Crescita personale

Partire dal perché. Come tutti i grandi leader sanno ispirare l’azione

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1. Il Potere del Perché

Il Modello dell’Ispirazione

Alcuni leader hanno un modo particolare di pensare, agire e parlare che riesce a ispirare gli altri. Questo modo di fare non è qualcosa che si ha dalla nascita, ma si può imparare con impegno. Chiunque può imparare a essere fonte di ispirazione, guidando le persone che lavorano con lui e le persone esterne verso un obiettivo comune. Invece di cercare di aggiustare ciò che non va, è più utile concentrarsi su ciò che funziona bene, cercando di capire perché le cose positive accadono.

L’importanza del “Perché”: l’esempio dei fratelli Wright e di Langley

La storia di Samuel Pierpont Langley e dei fratelli Wright ci aiuta a capire meglio questo concetto. Langley aveva molte risorse e appoggi importanti, ma non è riuscito a costruire un aeroplano funzionante. I fratelli Wright, invece, avevano pochi mezzi ma erano spinti da una grande passione e sono riusciti nella stessa impresa. La differenza è che i fratelli Wright hanno saputo ispirare gli altri partendo dal “perché” volevano volare, cioè dalla loro motivazione profonda, mentre Langley si è concentrato solo sul “come” e sul “cosa”, ovvero sugli aspetti pratici e tecnici.

Aziende e leader ispiratori: Apple e Martin Luther King

Anche la storia di Apple dimostra l’importanza dell’ispirazione. Apple è nata dall’idea di Steve Wozniak di rendere la tecnologia accessibile a tutti. Partendo da questa idea, Apple ha cambiato molti settori, ispirando le persone con i suoi prodotti e la sua visione. Allo stesso modo, Martin Luther King Jr. ha ispirato un’intera nazione con il suo sogno di uguaglianza. Questi leader avevano in comune la capacità di ispirare, creando un senso di scopo e di appartenenza che va al di là della semplice spinta a fare qualcosa.

Ispirazione e Motivazione: due approcci diversi

La motivazione si basa soprattutto su premi e punizioni, cioè su incentivi esterni. L’ispirazione, invece, crea un coinvolgimento personale molto più forte e profondo. Le persone che sono ispirate fanno le cose perché ci credono davvero, non perché si sentono obbligate. Per questo motivo, le persone ispirate sono più fedeli e sono pronte a superare anche grandi difficoltà. Aziende come Apple e leader come Martin Luther King ci insegnano che partire dal “perché” è fondamentale per ispirare gli altri e avere un impatto duraturo. In questo modo si costruiscono aziende e un mondo basati sulla fiducia e sulla lealtà.

Ma davvero il “perché” è sempre la chiave del successo, o stiamo ignorando la complessità delle motivazioni umane e i fattori esterni che influenzano i risultati?
Il capitolo sembra presentare una visione eccessivamente semplificata del rapporto tra “perché”, ispirazione e successo. Affermare che concentrarsi sul “perché” sia sufficiente per garantire il successo appare riduttivo, specialmente in un contesto complesso come quello aziendale o sociale. Per una comprensione più articolata, sarebbe utile esplorare le teorie motivazionali più recenti, che vanno oltre la dicotomia “ispirazione vs. motivazione estrinseca”, e considerare l’importanza del contesto, delle risorse disponibili e delle competenze pratiche. Approfondimenti in psicologia sociale e del lavoro, leggendo autori come Daniel Pink o Edward Deci, potrebbero offrire una prospettiva più completa e sfumata.


2. La Bussola del Valore

Le decisioni basate su presupposti

Le decisioni vengono prese spesso partendo da presupposti, che a volte sono incompleti o sbagliati. Questo succede perché le persone si fidano di quello che pensano di sapere, anche se le informazioni non sono complete. Questo modo di fare ha effetto sul comportamento delle persone e sul modo in cui funzionano le aziende.

Manipolazione e Ispirazione: due modi diversi per influenzare

Ci sono due modi principali per spingere le persone a comportarsi in un certo modo: la manipolazione e l’ispirazione. La manipolazione è usata spesso e si presenta in varie forme, come cambiare il prezzo, fare promozioni, usare la paura, fare pressione sulle persone o presentare qualcosa come una novità. Queste tecniche possono funzionare subito, ma non creano un rapporto di fiducia e alla lunga possono costare di più, aumentando lo stress sia per chi vende che per chi compra.

Il Cerchio d’Oro: partire dal “Perché” per ispirare

L’ispirazione è un modo diverso dalla manipolazione. I leader e le aziende che sanno ispirare partono dal “perché” fanno quello che fanno. Questo modo di pensare si chiama “Cerchio d’Oro” e ha tre livelli: “COSA”, “COME” e “PERCHÉ”. La maggior parte delle aziende spiega le cose partendo dal di fuori, cioè dal “COSA” fanno, e poi arrivano al “PERCHÉ”. Invece, le aziende che ispirano partono dal di dentro, iniziando dal “PERCHÉ”.

L’esempio di Apple e il potere del “Perché”

Un buon esempio di questo modo di fare è Apple. Quando comunica, non si concentra tanto sui prodotti (“COSA”) o sul loro aspetto (“COME”), ma sul “PERCHÉ” l’azienda esiste. Il “perché” di Apple è cambiare le regole e pensare in modo diverso. Questo “perché” guida tutto quello che fanno e ogni prodotto che creano, e fa nascere una grande fiducia nei clienti. Le persone non comprano “COSA” fai, ma “PERCHÉ” lo fai. Concentrarsi sul “perché” aiuta a costruire un successo che dura nel tempo, basato su valori e ispirazione, invece che su tecniche manipolative e stressanti. Questo modo di fare permette di essere diversi dagli altri in modo vero e di non dover competere solo sul prezzo e sulle caratteristiche dei prodotti.

Ma il “Perché” è davvero l’unico motore del successo, o il capitolo ignora altri fattori cruciali come il “Come” e il “Cosa” ben fatti?
Questo capitolo presenta il “Cerchio d’Oro” come chiave per l’ispirazione e il successo duraturo, ma sembra trascurare l’importanza fondamentale dell’esecuzione e della qualità intrinseca dei prodotti o servizi (“Cosa” e “Come”). Per comprendere appieno la complessità del successo aziendale, è utile approfondire studi di management strategico e marketing, considerando autori come Michael Porter, che analizzano le dinamiche competitive e il posizionamento strategico. Inoltre, esplorare le teorie sulla leadership trasformazionale, con autori come James MacGregor Burns, può offrire una prospettiva più ampia sull’ispirazione e l’influenza.


3. L’Imperativo Biologico del Perché

Il bisogno innato di appartenenza e la centralità del Perché nella comunicazione efficace

Sentirsi parte di un gruppo è un bisogno umano fondamentale, radicato nella nostra biologia. Questo desiderio di appartenenza è universale e costante, non nasce da una scelta razionale, ma dalla necessità di condividere valori e credenze. La condivisione crea un senso di connessione e sicurezza tra le persone. Per comunicare in modo efficace, è essenziale partire dal “Perché”. Il nostro cervello reagisce diversamente a seconda che la comunicazione inizi dal “Cosa” o dal “Perché”.

La risposta del cervello: emozioni e decisioni

La neocorteccia, la parte razionale del cervello, elabora fatti e caratteristiche. Tuttavia, non è questa parte a guidare le nostre decisioni. Le decisioni sono influenzate dal cervello limbico, la sede delle emozioni e dei sentimenti come la fiducia e la lealtà. È importante notare che il cervello limbico non elabora il linguaggio. Comunicare partendo dal “Perché” significa rivolgersi direttamente alla parte del cervello che guida le decisioni. In questo modo, si crea una predisposizione emotiva che permette poi alla parte razionale del cervello di giustificare la scelta fatta.

Il Cerchio d’Oro: Perché, Come, Cosa

Il modello del “Cerchio d’Oro” si fonda proprio su questo principio biologico. Per essere fonte di ispirazione, un’organizzazione o un individuo deve avere ben chiaro il proprio “Perché”, agire con disciplina nel “Come” e dimostrare coerenza nel “Cosa”. La chiarezza del “Perché” rappresenta il punto di partenza di tutto. Il “Come” è costituito dai valori e dai principi che guidano le azioni. Il “Cosa” è la concretizzazione del “Perché” e del “Come”, e si manifesta attraverso prodotti, servizi, strategie di marketing e cultura aziendale. L’autenticità si raggiunge quando il Cerchio d’Oro è in equilibrio, ovvero quando le azioni e la comunicazione riflettono una profonda e sincera convinzione nel proprio “Perché”.

La fiducia come risultato di valori condivisi

La fiducia è un elemento cruciale e si sviluppa quando si percepisce che un’organizzazione o una persona è motivata da ragioni che vanno oltre il semplice profitto. La fiducia si conquista comunicando e dimostrando valori e credenze condivise. Per fare questo, è fondamentale partire dal “Perché” e supportarlo con il “Cosa”, ovvero con azioni concrete che dimostrino la validità del “Perché” dichiarato. Le aziende che riescono a ispirare fiducia creano una cultura aziendale basata su valori condivisi. In questo ambiente, le persone si sentono protette e parte di un progetto più grande. Per questo motivo, assumere persone che credono nel “Perché” dell’azienda è essenziale. La passione e la motivazione che nascono da questa condivisione superano di gran lunga le semplici competenze tecniche.

Ispirazione, innovazione e successo duraturo attraverso il Perché

L’innovazione e il successo nel tempo nascono quando le persone sono ispirate da un “Perché” chiaro e condiviso. Le aziende che comunicano efficacemente il proprio “Perché” spingono le persone ad agire, generando lealtà e un legame emotivo che va al di là di fattori puramente razionali come il prezzo o le caratteristiche di un prodotto. La vera differenza tra le aziende non sta nel “Cosa” fanno o nel “Come” lo fanno, ma nel “Perché” fanno ciò che fanno. Partire dal “Perché” è quindi la chiave per ispirare le persone e costruire organizzazioni di successo e durature.

Se il cervello limbico non elabora il linguaggio, come può il “Perché”, che è un concetto linguistico, influenzarlo direttamente e guidare le decisioni, senza passare per la neocorteccia razionale?
Il capitolo presenta una visione suggestiva ma potenzialmente semplicistica del processo decisionale umano. Affermare che il cervello limbico, non linguistico, sia direttamente influenzato e guidato dal “Perché”, che è intrinsecamente un costrutto linguistico, appare una forzatura logica. Sarebbe utile esplorare più a fondo le neuroscienze cognitive e la psicologia delle decisioni per comprendere meglio come le emozioni, i valori e le motivazioni, espressi attraverso il linguaggio, interagiscono con i processi decisionali razionali. Approfondimenti sugli studi di autori come Daniel Kahneman e Antonio Damasio potrebbero offrire una prospettiva più sfumata e completa sulla complessa relazione tra ragione ed emozione nel processo decisionale.


4. Il Megafono del Credo

Il successo duraturo e la capacità di generare cambiamenti importanti nascono principalmente dalla chiarezza del “Perché”. Il “Perché” rappresenta la ragione profonda per cui un’organizzazione o un’idea esiste. Molte aziende falliscono perché si concentrano troppo sul “Cosa” fanno, ovvero sulle caratteristiche del prodotto, trascurando il “Perché” lo fanno, cioè il loro scopo fondamentale. Un esempio chiaro è TiVo, che non ha saputo comunicare efficacemente il proprio “Perché”.

La diffusione delle idee innovative

Per capire come le idee si diffondono, è utile considerare la Legge di Diffusione dell’Innovazione. Questa legge identifica diversi gruppi di persone che adottano le novità in tempi diversi: innovatori, primi adottatori, maggioranza iniziale, maggioranza tardiva e ritardatari. Perché un’idea raggiunga una diffusione di massa, è essenziale conquistare i primi adottatori. Questi individui non sono attratti solo dalle caratteristiche pratiche di un prodotto o servizio, ma soprattutto dal “Perché” che lo motiva. Condividono la ragione profonda e sono disposti a sostenere un’idea per convinzione personale.

I leader carismatici e la forza del “Perché”

L’energia può essere una forza motivante, ma è il carisma che ispira una lealtà duratura e movimenti significativi. Il carisma nasce dalla chiarezza del “Perché”. Leader carismatici come Martin Luther King Jr. hanno saputo mobilitare folle immense non attraverso piani dettagliati o strategie complesse (“COME”), ma grazie a una visione potente e un “Perché” ben definito e facilmente riconoscibile. Questo “Perché” risuonava profondamente nelle persone, generando un forte senso di adesione e partecipazione.

Visionari e realizzatori: una sinergia necessaria

Le grandi imprese e i movimenti di successo nascono dall’unione di due figure chiave: i visionari e i realizzatori. I visionari, o “tipologie WHY”, sono coloro che definiscono la direzione, che ispirano con il loro “Perché” e che tracciano la rotta. I realizzatori, o “tipologie HOW”, sono invece coloro che costruiscono le strutture e definiscono i processi necessari per trasformare quella visione in realtà. La collaborazione tra queste due tipologie di persone, tra chi sogna il “Perché” e chi costruisce il “Come”, è fondamentale per il successo.

Il “Perché” come megafono

Un’organizzazione efficace diventa un “megafono” che amplifica il “Perché” del suo leader. In questo contesto, la comunicazione efficace non dipende tanto dal volume dei messaggi o dalla loro ripetizione ossessiva, ma soprattutto dalla chiarezza del “Perché” che viene comunicato. Se il “Perché” è chiaro e soprattutto autentico, attrae naturalmente coloro che condividono quel credo. Si crea così un movimento che va ben oltre la semplice transazione commerciale, generando un impatto profondo e duraturo nel tempo. La capacità di Ron Bruder di ripetere il successo in diversi contesti dimostra proprio questo principio: la coerenza con il proprio “Perché” e la capacità di ispirare gli altri a farne parte sono le chiavi per un impatto significativo.In definitiva, sono le persone che credono in un “Perché” a cambiare il mondo. Non sono le azioni isolate o le strategie elaborate a fare la differenza, ma la forza di una convinzione condivisa e di uno scopo più grande.

Ma il “Perché” da solo è sufficiente a garantire il successo, o rischia di diventare un’ossessione che ignora il “Cosa” e il “Come”?
Il capitolo presenta un’argomentazione convincente sull’importanza del “Perché”, ma potrebbe beneficiare di una maggiore analisi critica dei suoi limiti. Concentrarsi eccessivamente sul “Perché” potrebbe portare a trascurare aspetti cruciali come la fattibilità pratica delle idee, l’analisi del mercato e la competenza nell’esecuzione. Per una visione più completa, si suggerisce di approfondire le teorie del management strategico, che sottolineano l’importanza di un equilibrio tra visione, strategia operativa e capacità di implementazione. Autori come Michael Porter, con i suoi studi sulla strategia competitiva, o Henry Mintzberg, con le sue riflessioni sulle diverse configurazioni organizzative, potrebbero offrire spunti utili per contestualizzare il ruolo del “Perché” all’interno di una visione aziendale più ampia e realistica.


5. Il Megafono del Credo: Quando il Perché Guida Ogni Scelta

Il potere dei simboli

I simboli hanno una grande forza, che nasce dal significato che le persone gli attribuiscono. Questo significato non sta nell’oggetto in sé, ma nella mente di chi lo osserva. Pensiamo alla bandiera di una nazione: rappresenta valori e ideali condivisi, tanto da spingere i soldati a seguirla combattendo. Anche i marchi delle aziende possono diventare più di semplici identificativi di prodotti, trasformandosi in simboli di un vero e proprio credo. Un esempio è Harley-Davidson, il cui logo è tatuato da persone che vi riconoscono valori personali profondi, che vanno oltre le motociclette.

L’importanza del “perché”

Molte aziende si concentrano troppo sul “cosa” fanno (i prodotti o servizi) e sul “come” lo fanno (i processi e le strategie), dimenticando il “perché” lo fanno. Il “perché” è la ragione fondamentale, la credenza che dovrebbe guidare ogni loro azione. Avere chiaro il “perché” è fondamentale per motivare le persone, creare fedeltà nei clienti e dare un valore ai prodotti che va oltre il prezzo o la qualità.

Il Test del Sedano

Il “Test del Sedano” spiega bene questo concetto: quando ci troviamo di fronte a molti consigli su cosa usare in un’azienda (merendine, latte di riso, biscotti, sedano), la scelta giusta si fa chiara solo se pensiamo al “perché”. Se il nostro scopo è promuovere la salute, allora sedano e latte di riso diventano le scelte più logiche, perché sono coerenti con i nostri valori.

Il successo e la perdita del “perché”

Il successo può diventare un problema per le aziende. Quando un’azienda cresce, spesso si sposta l’attenzione dal “perché” che dava ispirazione al “cosa” che si può misurare, come i guadagni. Questo cambiamento può creare una “divisione”: il “perché” iniziale si indebolisce, la passione diminuisce e l’azienda non riesce più a motivare le persone. Wal-Mart, che all’inizio voleva “servire le persone”, ha avuto questo problema dopo la morte del fondatore, Sam Walton. L’azienda si è concentrata troppo sui prezzi bassi, perdendo di vista il suo scopo originale.

Ritrovare il “perché” per il vero successo

Il vero successo non è solo raggiungere risultati concreti, ma anche sentirsi realizzati, e questo nasce dal cercare sempre il “perché”. Le aziende che mantengono vivo il loro “perché”, lo valutano, lo mettono nella cultura aziendale e scelgono leader che lo condividono, riescono a essere fonte di ispirazione e a guidare nel tempo. Quando il “perché” si perde, resta solo il “cosa”, e l’azienda rischia di diventare solo un’attività commerciale, senza anima e incapace di creare vera fedeltà.

Ma il “perché” da solo basta davvero a garantire il successo aziendale, o stiamo ignorando il ruolo cruciale del “come” e del “cosa”, soprattutto in mercati complessi e competitivi?
Il capitolo presenta un’argomentazione convincente sull’importanza del “perché”, ma rischia di semplificare eccessivamente la complessità del successo aziendale. Concentrarsi unicamente sul “credo” potrebbe oscurare l’importanza di fattori pratici come la qualità del prodotto, l’efficienza operativa, la gestione finanziaria e l’adattamento al mercato. Per una visione più bilanciata, sarebbe utile approfondire studi di management strategico e organizzativo, considerando autori come Porter per le strategie competitive e Drucker per la gestione aziendale orientata ai risultati.


6. La Forza Motrice del Perché

L’Origine del “Perché”: Sfidare le Regole

Il “Perché” nasce quando si vuole cambiare le cose e andare contro le regole stabilite. Un esempio è la storia di Apple. Steve Jobs e Steve Wozniak volevano dare più potere alle persone comuni contro le grandi aziende. Questo spirito nasceva in un periodo in cui molti erano contro le istituzioni tradizionali. La loro “Blue Box”, un apparecchio per telefonare gratis a lunga distanza, è stata una delle prime dimostrazioni di questa idea, prima ancora che nascesse l’azienda Apple. Il loro scopo era chiaro fin dall’inizio: creare strumenti che aiutassero le persone a opporsi ai monopoli.

Trovare il “Perché” Guardando al Passato

Per capire il “Perché” di un gruppo o di una persona, non bisogna guardare al futuro, ma al passato, a quello che è successo prima. Il “Perché” non è qualcosa che si inventa, ma qualcosa che si scopre dentro di sé, nella propria storia e nelle proprie convinzioni più profonde. Questo principio guida le azioni e le decisioni che prendiamo, dando una direzione precisa al nostro cammino.

Competere con Sé Stessi Grazie al “Perché”

Concentrarsi sul “Perché” cambia anche il modo di vedere la competizione. Invece di voler essere migliori degli altri, si cerca di superare i propri limiti, migliorando continuamente rispetto a quello che si è fatto in passato. In questo modo, l’ambiente che si crea è di collaborazione e aiuto reciproco. Questo succede perché l’obiettivo principale non è vincere sugli altri, ma realizzare la propria idea e il proprio “Perché”.

La Leadership Ispirata dal “Perché”

La leadership vera si basa sulla capacità di far vedere agli altri un mondo che ancora non esiste, un’idea che nasce dal “Perché” più profondo. Un leader che sa ispirare non dice semplicemente cosa fare, ma spiega il “Perché” dietro ogni azione. Così facendo, riesce a motivare le persone a unirsi per raggiungere un obiettivo comune. Quindi, la vera leadership è proprio questa capacità di ispirare gli altri, rendendo chiaro e comprensibile il proprio scopo.

Ma se il “Perché” si scopre solo guardando al passato, come possiamo spiegare l’innovazione e la capacità di immaginare futuri radicalmente diversi dal presente?
Il capitolo sembra suggerire che il “Perché” sia una sorta di essenza preesistente, nascosta nel nostro passato e da riscoprire. Questa visione rischia di limitare la comprensione della natura dinamica e proattiva del “Perché”, specialmente in contesti di forte cambiamento e innovazione. Per una prospettiva più ampia, potrebbe essere utile esplorare autori come Karl Popper, che ha criticato le visioni eccessivamente deterministiche della storia e della conoscenza, e autori nel campo della psicologia della motivazione, per capire meglio come il “Perché” possa essere non solo scoperto, ma anche attivamente costruito e modificato in relazione al futuro desiderato.


7. La Forza Motrice del Perché e la Nascita della Fiducia

L’importanza del Perché

Il vero motore di ogni azione significativa si trova nella chiarezza del “Perché” personale. Il “Perché” rappresenta la ragione profonda che spinge le persone e le organizzazioni ad agire. Avere ben chiaro il proprio “Perché” è fondamentale perché genera gioia e una motivazione che nasce da dentro, non imposta dall’esterno. Questa motivazione interiore è ulteriormente alimentata quando si è circondati dal sostegno e dall’esempio di figure che ispirano fiducia e positività.

I Limiti degli Incentivi Esterni

Le strategie che si basano unicamente su incentivi esterni, come premi o punizioni, spesso non funzionano sul lungo periodo. Questi metodi, infatti, si concentrano solo sul breve termine e sull’idea di controllo. Così facendo, però, non riescono a costruire un vero coinvolgimento nelle persone, un impegno che duri nel tempo e che sia radicato in motivazioni profonde. Per ottenere un successo che si mantenga solido nel tempo, è necessario invece puntare sulla fiducia.

Il Ruolo Fondamentale della Fiducia

La fiducia è un elemento essenziale in ogni situazione, dalle relazioni tra persone ai rapporti di lavoro in azienda. La fiducia nasce quando ci sono valori condivisi e un forte senso di appartenenza. In un ambiente basato sulla fiducia, le persone si sentono apprezzate e spinte a dare il meglio di sé. Avere fiducia tra leader e collaboratori, tra aziende e clienti, è la base per costruire realtà solide, capaci di superare anche gli ostacoli più difficili. Quindi, per realizzare un cambiamento positivo e duraturo, è fondamentale capire e diffondere l’importanza del “Perché” e coltivare la fiducia in ogni ambito.

Se la fiducia e il “Perché” sono così fondamentali, come si spiega il successo di sistemi basati su incentivi esterni in contesti competitivi e meritocratici?
Il capitolo sembra presentare una visione un po’ semplicistica, quasi manichea, del rapporto tra motivazione intrinseca ed estrinseca. Sebbene il ruolo della fiducia e di un “Perché” chiaro sia innegabile, è necessario considerare come, in molti contesti, specialmente quelli competitivi e meritocratici, gli incentivi esterni giochino un ruolo tutt’altro che trascurabile. Per avere una visione più completa, sarebbe utile approfondire le dinamiche psicologiche e comportamentali che regolano la motivazione umana, magari studiando autori come Daniel Kahneman o Dan Ariely, esperti di economia comportamentale.


8. Il Cerchio d’Oro: Equilibrio tra Visione e Azione

Il modello del Cerchio d’Oro descrive il modo in cui operano le organizzazioni di successo. Al centro di questo modello si trova il “Perché”. Il “Perché” rappresenta lo scopo fondamentale, la causa trainante e l’insieme di convinzioni che guidano l’organizzazione. Dopo aver definito il “Perché”, si sviluppa il “Come”, che include i processi e le azioni concrete intraprese per trasformare in realtà il “Perché”. Infine, si arriva al “Cosa”, che corrisponde ai prodotti o ai servizi che l’organizzazione offre al mondo esterno.Le organizzazioni che raggiungono il successo comunicano e agiscono partendo dal “Perché”. Questo modo di operare è molto efficace perché genera ispirazione e lealtà nelle persone. Le persone si sentono più legate allo scopo e ai valori di un’organizzazione piuttosto che ai singoli prodotti che essa vende. Quando la comunicazione parte dal “Perché”, si attiva l’area del cervello limbico, che è la sede delle emozioni e della fiducia. Questo meccanismo influenza le decisioni a livello istintivo, creando un legame più profondo con il pubblico.Avere un “Perché” ben definito è fondamentale, ma non è sufficiente per garantire il successo. È altrettanto importante sviluppare un “Come” efficace, ovvero una strategia chiara e un sistema di processi ben strutturato. Questi elementi sono essenziali per trasformare la visione del “Perché” in risultati concreti e tangibili. L’equilibrio tra la chiarezza del “Perché” e l’efficacia del “Come” è un fattore cruciale per determinare il successo di un’organizzazione nel tempo.I momenti di cambiamento organizzativo, come transizioni di leadership o cambiamenti nelle strategie, possono mettere a rischio la centralità del “Perché”. In queste fasi delicate, è facile che lo scopo originario dell’organizzazione venga messo in secondo piano o addirittura dimenticato. Per superare con successo questi momenti critici ed assicurare una prosperità duratura, è indispensabile preservare e rafforzare il “Perché”. Mantenere l’armonia tra “Perché” e “Come” è quindi la base per una crescita solida e per la capacità di un’organizzazione di affrontare le sfide nel lungo periodo.

Ma siamo sicuri che questo ‘cerchio d’oro’ non sia solo un’astrazione suggestiva, spacciata per verità scientifica, quando in realtà ignora completamente la complessità del comportamento umano e organizzativo?
Il capitolo presenta il modello del “Cerchio d’Oro” come una verità operativa consolidata, ma l’affermazione che la comunicazione basata sul “Perché” attivi direttamente il cervello limbico, influenzando le decisioni a livello istintivo, sembra una semplificazione eccessiva e non suffragata da studi scientifici rigorosi. Per una comprensione più critica e approfondita delle dinamiche decisionali e motivazionali nelle organizzazioni, sarebbe utile consultare autori di economia comportamentale e psicologia organizzativa, come Kahneman e Ariely, che offrono modelli più complessi e sfumati del comportamento umano.


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