1. Diseguaglianze e Paura dei Migranti: Le Radici del Disagio
La globalizzazione ha impoverito molto il ceto medio nei paesi occidentali come Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia. Le fabbriche si sono spostate altrove, riducendo posti di lavoro e guadagni, soprattutto dove c’era molta industria. I partiti politici di prima non sono riusciti a risolvere questo problema economico. Negli Stati Uniti, questo ha aiutato Donald Trump a vincere nel 2016. In Gran Bretagna, ha spinto verso la Brexit. In Italia, il malcontento si vede nel successo di movimenti come il 5 Stelle e la Lega, specialmente fuori dalle grandi città e nel Sud. Dati del 2017 mostrano che molte famiglie italiane fanno fatica a pagare spese normali come le vacanze, il cibo o il riscaldamento. Ci sono anche grandi differenze di soldi e istruzione tra il Nord e il Sud del paese.La Paura delle Migrazioni
A questa situazione si aggiunge la sensazione che le migrazioni di massa siano una minaccia. Questa paura è cresciuta in Europa dal 2015, specialmente con le persone arrivate dalla Siria e poi dalla Libia verso l’Italia. La paura aumenta perché si lega alle difficoltà economiche: molti vedono i migranti come rivali per i pochi lavori che ci sono, disposti ad accettare paghe molto basse. Questa gara al ribasso tra migranti e ceto medio in difficoltà rende le persone meno tolleranti e spinge a votare partiti che dicono che i migranti sono un pericolo. Anche se in Italia arrivano meno persone, la paura di una minaccia non scompare. L’Italia, che per molto tempo è stata un paese con poche differenze al suo interno, trova difficile diventare una società con tante culture diverse, anche per via di scontri culturali.Disagio e Scontento Politico
Le diseguaglianze economiche si uniscono alla paura dei migranti. Questa combinazione crea un profondo malcontento. I partiti politici di prima non sono stati capaci di gestire questo problema. Questo malcontento non ha una base ideologica chiara. Piuttosto, si rivolge contro chi non sembra difendere i cittadini che si trovano in difficoltà.Possibili Soluzioni
Per affrontare le diseguaglianze, si propongono alcune soluzioni. Queste soluzioni danno un ruolo centrale allo Stato. Una possibilità è che lo Stato investa nella formazione. Questo serve ad aiutare i lavoratori ad adattarsi alle nuove tecnologie. Un’altra possibilità è che lo Stato metta regole per le grandi aziende. Lo scopo è distribuire meglio la ricchezza.Ma è davvero solo la diseguaglianza economica a spiegare la paura dei migranti e il successo dei partiti che ne cavalcano il disagio?
Il capitolo presenta un legame forte tra la crisi del ceto medio dovuta alla globalizzazione e l’aumento della paura verso i migranti, vedendo questi ultimi principalmente come rivali economici. Tuttavia, questa spiegazione, pur rilevante, rischia di semplificare eccessivamente un fenomeno complesso. La paura delle migrazioni e il conseguente scontento politico non dipendono unicamente da fattori economici. Esistono dimensioni culturali, identitarie e psicologiche che giocano un ruolo cruciale, così come la narrazione mediatica e politica del fenomeno migratorio. Per comprendere appieno questo intreccio, è utile esplorare discipline come la sociologia delle migrazioni, la psicologia sociale (in particolare gli studi sul pregiudizio e l’identità sociale) e la scienza politica (con focus sul populismo e il comportamento elettorale). Autori come Sayad, Allport o Mudde possono offrire prospettive più ampie che vanno oltre la sola analisi economica.2. Corruzione Diffusa e Diritti Fragili
La corruzione in Italia è cambiata negli ultimi venticinque anni. Le tangenti sono meno costose, ma succedono più spesso, seguendo l’economia. Quasi tutti gli italiani (97%) pensano che la corruzione sia ovunque. Molti (42%) dicono di vederla nella vita di tutti i giorni. L’88% crede che sia necessaria per avere certi servizi pubblici. Ogni anno, la corruzione costa circa 60 miliardi di euro, che sono il 4% di tutta la ricchezza prodotta in Italia. Gli appalti pubblici fatti in modo sbagliato causano molti danni ai soldi dello stato. Le regioni dove ci sono più denunce sono Campania, Sicilia ed Emilia-Romagna. Questo problema colpisce la gente comune, che ha meno soldi da spendere e vede i figli andare via dall’Italia. Dover pagare per avere servizi o favori fa arrabbiare le persone. I movimenti che sono contro i partiti di oggi usano la lotta alla corruzione come punto principale, dicendo che i partiti vecchi sono corrotti. C’è poca fiducia nelle istituzioni, specialmente nei partiti politici e nei dipendenti pubblici.Chi ha diritti fragili
Molti cittadini hanno diritti che non sono ben protetti. Ogni anno, circa 150.000 giovani se ne vanno all’estero. Credono che in Italia non sia garantito il diritto di trovare un lavoro. L’emigrazione dei giovani tra i 25 e i 34 anni è molto aumentata. Le donne non hanno le stesse opportunità degli uomini: solo il 43,3% delle donne lavora e guadagna, contro il 62% degli uomini, e i loro stipendi sono più bassi. L’Italia è tra gli ultimi paesi in Europa per l’uguaglianza tra uomini e donne. Molte donne non denunciano violenze perché hanno paura di non essere capite. Anche le persone anziane e quelle con disabilità spesso non ricevono l’aiuto pubblico o familiare di cui avrebbero bisogno, e vivono in situazioni difficili.Rafforzare i diritti per la crescita e la fiducia
Quando ci sono gruppi di persone con diritti non protetti, la società è più debole e più facile che ci siano proteste. Se non c’è una forte idea di quali siano i diritti di tutti, il legame tra i cittadini e le istituzioni diventa più debole. Migliorare i diritti, soprattutto quelli delle donne, è molto importante per far crescere l’economia e per far tornare la fiducia nello stato. Se le donne che lavorano aumentassero solo dell’1%, la ricchezza totale del paese (il PIL) aumenterebbe di almeno lo 0,28%. Avere una donna come capo del governo potrebbe portare entusiasmo. Potrebbe rendere le istituzioni più credibili, aiutare l’uguaglianza di genere e mostrare al mondo un esempio positivo contro idee che limitano le donne.Davvero basta una donna al governo per risolvere i problemi di fiducia e disuguaglianza?
Il capitolo suggerisce che la presenza di una donna a capo del governo possa, quasi magicamente, rafforzare la fiducia nelle istituzioni e promuovere l’uguaglianza di genere. Questa tesi, per quanto suggestiva, rischia di ridurre la complessità di problemi sistemici a una mera questione di rappresentanza simbolica. La fiducia dei cittadini e il progresso verso una reale parità dipendono da fattori ben più concreti e strutturali: l’efficacia delle politiche, la trasparenza dell’azione amministrativa, la riforma delle istituzioni e un cambiamento culturale profondo. Attribuire un tale potere trasformativo al genere del leader, per quanto importante possa essere la rappresentanza, ignora le dinamiche politiche, economiche e sociali che realmente determinano la fiducia e l’uguaglianza. Per approfondire questa tematica, sarebbe utile esplorare gli studi di scienza politica sulla leadership e l’impatto delle istituzioni, la sociologia del genere per comprendere le radici della disuguaglianza, e l’economia politica per analizzare come le politiche concrete influenzino la fiducia e la crescita. Autori che trattano di potere, istituzioni e dinamiche sociali possono offrire una prospettiva più articolata.3. Sotto gli occhi dei leader
I partiti centristi italiani, come il Partito Democratico e Forza Italia, non hanno compreso a fondo le ragioni della loro sconfitta elettorale del 4 marzo. Nonostante il governo avesse ottenuto risultati positivi in campo economico e nella gestione dei flussi migratori, i loro leader, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, non sono riusciti a capire e intercettare il forte scontento diffuso tra la popolazione.Le ragioni della sconfitta del Partito Democratico
Il Partito Democratico ha presentato un quadro di ripresa economica basato su dati ufficiali, ma la maggior parte delle famiglie non ha percepito un vero miglioramento a causa delle crescenti diseguaglianze. Allo stesso modo, la riduzione degli sbarchi non ha calmato il malumore causato dalla presenza visibile di migranti nelle città. Questa differenza tra i dati positivi e la realtà vissuta dalla gente ha generato un senso di rabbia, percepita come una beffa. Matteo Renzi ha ignorato importanti segnali di allarme, come le sconfitte nelle elezioni locali del 2016 e l’esito negativo del referendum costituzionale. Ha affrontato la sfida elettorale guardando al passato, senza capire come le diseguaglianze sociali e la questione migratoria avessero profondamente cambiato l’umore e le priorità del paese.L’errore di valutazione di Forza Italia
Anche Forza Italia non ha capito il cambiamento in atto nell’elettorato. Silvio Berlusconi si aspettava la solita alternanza politica con il Partito Democratico e ha sottovalutato in modo significativo l’avanzata della Lega. La sua promessa di creare posti di lavoro al Sud non è risultata credibile rispetto alla proposta del Reddito di Cittadinanza avanzata dai 5 Stelle, che è stata percepita come più concreta dalla popolazione. Inoltre, Forza Italia ha sottovalutato l’impatto che l’emergenza migratoria aveva sull’elettorato più conservatore, spingendolo verso posizioni politiche più radicali ed estreme.Il quadro europeo: malcontento e distacco da Bruxelles
Questa difficoltà a comprendere il sentimento popolare non è un fenomeno solo italiano. In tutta Europa, le diseguaglianze economiche e le migrazioni alimentano un crescente distacco dai centri di potere come Bruxelles. Un esempio chiaro è la Brexit, votata da elettori che si sentivano insoddisfatti per la situazione economica e l’immigrazione. L’Unione Europea fatica a trovare risposte efficaci a queste preoccupazioni diffuse tra i cittadini.Le politiche europee e il sentimento nazionale
Le politiche economiche tedesche basate sul rigore fiscale, come il Fiscal Compact, e il Trattato di Dublino sulla gestione dei migranti sono viste da molti paesi, specialmente nel Sud Europa, come inadeguate o addirittura dannose per i loro interessi nazionali. Questa percezione crea un terreno fertile per la crescita dei partiti euroscettici. In Italia, la crisi economica iniziata dopo il 2008 ha portato molte persone a identificare nel rigore imposto dall’Europa e nell’euro le cause principali del loro disagio. Questo ha aumentato notevolmente lo scetticismo verso l’Unione Europea e ha rafforzato un forte sentimento nazionale.Quanto è solido il nesso causale tra le fragilità interne dell’Italia e le presunte interferenze digitali esterne nel favorire i movimenti populisti?
Il capitolo evidenzia un legame tra vulnerabilità interna e minacce esterne, ma non approfondisce i meccanismi specifici di tale connessione né le prove empiriche che dimostrino in modo conclusivo come le “interferenze digitali” si traducano effettivamente in un sostegno efficace ai movimenti populisti o in una destabilizzazione significativa. L’attribuzione di tali azioni a specifici “attori russi” è complessa e spesso oggetto di dibattito, richiedendo competenze specifiche in analisi cibernetica e geopolitica. Per comprendere meglio questa dinamica, è utile esplorare gli studi sulla disinformazione e la propaganda, ad esempio leggendo le analisi di Peter Pomerantsev, e approfondire le ricerche accademiche sui fattori endogeni ed esogeni che influenzano l’ascesa del populismo.7. Le Radici della Rivolta e il Futuro dell’Europa
Il populismo in Europa nasce da problemi concreti come le diseguaglianze economiche, le migrazioni e la corruzione. Questi fenomeni colpiscono duramente le persone e non trovano risposte efficaci dalla politica. La mancanza di soluzioni concrete mantiene vivo il movimento populista. Più questi problemi persistono, più cresce la protesta contro i partiti tradizionali. Il ceto medio, in particolare, si sente indebolito e spinto verso posizioni estreme dalle sue difficoltà e aspettative. I partiti centristi hanno già commesso l’errore di sottovalutare l’impatto di diseguaglianze, migrazioni e corruzione, affrontando le sfide con idee non più adatte.Cercare nuove soluzioni
Per rispondere al malcontento del ceto medio oggi, servono idee nuove. Se il ceto medio si sente abbandonato e senza speranza di migliorare, serve una giustizia economica che unisca crescita, benessere per tutti e equità sociale. Se si sente minacciato dalle migrazioni, serve un piano di integrazione serio basato su pari diritti e rispetto delle regole, come avviene in altri paesi democratici. Se si sente danneggiato dalla corruzione, serve un sistema pubblico trasparente e rispettoso dei cittadini. Mettere in pratica queste soluzioni richiede sforzi notevoli e supera ostacoli vecchi e nuovi. Riuscire a farlo significa rafforzare i diritti di tutti i cittadini e lo stato di diritto.L’impatto nelle elezioni europee
La forza di questa protesta si vede chiaramente nelle elezioni europee del maggio 2019. Queste elezioni, che prima erano dominate da socialisti e popolari, vedono ora l’ascesa di forze populiste e sovraniste. Anche se diverse tra loro, queste forze sono unite nella critica verso i partiti tradizionali. Potrebbero diventare molto influenti nelle istituzioni europee, portando avanti idee contrarie alle politiche di Bruxelles, con effetti imprevedibili. I populisti italiani, grazie al grande sostegno che hanno nel loro paese, possono giocare un ruolo chiave nel definire i nuovi equilibri all’interno dell’Unione Europea.Davvero basta un “piano serio” come quello di “altri paesi democratici” per risolvere la questione migratoria?
Il capitolo, nel proporre un “piano di integrazione serio” basato su modelli di “altri paesi democratici” come risposta al malcontento legato alle migrazioni, sorvola sulla profonda complessità e sulle enormi difficoltà che tali processi comportano nella realtà. La questione migratoria e l’integrazione sono temi di dibattito accademico e politico intensissimo, con approcci diversi e risultati spesso controversi anche nei paesi presi a modello. Per comprendere meglio queste sfide e le ragioni dei fallimenti, è utile approfondire gli studi di sociologia delle migrazioni, scienze politiche comparative e leggere autori che si sono dedicati all’analisi delle politiche migratorie e dei loro impatti sociali.Abbiamo riassunto il possibile
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