Contenuti del libro
Informazioni
“Obama dietro la maschera. La strategia dell’illusione golpismo mondiale sotto un fantoccio di Wall Street” di Webster Tarpley è un libro che scava a fondo nella controversa ascesa di Barack Obama, suggerendo che la sua elezione nel 2008 non sia stata un evento spontaneo ma il risultato di un’operazione pianificata da potenti interessi finanziari e di intelligence, come quelli legati a Wall Street e a figure come Zbigniew Brzezinski. L’autore sostiene che siano state usate tecniche simili alle “rivoluzioni colorate” per manipolare l’opinione pubblica e favorire la candidatura di Obama, superando rivali più consolidati. Il vero scopo, secondo Tarpley, era installare un leader capace di gestire le crisi dell’imperialismo angloamericano, puntando a una politica estera aggressiva contro potenze come Russia e Cina e promuovendo politiche di austerità interna che favorissero l’élite finanziaria a scapito della popolazione. Il libro traccia paralleli con la presidenza di Jimmy Carter per illustrare un modello di influenza nascosta e strategie globali che mirano a consolidare il potere di un’oligarchia, offrendo una visione critica e alternativa sulla politica americana e le sue implicazioni internazionali.Riassunto Breve
L’elezione presidenziale statunitense del 2008 è vista come un’operazione pianificata da gruppi finanziari e di intelligence, tra cui Wall Street e la Commissione Trilaterale, guidati da figure come Zbigniew Brzezinski. L’obiettivo è mettere al potere un leader, in questo caso Barack Obama, capace di gestire le crisi dell’imperialismo angloamericano in modo diverso rispetto all’amministrazione precedente. La rapida ascesa di Obama, un politico poco conosciuto, è supportata da una forte spinta mediatica e da sondaggi che lo favoriscono, superando candidati più esperti. Questo processo ricorda le tecniche usate nelle “rivoluzioni colorate” in altri paesi, che prevedono il controllo dei media, la manipolazione dei sondaggi e la selezione di candidati “prefabbricati” per creare l’illusione di un ampio supporto popolare. La politica estera promossa da questa fazione, e adottata da Obama, si concentra sul confronto con Russia e Cina, cercando di indebolirle anche attraverso conflitti per procura e il controllo delle risorse strategiche, come l’accesso cinese alle materie prime in Africa. Brzezinski ha una storia di posizioni aggressive verso la Russia, sostenendo azioni che destabilizzano la regione. Sul fronte interno, i consiglieri economici di Obama, legati al settore finanziario, propongono politiche di austerità, privatizzazione (come la previdenza sociale) e misure che favoriscono gli interessi di Wall Street, anche a costo di ridurre il tenore di vita della popolazione. Il piano per una Banca Nazionale di Reinvestimento per le Infrastrutture è interpretato come un modo per salvare i poteri finanziari e privatizzare beni pubblici. La campagna di Obama utilizza una retorica di cambiamento e speranza, spesso vaga e utopica, per mobilitare le masse e ottenere consenso per politiche che altrimenti incontrerebbero resistenza. Questo approccio, che sfrutta il senso di alienazione, mira a incanalare l’energia popolare verso obiettivi decisi dall’alto. La presidenza di Jimmy Carter è presentata come un parallelo storico, anch’essa influenzata dalla Commissione Trilaterale e da Brzezinski, che implementò politiche di “disintegrazione controllata” dell’economia attraverso austerità e deregolamentazione, favorendo gli interessi finanziari a scapito dell’economia reale e dei programmi sociali, nonostante si presentasse come un outsider con promesse di onestà e unità. Le similitudini tra le due presidenze suggeriscono che l’amministrazione Obama segue un percorso simile, con esiti potenzialmente peggiori, rappresentando un riallineamento politico che consolida il potere dell’oligarchia finanziaria e aumenta le tensioni globali.Riassunto Lungo
1. L’ascesa orchestrata di Obama e il nuovo volto dell’imperialismo
L’elezione presidenziale americana del 2008 ha mostrato aspetti che ricordano le “rivoluzioni colorate” viste in paesi come l’Ucraina o la Georgia. Barack Obama, un senatore non molto conosciuto, è salito rapidamente alla ribalta. La sua candidatura è stata sostenuta da una forte spinta mediatica e da sondaggi favorevoli, che lo hanno aiutato a superare candidati con più esperienza come Hillary Clinton. Questo percorso è stato visto come guidato da gruppi potenti nel mondo della finanza e dell’intelligence, come Wall Street e la Commissione Trilaterale. L’obiettivo era mettere al potere un leader che potesse affrontare meglio le difficoltà dell’influenza americana e inglese nel mondo, in modo diverso dall’amministrazione Bush.Le influenze sulla politica estera
Una figura chiave che ha influenzato Obama è Zbigniew Brzezinski. Era conosciuto per le sue idee decise e critiche verso la Russia e la Cina. Brzezinski e le persone a lui vicine hanno guidato la politica estera di Obama verso uno scontro con queste grandi potenze. Questo è avvenuto anche usando guerre indirette in zone importanti come l’Africa. Lo scopo era ridurre l’accesso della Cina alle materie prime.Le politiche economiche previste
Anche se si parlava molto di cambiamento e speranza, le proposte concrete di Obama e dei suoi consiglieri economici andavano in un’altra direzione. Questi consiglieri avevano legami con grandi istituzioni finanziarie e gruppi di studio conservatori. Le politiche che proponevano includevano tagli alla spesa pubblica e una diminuzione del benessere per le persone comuni. Queste misure erano considerate necessarie per proteggere e mantenere la ricchezza dei gruppi finanziari più potenti.La strategia della campagna e i suoi effetti
La campagna elettorale di Obama ha saputo sfruttare il sentimento di isolamento e mancanza di speranza diffuso tra la gente. Ha presentato un movimento che sembrava offrire un senso di appartenenza e uno scopo comune. In realtà, questo movimento serviva a spingere le persone ad agire per raggiungere obiettivi decisi da chi stava ai vertici. Questo modo di fare, che mette l’accento sulla figura del leader e sulle emozioni, ricorda alcuni aspetti del fascismo del passato. Il suo scopo era ottenere l’approvazione per scelte politiche che altrimenti sarebbero state difficili da far accettare. Nonostante si presentasse come una figura capace di unire, Obama ha finito per aumentare le tensioni e le divisioni, anche quelle legate alla razza, negli Stati Uniti. Già prima del 2008, la sua carriera politica mostrava come il suo successo fosse stato reso più facile dall’allontanamento strategico dei suoi rivali. L’elezione del 2008 ha rappresentato un cambiamento importante nella politica americana, un cambiamento pensato per durare a lungo. Puntava a rafforzare il Partito Democratico includendo nuove parti della popolazione. Allo stesso tempo, però, chiedeva alla gente di fare sacrifici per proteggere gli interessi dei grandi poteri finanziari.Se l’ascesa di Obama è stata una “ascesa orchestrata” da poteri finanziari e di intelligence, come sostiene il capitolo, quali specifici meccanismi e prove concrete dimostrano questa presunta “regia” dietro un’elezione democratica complessa?
Il capitolo presenta una tesi forte e controversa, suggerendo che l’elezione del 2008 sia stata il risultato di un piano ben definito da parte di élite finanziarie e di intelligence. Tuttavia, per sostenere in modo convincente un’affermazione di tale portata, che implica una manipolazione su larga scala dei processi democratici e mediatici, sarebbe necessario fornire un’analisi più dettagliata e documentata dei meccanismi specifici attraverso cui questa “orchestra” avrebbe agito. Mancano, ad esempio, riferimenti precisi a flussi finanziari anomali, a direttive specifiche impartite dai presunti gruppi di potere, o a prove inoppugnabili di come sondaggi e copertura mediatica siano stati attivamente manipolati per favorire un candidato a scapito di altri, al di là delle normali dinamiche di una campagna elettorale ad alto budget. Per approfondire la comprensione di come i poteri economici e le istituzioni influenzino la politica, e per valutare criticamente affermazioni di “regia occulta”, può essere utile studiare discipline come la scienza politica (con particolare attenzione ai gruppi di interesse, al finanziamento delle campagne e al ruolo dei media), la sociologia del potere e l’economia politica. Autori che hanno analizzato criticamente le strutture di potere nelle società contemporanee, come C. Wright Mills o Noam Chomsky, possono offrire spunti per un’analisi più strutturata, sebbene sia fondamentale distinguere l’analisi critica delle dinamiche di potere dalla formulazione di teorie cospirative prive di riscontri concreti.2. Obama: Il Volto del Potere Nascosto
Barack Obama è legato a una fazione potente connessa a Zbigniew Brzezinski. Questo gruppo vuole affermare il controllo angloamericano sul mondo. La loro attenzione principale è contrastare Russia e Cina, indebolendo organizzazioni come la Shanghai Cooperation Organization. Questa fazione ha selezionato e preparato Obama per la sua candidatura. Si notano paralleli nei discorsi di altri politici come Deval Patrick, suggerendo un modello di preparazione. La segretezza attorno agli anni universitari di Obama fa pensare a un possibile reclutamento avvenuto presto.Come si ottiene il potere
La strategia usata da questa fazione impiega tecniche chiamate “rivoluzione colorata” o “golpe people power”. Queste tecniche sono state già usate in altri Paesi. Includono il controllo dei media per creare consenso nell’opinione pubblica. Usano manifestanti e folle per far sembrare che ci sia un grande supporto popolare. Manipolano i sondaggi elettorali. Selezionano candidati che sono stati “prefabbricati”. Le primarie democratiche del 2008 sono un esempio di come questi metodi siano stati usati negli Stati Uniti per favorire Obama. L’obiettivo era eliminare rapidamente i rivali come Hillary Clinton.Obiettivi nel mondo
La politica estera promossa da questa fazione, e che si vede nelle posizioni di Obama, mostra un’avversione verso la Russia. Brzezinski ha sostenuto azioni aggressive nel passato. Ad esempio, ha appoggiato Pol Pot o ha incoraggiato il fondamentalismo islamico in Afghanistan per danneggiare l’URSS. La strategia attuale vuole mettere Cina contro Russia. Manipolano i bisogni energetici cinesi per spingere l’espansione verso la Siberia. Cercano anche di togliere alla Cina risorse in Africa. Destabilizzano Paesi come Sudan e Algeria. Sabotano progetti infrastrutturali come la Karakorum Highway in Pakistan.Cambiamenti in casa
Sul fronte interno, i consiglieri economici di Obama sono legati a Wall Street. Promuovono politiche che aiutano il settore finanziario. Propongono di privatizzare in parte la previdenza sociale. Sostengono l’idea che costi sanitari alti siano qualcosa di desiderabile. Il piano per una Banca Nazionale di Reinvestimento per le Infrastrutture è un modo per salvare i poteri finanziari. Vuole anche privatizzare beni pubblici. Questo potrebbe creare una nuova bolla speculativa.Il vero significato del “cambiamento”
Il passaggio di potere dalla fazione legata a Bush a quella di Brzezinski è chiaro. Si vede nell’allontanamento di alti ufficiali dell’Air Force. Si vede anche nel controllo sulle armi nucleari. Questo spostamento aumenta il rischio di scontri su larga scala con potenze come Russia e Cina. Il “cambiamento” promesso da Obama non è quello che sembra. In realtà, mette in pratica un’agenda che favorisce l’oligarchia finanziaria. Questa agenda aumenta anche le tensioni globali.Le affermazioni su una “fazione potente” che manipola elezioni e politica estera sono supportate da prove verificabili o si basano su interpretazioni di eventi complessi?
Il capitolo presenta una visione di eventi politici complessi come il risultato dell’azione coordinata di una “fazione” nascosta. Tuttavia, l’attribuzione di un tale livello di controllo e manipolazione (dalle primarie elettorali alla politica estera) richiede un’analisi critica delle prove fornite. Per valutare la validità di queste affermazioni, è utile approfondire lo studio della scienza politica, in particolare i meccanismi delle elezioni e della politica estera, e confrontare questa narrazione con analisi che considerano una pluralità di attori e interessi. Approfondire autori che trattano la politica americana o le relazioni internazionali può offrire prospettive alternative e basate su evidenze diverse.3. L’influenza nascosta e le crisi pilotate: il caso Carter e i suoi riflessi
La presidenza di Jimmy Carter fu influenzata da persone legate a gruppi come la Commissione Trilaterale, tra cui David Rockefeller e Zbigniew Brzezinski. Queste figure avevano l’obiettivo di promuovere politiche che favorissero gli interessi economici di Wall Street. Questo poteva significare anche danneggiare l’economia vera, quella delle imprese e delle persone comuni. Si parlava di una “disintegrazione controllata” dell’economia. Un modo per farlo fu l’aumento dei tassi d’interesse deciso da Paul Volcker, che ebbe effetti negativi sull’industria e sull’agricoltura.Politiche economiche e sociali
Carter si presentava al pubblico come una persona esterna al sistema politico di Washington. Prometteva onestà e unità, evitando di parlare di programmi specifici. Il suo modo di comunicare era vago, quasi a voler promettere grandi cambiamenti solo grazie alla sua figura. Questo approccio, che ricorda quello di Obama, viene interpretato come un modo per criticare i programmi di aiuto sociale e nascondere idee più conservatrici.
Una volta diventato presidente, Carter cambiò velocemente le sue priorità. Invece di combattere la mancanza di lavoro, si concentrò sulla lotta all’aumento dei prezzi, come richiesto dal mondo della finanza. Questo portò a decisioni economiche severe, come tagliare le spese pubbliche e ridurre i controlli sulle attività economiche. Queste scelte smantellarono in parte i programmi sociali creati in passato, come il New Deal e la Great Society. Queste azioni sono viste come la preparazione del terreno per crisi economiche future. La sua presidenza fu segnata anche da contrasti con il Parlamento e da un atteggiamento che appariva moralmente superiore.
Politica estera e scelte energetiche
Sul piano internazionale, la politica fu guidata da Brzezinski. Si dice che abbia organizzato eventi come la rivoluzione in Iran e la crisi degli ostaggi. Lo scopo sarebbe stato quello di frenare la crescita dei Paesi più poveri e fare pressione su Europa e Giappone. La crisi del petrolio del 1979, che fu presentata come una mancanza di risorse, viene descritta invece come una mossa strategica. Serviva ad aumentare i prezzi del petrolio e a ottenere vantaggi sugli alleati.
L’amministrazione Carter favorì lo sfruttamento del carbone e mise ostacoli allo sviluppo dell’energia nucleare. Questa scelta è vista come un modo per favorire settori industriali che usano meno tecnologia ma richiedono molti lavoratori. L’incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island viene considerato un evento sospetto. Questo evento avrebbe bloccato lo sviluppo dell’energia nucleare negli Stati Uniti.
La presidenza di Jimmy Carter viene vista, da questa prospettiva, come un periodo di fallimento. Si ritiene che questo fallimento sia stato guidato da interessi economici nascosti che hanno influenzato le decisioni politiche. Le scelte fatte in quegli anni avrebbero avuto conseguenze negative sull’economia e sulla vita delle persone comuni. Questo periodo è considerato un esempio di come forze esterne possano orientare la direzione di un governo. Le politiche adottate posero le basi per difficoltà economiche future.
È davvero plausibile attribuire il ‘fallimento’ della presidenza Carter e le successive difficoltà economiche quasi esclusivamente all’influenza di ‘interessi economici nascosti’ e a pochi individui, ignorando la complessità dei fattori storici, politici ed economici che hanno caratterizzato quel periodo?
Il capitolo propone una lettura molto specifica e controversa della presidenza Carter, attribuendo eventi complessi a un’unica causa dominante: l’influenza di interessi economici occulti. Per ottenere una comprensione più completa e sfaccettata di quel periodo storico, è fondamentale considerare la molteplicità di fattori che hanno interagito, dalle sfide economiche globali come la stagflazione e la crisi energetica, alle dinamiche della Guerra Fredda, passando per le pressioni politiche interne e le diverse scuole di pensiero economico in competizione. Approfondire la storia economica e politica degli Stati Uniti negli anni ’70, studiando autori come Robert Dallek o Barry Eichengreen, può aiutare a contestualizzare meglio le decisioni prese e a valutare la validità delle diverse interpretazioni.Abbiamo riassunto il possibile
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