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“Perché le nazioni falliscono. Alle origini di potenza, prosperità, e povertà” di Daron Acemoglu è un libro che ti fa vedere il mondo in modo diverso. Dimentica le solite spiegazioni su geografia o cultura per capire perché alcuni paesi sono ricchi e altri poveri. Gli autori, Acemoglu e Robinson, ti portano in giro per il mondo, da Nogales, divisa tra USA e Messico, all’Inghilterra della Rivoluzione Industriale, passando per il Perù coloniale o la Corea del Nord. La loro idea forte è che tutto dipende dalle istituzioni. Non intese come palazzi, ma come le regole del gioco: le istituzioni economiche che definiscono gli incentivi, i diritti di proprietà, la possibilità di fare innovazione, e le istituzioni politiche che decidono chi ha il potere e se è distribuito o concentrato. Scopri come le istituzioni inclusive, che danno opportunità a tutti, portano a crescita economica sostenibile e prosperità, mentre quelle estrattive, che arricchiscono solo un’élite, soffocano lo sviluppo e creano povertà e disuguaglianza. Il libro esplora come congiunture critiche storiche e la lotta tra élite e società abbiano plasmato queste istituzioni, creando circoli viziosi di povertà o circoli virtuosi di sviluppo. È una lettura che ti apre gli occhi sulle vere origini della ricchezza e della povertà nel mondo.Riassunto Breve
La differenza tra paesi ricchi e poveri non dipende da dove si trovano, dal clima o dalla cultura, ma da come sono organizzate le loro società, cioè dalle loro istituzioni. Prendiamo due città con lo stesso nome, Nogales, una in Arizona (USA) e una in Sonora (Messico). Quella in Arizona è più ricca perché ha istituzioni che proteggono la proprietà, garantiscono la legge, offrono servizi e permettono a tutti di partecipare all’economia e alla politica. Quella in Sonora è più povera perché le sue istituzioni non fanno queste cose, rendendo difficile lavorare, investire e vivere in sicurezza. Queste differenze nascono dalla storia, in particolare da come sono state colonizzate. Gli spagnoli in America Latina hanno creato sistemi per sfruttare la gente e le risorse a favore di pochi, mentre gli inglesi in Nord America, non potendo fare lo stesso facilmente, hanno dovuto dare più diritti e libertà ai coloni per farli lavorare. Esistono due tipi principali di istituzioni economiche: quelle inclusive, che danno opportunità a molti e proteggono i loro diritti, e quelle estrattive, che concentrano ricchezza e potere in una piccola élite. Le istituzioni inclusive portano crescita e innovazione perché le persone hanno un motivo per investire e migliorare. Le istituzioni estrattive bloccano lo sviluppo perché l’élite al potere ha paura che le nuove idee o tecnologie (“distruzione creatrice”) possano toglierle il controllo. Le istituzioni economiche sono influenzate da quelle politiche: un sistema politico dove il potere è diviso e limitato (pluralista) tende a creare istituzioni economiche inclusive, mentre un sistema dove il potere è concentrato (assolutista) crea istituzioni estrattive. Anche con istituzioni estrattive ci può essere un po’ di crescita, ma non dura perché manca l’innovazione e c’è troppa instabilità politica. La storia mostra che le società cambiano direzione, a volte diventando più chiuse come Venezia o Roma, a volte più aperte come l’Inghilterra dopo la Gloriosa Rivoluzione. Questi cambiamenti avvengono spesso in momenti particolari della storia, chiamati congiunture critiche, che spingono le società verso un percorso inclusivo o estrattivo. Una volta che un tipo di istituzione si afferma, tende a rafforzarsi: le istituzioni inclusive creano un circolo virtuoso dove più persone hanno potere e chiedono più diritti, mentre quelle estrattive creano un circolo vizioso dove l’élite mantiene il controllo e blocca il cambiamento, anche se cambiano le persone al potere (la “legge ferrea dell’oligarchia”). Paesi come la Sierra Leone o il Guatemala mostrano come le istituzioni estrattive si adattino per continuare a sfruttare. Superare le istituzioni estrattive è difficile e richiede spesso che ampi gruppi della società si uniscano per chiedere il cambiamento, come successo in Botswana o con il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. Aiuti esterni o riforme superficiali non funzionano se non cambiano le istituzioni di base. La crescita economica da sola non garantisce che un paese diventi più democratico o abbia istituzioni migliori. La chiave per la prosperità duratura sta nel creare istituzioni politiche che distribuiscano il potere e permettano a quelle economiche di dare opportunità a tutti.Riassunto Lungo
1. Le Regole del Gioco: Perché Alcuni Paesi Sono Ricchi
Osservando città come Nogales, divisa dal confine tra Arizona (USA) e Sonora (Messico), si nota una grande differenza nella vita delle persone. A Nogales, Arizona, la gente ha un reddito più alto, un’istruzione migliore e servizi pubblici efficienti. Le attività economiche prosperano grazie a leggi chiare, protezione della proprietà e un governo che funziona. Chi vive qui ha la possibilità di partecipare alle decisioni politiche, votando per i propri rappresentanti. La vita è stabile e le opportunità sono molte.La Differenza a Nogales, Sonora
Dall’altro lato del confine, a Nogales, Sonora, la situazione è molto diversa. Il reddito medio è significativamente più basso, l’accesso a una buona istruzione e alla sanità pubblica è limitato, e la criminalità è un problema serio. Avviare un’impresa è difficile e rischioso a causa di furti, troppa burocrazia e corruzione diffusa. Anche la politica è meno stabile, con una storia recente di democrazia e frequenti cambiamenti. Queste profonde differenze non dipendono dal luogo fisico, dal clima o dalla cultura, ma dal tipo di regole e strutture (le istituzioni) che governano la vita economica e politica.Le Origini Storiche delle Istituzioni
Le radici di queste differenze si trovano nel modo in cui i colonizzatori hanno agito secoli fa. Quando gli spagnoli arrivarono in aree come il Messico e il Perù, trovarono popolazioni numerose e ricchezze naturali come oro e argento. Decisero di creare sistemi per sfruttare al massimo queste risorse e il lavoro degli indigeni, come l’encomienda e la mita. Queste erano istituzioni “estrattive”: servivano a prelevare ricchezza e potere dalla maggioranza per concentrarli nelle mani di una piccola élite. Questo creò società molto diseguali.L’Approccio Diverso in Nord America
Invece, quando gli inglesi si stabilirono in Nord America, in zone dove le popolazioni indigene erano meno numerose e le risorse immediate scarse, provarono inizialmente modelli simili di sfruttamento, ma non ebbero successo. Furono costretti a cambiare strategia per incentivare i coloni a lavorare e investire. Introdussero il diritto alla proprietà della terra (come nello “headright system”) e forme di partecipazione politica attraverso assemblee. Queste istituzioni erano più “inclusive”: distribuivano diritti economici e politici a una parte più ampia della popolazione, creando una base più larga per lo sviluppo futuro.I Percorsi Dopo l’Indipendenza
Dopo aver ottenuto l’indipendenza, gli Stati Uniti mantennero e rafforzarono le loro istituzioni inclusive. Questo favorì l’innovazione, la competizione economica (anche nel settore bancario) e una maggiore stabilità politica, in parte grazie a una costituzione efficace che limitava il potere. Al contrario, il Messico ereditò e spesso perpetuò le istituzioni estrattive spagnole. Questo portò a periodi di grande instabilità politica, come l’era di Santa Anna, e a un sistema in cui i diritti di proprietà non erano sempre sicuri e i monopoli favorivano le élite, come nel caso del settore delle telecomunicazioni.Istituzioni: La Vera Chiave della Prosperità
Le spiegazioni che attribuiscono la povertà a fattori come la geografia, il clima, la cultura o la mancanza di conoscenza non riescono a spiegare perché aree come il Messico e il Perù, un tempo più sviluppate del Nord America, abbiano visto un “ribaltamento delle sorti”. La vera differenza sta nelle istituzioni economiche, che determinano gli incentivi per le persone a lavorare, investire e innovare, e nelle istituzioni politiche, che stabiliscono chi ha il potere e come viene distribuito. La prosperità si diffonde dove il potere politico è limitato e condiviso abbastanza da garantire che le regole economiche vadano a beneficio di gran parte della società, non solo di pochi.Ma è sufficiente la sola eredità coloniale a spiegare tutto, o il capitolo ignora la complessità delle scelte politiche ed economiche fatte dopo l’indipendenza?
Il capitolo pone una forte enfasi sulle origini coloniali come causa principale delle differenze istituzionali e di prosperità. Tuttavia, questa prospettiva, pur potente, rischia di apparire eccessivamente deterministica, trascurando il ruolo cruciale delle decisioni, dei conflitti interni e dei tentativi di riforma (riusciti o falliti) che si sono verificati nei secoli successivi all’indipendenza. Per approfondire questo aspetto e comprendere meglio come le traiettorie istituzionali possano essere influenzate anche da fattori endogeni e contingenti post-coloniali, è utile esplorare ulteriormente la storia economica e politica dei paesi in questione, e confrontarsi con le opere di autori come Acemoglu e Robinson, ma anche con prospettive che analizzano le dinamiche di potere e le riforme istituzionali in epoche più recenti.2. Le Radici della Ricchezza e della Povertà
Le istituzioni di una società sono fondamentali per determinarne la prosperità o la povertà. Esistono due tipi principali di istituzioni economiche: inclusive ed estrattive. Le istituzioni inclusive tutelano la proprietà privata, garantiscono un sistema legale equo per tutti, offrono servizi pubblici accessibili e pari opportunità. Permettono alle persone di scegliere liberamente il proprio lavoro e di avviare nuove attività economiche. Questo ambiente incoraggia gli investimenti, favorisce l’innovazione e permette di utilizzare al meglio i talenti di ciascuno, portando a crescita e benessere diffuso. Un esempio di successo con istituzioni inclusive è la Corea del Sud, che ha raggiunto un elevato tenore di vita.Istituzioni Estrattive e le Loro Conseguenze
Le istituzioni estrattive, al contrario, concentrano la ricchezza e il potere nelle mani di un piccolo gruppo di persone. Espropriano la maggioranza della popolazione e limitano fortemente i diritti e le opportunità economiche. In un sistema estrattivo, come quello della Corea del Nord con la sua economia pianificata e l’assenza di proprietà privata, si osservano stagnazione economica e povertà diffusa.Il Ruolo delle Istituzioni Politiche
Le istituzioni economiche non nascono dal nulla, ma sono plasmate dalle istituzioni politiche. Quando il potere politico è distribuito in modo ampio e limitato, si parla di istituzioni politiche pluraliste. Al contrario, quelle assolutiste concentrano il potere in una sola persona o in un gruppo ristretto. Le istituzioni politiche di tipo estrattivo, cioè quelle assolutiste, tendono a creare istituzioni economiche estrattive. Questo accade perché l’élite al potere usa l’economia per arricchirsi ulteriormente. Per sostenere istituzioni economiche inclusive, è necessario avere istituzioni politiche che siano sia pluraliste sia centralizzate.Crescita non Sostenibile e Instabilità
A volte, una certa crescita economica può verificarsi anche in presenza di istituzioni estrattive. Questo può accadere, ad esempio, incanalando risorse verso settori specifici, come è successo con l’industria in Unione Sovietica o con le piantagioni nei Caraibi. Oppure, permettendo un limitato sviluppo dei mercati. Tuttavia, questo tipo di crescita non si basa sull’innovazione tecnologica che trasforma l’economia e non è sostenibile nel lungo periodo. I sistemi estrattivi sono per loro natura instabili. Ci sono spesso conflitti interni per il controllo del potere e delle risorse, il che porta a inefficienza, a una mancanza di progresso o addirittura al crollo dello stato, come è accaduto alla civiltà Maya.Come Nascono le Differenze tra i Paesi
Le profonde differenze nelle istituzioni tra i vari paesi non sono frutto del caso. Sono il risultato di percorsi storici diversi. Eventi importanti, chiamati congiunture critiche, come la Peste Nera o l’espansione del commercio attraverso l’Atlantico, interagiscono con le piccole differenze istituzionali già presenti in una società. Questa interazione spinge le società su strade divergenti, portandole verso traiettorie inclusive o estrattive. Queste dinamiche tendono a rafforzarsi nel tempo. Si creano così circoli viziosi che mantengono la povertà o circoli virtuosi che favoriscono la prosperità, spiegando l’attuale mappa delle disuguaglianze nel mondo.Ma le istituzioni sono davvero l’unica chiave per spiegare la ricchezza e la povertà delle nazioni?
Il capitolo presenta una tesi forte e convincente sul ruolo centrale delle istituzioni. Tuttavia, un approccio così focalizzato rischia di trascurare altri elementi che molti studiosi considerano cruciali. Per avere un quadro più completo, sarebbe utile esplorare il ruolo della geografia, come proposto da autori che ne sottolineano l’influenza sullo sviluppo umano, o considerare l’impatto dei fattori culturali e delle risorse naturali sulla traiettoria di una società. Anche l’analisi delle dinamiche geopolitiche e delle relazioni internazionali può offrire prospettive aggiuntive sulla formazione e sul mantenimento delle differenze tra i paesi.3. Istituzioni, Innovazione e Destini Economici
La prosperità di una società dipende dalle sue istituzioni politiche ed economiche. Le istituzioni inclusive permettono a molte persone di partecipare all’economia e alla politica. Questo favorisce la crescita e l’innovazione. Al contrario, le istituzioni estrattive concentrano ricchezza e potere nelle mani di pochi. Queste ultime ostacolano lo sviluppo. Spesso, le élite con istituzioni estrattive temono la “distruzione creatrice”. Questa paura nasce dal fatto che nuove tecnologie e idee possono minacciare i loro privilegi.Quando le Istituzioni Diventano Estrattive
Venezia e Roma mostrano come questo processo possa portare al declino. Società inizialmente prospere, con elementi inclusivi come la commenda a Venezia o le assemblee plebee a Roma, hanno visto le loro élite chiudere il sistema. Le istituzioni sono diventate più estrattive nel tempo. A Venezia, la “serrata” del Maggior Consiglio limitò la partecipazione politica. A Roma, il passaggio dalla Repubblica all’Impero soffocò l’innovazione. In entrambi i casi, la concentrazione di potere e la precarietà dei diritti di proprietà portarono a un rallentamento o a un vero e proprio declino economico.Il Percorso verso Istituzioni Inclusive: L’Esempio Inglese
In Inghilterra si verificò un percorso diverso. Il conflitto tra monarchia e Parlamento, culminato nella Gloriosa Rivoluzione del 1688, portò a istituzioni più inclusive. Il Parlamento ottenne maggiore potere, limitando l’assolutismo del re. Questo cambiamento protesse meglio i diritti di proprietà e creò un ambiente favorevole all’innovazione e all’imprenditoria. Nuovi attori economici, come mercanti e industriali, poterono partecipare attivamente. Riuscirono a superare le resistenze di chi temeva il cambiamento, anche presentando petizioni al Parlamento. Questo ambiente fu fondamentale per l’avvio della Rivoluzione Industriale.Il Prezzo delle Istituzioni Estrattive e l’Assenza di Stato
Altrove nel mondo, regimi assolutisti mantennero istituzioni estrattive. Imperi come quelli di Spagna, Austro-Ungarico, Russia, Ottomano e Cina spesso bloccarono attivamente le innovazioni. Temevano di perdere il controllo politico e sociale, arrivando a ostacolare la diffusione di tecnologie come la stampa o le ferrovie. In aree prive di uno stato centralizzato e funzionante, come la Somalia, mancava l’ordine di base. L’assenza di protezione per i diritti fondamentali impedì qualsiasi sviluppo economico significativo. La scelta tra istituzioni inclusive ed estrattive, spesso influenzata da momenti storici cruciali, determina se una società abbraccia o respinge il cambiamento necessario per prosperare.Ma siamo sicuri che il destino economico di una nazione si riduca esclusivamente al tipo di istituzioni, ignorando variabili come la geografia o la cultura?
Il capitolo propone una tesi affascinante e influente, ponendo le istituzioni al centro della spiegazione della crescita e della povertà. Tuttavia, concentrarsi quasi unicamente su questa variabile rischia di trascurare altri fattori che molti studiosi ritengono fondamentali. Per comprendere appieno la complessità dello sviluppo economico e sociale, è cruciale esplorare prospettive che considerino l’impatto della geografia, come analizzato da autori quali Jared Diamond, o le profonde influenze della cultura e della storia, temi centrali in discipline come l’antropologia economica e la sociologia storica. Approfondire queste diverse scuole di pensiero può offrire un quadro più articolato e meno deterministico delle cause della prosperità e del sottosviluppo.6. Le Istituzioni Determinano il Destino Economico
La prosperità di una nazione dipende molto dalle sue regole economiche e politiche. Le regole economiche “inclusive” sono quelle che proteggono la proprietà, offrono a tutti le stesse possibilità e incoraggiano idee nuove e investimenti, portando così alla crescita. Queste regole funzionano bene quando sono supportate da regole politiche “inclusive”, dove il potere è distribuito tra molte persone e c’è rispetto per l’ordine e la legge. Al contrario, le regole economiche “estrattive” permettono a pochi di arricchirsi a spese di molti, non danno sicurezza e non spingono le persone a darsi da fare; sono legate a regole politiche “estrattive” dove il potere è concentrato nelle mani di un piccolo gruppo.Perché le regole “estrattive” limitano la crescita
È vero che un paese può crescere anche con regole “estrattive”, soprattutto se c’è un governo abbastanza forte, ma questa crescita non dura a lungo. Per crescere in modo costante, servono idee nuove e cambiamenti che a volte mettono in crisi chi ha il potere (“distruzione creatrice”). Le élite che hanno il potere con regole “estrattive” hanno paura di questi cambiamenti perché potrebbero perdere la loro posizione, quindi li bloccano. Inoltre, quando il potere è tutto in poche mani, c’è spesso molta instabilità politica.Come avvengono i cambiamenti nelle istituzioni
Il passaggio da regole “estrattive” a regole “inclusive” non succede per forza. Accade nella storia grazie all’incontro tra le regole che già ci sono e momenti particolari, come grandi epidemie o la scoperta di nuove rotte commerciali. Questi eventi importanti (“congiunture critiche”) rendono più grandi le piccole differenze che già esistevano tra le regole dei vari paesi. La storia ci aiuta a capire perché i paesi hanno preso strade diverse, ma non significa che tutto fosse già deciso fin dall’inizio.Perché gli aiuti esterni spesso non bastano
Molti tentativi di creare benessere dall’esterno, come certi piani economici internazionali o gli aiuti dati ai paesi poveri, non funzionano. Questo succede perché non affrontano il vero problema: le regole “estrattive”. Queste regole, gestite dalle élite al potere, finiscono per bloccare o usare a proprio vantaggio le riforme o gli aiuti che arrivano da fuori. Anche l’esempio della Cina, che ha avuto una forte crescita pur avendo un governo autoritario, mostra che una crescita basata solo sul copiare tecnologie e fare investimenti veloci non dura nel tempo senza regole politiche “inclusive” che permettano quei cambiamenti che sfidano il potere. L’idea che la crescita economica porti da sola alla democrazia e a regole migliori non è confermata dalla storia di molti paesi ricchi ma non democratici.La sfida di costruire regole politiche inclusive
Per avere regole politiche inclusive, è necessario che una parte ampia della popolazione abbia più voce e potere, come è successo in Brasile dove si sono formate grandi alleanze tra diversi gruppi sociali e politici. Questo percorso è difficile e il suo esito non è scontato, dipende molto dalle regole che ci sono già e dalla capacità dei cittadini e dei mezzi di informazione di unirsi e chiedere i cambiamenti necessari.Se le istituzioni sono la chiave, come spieghiamo il ruolo di geografia, cultura o risorse naturali nel plasmare il destino economico di una nazione?
Il capitolo pone giustamente l’accento sul ruolo cruciale delle istituzioni, ma la sua analisi potrebbe beneficiare di una maggiore integrazione con altre prospettive. Per comprendere appieno la complessità dello sviluppo economico, è utile esplorare discipline come la geografia economica, l’antropologia culturale e la teoria dello sviluppo, che offrono visioni complementari sui fattori che influenzano la ricchezza e la povertà delle nazioni. Autori come Diamond o Landes hanno esplorato a fondo l’impatto di elementi non istituzionali.Abbiamo riassunto il possibile
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