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Informazioni
“Più intelligenti, più veloci, meglio.” di Charles Duhigg non è il solito libro sulla produttività che ti dice solo di fare liste. È molto più figo perché scava a fondo nel come funziona la nostra mente per essere davvero efficaci. Duhigg esplora perché alcune persone, tipo Atul Gawande, riescono a fare un sacco di cose incredibili senza impazzire. Il punto centrale è la motivazione, che è legata un sacco al senso di controllo che sentiamo, come dimostrano studi sul cervello e casi come quello di Robert. Poi si sposta sui team, e scopri che la sicurezza psicologica è la cosa più importante, non chi c’è dentro, un po’ come ha visto Google col suo Project Aristotle o al Saturday Night Live. L’attenzione è un altro pezzo grosso: come focalizziamo, creiamo modelli mentali per non finire nel “tunnel cognitivo” come nell’incidente Air France 447, ma gestire le cose come il pilota del Qantas 32. E le decisioni? Non è cercare certezze, ma gestire l’incertezza con pensiero probabilistico, tipo i giocatori di poker (Annie Duke) o l’FBI nel caso Janssen. L’innovazione viene dal mischiare idee, essere “broker”, accettando anche un po’ di “disperazione creativa”. E pure gestire i dati è strano, a volte troppe informazioni bloccano, e serve un po’ di “disfluenza” per capirle davvero, come nelle scuole di Cincinnati o alla Chase Bank. Insomma, è un viaggio su come ottimizzare il nostro processo mentale, dalla motivazione personale alla collaborazione di team, dalla gestione dell’attenzione alla presa di decisioni, per essere più intelligenti, più veloci e, beh, migliori.Riassunto Breve
La produttività non significa solo lavorare tanto, ma usare al meglio energia, intelligenza e tempo per ottenere risultati importanti senza sprecare. La motivazione, che spinge le persone ad agire, è legata al senso di controllo. Quando una persona sente di avere il controllo sulle proprie scelte, anche piccole, la motivazione aumenta. Danni a una parte del cervello chiamata striato possono far perdere questa spinta. La motivazione è un’abilità che si impara, rafforzando la convinzione che le proprie azioni influenzino il destino. È importante riscoprire il piacere di scegliere e collegare le azioni quotidiane a obiettivi e valori personali per dare significato.Nei gruppi, l’efficacia non dipende dalle singole persone, ma da come interagiscono. La sicurezza psicologica, cioè sentirsi liberi di esprimersi, rischiare e ammettere errori senza paura, è fondamentale. Team con alta sicurezza psicologica segnalano più errori e imparano meglio. Due cose importanti nei team che funzionano sono dare a tutti lo stesso spazio per parlare e capire le emozioni degli altri. I leader aiutano a creare questa sicurezza.Saper dirigere l’attenzione è cruciale. I modelli mentali, che sono come mappe interne per capire le cose, aiutano a interpretare le informazioni. Avere modelli mentali flessibili e saperli cambiare in base alla situazione permette di concentrarsi su ciò che conta e non farsi bloccare da un solo dettaglio o da reazioni automatiche. Cercare risposte rapide e definitive (bisogno di chiusura cognitiva) può portare a errori se si ignorano segnali importanti.Gli obiettivi aiutano a concretizzare i piani. Obiettivi molto ambiziosi spingono all’innovazione, ma possono scoraggiare se non vengono divisi in passi più piccoli e gestibili con metodi come gli obiettivi SMART. È sempre necessario pensare in modo critico e essere pronti a cambiare idea, anche con obiettivi chiari.Sistemi di gestione efficaci si basano sulla fiducia e sul dare potere decisionale a chi è più vicino ai problemi. Questo approccio, ispirato ai modelli “lean” e “agile”, favorisce l’innovazione e la passione nel lavoro.Prendere decisioni, soprattutto quando non si sa tutto, richiede di valutare le probabilità e considerare diverse possibilità, non cercare certezze assolute. Si può imparare a pensare in modo probabilistico per fare previsioni migliori.Il cervello fa previsioni intuitive basate sull’esperienza. Per migliorare queste previsioni, servono esperienze diverse, anche con fallimenti. L’innovazione spesso nasce combinando idee da campi diversi. Le persone che sanno collegare queste idee sono importanti per la creatività. La creatività non è solo talento, ma un processo che migliora accettando la tensione e introducendo piccoli cambiamenti per non fossilizzarsi.Troppe informazioni possono confondere e impedire di capire (cecità informativa). Elaborare le informazioni in modo più “difficile”, ad esempio scrivendo a mano invece che digitando, aiuta a comprenderle meglio. Interagire attivamente con i dati li rende più significativi.Il processo decisionale può essere strutturato per affrontare problemi complessi. Rendere un compito una scelta personale aumenta la motivazione. Combinare obiettivi ambiziosi con obiettivi concreti aiuta a mantenere la direzione. Ogni scelta è un esperimento da cui imparare. La produttività si basa sul riconoscere le scelte possibili e decidere in modo consapevole, imparando dagli errori per migliorare.Riassunto Lungo
1. Il motore della produttività: controllo e motivazione
La scienza della produttività si occupa di capire come mai alcune persone riescono a essere molto produttive, nonostante le distrazioni e le difficoltà di oggi. Si cerca di scoprire il segreto di chi, come Atul Gawande, riesce a fare bene molte cose diverse senza sembrare affaticato. Essere produttivi non significa solo lavorare di più, ma usare al meglio le proprie energie, la mente e il tempo per ottenere risultati importanti sprecando il meno possibile.Il ruolo del controllo sulla motivazione
Alcune ricerche sul cervello hanno scoperto che la motivazione è collegata al sentirsi in controllo. La storia di Robert, un uomo d’affari che ha perso la motivazione a causa di piccoli danni in una parte del cervello chiamata striato, dimostra questo legame. Lo striato è importante per trasformare le decisioni in azioni. Se questa zona è danneggiata, la voglia di fare può sparire. Anche esperimenti di psicologia lo confermano: quando le persone pensano di poter controllare le proprie scelte, si sentono più motivate, anche per attività noiose. Al contrario, se ci si sente senza controllo, l’interesse e l’entusiasmo diminuiscono.La produttività come scelta consapevole
Quindi, la vera produttività nasce dalla capacità di fare scelte consapevoli che aumentano la motivazione personale. Non si tratta di lavorare tante ore o fare sacrifici enormi, ma di sentirsi in controllo di quello che si fa e si decide. Per essere davvero produttivi, è fondamentale il modo in cui si vedono le situazioni, le storie che raccontiamo a noi stessi e l’ambiente di lavoro che creiamo. Sono questi aspetti, più degli strumenti tecnologici, a fare la differenza tra chi è veramente produttivo e chi è solo occupato.Ma se il controllo è il motore della produttività, come mai persone che controllano perfettamente ogni aspetto della loro vita si sentono spesso improduttive e demotivate?
Il capitolo presenta un’interessante correlazione tra controllo e motivazione, suggerendo che sentirsi in controllo aumenti la produttività. Tuttavia, non esplora a fondo le sfumature di questa relazione. È cruciale considerare che il “controllo” percepito potrebbe essere illusorio o limitato a specifiche aree della vita, mentre la produttività è influenzata da una rete complessa di fattori interni ed esterni. Per comprendere meglio questi aspetti, sarebbe utile approfondire la psicologia della motivazione e le teorie del benessere soggettivo, magari esplorando il lavoro di autori come Daniel Kahneman, che ha studiato approfonditamente i limiti della percezione soggettiva e i fattori che influenzano la felicità e la soddisfazione nella vita, elementi strettamente legati alla percezione di produttività.2. L’Arte di Volere: Sviluppare la Motivazione Personale
Sentire di poter controllare ciò che facciamo e l’ambiente in cui viviamo è essenziale per sentirsi motivati. La motivazione non è qualcosa che abbiamo dalla nascita, ma è una capacità che impariamo e miglioriamo col tempo, proprio come si fa con qualsiasi altra abilità. Prendere decisioni, anche quelle piccole di tutti i giorni, ci aiuta a sentirci più in controllo e capaci, e questo a sua volta aumenta la nostra motivazione interiore.L’importanza del controllo nelle decisioni
Un esempio concreto di come questo principio funzioni nella pratica lo troviamo nell’addestramento dei Marines. Durante l’addestramento, le reclute si trovano spesso in situazioni che richiedono di prendere decisioni in autonomia. Affrontando sfide sempre più difficili, i Marines imparano a fidarsi del proprio giudizio e provano la soddisfazione di superare gli ostacoli grazie alle proprie scelte. Questo percorso formativo fa crescere quella che viene chiamata “convinzione di controllo interno”, cioè la fiducia che il nostro futuro dipenda soprattutto da ciò che facciamo. Questa convinzione è fondamentale per aumentare l’autostima e la determinazione.Il ruolo delle emozioni nella motivazione
La motivazione è anche molto legata alle nostre emozioni. Quando ci manca la motivazione, spesso è perché non riusciamo a sentire un coinvolgimento emotivo, una difficoltà a percepire la soddisfazione che deriva dal sentirsi in controllo e dal prendere decisioni. Per ritrovare la motivazione, è utile riscoprire il piacere di scegliere e di agire in modo indipendente. Per questo motivo, è importante dare valore all’iniziativa personale, incoraggiare l’autonomia fin da bambini, e vedere anche un po’ di “ribellione” come un modo per esprimere la propria capacità di decidere per sé stessi.Dare significato alle proprie scelte
Infine, un altro aspetto fondamentale per alimentare la motivazione è dare un significato a ciò che scegliamo di fare. Quando riusciamo a collegare le azioni di tutti i giorni a obiettivi più grandi e importanti per noi, le nostre azioni diventano espressioni di ciò in cui crediamo e di ciò che vogliamo realizzare nella vita. In questo modo, la motivazione personale diventa più forte, perché le decisioni che prendiamo non sono solo atti di controllo, ma anche affermazioni di ciò che conta davvero per noi.Se la motivazione fosse davvero solo una questione di “controllo”, come spiega il capitolo, non saremmo tutti dei burattini felici nelle mani di chi ci dice cosa fare?
Il capitolo sembra suggerire che la motivazione nasca principalmente dal sentirsi in controllo, una visione forse eccessivamente semplicistica. La motivazione umana è un fenomeno ben più complesso, influenzato da una miriade di fattori che vanno ben oltre il mero controllo percepito. Per comprendere appieno la dinamica motivazionale, sarebbe opportuno esplorare teorie più articolate, come ad esempio quelle sulla motivazione intrinseca e sull’autodeterminazione, approfondendo autori come Deci e Ryan. Inoltre, considerare il ruolo del significato e dello scopo nella vita, come esplorato da autori quali Viktor Frankl, potrebbe offrire una prospettiva più completa e sfaccettata.3. La Sicurezza Psicologica come Chiave del Successo di un Team
Per far funzionare davvero un gruppo di lavoro, non contano tanto le qualità dei singoli, ma soprattutto le regole che il gruppo si dà. Infatti, studi e osservazioni ci dicono che l’elemento più importante è la sicurezza psicologica. Cosa significa? Vuol dire che tutti nel gruppo devono sentirsi liberi di rischiare, dire la propria opinione e riconoscere i propri errori, senza paura di essere giudicati o penalizzati.Le ricerche di Google, chiamate “Progetto Aristotele”, hanno scoperto che non esiste un mix perfetto di persone per creare un team ideale. Sono invece le abitudini del gruppo a fare la differenza. Ad esempio, Amy Edmondson, studiando gli ospedali, ha notato che i team con alta sicurezza psicologica non sbagliano meno degli altri, ma segnalano di più gli errori. Questo permette a tutti di imparare e migliorare continuamente.Un esempio interessante è quello del programma televisivo “Saturday Night Live”. Anche se è un ambiente molto competitivo e pieno di personalità forti, il programma ha successo perché il suo creatore, Lorne Michaels, ha saputo costruire un ambiente dove tutti si sentono abbastanza sicuri per proporre idee, anche quelle più strane o non ancora perfette.In pratica, nei team che funzionano bene si notano due comportamenti principali: tutti parlano più o meno nello stesso modo, nessuno domina la conversazione, e tutti sono molto attenti agli stati d’animo degli altri, cercando di capire cosa provano. Questi aspetti, che devono essere promossi da chi guida il gruppo, sono fondamentali per creare sicurezza psicologica e far sì che il team diventi più intelligente nel suo insieme. Un buon capo deve quindi dare l’esempio, spingendo tutti ad ascoltare gli altri e a essere sensibili, in modo da valorizzare le capacità di ognuno e far nascere una collaborazione efficace.Se il capitolo enfatizza l’importanza di “capire le probabilità” per decisioni efficaci, non rischia di trascurare quelle situazioni in cui le probabilità sono sconosciute o inconoscibili, limitando così la sua applicabilità a contesti complessi e incerti?
Il capitolo sembra dare un’importanza cruciale alla comprensione delle probabilità per prendere decisioni giuste. Tuttavia, in molti contesti reali, specialmente quelli complessi e dinamici, le probabilità non sono facilmente quantificabili o addirittura conoscibili. Concentrarsi eccessivamente sulle probabilità potrebbe portare a trascurare altri approcci decisionali validi in situazioni di incertezza radicale. Per approfondire queste tematiche, potrebbe essere utile esplorare il lavoro di autori come Nassim Nicholas Taleb, che si concentra sull’impatto degli eventi imprevedibili, o Daniel Kahneman, che studia le euristiche e i bias cognitivi che influenzano le nostre decisioni. Esplorare la teoria della decisione in condizioni di incertezza potrebbe arricchire ulteriormente la comprensione di come agire efficacemente in scenari complessi.16. Dal Caos al Controllo: Gestire Innovazione e Dati
L’importanza della collaborazione per l’innovazione
L’innovazione si sviluppa meglio quando c’è collaborazione. I gruppi di lavoro, rispetto ai singoli, tendono a trovare idee più nuove e importanti. La varietà di persone in un team aiuta a portare punti di vista diversi, fondamentali per andare oltre i soliti schemi e trovare soluzioni creative. Un buon esempio è la creazione del film “Frozen”: il film è nato grazie a un processo che prevedeva diContinuous revisioni, commenti critici e la condivisione di esperienze personali. Questo modo di lavorare è stato essenziale per migliorare la storia e i personaggi.Strategie per la gestione efficace dei dati
Nell’era digitale, gestire bene i dati è fondamentale. Avere troppi dati, però, può rendere difficile capire e prendere decisioni. Per gestire dati complessi, possono essere utili strategie come lo “scaffolding”, che consiste nel dare informazioni in modo progressivo, e la “disfluenza”, che introduce una piccola difficoltà perThinking perThinking più a fondo. Una scuola elementare ha migliorato i risultati degli studenti analizzando attentamente i dati. Questo dimostra quanto sia importante saper usare le informazioni in modo utile.Fattori cognitivi e consapevolezza nei processi di innovazione e gestione dati
Avere dati a disposizione non basta per avere successo. Il modo in cui le informazioni sono presentate, chiamato “framing”, ha un grande impatto sulle decisioni. Inoltre, le nostre idee e esperienze passate possono influenzare il modo in cui vediamo le cose nuove, limitando la nostra capacità di accettare idee diverse. Quindi, per gestire bene l’innovazione e i dati, servono strumenti e metodi adatti, ma anche essere consapevoli di come funziona la nostra mente quando dobbiamo essere creativi e imparare.Ma il capitolo si limita a sfiorare la superficie di temi complessi come l’innovazione e la gestione dei dati, non credi?
Il capitolo, pur introducendo concetti importanti come la collaborazione e la gestione dei dati, sembra mancare di un’analisi più approfondita delle sfide reali che le organizzazioni affrontano. Per comprendere meglio la complessità dell’innovazione e della gestione dei dati, sarebbe utile esplorare discipline come la teoria dell’organizzazione, la psicologia cognitiva e la statistica. Autori come Kahneman per la psicologia cognitiva e March per la teoria dell’organizzazione potrebbero offrire una prospettiva più ricca e sfumata.Abbiamo riassunto il possibile
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