Letteratura

Penna, matita e veleno

Per favore  Accedi  oppure  registrati  per farlo.


1. L’esteta Criminale: Un Parallelo Fatale

“Pen, Pencil and Poison” è un saggio di Oscar Wilde del 1889 che presenta Thomas Griffiths Wainewright, un personaggio storico ricordato più per i suoi crimini che per il suo talento artistico. Wainewright era una figura complessa, con un gusto estetico raffinato ma capace di crimini come la falsificazione e l’omicidio per avvelenamento. Questa doppia natura mise in ombra la sua arte, oscurata dalla sua fama di criminale. Wilde, però, non vede contraddizione tra l’amore per l’arte e la natura e il compiere crimini. Per lui, l’apprezzamento di Wainewright per l’arte era genuino e non dovrebbe essere distorto per adattarsi a un ideale morale. Un legame tra Wilde e Wainewright si rivela presto nella vita di Wilde. Un episodio a Oxford, dove Wilde reagisce male a uno scherzo che lo paragona a Wainewright, anticipa un destino simile. Questo legame si concretizza quando Wilde viene processato a Londra per atti osceni. Nonostante non avesse commesso crimini violenti come Wainewright, la società inglese lo condanna per il suo stile di vita e la sua identità. La prigione distrugge la sua carriera e la sua vita, a causa di una morale pubblica rigida. Giudizio etico ed estetico vengono spesso confusi, un problema che persiste ancora oggi.

2. L’Eclettismo di Penna, Matita e Veleno

La concentrazione, tipica del temperamento artistico, è spesso vista come una forma di limitazione, anche se non mancano figure poliedriche come Rubens, Goethe e Milton. Thomas Griffiths Wainewright (1794-1847) è un esempio di questa complessità: poeta, pittore, critico d’arte, antiquario, scrittore, esteta, ma anche falsario e avvelenatore.Wainewright, orfano di madre e poi di padre, cresce con il nonno e poi con lo zio, George Edward Griffiths (che in seguito avvelenerà). La sua infanzia, trascorsa in una residenza georgiana immersa nel verde, alimenta un amore per la natura che influenza la sua sensibilità artistica, avvicinandolo alla poetica di Wordsworth.Dopo gli studi all’accademia di Charles Burney, dove si dedica alla pittura, Wainewright abbandona la carriera militare per dedicarsi all’arte e alla cultura umanistica. Una malattia lo segna profondamente, spingendolo a considerare la letteratura come vocazione.Entra in contatto con il “London Magazine” e inizia a scrivere articoli d’arte sotto vari pseudonimi. La sua prosa raffinata lo rende una figura nota negli ambienti culturali, frequentando intellettuali e artisti. De Quincey, pur apprezzandolo, percepisce in lui una latente oscurità.Per Wainewright, la critica d’arte si basa sull’esperienza soggettiva, sulle impressioni personali più che sulle teorie. Riconosce l’importanza del temperamento artistico e del gusto, educato attraverso la frequentazione dei capolavori. Apprezza artisti come Turner e Constable, anticipando i tempi, e sottolinea la necessità per l’arte paesaggistica di andare oltre la mera riproduzione, ricercando la rappresentazione degli elementi naturali. Ammira Füssli per la sua libertà immaginativa e sostiene che ogni opera d’arte debba essere giudicata secondo le proprie leggi.Wainewright predilige l’arte classica e rinascimentale, riconoscendo il valore dei modelli greci. Crede nella trasmissione dello stile attraverso la costante esposizione ai modelli migliori. Le sue analisi, precise e dettagliate, dimostrano una sensibilità autentica, come si evince dalle descrizioni di opere di Tintoretto, Schiavone e Moroni.

3. L’Avvelenatore Esteta

Un critico d’arte e scrittore del XIX secolo, noto per il suo stile letterario raffinato, nascondeva una vita segreta di avvelenatore. La sua letteratura d’arte influenzò autori come Ruskin e Browning. Le sue descrizioni, come quella della “Crocifissione” di Rembrandt, erano intense e drammatiche. Amava il teatro e chiedeva precisione storica nelle scenografie. Ammirava poeti come Keats, Shelley, Wordsworth e Blake, riconoscendo un legame profondo tra le arti. Nel giornalismo, inventò uno stile ricco e personale, antesignano della prosa moderna.Dietro l’amore per l’arte e la natura, si celava un criminale. Usava la stricnina per uccidere, spinto da motivi economici o vendetta. Tra le vittime, suo zio, la suocera, la cognata e un amico. L’omicidio di Helen Abercrombie fu motivato dal denaro dell’assicurazione. Le compagnie assicurative, sospettando la frode, vinsero la causa legale. Coperto di debiti, cercò di avvelenare un amico per rivalsa. Tornato in Inghilterra, fu arrestato per falsificazione e deportato in Tasmania.In prigione, ricevette visite da scrittori come Dickens, ma appariva cinico. Continuò a disegnare anche in esilio, tentando altri avvelenamenti. I suoi crimini sembravano alimentare la sua arte, rendendola più intensa. La sua figura complessa e controversa, a cavallo tra arte e crimine, continua a ispirare e a far riflettere.

Abbiamo riassunto il possibile

Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale

Compra il libro

[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]
Tutti gli anni buttati via. Testo inglese a fronte
Oh, oh, oh, oh, oh. I Righeira, la «playa» e l'estate 1983