1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“Per un ritratto dello scrittore da giovane” di Leonardo Sciascia ti porta dentro la formazione di Giuseppe Antonio Borgese, un viaggio che inizia nella Sicilia di Polizzi Generosa, dove fin da piccolo si vede la sua voglia di studiare e scrivere. La storia si sposta a Palermo, tra studio intenso e la vita di tutti i giorni con lo zio, mostrandoti come anche nelle piccole cose trovasse la felicità. Nonostante la famiglia lo volesse avvocato, lui lotta per la sua passione per le lettere, trovando un compromesso che lo porta all’università a Firenze. Qui si immerge nella vita letteraria italiana, collaborando a riviste come Medusa, affinando la sua critica letteraria e il suo interesse per il giornalismo letterario, pur vedendone i lati oscuri. Sciascia ti fa vedere l’influenza di figure come D’Annunzio e i contrasti con Benedetto Croce, mentre Borgese costruisce la sua reputazione con saggi che gli portano successo ma anche invidie. C’è anche un’esperienza a Berlino e un reportage inaspettato dopo il terremoto di Messina che allarga la sua notorietà. È un racconto che mescola studio, ambizione, difficoltà personali e professionali, facendoti capire come si forma una visione del mondo, nel suo caso quella che definisce “serenamente pessimistica”. È un bel modo per esplorare la giovinezza di un intellettuale importante attraverso i luoghi e le sfide che ha affrontato.Riassunto Breve
Giuseppe Antonio Borgese mostra fin da bambino una forte passione per lo studio e la scrittura, desiderio che lo porta a volersi trasferire a Palermo per continuare gli studi oltre le elementari. A Palermo, vive con lo zio Luigi e dedica molto tempo a studiare e leggere intensamente, attività che gli causa problemi agli occhi. Le sue lettere raccontano la vita di tutti i giorni, le visite di persone del suo paese e i pasti in famiglia, che riflettono le usanze siciliane. Già da giovane, riesce a trovare gioia anche nelle cose semplici. Nonostante preferisca le lettere, la famiglia, specialmente il padre, lo spinge verso la facoltà di legge, vista come più utile per una carriera. Si trova un accordo che gli permette di iniziare con lettere. Durante gli anni universitari a Firenze, studia con impegno, anche grazie a un aiuto economico dal ministero. Partecipa attivamente alla vita letteraria fiorentina, scrivendo per la rivista *Medusa*, dove pubblica articoli di critica, poesie e racconti. Dimostra di conoscere bene le lingue e di avere una grande capacità critica. L’influenza di D’Annunzio è notevole in questo periodo, anche se criticata dalla sorella Marietta. Borgese difende questa influenza come un modo per migliorare la sua padronanza della lingua e della forma, distinguendo la forma dal contenuto e dalla visione del mondo. Si interessa al giornalismo letterario, pur sapendo che la professione presenta aspetti negativi, e dichiara di voler mantenere la sua onestà intellettuale. Un periodo di studio e lavoro a Berlino nel 1907 gli permette di capire meglio la politica tedesca e di lavorare a due libri. Vive in modo solitario ma molto produttivo. Tornato in Italia, la sua attività di critico diventa più intensa e ottiene riconoscimento con la pubblicazione di volumi di saggi. Questo successo provoca invidie e ostilità nell’ambiente letterario, portando anche a un contrasto con Benedetto Croce. Un evento inaspettato lo porta a Messina dopo il terremoto del 1908, dove il suo reportage gli dà notorietà anche nel giornalismo di cronaca, anche se lui preferisce quello letterario e politico. Le esperienze della vita, incluse difficoltà personali e familiari, contribuiscono a fargli sviluppare una visione della vita che definisce “serenamente pessimistica”.Riassunto Lungo
1. Gli anni della formazione
Le carte e le lettere conservate dalla famiglia Borgese a Polizzi Generosa offrono uno sguardo prezioso sulla giovinezza di Giuseppe Antonio. Fin da piccolo, mostra una forte inclinazione per lo studio e la scrittura, manifestando presto il desiderio di trasferirsi a Palermo per proseguire gli studi, un passo fondamentale per andare oltre le scuole elementari.I primi studi a Palermo
A Palermo, vive ospite dello zio Luigi e dedica gran parte del suo tempo allo studio e a letture molto intense. Questa dedizione gli causa anche problemi agli occhi, ma non ne frena la sete di conoscenza. Le lettere che scrive allo zio Giovanni raccontano la sua vita quotidiana, le visite di amici e compaesani che si sono trasferiti in città e i momenti condivisi durante i pasti familiari. Questi dettagli offrono uno spaccato delle abitudini siciliane di quel periodo e mostrano come, fin da giovane, fosse capace di trovare gioia e soddisfazione anche nelle piccole cose della vita di tutti i giorni.Tra Letteratura e Legge
Nonostante la sua passione e il suo desiderio di dedicarsi completamente alle lettere, la famiglia lo incoraggia fortemente a scegliere la facoltà di legge. Il padre, in particolare, vede nella carriera legale una strada più sicura e promettente per il futuro. Alla fine, si raggiunge un accordo che gli permette di iniziare il suo percorso universitario proprio con gli studi letterari, seguendo così la sua vera vocazione.L’esperienza universitaria a Firenze
Durante gli anni trascorsi all’università di Firenze, si dedica allo studio con grande impegno. Un sussidio ministeriale gli consente di concentrarsi sugli studi senza eccessive preoccupazioni economiche. Partecipa attivamente alla vivace vita letteraria fiorentina, collaborando in modo significativo alla rivista Medusa. Su questa rivista pubblica articoli di critica, poesie e novelle, dimostrando fin da subito una notevole padronanza delle lingue straniere e una spiccata attitudine per l’analisi critica dei testi e degli autori.L’influenza di D’Annunzio e la critica
In questa fase della sua formazione, l’influenza di D’Annunzio è particolarmente forte, tanto da suscitare preoccupazione e critiche da parte della sorella Marietta. Borgese difende questa influenza, spiegando che per lui si tratta di un modo per affinare la sua padronanza della lingua e della forma espressiva. Distingue nettamente l’importanza di padroneggiare la forma letteraria dal contenuto e dalla visione del mondo che un autore può esprimere, sottolineando come lo studio di D’Annunzio sia uno strumento per migliorare il proprio stile.L’interesse per il giornalismo
Parallelamente agli studi e all’attività letteraria, sviluppa un forte interesse per il giornalismo, in particolare quello di ambito letterario. Tuttavia, è fin da giovane consapevole della corruzione e delle compromissioni che spesso caratterizzano questa professione. Nonostante ciò, afferma con decisione la sua intenzione di mantenere sempre un’assoluta onestà intellettuale nel suo lavoro, ponendo le basi per un approccio etico alla scrittura e alla critica.Un periodo a Berlino
Nel 1907, un periodo di studio e lavoro a Berlino gli offre l’opportunità di approfondire la sua conoscenza della politica tedesca. Durante questo soggiorno, si dedica intensamente alla scrittura e riesce a lavorare a due libri importanti. Conduce una vita piuttosto solitaria nella capitale tedesca, ma questo isolamento si rivela estremamente produttivo per la sua attività intellettuale e creativa, permettendogli di concentrarsi sui suoi progetti.Il successo e le avversioni
Al suo ritorno in Italia, la sua attività come critico letterario si intensifica notevolmente. La pubblicazione di alcuni volumi di saggi gli conferisce rapidamente prestigio e riconoscimento nell’ambiente culturale. Questo successo, tuttavia, genera anche invidie e avversioni da parte di altri intellettuali e critici. Queste tensioni sfociano anche in un aperto contrasto con Benedetto Croce, una delle figure più influenti della critica italiana dell’epoca.L’esperienza del terremoto di Messina
Un evento inaspettato lo porta a Messina dopo il devastante terremoto del 1908. Il reportage che scrive su questa tragedia gli dà notorietà anche nel campo del giornalismo di cronaca. Nonostante questo riconoscimento, la sua preferenza rimane saldamente orientata verso il giornalismo letterario e politico, ambiti che sente più affini ai suoi interessi e alla sua formazione.La maturazione di una visione
Le diverse esperienze di vita, incluse le difficoltà personali e familiari che affronta nel corso degli anni, contribuiscono in modo determinante alla maturazione della sua visione del mondo. Queste esperienze lo portano a sviluppare una prospettiva sulla vita che lui stesso descrive come “serenamente pessimistica”, un punto di vista che caratterizzerà molta della sua successiva produzione intellettuale e letteraria.Ma davvero l’influenza dannunziana fu per Borgese una questione meramente stilistica, come sembra suggerire il capitolo?
Il capitolo presenta la difesa di Borgese dall’accusa di eccessiva influenza dannunziana come una distinzione tra padronanza della forma e contenuto. Tuttavia, l’impatto di D’Annunzio sulla cultura e sulla sensibilità dell’epoca era profondo e raramente si limitava a un aspetto puramente tecnico o stilistico; coinvolgeva una complessa miscela di estetica, vitalismo, e posizioni ideologiche che potevano giustamente suscitare reazioni diverse, anche in ambito familiare. Per cogliere appieno la portata di questa influenza e delle relative “preoccupazioni”, sarebbe fondamentale approfondire la figura e l’opera di D’Annunzio nel contesto culturale del primo Novecento, e confrontarsi con la critica dell’epoca, inclusi autori come Benedetto Croce, che su D’Annunzio e sul suo impatto ebbero molto da dire.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]


