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Contenuti del libro
Informazioni
“Pianeta Terra. Una storia non finita” di Carlo Doglioni ti porta dentro il cuore del nostro pianeta, mostrandoti che non è affatto fermo, ma un sistema super dinamico con una struttura a strati, dalla crosta al nucleo. Scoprirai come la tettonica delle placche, mossa da forze interne ma forse anche da quelle astronomiche, modelli tutto, creando terremoti e vulcani – pensa all’Italia, un esempio perfetto di questo dinamismo con Alpi, Appennini e Campi Flegrei. Ma la Terra non è solo geologia: le rocce e i fossili raccontano la storia incredibile dell’evoluzione della vita, delle estinzioni di massa, dei supercontinenti che si formano e si spezzano, delle glaciazioni che cambiano tutto. E poi ci siamo noi, l’uomo, che siamo parte di questa storia, ci siamo evoluti qui e ora siamo diventati una forza così potente da influenzare il clima e i processi naturali, entrando nell’Antropocene. Il libro esplora questo rapporto complesso, i rischi geologici, il cambiamento climatico e l’importanza della geoetica per capire come vivere in modo responsabile su questo pianeta che è una storia ancora tutta da scrivere.Riassunto Breve
La Terra presenta una struttura a strati concentrici, con una crosta esterna sottile, un mantello spesso e un nucleo centrale. Il nucleo interno è solido, mentre quello esterno è liquido e genera il campo magnetico. La litosfera, composta dalla crosta e dalla parte superiore rigida del mantello, è divisa in placche che si muovono. Questo movimento è guidato da forze interne, come la convezione del calore dal nucleo e il tiro delle placche che sprofondano, ma anche da forze esterne, come la rotazione terrestre e le attrazioni gravitazionali di Luna e Sole, che possono causare una deriva generale della litosfera. Il dinamismo terrestre si manifesta con terremoti, che sono rilasci di energia lungo le faglie, e con l’attività vulcanica, dove il magma risale in superficie. Le rocce registrano questa storia, classificandosi in ignee, sedimentarie e metamorfiche, e i fossili contenuti nelle rocce sedimentarie forniscono informazioni sulla vita passata e sugli ambienti antichi. La stratigrafia studia la successione degli strati rocciosi per datare gli eventi geologici. Il paesaggio è modellato da processi interni che creano rilievi e processi esterni che li erodono. La storia della Terra è segnata dalla co-evoluzione con la vita, iniziata con molecole organiche e sviluppatasi con la fotosintesi e l’accumulo di ossigeno, che ha permesso la formazione dello strato di ozono e la colonizzazione delle terre emerse. L’evoluzione procede tramite selezione naturale e mutazioni. Eventi catastrofici come impatti di asteroidi e supereruzioni vulcaniche causano estinzioni di massa, che aprono la strada a nuove forme di vita. Le glaciazioni, influenzate da cicli astronomici, modificano il clima e il livello del mare, condizionando le migrazioni, inclusa quella umana. L’uomo moderno si diffonde globalmente e sviluppa tecnologia, diventando una forza capace di modificare i processi naturali, portando alla proposta di una nuova epoca geologica, l’Antropocene. Le caratteristiche geologiche di un luogo influenzano lo sviluppo delle comunità umane, condizionando insediamenti, attività e cultura. L’uomo utilizza le risorse della Terra, ma le sue attività, in particolare l’aumento della CO2 atmosferica, intensificano l’effetto serra e causano il riscaldamento globale, ponendo rischi per la sopravvivenza. La scienza offre strumenti per studiare questi cambiamenti e sviluppare strategie di adattamento e mitigazione. Diverse etiche ambientali propongono modi di interagire con la natura, riconoscendo il valore intrinseco degli ecosistemi. La geoetica riflette sui valori che guidano l’interazione umana con la geosfera, promuovendo una gestione responsabile delle risorse e dei rischi. Eventi internazionali e documenti cercano di stabilire un patto tra uomo e pianeta per promuovere lo sviluppo sostenibile. La difesa dai rischi geologici si basa sulla prevenzione, che richiede conoscenza scientifica, monitoraggio, pianificazione ed educazione. Comprendere la Terra richiede lo studio di molte aree diverse, dalla composizione delle rocce ai processi biologici e all’interazione umana, utilizzando risorse come libri, organizzazioni scientifiche e l’osservazione diretta della natura.Riassunto Lungo
1. Le Forze Che Modellano il Pianeta
La Terra ha una forma fatta a strati, come una cipolla gigante. C’è uno strato sottile fuori, che è la crosta. Sotto c’è uno strato molto più spesso chiamato mantello. Al centro di tutto si trova il nucleo. Il nucleo è fatto soprattutto di ferro e nichel; la parte esterna è liquida e crea il campo magnetico del pianeta, mentre la parte interna è solida. Il mantello è fatto di rocce speciali chiamate silicati e occupa la maggior parte dello spazio dentro la Terra. La crosta e la parte più alta e rigida del mantello formano uno strato che si chiama litosfera. Questo strato esterno non è un pezzo unico, ma è diviso in grandi “zolle” che si muovono.L’energia che viene da dentro e il movimento delle placche
Tutto quello che succede in natura sul nostro pianeta, anche i movimenti che avvengono in profondità, è spinto da differenze. Queste differenze possono essere di temperatura, di pressione o di quanto è densa una cosa. Il calore che c’è dentro la Terra viene da quando si è formata e anche da elementi che si rompono (decadimento radioattivo). Questo calore si sposta verso l’esterno grazie a un movimento lento e continuo nel mantello, come l’acqua che bolle in una pentola (convezione). Le grandi zolle di roccia della litosfera si spostano sopra uno strato del mantello che è meno rigido, chiamato astenosfera. Le zolle possono allontanarsi l’una dall’altra, creando nuova crosta sul fondo degli oceani. Possono anche avvicinarsi, e in questo caso una zolla scivola sotto l’altra (questo si chiama subduzione) formando le montagne. Oppure possono semplicemente scivolare una di fianco all’altra.Cosa spinge le placche a muoversi?
La domanda su quale sia la forza principale che spinge queste grandi zolle a muoversi è ancora molto discussa tra gli scienziati. Alcuni modelli che usiamo da tempo pensano che la spinta venga soprattutto da dentro la Terra. Questi modelli dicono che il movimento delle placche è causato dalla convezione nel mantello, cioè quel lento ribollire di roccia calda. Pensano anche che un ruolo importante lo abbia il peso delle placche che sprofondano nelle zone di subduzione, tirando dietro il resto della zolla (questo si chiama “slab pull”). Quindi, secondo questa idea, le forze che muovono tutto vengono principalmente dall’interno del pianeta.Il possibile ruolo delle forze esterne
Tuttavia, ci sono prove che fanno pensare che anche forze che vengono da fuori la Terra abbiano un ruolo fondamentale. Queste forze esterne includono la rotazione stessa del nostro pianeta e la forza di gravità della Luna e del Sole. Queste attrazioni dallo spazio potrebbero spingere la litosfera a spostarsi in generale verso ovest rispetto al mantello che sta sotto. Questa idea di uno spostamento generale verso ovest sembra spiegare alcune cose che osserviamo. Per esempio, spiega perché le zone dove una placca scivola sotto l’altra (le zone di subduzione) non sono simmetriche. Spiega anche perché la velocità con cui si muovono le placche sembra legata a quanto è fluida o “viscosa” l’astenosfera sotto di esse. È probabile che sia la combinazione di queste forze che vengono da dentro e quelle che vengono da fuori a creare una tensione costante nella litosfera e a guidare tutti i movimenti del pianeta.Se la forza principale che muove le placche è “ancora molto discussa”, come si può attribuire un ruolo “fondamentale” a forze esterne il cui meccanismo preciso non è dettagliato?
Il capitolo evidenzia giustamente come la questione delle forze motrici della tettonica delle placche sia oggetto di dibattito scientifico. Mentre le forze interne come la convezione del mantello e lo “slab pull” sono ampiamente riconosciute, l’introduzione di forze esterne come la rotazione terrestre o le forze mareali come potenzialmente “fondamentali” necessita di maggiore approfondimento sui meccanismi specifici che le legano ai movimenti osservati, come la presunta deriva verso ovest. Per comprendere meglio questo dibattito e le prove a supporto delle diverse ipotesi, è utile studiare la geofisica e la geodinamica, esplorando le ricerche di autori che propongono modelli che integrano o enfatizzano il ruolo delle forze esterne rispetto ai modelli tradizionali basati prevalentemente sull’energia interna del pianeta.2. Il Cuore Mobile della Terra: Terremoti, Vulcani e la Memoria delle Rocce
La crosta terrestre è in costante trasformazione, un dinamismo che si manifesta attraverso fenomeni potenti come i terremoti. I terremoti sono il rilascio rapido dell’energia che si accumula nelle rocce, causato dallo scivolamento improvviso lungo le faglie. L’energia liberata varia a seconda dell’ambiente geologico, distinguendo diversi tipi di scosse. La maggior parte dell’energia sismica si concentra a circa quindici chilometri di profondità, dove le rocce passano da un comportamento fragile a uno più elastico. Le faglie possono rimanere bloccate per lunghi periodi, accumulando tensione che viene poi rilasciata in un istante. La frequenza dei terremoti diminuisce man mano che la loro intensità aumenta, seguendo una relazione ben definita. Anche fattori esterni, come le maree, possono influenzare l’attivazione di queste faglie. Lo studio di deformazioni, fluidi e sismicità mira a migliorare la previsione di questi eventi.I Vulcani: Forze Creative e Distruttive
I vulcani rappresentano un altro aspetto fondamentale del dinamismo terrestre. Essi offrono risorse preziose, come energia geotermica e terreni fertili, ma presentano anche rischi significativi, come eruzioni esplosive, colate di lava e nubi di cenere. L’attività di un vulcano dipende molto dalla fluidità del magma al suo interno. I vulcani che contengono magma denso tendono a eruttare in modo più esplosivo e violento, anche se queste eruzioni sono meno frequenti. Questo tipo di attività può avere conseguenze devastanti, come dimostrano aree come i Campi Flegrei in Italia. Anche le eruzioni vulcaniche sembrano mostrare una certa correlazione con i cicli astronomici, suggerendo influenze cosmiche sui processi terrestri.Le Rocce, i Fossili e la Stratigrafia: Leggere la Storia della Terra
Le rocce sono come pagine di un libro che racconta la storia della Terra. Si formano in modi diversi: le rocce ignee nascono dal raffreddamento e dalla solidificazione del magma; quelle sedimentarie si creano dall’accumulo e dalla compattazione di materiali depositati nel tempo; le rocce metamorfiche derivano dalla trasformazione di rocce preesistenti a causa di elevate pressioni e temperature. Studiare le rocce, i minerali che le compongono e i fossili in esse contenuti permette di ricostruire non solo la storia geologica del pianeta, ma anche gli ambienti che esistevano milioni di anni fa. I fossili, che sono i resti conservati di organismi vissuti nel passato, si trovano principalmente nelle rocce sedimentarie. Attraverso i fossili, possiamo ottenere informazioni preziose sugli ecosistemi antichi e persino sui grandi movimenti che hanno spostato i continenti nel corso delle ere geologiche. La stratigrafia è la disciplina che studia la successione degli strati rocciosi. Analizzando l’ordine in cui gli strati si sono depositati, si possono datare gli eventi geologici che li hanno formati, basandosi su principi come la sovrapposizione e il contenuto di fossili caratteristici. Anche le variazioni del livello del mare, chiamate eustatismo, lasciano la loro traccia nella stratigrafia, influenzate da cicli astronomici e tettonica.Il Paesaggio e l’Italia: Forme del Territorio e Studio Geologico
Il paesaggio che vediamo intorno a noi è il risultato di un continuo scontro tra forze diverse. I processi endogeni, che agiscono dall’interno della Terra, tendono a creare rilievi come montagne e vulcani. I processi esogeni, invece, che agiscono dall’esterno (come vento, acqua, ghiaccio), lavorano per erodere e smantellare questi rilievi. La geomorfologia è la scienza che si dedica allo studio di queste forme del paesaggio e dei processi che le hanno generate e le continuano a trasformare. Uno strumento essenziale per comprendere la geologia di un’area è la carta geologica, fondamentale per la pianificazione territoriale e per valutare i rischi naturali. L’Italia rappresenta un esempio straordinario di questo dinamismo terrestre. La sua conformazione geografica e la varietà geologica, con la presenza di vulcani attivi, zone ad alto rischio sismico e una grande diversità di rocce, l’hanno resa un luogo cruciale per lo sviluppo della geologia come scienza, con molti studiosi che hanno posto le basi per la comprensione dei processi terrestri. La forma attuale del territorio italiano è il risultato diretto della collisione, ancora in atto, tra la placca africana e quella europea, che ha dato origine alle grandi catene montuose delle Alpi e degli Appennini.Ma quanto è scientificamente provato che i cicli astronomici influenzino in modo significativo le eruzioni vulcaniche, come il capitolo sembra suggerire?
Il capitolo accenna a una correlazione tra eruzioni vulcaniche e cicli astronomici, ma questa affermazione, se non adeguatamente contestualizzata, può risultare fuorviante. La comunità scientifica dibatte l’entità e la significatività di tali influenze rispetto ai ben più potenti processi endogeni che governano il vulcanismo. Per comprendere meglio questo punto controverso, è utile approfondire la geofisica e la vulcanologia, studiando i meccanismi interni che portano alle eruzioni e confrontandoli con le potenziali (e spesso marginali) forze esterne. Autori che si occupano di geodinamica e vulcanologia possono fornire una prospettiva più completa sul dibattito scientifico in corso.3. La Danza Cosmica di Terra e Vita
La Terra si è formata partendo da polvere e gas presenti nello spazio. Al suo interno si è creato un nucleo di ferro che ha dato origine a un campo magnetico, fondamentale per proteggerci. La forza di gravità ha permesso la formazione di un’atmosfera intorno al pianeta. Man mano che la Terra si raffreddava, la sua superficie si è solidificata formando la crosta. Le eruzioni dei vulcani hanno rilasciato gas, creando una nuova atmosfera ricca di anidride carbonica e vapore acqueo. Quando il vapore si è condensato, sono iniziate le piogge che hanno formato gli oceani. La presenza di acqua liquida è stata ed è tuttora essenziale per la vita. Alcune tracce di carbonio organico, trovate in rocce molto antiche di circa 4,1 miliardi di anni fa, fanno pensare che le prime forme di vita fossero già presenti in quel periodo.L’Emergere della Vita e l’Ossigeno
La vita è probabilmente nata da molecole organiche capaci di riprodursi da sole. All’inizio, questi organismi si nutrivano di altre sostanze organiche presenti nell’ambiente. In seguito, si è sviluppata la fotosintesi, un processo che usa la luce del sole per produrre energia e che ha come scarto l’ossigeno. L’accumulo di ossigeno nell’aria ha cambiato radicalmente il pianeta. Per molti organismi che vivevano senza ossigeno, questo cambiamento è stato catastrofico e ha causato la prima grande estinzione di massa. Tuttavia, l’ossigeno ha permesso lo sviluppo di organismi capaci di usarlo per vivere (organismi aerobici). Inoltre, l’ossigeno ha contribuito a formare lo strato di ozono nell’alta atmosfera, che ci protegge dalle radiazioni dannose del sole e ha reso possibile per la vita spostarsi dall’acqua alla terraferma. L’ossigeno ha anche reagito con il metano, un gas serra, riducendo l’effetto serra e contribuendo a innescare periodi di glaciazione.Evoluzione, Catastrofi e Cambiamento
La vita sulla Terra si è evoluta attraverso meccanismi come la selezione naturale. Questo processo agisce sulle piccole e casuali modifiche (mutazioni) che avvengono nel codice genetico degli organismi, favorendo quelli più adatti a sopravvivere nel loro ambiente. La storia del nostro pianeta è caratterizzata da grandi cicli geologici, come la formazione e la successiva separazione di supercontinenti enormi, come la Pangea o la Rodinia. Accanto a questi lenti cambiamenti, ci sono stati eventi improvvisi e violenti, come l’impatto di grandi asteroidi o eruzioni vulcaniche gigantesche. Questi eventi catastrofici hanno spesso causato estinzioni di massa, riducendo enormemente il numero di specie viventi. Nonostante la perdita di biodiversità, le estinzioni hanno anche liberato spazio e risorse, aprendo la strada allo sviluppo di nuove e diverse forme di vita.L’Era delle Glaciazioni e l’Uomo
I periodi di glaciazione, influenzati da cicli naturali legati all’orbita terrestre e da altri fattori, hanno avuto un impatto enorme sul clima e sul livello dei mari. Questi cambiamenti hanno costretto molte specie a spostarsi, influenzando anche le migrazioni degli esseri umani. Il genere umano, Homo, si è evoluto in Africa. Qui, i nostri antenati hanno sviluppato strumenti e imparato ad adattarsi a diversi ambienti. La specie Homo sapiens si è poi diffusa in tutto il mondo. Per un certo tempo, abbiamo convissuto con altre specie umane, come l’Homo neanderthalensis, che in seguito si sono estinte per ragioni ancora studiate.L’Influenza Umana e l’Antropocene
Quando l’ultima grande glaciazione è finita, il clima è diventato più stabile, creando le condizioni favorevoli per lo sviluppo dell’agricoltura. Questo ha permesso agli esseri umani di stabilirsi in un luogo e creare villaggi e città. Con il tempo, l’uomo moderno ha sviluppato la cultura, la tecnologia e la capacità di modificare l’ambiente in modi sempre più profondi. L’influenza delle attività umane sui processi naturali della Terra è diventata così significativa da suggerire l’inizio di una nuova era geologica, chiamata Antropocene. Le tracce di questa epoca, caratterizzate dall’impatto umano, si stanno già depositando negli strati geologici più recenti del pianeta.Ma l’epoca che viviamo è davvero l'”era antropozoica”, o si tratta di un concetto ancora in cerca di una definizione condivisa e delle sue reali implicazioni?
Il capitolo introduce il concetto di “era antropozoica” come se fosse un dato di fatto consolidato. Tuttavia, la definizione formale e l’inizio di questa presunta epoca geologica sono ancora oggetto di acceso dibattito scientifico. Per comprendere appieno le implicazioni di tale concetto e le ragioni della sua controversia, è utile approfondire gli studi di stratigrafia e geologia del Quaternario, e leggere autori che partecipano attivamente al dibattito sulla definizione dell’Antropocene.5. Esplorare la conoscenza della Terra
Comprendere la storia e il funzionamento del pianeta Terra richiede lo studio di molte aree diverse. Queste includono la composizione delle rocce, le leggi fisiche che regolano i movimenti interni, i processi biologici legati allo sviluppo della vita e l’interazione tra l’uomo e l’ambiente. Molti libri approfondiscono questi argomenti, trattando temi come l’origine della vita, l’evoluzione, la storia della vita sulla Terra, le ere glaciali, i terremoti, i vulcani, i rischi naturali, l’energia geotermica, l’evoluzione umana e il cambiamento climatico.Fonti ufficiali e scientifiche
Organizzazioni ufficiali e società scientifiche offrono informazioni aggiornate e dettagliate. La Commissione Internazionale di Stratigrafia, ad esempio, definisce la scala temporale geologica. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia fornisce dati aggiornati su sismicità e vulcani italiani. Il Servizio Geologico Americano (USGS) offre informazioni globali su eventi geologici, ecosistemi e risorse, con materiali adatti a vari livelli di istruzione. Società italiane come la Società Geologica Italiana, quella di Mineralogia e Petrografia e quella Paleontologica Italiana diffondono notizie e pubblicazioni, inclusi testi divulgativi sulla geologia del territorio italiano.Storia, ricerca e applicazioni
La conoscenza sulla dinamica terrestre ha radici profonde, con evidenze di studi avanzati già nell’antica Grecia. La ricerca moderna continua a esplorare l’interno della Terra e a proporre nuove interpretazioni per fenomeni complessi come la tettonica globale e l’origine dei terremoti, introducendo concetti innovativi come i gravimoti. La geoetica è una disciplina che applica le geoscienze per guidare scelte responsabili nella gestione del territorio e delle risorse, e sono disponibili molte risorse dedicate online per approfondire questo importante campo.Guide specifiche e osservazione diretta
La storia dell’evoluzione e la comparsa dell’uomo sono temi centrali in libri che illustrano le particolari circostanze che hanno reso possibile lo sviluppo umano. Esistono guide geologiche dedicate a specifiche aree geografiche, come le montagne dell’Italia centrale o la città di Roma, e testi storici che descrivono in dettaglio la geologia italiana. Un modo diretto ed efficace per apprendere la geologia è l’osservazione diretta della natura. Passeggiare in ambienti naturali, esaminare le rocce con l’aiuto di una carta geologica e cercare di capire la loro formazione e deformazione permette di leggere il paesaggio e di apprezzare la Terra come parte integrante della nostra esistenza.Si può davvero esplorare la conoscenza della Terra citando concetti “innovativi” come i “gravimoti” senza spiegarne il contesto scientifico e il grado di accettazione?
Il capitolo menziona i “gravimoti” come un concetto innovativo legato all’origine dei terremoti, affiancandolo alla tettonica globale. Tuttavia, non fornisce alcun dettaglio su cosa siano i gravimoti, su chi li abbia proposti o su quale sia il loro status all’interno della comunità scientifica. Questo crea una lacuna argomentativa significativa, poiché non permette al lettore di distinguere tra teorie consolidate e ipotesi meno diffuse o ancora in fase di verifica. Per colmare questa lacuna e comprendere il dibattito scientifico sui meccanismi dei terremoti, è fondamentale approfondire la sismologia classica e le teorie sulla tettonica delle placche, studiando autori che hanno contribuito in modo determinante a questi campi.Abbiamo riassunto il possibile
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