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Informazioni
“Nuova storia della filosofia occidentale. Filosofie dell’età contemporanea” di Anthony Kenny è tipo un viaggio pazzesco attraverso la filosofia occidentale contemporanea. Non è solo roba astratta, parte dalle idee sociali e arriva all’analisi del pensiero, esplorando un sacco di correnti diverse. Si va dall’utilitarismo di Bentham e Mill, che pensavano alla felicità per tutti, al materialismo dialettico di Marx che vedeva la storia come lotta di classe, fino alla botta di Nietzsche che ribalta i valori. Si sposta tra l’Europa continentale, con gente come Schopenhauer, Kierkegaard, Freud, Husserl, Heidegger, Sartre e la Scuola di Francoforte, che si buttano sull’esistenza, la coscienza e la società, e il mondo anglofono (Gran Bretagna, Stati Uniti) con il pragmatismo di Peirce e James e la filosofia analitica di Russell e Wittgenstein, che invece si fissano su logica e linguaggio. Ma non finisce qui, perché si parla anche di etica, metafisica (l’essere), la mente (anche l’inconscio!), la politica e pure la religione. È un sacco di roba, ma ti fa capire come questi pensatori hanno cercato di dare un senso al mondo e a noi stessi, affrontando domande fondamentali in modo super diverso.Riassunto Breve
La filosofia indaga domande fondamentali sulla realtà, la conoscenza, la mente, l’etica, la società, l’arte e la religione attraverso molti pensatori diversi. All’inizio si trovano idee come l’utilitarismo di Bentham e Mill, che mira alla massima felicità per il maggior numero di persone, e reazioni all’idealismo di Hegel, come Schopenhauer che vede il mondo come volontà e sofferenza, Kierkegaard che enfatizza la fede individuale, e Marx che interpreta la storia come lotta di classe basata sull’economia. La teoria dell’evoluzione di Darwin introduce una spiegazione scientifica sull’origine delle specie. Negli Stati Uniti nasce il pragmatismo con Peirce e James, che lega il significato agli effetti pratici e la verità a ciò che funziona. In Gran Bretagna, l’idealismo viene criticato da Moore e Russell, che promuovono il realismo e l’analisi logica; Russell cerca di basare la matematica sulla logica e analizza la struttura del mondo tramite il linguaggio. Wittgenstein, influenzato da Russell, prima vede il linguaggio come una rappresentazione logica del mondo, poi si concentra sull’uso del linguaggio nelle pratiche sociali, influenzando la filosofia analitica. Il ventesimo secolo vede una divisione tra filosofia analitica, che si concentra sul linguaggio e la scienza con figure come Quine e Davidson che vedono la conoscenza in modo olistico e il significato legato al comportamento o alla verità, e filosofia continentale, che esplora la coscienza, l’esistenza e la società. Freud, pur scienziato, influenza la filosofia con la sua teoria dell’inconscio. Husserl fonda la fenomenologia per studiare la coscienza. Bergson distingue diversi tipi di tempo e parla di una forza vitale. Heidegger si concentra sul significato dell’essere e sull’esistenza umana come essere-nel-mondo. Sartre enfatizza la libertà radicale e l’angoscia che ne deriva. La Scuola di Francoforte critica la società moderna e la cultura di massa come forme di controllo. Derrida analizza il linguaggio tramite la decostruzione. Habermas studia la comunicazione e il consenso razionale. La logica si evolve dall’empirismo di Mill alla logica formale di Frege, che distingue senso e denotazione, e all’analisi delle descrizioni di Russell. Peirce studia come le credenze si stabilizzano con il metodo scientifico. Il Wittgenstein successivo mostra che il significato è pubblico e basato su pratiche condivise. Habermas lega la comunicazione a pretese di validità come verità e correttezza. Questo percorso mostra un allontanamento da visioni individualistiche o puramente formali della conoscenza e del linguaggio verso una comprensione sociale. Le indagini sulla realtà includono idealismo e meccanicismo, e come l’evoluzione spiega la complessità. La mente è studiata tramite facoltà, intenzionalità, dualismo, psicologia, l’inconscio di Freud e l’analisi del linguaggio sulla mente di Wittgenstein. L’etica comprende l’utilitarismo, la rinuncia di Schopenhauer, il salto della fede di Kierkegaard, la critica di Nietzsche alla morale tradizionale e l’idea della volontà di potenza, e le analisi del linguaggio etico. L’estetica considera il bello e il sublime (Kant), l’arte come espressione (romantici), fuga dalla volontà (Schopenhauer) o illusione necessaria (Nietzsche), e il suo rapporto con la moralità. La filosofia politica copre l’utilitarismo, il liberalismo di Mill che difende la libertà individuale, la visione di Marx della lotta economica e della rivoluzione, la critica di Popper alla previsione storica, e la teoria della giustizia di Rawls basata sull’equità. La filosofia della religione esamina visioni come Dio come proiezione umana (Feuerbach), la religione come illusione (Marx, Freud), la fede oltre la ragione (Kierkegaard), argomenti sull’esistenza di Dio (Mill, Newman, Plantinga), e la religione come esperienza personale (James). Queste diverse aree e pensatori definiscono il panorama del pensiero filosofico contemporaneo.Riassunto Lungo
1. Dalle Idee Sociali all’Analisi del Pensiero
Diverse correnti segnano lo sviluppo del pensiero filosofico. Jeremy Bentham propone l’utilitarismo, un’idea basata sulla ricerca della massima felicità per il maggior numero di persone, applicandola a riforme legali e politiche. John Stuart Mill prosegue su questa linea, arricchendo l’empirismo e l’utilitarismo, e si batte per la libertà di ognuno e per i diritti delle donne. Anche Henry Sidgwick porta avanti la tradizione utilitarista, cercando un equilibrio tra la felicità personale e quella della comunità. Accanto a queste idee, nascono reazioni forti, come quella di Arthur Schopenhauer che, contro l’idealismo di Hegel, vede il mondo come sofferenza, suggerendo l’arte e l’ascesi come vie di fuga. Søren Kierkegaard, criticando Hegel per aver messo da parte l’importanza del singolo, descrive diversi modi di vivere e sottolinea il valore della fede personale. Karl Marx, invece, trasforma l’idealismo di Hegel in un materialismo, interpretando la storia come scontro tra classi sociali spinto da motivi economici e immaginando un futuro di uguaglianza attraverso una rivoluzione.Nuove Prospettive: Scienza, Fede e Pragmatismo
Nello stesso periodo, nuove idee emergono da ambiti diversi. Charles Darwin propone la teoria scientifica dell’evoluzione per selezione naturale, spiegando come le specie si originano attraverso cambiamenti casuali, la riproduzione e la lotta per sopravvivere, un concetto che ha grandi effetti sul modo di pensare e sulla religione. John Henry Newman esplora come sia ragionevole avere una fede religiosa, spiegando che la fede si basa su tante piccole prove messe insieme e sull’esperienza profonda della coscienza. Negli Stati Uniti, Charles Sanders Peirce dà vita al pragmatismo, una corrente che lega il significato delle idee ai loro effetti pratici e che accetta la possibilità di sbagliare. Sulla sua scia, William James vede il pragmatismo come un modo per capire la verità (“è vero ciò che funziona”) e si dedica anche allo studio dell’esperienza religiosa. In Gran Bretagna, pensatori come George Edward Moore e Bertrand Russell mettono in discussione l’idealismo che seguiva Hegel, preferendo un approccio basato sulla realtà concreta e sull’analisi logica. Russell cerca in particolare di mostrare che la matematica deriva dalla logica e usa l’analisi logica per capire la struttura del mondo attraverso il linguaggio. Infine, Ludwig Wittgenstein, influenzato da Russell, indaga il rapporto tra linguaggio e realtà, prima vedendolo come una rappresentazione logica, e poi concentrandosi su come usiamo il linguaggio nella vita di tutti i giorni (“giochi linguistici”) per risolvere i problemi filosofici, influenzando così le correnti basate sulla logica e sull’analisi.
Presentando prospettive così divergenti – dalla selezione naturale di Darwin alla fede di Newman, dal materialismo di Marx all’analisi logica di Russell – il capitolo non rischia di offrire un quadro frammentato, privo di un filo conduttore che spieghi come queste idee si confrontino o si escludano a vicenda?
Il capitolo elenca una serie di pensatori e correnti di pensiero fondamentali, ma la semplice giustapposizione di idee così diverse e spesso in conflitto (come il determinismo economico marxista e l’enfasi kierkegaardiana sulla scelta individuale, o la spiegazione scientifica dell’evoluzione e l’argomento per la fede) lascia il lettore senza gli strumenti per comprendere le tensioni, i dibattiti e le confutazioni reciproche che hanno caratterizzato questo periodo cruciale. Per cogliere appieno il significato di queste posizioni, è essenziale esplorare il contesto storico e filosofico in cui sono nate, analizzando come ciascun pensatore si rapportasse ai suoi contemporanei e alle tradizioni precedenti. Approfondire la storia della filosofia moderna e contemporanea, e studiare autori che hanno esplicitamente criticato o tentato di sintetizzare queste visioni, come ad esempio Nietzsche o i rappresentanti del Positivismo logico, può aiutare a colmare questa lacuna e a comprendere la complessa interazione tra scienza, etica, politica e metafisica nel pensiero occidentale.2. Menti e mondi del ventesimo secolo
La filosofia del ventesimo secolo si divide principalmente in due grandi correnti: la tradizione analitica, che si sviluppa soprattutto nei paesi di lingua inglese, e la tradizione continentale, diffusa in Europa. La filosofia analitica si concentra sull’analisi del linguaggio e sul suo legame con la conoscenza scientifica. In questo ambito, filosofi come Quine e Davidson hanno lasciato un segno profondo. Quine, ad esempio, critica l’idea che si possa separare nettamente ciò che è vero per definizione (analitico) da ciò che è vero in base all’esperienza (sintetico).La filosofia analitica: Quine e Davidson
Quine propone una visione della conoscenza come una rete olistica, dove le nostre teorie sul mondo si confrontano con l’esperienza nel loro complesso, non singolarmente. Per lui, l’esistenza di qualcosa dipende sempre dalla teoria che usiamo per descriverla. Il significato delle parole, invece, si basa su come le usiamo in risposta agli stimoli esterni. Davidson prosegue su questa strada sviluppando una teoria del significato che si fonda sul concetto di verità e su come interpretiamo il linguaggio degli altri. Introduce il “principio di carità”, un approccio che suggerisce di considerare le affermazioni degli altri come vere e razionali per poterle comprendere al meglio, specialmente quando ci confrontiamo con linguaggi o idee molto diversi dai nostri.La filosofia continentale: esplorare coscienza ed esistenza
La filosofia continentale, invece, si dedica all’indagine della coscienza, dell’esistenza umana e della società. Figure centrali in questa corrente hanno esplorato temi come l’inconscio, la libertà, l’esperienza del tempo e la critica sociale. Sigmund Freud, sebbene si considerasse uno scienziato, ha influenzato profondamente la filosofia con la sua teoria dell’inconscio. Ha descritto la mente umana attraverso concetti come le pulsioni, lo sviluppo sessuale (incluso il complesso di Edipo) e le strutture psichiche (Io, Es, Super-io), mettendo in discussione i confini tradizionali tra morale e medicina.Fenomenologia, esistenzialismo e oltre
Edmund Husserl è il fondatore della fenomenologia, un metodo per studiare la coscienza e gli oggetti che essa “intende”, ovvero a cui si rivolge. Questo metodo prevede di mettere da parte (attraverso l’epoché) le nostre credenze sul mondo esterno per concentrarsi sull’esperienza pura. Henri Bergson distingue tra la “durata”, che è il tempo come lo viviamo interiormente, e il tempo misurabile e spazializzato. Ha parlato di un élan vital, una forza vitale creativa che guida l’evoluzione, e ha analizzato la morale e la religione distinguendo forme statiche da quelle dinamiche e aperte. Martin Heidegger, considerato uno dei padri dell’esistenzialismo, ha spostato l’attenzione sulla domanda fondamentale riguardo all’Essere (Sein) e ha analizzato l’esserci umano (Dasein). L’esserci è inteso come un essere-nel-mondo che si prende cura della propria esistenza, la cui essenza fondamentale è la libertà e la possibilità. Jean-Paul Sartre ha sviluppato un esistenzialismo che distingue tra l’en-soi (l’essere delle cose, statico) e il pour-soi (la coscienza umana, dinamica e caratterizzata dalla capacità di negare). Per Sartre, la libertà umana è radicale e incondizionata, una condizione che genera angoscia e la possibilità della “malafede”, ovvero il tentativo di negare questa libertà.La teoria critica e la critica della società moderna
La Scuola di Francoforte, con pensatori come Horkheimer, Adorno e Marcuse, ha sviluppato la teoria critica. Questa corrente analizza la società moderna e la cultura di massa, vedendole spesso come strumenti di dominio e alienazione. Criticano la “ragione strumentale”, che riduce tutto a mezzo per un fine, e l'”industria culturale”, che produce prodotti standardizzati che anestetizzano il pensiero critico. Erich Fromm ha spiegato l’ascesa di regimi autoritari come il fascismo come una “fuga dalla libertà”, causata dalla solitudine e dall’insicurezza generate dalla società capitalistica moderna. Herbert Marcuse ha criticato la “società unidimensionale”, che impone bisogni artificiali e soffoca ogni forma di pensiero critico e di opposizione.Decostruzione e teoria della comunicazione
Jacques Derrida, con la sua pratica della decostruzione, ha messo in discussione il primato della voce e della presenza immediata (fonocentrismo) nella metafisica occidentale. Ha analizzato il linguaggio attraverso concetti come la différance, mostrando come il significato non sia mai pienamente presente ma sempre rinviato e differito. Jürgen Habermas, considerato l’ultimo grande esponente della Scuola di Francoforte, distingue tra l’agire strumentale (orientato al successo) e l’agire comunicativo (orientato all’intesa reciproca). Analizza la società come una tensione tra il “sistema” (economia, potere) e il “mondo della vita” (la sfera delle interazioni quotidiane e della cultura), proponendo una teoria morale basata sul raggiungimento di un consenso razionale attraverso il dialogo.Ma quanto è davvero netta e giustificata questa divisione della filosofia del ventesimo secolo in due sole grandi correnti?
Il capitolo presenta una dicotomia tra filosofia analitica e continentale che, sebbene diffusa, rischia di semplificare eccessivamente un panorama molto più complesso e ricco di intersezioni e dibattiti incrociati. Questa rigida separazione può far perdere di vista le influenze reciproche, le critiche mosse dall’una all’altra tradizione e le figure che non si inseriscono comodamente in nessuna delle due categorie. Per ottenere una visione più completa e sfumata, è consigliabile approfondire la storia della filosofia del Novecento studiando autori che hanno cercato di superare questa divisione o che ne hanno analizzato criticamente le premesse, esplorando i contesti storici e culturali che hanno portato alla formazione di queste correnti e ai loro reciproci fraintendimenti o dialoghi mancati.3. Logica, Linguaggio e Conoscenza: La Via della Condivisione
La logica empirista di Mill vede le verità logiche e matematiche come generalizzazioni che nascono dall’esperienza sensibile. Per scoprire i legami di causa ed effetto, Mill propone metodi basati sull’osservazione di casi specifici, come il metodo dell’accordo e quello del disaccordo. Questo approccio lega saldamente la conoscenza alla percezione e all’induzione.Il Contributo di Frege: Logica e Linguaggio
Frege ha cambiato profondamente la logica formale. Per lui, la logica e l’aritmetica sono discipline a priori e analitiche, non derivate dall’esperienza. Ha introdotto concetti fondamentali come quello di funzione e argomento e ha sviluppato la logica della quantificazione, superando i limiti della vecchia logica basata sui sillogismi. Nell’analizzare il linguaggio, Frege ha fatto una distinzione cruciale: il senso è il modo in cui un’espressione ci presenta qualcosa, mentre la denotazione è l’oggetto reale a cui si riferisce. Gli enunciati, per Frege, non denotano oggetti ma valori di verità (il Vero o il Falso) ed esprimono pensieri che esistono in modo oggettivo, indipendenti dalle menti delle singole persone.Russell e l’Analisi delle Descrizioni
Proseguendo l’analisi del linguaggio, Russell ha elaborato la teoria delle descrizioni definite. Questa teoria serve ad analizzare espressioni che sembrano nomi propri ma che in realtà non si riferiscono direttamente a un unico oggetto specifico. Russell ha anche distinto due modi di conoscere: la conoscenza diretta, che deriva dall’esperienza immediata, come le sensazioni, e la conoscenza per descrizione, che si ottiene ragionando a partire da ciò che si conosce in modo diretto. Questa distinzione è fondamentale per comprendere come acquisiamo e strutturiamo la nostra conoscenza del mondo, combinando l’esperienza immediata con l’inferenza logica.Peirce e la Stabilizzazione delle Credenze
Charles Peirce si è concentrato su come le persone arrivano a fissare le proprie credenze. Ha dato grande importanza al metodo scientifico, visto come il modo migliore per raggiungere credenze stabili perché si basa sull’idea che esista una realtà indipendente dalla nostra mente. Per Peirce, il significato di un concetto non è un’idea astratta, ma si definisce guardando ai suoi effetti pratici e alle conseguenze che comporta nella nostra esperienza. Questo approccio pragmatico lega il significato all’azione e all’interazione con il mondo, ponendo le basi per una comprensione del sapere come qualcosa che si evolve attraverso la pratica scientifica.La Svolta di Wittgenstein: Linguaggio e Pratiche Sociali
Nella sua filosofia successiva, Wittgenstein ha spostato radicalmente l’attenzione. Non ha più considerato il linguaggio come una struttura logica rigida, ma come qualcosa che usiamo attivamente all’interno di contesti sociali specifici, che ha chiamato ‘giochi linguistici’. Il suo famoso argomento contro il linguaggio privato dimostra che il significato non può essere un fatto puramente interno e soggettivo; al contrario, richiede sempre un contesto pubblico e condiviso per esistere. La certezza, per Wittgenstein, non deriva da giustificazioni individuali o da fondamenti assoluti, ma affonda le sue radici nell’agire quotidiano e in un’immagine del mondo che condividiamo con gli altri. L’uso del linguaggio e la nostra comprensione della realtà sono quindi intrinsecamente legati alle nostre forme di vita collettive.Habermas e la Comunicazione Consensuale
Jürgen Habermas ha ripreso e sviluppato queste idee, ponendo la comunicazione al centro. Per Habermas, il significato degli atti comunicativi è strettamente connesso alle ‘rivendicazioni di validità’ che solleviamo quando parliamo: pretendiamo che ciò che diciamo sia vero, corretto e sincero. L’obiettivo fondamentale della comunicazione razionale è il raggiungimento di un consenso tra i partecipanti attraverso il confronto aperto delle argomentazioni. Questo approccio sottolinea come la conoscenza e la comprensione non siano solo processi individuali, ma si costruiscano nel dialogo e nell’interazione sociale orientata all’intesa, proseguendo il percorso che lega la logica, il linguaggio e la conoscenza alla dimensione intersoggettiva.Questo percorso filosofico mostra un progressivo allontanamento da visioni della logica, del linguaggio e della conoscenza basate unicamente sull’individuo o su strutture formali astratte. Si riconosce sempre più il ruolo fondamentale delle pratiche sociali e della dimensione condivisa e intersubiettiva nella costruzione del significato e della conoscenza. La comprensione di come pensiamo, parliamo e conosciamo è profondamente radicata nel nostro essere insieme e nell’interazione con gli altri.Ma la teoria dell’evoluzione, così come presentata, non rischia di essere fraintesa?
Il capitolo accenna alle difficoltà filosofiche nel spiegare fenomeni complessi basandosi unicamente sulla selezione naturale, ma questa formulazione potrebbe non rendere giustizia alla complessità della teoria evolutiva moderna, che include molteplici meccanismi e non si pone necessariamente come unica spiegazione per l’origine assoluta della vita o dell’universo. Per comprendere meglio la portata e i limiti della teoria evolutiva, è utile approfondire la biologia evoluzionistica contemporanea e la filosofia della scienza, magari leggendo autori come Stephen Jay Gould o filosofi che discutono i confini tra scienza e metafisica.6. Le Correnti del Pensiero Contemporaneo
La filosofia occidentale contemporanea prende forma attraverso le idee di pensatori come Bentham, Mill, Schopenhauer, Kierkegaard, Marx, Nietzsche, Peirce, Frege, Russell, Wittgenstein, Freud, Husserl, Heidegger, Sartre, e Habermas. Le loro riflessioni coprono un vasto panorama di argomenti cruciali che definiscono il pensiero del nostro tempo, affrontando questioni centrali in diverse aree del sapere.Gli Ambiti di Indagine Principali
Le indagini si concentrano su ambiti fondamentali. La logica viene esplorata nelle sue varie forme, siano esse empiriste, simboliche o modali. Il linguaggio è studiato per il suo significato, la sua capacità di riferirsi alle cose, il suo legame con la verità e il modo in cui usiamo le parole per comunicare. La teoria della conoscenza si interroga sui metodi della scienza, sul rapporto tra il ragionamento logico e i processi mentali, e sui diversi modi in cui arriviamo a sapere qualcosa.Questioni Fondamentali Esplorate
La metafisica affronta temi come l’idealismo, il realismo e il nominalismo, cercando di capire quali siano le strutture fondamentali della realtà. La filosofia della mente esamina concetti come l’intenzione dietro le azioni, le motivazioni, la volontà, il ruolo dell’inconscio e la capacità della mente di riferirsi a oggetti esterni (intenzionalità). L’etica discute principi morali come l’utilitarismo, l’idea di rinuncia, i valori che guidano le nostre scelte e analizza il linguaggio che usiamo per parlare di giusto e sbagliato. L’estetica si dedica alla riflessione sul bello e sul sublime, esplorando l’importanza della musica e il significato della tragedia nell’esperienza umana. La filosofia politica analizza teorie come l’utilitarismo e il liberalismo, considera le teorie economiche e studia le strutture che organizzano la società. Infine, la filosofia della religione indaga il significato della fede, la questione dell’esistenza divina e le diverse manifestazioni dell’esperienza religiosa.Ma se queste sono le “correnti”, dove si vedono i flussi, le interazioni, le rotture che definiscono davvero il pensiero contemporaneo?
Il capitolo elenca una serie di pensatori e ambiti di indagine, ma non spiega come queste idee si siano sviluppate, influenzate a vicenda o contrapposte nel corso del tempo. Presentare una lista statica rischia di far perdere la comprensione della dinamica intellettuale che ha portato alla filosofia come la conosciamo oggi. Per cogliere veramente le “correnti”, è fondamentale studiare la storia della filosofia contemporanea non come una galleria di ritratti isolati, ma come un campo di battaglia e di dialogo continuo. Approfondire la storia delle idee, le scuole di pensiero (come il Positivismo Logico, la Fenomenologia, l’Esistenzialismo, la Scuola di Francoforte, la Filosofia Analitica) e i dibattiti chiave (ad esempio, quello tra filosofia analitica e continentale, o le critiche post-strutturaliste) è essenziale. Autori come Copleston, o testi specifici sulla storia della filosofia del ‘900 possono fornire il contesto mancante.Abbiamo riassunto il possibile
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