Economia e Business

Partire leggeri: Il metodo lean startup per una nuova cultura dell’innovazione continua

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L’imprenditorialità innovativa richiede un cambio di paradigma nella gestione aziendale. Le metodologie tradizionali falliscono di fronte all’incertezza delle startup, mentre la Lean Startup emerge come disciplina essenziale. Questo libro esplora come trasformare ipotesi in conoscenza attraverso esperimenti misurabili, validare le idee con un Prodotto Minimo Viabile (MVP) e misurare il progresso tramite l’innovation accounting. Si approfondisce il ciclo Build-Measure-Learn, la decisione critica di pivotare o perseverare, e il potere dei piccoli lotti per accelerare l’apprendimento e ridurre gli sprechi. Infine, si mostra come le aziende possono coltivare l’innovazione strutturando team dedicati e creando ambienti protetti per la sperimentazione.

1. La Nuova Gestione dell’Impresa Innovativa

Gestire l’incertezza nell’imprenditoria

Creare nuove imprese e prodotti è un percorso pieno di incognite. Per questo tipo di sfide, serve un modo di gestire l’azienda che sia diverso da quello tradizionale. I metodi classici, che funzionano bene quando il mercato è stabile e prevedibile, non vanno bene per le startup. Le startup devono affrontare situazioni molto incerte e hanno bisogno di capire sia chi sono i clienti, sia cosa vogliono davvero. Fare piani molto dettagliati o cercare di prevedere il mercato con precisione, strumenti utili in aziende già avviate, non servono molto quando si inizia un’attività nuova e piena di sorprese.

L’approccio Lean Startup

Però, nemmeno improvvisare senza metodo va bene. La Lean Startup è un sistema di gestione fondamentale per affrontare l’incertezza. Propone un metodo preciso, quasi scientifico, che si basa sull’imparare facendo. Questo significa trasformare le idee in azioni concrete e misurabili, facendo molti esperimenti veloci. Il cuore di questo metodo è il ciclo “Costruisci-Misura-Impara”: le startup devono trasformare velocemente le idee in prodotti essenziali, vedere come reagisce il mercato, e capire se andare avanti così o cambiare strada.

Efficienza e apprendimento continuo

Questo modo di fare si ispira al sistema di produzione “lean”, che punta a eliminare gli sprechi e rendere tutto più efficiente. La Lean Startup non dimentica l’importanza di avere una visione chiara dell’obiettivo, ma aggiunge la necessità di essere flessibili e di cambiare il prodotto in base a quello che dice il mercato. L’obiettivo principale diventa imparare a costruire un’azienda che funzioni nel tempo, verificando ogni passo attraverso esperimenti e analizzando i risultati. Così, si hanno più possibilità di successo in un mondo degli affari sempre più complicato e in rapido cambiamento.

Ma davvero basta un ciclo “Costruisci-Misura-Impara” per affrontare la complessità e l’incertezza del mercato, o rischiamo di ridurre l’innovazione a un algoritmo prevedibile?
Il capitolo presenta l’approccio Lean Startup come una soluzione quasi algoritmica per la gestione dell’incertezza, ma è lecito interrogarsi se un modello così lineare possa realmente catturare la natura caotica e spesso irrazionale dei mercati e dell’innovazione. Per una comprensione più profonda delle dinamiche complesse che influenzano il successo o il fallimento delle imprese innovative, sarebbe utile esplorare le teorie sulla complessità e il pensiero sistemico, approfondendo autori come Nassim Nicholas Taleb, che offrono prospettive critiche sui modelli di gestione tradizionali e sull’illusione del controllo in contesti incerti.


2. La Scienza della Startup: Apprendimento Validato ed Esperimentazione

Oggi, chiunque crei nuovi prodotti o servizi, dalle piccole startup alle grandi aziende, è un imprenditore. Una startup è un’organizzazione pensata apposta per affrontare l’incertezza tipica di questo lavoro, non importa quanto sia grande o in quale settore operi. L’obiettivo principale non è solo costruire un prodotto, ma verificare che le persone lo vogliano davvero.

Metodi tradizionali vs. Lean Startup

I metodi di gestione tradizionali, con piani dettagliati e previsioni, spesso non funzionano per le startup. Questi metodi partono dall’idea che l’ambiente sia stabile e prevedibile, cosa che raramente accade quando si avvia una nuova attività. Al contrario, il metodo Lean Startup mette al centro l’apprendimento validato. Si tratta di un modo preciso per capire se si sta andando nella direzione giusta, verificando con dati concreti le basi del proprio progetto. Per imparare in questo modo, è fondamentale sperimentare di continuo.

L’importanza della sperimentazione

Sperimentare non significa semplicemente provare a caso, ma seguire un metodo scientifico per mettere alla prova delle idee precise. Ad esempio, aziende come Zappos, Kodak Gallery e Village Laundry Service hanno dimostrato che iniziare con piccoli esperimenti aiuta a capire se le idee iniziali sono valide e a sviluppare il prodotto nel modo giusto. Anche enti pubblici, come il CFPB, possono usare questo metodo per testare i servizi prima di offrirli a tutti.

Verso un approccio scientifico

Il metodo Lean Startup trasforma ogni azione in un esperimento per imparare e migliorare. Questo modo di lavorare riduce gli sprechi, concentra le energie su ciò che interessa davvero ai clienti e aumenta le possibilità di creare un’azienda di successo che duri nel tempo. In pratica, per creare nuove imprese, si passa da un approccio intuitivo a uno scientifico. Si usa un metodo preciso per affrontare l’incertezza e trovare la strada giusta per un business valido.

Ma è davvero appropriato definire “scientifico” un approccio che si basa sull’incertezza e sulla validazione di ipotesi di business, quando la scienza tradizionale cerca certezze e validazioni universali?
Il capitolo presenta il metodo Lean Startup come un approccio “scientifico” alla creazione di impresa, enfatizzando l’importanza dell’esperimentazione e dell’apprendimento validato. Tuttavia, l’analogia con la scienza potrebbe essere fuorviante. La scienza, nel suo senso più rigoroso, mira a scoprire leggi universali e riproducibili, mentre il contesto imprenditoriale è intrinsecamente dinamico, influenzato da fattori umani, sociali ed economici in continua evoluzione. Per comprendere meglio le differenze tra il rigore scientifico e l’applicazione di principi di validazione nel business, è utile approfondire la filosofia della scienza e le metodologie di ricerca nelle scienze sociali, studiando autori come Karl Popper e Paul Feyerabend, che hanno discusso i limiti e le specificità del metodo scientifico.


3. La Bussola Lean: Validare per Avanzare

Il ciclo Build-Measure-Learn

Le startup trasformano le idee in prodotti, imparando continuamente dalle interazioni con i clienti. Questo processo avviene attraverso un ciclo fondamentale chiamato Build-Measure-Learn, ovvero Costruisci-Misura-Impara. La velocità con cui una startup riesce a completare questo ciclo è più importante di qualsiasi premio o riconoscimento pubblico. L’apprendimento validato diventa quindi il vero indicatore di progresso, permettendo di ridurre gli sprechi e di investire le risorse in modo efficace.

Le ipotesi fondamentali e il Prodotto Minimo Viabile (MVP)

Ogni strategia imprenditoriale si basa su delle ipotesi. Tra queste, le più rischiose riguardano il valore che il prodotto offre ai clienti e la capacità di crescita dell’azienda. Queste ipotesi guidano lo sviluppo del prodotto attraverso la creazione di un Prodotto Minimo Viabile, spesso chiamato MVP. L’MVP non è una versione incompleta del prodotto finale, ma uno strumento essenziale per testare rapidamente le ipotesi fondamentali con il minimo sforzo possibile. L’obiettivo principale dell’MVP è avviare il ciclo di apprendimento, non raggiungere subito la perfezione.

Misurare i progressi con l’Innovation Accounting

Per capire se si staProgredendo, è necessario misurare i risultati ottenuti. Questo si fa attraverso l’innovation accounting, un sistema di misurazione quantitativo. L’innovation accounting serve a capire se le modifiche apportate al prodotto portano a miglioramenti concreti. È quindi fondamentale usare metriche utili e pratiche, invece di concentrarsi su numeri superficiali che non danno informazioni reali. Dopo ogni ciclo di Build-Measure-Learn, arriva il momento di prendere una decisione cruciale: continuare sulla strada intrapresa, perseverando con la strategia attuale, oppure cambiare direzione, effettuando un pivot.

Strategia e Validazione delle Ipotesi

Per avere successo, è fondamentale identificare e verificare le ipotesi chiave su cui si basa la strategia. Per definire la strategia, possono essere utili gli “analoghi” e gli “antiloghi”. Gli analoghi sono esempi di aziende o prodotti simili che hanno avuto successo, mentre gli antiloghi sono esempi di fallimenti da cui imparare. Tuttavia, la cosa più importante è validare le ipotesi di valore e crescita direttamente sul campo, parlando con i potenziali clienti. Il principio del “Genchi Gembutsu”, che significa “vai a vedere di persona”, sottolinea proprio l’importanza di conoscere direttamente i clienti. È essenziale uscire dall’ufficio e parlare con i potenziali clienti per capire i loro problemi e creare una descrizione precisa del cliente tipo, che sarà poi utile per sviluppare il prodotto.

L’MVP per superare l’analisi e convalidare le idee

L’MVP è fondamentale per evitare di bloccarsi in analisi infinite e per non rischiare di creare prodotti che nessuno vuole. Esistono diverse tecniche per creare un MVP, ognuna adatta a situazioni diverse. Alcuni esempi sono i video dimostrativi, i servizi concierge (dove si offre un servizio manualmente per testare l’interesse), e i test “Wizard of Oz” (dove si simula una funzionalità complessa con un intervento manuale nascosto). La qualità di un MVP non si misura dalla perfezione delle sue funzioni, ma dalla sua capacità di generare apprendimento validato, cioè di fornire informazioni utili per capire se l’idea funziona. La paura della concorrenza, dei brevetti o del marchio non deve bloccare la creazione di un MVP. L’MVP è il primo passo cruciale per costruire un modello di business solido e capace di adattarsi continuamente.

Ma la ‘validated learning’ del ciclo Build-Measure-Learn garantisce davvero una comprensione profonda e non superficiale dei bisogni del cliente, o rischia di ottimizzare solo metriche di breve termine?
Il capitolo presenta il ‘validated learning’ come indicatore di progresso, ma non approfondisce se tale apprendimento sia sempre sinonimo di comprensione profonda. L’iterazione rapida e la misurazione continua, pur essendo utili, potrebbero portare a ottimizzare aspetti superficiali o metriche di breve termine, trascurando la comprensione delle motivazioni profonde e complesse dei clienti. Per rispondere a questa domanda, è utile approfondire le metodologie di ricerca qualitativa nel design thinking e nello sviluppo prodotto, come quelle descritte da autori che si occupano di user research e customer development, per bilanciare l’approccio quantitativo con una comprensione più ricca e articolata dei bisogni del mercato.


4. La Bussola Startup: Contabilità dell’Innovazione e la Decisione Pivot

L’esigenza di un nuovo sistema di contabilità per le startup

All’inizio, una startup è come un’idea sulla carta. Il suo scopo principale è capire dove si trova e fare esperimenti per rendere i numeri reali più vicini a quelli previsti nel progetto iniziale. La contabilità tradizionale non funziona bene per le startup perché sono piene di incertezze. Serve quindi un nuovo modo di fare i conti, chiamato innovation accounting. Questo sistema permette di vedere in modo chiaro se si sta imparando qualcosa di utile per creare un’azienda che funzioni nel tempo.

Le tre fasi dell’Innovation Accounting

L’innovation accounting si sviluppa in tre momenti chiave: stabilire un punto di partenza con un prodotto minimo funzionante, detto MVP; migliorare il modo in cui l’azienda cresce; decidere se cambiare direzione (Pivot) o continuare sulla strada intrapresa (Perseverare). L’MVP serve a ottenere dati concreti su aspetti importanti e a verificare se le idee di base sono valide. Poi, ogni azione intrapresa deve puntare a rendere più efficiente il modello di crescita. Si decide di cambiare strada, fare un Pivot, quando i risultati non migliorano nonostante gli sforzi per ottimizzare.

Caratteristiche delle metriche efficaci

Le metriche usate devono essere Azionabili, Accessibili e Verificabili. Le metriche Azionabili mostrano un legame chiaro tra causa ed effetto, a differenza delle “vanity metrics” che danno solo un’impressione superficiale di successo. Le metriche Accessibili sono semplici da capire, come i report che usano i gruppi di clienti (coorti). Questi report trasformano dati difficili in azioni pratiche per le persone. Le metriche Verificabili devono essere affidabili e si devono poter controllare facilmente per essere sicuri che siano corrette.

Il Pivot come cambiamento strategico

Il Pivot è un cambiamento importante e ben studiato, non una semplice modifica. Esistono diversi tipi di Pivot, come il Pivot Zoom-in, Zoom-out, per tipo di cliente, per bisogno del cliente, di piattaforma, di struttura aziendale, di come si crea valore, di motore di crescita e di canale di vendita. Decidere di fare un Pivot richiede coraggio e la capacità di essere obiettivi, evitando di farsi ingannare dalle “vanity metrics” e superando la paura di fallire. La cosa più importante per capire se una startup sta andando bene non è quanto tempo ha ancora a disposizione, ma quanti Pivot può ancora fare.

Ma se il successo di una startup si misurasse solo nel numero di Pivot, non rischieremmo di premiare l’instabilità strategica più della crescita mirata?
Il capitolo presenta il Pivot come strumento cruciale, quasi fosse l’unico vero indicatore di potenziale successo. Tuttavia, si trascura un aspetto fondamentale: la qualità strategica di questi cambiamenti. Non è forse più rilevante la direzione intrapresa e la coerenza con una visione di lungo termine, piuttosto che la mera quantità di “cambi di direzione”? Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le dinamiche della strategia aziendale e le teorie sul processo decisionale strategico, magari partendo dagli studi di autori come Igor Ansoff e Henry Mintzberg.


5. Il Potere dei Piccoli Lotti

L’Inefficienza dei Grandi Lotti

Nel mondo della produzione e delle startup, pensare di lavorare in grandi quantità sembra logico, ma spesso è meno efficace di quanto si creda. Un esempio chiaro è quello di preparare delle lettere: finire ogni busta completamente, facendo un passo alla volta per ognuna, è più veloce che piegare tutte le lettere insieme, poi imbustarle tutte e infine sigillarle. Questo succede perché non si considera il tempo extra che serve per gestire grandi quantità di lavoro non finito, come mettere in ordine, impilare e spostare pile ingombranti.

Vantaggi dei Piccoli Lotti nella Produzione

Usare piccoli lotti permette di trovare subito i problemi di qualità. Immagina se scoprissi solo alla fine di una grande produzione che le lettere non entrano nelle buste, oppure che le buste sono difettose. Con i piccoli lotti, questi errori si vedono subito, riducendo molto gli sprechi e il lavoro extra per correggere gli errori. Questo modo di lavorare è stato usato con successo da Toyota. Lavorando con piccoli lotti, Toyota è riuscita a competere con le grandi aziende americane che producevano in massa, offrendo più varietà di prodotti e reagendo più velocemente ai cambiamenti del mercato.

Piccoli Lotti e Apprendimento Rapido nelle Startup

Nelle startup, i piccoli lotti rendono più veloce il ciclo di apprendimento “costruisci-misura-impara”. Lanciare nuove funzioni in piccoli gruppi, provandole continuamente con i clienti, permette di capire subito se le idee di business sono giuste o sbagliate. In questo modo, si spreca meno tempo e denaro. Questo metodo, usato da aziende come IMVU e Wealthfront, permette di migliorare sempre e di cambiare velocemente in base a quello che serve al mercato.

Organizzazioni Adattive e Crescita Sostenibile

Per crescere bene, le aziende devono capire qual è il loro “motore di crescita”, cioè i modi in cui crescono, come il passaparola, la diffusione virale, la pubblicità a pagamento e la fidelizzazione dei clienti. Ogni motore di crescita ha dei numeri specifici da controllare per migliorare la strategia. Un’azienda che usa i piccoli lotti deve anche essere capace di “adattarsi”, cioè di cambiare i suoi processi per risolvere i problemi. Il metodo dei “Cinque Perché” è utile per trovare le cause vere dei problemi e trovare soluzioni adatte, migliorando continuamente e aumentando la velocità di lavoro. L’esperienza di aziende come QuickBooks dimostra che usare i piccoli lotti e un approccio adattivo può portare a prodotti migliori e clienti più contenti.

Ma il capitolo non rischia di presentare i “piccoli lotti” come una panacea universale, trascurando contesti in cui i grandi lotti sono non solo efficienti, ma necessari?
Questo capitolo sembra promuovere i piccoli lotti come soluzione ottimale in ogni scenario produttivo e di startup, senza però considerare adeguatamente le situazioni in cui le economie di scala dei grandi lotti possono essere cruciali, o dove la natura stessa del prodotto o servizio richiede un approccio differente. Per rispondere a questa domanda, è utile approfondire le dinamiche della produzione industriale e le teorie del management, studiando autori come Frederick Winslow Taylor e Henry Ford, che hanno storicamente promosso i grandi lotti e la standardizzazione per massimizzare l’efficienza in contesti specifici.


6. La Palestra dell’Innovazione: Coltivare la Crescita Aziendale

Le aziende, anche quelle più grandi, possono continuare a innovare e migliorare. Per farlo, è importante pensare all’innovazione come a un insieme di progetti diversi, un po’ come si fa con un portafoglio di investimenti. Questo modo di pensare aiuta a trovare un equilibrio tra il lavoro per i clienti attuali e la ricerca di nuove opportunità e idee.

Come organizzare i team per l’innovazione

Per far nascere nuove idee, è importante creare dei gruppi di lavoro apposta. Questi gruppi devono avere poche risorse, ma sicure, devono poter prendere decisioni in autonomia e le persone che ne fanno parte devono essere molto motivate a raggiungere il successo. Questo modo di organizzare i team è diverso da come funzionano di solito le divisioni aziendali, dove i soldi a disposizione possono essere tanti ma non sempre stabili, e dove si ha meno libertà di decidere.

La ‘sandbox’ per sperimentare

Un aspetto fondamentale è creare uno spazio protetto, una specie di ‘area di prova’ chiamata ‘sandbox’. In questo spazio, i team possono provare nuove idee senza rischiare di danneggiare tutta l’azienda. La sandbox permette di fare esperimenti controllati, decidendo in anticipo quanto tempo dureranno, quanti clienti coinvolgere e come misurare i risultati. L’obiettivo è imparare in fretta sia dai successi che dagli errori, migliorando le idee passo dopo passo.

La sandbox è utile perché permette di innovare in modo aperto e chiaro, senza segreti che possono creare sospetti e bloccare le novità. Per capire se l’innovazione funziona, è necessario usare dei criteri di misurazione precisi e assegnare delle responsabilità chiare ai team, usando un sistema di ‘contabilità dell’innovazione’.

Gestire l’innovazione come un ‘portafoglio’

Le aziende devono gestire diverse attività contemporaneamente: ricerca e sviluppo di nuove idee, crescita, miglioramento di quello che già fanno e controllo dei costi. È molto importante riconoscere e dare valore a chi guida l’innovazione, i cosiddetti ‘imprenditori interni’. Queste persone devono avere la possibilità di crescere e di formare nuovi team per portare avanti altre idee innovative.

L’approccio Lean Startup per ridurre gli sprechi

Il metodo Lean Startup è un modo scientifico per sprecare meno risorse quando si innova. Si concentra sull’imparare dalle esperienze concrete e sul migliorare rapidamente le idee. Questo approccio è diverso dai metodi tradizionali, che spesso si basano sull’intuizione e su valutazioni superficiali. Per innovare in modo duraturo, è necessario cambiare mentalità e iniziare a sperimentare, misurare i risultati e imparare continuamente. L’obiettivo finale è creare valore nel tempo ed evitare di sprecare tempo e risorse.



Ma se l’innovazione fosse davvero riducibile a ‘sandbox’ e ‘portafogli’, come mai così tante aziende, pur applicando questi metodi, faticano a innovare in modo dirompente?
Il capitolo sembra suggerire che l’innovazione possa essere gestita e controllata attraverso metodologie strutturate come ‘sandbox’ e ‘portafogli di progetti’. Tuttavia, questa visione potrebbe risultare eccessivamente semplicistica. Se l’innovazione fosse un processo così lineare e prevedibile, il tasso di successo delle iniziative innovative aziendali dovrebbe essere significativamente più alto di quanto non sia in realtà. Per comprendere meglio i limiti di un approccio puramente manageriale all’innovazione, è utile approfondire discipline come la sociologia dell’innovazione e la teoria della complessità, esplorando autori come Nassim Nicholas Taleb, che evidenziano i limiti della prevedibilità e del controllo nei sistemi complessi.


7. Dietro le Quinte della Creazione

La creazione di questo libro è stata possibile grazie all’aiuto di molte persone e gruppi.

Imprenditori e primi utilizzatori

Migliaia di imprenditori in tutto il mondo hanno messo alla prova e migliorato le idee di base presentate nel libro. Molti imprenditori coraggiosi hanno raccontato le loro esperienze, offrendo un contributo importante ai contenuti.

Mentori e collaboratori

Persone che hanno fatto da guida e collaboratori hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’autore e nel collaudo iniziale delle idee. Figure importanti nel mondo dello sviluppo dei clienti e del movimento Lean Startup hanno dato sostegno e suggerimenti essenziali.

Investitori e sostenitori

Investitori e società di venture capital sono stati tra i primi a credere nel progetto e a promuoverlo attivamente.

Esperti e accademici

Molti esperti, professori e imprenditori hanno fornito commenti preziosi. Per testare il libro, è stata creata una piattaforma online su misura. Aziende specializzate si sono occupate del progetto grafico e dello sviluppo del sito web.

Istituzioni di supporto e team di ricerca

Il sostegno di istituzioni come la Kauffman Foundation, la Harvard Business School e Kleiner Perkins Caufield & Byers è stato cruciale per studiare e verificare le idee. Un gruppo di ricerca dedicato ha raccolto storie di casi concreti e condotto interviste.

Editori e supporto editoriale

Persone del settore editoriale hanno dato consigli e messo a disposizione contatti utili. La casa editrice Crown, con il suo team, ha avuto un ruolo importantissimo nel pubblicare il libro. L’aiuto nella fase di edizione e il supporto dell’agente sono stati fondamentali durante tutto il lavoro.

Famiglia

Infine, il sostegno costante della famiglia ha dato la base per realizzare questo progetto.

L’ordine gerarchico dei ringraziamenti nel capitolo riflette una visione specifica del processo creativo, o è solo una lista casuale di contributori?
Il capitolo presenta una lista di ringraziamenti senza analizzare criticamente il peso e il tipo di contributo di ciascuna categoria. Per rispondere alla domanda, sarebbe utile approfondire la sociologia della conoscenza e le dinamiche di potere nei processi creativi collaborativi, studiando autori come Pierre Bourdieu o Michel Foucault.


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