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Contenuti del libro
Informazioni
“Pietro il Grande: La sua vita e il suo mondo” di Robert K. Massie ti catapulta nella Russia del XVII e XVIII secolo, un paese diviso tra tradizioni secolari e la spinta inarrestabile verso la modernizzazione. È la storia di Pietro il Grande, un sovrano fuori dagli schemi, cresciuto tra intrighi di corte e scismi religiosi, che decide di strappare la Russia dal suo isolamento e aprirla all’Occidente. Vedrai le lotte per la successione nella dinastia Romanov, la sanguinosa rivolta degli Streltsy, e come Pietro, fin da ragazzo, si appassiona al mare e alla tecnologia europea. Il libro ti porta dalla vecchia Mosca, con le sue rigide usanze, alla nuova San Pietroburgo, la “finestra sull’Europa” costruita dal nulla con una volontà ferrea. Seguirai la lunga e brutale Guerra del Nord contro il temibile Carlo XII di Svezia, culminata nella decisiva battaglia di Poltava, che cambia gli equilibri di potere in Europa. Scoprirai le riforme radicali di Pietro, dalla burocrazia all’esercito, dalla chiesa alla vita quotidiana, e la sua lotta costante contro la corruzione. Ma è anche un racconto umano, con le sue passioni, i suoi difetti, il difficile rapporto con il figlio Alessio e le figure chiave come Menshikov e Caterina che lo affiancano in questa incredibile trasformazione della Russia.Riassunto Breve
La Russia del diciassettesimo secolo è un paese segnato da intrighi di corte e lotte per la successione, dove le donne come Natalya Naryshkina e Sophia sono coinvolte nel gioco del potere. La società è tradizionale e isolata, con un profondo scisma religioso tra i Vecchi Credenti e la chiesa riformata. In questo contesto cresce Pietro, un giovane curioso e pieno di energia, che si dedica a giochi militari e impara arti manuali. La sua educazione non convenzionale e l’amicizia con stranieri lo portano a scoprire la tecnologia e la cultura occidentale, accendendo in lui la passione per il mare. Questa passione e la sua determinazione lo spingono a voler modernizzare la Russia, aprendola all’Occidente. Dopo aver deposto la reggente Sophia, Pietro inizia a governare, anche se all’inizio si dedica ancora ai suoi interessi. Un viaggio in Europa, la Grande Ambasciata, rafforza la sua convinzione sulla necessità di cambiare. Impara la costruzione navale e osserva la vita occidentale. Al suo ritorno, impone riforme radicali, come il taglio delle barbe e l’adozione di abiti occidentali, incontrando resistenza. La rivolta degli Streltsy viene repressa con brutalità. Pietro riforma il governo con il Senato e i Collegi, cerca di combattere la corruzione, ma questa rimane un problema diffuso. Promuove l’industria, il commercio e l’istruzione, introducendo l’obbligo di servizio allo stato e la Tavola dei Ranghi per promuovere il merito. La sua ambizione principale è ottenere uno sbocco sul Mar Baltico, dominato dalla Svezia di Carlo XII. Inizia la Grande Guerra del Nord. Nonostante una sconfitta iniziale a Narva, Pietro riforma l’esercito e costruisce una flotta. La guerra è lunga e difficile, con battaglie come Poltava che segnano una svolta. La Russia vince e conquista territori baltici. Durante la guerra, Pietro fonda San Pietroburgo su un terreno paludoso, una città che diventa il simbolo della nuova Russia, una “finestra sull’Europa”, costruita con enormi sacrifici umani. Negli anni successivi, continua le riforme, affronta ribellioni interne e cerca espansione verso est e sud. Il suo rapporto con il figlio Alessio è difficile e si conclude tragicamente. Pietro incorona la moglie Caterina come sua successore prima di morire nel 1725. La sua eredità è complessa: trasforma la Russia in una potenza europea, ma usa metodi duri e autoritari.Riassunto Lungo
1. Intrighi di Corte, Rivolte e Scismi Religiosi nella Russia del XVII Secolo
Nella Russia del XVII secolo, la successione al trono è spesso determinata da intrighi e ambizioni familiari. Le donne sono pedine in questo gioco di potere, scelte come spose per lo zar in cerimonie pubbliche, ma sempre soggette a rischi. La famiglia Miloslavsky, ad esempio, si oppone alla scelta di Natalya Naryshkina come sposa di Alexis, temendo di perdere influenza. Nonostante le macchinazioni, il matrimonio si celebra e Natalya introduce cambiamenti culturali, come la musica e il teatro, in contrasto con le rigide tradizioni russe. La nascita di Pietro è un evento gioioso, ma la morte di Alexis e l’ascesa al trono di Fedor, figlio della prima moglie, ribaltano gli equilibri. I Miloslavsky tornano al potere, esiliando Matveev, il protettore di Natalya, e relegando lei e i suoi figli in secondo piano. L’educazione di Pietro inizia in questo contesto, con un tutore che stimola la sua curiosità.L’Ascesa di Sophia e la Rivolta degli Streltsy
La morte di Fedor senza eredi apre una lotta per il potere tra i suoi fratelli, Ivan e Pietro. Nonostante Ivan sia il maggiore, la sua salute cagionevole spinge i boiardi a preferire Pietro, con Natalya come reggente. Tuttavia, la sorella di Ivan, Sophia, si oppone a questa decisione. La società russa del XVII secolo vede le donne relegate a ruoli domestici, con matrimoni combinati e poca autonomia. Le principesse reali, le tsarevnas, vivono isolate nel terem, senza possibilità di matrimonio o vita sociale. Sophia, però, è diversa: intelligente e ambiziosa, emerge dal terem e si fa coinvolgere nella politica. La sua opposizione all’elezione di Pietro e le sue manovre portano a una rivolta degli Streltsy, i moschettieri che proteggono il Cremlino. Gli Streltsy, manipolati da Miloslavsky e altri, si ribellano contro i Naryshkin, massacrando boiardi e funzionari. La situazione si risolve con l’uccisione di Ivan Naryshkin, fratello di Natalya, e l’ascesa al potere di Sophia come reggente. Pietro e Ivan diventano co-zar, ma è Sophia a governare.Lo Scisma Religioso e i Vecchi Credenti
La reggenza di Sophia è subito messa alla prova dai conflitti religiosi. La chiesa russa, durante il dominio mongolo, si era isolata e conservata, opponendosi a qualsiasi cambiamento. Nel XVII secolo, le riforme liturgiche del Patriarca Nikon portano a uno scisma, dividendo la chiesa tra chi accetta le nuove pratiche e i Vecchi Credenti, che rimangono fedeli alle tradizioni. Gli scismatici, o Vecchi Credenti, sperano in un ritorno alle antiche tradizioni con l’ascesa di Sophia al potere, ma lei li reprime con forza. Questo conflitto religioso si intreccia con le lotte politiche, creando un clima di instabilità che segnerà la Russia per molti anni.Se la società russa del XVII secolo relegava le donne a ruoli domestici, con matrimoni combinati e poca autonomia, come ha fatto Sophia, una donna cresciuta nel terem e isolata dal mondo, a sviluppare un’intelligenza e un’ambizione tali da emergere come figura politica di primo piano e orchestrare una rivolta per ottenere il potere?
Il capitolo descrive un contesto sociale in cui le donne erano sistematicamente escluse da qualsiasi forma di potere o influenza politica. Tuttavia, la figura di Sophia emerge in modo contraddittorio, quasi come un’anomalia, senza un’adeguata spiegazione di come abbia potuto acquisire le competenze e la scaltrezza necessarie per navigare le complesse acque della politica di corte e addirittura fomentare una rivolta. Per approfondire questa apparente contraddizione, sarebbe utile esplorare le dinamiche di potere all’interno del terem e il ruolo, seppur limitato, che le donne potevano giocare. Si potrebbe indagare sulle reti di relazioni informali tra le donne di corte, l’accesso all’istruzione e alle informazioni che Sophia potrebbe aver avuto, e il possibile supporto di alleati all’interno del Cremlino. In questo contesto, potrebbe essere interessante analizzare le biografie di altre figure femminili di potere in Russia, come Caterina la Grande, per comprendere meglio i percorsi alternativi che le donne potevano intraprendere per affermarsi in una società patriarcale. Inoltre, un approfondimento di studi di genere sulla Russia del XVII secolo, come quelli di Nancy Shields Kollmann, o di Natalia Pushkareva, potrebbe fornire un quadro più completo del ruolo delle donne nella società e nella politica dell’epoca.2. La Riforma e l’Occidentalizzazione della Russia
Le cerimonie religiose russe, caratterizzate da lunghe funzioni senza posti a sedere e da posture rigide, colpivano i visitatori stranieri per la loro austerità. In questo contesto, il giovane zar Alessio si distingueva per la sua umiltà e devozione, a differenza del patriarca Nikon, figura imponente che ambiva a riformare la chiesa. Nikon, noto anche per essere un instancabile costruttore, realizzò edifici come il monastero della Nuova Gerusalemme, con l’intento di rendere Mosca la nuova sede della fede. La sua severità nel disciplinare clero e laici, con pene severe per i trasgressori, lo rese una figura temuta. Per un certo periodo, Nikon esercitò un potere tale da renderlo quasi un sovrano, ma la sua posizione dipendeva interamente dal sostegno dello zar. Le crescenti tensioni con Alessio portarono infine alla sua deposizione. Nonostante la caduta di Nikon, le sue riforme liturgiche furono mantenute, provocando una forte opposizione tra i fedeli che rifiutavano i cambiamenti, noti come Vecchi Credenti. Guidati da figure carismatiche come l’arciprete Avvakum, i Vecchi Credenti preferirono il martirio piuttosto che rinunciare alle antiche tradizioni. La divisione religiosa si trasformò ben presto in una ribellione contro lo stato, con i Vecchi Credenti che si diedero alla fuga o si autoimmolarono in segno di protesta.Il giovane Pietro e la scoperta dell’Occidente
Durante la reggenza di Sofia, il giovane Pietro, escluso dalla vita politica, si dedicò a giochi militari, arrivando a creare un piccolo esercito personale. La sua passione per l’arte bellica e la sua insaziabile curiosità lo spinsero a esplorare diversi mestieri, tra cui quello del carpentiere e del tornitore. La sua educazione, basata sulla curiosità personale più che su un curriculum formale, lo portò a scoprire una barca di tipo occidentale, evento che segnò l’inizio della sua passione per la navigazione e della sua ammirazione per l’Occidente. Questo interesse lo spinse a costruire imbarcazioni sul lago Pleschev. La sua vita subì un cambiamento quando, per volere della madre, sposò Eudossia Lopukhina, un matrimonio infelice che tuttavia non riuscì a distoglierlo dalla sua passione per il mare.La campagna di Azov e l’inizio dell’occidentalizzazione
Nel 1695, Pietro decise di attaccare la fortezza turca di Azov, un’azione militare motivata sia dalla sua sete di conoscenza sia dalla necessità di difendere i confini russi. La prima campagna si rivelò fallimentare, ma Pietro, con la sua determinazione, si impegnò nella costruzione di una flotta per un secondo tentativo. La morte di Ivan lo rese unico zar. La seconda campagna contro Azov, grazie alla flotta costruita in pochi mesi, fu un successo. Dopo la vittoria, Pietro decise di costruire una flotta marittima e inviò giovani russi a studiare in Occidente. Organizzò inoltre un’ambasciata per studiare la tecnologia e la cultura occidentale, con l’intenzione di viaggiare in incognito.L’Europa del Re Sole e l’Olanda
L’Europa che Pietro si preparava a visitare era dominata dalla figura di Luigi XIV, il Re Sole, e dalla sua corte di Versailles. La Francia rappresentava un modello di potere e cultura, ma anche di intolleranza religiosa. Al contrario, l’Olanda si distingueva come centro di commercio, tolleranza religiosa e innovazione scientifica. La vita in Europa era caratterizzata da importanti progressi scientifici e artistici, ma anche da diffuse malattie e povertà. I russi, con la loro cultura isolata, si trovarono catapultati in un mondo nuovo e spesso incomprensibile.Il viaggio di Pietro in Occidente
Pietro, desideroso di apprendere, si recò in Olanda, dove lavorò come carpentiere nei cantieri navali. La sua visita fu segnata da una profonda curiosità e dal desiderio di apprendere, ma anche dalla difficoltà di mantenere l’incognito. L’Olanda, con la sua ricchezza e tolleranza, lo colpì profondamente. L’incontro con Guglielmo d’Orange, leader politico e militare di grande importanza, fu un altro momento chiave del suo viaggio. L’esperienza in Occidente convinse Pietro della necessità di modernizzare la Russia, dando inizio a un radicale cambiamento nel paese.Se l’obiettivo di Pietro era modernizzare la Russia, perché non ha cercato di replicare il modello olandese di tolleranza religiosa e innovazione scientifica, invece di limitarsi a copiare l’aspetto militare e tecnologico dell’Occidente?
Il capitolo presenta la figura di Pietro il Grande come un modernizzatore, affascinato dall’Occidente e desideroso di importare in Russia le sue conoscenze e tecnologie. Tuttavia, si concentra principalmente sugli aspetti militari e tecnologici di questa “occidentalizzazione”, tralasciando quasi completamente le componenti sociali, culturali e religiose. Viene menzionata l’Olanda come modello di tolleranza e innovazione, in contrasto con la Francia di Luigi XIV, ma non si approfondisce il perché Pietro, pur ammirando l’Olanda, non abbia cercato di replicarne il modello sociale nella sua interezza. Per comprendere appieno le motivazioni di Pietro e le conseguenze delle sue riforme, sarebbe utile approfondire la storia sociale e religiosa russa del periodo, con particolare attenzione alle dinamiche di potere tra lo zar, la chiesa ortodossa e i Vecchi Credenti. Inoltre, per comprendere meglio il contesto europeo e le differenze tra i vari modelli di sviluppo, si potrebbero studiare le teorie di Max Weber sull’etica protestante e lo spirito del capitalismo, o gli studi di Barrington Moore sulle origini sociali della dittatura e della democrazia.3. La Trasformazione di un Imperatore
Pietro il Grande è animato da una curiosità inesauribile e da un’energia travolgente, che lo spingono a cercare nuove esperienze e conoscenze. Nonostante la sua prestanza fisica, è afflitto da disturbi che si manifestano con tic e convulsioni, in particolare quando si trova sotto pressione. Questi problemi di salute lo rendono una figura riservata, specialmente in presenza di estranei. Tuttavia, la sua timidezza non frena il suo spirito intraprendente, che lo porta ad affrontare sfide e a porsi obiettivi ambiziosi.L’Assedio di Azov
L’ambizione di Pietro di dotare la Russia di una flotta lo conduce a intraprendere una guerra contro i Tatari e l’Impero Ottomano. L’assedio di Azov rappresenta un momento cruciale di questo conflitto. Nonostante un primo insuccesso, Pietro non si perde d’animo e dimostra una determinazione incrollabile. Si impegna in prima persona nella costruzione di una flotta, coinvolgendo carpentieri e tecnici, e riesce infine a conquistare la fortezza. La sua ossessione per il mare e la sua volontà di modernizzare la Russia lo spingono a cercare alleati e conoscenze in Occidente, dando inizio a un viaggio che cambierà per sempre il corso della sua vita e il destino del suo paese.La Grande Ambasciata
Il viaggio in Europa, noto come la Grande Ambasciata, segna un punto di svolta per Pietro e per la Russia. Viaggiando in incognito, sotto il nome di Piotr Michajlov, il sovrano russo si immerge completamente nella cultura e nella tecnologia occidentali. Il suo desiderio di apprendere è inesauribile: studia la costruzione navale, visita fabbriche e officine, incontra scienziati e artigiani. La sua esperienza in Olanda, dove lavora come carpentiere in un cantiere navale, è particolarmente significativa. Pietro non si limita a osservare, ma partecipa attivamente, imparando con le proprie mani i segreti della costruzione navale olandese.La Trasformazione di un Imperatore
L’esperienza in Occidente trasforma profondamente Pietro, il quale torna in Russia con una visione chiara e la ferma determinazione di modernizzare il suo paese. Le conoscenze acquisite, le relazioni instaurate e l’apertura mentale sviluppata durante il viaggio pongono le basi per le riforme radicali che intraprenderà negli anni successivi. L’influenza europea si diffonde in Russia, innescando un processo di trasformazione che coinvolge ogni aspetto della società, dall’esercito all’economia, dalla cultura all’amministrazione. L’apertura all’Occidente voluta da Pietro segna un punto di svolta epocale, non solo per la Russia, ma per l’intera Europa.Se da un lato il capitolo descrive la repressione della rivolta degli Streltsy come un atto di brutalità e autoritarismo, dall’altro afferma che Pietro si impegnò in festeggiamenti e banchetti subito dopo il suo ritorno: come si conciliano queste due azioni apparentemente contraddittorie, e quale impatto ebbero sulla percezione del potere di Pietro da parte del popolo e della nobiltà?
Il capitolo presenta un’apparente contraddizione tra la brutalità della repressione e l’atmosfera festosa che seguì il ritorno di Pietro. Per comprendere appieno questa dinamica, sarebbe utile approfondire la psicologia politica e la sociologia delle emozioni, in particolare come i leader utilizzano un mix di paura e celebrazione per consolidare il potere. Autori come Niccolò Machiavelli e Gustave Le Bon potrebbero offrire spunti interessanti su come la gestione delle emozioni collettive influenzi la stabilità politica e la percezione del leader. Inoltre, un’analisi più dettagliata del contesto sociale russo dell’epoca, attraverso studi di storici come Richard Pipes o Orlando Figes, potrebbe chiarire come la nobiltà e il popolo reagirono a queste azioni e come ciò influenzò la legittimità del potere di Pietro.23. La Russia di Pietro il Grande: Tra Conflitti, Fede e Giochi d’Infanzia
La Russia del XVII secolo era un paese di contrasti, una società rigidamente strutturata, con il potere concentrato nelle mani dello zar, figura quasi divina, e dei boiardi, la nobiltà terriera. La capitale, Mosca, era una città di legno, brulicante di vita ma anche di pericoli, dove le donne vivevano relegate in un mondo a parte, con ruoli ben definiti e limitati.La lotta per il trono
In questo contesto, la morte dello zar Alexis e la successiva ascesa al trono di suo figlio Pietro segnarono l’inizio di un periodo di grandi cambiamenti. La successione, tuttavia, non fu semplice. Due erano i pretendenti: Ivan, figlio del primo matrimonio di Alexis, e Pietro, figlio del secondo. La lotta per il potere sfociò in una sanguinosa rivolta degli Streltsy, i moschettieri al servizio dello zar. Questo evento traumatico segnò profondamente Pietro, che sviluppò un odio viscerale per il Cremlino, Mosca e le tradizioni ortodosse. La rivolta portò al potere la sorellastra di Pietro, Sophia, che divenne reggente.La Russia divisa dalla religione
Durante la reggenza di Sophia, un grande scisma religioso scosse la Russia, causato dalle riforme liturgiche del patriarca Nikon. Nacquero così i Vecchi Credenti, un movimento che rifiutava le innovazioni e si opponeva sia alla Chiesa ufficiale che allo Stato. In questo clima di instabilità politica e religiosa, il giovane Pietro trascorse la sua infanzia a Preobrazhenskoe.L’infanzia di Pietro
Lontano dalla corte, Pietro si dedicò a giochi militari e all’apprendimento di arti manuali. La sua curiosità lo spinse a esplorare il mondo circostante, imparando da artigiani e stranieri. Fu proprio questa sete di conoscenza che lo portò a scoprire una vecchia barca di tipo occidentale, evento che accese in lui la passione per il mare e per la tecnologia occidentale. La sua educazione non convenzionale sviluppò in lui un forte senso pratico e una profonda avversione per le tradizioni e le formalità. Questo lo portò a rifiutare il matrimonio combinato con Eudoxia Lopukhina, che non condivideva i suoi interessi e le sue passioni. L’infanzia di Pietro, segnata da conflitti e scoperte, lo preparò a diventare un sovrano riformatore, pronto a trasformare la Russia in una potenza moderna.Se l’odio di Pietro per il Cremlino, Mosca e le tradizioni ortodosse era così “viscerale”, come mai lo scisma religioso, con la nascita dei Vecchi Credenti, avvenne *durante* la reggenza di Sophia e non *dopo* l’ascesa al potere di Pietro, che pure era avverso a quelle stesse tradizioni?
Il capitolo descrive un Pietro il Grande profondamente segnato dalla rivolta degli Streltsy, al punto da sviluppare un odio “viscerale” per le tradizioni ortodosse. Tuttavia, lo scisma dei Vecchi Credenti, una chiara manifestazione di opposizione alle riforme liturgiche e quindi alle tradizioni, si colloca temporalmente *prima* del suo regno effettivo. Questo solleva un dubbio: se Pietro era così contrario alle tradizioni, perché non appoggiò, o quantomeno non si manifestò, un movimento di opposizione *durante* il suo regno? Per comprendere meglio questa apparente incongruenza, sarebbe utile approfondire la storia religiosa russa, con particolare attenzione alle dinamiche di potere tra Chiesa e Stato. Si potrebbe inoltre esplorare la psicologia di Pietro, analizzando come traumi infantili e ambizioni personali abbiano influenzato le sue scelte politiche e religiose. In particolare, un’analisi delle opere di Nikolaj Karamzin, considerato il padre della storiografia russa, potrebbe fornire un quadro più chiaro del contesto storico e religioso dell’epoca.Abbiamo riassunto il possibile
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