Contenuti del libro
Informazioni
“Patrie smarrite. Racconto di un italiano” di Corrado Stajano è un libro che ti prende e ti porta dentro un viaggio personale e storico pazzesco, alla ricerca delle radici dell’autore, divise tra la Sicilia del padre e la Lombardia della madre. È un modo per capire l’Italia di oggi guardando al suo passato, scavando nella memoria storica italiana. Si parte da Noto, in Sicilia, dove l’autore indaga le tracce dello sbarco alleato del 1943, un evento chiave per la storia Sicilia e la Seconda Guerra Mondiale Italia, toccando anche il tema delicato del presunto legame tra mafia e sbarco alleato. Poi ci si sposta a Cremona, la città che è stata il cuore del fascismo a Cremona sotto la figura potente di Roberto Farinacci, esplorando come il regime ha plasmato la città e come la memoria di quel periodo viene affrontata (o evitata). Stajano mescola la sua storia familiare con la grande storia, usando documenti, testimonianze e riflessioni per capire le contraddizioni del paese, il peso del passato e cosa significa sentirsi parte di una “patria” che a volte sembra persa. È un racconto potente su identità, storia Cremona, storia Sicilia, e il confronto inevitabile tra passato e presente.Riassunto Breve
La ricerca si concentra su Noto, luogo di origine paterna, per indagare le tracce dello sbarco alleato del 1943 e affrontare questioni personali. Noto appare come una città sospesa tra la bellezza barocca e la modernità, con un’economia fragile. La processione di San Corrado simboleggia l’inquietudine della comunità. Il diario del bibliotecario Domenico Russo descrive la vita a Noto durante la guerra, i bombardamenti e l’attesa dello sbarco, mostrando una popolazione più preoccupata della sopravvivenza che del fascismo. Sulla costa, a Noto Marina, i bunker e i racconti di testimoni come Domenico Sculli riportano l’evento dello sbarco, caratterizzato da scarsa resistenza italiana e dalla facilità dell’avanzata alleata. La resa di Pantelleria precede la caduta della Sicilia. Lo sbarco, Operazione Husky, avviene il 10 luglio 1943 con forze alleate superiori. La difesa italiana è debole e disorganizzata. A Noto, l’arrivo degli inglesi è seguito da reazioni diverse nella popolazione, tra chi accoglie gli Alleati come liberatori e chi critica la mancanza di resistenza. Un elemento importante è il presunto patto tra Alleati e mafia americana, con Lucky Luciano, per facilitare l’invasione in cambio di impunità e potere per la mafia nel dopoguerra. Questo accordo rafforza la mafia in Sicilia. La caduta del fascismo e l’armistizio dell’8 settembre non cambiano molto in Sicilia, già sotto controllo alleato. La vita riprende, segnata dalla povertà. L’armistizio del 1943, firmato in Sicilia, è un evento spesso dimenticato. Noto serve da osservatorio per le contraddizioni siciliane. Lo storico Michele Luminati studia il diritto e la storia locale, confrontandosi con l’immobilismo ma anche con l’ospitalità. La storia di Noto è segnata dal terremoto del 1693 e dalla ricostruzione, metafora della resilienza siciliana dove le strutture di potere persistono. Nel Novecento, Noto affronta declino e speculazione, mostrando difficoltà nel progresso a causa di interessi privati e mancanza di coscienza democratica. Il carattere siciliano è descritto come un misto di astuzia, imprudenza, giustizia privata e difficoltà con lo Stato di diritto. Nonostante i problemi, la Sicilia esercita un forte fascino. La ricerca si sposta poi a Cremona, città natale che appare estranea. L’ex fabbricato Armaguerra simboleggia la trasformazione post-bellica. La casa familiare evoca confronto con il passato. La piazza del Duomo mostra strati di storia. La tradizione liutaia contrasta con la dimensione materiale. La memoria si concentra sul fascismo a Cremona, guidato da Farinacci. Vengono rievocati gli eventi del 1922, la violenza squadrista e il supporto della borghesia agraria al fascismo. Farinacci domina Cremona per vent’anni, usando urbanistica e propaganda. Le fotografie mostrano l’esaltazione del regime. La caduta del fascismo nel 1943 e la fuga di Farinacci aprono una fase incerta. Farinacci emerge presto nella politica, usando violenza e divisione. Inizia nelle Ferrovie ma si dedica alla politica, fondando fasci e manipolando tensioni. La sua ascesa è brutale. Diventa segretario del PNF nel 1925, incarnando la dittatura poliziesca, ma viene rimosso dopo il delitto Matteotti. Si rifugia a Cremona, suo feudo, controllando la vita locale con il giornale “Il Regime Fascista”. Cremona diventa centro del razzismo italiano, con Farinacci promotore di teorie antisemite e influenzando le leggi razziali. Dopo il fascismo, Cremona vive un breve periodo di libertà, poi soffocato dal silenzio e dalla continuità statale. La città rimuove la memoria del ventennio, evitando la riflessione critica sul ruolo di Farinacci e del fascismo, mostrando passività e sottomissione al potere. L’opera di Corrado Stajano fonde inchiesta e autobiografia per analizzare la società italiana e la sua storia. “Patrie smarrite” usa l’esperienza personale per esplorare la storia nazionale, come fascismo e Seconda Guerra Mondiale. La narrazione ha un forte impegno etico, ispirata a Benjamin, integrando memorie, documenti e fonti. Lo stile unisce rigore classico a riflessioni e descrizioni evocative. Temi ricorrenti sono l’estraneità, la memoria, il confronto passato-presente, la ricerca di appartenenza nei luoghi d’origine. La scrittura affronta il peso della storia e le contraddizioni italiane, indagando chi ha perso la patria. Nonostante la gravità, emerge una volontà di resistenza e speranza nella scrittura per le generazioni future.Riassunto Lungo
1. Noto, tra Guerra Passata e Presente Incerto
Un ritorno a Noto per affrontare il passato
La ricerca si concentra su Noto, luogo d’origine del padre. Il motivo principale di questo ritorno è indagare le tracce dello sbarco alleato avvenuto nel 1943. Questo viaggio nasce da un bisogno personale: affrontare questioni ancora irrisolte, come la vendita di alcuni terreni di famiglia. La narrazione si muove continuamente tra due piani temporali. Da un lato c’è il presente, caratterizzato da una Sicilia trasformata dal turismo e da una diffusa malinconia causata dal terremoto. Dall’altro lato emerge il passato della guerra, ricostruito attraverso documenti dell’epoca e racconti di persone del luogo.Noto oggi: tra bellezza barocca e fragilità contemporanea
Noto si presenta come una città piena di contrasti. Da un lato mostra la sua magnificenza barocca, dall’altro rivela una certa banalità moderna. L’economia appare fragile e una parte del patrimonio culturale sembra trascurata. Anche la festa di San Corrado, il patrono della città, diventa simbolo di una comunità preoccupata. Gli abitanti di Noto sono consapevoli della fragilità del loro territorio, sia dal punto di vista sismico che storico.La testimonianza di Domenico Russo: la guerra vista da Noto
Per capire meglio l’atmosfera che si respirava a Noto durante la Seconda Guerra Mondiale, una fonte molto importante è il diario di Domenico Russo, un bibliotecario del posto. Le parole di Russo raccontano i bombardamenti che colpirono la città, la paura che si diffondeva tra la gente, la propaganda del regime fascista e la crescente consapevolezza dell’arrivo imminente degli Alleati. Attraverso questi documenti, emerge l’immagine di una popolazione siciliana lontana dall’entusiasmo per la guerra promosso dal fascismo. La preoccupazione principale degli abitanti era la sopravvivenza di tutti i giorni e il desiderio più grande era che la guerra finisse presto.Noto Marina: sulle tracce dello sbarco alleato
La narrazione si sposta poi verso la costa, precisamente a Noto Marina, il luogo dove avvenne lo sbarco. Qui si trovano ancora i resti dei bunker abbandonati. Inoltre, la testimonianza diretta di Domenico Sculli, un ex comandante, fa riemergere i ricordi di quei giorni di guerra. Viene ricostruita la facilità con cui gli Alleati conquistarono questa zona della Sicilia, la debole resistenza opposta dall’esercito italiano e la situazione generale di un’isola già stremata dai bombardamenti e dalla propaganda. Un evento significativo che precede lo sbarco in Sicilia è la resa di Pantelleria. Questa resa, avvenuta in circostanze controverse e tra sospetti di tradimento, viene analizzata come un segnale della prossima caduta dell’intera isola.Memoria, identità e riconciliazione: il senso del viaggio a Noto
La riflessione si allarga poi al significato profondo della guerra. La guerra viene vista come un evento che ha segnato profondamente le persone e che ha rivelato aspetti fondamentali della natura umana. La ricerca delle tracce della guerra a Noto diventa quindi un modo per indagare temi più ampi come la memoria, l’identità personale e collettiva, e il rapporto complesso che lega passato e presente. Il viaggio a Noto assume così un significato più profondo. Diventa un tentativo di fare pace con una parte importante della propria storia personale e della storia della comunità, sullo sfondo di una Sicilia dalla bellezza eterna ma segnata dal peso degli eventi passati.In che misura la rielaborazione della memoria personale può illuminare eventi storici complessi come la Seconda Guerra Mondiale, senza rischiare di oscurare le dinamiche collettive e le cause strutturali?
Il capitolo sembra concentrarsi sul viaggio personale e sulla rielaborazione della memoria individuale. Sebbene questo approccio possa offrire una prospettiva intima e sentita sugli eventi, rischia di limitare la comprensione delle dinamiche storiche più ampie. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile integrare l’analisi con studi sulla memoria collettiva e sulla storia sociale della Seconda Guerra Mondiale, approfondendo autori come Maurice Halbwachs per la memoria collettiva e Paul Thompson per la storia orale, al fine di bilanciare la dimensione personale con una visione più ampia e strutturale degli eventi.2. Polvere e Cioccolato: Noto sotto le Stelle Alleate
Lo sbarco alleato e la debole resistenza italiana
Alle ore 2.10 del 10 luglio 1943, le forze alleate sbarcarono in Sicilia, dando inizio all’Operazione Husky. Nonostante il proclama del generale Guzzoni che invitava alla resistenza, l’azione militare incontrò una difesa italiana debole e disorganizzata. Diversi errori di navigazione dispersero i paracadutisti americani, generando confusione nei comandi italiani e facilitando l’avanzata delle truppe inglesi e canadesi. Queste forze, superiori per numero e tecnologia, avanzarono rapidamente, incontrando una resistenza costiera minima.Noto sotto controllo alleato: reazioni contrastanti della popolazione
L’arrivo degli Alleati a Noto portò con sé un silenzio surreale, presto interrotto dall’ingresso delle truppe britanniche. Le autorità locali si arresero formalmente e la popolazione ebbe reazioni diverse. Alcuni accolsero gli Alleati come liberatori, sperando che la fine del fascismo portasse con sé un futuro migliore. Altri, invece, criticarono aspramente la mancanza di resistenza militare e l’entusiasmo popolare verso gli invasori, come riportano le cronache locali.Il patto tra Alleati e mafia: un accordo nascosto
Un aspetto importante dello sbarco in Sicilia fu il presunto accordo tra gli Alleati e la mafia americana. Esistono documenti e testimonianze che suggeriscono come i servizi segreti statunitensi cercarono la collaborazione di figure mafiose, tra cui Lucky Luciano, per agevolare l’invasione. In cambio del supporto logistico e informativo offerto dalla mafia, quest’ultima avrebbe ottenuto impunità e un ruolo di maggiore potere nel contesto siciliano dopo la guerra. Questo patto segnò l’inizio di una nuova fase di crescita e rafforzamento per la mafia, che si radicò ancora più profondamente nella società e nell’economia dell’isola.La vita quotidiana in Sicilia dopo l’armistizio
La caduta del fascismo e l’armistizio dell’8 settembre non ebbero conseguenze immediate in Sicilia, che era già sotto il controllo degli Alleati. La vita di tutti i giorni, pur segnata dalla povertà e dalle difficoltà del periodo, continuò secondo le abitudini. L’esperienza dello sbarco mise in luce la complessità della società siciliana, le sue contraddizioni politiche e la forza di dinamiche storiche radicate. Tra queste, emersero il potere della mafia e un rapporto difficile con lo Stato italiano. Le cronache di quel periodo raccontano un momento di cambiamento incerto, ricco di conseguenze per il futuro della Sicilia.Se il patto tra Alleati e mafia è stato un accordo così determinante, come mai il capitolo non approfondisce le conseguenze a lungo termine di tale alleanza sulla società siciliana e italiana?
Il capitolo introduce il patto tra Alleati e mafia come un aspetto “importante” dello sbarco, ma non esplora a fondo le implicazioni di questa affermazione. È fondamentale capire se questo patto ha avuto effetti duraturi sulla politica, l’economia e la società siciliana post-bellica. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi di storia contemporanea, con autori come Salvatore Lupo, e di sociologia della criminalità organizzata, per comprendere meglio le dinamiche complesse tra potere politico, forze militari straniere e criminalità locale.3. L’Isola dai Mille Volti
Un Passato Dimenticato
L’armistizio del 1943, firmato in Sicilia, è un evento storico che in Italia è stato quasi dimenticato. Questa dimenticanza introduce un tema più ampio: la Sicilia è una terra piena di contrasti e di aspetti ambigui.Noto: Un Osservatorio Privilegiato
La città barocca di Noto diventa un punto di osservazione ideale per capire queste contraddizioni. Lo storico svizzero Michele Luminati arriva a Noto con l’obiettivo di capire l’anima siciliana. Vuole farlo studiando la storia e il diritto di quest’isola. Luminati si addentra nella realtà di Noto, incontrando sia l’immobilità e gli interessi radicati, sia l’accoglienza e la generosità degli abitanti.Storia e Trasformazioni di Noto
La storia di Noto è stata segnata da disastri naturali, come il terremoto del 1693. Dopo quel terremoto, la città fu ricostruita in un luogo diverso. Questo evento sismico può essere visto come un simbolo dei cambiamenti e della capacità di ripresa tipica della Sicilia. Nonostante le trasformazioni, le strutture sociali e di potere dell’isola tendono a rimanere stabili.Le Sfide del Novecento
Nel corso del Novecento, Noto si trova ad affrontare nuove difficoltà, come il declino e la speculazione edilizia. Nascono conflitti tra chi vuole proteggere il patrimonio culturale e chi cerca il profitto. Questi contrasti mettono in luce una difficoltà profonda nel realizzare un vero progresso. Questo progresso è ostacolato da interessi particolari e da una radicata mancanza di coscienza democratica.L’Anima Siciliana: Un Intreccio di Contraddizioni
Queste riflessioni si estendono al carattere dei siciliani, che appare come un insieme di astuzia e sconsideratezza, intelligenza e falsità, timidezza negli affari privati e audacia in quelli pubblici. Questa ambivalenza si manifesta in una tendenza alla giustizia privata e nella difficoltà a costruire uno Stato di diritto moderno e funzionante.Fascino e Appartenenza
Nonostante questi problemi profondi, la Sicilia esercita un grande fascino. La sua bellezza, la sua storia antica e la sua complessa umanità creano un legame forte, un senso di appartenenza difficile e sofferto, ma inevitabile, come una radice impossibile da strappare. Si prova nostalgia per questa terra piena di contraddizioni, segnata dalla morte e da malattie ereditarie. Allo stesso tempo, si ama la sua luce e la sua bellezza intensa. Noto Antica, una valle buia e silenziosa, diventa il simbolo di una storia perduta e di un’identità divisa, ma profondamente radicata nel cuore.Il capitolo presenta il silenzio di Cremona come una scelta specifica della città. Ma è plausibile che una città intera possa decidere collettivamente di “dimenticare”, o piuttosto il silenzio è il risultato di dinamiche sociali e politiche più complesse e meno consapevoli?
Il capitolo descrive il silenzio e la rimozione della memoria a Cremona come una decisione quasi volontaria della città. Tuttavia, questa interpretazione potrebbe semplificare eccessivamente un fenomeno complesso. È importante considerare se il “silenzio” sia una scelta attiva e consapevole di tutti i cittadini, o se invece rifletta dinamiche di potere, paura, e inerzia sociale più profonde. Per comprendere meglio questi aspetti, sarebbe utile approfondire studi di sociologia della memoria e di storia sociale del dopoguerra italiano, esplorando le opere di autori come Alessandro Portelli o Anna Bravo, che hanno analizzato le complesse dinamiche della memoria collettiva e del silenzio nel contesto italiano post-bellico.6. I fantasmi della memoria
L’opera di Corrado Stajano si distingue per la capacità di unire l’indagine giornalistica con il racconto personale, analizzando la società italiana e la sua storia. In “Patrie smarrite”, Stajano cambia direzione nel suo percorso letterario, usando le esperienze personali per studiare la storia nazionale. In questo libro, l’autore esamina le sue radici, tra Nord e Sud Italia, usando la storia individuale per capire momenti importanti della storia italiana, come il fascismo e la Seconda Guerra Mondiale.Impegno etico e stile narrativo
La narrazione di Stajano mostra un forte impegno etico e di testimonianza, ispirandosi all’idea di Walter Benjamin del racconto come modo per trasmettere esperienza e saggezza. I suoi testi vanno oltre la cronaca, diventando opere letterarie complesse che uniscono ricordi personali, documenti storici e diverse fonti, creando una storia ricca di dettagli. Il suo stile, pur essendo rigoroso, include riflessioni filosofiche e morali, descrizioni evocative e toni lirici, rendendo l’opera molto coinvolgente.Temi principali: estraneità, memoria e confronto tra passato e presente
Temi importanti nell’opera di Stajano sono il sentirsi straniero, la memoria e il confronto tra passato e presente. L’autore esplora i luoghi d’origine, le “patrie smarrite”, cercando un senso di appartenenza che spesso è difficile e irrisolto. La sua scrittura affronta il peso della storia, le ferite comuni e le contraddizioni del paese, studiando le persone che hanno perso la patria o sono state escluse dalla storia nazionale. Nonostante i temi difficili, emerge una forte volontà di resistere e una speranza nella scrittura, vista come un messaggio per il futuro.Ma è davvero sufficiente affidarsi alle ‘esperienze personali’ per comprendere la complessità della storia nazionale, o rischiamo di perdere di vista le dinamiche strutturali e collettive che la plasmano?
Il capitolo sembra suggerire che la storia personale di Stajano sia una chiave di lettura privilegiata per la storia italiana. Tuttavia, un approccio esclusivamente basato sulle esperienze individuali potrebbe trascurare l’importanza di fattori socio-economici, politici e culturali più ampi. Per una comprensione più completa, sarebbe utile integrare questa prospettiva con studi di sociologia storica e di storia sociale, esplorando autori come Barrington Moore o Charles Tilly, che hanno analizzato le grandi trasformazioni storiche attraverso lenti più strutturali.Abbiamo riassunto il possibile
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