1. La Famiglia Pentàgora e la Crisi Coniugale
Durante una cena carica di tensione, la famiglia Pentàgora si riunisce attorno al tavolo: il padre Antonio, i figli Niccolino e Rocco, e la sorella Sidora. Rocco, rientrato a casa dopo un evento definito “disgrazia”, si isola, rifiutando il cibo e la conversazione. Antonio cerca di sdrammatizzare, definendo la situazione come una serie di “sciocchezze” e paragonandola a conflitti simili avuti in passato con il proprio padre e le rispettive mogli. Rocco, in preda alla disperazione, cerca aiuto e consiglio prima da Mr. Madden, un professore di lingue, e poi dal professor Blandino, un filosofo, ma entrambi si rivelano incapaci di offrire un supporto concreto. Rocco ha allontanato la moglie Marta dopo aver scoperto alcune lettere compromettenti scritte da un certo Alvignani. La situazione precipita quando Rocco decide di mostrare le lettere al suocero, Francesco Ajala, la cui reazione è furibonda. Agata, madre di Marta, tenta di fare da mediatrice, ma il marito è irremovibile. Ajala si sente tradito e umiliato, e decide di isolarsi in casa, rifiutando ogni contatto con la famiglia. La notte trascorre in un clima di angoscia, con Ajala che si dispera nella sua stanza. Marta, nel frattempo, si rifugia nella sua vecchia camera da ragazza, riflettendo sul suo passato e sul rapporto con Alvignani. Pur non sentendosi colpevole di un vero e proprio tradimento, riconosce di aver agito con imprudenza. La corrispondenza con Alvignani, iniziata come un innocuo scambio intellettuale, era poi degenerata in qualcosa di più complesso. Marta si sente innocente, ma al tempo stesso intrappolata in una situazione intricata e non voluta.2. La Caduta e la Ricerca di Redenzione
Dopo aver confessato alla madre la verità, Marta smette di piangere, ma cova rabbia e disprezzo verso il padre, la cui condanna si esprime con un silenzio assordante. La famiglia vive reclusa in casa, mentre il padre si chiude nel suo dolore, affidando la gestione della conceria al nipote Paolo Sistri. Rocco Pentàgora, marito di Marta, sfida a duello l’Alvignani e torna in paese con un’altra donna, costringendola a vestirsi come Marta, in un crudele tentativo di umiliarla. La situazione esaspera Marta, oppressa dal dolore che la circonda e dall’incomprensione altrui. Paolo Sistri, pur dimostrandosi inadeguato e confuso, cerca di gestire la conceria con impegno per il bene della famiglia. Le cene diventano momenti tristi e silenziosi, con Marta che spesso si isola. La gravidanza la tormenta, le crisi di nervi sono frequenti. Anna Veronica, un’amica del passato, torna a far visita alla famiglia, offrendo conforto e aiuto. Anna si dedica alla preparazione del corredino per il nascituro, mentre Paolo cerca di spiegare a Maria i meccanismi della conceria. Marta, sempre più insofferente, si interroga sui sentimenti di Paolo per Maria. Durante il travaglio, Marta irrompe nella stanza del padre, chiedendo perdono. Il padre viene trovato morto nella sua stanza. Marta partorisce un bambino morto. Il dolore annienta la famiglia. Marta lotta tra la vita e la morte per tre mesi. Anna Veronica si prende cura di lei, portando immagini sacre e recitando il rosario. Durante la convalescenza, Marta è sempre più turbata dal buio e dall’assenza del padre. Paolo, nel frattempo, si impegna nella gestione della conceria, ma la situazione economica peggiora. Una volta ripresasi, Marta si reca in chiesa per confessarsi, ma non riesce a trovare pentimento, si sente vittima di un’ingiustizia e non riesce a perdonare. Il suo cervello sembra arido, incapace di trovare conforto. Marta si rifugia nello studio, ma anche questo non le dà sollievo, si sente diversa, incapace di provare sentimenti. La famiglia è sull’orlo della rovina, Paolo scompare e la conceria viene chiusa. La festa dei santi patroni del paese, con il suo fragore, acuisce il dolore della famiglia.3. La lotta per la dignità
Anna Veronica e Marta si dirigono in chiesa per sciogliere un voto, la madre insiste affinché anche la figlia partecipi, nonostante il suo iniziale rifiuto. La città è animata per la festa dei santi Cosimo e Damiano, tra la folla rumorosa e i venditori ambulanti. Durante la processione, il fercolo dei santi si arresta proprio sotto il balcone di Marta, creando scompiglio e costringendo le donne a rientrare in casa. La figura di Antonio Pentàgora, padre di Rocco, emerge come quella di un uomo cinico, convinto dell’immutabilità del destino, ed è proprio lui a causare lo scandalo durante la processione. Rocco, dal canto suo, è dilaniato dal rimorso e dalla rabbia per la situazione di Marta, e non riesce a trovare pace. La conceria di famiglia è chiusa e la miseria incombe sulle donne Ajala. Un ufficiale giudiziario si presenta a casa Ajala per inventariare i beni, preannunciando lo sfratto. Marta affronta la situazione con dignità, a differenza della madre e della sorella, che appaiono disperate. Anna Veronica cerca di confortare le donne e annuncia che la figlia del barone Troìsi si sposerà, offrendo così un’opportunità di lavoro per il corredo. Nel frattempo, Marta si prepara per gli esami da maestra, determinata a risanare la situazione economica della sua famiglia. Marta si reca al collegio per sostenere gli esami, accompagnata dalla madre. Qui incontra Eufemia, una sua vecchia compagna, e viene evitata dalle altre. La nomina di Marta a maestra è osteggiata da molti, che la ritengono una raccomandata. Rocco, intanto, è furioso per la decisione di Marta di diventare maestra, interpretandola come una sfida al suo orgoglio. Rocco si reca da Anna Veronica, chiedendole di persuadere Marta a rinunciare al posto di maestra. Promette di provvedere al sostentamento della famiglia Ajala, ma solo per una questione di decoro e non per amore. Anna Veronica riferisce la proposta a Marta, che la rifiuta con sdegno, vedendo nelle parole di Rocco un ulteriore tentativo di umiliazione.5. Passioni e Vendette
Marta è intrappolata in una rete di relazioni complesse e indesiderate. Il Falcone, uomo per il quale prova un misto di ribrezzo e pietà, le manifesta un amore inatteso e opprimente. I suoi corteggiatori, Mormoni e Nusco, si contendono le sue attenzioni senza successo, incapaci di suscitare in lei un vero interesse. Nusco arriva a comporre un sonetto per lei, ma Mormoni lo intercetta e lo consegna a Marta, la quale reagisce con sorpresa e imbarazzo. Il Falcone, sempre più audace, coglie l’occasione di un temporale per offrirle il suo ombrello e accompagnarla a casa, un gesto che la turba profondamente, alimentando il suo disagio. Una lettera di Anna Veronica aggiunge ulteriore inquietudine: il marito di Marta è giunto in città per indagare sulla sua vita a Palermo, e la famiglia Miracoli, un tempo vicina alla madre di Marta, si è ora alleata con i Pentàgora, i quali sembrano tramare contro di lei. Marta si sente accerchiata, vittima di un’ingiustizia che la perseguita. La sua innocenza è ignorata, e le colpe del padre e del marito ricadono su di lei, macchiando la sua reputazione. I suoi sforzi di studiare e lavorare per riscattarsi appaiono vani di fronte al peso dell’infamia e delle calunnie. In questo clima opprimente, una lettera di Gregorio Alvignani riaccende una scintilla di speranza. Alvignani, un uomo legato al suo passato, la invita a una conferenza, un pretesto per richiamarla alla vita. Stanco degli intrighi politici di Roma, Alvignani è tornato a Palermo in cerca di pace e di un nuovo inizio. Dopo la conferenza, Alvignani la incontra e la persuade a seguirlo nella sua dimora. Marta, in preda a un’emozione travolgente, si lascia guidare, attratta da lui. Giunti a casa di Alvignani, si ritrovano in un luogo isolato, con una vista magnifica sulla città. L’attrazione reciproca è evidente, ma Marta è consapevole del rischio che sta correndo.6. La Caduta e la Vendetta
Marta, profondamente turbata, lascia la casa di Alvignani, sentendosi smarrita e priva di volontà, interrogandosi sul proprio destino e percependo una forza che la spinge verso una colpa di cui è stata ingiustamente accusata. Cerca di dare un senso alla sua caduta, interpretandola come una forma di vendetta contro le ingiustizie subite. Al ritorno a casa, simula una calma apparente, ma la sera viene travolta da un’ondata di angoscia e rimorso. Decide di scrivere una lettera ad Alvignani, nella quale esprime il suo tormento interiore e la dipendenza emotiva che la lega a lui, ma anche la profonda disperazione per la situazione in cui si trova. Alvignani tenta di attenuare i sensi di colpa di Marta, sostenendo che la sua coscienza gli consente di amarla, ma Marta si sente intrappolata in una morsa tra la menzogna che vive a casa, la tortura che subisce al collegio e il rimorso che la tormenta quando è con Alvignani. Si reca da lui, spinta dal bisogno di sentirsi dire che non è stata vinta, ma che ha scelto liberamente di stare con lui. Alvignani, a sua volta, inizia a prendere coscienza del fatto che Marta non lo ama veramente, ma si aggrappa a lui in un atto di disperazione, e si interroga sulla possibilità che lei lo segua a Roma, pur essendo consapevole della sua condizione e della sua alterigia. La loro relazione prosegue per due mesi, con Marta sempre più oppressa dal peso della colpa. La notizia della malattia del marito di Marta, Rocco Pentàgora, sconvolge entrambi: Marta si sente colpevole per aver desiderato la sua morte, mentre Alvignani si trova di fronte alla possibilità di una riconciliazione. Il professor Blandino, amico di entrambi, giunge a Palermo con l’intento di riconciliare Marta e il marito. Alvignani, incontrando Blandino, finge sorpresa e si mostra favorevole alla riconciliazione, ma Marta, avendo ascoltato di nascosto la conversazione, lo accusa di viltà. In seguito, Marta rivela ad Alvignani di essere incinta, sentendosi ormai perduta e senza via d’uscita. Alvignani, sconvolto dalla notizia, cerca una soluzione, ma Marta rifiuta categoricamente sia di stare con lui sia di tornare con il marito. Sopraffatta dalla disperazione, Marta si sente spinta verso la morte. Incontra Matteo Falcone, che la aggredisce in preda alla gelosia, scambiando Alvignani per il marito. Falcone, in un raptus di follia, viene portato via, mentre Marta, profondamente turbata, fa ritorno a casa. Il giorno seguente, al collegio, viene a sapere che Falcone è stato rinchiuso in manicomio. Nel frattempo, la madre di Marta le comunica che il marito desidera riconciliarsi con lei. Marta rifiuta, sentendosi incapace di accettare il perdono di colui che l’ha ingiustamente accusata. Decide di scrivere al marito, ma non per riconciliarsi. In un ultimo, drammatico incontro con Alvignani, Marta respinge la sua proposta di fuggire insieme e, in un momento di delirio, concepisce un piano estremo: togliersi di mezzo, nella speranza che il marito sposi sua sorella Maria, riparando così a tutto il male commesso.Capitolo 7: La Notte della Tempesta e la Rivelazione Finale
Marta, dopo una notte tormentata, matura la decisione di togliersi la vita, e un cielo cupo, il giorno seguente, sembra presagire l’oscurità della sua scelta. Nonostante il suo animo sia turbato, si mostra insolitamente affettuosa con la madre e la sorella, in un inconsapevole congedo. Vorrebbe scrivere al marito, ma un temporale improvviso la spaventa, offrendole un pretesto per rimandare il suo tragico intento. L’arrivo inaspettato di donna Maria Rosa Juè, che porta la notizia della grave malattia della sua inquilina, la suocera di Marta, sconvolge i piani della donna. Spinta da un misto di pietà e curiosità, Marta decide di accompagnare la Juè, mentre una tempesta di vento e foglie turbina intorno a loro, rendendo il tragitto un’odissea caotica. Giunte alla dimora della moribonda, Marta si confronta con la cruda realtà della morte, osservando la donna che, in fin di vita, invoca il figlio Rocco. Senza esitazione, Marta invia un telegramma per farlo accorrere, e la notte si protrae in una veglia silenziosa, dove i pensieri di Marta si intrecciano con i rumori del vento e il russare dei coniugi Juè, mentre riflette sul suo destino e sull’impellente necessità di un confronto con Rocco prima di compiere il suo gesto estremo. L’indomani, Rocco arriva, segnato dalla malattia, e l’incontro con la madre morente si carica di un’emozione palpabile. La donna, in un ultimo, straziante sforzo, unisce le mani di Marta e Rocco, in un gesto denso di significato. Dopo la morte della madre, Marta svela a Rocco la sua intenzione di lasciarlo libero, confessando di aver accettato l’aiuto di un altro uomo. Rocco, attonito, non riesce a comprendere le ragioni di Marta, che si dichiara ormai perduta a causa delle azioni di lui e degli altri. Nonostante la sua confessione, Marta si preoccupa per il futuro della madre e della sorella, chiedendo a Rocco di prendersi cura di loro. La situazione precipita quando Rocco, in preda alla furia, incalza Marta con domande sulla sua relazione con l’altro uomo, ma lei si rifiuta di rispondere, dichiarando di essere pronta a morire. La loro intensa conversazione viene interrotta dalla morte della madre di Rocco. Dopo la veglia funebre, Marta si prepara ad andarsene, ma Rocco la trattiene, implorandola di non lasciarlo solo, in un momento di passione e disperazione, dichiara di voler dimenticare tutto e di desiderare solo di averla con sé. Marta, tuttavia, si rifiuta, affermando l’impossibilità di un tale scenario. Infine, di fronte al cadavere della madre, Rocco chiede perdono e supplica Marta di rimanere per vegliare insieme la defunta.Abbiamo riassunto il possibile
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