Letteratura

Novantatre’

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1. Incontri e Pericoli: Terra e Mare nel ’93

Nel maggio 1793, un battaglione parigino attraversa il bosco della Saudraie in Bretagna, una regione devastata dalla guerra civile. I soldati avanzano con cautela in questo territorio ostile, quando in una radura, trovano Michelina Fléchard, con tre bambini piccoli. Michelina, una madre disperata, racconta di come suo marito sia stato ucciso e la sua casa bruciata. I soldati, toccati dalla sua storia di miseria e persecuzione, decidono di adottarla insieme ai suoi figli. Nello stesso periodo, sul mare della Manica, la corvetta inglese Claymore, con un equipaggio francese leale alla monarchia, parte da Jersey. A bordo, un passeggero misterioso, un anziano vestito da contadino, riceve un trattamento di grande riguardo. Il capitano e il suo secondo discutono della necessità di un capo carismatico e spietato per guidare la rivolta in Vandea, sperando nell’arrivo di una figura autorevole. Durante la notte, un cannone si sgancia a causa della negligenza di un artigliere e inizia a colpire senza controllo l’interno della nave, seminando distruzione. Il misterioso passeggero, di fronte a questo pericolo, decide di intervenire, scendendo nel ponte inferiore per affrontare la situazione.

2. La Lotta Impari e la Fuga Necessaria

Un cannone, sfuggito al controllo, semina il caos sulla nave. I colpi provocano danni enormi e molti marinai rimangono feriti. Un cannoniere, con grande coraggio, riesce a bloccare il cannone, evitando ulteriori distruzioni. Nonostante il gesto eroico, il passeggero anziano, che si rivela essere un generale, ordina l’esecuzione del cannoniere. Lo ritiene responsabile di quanto accaduto, accusandolo di negligenza. La nave, già gravemente danneggiata, si ritrova in una situazione sempre più critica. Una fitta nebbia la avvolge, il mare è in tempesta e le pericolose rocce dei Minquiers si avvicinano rapidamente. Come se non bastasse, all’orizzonte appaiono otto navi francesi, una squadra navale nemica. Il capitano, osservando la flotta avversaria, si rende conto dell’enorme disparità di forze. Le navi nemiche sono più numerose e meglio armate. Nonostante l’evidente svantaggio, l’equipaggio si prepara alla battaglia, organizzando le difese con i pochi cannoni rimasti. Il capitano, a questo punto, svela un segreto: il passeggero anziano non è un semplice viaggiatore, ma un generale di grande importanza per la causa monarchica in Vandea. La sua sopravvivenza è fondamentale. La battaglia contro i francesi sarebbe una sconfitta certa. Per questo, il capitano prende una decisione cruciale: preparare una scialuppa per far fuggire il generale. Un marinaio si offre volontario per accompagnarlo nella pericolosa traversata verso la costa. Il resto dell’equipaggio, invece, si prepara a combattere contro il nemico, con l’obiettivo di guadagnare tempo e proteggere la fuga del generale.

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14. Il Sacrificio Inatteso

Le fiamme avvolgono la biblioteca, i bambini, attirati dallo spettacolo del fuoco, non si rendono conto del pericolo. La madre, urla disperata, i soldati repubblicani sono impotenti di fronte all’incendio che divampa. Improvvisamente, il marchese di Lantenac, prigioniero nella torre, decide di agire. Con uno sforzo, recupera la scala di salvataggio e si arrampica sulla facciata in fiamme, determinato a salvare i tre bambini. La folla trattiene il fiato, mentre Lantenac, uno dopo l’altro, porta in salvo i piccoli, deponendoli tra le braccia dei soldati. La madre, dopo aver riabbracciato i figli, sviene per la gioia. L’atto eroico di Lantenac suscita stupore, ma, appena concluso il salvataggio, Cimourdain ordina l’arresto immediato. Lantenac viene condotto nella segreta della torre, in attesa del giudizio. Gauvain, è profondamente turbato, riflette sulla trasformazione di Lantenac, un nemico che si è rivelato salvatore. Il dovere rivoluzionario e il valore umano dell’azione di Lantenac combattono in lui. Durante la notte, Gauvain raggiunge Lantenac nella segreta. Il marchese, nel loro intenso dialogo, ribadisce il suo disprezzo per la rivoluzione. Gauvain, sconvolto dal gesto di Lantenac, compie una scelta inaspettata. Si toglie la sua divisa, si scambia di abito con il marchese, gli porge il suo mantello da comandante e lo spinge fuori dalla prigione. Ordina alle guardie di richiudere la porta. Lantenac, confuso ma libero, si allontana nella notte. Gauvain, ha scelto di sacrificare sé stesso per la libertà di un nemico, un uomo che ha dimostrato, con il suo gesto, un inatteso valore.

15. Il Verdetto Inesorabile

La corte marziale, presieduta da Cimourdain, giudica Gauvain per aver aiutato il realista Lantenac a fuggire. Gauvain ammette il fatto e spiega di aver salvato un anziano, invece di seguire ciecamente la legge rivoluzionaria. Gauvain si assume la responsabilità, ma la considera una scelta morale, preferendo l’onore all’obbedienza. Il capitano Guéchamp vota per la condanna a morte, richiamando la severità della legge e il bisogno di disciplina. Il sergente Radoub, invece, vota per l’assoluzione, apprezzando il gesto umano di Gauvain e contestando la condanna di un eroe repubblicano per un atto di pietà. Cimourdain, diviso tra l’affetto per Gauvain e il suo rigido senso del dovere, deve dare il voto decisivo. Nonostante il forte legame con il giovane comandante, Cimourdain vota per la sua morte, mostrando una visione assoluta e rigida della giustizia repubblicana. Cimourdain visita Gauvain in prigione, la notte prima dell’esecuzione. I due discutono delle loro idee opposte sulla repubblica: Cimourdain rappresenta la legge e il rigore, Gauvain l’ideale, la giustizia e la fratellanza. Nonostante le differenze, si rispettano profondamente e sono tristi per il destino inevitabile. All’alba, Gauvain è portato al patibolo. Davanti alla ghigliottina, resta sereno, accettando il sacrificio per i suoi ideali. Appena la lama cade, Cimourdain, testimone dell’esecuzione, si uccide con un colpo di pistola. Non riesce a sopportare la condanna che lui stesso ha emesso, né la distruzione di una giustizia che si rivela tragica. I due, uniti da un destino comune e da ideali opposti ma ugualmente totali, muoiono nello stesso momento.

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