1. Sforzi e Percezioni
Il concorso di poesia
A undici anni, si partecipa a un concorso di poesia e si vince una medaglia d’argento. Vengono inviate diverse poesie, ma il premio va a quella che non sembrava la migliore. La poesia premiata è corta, parla di una sofferenza forte ed è stata scritta con l’intenzione di sembrare profonda. La poesia che ha vinto il concorso vero e proprio, invece, era più lunga, parlava della perdita di un animale domestico ed era stata scritta da un adulto. Durante la cerimonia di premiazione, si finisce per creare confusione e attirare l’attenzione. Già da bambini, il mondo sembra difficile da capire, e l’unica cosa che pare importante è cercare di fare una buona impressione.Imparare a tuffarsi
Le sfide fisiche sono un altro aspetto da considerare, come imparare a fare i tuffi in piscina. Mentre altri riescono a fare tuffi complicati con salti mortali, si impara solo più avanti, tra i quattordici e i quindici anni, a fare un semplice “testino” dal bordo. Anche se è un passo piccolo rispetto ai tuffi acrobatici, imparare a fare quel semplice tuffo è sentito come una grande vittoria. Dimostra che è possibile raggiungere gli obiettivi che ci si prefigge. Questa sensazione conferma l’idea che si può ottenere quello che si vuole, a patto di sapere esattamente cosa si desidera.Figure di riferimento
In un altro ambito, si notano le diverse preferenze per le persone famose o importanti. Quando si sente esprimere un’ammirazione per Dostoevskij che supera persino quella per Gesù Cristo, si scopre di avere un’inclinazione diversa. Forse ci si sente più vicini a figure come Puškin. C’è però una distanza chiara e netta da Gesù Cristo. Le storie che lo riguardano sembrano troppo fantasiose e questo provoca una certa irritazione.Come si può dedurre da un semplice tuffo la capacità di ottenere “tutto ciò che si vuole”, purché lo si desideri?
Il capitolo trae una conclusione piuttosto ambiziosa sull’ottenimento dei propri obiettivi partendo dall’esperienza di imparare un semplice tuffo. Questa generalizzazione sembra ignorare la complessità del processo di raggiungimento di traguardi significativi, che spesso dipendono da una miriade di fattori esterni, dalla natura stessa dell’obiettivo (non tutti i desideri sono realizzabili o etici), e dalla necessità di sforzi prolungati e strategie articolate, ben oltre la semplice “conoscenza” del desiderio. Per approfondire la relazione tra desiderio, azione e risultato, e comprendere meglio i meccanismi psicologici e pratici che portano al successo (o all’insuccesso), sarebbe utile esplorare la psicologia della motivazione e la filosofia pratica. Autori come Bandura o Locke possono offrire spunti sulla teoria dell’autoefficacia e sulla definizione degli obiettivi.2. Ego e Caos nell’Avanguardia
Pietroburgo si presenta subito come una città particolare, quasi non fatta per essere abitata, con un’aria imponente e fredda, paragonabile a una piramide nel suo isolamento. È in questo scenario deserto che due giovani arrivano nel 1912 da Petrozavodsk. Il loro obiettivo è chiaro: vogliono diventare poeti moderni e trovare il loro spazio nel vibrante, seppur caotico, mondo letterario che si sta formando. Cercano nuove voci e nuove forme espressive che rompano con la tradizione. L’atmosfera della città stessa sembra riflettere questa ricerca di qualcosa di diverso e inafferrabile.L’ambiente dell’Avanguardia
L’ambiente dell’avanguardia russa si rivela fin da subito frammentario e a tratti assurdo, un netto contrasto con le certezze del passato che sembrano ormai superate. I primi contatti con questo mondo avvengono attraverso figure chiave come Chlebnikov. La sua figura è difficile da afferrare completamente a causa di testimonianze spesso in contraddizione tra loro; alcune lo descrivono come goffo ma imponente con un’aria di morbosa altergia, altre come una persona completamente disinteressata a sé stessa, capace di dimenticare persino i propri versi. Nonostante queste incertezze sulla sua persona, Chlebnikov è noto per la sua intensa sperimentazione con il linguaggio, spingendosi oltre i confini tradizionali. Arriva a inventare parole ‘transmentali’ o a proporre l’uso dei numeri al posto delle parole, cercando una forma di comunicazione universale che superi le limitazioni esistenti.Una Serata Egofuturista
Un’esperienza diretta nel cuore pulsante dell’avanguardia si vive partecipando a una serata egofuturista. L’evento, presentato in modo provocatorio come un ‘egoconcerto’, si svolge in un ambiente dove l’alcol scorre liberamente, alimentando l’atmosfera. Le poesie non vengono semplicemente lette, ma recitate in modo performativo, quasi fossero brani musicali, spaziando tra generi come la rapsodia, la polonaise o il foxtrot, sottolineando la fusione tra diverse arti e l’esaltazione dell’ego. L’atmosfera è carica di un entusiasmo febbrile, celebrando l’individualità spinta all’estremo e la rottura radicale con le forme artistiche del passato. Tuttavia, questa esaltazione e il disordine che ne deriva culminano in un episodio meno nobile e rivelatore: il furto dei portafogli ai partecipanti meno attenti, mostrando anche un lato opportunistico di questo ambiente.Convivenza con i Nichilisti
La permanenza in città porta anche alla convivenza con una coppia di nichilisti, un altro esempio delle vite non convenzionali incontrate in questo periodo. Queste figure scelgono in modo radicale di rinunciare ai privilegi della loro nobiltà, vivendo una vita semplice e senza domestici, un comportamento che attira l’ammirazione inaspettata dei commercianti locali. Nonostante questa apparente semplicità di vita, mantengono un atteggiamento estremamente distaccato e non comunicano quasi per nulla con gli altri abitanti della casa. La loro scelta di isolamento volontario e la rinuncia alle convenzioni sociali appaiono come un’ulteriore manifestazione del profondo distacco dalla realtà comune che caratterizza l’ambiente dell’avanguardia. Questa convivenza offre uno spaccato su un altro modo di rifiutare le norme stabilite, parallelo alla rivoluzione artistica.Ma in che modo il distacco sociale dei nichilisti si lega veramente all’estetica caotica dell’avanguardia artistica?
Il capitolo suggerisce un parallelo tra la rinuncia alle convenzioni sociali da parte dei nichilisti e la rottura radicale con le forme artistiche del passato operata dall’avanguardia, definendoli entrambi manifestazioni di un “profondo distacco dalla realtà comune”. Tuttavia, non viene esplorato a fondo se queste due forme di “distacco” abbiano radici comuni, obiettivi simili, o se siano semplicemente fenomeni coesistenti in un’epoca di fermento. Per comprendere meglio questa connessione, sarebbe utile approfondire la storia intellettuale russa del periodo, esaminando le diverse correnti di pensiero che rifiutavano le norme stabilite (non solo artistiche ma anche sociali e politiche) e il contesto culturale della cosiddetta Età d’Argento. Autori che hanno studiato la filosofia russa, il nichilismo e i movimenti artistici pre-rivoluzionari possono fornire il contesto necessario per valutare la natura e la profondità del legame suggerito nel capitolo.3. L’Osteria e il Vapore
L’arrivo a Pietroburgo porta alla ricerca di un luogo accogliente, che si trova nell’osteria della Capra in via Karavannaja. Questo locale diventa un punto di ritrovo frequentato da artisti e poeti. Qui si incontrano Andrej Koratygin, noto per le sue “non poesie” e la sua teoria della non arte, e Anatolij Tikakeev, un ex scrittore che diventa una figura di riferimento importante nel gruppo.La Nascita di una Rivista Letteraria
Proprio in questo ambiente nasce l’idea di fondare una rivista letteraria. Per l’occasione, vengono scelti gli pseudonimi Saša Puškin e Paša Gogol’, e il titolo della rivista diventa Il Puškin e il Gogol’. Si progetta anche un sottotitolo volutamente provocatorio, con l’intento di “gettare” alcune figure letterarie affermate dal “vapore Modernità”, segnando una rottura con il passato.Il Festival d’Avanguardia
Si partecipa al primo festival internazionale dell’arte d’avanguardia e delle performances, un evento che presenta diverse esibizioni innovative. Un episodio curioso si verifica a causa del divieto di fumare nel locale: per aggirare la regola, viene organizzata una vera e propria “performance” del fumo. In seguito, Tikakeev, firmandosi con lo pseudonimo Pisellino mio Lermontov, scrive una poesia dedicata al festival, che viene poi inclusa nella rivista.Il Manifesto e la Scelta di Andrej Bely
La decisione su chi includere nel manifesto, tra coloro da “gettare” dal vapore Modernità, ricade su Andrej Bely. Questa scelta non è casuale, ma è influenzata da un episodio specifico che mette in luce le tensioni esistenti tra Bely e Aleksandr Blok. Si decide quindi di inserire nel manifesto sia Bely che suo padre, rafforzando il gesto di rottura.Il Contesto Letterario e Sociale
Il panorama letterario del tempo è molto vivace, caratterizzato dalla presenza di diverse correnti, come gli Egofuturisti e i Cubofuturisti, spesso impegnate in dibattiti e rivalità accese. La vita in città è profondamente segnata dalla realtà delle kommunalki, appartamenti condivisi che influenzano la quotidianità e, di conseguenza, anche l’espressione artistica. In questo contesto, l’arte d’avanguardia cerca attivamente nuove forme espressive e spazi non convenzionali, come dimostrano le performance e le iniziative editoriali.Ma quale credibilità possiamo attribuire a narrazioni che, per ammissione del capitolo stesso, si rivelano irrimediabilmente “non verificabili”?
Il capitolo, nel suo dipanarsi tra figure sfuggenti e documenti inattendibili, mette a nudo una questione cruciale: come possiamo fidarci di un racconto quando i suoi pilastri crollano alla minima verifica? La storia del manoscritto di Filosofov e la figura contraddittoria di Koka Brjansk sono l’emblema di questa fragilità. Per navigare in questo mare di incertezze, è indispensabile armarsi degli strumenti critici offerti dalla storiografia e dalla filosofia della conoscenza. Approfondire autori come Carlo Ginzburg o Karl Popper può fornire le basi per distinguere il dato verificabile dalla mera costruzione narrativa o, peggio, dall’invenzione.7. Note su Misure, Scienza e Cultura Russa
Dmitrij Ivanovič Mendeleev è una figura centrale, noto per aver creato il sistema periodico degli elementi. Oltre al suo lavoro scientifico, fu professore di chimica a Pietroburgo e direttore dell’ufficio pesi e misure. Condusse studi sulle caratteristiche ideali della vodka, stabilendo che dovesse essere incolore, insapore e avere quaranta gradi. Indagò anche fenomeni come lo spiritismo, arrivando alla conclusione che non fosse attendibile. Si ritiene che abbia anche esaminato la trasformazione dell’alcol in zucchero nel sangue. La sua vita personale include il matrimonio di sua figlia con Aleksandr Aleksandrovič Blok.Unità di misura russe
Nel contesto russo, si incontrano unità di misura specifiche. Un pud, ad esempio, corrisponde a 16 chilogrammi e 375 grammi. Di conseguenza, sei pud equivalgono a poco più di 98 chilogrammi. Un’altra unità, la versta, misura una distanza leggermente superiore a un chilometro, precisamente 1006 metri e 79 centimetri.Oggetti e termini comuni
Viene descritta una bevanda tradizionale preparata con farina d’orzo fermentata. Si menziona anche il primus, un tipo di fornello a gas semplice e diffuso nelle cucine di Pietroburgo all’inizio del secolo. Il testo fa riferimento a espressioni e oggetti comuni come “il sale della vita”, “matite”, “rete” e l’espressione “essi fumano”. Si apprende inoltre che la lettera io è la penultima dell’alfabeto cirillico.Figure e luoghi importanti
In ambito culturale, il poeta Severjanin raggiunse un’enorme popolarità, paragonabile a quella di una star del cinema del suo tempo. Il suo libro intitolato “Calice ribollente di tuoni” ebbe un notevole successo editoriale, arrivando a sette edizioni. Tra i luoghi e i monumenti storici, si cita il monumento a Pietro il Grande. Quest’opera fu realizzata dallo scultore francese Falconet, su commissione di Caterina seconda nel 1766. Infine, si nota un cambiamento nella toponomastica cittadina: la Via Nadeždinskaja fu rinominata Via Majakovskaja a partire dalla metà degli anni trenta.Quanto è accurata l’attribuzione a Mendeleev della ‘formula’ ideale per la vodka a quaranta gradi?
Il capitolo menziona che Dmitrij Ivanovič Mendeleev stabilì le caratteristiche ideali della vodka, inclusi i quaranta gradi. Questa affermazione, sebbene diffusa, è spesso considerata una semplificazione o addirittura un mito storico che non trova pieno riscontro nei suoi studi scientifici sulle soluzioni di alcol e acqua. Per valutare la fondatezza di tale asserzione, è necessario esaminare la storia della produzione di vodka e le normative russe sull’alcol precedenti e contemporanee a Mendeleev, confrontandole con il contenuto esatto della sua tesi di dottorato. Approfondire la storia della scienza in Russia e la biografia di Mendeleev attraverso fonti specialistiche può fornire il contesto necessario.Abbiamo riassunto il possibile
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