1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“Opere, Thomas Hobbes” è un viaggio affascinante nella mente di uno dei più grandi pensatori, Thomas Hobbes. Questo libro esplora ogni aspetto della realtà partendo da un’idea radicale: la filosofia è un calcolo, un modo per sommare e sottrarre concetti proprio come si fa con i numeri. Hobbes applica questo metodo rigoroso per capire tutto, dalla natura dei corpi e del loro movimento, che considera la causa universale di ogni fenomeno, fino al funzionamento della mente umana. Sensazione, immaginazione, desiderio e volontà sono visti come moti interni, spiegati con principi meccanicistici. Da qui, Hobbes costruisce la sua filosofia civile, mostrando come la ragione e la comprensione di questi moti ci portino alla necessità delle leggi e dello stato civile per garantire la pace e la giustizia. Ma Hobbes traccia un confine netto: la sua indagine si ferma al mondo dei corpi e dei loro accidenti; le questioni su Dio e l’incorporeo appartengono alla fede e all’autorità religiosa, non alla dimostrazione razionale. È un sistema potente e coerente che cerca di spiegare l’universo e l’uomo attraverso il linguaggio preciso della logica e della meccanica.Riassunto Breve
Filosofia è la conoscenza ottenuta tramite il corretto ragionamento, inteso come calcolo di addizione e sottrazione, applicato a concetti, corpi, moti e nomi. Il suo scopo è l’utilità pratica per l’uomo, permettendo di prevedere effetti e produrre risultati desiderati. La scienza porta alla potenza e all’azione concreta. L’oggetto della filosofia è ogni corpo di cui si può concepire la generazione o che può essere confrontato con altri, escludendo teologia, storia e dottrine non fondate. La filosofia si divide in naturale (sui corpi di natura) e civile (sulla comunità umana), quest’ultima comprendente etica (costumi) e politica (doveri dei cittadini). I nomi sono segni sensibili per ricordare i pensieri e comunicarli; sono segni dei pensieri, non delle cose in sé. La verità o falsità risiede nelle proposizioni, formate unendo nomi, e deriva dall’accordo umano sull’uso dei nomi. Gli errori nel ragionamento derivano da proposizioni false o inferenze non valide, spesso unendo nomi di categorie diverse o per equivocazione.La conoscenza si costruisce con metodi analitico (dalle sensazioni ai principi) e sintetico (dai principi agli effetti). I principi primi sono concetti universali, come il movimento, causa fondamentale della varietà delle cose. Le definizioni sono principi della dimostrazione, chiarendo i nomi e risolvendo i concetti. Concetti fondamentali come spazio (fantasma immaginario di una cosa fuori dalla mente), tempo (fantasma del moto), corpo (ciò che esiste fuori dal pensiero e occupa spazio) e accidenti (modi di concepire un corpo) sono derivati considerando cosa permane nella mente. La conoscenza procede in un ordine preciso, dalla filosofia prima alla geometria, fisica, morale e civile.Ogni fenomeno naturale si spiega con il moto dei corpi. Un corpo agisce su un altro generando un accidente (effetto); l’agente e il paziente costituiscono la causa intera, sufficiente a produrre l’effetto necessariamente e istantaneamente. Potenza e atto sono causa ed effetto considerati in relazione al futuro o passato. Ogni mutamento è movimento delle parti di un corpo, causato unicamente da un corpo contiguo e mosso. I corpi differiscono per numero, grandezza, specie e genere; le relazioni sono confronti basati sugli accidenti. L’identità di una cosa nel tempo dipende dal nome con cui è chiamata, riferito alla materia, alla forma o agli accidenti.La quantità è una dimensione determinata, misurata per percezione o confronto. Linee, superfici, volumi, tempo, numero, velocità e peso sono quantità. La proporzione è la comparazione tra grandezze. Il moto è la continua perdita e acquisizione di luogo. Velocità, impeto, conato, resistenza e forza descrivono il moto. Un corpo fermo si muove anche per un impeto minimo; un corpo in moto mantiene velocità e direzione costanti se non ostacolato. Il moto si propaga per contatto. L’equilibrio si ha quando gli sforzi si bilanciano, come nella bilancia dove peso e distanza dal centro sono in proporzione inversa. Il centro di gravità è il punto in cui si concentra il peso.Fenomeni come rifrazione (deviazione del moto tra mezzi diversi) e riflessione (rimbalzo) avvengono per il moto dei corpi. La sensazione è un moto interno causato da un oggetto esterno, che genera un fantasma (apparenza). Immaginazione, sogni, piacere, dolore, desiderio, avversione, deliberazione e volontà (ultimo desiderio prima dell’azione) sono moti interni spiegati dalla propagazione e reazione dei movimenti corporei. L’universo è composto da corpi in movimento, senza vuoto. Fenomeni celesti, maree e precessione degli equinozi si spiegano con il moto dei corpi celesti e della terra. Luce, calore, fuoco, colori, freddo, vento, durezza, suono, odore, sapore e tatto sono effetti del movimento delle particelle. La gravità è causata da un agente esterno, come il moto dell’aria spinta dalla terra. La vita e i processi corporei sono spiegati dal moto di fluidi e particelle.La visione si ha quando luce o colore formano un’immagine sulla retina, percepita come l’oggetto (fantasma). La posizione e grandezza apparente cambiano con distanza, difetti dell’occhio, riflessione e rifrazione. La prospettiva rappresenta l’apparenza degli oggetti su una superficie. Strumenti come diottri, telescopi e microscopi correggono o migliorano la visione manipolando i raggi luminosi.Il discorso è proprio dell’uomo, basato su parole con significato stabilito per arbitrio. Permette calcolo, insegnamento e organizzazione sociale, ma anche menzogna e inganno. La scienza è conoscenza dimostrata, a priori per cose create dall’uomo (geometria, politica) e a posteriori per cose naturali (fisica).Desiderio e avversione nascono dalla previsione di piacere o dispiacere. Bene e male sono relativi. Il bene primario è l’autoconservazione. La vita è moto perpetuo senza fine ultimo terreno. Gli affetti sono forme di desiderio/avversione che ostacolano la ragione. Le attitudini derivano da temperamento, esperienza, abitudine e influenze esterne; diventano virtù o vizi, misurati dalle leggi nella società civile. La giustizia è la virtù fondamentale del cittadino.La religione è culto esterno di Dio basato sulla fede nella sua esistenza e potere. La fede porta alla pietà (obbedienza, ringraziamento, supplica). La volontà di Dio si conosce dalla legge naturale e dall’obbedienza al potere supremo. Il culto può essere privato o pubblico (ordinato dallo Stato). La superstizione nasce dall’ansia e dalla credenza in molteplici divinità. La persona è colui a cui si attribuiscono parole/azioni, proprie o altrui (persona finta, rappresentata). Lo Stato è una persona rappresentativa. Le leggi naturali richiedono leggi civili e potere coercitivo.L’ente è ciò che occupa spazio (corpo). Enti come Dio o angeli sono inconcepibili razionalmente e appartengono alla fede. Ogni azione è movimento, causato da un motore esterno. Il movimento continua da sé finché non è fermato. Tentare di dimostrare articoli di fede con la filosofia è errato; la fede si basa sull’autorità. Il filosofo deve riconoscere i limiti della ragione di fronte ai dogmi.Il tempo è un’immagine mentale del movimento, non una realtà esterna. L’eternità è tempo infinito immaginario. Gli accidenti sono modi di apparire; i metafisici errano trattandoli come enti separati. Essenza ed esistenza sono identiche per un ente. Le facoltà umane (sensazione, immaginazione, memoria, tempo) derivano dal moto sugli organi di senso. Gli animali possiedono queste facoltà e prudenza. L’uomo si distingue per l’uso di nomi e linguaggio, che permettono il ragionamento sugli universali. L’intelletto è la comprensione dei nomi; la ragione è il calcolo con i nomi.La volontà è l’ultimo appetito/avversione nella deliberazione. La libertà è l’assenza di impedimenti esterni al movimento. Ogni evento accade per necessità, determinato dalla totalità delle cause. Gli eventi futuri sono necessari per la forza delle cause presenti. La verità di una proposizione sul futuro deriva dalla necessità dell’evento. Attribuire a Dio volontà o comprensione simili a quelle umane è assurdo; il linguaggio su Dio è segno di culto.La felicità terrena non è possesso di beni, ma progresso continuo del desiderio accompagnato dalla speranza. La prudenza è la capacità di prevedere il cammino verso l’aumento di potere. La mancanza di felicità deriva da scelte sbagliate o inerzia. La filosofia deve essere soggetta all’autorità della teologia per quanto riguarda Dio, l’anima e la vita futura.Non è dimostrato che il mondo debba avere una fine naturale o che il moto universale debba cessare. Argomenti basati sulla natura del moto, sull’infinito o sulla dipendenza della terra dal sole non sono convincenti. La definizione del mondo come “strumento per gli uomini” appare debole e tardiva.Riassunto Lungo
1. La Ragione come Calcolo e il Potere dei Nomi
La filosofia è definita come la conoscenza che si ottiene attraverso un ragionamento corretto. Questo ragionamento parte dagli effetti osservati per risalire alle loro cause, oppure dalle cause per prevedere gli effetti che ne deriveranno. Il ragionamento stesso è inteso in modo molto preciso: è un calcolo, un processo di addizione e sottrazione. Questa idea di calcolo non si limita ai numeri, ma si applica a tutto ciò che possiamo concepire o nominare: concetti astratti, grandezze fisiche, corpi materiali, movimenti, intervalli di tempo, qualità specifiche, azioni compiute e persino i nomi stessi che usiamo. La mente umana, in questo senso, funziona combinando o separando idee proprio come si sommano o si sottraggono i nomi nel linguaggio che utilizziamo per esprimere i nostri pensieri.Cosa studia la filosofia
L’oggetto di studio della filosofia è ogni corpo di cui possiamo immaginare la formazione o la generazione. Rientrano nel suo campo anche tutti quei corpi che possono essere messi a confronto con altri, permettendo così di analizzarli scomponendoli nelle loro parti o di sintetizzarli combinandoli. Ci sono però ambiti che restano fuori dalla filosofia. Non ne fanno parte la teologia, le discussioni sugli angeli o su qualsiasi cosa che non sia un corpo o una proprietà di un corpo. Anche la storia è esclusa, perché si basa sull’esperienza diretta o sull’autorità di chi l’ha raccontata, non sul ragionamento logico. Sono escluse anche le scienze che si ritiene derivino da ispirazione divina e tutte quelle dottrine che non sono fondate su principi razionali, come ad esempio l’astrologia.Lo scopo della filosofia
Lo scopo principale della filosofia è l’utilità concreta per la vita umana. Attraverso il ragionamento, si cerca di prevedere gli effetti degli eventi per trarne vantaggio e di produrre risultati simili a quelli che la mente ha concepito grazie all’ingegno umano. La conoscenza teorica (la scienza) porta alla capacità di agire (la potenza), e la riflessione (la speculazione) si traduce in azioni pratiche e concrete. Questa utilità si manifesta chiaramente nei progressi delle diverse arti e tecniche, come la capacità di misurare, di navigare o di costruire edifici e strumenti. Ma l’utilità più alta si trova nella filosofia morale e civile, che insegna quali sono i doveri delle persone per mantenere la pace nella società ed evitare conflitti interni, che nascono proprio dall’ignoranza di queste regole fondamentali di convivenza civile.Le branche della filosofia
La filosofia si divide in due grandi aree principali. La prima è la filosofia naturale, che si occupa dello studio dei corpi presenti in natura, cercando di comprenderne le leggi e i meccanismi. La seconda è la filosofia civile, che ha come oggetto la comunità umana, intesa come un corpo politico creato dalla volontà delle persone che ne fanno parte. A sua volta, la filosofia civile si articola in due discipline distinte. C’è l’etica, che studia le disposizioni interiori e i costumi degli esseri umani, analizzando le passioni, le virtù e i vizi che guidano le loro azioni. E c’è la politica, che si concentra sui doveri che i cittadini hanno all’interno della società e sulle regole che governano la convivenza e l’organizzazione dello Stato.Il ruolo dei nomi nel pensiero
Per poter fare filosofia, sono indispensabili degli strumenti che aiutino il pensiero e la comunicazione. Servono segni visibili o udibili, chiamati “note”, che la mente usa per ricordare i propri pensieri e le sequenze di ragionamento. Ma soprattutto, servono segni comuni, che sono i nomi, per poter comunicare i pensieri agli altri esseri umani. I nomi sono suoni che le persone usano per richiamare nella mente degli altri pensieri simili a quelli che hanno avuto loro, e per indicare i concetti che stanno esprimendo. È importante capire che i nomi sono segni dei pensieri che abbiamo, non direttamente delle cose che esistono nella realtà esterna. Non ogni nome che usiamo si riferisce per forza a qualcosa che esiste in natura; alcuni nomi possono indicare finzioni, concetti astratti o idee che non hanno un corrispettivo materiale.I nomi si possono classificare in modi diversi per comprenderne meglio la funzione. Ci sono nomi positivi, che affermano l’esistenza o una qualità di qualcosa, e nomi negativi, che negano qualcosa. Ci sono nomi propri, che si riferiscono a un singolo individuo o oggetto specifico, e nomi comuni, o universali. Il nome universale non si riferisce a una cosa che esiste in natura come entità universale, né a un’idea universale presente nella mente di tutti allo stesso modo. È semplicemente un nome che viene usato in comune per indicare molte cose individuali che condividono una certa caratteristica o appartengono a una stessa categoria. I nomi vengono organizzati in liste o categorie, chiamate predicamenti, per classificarli e ordinarli. Tuttavia, questo ordine è un’organizzazione delle parole e deve essere convalidato e approvato dalla ragione, che è lo strumento fondamentale per distinguere il vero dal falso e per costruire un sapere solido e utile.Davvero una filosofia che esclude la storia e la teologia può pretendere di offrire un’utilità “concreta per la vita umana” e insegnare i “doveri delle persone per mantenere la pace nella società”?
Il capitolo definisce la filosofia in modo estremamente ristretto, escludendo esplicitamente ambiti come la storia e la teologia. Questa limitazione appare problematica, soprattutto considerando che lo scopo dichiarato della filosofia è l’utilità pratica per la convivenza civile e la pace sociale. Come si può comprendere appieno la natura umana, i suoi costumi e i doveri civili senza considerare il contesto storico in cui si sono sviluppati o le credenze (anche teologiche) che hanno plasmato le società e le morali? L’argomentazione sembra presentare una lacuna significativa nel giustificare perché l’esclusione di questi vasti campi di indagine non comprometta proprio l’obiettivo pratico che la filosofia si prefigge. Per esplorare visioni alternative che integrano storia, etica e politica in modi diversi, potrebbe essere utile approfondire la storia della filosofia e confrontare questo approccio con pensatori come Aristotele o Kant, che hanno affrontato la morale e la società da prospettive differenti.2. Il Ragionamento con i Nomi e i suoi Errori
Il pensiero si esprime attraverso la proposizione, che è l’atto di affermare o negare qualcosa. Una proposizione si costruisce unendo due nomi, uno che fa da soggetto e uno da predicato, attraverso una congiunzione (la copula). Il senso di una proposizione è che chi parla ritiene che il predicato sia un nome che si riferisce alla stessa cosa a cui si riferisce il soggetto. La verità o la falsità non sta nelle cose stesse, ma nella proposizione. Una proposizione è vera se il nome usato come predicato si applica a ogni cosa a cui si applica il nome usato come soggetto. Al contrario, è falsa quando i nomi uniti non si riferiscono alla stessa realtà. I nomi sono stati creati per un accordo tra le persone, e le prime verità derivano proprio da questa scelta iniziale e arbitraria.I Nomi: Concreti e Astratti
I nomi si distinguono in due tipi principali: concreti e astratti. I nomi concreti indicano una cosa che esiste realmente, come “corpo” o “caldo”. I nomi astratti, invece, indicano la ragione o la causa per cui usiamo un nome concreto, ad esempio “corporeità” o “calore”. I nomi astratti sono utili perché permettono di ragionare sulle qualità delle cose senza dover sempre considerare l’oggetto specifico che le possiede. Tuttavia, un uso scorretto di questi nomi può portare a errori, specialmente quando si trattano le qualità (gli accidenti) come se potessero esistere da sole, separate dai corpi a cui appartengono.Il Sillogismo: Ragionamento a Tre Proposizioni
Il sillogismo è una forma di ragionamento composta da tre proposizioni. Le prime due sono chiamate premesse, e la terza è la conclusione, che deve derivare necessariamente dalle premesse. In un sillogismo corretto ci sono sempre e solo tre elementi chiamati termini: il termine maggiore (che è il predicato nella conclusione), il termine minore (che è il soggetto nella conclusione) e il termine medio (che compare in entrambe le premesse ma non nella conclusione). La conclusione è valida se il termine medio si riferisce alla stessa cosa in entrambe le premesse, creando così un collegamento tra il termine maggiore e quello minore. È importante sapere che da due proposizioni che parlano di casi particolari non si può trarre alcuna conclusione generale. Se le premesse sono vere, la conclusione sarà sempre vera; ma se le premesse sono false, la conclusione potrebbe comunque risultare vera per caso.Gli Errori nel Ragionamento
Gli errori nel ragionamento possono avere due origini: le proposizioni usate possono essere false (un difetto nel contenuto) o il modo in cui sono collegate le proposizioni può essere sbagliato, rendendo l’inferenza non valida (un difetto nella forma). Le proposizioni sono false quando si uniscono nomi che appartengono a categorie di cose diverse. Le categorie principali di ciò che nominiamo sono i corpi, le qualità (accidenti), le immagini mentali (fantasmi) e i nomi stessi. Unire un nome di una categoria con uno di un’altra, ad esempio un nome astratto con uno concreto, o il nome di un’immagine mentale con il nome di un corpo, porta a proposizioni false. I problemi nella forma del sillogismo derivano spesso dall’usare una parola con significati diversi all’interno dello stesso ragionamento (equivocazione) o da un uso improprio della congiunzione “è”, che finisce per introdurre più di tre termini nel sillogismo. Per scoprire se una proposizione è falsa, si devono analizzare i nomi che la compongono, risalendo alle loro definizioni più semplici. L’abilità di ragionare correttamente si affina con la pratica e studiando esempi di dimostrazioni precise e rigorose.Se le prime verità dipendono da un “accordo arbitrario” sui nomi, su quali basi poggia l’oggettività del ragionamento?
Il capitolo fonda la verità delle proposizioni su un accordo iniziale e arbitrario nella scelta dei nomi. Questa premessa solleva una questione cruciale: come può un sistema logico e le verità che ne derivano pretendere validità universale o oggettività se le sue fondamenta sono, per ammissione, arbitrarie? L’idea che la verità risieda nella corrispondenza tra nomi stabiliti per convenzione necessita di un approfondimento sul rapporto tra linguaggio, pensiero e realtà. Per esplorare le implicazioni di questa visione e confrontarla con approcci diversi, è utile studiare la filosofia del linguaggio e l’epistemologia. Autori come Locke, che discute l’origine delle idee e del linguaggio, o filosofi successivi che hanno dibattuto il nominalismo e il convenzionalismo, possono offrire prospettive essenziali per valutare la solidità di un sistema logico basato su premesse convenzionali.3. Costruire il Sapere: Dalle Idee ai Corpi
La filosofia è la conoscenza delle cause che si ottiene usando la ragione. Questo ragionamento funziona come un calcolo, che si fa mettendo insieme o separando i concetti. Ci sono due modi principali per farlo. Il primo, chiamato analitico, parte da quello che percepiamo con i sensi e arriva a scoprire i principi più generali che stanno alla base di tutto. Il secondo, chiamato sintetico, fa il percorso inverso: parte dai principi generali già noti per capire gli effetti particolari delle cose. I principi fondamentali della conoscenza sono i concetti universali. Questi concetti si ottengono scomponendo le idee più complesse che derivano dalle sensazioni ricevute dai sensi. Le cause più generali di tutte, come il movimento, sono considerate già conosciute di per sé. Questo perché il movimento è la causa fondamentale che rende diverse tra loro le cose che percepiamo nel mondo.I principi e le definizioni
I principi primi su cui si basa la dimostrazione sono le definizioni. Le definizioni servono a spiegare il significato dei nomi e a scomporre i concetti complessi nelle loro parti più semplici e universali. Una definizione chiara rende esplicito il significato di un nome e aiuta a evitare ambiguità o malintesi. La dimostrazione è un processo che usa il metodo sintetico. Parte dalle definizioni e, procedendo attraverso una serie di ragionamenti logici chiamati sillogismi, arriva a conclusioni certe sulla natura delle cose studiate.I concetti fondamentali: spazio, tempo, corpo e movimento
Per capire cosa rimane nella nostra mente anche se immaginiamo che tutto il mondo esterno venga annientato, si definiscono alcuni concetti fondamentali. Lo spazio è l’immagine mentale che abbiamo di una cosa che esiste al di fuori della nostra mente. Il tempo è l’immagine mentale del movimento, l’idea della successione che percepiamo quando qualcosa si muove. Il corpo è ciò che esiste realmente fuori dal nostro pensiero e che occupa uno spazio. Gli accidenti, invece, sono i modi in cui concepiamo un corpo, come ad esempio la sua estensione, il suo colore o se si sta muovendo. Gli accidenti nascono e finiscono, cambiano continuamente, mentre il corpo in senso generale non nasce né viene distrutto. Il luogo è lo spazio immaginario che un corpo occupa in un dato momento ed è considerato immobile. Il movimento è il processo continuo in cui un corpo lascia un luogo e ne occupa un altro. Un corpo che è fermo rimane fermo, e un corpo che si muove continua a muoversi, a meno che non intervenga un altro corpo a cambiarne lo stato.L’ordine con cui si costruisce il sapere
La conoscenza si sviluppa seguendo un ordine preciso e gerarchico. Si inizia dalla filosofia prima, che studia i concetti più universali e fondamentali come lo spazio, il tempo, il corpo e il movimento in generale. Da qui si passa alla geometria, che si occupa del movimento in sé, delle figure e delle loro proprietà nello spazio. Successivamente si affronta la fisica, che studia il movimento dei corpi tra loro e il movimento delle parti invisibili della materia. Infine, si arriva alla morale e alla civile, che studiano i movimenti interiori dell’animo umano e l’organizzazione della società tra gli uomini. Queste ultime discipline dipendono strettamente dalla comprensione e dai principi stabiliti dalle discipline che le precedono.Se la volontà è l’ultima spinta determinata da cause precedenti, come si concilia la responsabilità umana per le “scelte sbagliate” o la perdita della felicità eterna dovuta alla “mancanza di fede”?
Il capitolo presenta una visione della volontà come determinata da una catena di cause, suggerendo una forma di necessità nelle azioni umane. Tuttavia, introduce successivamente concetti come “scelte sbagliate” e la perdita della felicità eterna dovuta alla “mancanza di fede”, che implicano un grado di agenzia e responsabilità che sembra difficile da conciliare con un determinismo rigoroso. Questo crea una lacuna logica nell’argomentazione. Per esplorare questa tensione, è utile approfondire il dibattito filosofico sul libero arbitrio e il determinismo. Discipline pertinenti includono la filosofia della mente, l’etica e la teologia. Autori che hanno affrontato questi temi nel corso della storia del pensiero includono Sant’Agostino, Tommaso d’Aquino, Baruch Spinoza e Immanuel Kant, oltre a pensatori contemporanei che discutono di compatibilismo o libertarismo.30. Confutazione della fine del moto
Ci si chiede se il moto universale debba avere una fine. Vengono presentate diverse ragioni per sostenere che il moto debba terminare, basate sulla sua natura, sul concetto di infinito e sulla natura stessa delle cose.Il moto come progresso verso un fine
Una prima idea vede il moto come un cammino verso la perfezione, guidato da uno scopo. Da qui si deduce che il moto, avendo uno scopo, debba anche finire. Si aggiunge che senza l’uomo, il moto delle altre cose perderebbe questo scopo, diventando indesiderabile e quindi impossibile. Questo porterebbe alla conclusione che il moto universale debba cessare quando l’umanità non esisterà più. Tuttavia, questa interpretazione sembra confondere lo scopo del moto con il suo limite temporale. Inoltre, l’argomento cade in contraddizione: prima si dice che senza l’uomo il moto sarebbe senza scopo (e quindi senza fine in quel senso), ma poi si conclude che proprio per questo deve finire.L’argomento dell’infinito
Un’altra ragione addotta si basa sul concetto di infinito. Si afferma che se il mondo non finisse mai, ci sarebbe un numero infinito di anime, cosa ritenuta non possibile. Ma si può distinguere tra il numero di anime che potrebbero nascere in un tempo infinito, che è potenzialmente infinito, e il numero di anime che sono già nate in un dato momento, che è sempre un numero finito. Quindi, l’esistenza di un numero infinito di anime in senso assoluto non è una conseguenza necessaria di un mondo eterno.La dipendenza tra gli elementi
Si considera anche la natura delle cose, sostenendo che la terra dipenda dal sole, visto come un fuoco che si consuma. L’idea è che se il sole esaurisse il suo “nutrimento”, perirebbe, portando così alla fine della terra. Tuttavia, non ci sono prove certe che la terra dipenda dal sole per la sua esistenza in questo modo, né che il sole abbia bisogno di nutrimento esterno per continuare a esistere. Anzi, se fosse la terra a “nutrire” il sole, la dipendenza sarebbe l’opposto. Questi argomenti basati sulla natura degli elementi non riescono a dimostrare che il mondo o il moto universale debbano necessariamente finire.Il mondo come strumento per l’uomo
Infine, si presenta la definizione del mondo come “uno strumento fatto per gli uomini”. Questa definizione appare piuttosto tardi nel ragionamento, il che è strano per un punto che dovrebbe sostenere una dimostrazione. L’idea che i corpi celesti luminosi, come il sole, siano considerati meno importanti o “nobili” solo perché visti come strumenti per l’uomo è un punto debole.Ma davvero il capitolo pensa di confutare la fine del moto basandosi su argomenti così palesemente deboli?
Il capitolo, nel suo intento di confutare l’idea che il moto universale debba terminare, si appoggia, secondo il riassunto, su argomentazioni che presentano evidenti lacune logiche e fattuali. L’idea di un moto finalistico che si esaurisce con l’uomo, la confusione tra infinito potenziale e attuale, o le speculazioni infondate sulla dipendenza cosmica, sollevano dubbi sulla solidità delle posizioni che il capitolo si propone di smantellare. Per apprezzare appieno la complessità del dibattito sull’eternità del cosmo e del suo movimento, è fondamentale confrontarsi con la storia della filosofia naturale e della cosmologia. Approfondire il pensiero di filosofi che hanno affrontato i concetti di tempo, infinito e causalità, così come le prime indagini scientifiche sulla natura degli astri, può offrire una prospettiva più fondata.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]
