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Contenuti del libro
Informazioni
“Perché fidarsi della scienza” di Naomi Oreskes affronta una domanda super attuale: come facciamo a sapere di chi fidarci quando si parla di cose scientifiche importanti, tipo vaccini o cambiamento climatico? Non è solo questione di un singolo scienziato geniale o di un metodo magico. Oreskes ci spiega che la fiducia nella scienza nasce dal suo essere un’attività collettiva, un vero e proprio processo scientifico. Sono le comunità scientifiche che lavorano insieme, si confrontano, si criticano (la revisione tra pari!), e così facendo, anche se sbagliano (e la storia è piena di esempi, dall’eugenetica alla deriva dei continenti), riescono a correggere il tiro e a costruire un consenso scientifico affidabile. Il libro non nasconde che la scienza non è infallibile e che i valori giocano un ruolo, non è mai completamente neutrale. La sfiducia spesso viene fuori quando la scienza sembra scontrarsi con i nostri valori o interessi. Ma capire che la forza della scienza sta proprio in questo suo essere un processo aperto, critico e basato sul confronto con la realtà, ci aiuta a distinguere le affermazioni solide da quelle guidate da pregiudizi o interessi nascosti, esplorando il complesso rapporto tra scienza e società. È un viaggio per capire non solo cosa dice la scienza, ma come arriva a dirlo, e perché, nonostante i suoi limiti, è ancora il nostro strumento migliore per capire il mondo.Riassunto Breve
Capire di chi fidarsi sulle questioni scientifiche, come i vaccini o il clima, è difficile perché ci sono opinioni diverse, anche tra chi si dice scienziato. Prima si pensava che l’autorità fosse nel singolo esperto o in un metodo scientifico fisso basato solo sull’osservazione. Ma la scienza non funziona così. È un lavoro fatto insieme da gruppi di scienziati che condividono idee e modi di lavorare. Le scoperte portano a rivedere le teorie, perché l’osservazione da sola non le dimostra per sempre. La fiducia nella scienza viene da due cose: il fatto che gli scienziati studiano il mondo con osservazioni ed esperimenti, e il modo in cui lavorano insieme. Questo lavoro di gruppo, con controlli reciproci e discussioni aperte tra persone con idee diverse, aiuta a trovare e correggere errori o idee sbagliate. L’oggettività non è che il singolo scienziato non abbia idee sue, ma nasce da questo confronto collettivo. Chi ha interessi economici legati ai risultati, come alcune industrie, è meno affidabile perché spesso nasconde o cambia le prove e non partecipa in modo onesto a questo controllo critico che rende la scienza credibile. La scienza ha fatto errori in passato, come l’idea che studiare troppo facesse male alle donne, il non credere subito alla deriva dei continenti, l’eugenetica basata su dati deboli e pregiudizi, o la lentezza nel capire certi effetti dei contraccettivi o l’efficacia del filo interdentale. Questi errori succedono per vari motivi: a volte non c’è un vero accordo tra gli scienziati, a volte si usano solo certi metodi ignorando altre prove, i dati possono essere pochi o sbagliati, e i valori o i pregiudizi della società possono influenzare le conclusioni. La fiducia non sta nel credere che gli scienziati non sbaglino mai, ma nel processo scientifico stesso, che include il controllo critico, l’essere aperti a nuove idee e la presenza di punti di vista diversi che aiutano a scoprire i pregiudizi. Quando si devono prendere decisioni importanti basate sulla scienza, bisogna pensare ai rischi di sbagliare. Ignorare quello che la maggior parte degli scienziati dice su cose serie come il clima è rischioso. È importante distinguere le discussioni vere tra scienziati, che avvengono nelle riviste specializzate, dalle critiche che vengono da fuori e che spesso hanno motivi politici o economici. A volte le persone non accettano le scoperte scientifiche non perché non capiscono i fatti, ma perché pensano che vadano contro i loro valori o interessi. Non si riesce a separare i fatti scientifici dalle loro conseguenze nella vita di tutti i giorni. Questo porta a rifiutare scoperte come quelle sul clima o sull’evoluzione perché sembrano una minaccia al proprio modo di vivere o alle proprie convinzioni. Gli scienziati a volte dicono che la scienza è neutrale sui valori, ma questo non funziona e non è vero storicamente, perché la scienza è sempre stata influenzata da cosa è utile e da chi la finanzia. Dire di essere neutrali sui valori, cosa impossibile per una persona, può far sembrare gli scienziati poco sinceri e diminuire la fiducia, che invece cresce tra persone con valori simili. La fiducia nella scienza si basa sul suo modo di lavorare insieme: è un’attività di gruppo di esperti che usano vari modi per raccogliere prove e le fanno controllare in modo severo da altri (il controllo tra pari). Questo processo, che cerca un accordo, ha bisogno di idee diverse ed è aperto a nuovi metodi, permette di trovare e correggere gli errori, portando a conclusioni considerate affidabili. Per convincere chi è scettico, gli scienziati dovrebbero essere chiari sui limiti della scienza e, soprattutto, sui loro valori. Molti valori degli scienziati, come voler curare le malattie o proteggere l’ambiente, sono gli stessi di tante persone. Parlare di questi valori comuni può aiutare a creare fiducia e a discutere delle conseguenze delle scoperte. Le decisioni importanti richiedono di mettere insieme quello che sappiamo dalla scienza con i nostri valori. La scienza non è separata dalla società. Il modo in cui conosciamo il mondo è legato al modo in cui scegliamo di vivere. L’idea di una scienza completamente oggettiva e libera da influenze è un obiettivo, ma non sempre si raggiunge del tutto. Esempi storici mostrano che la scienza può sbagliare quando è influenzata da pregiudizi sociali, come successo con l’eugenetica. Anche dibattiti più recenti mostrano quanto sia difficile interpretare i dati e quanto siano importanti le esperienze delle persone, non solo i numeri. La mancanza di prove che qualcosa esista non significa che non esista. La scienza non è neutrale sui valori. Valori sociali, politici ed economici possono influenzare cosa si studia, come lo si studia e come si capiscono i risultati. Riconoscere e dire apertamente che i valori hanno un ruolo nella scienza può aiutare a costruire fiducia con la gente, specialmente quando i risultati hanno grandi effetti sulla società. La fiducia nella scienza dipende anche dal pensare che gli scienziati lavorino in modo onesto e trasparente. I fatti scientifici e quello che la maggior parte degli scienziati pensa sono messi in discussione nel dibattito pubblico, come si vede con chi nega il cambiamento climatico o è contro i vaccini. Ci sono anche preoccupazioni su certe sostanze chimiche o discussioni su quanto sole prendere per la vitamina D rispetto al rischio di cancro. Valutare la scienza per prendere decisioni pubbliche è complicato.Riassunto Lungo
1. Oltre il Metodo: La Scienza come Processo Sociale
La difficoltà nel capire di chi fidarsi su temi scientifici, come vaccini o clima, nasce dal fatto che ci sono opinioni diverse, anche tra chi dice di essere scienziato. Prima si pensava che l’autorità scientifica fosse nella singola persona esperta. Poi si è pensato che fosse nel metodo scientifico, basato sull’osservare e verificare. Però, l’idea che esista un solo metodo uguale per tutti è stata messa in discussione.La Scienza è un Lavoro di Gruppo
La scienza non si basa solo su quello che osserva una singola persona o su un metodo fisso. È un’attività fatta insieme da gruppi di scienziati. Queste comunità condividono idee e modi di pensare. Il progresso avviene perché le idee vengono riviste e cambiate. Le teorie non sono provate in modo definitivo solo guardando le cose. Possono essere cambiate se si scoprono cose nuove o ci sono nuovi problemi.Come si Costruisce la Fiducia
La fiducia nella scienza si basa su due cose. La prima è che la scienza controlla sempre le sue idee confrontandole con il mondo reale, attraverso l’osservazione e gli esperimenti. La seconda è che la scienza è un’attività sociale. Gli scienziati sono esperti che studiano il mondo. Il modo in cui lavorano insieme, con altri che controllano il loro lavoro e discutendo apertamente in diversi gruppi, aiuta a trovare e correggere errori, idee preconcette e cose che mancano. L’oggettività nasce da questo scambio tra tutti, non dal fatto che i singoli scienziati non abbiano opinioni personali.Fonti Meno Affidabili
Le fonti che hanno interessi personali o economici, come le aziende che potrebbero perdere soldi a causa dei risultati scientifici, sono meno affidabili. Spesso queste fonti nascondono o cambiano le prove. Non partecipano in modo onesto al processo di controllo critico che è fondamentale perché la scienza sia credibile. Questa mancanza di partecipazione onesta impedisce il controllo e la correzione che rendono la scienza robusta. Quindi, ci si può fidare della scienza perché si confronta con la realtà e perché il modo in cui è organizzata favorisce la critica e la correzione.Ma se la scienza è un processo sociale, chi garantisce che questo processo sia sempre onesto e libero da influenze?
Il capitolo sottolinea giustamente l’importanza del “lavoro di gruppo” e del controllo reciproco per la credibilità scientifica. Tuttavia, non approfondisce come le dinamiche sociali interne alle comunità scientifiche (come competizione, ricerca di finanziamenti, pressione a pubblicare) o esterne (interessi economici, politici) possano a loro volta distorcere o rallentare questo processo critico. Per esplorare queste complessità, è utile addentrarsi nella sociologia della scienza e nella storia della scienza, studiando autori che hanno analizzato come i fattori sociali e istituzionali influenzino la pratica scientifica e l’accettazione delle teorie.2. Le insidie della conoscenza scientifica
Le affermazioni scientifiche non sono sempre corrette. La storia della scienza mostra diversi casi in cui anche scienziati riconosciuti hanno commesso errori significativi, dimostrando che la conoscenza scientifica è un percorso in continua evoluzione e correzione. Si pensi, ad esempio, alla teoria dell’energia limitata, usata per sconsigliare l’istruzione superiore alle donne, o al rifiuto iniziale della deriva dei continenti, nonostante le prove accumulate da Alfred Wegener. Anche il movimento eugenetico, basato su dati insufficienti e forti pregiudizi sociali, rappresenta un triste esempio di come la scienza possa essere distorta. Più recentemente, c’è stata una lenta accettazione del legame tra l’uso di contraccettivi ormonali e la depressione, o della reale efficacia del filo interdentale in alcuni contesti specifici.Perché la scienza sbaglia
Gli errori nella ricerca scientifica possono derivare da diversi fattori complessi, non sempre legati alla malafede. A volte, semplicemente, non esiste un vero consenso all’interno della comunità scientifica su un determinato argomento, anche se gruppi esterni possono creare l’illusione di un conflitto più ampio di quello reale per propri interessi. In altri casi, si tende a privilegiare un solo metodo di ricerca, come gli studi statistici su larga scala, ignorando altre forme importanti di evidenza, come le testimonianze dirette dei pazienti o l’esperienza clinica accumulata dai professionisti sul campo. Le teorie proposte possono inoltre basarsi su dati scarsi, incompleti o addirittura distorti fin dall’origine, portando a conclusioni errate. Non bisogna dimenticare che i valori sociali e i pregiudizi culturali dell’epoca in cui una ricerca viene condotta possono inconsciamente influenzare il modo in cui gli scienziati interpretano i dati e arrivano alle loro conclusioni.La forza del processo scientifico
La fiducia che riponiamo nella scienza, nonostante questi possibili errori, non si basa sull’idea che i singoli scienziati siano infallibili o che ogni singola scoperta sia immediatamente la verità assoluta e definitiva. Al contrario, la forza e l’affidabilità della scienza risiedono nel processo scientifico stesso, un meccanismo di auto-correzione continuo e rigoroso. Questo processo include la revisione critica dei lavori da parte di altri esperti del settore (la cosiddetta ‘peer review’), un’apertura costante a nuove prove, dati e idee che possono mettere in discussione le conoscenze attuali e portare a revisioni. Un elemento cruciale per l’affidabilità della scienza è anche la diversità di prospettive all’interno della comunità scientifica, poiché punti di vista differenti aiutano a identificare, sfidare e correggere i potenziali pregiudizi che potrebbero inficiare la ricerca.Valutare le affermazioni scientifiche
Valutare le affermazioni scientifiche diventa particolarmente importante quando queste hanno implicazioni pratiche dirette sulla nostra vita o sulla società nel suo complesso. Pensiamo, ad esempio, a decisioni che riguardano la salute pubblica, la gestione dell’ambiente o l’implementazione di politiche sociali. In questi casi, è fondamentale considerare attentamente il rischio associato a un eventuale errore nel giudicare la validità di una teoria o di una scoperta scientifica. Ignorare un consenso scientifico consolidato su questioni di grande portata, come il cambiamento climatico o l’efficacia di un trattamento medico ampiamente studiato, può comportare rischi molto elevati per la società intera. Per navigare in questo scenario complesso, è utile saper distinguere tra un dibattito scientifico autentico, che si svolge tra gli esperti e si basa sulla presentazione e discussione di prove e dati rigorosi, e le critiche che provengono dall’esterno della comunità scientifica, che a volte sono mosse da interessi diversi dalla ricerca disinteressata della verità scientifica, come motivazioni politiche, economiche o ideologiche.Il capitolo distingue tra dibattito scientifico autentico e critiche esterne mosse da interessi. Ma chi stabilisce il confine, e siamo certi che solo chi è ‘dentro’ possa vedere la verità?
Il capitolo giustamente sottolinea l’importanza di distinguere le critiche basate su prove da quelle mosse da interessi esterni. Tuttavia, la storia della scienza è costellata di esempi in cui idee inizialmente considerate “esterne” o eretiche si sono poi rivelate corrette, spesso dopo una strenua resistenza da parte dell’establishment scientifico. La definizione di “autentico dibattito scientifico” può a volte diventare uno strumento per escludere voci scomode o prospettive alternative che, pur non provenendo dai canali tradizionali, potrebbero sollevare questioni legittime o portare nuove evidenze. Per approfondire questa complessa dinamica, è utile esplorare la filosofia della scienza, in particolare le teorie sul cambiamento scientifico e sul ruolo del dissenso, leggendo autori che hanno analizzato come le comunità scientifiche si formano, mantengono e a volte rompono i propri paradigmi.3. Scienza, valori e fiducia pubblica
Alcune persone rifiutano le scoperte scientifiche non perché non capiscono i fatti presentati. Il vero motivo è spesso un conflitto che percepiscono tra queste scoperte e i loro valori personali, le loro credenze profonde o i loro interessi. Questo dimostra che la distinzione tradizionale tra fatti scientifici, che dovrebbero essere neutrali, e valori personali, che sono soggettivi, non funziona nella pratica di tutti i giorni. Questo perché la maggior parte delle persone non separa facilmente la scienza dalle sue implicazioni dirette sulla vita e sulla società. Di conseguenza, conclusioni scientifiche importanti, come quelle sul cambiamento climatico o sull’evoluzione, vengono spesso respinte proprio perché percepite come una minaccia al proprio stile di vita o alle proprie convinzioni morali o religiose.Perché la neutralità non funziona
Spesso gli scienziati cercano di rispondere a questa mancanza di fiducia affermando che la scienza è neutrale rispetto ai valori. Dicono che si occupano solo dei fatti. Tuttavia, questa posizione non è efficace per costruire fiducia e, a dire il vero, non è nemmeno corretta dal punto di vista storico. La scienza è sempre stata influenzata da quanto è utile per la società o da chi la finanzia, che ha obiettivi specifici al di là della pura ricerca della conoscenza. Affermare una neutralità sui valori, che è impossibile per ogni singola persona, può far apparire gli scienziati come poco sinceri. La fiducia, invece, si costruisce più facilmente tra persone che sentono di condividere valori importanti.Come si costruisce la fiducia nella scienza
La fiducia nella scienza si basa su come funziona la sua comunità, sul suo processo sociale. Non è la parola di un singolo scienziato, ma un’attività collettiva di esperti. Questi esperti usano vari metodi per raccogliere prove affidabili. Poi, queste prove vengono sottoposte a un esame critico molto rigoroso da parte di altri esperti, in un processo chiamato revisione tra pari. Questo modo di lavorare, che richiede un accordo (consenso), accetta punti di vista diversi e usa vari metodi, aiuta a identificare e correggere gli errori. È questo processo che porta a conclusioni affidabili, che la comunità considera fatti scientifici.Condividere i valori per creare fiducia
Per superare lo scetticismo e costruire un rapporto migliore con il pubblico, gli scienziati devono essere molto trasparenti. Devono mostrare chiaramente i limiti di ciò che la scienza sa in un dato momento. Ma, cosa ancora più importante, devono essere aperti sui propri valori. Molti dei valori che guidano gli scienziati, come il desiderio di prevenire malattie, migliorare la salute delle persone o proteggere l’ambiente, sono in realtà condivisi da gran parte della popolazione. Articolare e mostrare questi valori comuni può creare una base solida per la fiducia reciproca. Questo facilita anche un dialogo costruttivo sulle implicazioni e le conseguenze delle scoperte scientifiche nella vita di tutti i giorni. Prendere decisioni importanti per la società richiede sempre di unire le conoscenze scientifiche con i valori che abbiamo.Se i valori sociali, politici ed economici determinano le domande e le interpretazioni scientifiche, come possiamo ancora parlare di “oggettività” senza cadere nel cinismo?
Il capitolo solleva giustamente il tema dell’influenza dei valori sulla scienza, ma non approfondisce le conseguenze radicali di tale influenza. Se i valori non sono solo un “contorno” ma plasmano attivamente la ricerca fin dalle fondamenta, l’ideale regolativo dell’oggettività rischia di apparire come una mera facciata. Per esplorare questa tensione, è utile confrontarsi con la filosofia della scienza e la sociologia della scienza, discipline che analizzano criticamente la costruzione sociale del sapere scientifico e il ruolo del potere e degli interessi. Autori come Bruno Latour hanno offerto prospettive stimolanti su come la scienza sia intrinsecamente legata al contesto sociale.5. Verità Contestate e Consenso Scientifico
Nel dibattito pubblico, i fatti scientifici e quello che la maggior parte degli scienziati pensa (il consenso scientifico) incontrano spesso delle resistenze. Un esempio chiaro è il negazionismo del cambiamento climatico, portato avanti da figure politiche che mettono in dubbio la realtà del fenomeno e cercano di sminuire la scienza del clima, anche se le prove sono schiaccianti. Allo stesso modo, l’esitazione o il rifiuto verso i vaccini mostrano una diffidenza nei confronti della scienza medica e delle sue raccomandazioni per la salute pubblica.Le preoccupazioni sulle sostanze chimiche
Ci sono preoccupazioni anche per alcune sostanze chimiche usate nella vita di tutti i giorni. Si discute molto sul glifosato, un erbicida che è stato vietato in alcune zone per i suoi potenziali rischi, anche se le autorità di regolamentazione ne permettono ancora l’uso in molti luoghi. Similmente, alcuni ingredienti delle creme solari, come l’oxybenzone e l’octinoxate, sono stati vietati in alcune aree perché considerati dannosi per i coralli e l’ambiente marino, nonostante siano approvati per l’uso sulla pelle umana. Queste discussioni sollevano dubbi anche sulla validità di alcune ricerche scientifiche o sull’affidabilità di alcune conferenze del settore.Il dibattito sull’esposizione al sole
Un altro argomento molto dibattuto riguarda quanto sole sia giusto prendere. Le indicazioni mediche spesso suggeriscono di evitare l’esposizione diretta per ridurre il rischio di cancro della pelle. Tuttavia, è noto che l’esposizione al sole è fondamentale per il nostro corpo per produrre vitamina D, essenziale per la salute delle ossa e non solo. Diverse organizzazioni sanitarie cercano di dare consigli equilibrati, a volte indicando i momenti migliori della giornata o le aree geografiche dove una breve esposizione può essere utile e sicura. Alcuni studi suggeriscono addirittura che evitare completamente la luce solare potrebbe comportare altri rischi per la salute.Valutare le scoperte scientifiche per prendere decisioni che riguardano tutta la società è un processo complicato.Se il consenso scientifico è così solido, perché le autorità di regolamentazione e le diverse ricerche offrono indicazioni contrastanti su temi come sostanze chimiche e sole?
Il capitolo presenta esempi di “verità contestate” e resistenza al consenso scientifico, ma al contempo evidenzia come su temi quali sostanze chimiche e esposizione solare esistano indicazioni divergenti tra diverse autorità regolatorie o studi scientifici. Questo suggerisce che la questione non sia sempre una semplice dicotomia tra scienza consolidata e negazionismo. Per comprendere meglio queste dinamiche, è utile approfondire discipline come la sociologia della scienza, l’analisi del rischio e i processi decisionali in ambito regolatorio, esplorando autori che trattano l’interazione tra ricerca scientifica, politica e percezione pubblica.Abbiamo riassunto il possibile
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