ruolo tradizionale del diritto, dell’educazione e della politica nel dare un senso condiviso alla realtà, offrendo risposte rapide ma superficiali. Gli algoritmi guidano e orientano non solo i mercati economici ma anche i processi politici, mentre l’ambiente digitale offre una soddisfazione istantanea che riduce drasticamente la nostra capacità di riflessione critica e ponderata. Si vive in una condizione di iperrealtà, dove diventa sempre più arduo distinguere ciò che è autentico da ciò che è artificiale, una realtà che esiste pienamente per chi la vive costantemente “onlife”. L’intelligenza artificiale generale, basata su interpretazioni puramente matematiche del reale, supera l’uomo in molteplici settori ma è intrinsecamente incapace di comprendere le cause profonde che generano il senso della vita, un compito che tradizionalmente appartiene alla filosofia e alla politica.Il dibattito sul futuro e la risposta etica
Il periodo che ci separa dal 2050 è considerato cruciale per definire il futuro dell’umanità in relazione all’intelligenza artificiale. Tra i creatori stessi dell’AI esiste un dibattito acceso su come indirizzarne lo sviluppo e l’utilizzo. La reazione iniziale di fronte alla potenza dell’AI è stata spesso di meraviglia, piuttosto che di timore. Tuttavia, la crescente consapevolezza che l’AI, specialmente se utilizzata per fini di marketing e controllo, ha già influenzato significativamente i processi democratici, ha allargato il dibattito per includere i rischi più gravi, compresi quelli esistenziali e di controllo sociale diffuso.La ricerca di un futuro umano consapevole
Storici, politici, accademici, scienziati e ingegneri stanno studiando a fondo l’intelligenza artificiale e i suoi molteplici effetti sulla società. Questo rinnovato interesse per il futuro umano ha stimolato un dialogo interdisciplinare sempre più intenso, ponendo l’etica al centro della discussione. Si riconosce l’esistenza di uno spazio per l’etica e per gli aspetti più profondi della natura umana che non sono ancora stati completamente mercificati o manipolati dagli “artificial influencer”. Mentre lo sviluppo dell’AI prosegue a ritmo serrato, centri di ricerca specializzati, istituzioni pubbliche e numerosi studiosi analizzano attentamente le conseguenze dell’uso pervasivo degli “artificial influencer”. In tutto il mondo sono nati centri dedicati allo studio del futuro umano, e organizzazioni internazionali come il World Economic Forum e le Nazioni Unite si occupano attivamente di queste tematiche cruciali.La critica ai social media e i principi etici
Lo studio critico dei social media, visti come sofisticati “artificial influencer” che mirano a mercificare la coscienza stessa degli individui, è in costante crescita. I ricercatori sottolineano come una comprensione approfondita dei social media implichi necessariamente affrontare domande fondamentali sull’essenza stessa dell’essere umano. Importanti lavori di ricerca denunciano con forza l’estrazione sistematica dell’attenzione umana da parte delle grandi aziende tecnologiche come modello di business. A livello globale, istituzioni e gruppi di esperti hanno elaborato principi guida per promuovere uno sviluppo etico dell’intelligenza artificiale, manifestando un impegno diffuso verso una “beneficial AI”, un’intelligenza artificiale che operi a beneficio dell’umanità.Verso una “renAIssance”
Il mondo si trova ad affrontare la sfida imposta dal potere crescente dell’intelligenza artificiale. L’educazione, la ricerca e il diritto sono chiamati a collaborare strettamente con la scienza, la tecnologia e una finanza orientata all’etica per costruire insieme il futuro umano desiderabile. Questo percorso richiede un profondo risveglio di consapevolezza e una decisione collettiva su chi vogliamo essere e su come intendiamo procedere. Le domande fondamentali sull’esistenza e sul significato riemergono con prepotenza. La risposta a queste domande non è predefinita né può essere fornita dall’intelligenza artificiale stessa, ma è un processo continuo e in divenire. L’era attuale non impone semplicemente un cambiamento, ma richiede una vera e propria “renAIssance”, una rinascita della consapevolezza di fronte a una trasformazione totale e la capacità di decidere attivamente come affrontarla.È sufficiente l’esempio dei ragni per dimostrare che l’intelligenza artificiale sfrutta meccanismi innati per creare dipendenza negli esseri umani?
Il capitolo introduce l’esempio dei ragni e della loro desensitizzazione per sostenere l’idea che l’intelligenza artificiale sfrutti meccanismi innati per indurre dipendenza negli esseri umani. Tuttavia, l’analogia tra una risposta etologica osservata nei ragni e la complessa interazione umana con i sistemi digitali, mediata da fattori psicologici, sociali ed economici, presenta delle lacune logiche che necessitano di essere colmate. La “desensitizzazione” e l'”assuefazione” non sono necessariamente lo stesso fenomeno, e l’attribuzione di un’intenzionalità manipolatoria all’AI basata su questa analogia richiede una dimostrazione più robusta. Per approfondire la questione, è consigliabile esplorare studi nel campo della psicologia della dipendenza digitale, della sociologia dei media e della filosofia della tecnologia. Confrontarsi con autori che analizzano l’impatto psicologico e sociale delle piattaforme digitali e il dibattito sull’attribuzione di agency ai sistemi complessi può offrire una prospettiva più completa.Abbiamo riassunto il possibile
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