1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“Più di metà dell’anima mia” di Erasmo Rotterdam ti immerge nel vibrante mondo dell’Umanesimo rinascimentale, raccontando l’intensa e duratura amicizia tra due figure centrali dell’epoca: Erasmo da Rotterdam e Thomas More. Attraverso le loro lettere e le vicende narrate, esploriamo la vita intellettuale che fioriva tra l’Inghilterra, le Fiandre e città come Basilea, un crocevia di idee, studi e progetti letterari. Vediamo prendere forma opere fondamentali come l’Elogio della Follia, nata quasi per gioco durante una convalescenza, e l’Utopia, un sogno di società ideale che criticava i mali del tempo. Ma il libro non nasconde le difficoltà: i problemi finanziari, la minaccia della peste, i viaggi complicati e le accese polemiche con teologi conservatori e altri intellettuali che non capivano o osteggiavano il loro lavoro. È un affresco vivido di un’epoca di grandi trasformazioni, segnata dalla Riforma Protestante e dai complessi giochi di potere sotto re Enrico VIII e l’imperatore Carlo V, dove l’amicizia e la passione per la cultura umanistica rappresentano un punto fermo in un mondo in rapido cambiamento.Riassunto Breve
L’amicizia tra Erasmo da Rotterdam e Thomas More è un punto centrale nel contesto dell’umanesimo europeo all’inizio del Cinquecento. Erasmo arriva in Inghilterra nel 1499, incontra More e viene introdotto a un circolo di studiosi come Colet, Grocyn e Linacre, apprezzando molto il livello culturale inglese. More supporta attivamente Erasmo, cercando per lui opportunità e stabilità economica, anche tramite figure potenti come l’Arcivescovo Warham e il Cardinale Wolsey, gestendo pagamenti e superando difficoltà pratiche. Durante un soggiorno in Inghilterra nel 1509, ospite di More, Erasmo scrive l’Elogio della Follia, un’opera satirica dedicata a More che critica i vizi umani e riscuote grande successo. More, a sua volta, compone Utopia, ispirata da un viaggio nelle Fiandre; l’opera, che critica i problemi sociali e politici e propone un modello di società giusta, viene promossa e curata per la stampa da Erasmo, ottenendo ampia risonanza tra gli umanisti. Lo scambio tra i due non riguarda solo le opere maggiori, ma anche questioni pratiche come finanze, viaggi e la salute, che è spesso precaria per entrambi e per i loro amici, come dimostra la diffusione della peste e la morte di Andrea Ammonio. Affrontano insieme le sfide del loro tempo: le difficoltà finanziarie, i rischi dei viaggi, e soprattutto le intense controversie intellettuali e religiose. Erasmo, con le sue edizioni del Nuovo Testamento e le opere di San Girolamo, diventa bersaglio di critiche da parte di teologi conservatori, come Henry Standish, Martin van Dorp, Edward Lee e Nicolaas Baechem, che lo accusano di eresia e attaccano il suo lavoro filologico e teologico. More difende Erasmo e lo esorta a rispondere alle critiche, pur consigliando moderazione. Anche More è coinvolto in polemiche, la più nota con Germain de Brie, che attacca la sua poesia e la sua lealtà; More risponde difendendo la sua integrità. La pressione aumenta con la Riforma luterana; Erasmo è sollecitato a schierarsi più decisamente contro Lutero, ma teme il disordine e preferisce chiarire la sua posizione attraverso opere come la Diatriba e l’Hyperaspistes, pur consapevole di non poter soddisfare nessuna fazione. La situazione politica ed ecclesiastica in Inghilterra cambia radicalmente sotto Enrico VIII, che si scontra con la Chiesa. More, dopo una carriera di successo al servizio del re, culminata nella carica di Cancelliere, si dimette nel 1532, ufficialmente per motivi di salute, ma in realtà per la sua opposizione alla politica religiosa del sovrano e al suo divorzio. Si ritira dalla vita pubblica per dedicarsi alla contemplazione e alla preparazione alla morte, un tema che aveva già espresso nella costruzione della sua tomba. La sua vita e le sue scelte finali riflettono il conflitto tra servizio pubblico, ideali umanistici e fedeltà religiosa in un’epoca di profonde trasformazioni. Nonostante le distanze geografiche, le difficoltà e le pressioni esterne, la rete di umanisti, con More ed Erasmo al centro, continua a scambiare idee, manoscritti e supporto reciproco, rappresentando un tentativo di preservare la cultura e promuovere una riforma basata sulla conoscenza e sulla pietà, anche se l’ideale di unità intellettuale e religiosa si scontra con le crescenti divisioni dell’epoca.Riassunto Lungo
1. L’umanista in Inghilterra: amicizie, follia e difficoltà
Erasmo arriva in Inghilterra nel 1499. Qui incontra Thomas More, che è un po’ più giovane di lui. More lo introduce subito all’ambiente culturale inglese. Tra le persone che conosce ci sono Colet, Grocyn e Linacre, tutti molto preparati in latino e greco. More presenta Erasmo anche al giovane principe Enrico, che diventerà re Enrico VIII, cercando di aiutarlo a trovare nuove opportunità. Erasmo è molto colpito dal livello di cultura che trova in Inghilterra e desidera fare nuove amicizie tra gli studiosi grazie all’aiuto di More.L’Elogio della Follia
Durante un successivo soggiorno in Inghilterra nel 1509, Erasmo è ospite di More e si sta riprendendo da una malattia. In questo periodo compone l’Elogio della Follia (Moriae Encomium). L’idea per il titolo nasce in parte dal nome di More, che ricorda la parola greca per follia (moria). L’opera è scritta molto velocemente ed è pensata come uno scherzo letterario per passare il tempo durante la convalescenza. Viene pubblicata a Parigi nel 1511 e ha subito un grande successo. Erasmo spiega che l’opera è una satira che critica i difetti delle persone, ma senza fare nomi specifici. Decide di dedicarla a More, sapendo che lui è capace di apprezzare questo tipo di umorismo intelligente.Difficoltà e lavoro a Cambridge
Negli anni successivi, intorno al 1513, Erasmo si trova a Cambridge. Qui deve affrontare periodi difficili per diversi motivi. C’è la peste, il costo della vita è molto alto e ha problemi di soldi. Nonostante queste difficoltà pratiche, continua intensamente il suo lavoro intellettuale. È aiutato da giovani studiosi come Thomas Lupset. Traduce opere di Plutarco, trovando in esse un grande valore morale. Cerca sostegno economico dedicando le sue traduzioni a persone potenti come Enrico VIII e il cardinale Wolsey. Tuttavia, ottiene principalmente solo promesse di aiuto. Nonostante le difficoltà, riesce a mantenere buoni rapporti con importanti figure inglesi.Davvero un’opera capitale come L’Elogio della Follia può essere liquidata come un semplice “scherzo letterario” scritto per passare il tempo?
Il capitolo, nel descrivere la genesi de L’Elogio della Follia, sembra sminuirne la portata, presentandola quasi come un divertimento estemporaneo legato alla convalescenza. Questa prospettiva rischia di trascurare la profondità satirica, filosofica e teologica dell’opera, che va ben oltre un semplice “scherzo”. Per cogliere appieno il significato e l’impatto di questo testo fondamentale, è necessario approfondire il contesto culturale dell’Umanesimo cristiano, la tradizione della satira rinascimentale e le complesse posizioni di Erasmo sul clero, la società e la natura umana. Lo studio del pensiero di Erasmo nel suo complesso e l’analisi critica dell’opera stessa sono indispensabili. Autori come Johan Huizinga o Eugenio Garin possono offrire spunti preziosi per una comprensione più stratificata.2. Sostegno, Scambi e Contrasti nella Vita Umanistica
Esiste un forte legame tra Thomas More ed Erasmo da Rotterdam, e More agisce come un importante sostenitore di Erasmo in Inghilterra. Si impegna attivamente per assicurargli una stabilità economica. Questo include sforzi per ottenere favori da figure potenti, come l’Arcivescovo di Canterbury Warham e il Cardinale Wolsey. La pensione annuale concessa da Warham a Erasmo, originariamente legata alla rettoria di Aldington, rappresenta una fonte di reddito cruciale per l’umanista olandese. La gestione di questa pensione avviene tramite il banchiere Raffaele Maruffo. Sorgono tuttavia problemi nel pagamento, con ritardi e complicazioni che richiedono l’intervento diretto di More come intermediario tra l’Arcivescovo e il banchiere per risolvere le difficoltà. Una situazione specifica vede More coinvolto in un disguido con le lettere di Erasmo destinate a Warham, che causa confusione riguardo all’avvenuto pagamento della somma dovuta.L’Attività Intellettuale di Erasmo
Mentre le questioni economiche vengono gestite, Erasmo è molto attivo nella sua produzione intellettuale e nei suoi spostamenti. Completa e pubblica opere di grande importanza che consolidano la sua fama, come il Novum Instrumentum, una nuova e influente edizione del Nuovo Testamento, e l’edizione critica delle opere di San Girolamo. Queste pubblicazioni ricevono notevole apprezzamento e riconoscimento nel mondo degli studi. Erasmo viaggia e incontra figure influenti del panorama umanistico e politico, come il vescovo di Basilea e l’amico Pieter Gilles ad Anversa. Accetta anche la nomina a consigliere del giovane Carlo d’Asburgo, futuro imperatore Carlo V, un incarico prestigioso per il quale dedica l’opera Institutio principis christiani, un trattato sull’educazione del principe cristiano.La Vita Pubblica di More e il Contrasto con Erasmo
La vita di More, d’altra parte, è sempre più caratterizzata e assorbita dagli impegni pubblici. I suoi doveri legali e le missioni diplomatiche lo tengono lontano dagli studi. Un esempio è l’ambasciata nelle Fiandre, durante la quale incontra importanti figure come Cuthbert Tunstall, Hieronymus Busleyden e Pieter Gilles, lo stesso umanista amico di Erasmo. Questi incarichi di stato limitano notevolmente il tempo che More può dedicare ai suoi amati studi umanistici e alla ricerca accademica. Questa condizione crea un netto contrasto con la vita di Erasmo, che, pur affrontando le sue sfide, riesce a dedicarsi in modo più continuativo e profondo alla sua produzione intellettuale. Nonostante le difficoltà pratiche e le differenze imposte dalle loro carriere, l’amicizia tra More ed Erasmo e il rispetto reciproco per il lavoro intellettuale rimangono un elemento centrale e duraturo del loro rapporto.Se Erasmo poteva scrivere un trattato per l’Imperatore, perché la vita pubblica di More è vista solo come un ostacolo agli studi?
Il capitolo presenta un netto contrasto tra la vita pubblica di More, descritta come un impedimento ai suoi studi umanistici, e la vita intellettuale di Erasmo. Tuttavia, il capitolo stesso menziona come Erasmo, pur dedicandosi alla produzione intellettuale, abbia accettato un prestigioso incarico pubblico come consigliere di Carlo d’Asburgo, producendo l’importante opera Institutio principis christiani proprio in relazione a questo ruolo. Questa apparente contraddizione suggerisce che il rapporto tra vita intellettuale umanistica e impegno pubblico/politico nel Rinascimento fosse più complesso di una semplice dicotomia. Per approfondire questa dinamica e capire meglio come gli umanisti integravano (o faticavano a integrare) i loro studi con i doveri civici e politici, sarebbe utile esplorare la storia del pensiero politico rinascimentale e il ruolo degli intellettuali a corte e nelle istituzioni. Autori come Quentin Skinner possono offrire prospettive su questo tema.3. Utopia: Dalla Scrittura alla Stampa
L’opera Utopia nasce dall’esperienza dell’autore nelle Fiandre nel 1515. In quel periodo viene scritto il secondo libro, che descrive gli usi e costumi dell’isola immaginaria chiamata Nusquama, un nome che significa “In nessun luogo”. Tornato a Londra nel 1516, l’autore compone il primo libro, dedicato a una critica dei problemi sociali e politici dell’epoca, con un’attenzione particolare alla situazione in Inghilterra.La pubblicazione e la ricezione
Il manoscritto di Utopia viene inviato a Erasmo da Rotterdam, che si occupa della sua stampa a Lovanio alla fine del 1516. L’opera riscuote subito grande interesse, portando a numerose edizioni in diverse città europee e a traduzioni in varie lingue. Nonostante il successo continentale, la versione inglese viene pubblicata solo nel 1551. La pubblicazione di Utopia, fortemente voluta da Erasmo, diffonde il pensiero sociale e politico dell’autore, che unisce l’idea di libertà interiore, tipica della visione cristiana, con la libertà da ogni forma di schiavitù sociale ed economica. L’opera viene accolta con vasta risonanza e approvazione nel circolo degli umanisti.Questioni pratiche nella corrispondenza
L’autore si rivolge a Erasmo per sollecitare la promozione di Utopia tra personaggi influenti e per assicurare che la presentazione del libro sia curata al meglio. Desidera una pubblicazione rapida, anche se incontra qualche opposizione. Nella corrispondenza emergono anche dettagli pratici, come la gestione di pagamenti finanziari destinati a Erasmo da parte dell’arcivescovo, che vengono inviati tramite lettere di credito. Questi pagamenti subiscono ritardi a causa del banchiere coinvolto. Viene inoltre menzionata la necessità di procurare un cavallo per Erasmo. L’autore chiede infine a Erasmo di rivedere i suoi Epigrammi prima che vengano pubblicati, prestando particolare attenzione ai passaggi che potrebbero risultare polemici.È davvero così semplice che il clero inglese abbia “ceduto” al re, o il capitolo omette un processo ben più complesso e cruciale?
Il capitolo accenna al fatto che il clero inglese abbia rinunciato al proprio potere legislativo e riconosciuto l’autorità del re, preparando il terreno per l’Atto di Supremazia. Tuttavia, presentare questo passaggio come una mera “cessione” rischia di semplificare eccessivamente un evento di portata epocale: la rottura con Roma e la nascita della Chiesa d’Inghilterra. Questo non fu un atto isolato, ma il culmine di anni di tensioni, manovre politiche, dibattiti teologici e pressioni legali orchestrate dalla corona. Ignorare la complessità di questo processo, le figure chiave che lo guidarono (come Thomas Cromwell) e le implicazioni legali e dottrinali che ne derivarono, lascia una lacuna significativa nella comprensione del contesto in cui Thomas More prese la sua decisione di dimettersi. Per colmare questa lacuna, è indispensabile approfondire la storia costituzionale e religiosa dell’Inghilterra del primo Cinquecento, studiando il regno di Enrico VIII e le dinamiche che portarono allo scisma anglicano, con particolare attenzione alle figure di Thomas Cranmer e Thomas Cromwell.16. Vita, Uffici e Preparazione per l’Eternità
Thomas More nasce a Londra in una famiglia rispettata. Dopo gli studi, lavora nei tribunali, diventando giudice e vice-sceriffo. La sua carriera lo porta a corte, chiamato da Re Enrico VIII. Qui ricopre diverse cariche importanti, come membro del Consiglio del Re e Cancelliere d’Inghilterra. È anche oratore del popolo e ambasciatore, partecipando a trattati internazionali. Nel suo lavoro, More è apprezzato dal Re e dal popolo, mentre è temuto da chi commette crimini ed eresia.Il Ritiro e la Riflessione
Suo padre, John More, è un giudice stimato, uomo retto e pio. Vive abbastanza per vedere il figlio raggiungere la carica di Cancelliere, per poi morire. Dopo la perdita del padre, Thomas More, che prima era considerato giovane, inizia a sentire il peso dell’età, anche a causa di un dolore al petto. Sentendosi appagato dalle cose terrene, decide di lasciare la sua carica con il permesso del Re. Il suo desiderio è dedicare gli ultimi anni della sua vita alla contemplazione della vita eterna, un desiderio che aveva fin da giovane.Famiglia, Sepolcro e Vita Eterna
Costruisce la sua tomba come un promemoria della morte e vi sposta i resti della sua prima moglie. L’epitaffio sulla tomba indica che è destinata anche a sé e alla sua seconda moglie. La prima moglie, Jane, gli ha dato un figlio e tre figlie. La seconda moglie, Alice, si dedica con affetto ai figli acquisiti. More confessa di non sapere chi delle due gli sia stata o gli sia più cara. Desidera che la tomba e il Cielo li riuniscano, realizzando così ciò che la vita terrena non ha permesso. La tomba serve a prepararsi alla morte non con paura, ma con il desiderio di incontrare Cristo, vedendo la morte come il passaggio verso una vita migliore. Per questo, chiede al lettore di ricordarlo nelle preghiere, sia mentre è in vita sia dopo la sua morte.Il ritiro di Thomas More fu davvero solo una serena scelta spirituale, o il capitolo omette il cruciale contesto politico e religioso che lo portò alla rottura con il Re?
Il capitolo, pur descrivendo il ritiro di More come un desiderio di contemplazione e un senso di appagamento dalle cose terrene, trascura di menzionare il crescente conflitto tra Re Enrico VIII e la Chiesa di Roma, e la posizione di More riguardo a questioni come il divorzio del Re e la supremazia papale. Questo contesto storico è fondamentale per comprendere appieno le motivazioni del suo ritiro (avvenuto nel 1532) e le tragiche conseguenze che ne derivarono, culminate nella sua esecuzione per aver rifiutato di riconoscere il Re come capo supremo della Chiesa d’Inghilterra. Per approfondire questo aspetto cruciale, è utile studiare la storia dell’Inghilterra Tudor e la Riforma Anglicana, leggendo autori come Scarisbrick o Ackroyd.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]
